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Libri dalla categoria Olimpiadi

L’Archivio Segreto di Mussolini

L’Archivio Segreto di Mussolini

Autore/i: Petacco Arrigo

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, avvertenza dell’autore.

pp. 186, Milano

Tangenti, concussioni, intercettazioni telefoniche, scandali sessuali, denunce anonime: non sono prerogativa esclusiva della Prima Repubblica, ma avvenivano anche durante il Ventennio, benchè non se ne sia mai saputo nulla. Curiosando fra vecchie carte d’archivio, Arrigo Petacco ha trovato i dossier riservati in cui Mussolini custodiva le informazioni delicate sui suoi oppositori, nonchè i “rilievi a carico” dei gerarchi per poterli inchiodare al momento opportuno. Questi fascicoli non solo sono ricchissimi di materiale inedito ed esplosivo sulla vita privata, la situazione economica e i costumi sessuali dei personaggi tenuti sotto controllo, ma ci permettono anche di spiare dal buco della serratura nelle segrete stanze del regime e persino dello stesso Duce. In quei dossier infatti oltre alle informative sulle attività dei nemici e sulle malefatte dei collaboratori, Mussolini custodiva la sua documentazione segreta personale: le suppliche degli innumerevoli parenti a colui che tutto può, i temi da studente, brani dei romanzi giovanili, le lettere che gli inviava una quattordicenne di nome Claretta Petacci e addirittura le intercettazioni delle conversazioni telefoniche che ella ebbe con lui quando, anni dopo, divenne sua amante. Nel libro (pubblicato per la prima volta nel 1979) Arrigo Petacco che ha saputo raccontare in maniera vivace e incisiva tante pagine della nostra storia, presenta e interpreta questi testi inediti, calandoci così nella realtà quotidiana dei protagonisti dell’età fascista rivelandoci il volto sconosciuto del Mussolini privato.

Arrigo Petacco, giornalista, inviato speciale, è stato direttore della «Nazione» e di «Storia illustrata», ha sceneggiato alcuni film e realizzato numerosi programmi televisivi di successo. Nei suoi libri affronta i grandi misteri della storia, ribaltando spesso verità giudicate incontestabili. Fra gli altri ricordiamo, pubblicati da Mondadori: Dear Benito, caro Winston; I ragazzi del ’44; La regina del Sud; Il Prefetto di ferro; La principessa del Nord; La Signora della Vandea; La nostra guerra. 1940-1945; Il comunista in camicia nera; L’archivio segreto di Mussolini; Regina. La vita e i segreti di Maria José; Il Superfascista; L’armata scomparsa; L’anarchico che venne dall’America; L’amante dell’imperatore; Joe Petrosino; L’armata nel deserto; Ammazzate quel fascista!; Il Cristo dell’Amiata; Faccetta Nera; L’uomo della Provvidenza; La Croce e la Mezzaluna; ¡Viva la muerte!; L’ultima crociata; La strana guerra; Il regno del Nord; La Resistenza tricolore; O Roma o morte; Quelli che dissero no; Eva e Claretta; A Mosca, solo andata e La storia ci ha mentito.

 

Urbanistica delle Città Greche

Urbanistica delle Città Greche

Autore/i: Giuliano Antonio

Editore: Il Saggiatore

prima edizione, premessa e introduzione dell’autore.

pp. 288, 47 fotografie b/n, 73 disegni b/n, Milano

I cultori di urbanistica antica si sono generalmente limitati a descrivere l’aspetto monumentale delle città greche. Questo libro del Giuliano si pone un problema nuovo: attraverso le fonti politiche e letterarie vuole ristabilire un contatto più vivo e attuale con la forma topografica e architettonica dei centri culturali di un mondo che ha posto alcune tra le maggiori premesse del nostro. L’indagine è estesa a tutte le città elleniche, dalle meno note alle più famose, quali Atene, Sparta, Mileto, Siracusa, Selinunte. Sono quelli veramente i luoghi dove un giorno, secondo un’espressione celebre, «soffiò lo spirito»: vi si codificarono soprattutto norme di vita associata che rimangono alla base di ogni civiltà democratica. Il valore essenziale di quelle norme e istituzioni risiede nel fatto che la vita del cittadino viene subordinata, ma insieme coordinata, a quella della libera comunità. Il normalizzarsi delle attività civili ha luogo nel— l’Atene di Pericle (V sec.): le tipiche gerarchie della convivenza orientale si spogliano dei loro fondamenti teocratici e vengono ridotte a scala umana. Tutte le conoscenze che fin qui si possedevano su questi argomenti erano state raggiunte col metodo sistematico, di cui il Burckhardt è il maggiore, e oggi un po’ negletto, rappresentante. Ma, allo stato attuale degli studi, le ricerche della scuola storica possono essere illuminate dalle scoperte archeologiche, rimaste sinora avulse da una indagine critica più in accordo con la nostra problematica culturale. Antonio Giuliano tenta di gettare un ponte tra l’archeologia e la filologia, tra monumenti e documenti, affinché il passato non si rinchiuda in se stesso come un inerte patrimonio, sterilmente mortificato o ampollosamente magnificato, e valga invece come stimolo di una più precisa consapevolezza, sia individuale che collettiva. Questo libro interroga avanzi di città, iscrizioni che parevano irrigidite su pietre millenarie, ma le risposte che ne trae non si limitano a ricostruire i morti linguaggi di età remote, bensì risuscitano il senso di una vita che opera ancora in noi attraverso ininterrotte tradizioni.

Antonio Giuliano è nato a Roma nel 1930 e a Roma si è laureato in antichità classiche con una tesi sulla ritrattistica romana. Ha poi seguito corsi di perfezionamento in Germania a Tubinga, soprattutto nella scuola di Bernhard Schweitzer. Dopo studi e ricerche, anche sul terreno, in Italia, Grecia, Turchia, ha proseguito i suoi lavori sulla ritrattistica romana e sui problemi di cultura figurativa nei territori del Mediterraneo Orientale in età romana.
Insegna Archeologia delle province romane nell’Università di Roma. Collabora alla rivista «Archeologia classica», alla «Rivista dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte», a «Paragone», oltre che alle «Römische Mitteilungen» e al «Jahrbuch» dell’Istituto Archeologico Germanico (del quale è socio). Per dieci anni, dal 1955 al 1965, è stato redattore della Enciclopedia dell’Arte Antica, Classica ed Orientale. Vanno ricordate tra le sue opere: Arco di Costantino (Milano 1955); Catalogo dei ritratti romani del Mateo Profano Lateranense (Roma 1957); Il commercio dei sarcofagi attici (Roma 1962); La cultura artistica delle province della Grecia in età romana (Roma 1965).

Gli Etruschi

Gli Etruschi

Autore/i: Bloch Raymond

Editore: Il Saggiatore

premessa e introduzione dell’autore, traduzione di Pietro Crespi.

pp. 252, 79 fotografie b/n, 38 disegni b/n, 3 carte geografiche b/n, Milano

Gli Etruschi sono il popolo misterioso di casa nostra: essi sono come gli Hittiti, gli Inca, i Garamanti della protostoria italiana e forniscono gli elementi per il più affascinante romanzo archeologico. L’attenzione del pubblico, ed anche quella degli studiosi, per la loro civiltà, ha subìto in passato alti e bassi che trovavano le loro punte più elevate quando si diffondeva la notizia di qualche ritrovamento particolarmente importante: oggi si può parlare senz’altro di un periodo d’oro. Alle antiche rovine toscane, alle tombe laziali e maremmane, alle statue, alle pitture, si sono aggiunte le documentazioni della necropoli di Spina e dell’abitato di Cosa, e molte scoperte nuovissime hanno svelato la fitta rete di comunicazioni e di traffici che legavano gli Etruschi agli altri paesi e popoli del Mediterraneo e dell’Europa centrale. La quasi inesauribile riserva dei prodotti di un’arte talora raffinata, talora ancor più attraente per una sua certa rozzezza artigiana, richiamano sempre più l’attenzione su questo popolo attivo e ingegnoso, con gusti e tradizioni che sempre appaiono soltanto suoi propri, ma nello stesso tempo aperti alle correnti artistiche delle altre civiltà. Eppure, dopo tanto fiorire di ricerche, di scavi, di studi, ancora si pone la domanda: ma chi erano, infine, questi Etruschi? Donde venivano? Sono essi veramente originari dell’Oriente o autoctoni italici, o, addirittura, come ritengono alcuni, scesero dal Nord attraverso le Alpi? Del loro itinerario per giungere alle coste italiche, se mai essi ne compirono uno, non sono rimaste tracce certe. Purtuttavia, questo non è il loro maggior segreto, né la loro origine è più oscura di quella degli stessi Greci: ciò che non conosciamo è quanto riguarda più da vicino la loro vita quotidiana.
Alla ricerca di questi documenti Raymond Bloch da molti anni conduce scavi in territorio etrusco, raccogliendo dati e notizie che presenta ora in questo libro con una narrazione vivacissima, che ci avvicina, attraverso le testimonianze dell’arte e dei costumi, allo spirito di quel popolo antico.

Raymond Bloch nato a Parigi nel 1914, vi compì gli studi superiori. Nel 1939 venne chiamato a far parte dell’«Ecole Française de Rome» alla quale appartenne anche, a guerra finita, dal 1945 al 1947. Chiamato alle armi nel settembre del 1939 cadde subito prigioniero dei tedeschi e venne internato in Germania, dove rimase per !’intera durata della guerra.
Dal 1949 è direttore dell’«Ecole Pratique des Hautes Etudes» per il settore della epigrafia latina e delle antichità romane.
Raymond Bloch si dedicò dapprima, infatti, alla epigrafia latina e alla storia delle religioni, ma volse successivamente i suoi studi all’archeologia romana ed etrusca. Un altro campo in cui acquistò larga fama per l’eccellenza dei risultati raggiunti è lo studio dell’ arte divinatoria dell’ antica Etruria e di Roma.
Dal 1946 dirige, sotto gli auspici dell’«Ecole Française de Rome», le ricerche archeologiche nella regione di Bolsena, dove ha avuto modo di dimostrare ancora una volta la sua eccezionale preparazione e valentia con la scoperta di importanti resti appartenenti alle culture italiche fiorite tra l’età del bronzo e l’inizio della civiltà romana.
Molto estesa è anche la sua attività letteraria, che. va dalla collaborazione a periodici e riviste di carattere scientifico e culturale, a molte pubblicazioni particolarmente interessanti ed autorevoli.

 

I Cartaginesi in Italia

I Cartaginesi in Italia

Alla scoperta di una civiltà sepolta

Autore/i: Moscati Sabatino

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, premessa e introduzione dell’autore, i disegni sono stati curati da Maria Teresa Francisi.

pp. 366, illustrato con un ricco apparato fotografico b/n, Milano

La presenza dei Cartaginesi in Italia è più significativa di quanto una certa storiografia, orientata sul mondo greco-romano-, tende ad affermare.
Gli ultimi quindici anni di studi e scoperte lo dimostrano con chiarezza. I Cartaginesi si inserirono solidamente e a largo raggio nel nostro territorio, né la loro fu solamente una penetrazione commerciale e politica: vaste testimonianze di cultura e soprattutto di artigianato mostrano ormai che i Cartaginesi furono una componente di primo piano nel complesso mosaico dell’Italia antica.
Sabatino Moscati, archeologo e scrittore, ricostruisce questa realtà in modo molto efficace, estendendo in primo luogo la sua esposizione alla presenza fenicio-punica in Italia, in secondo luogo richiamando l’attenzione sul significato dei singoli centri, non trascurando di inserire l’ampia parte che il materiale archeologico ha nel quadro storico, politico, economico dell’epoca.
Il volume costituirà una scoperta interessante per il lettore curioso di conoscere un risvolto importante delle vicende della nostra storia antica, ma l’opera si rivelerà anche un’utile guida per coloro che vanno alla ricerca e alla riscoperta del nostro patrimonio archeologico.
L’abbondante iconografia sarà un valido supporto a questo scopo.

Sabatino Moscati, professore ordinario nell’Università di Roma, è socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, socio effettivo della Pontificia Accademia di Archeologia, vicepresidente dell’Istituto per l’Oriente. Ha promosso e diretto missioni archeologiche nel Vicino Oriente, in Africa, a Malta, in Sicilia e in Sardegna, effettuando una serie di scoperte sulle antiche civiltà mediterranee. Tra le sue opere principali, alcune delle quali tradotte in inglese, francese, spagnolo, svedese, polacco, ceco, giapponese rumeno: Le antiche civiltà semitiche (Bari 1958), Scoprendo l’antico Oriente (Bari 1962), Antichi imperi d’Oriente (Milano 1963), Archeologia mediterranea (Milano 1966), Il mondo dei Fenici (Milano 1966), Avventure archeologiche (Roma 1968), I Fenici e Cartagine (Torino 1972), Italia archeologica (Novara 1973), Les Pheniciens (con A. Parrot e MH. Chéhab, Parigi 1975). L’archeologia (Milano 1975), Apparenza e realtà. Arti figurative nell’antico Oriente (Milano 1976), L’alba della civiltà (3 voll., Torino 1976). In edizione Mondadori: Italia sconosciuta (terza edizione 1976), Le pietre parlano (seconda edizione 1976), Vita privata e vita sociale nell’antichità (2 voll., 1976).

Introduzione alla Psichiatria

Introduzione alla Psichiatria

Un volume soggettivo per medici, studenti e ’laici’

Autore/i: Ancona Leonardo

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, prefazione dell’autore.

pp. 192, Milano

Nel titolo di questo volume ’Introduzione’ non è intesa come d’uso, cioè come anticamera di un più vasto edificio, bensì in senso pragmatico, come progetto di entrare in profondità nel campo psichiatrico.
Ciò appare tanto più necessario quanto più le contrapposte posizioni nei confronti della malattia mentale – quali sono documentate dalla violenza delle polemiche che hanno accompagnato la legge di riforma psichiatrica del ’78 e le proposte della sua revisione – risultano intrise di emozione, e per di più emozione inconscia.
In questo campo infatti l’atteggiamento personale è radicato nella profondità psichica di chi lo manifesta,anche se non si appalesa alla superficie sul piano del comportamento, ma si ammanta, si informa, si articola e si cela nelle scelte, nei programmi politici e sociali, nelle ideologie perseguite: e viene da questa svelata.
Perciò ’la gestione della follia’ non può essere demandata solo a coloro che si dichiarano competenti della sua problematica, gli psichiatri: in quanto l’istituzione psichiatrica può essere rivelatrice dell’inconscio della società, è di fondamentale importanza per tutti la conoscenza adeguata della dinamica psichica, sia in termini di oggettività che di soggettività, personale e interpersonale, conscia e inconscia.

L’Arte della Tavola nella Roma Imperiale

L’Arte della Tavola nella Roma Imperiale

110 ricette degli antichi romani riscoperte per i buongustai d’oggi

Autore/i: Drachline Pierre; Petit-Castelli Claude

Editore: SugarCo Edizioni

traduzione di Daria Parini.

pp. 176, Milano

In questa guida alla cucina dell’antica Roma, gli autori, oltre a descriverci l’evoluzione dell’arte culinaria romana – da quella semplice e frugale della repubblica a quella raffinata e spesso stravagante del periodo imperiale – e a introdurci nella vita quotidiana dei nostri illustri progenitori, spiegandoci perché si mangiava sdraiati, com’era articolato un pasto, quali erano le fonti di approvvigionamento, quanto si spendeva al mercato, com’erano nate vere e proprie «multinazionali» dell’alimentazione, hanno raccolto e reso realizzabili oltre un centinaio di ricette. E quindi un «vero» libro di cucina, che farà la felicità di quanti sono alla ricerca di qualcosa di estroso e di nuovo – anche se in questo caso si tratta di antico! – nel campo della gastronomia.

Pierre Drachline, nato a Parigi nel 1948, direttore editoriale delle Editions Plasma di Parigi e critico letterario di «Le Monde», è autore di numerosi libri storici (citiamo, tra gli altri, Le crime de Pantin, Denoèl, e Un inconnu nommé Michel Campi, sempre pubblicato dall’editore Denoèl).

Claude Petit-Castelli, nato a Neuilly-sur-Seine nel 1947, dopo aver studiato storia e archeologia alla Sorbonne si è occupato di teatro come regista e come autore; dal 1976 è giornalista professionista e collabora con «Le Monde», «Le Matin», «Le Figaro», «Elle» ecc. Ha scritto anche diversi libri ed è noto per essere un raffinato «gourmet».

L’Istinto del Piacere

L’Istinto del Piacere

Perché non sappiamo resistere al cioccolato, all’avventura e ai feromoni – Un viaggio affascinante alla scoperta del piacere, delle sue origini e del suo inscindibile legame con l’evoluzione della specie umana

Autore/i: Wallenstein Gene

Editore: Edizioni Dedalo

traduzione di Andrea Migliori.

pp. 288, Bari

C’è chi lo chiama entusiasmo, giubilo, o puro e semplice godimento, ma cos’è il piacere? Cosa ci spinge a investire tempo, denaro ed energia nella sua ricerca? Per secoli, filosofi e uomini di fede hanno cercato una risposta a queste e ad altre domande. Spesso hanno paragonato il piacere alla felicità: ma mentre quest’ultima è un’astrazione razionale dettata dalle nostre identità sociali e morali, il piacere è un impulso edonistico incontrollato, un puro imperativo biologico capace di spingerci a gesti straordinari. Wallenstein trova una risposta convincente là dove pochi, finora, avevano cercato, cioè nei meccanismi evolutivi: l’istinto del piacere, secondo l’autore, è uno dei primi strumenti utilizzati dall’evoluzione per guidarci verso il maggiore successo riproduttivo. Partendo dai cinque sensi, il libro esplora come e perché ricerchiamo il piacere attraverso domande la cui semplicità è solo apparente: perché andiamo matti per il cioccolato e ci lasciamo trascinare da un profumo in un turbine di ricordi? perché la musica ha il potere di calmarci? L’autore ci svela che in ognuno di questi casi l’istinto del piacere stimola la corretta crescita del cervello, amplifica la nostra capacità di trarre beneficio dai nostri sensi e ci conferisce un netto vantaggio evolutivo. Il viaggio prosegue con un’analisi dell’impatto del piacere sulla nostra vita quotidiana, dalla scelta dei nostri partner al significato della risata, dal nostro ballo preferito ai gusti artistici, e si conclude con uno sguardo al lato oscuro del piacere, per cercare di scoprire le radici della dipendenza e delle ossessioni.

Gene Wallenstein, neuroscienziato di fama internazionale, Gene Wallenstein è uno dei pionieri della neurobiologia cognitiva, un settore in forte sviluppo. Negli ultimi dieci anni i risultati delle sue ricerche sull’evoluzione delle emozioni sono stati pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche. Dopo aver lavorato presso le Università di Harvard e dello Utah, Wallenstein è attualmente direttore di ricerca alla Pfizer Global Research and Development.

 

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Ringraziamenti – I. L’ISTINTO DEL PIACERE E LO SVILUPPO CEREBRALE – 1. Debolezze e pazzie – Darwin senza il «darwinismo sociale» – 2. Come farsi nuovi amici e influenzare la gente – Primati precoci – Il legame del linguaggio – Triboli e tribolazioni – 3. Che cosa fa ballare Sammy? – La natura della ricompensa «naturale» – Hardware indispensabile – Lo sviluppo delle connessioni del cervello – II. I PIACERI DEL MONDO SENSORIALE – 4. Il piacere del tatto – Sensazioni – L’evoluzione della sedia a dondolo – L’effetto del movimento e del tatto sullo sviluppo del cervello – 5. Elogio degli odori – Il profumo dell’attrazione – 6. Per amore del cioccolato – Zucchero e salute – I circuiti del gusto – La sopravvivenza del più grasso – 7. L’evoluzione della ninnananna – Una grammatica universale – Ambarabà ciccì coccò – 8. Alla ricerca di cose belle – Il piacere, il cervello e la vista – Il piacere di imparare – Il bootstrapping neurale – III. L’ISTINTO DEL PIACERE E L’ESPERIENZA MODERNA – 9. Piacere, proporzione e simmetria – I persuasori occulti – Il piacere e la proporzione – Sedotti dalla simmetria – La faccia giusta – Il piacere e i segnali di simmetria – Simmetria ed estetica: esempio di un processo generale – 10. Piacere, ripetizione e ritmo – 11. Homo addictus – Le molte facce del vizio – 12. Che cos’è il piacere? – Note – Indice analitico

Guida alle Filosofie Orientali

Guida alle Filosofie Orientali

Confucianesimo, taoismo, buddismo, zen, induismo, shintoismo ecc.

Autore/i: Alteriani Fulvio

Editore: Giovanni De Vecchi Editore

prefazione dell’autore.

pp. 256, ill. b/n, Milano

  • Le filosofie dell’Oriente affrontano i problemi della vita con grande profondità ma, diversamente dall’Occidente, anche con uno straordinario senso pratico
  • Renderle comprensibili, e perfino interessanti, è la finalità di questo libro
  • Vi si affrontano il mistero della vita e l’origine e la natura dell’universo, vi si indagano le analogie con le leggi dell’uomo, vi si esamina il problema della divinità: le ipotesi, le teorie, le soluzioni
  • È un libro per comprendere i perché della vita, la costituzione dell’essere umano, le leggi della salute e dell’armonia, della morte e della continuità della vita dopo la morte, le regole per una convivenza armoniosa e socialmente costruttiva tra i viventi
  • Per capire che si può vivere bene con se stessi e con gli altri. Che è possibile farlo
  • Un libro che dà la forza per trovare se stessi, che indica la direzione del maggio che parte dall’interno dell’animo: seguendola, il lettore diventerà consapevole della sua strada

Fulvio Alteriani, studioso di filosofia, spinto dalla necessità di comprendere le leggi della storia per poterle applicare all’economia, alla legislazione, alla sociologia, è pervenuta a un approfondimento delle millenarie esperienze del mondo occidentale e di quelle plurimillenarie dell’orientale e a un fecondo confronto tra le varie teorie tramite la sperimentazione collettiva e individuale. Convinto della necessità sociale della diffusione della cultura, ha svolto, attraverso articoli, libri, conferenze e l’utilizzo delle tecnologie informatiche della comunicazione (multimedialità e internet), un’intensa attività finalizzata al confronto continuo dei due mondi – Occidente e Oriente, individuo e collettività, fare ed essere – per intuire legami, sviluppi e possibili applicazioni pratiche.

 

L’Occhio della Pittura

L’Occhio della Pittura

Autore/i: Tadini Emilio

Editore: Garzanti Editore

prima edizione.

pp. 176, ill. b/n, Milano

“Si dovrebbe stare sempre all’erta quando si guarda un dipinto. Vedere chi sta arrivando anche se viene avanti di nascosto”.

Emilio Tadini, inviterà spesso ad osservare i particolari che non si vedono in un quadro, corredando tale esortazione con diversi esempi: in La vocazione di San Matteo di Caravaggio (1599), Cristo appare all’evangelista, ma in realtà il santo guarda altrove, anche se la convinzione comune è che il suo sguardo sia rivolto solo a lui. Infatti se così fosse vedremmo San Matteo di profilo, mentre è di tre quarti osservando non si sa bene che cosa, piccolo anzi grosso enigma. In Las Meniñas di Velázquez (1656) l’innaturale posizione del polso dell’artista che sta dipingendo l’opera permette di mostrare i colori posti sulla tavolozza, anche se la vista della tela è celata allo spettatore perché ciò che di essa si vede è solo il telaio.
Tadini perciò dimostra che molto spesso davanti a un quadro non si colgono evidenze estremamente chiare e semplici perché, nella convinzione che tutto ciò che conta sia nel profondo, non si riesce a cogliere il senso e i significati che sono invece da sempre sulla superficie.
Alla luce di questa premessa Tadini espone il contenuto del suo ultimo libro dal titolo “L’occhio della pittura” (Garzanti 1995) in cui educa allo sguardo ed insegna a leggere alcuni quadri per ricostruire la storia della pittura degli ultimi anni del secolo scorso e dei primi del XX secolo, momento in cui la pittura cambia completamente.
Nella sua dissertazione si soffermerà sull’aspetto della “disgregazione” della materia pittorica partendo da Degas, passando per Cézanne, arrivando a Picasso, sottolineando come la pittura abbia letto e si sia confrontata con l’humus sociale che andava trasformandosi e che sarebbe sfociato nella distruzione della Prima Guerra Mondiale.
Dell’Impressionismo viene sempre letta con chiarezza soltanto quella parte che lo giustifica come momento in cui vige una specie di passione panica e di conquista della natura; in realtà nel tessuto della pittura impressionista si manifesta una specie di dissoluzione della materia pittorica che mette in atto l’autentica rappresentazione di un mondo che non sta più insieme. Le radici di tale disgregazione derivano dagli ultimi quadri di Tiziano in cui la pennellata diventa una specie di impronta del soggetto; quindi questa operazione passerà in Spagna, arrivando a Goya e attraverso di lui così agli impressionisti.
Anche Cézanne degli ultimi paesaggi, pur dipingendo delle montagne che sono il simbolo della stabilità, finisce per usare una materia pittorica fatta di completo sfarfallamento di pennellate e di disintegrazione dell’immagine, cosa che faranno esattamente anche i suoi fedeli allievi, Picasso e Braque. Dopo i primi paesaggi cubisti assolutamente squadrati, con i primi esperimenti del cubismo analitico le immagini si disfano perché l’oggetto di Picasso è un mondo che non sta più insieme: nel suo Les demoiselles d’Avignon, dipinto sotto la suggestione delle maschere africane appena viste al Musée de l’Homme, cerca di fare con la pittura esattamente quello già tentato dai popoli africani, e cioè una specie di esorcismo contro i mali del mondo, facendo irrompere nel quadro il lato selvaggio di una cultura occidentale che si era fino ad ora illusa di aver risolto i suoi problemi tramite la scienza positivistica.

Emilio Tadini è nato a Milano nel 1927. Fa il pittore e lo scultore e collabora a diversi giornali e riviste. Ha pubblicato i poemetti in La passione secondo San Matteo (sul Politecnico di Elio Vittorini), Tre poemetti (1960) e L’insieme delle cose (Garzanti 1991); inoltre i romanzi Le armi l’amore (1963), L’opera (1982), La lunga notte (1987) e La tempesta (1993).

 

Il Libro della Speranza

Il Libro della Speranza

La straordinaria esperienza della donna che comunica con i defunti

Autore/i: Alvisi Gabriella

Editore: SugarCo Edizioni

prefazione di Roberto Mangani.

pp. 272, tavv. b/n, Milano

Dopo la morte fisica l’uomo esiste come individualità, come entità pensante?
L’uomo da sempre si pone questa domanda. La ricerca del «dopo» – dalla Bibbia a Socrate, dal Libro tibetano dei morti – a S. Agostino, da S. Tommaso a Kant – ha sempre conservato il concetto: «L’uomo come entità psichica, rimane cosciente di sé e continua ad operare come entità spirituale», anche dopo la morte fisica.
Il primo libro dell’Autrice, Le voci dei viventi di ieri, pubblicato presso questa stessa Casa Editrice, ha scatenato una vera e propria ridda di polemiche sul fenomeno delle «voci».
Gabriella Alvisi, con questo secondo libro, risponde a tutti, fornendo, a suffragio di ciò che sostenne, un imponente lavoro d’indagine e testimonianze nella ricerca in cui è impegnata con i suoi «invisibili collaboratori».
Agnosticismo e scetticismo non possono che passare attraverso questa lettura, così come l’amore che travalica i limiti della morte fisica. Infatti il libro è per tutti; tutti devono leggerlo perché a tutti è dato di capire e di riconoscersi.
Pur amando e onorando la vita, il problema delle «voci» non può avere carattere di temporaneità, non è un fenomeno a sé o motivo di turbamento della coscienza religiosa di qualche uomo. Un fatto è certo: da quel mondo senza spazio e senza tempo è crollata la diffidenza, l’ipocrisia e la paura della morte. L’assidua sperimentazione, le lunghe ore di ascolto, l’imponente mole di registrazioni effettuate – sempre con la indispensabile serenità interiore – sono i pilastri su cui poggia la certezza, la consapevolezza di un mondo reale oltre i limiti della morte fisica.

Gabriella Alvisi e nata a Monza nel 1920 e vive a Mariano Comense.
Dopo la tragica morte della figlia Roberta, ha iniziato le ricerche in campo parapsicologico.
Ha collaborato e collabora a riviste specializzate. Presso SugarCo ha pubblicato Le voci dei viventi di ieri, che ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico.
Oggi l’Autrice è una personalità internazionale in questo campo della ricerca.

Roberto Mangani, medico insigne, ha svolto attività didattica e culturale. Nel mondo scientifico è ben conosciuto per le numerose pubblicazioni, molte delle quali su temi sperimentali.
Collabora a numerosi giornali e ha inoltre pubblicato racconti e romanzi.

Hitler e il Vaticano

Hitler e il Vaticano

Dagli archivi segreti vaticani la vera storia dei rapporti fra il nazismo e la Chiesa

Autore/i: Godman Peter

Editore: Lindau

prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Susanna Bourlot.

pp. 368, Torino

Da sempre la politica della Chiesa cattolica di fronte all’ascesa dei nazisti e al loro distruttivo dominio è un tema controverso. Pio XII è passato alla storia come «il Papa di Hitler», un antisemita connivente, che si rifiutò di condannare il nazismo in modo esplicito e mai esortò i cattolici a opporvisi. Eppure questi giudizi si fondavano su prove sommarie perché il Vaticano ha tenuto segrete fino a oggi le carte relative alle proprie attività interne in quegli anni cruciali, sottraendole all’esame degli storici. Solo nel febbraio del 2003 la Santa Sede ha aperto i suoi archivi. Peter Godman, studioso imparziale e a-cattolico, è stato uno dei primi a visionare quel materiale inedito. Il suo contenuto impone una revisione del giudizio sulla Chiesa romana di quell’epoca, un’istituzione «a più voci», tutt’altro che monolitica, in cui il legalismo ebbe la meglio sul senso morale della tragedia che si andava consumando. Intorno alla metà degli anni ’30 il Vaticano redasse alcune bozze di totale condanna del nazismo, bollato come eretico, ma quando Mussolini si avvicinò a Hitler Pio XI limitò la sua esecrazione al solo bolscevismo e ripiegò sulla diplomazia. La Chiesa, insomma, fu portata fuori strada non tanto dal «Papa di Hitler», che non fece che proseguire la politica di Pio XI, quanto da un tragico errore di calcolo e da una relazione speciale con Mussolini che, con fosca ironia, arrivò persino a proporre la scomunica del Führer. Grazie alla riproduzione integrale dei documenti più importanti e all’analisi di numerose conversazioni tra Pio XI e i suoi cardinali, Hitler e il Vaticano è il più straordinario viaggio mai compiuto all’interno degli archivi segreti del Vaticano.

Peter Godman è stato professore a Tubinga e insegna oggi alla Sapienza di Roma lingua e letteratura latina. Studioso imparziale, è stato uno dei primi ad accedere ai documenti desecretati dal Vaticano nel 2003, riguardanti gli anni ’20 e ’30, e in particolare l’atteggiamento della Santa Sede verso il regime hitleriano. Il volume è una storia finalmente fondata di tale rapporto, e riproduce inoltre i documenti più importanti.

 

Civiltà del Lazio Primitivo

Civiltà del Lazio Primitivo

Palazzo delle esposizioni. Roma, 1976

Autore/i: Autori vari

Editore: Multigrafica Editrice

presentazioni di Giovanni Spadolini, Maurizio Ferrara, Bruno Lazzaro, Renzo Eligio Filippi, premessa di Massimo Pallottino, note introduttive di Lorenzo Quilici, Maria Antonietta Fugazzola Delpino, Renato Peroni.

pp. XXXII-400, XCIX tavv. b/n f.t., Roma

Sommario:

Preliminari

Presentazioni di: Giovanni Spadolini, Maurizio Ferrara, Bruno Lazzaro, Renzo Eligio Filippi

Premessa di Massimo Pallottino

Abbreviazioni

NOTE INTRODUTTIVE

Geografia fisica ed umana del Lazio primitivo (Lorenzo Quilici)

Le fasi culturali della protostoria laziale:
a) I precedenti dell’età del bronzo (Maria Antonietta Fugazzola Delpino)
b) Le fasi preurbane della fine dell’età del bronzo e dell’inizio dell’età del ferro (Renato Peroni)
c) Le fasi protourbane dell’età del ferro dal IX al VII secolo a.C. (Giovanni Colonna)

Inquadramento storico (Massimo Pallottino)

Tabella cronologica

Storia delle scoperte e degli studi (Lorenzo Quilici, Stefania; Quilici Gigli)

Nota museografica (Stefania Quilici Gigli)

CATALOGO

L’età del bronzo (Maria Antonietta Fugazzola Delpino)

Il gruppo dei Colli Albani (Anna Maria Bietti Sestieri)

Villa Cavalletti (Anna Maria Bietti Sestieri)

Boschetto (Anna Maria Bietti Sestieri)

Campofattore (Anna Maria Bietti Sestieri)

S. Lorenzo Vecchio (Anna Maria- Bietti Sestieri)

Velletri (Anna Maria Bietti Sestieri)

Tomba Andreoli (Anna Maria Bietti Sestieri)

Riserva del Truglio (Maria Cataldi Dini)

Roma (Ferdinando Castagnoli)

Sepolcreti della valle del Foro e tombe del Palatino (Filippo Delpino)

Foro Romano:
A) Arco di Augusto (Filippo Delpino)
B) Tempio di Antonino e Faustina (Carmine Ampolo, Filippo Delpino)

Foro di Augusto (Filippo Delpino)

Palatino (Carmine Ampolo, Filippo Delpino)

Il Sepolcreto dell’Esquilino (Eugenio La Rocca, Anna Sommella Mura)

Quirinale (Eugenio La Rocca)

L’abitato del Palatino (Carmine Ampolo)

Campidoglio, la «favissa» (Anna Sommella Mura)

Antemnae nota topografica (Lorenzo Quilici)

Fidenae (Stefania Quilici Gigli, Fausto Zevi)

Crustumerium – nota topografica (Stefania Quilici Gigli)

Ficulea nota topografica (Stefania Quilici Gigli)

Corniculum – nota topografica (Stefania Quilici Gigli)

La Rustica (Gianfilippo Carettoni, Paola Zaccagni e altri)

Osteria dell’Osa (M. Ornella Acanfora, Anna Paola Anzidei, Anna Maria Bietti Sestieri)

Gabii – nota topografica ( Lorenzo Quilici)

Collalia – nota topografica (Lorenzo Quilici)

Tivoli ( Domenico Faccenna, Maria Antonietta Fugazzola Delpino)

Palestrina ( Praeneste) (Gilda Bartoloni, Fulvio Canciani, Giovanni Colonna, Friedrich W. von Hase, Günther Hölbl, Fausto Zevi) ficana (Fausto Zevi)

Castel di Decima (Alessandro Bedini, Federica Cardano, Marcello Guaitoli, Fausto Zevi)
Tellenae – nota topografica (Larenzo Quilici)

Pratica di Mare (Lavinium) (Ferdinando Castagnoli, Umberto Ciotti, Maria Pia Muzzioli, Paolo Sommella)
Ardea (Anna Maria Bietti Sestieri)

Ardea – nota topografica (Lorenzo Quilici)

Anzio (Giovanna Bergonzi)

Satricum (Gilda Bartoloni, Fulvio Canciani, Giovanni Colonna, Friedrich W. von Hase, Mario Moretti)

Campoverde (Carmine Anzpolo, Valeria Giovannini)

Pometia – nota topografica (Stefania Quilici Gigli)

Sermoneta (Giovanna Bergonzi)

L’abitato di Monte Carbolino (Giovanna Bergonzi)

Le tombe di Valvisciolo (Gilda Bartoloni, Giovanna Bergonzi)

La necropoli di Caracupa (Gilda Bartoloni)

Cassino (Carmine Ampolo)

Ceramica d’importazione a Roma (Eugenio La Rocca)

La diffusione della scrittura (Giovanni Colonna)

I danni arrecati negli ultimi decenni al patrimonio archeologico e culturale del Lazio antico (Stefania Quilici Gigli)

INDICI
Indice delle provenienze
Indice dei musei
indice dei collaboratori
indice delle tavole

 

Che Cos’è La Vita? – Scienza e Umanesimo

Che Cos’è La Vita? – Scienza e Umanesimo

Autore/i: Schrödinger Erwin

Editore: Sansoni Editore

introduzione di Emanuele Vinassa de Régny, traduzione di P. Lanterno.

pp. 152, tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Firenze

A cento anni dalla nascita di Erwin Schrödinger (Vienna 1887), il suo pensiero e il suo lavoro mantengono inalterati la loro attualità, come dimostra la nuova pubblicazione di molti dei suoi testi e i numerosi convegni che gli vengono dedicati.
Premio Nobel per la fisica nel 1933, lo scienziato è stato l’inventore della meccanica ondulatoria, la teoria che poi si integrò nella meccanica quantistica. Ma oltre che fisico geniale, Schròdinger fu anche filosofo e poeta: e a lui si devono pure alcune idee fondamentali che hanno contribuito alla creazione della biologia molecolare.
I testi qui raccolti, sono quelli di quattro conferenze. Nelle prime due (Che cos’è la vita?), dedicate ai problemi della biologia, si dimostra che il materiale genetico deve essere un’enorme molecola (e non a caso Watson e Crick, gli scopritori della struttura del DNA, nel libro La doppia elica dichiarano di essere debitori del suo lavoro). Le altre due conferenze (Scienza e umanesimo) indagano il valore sociale della scienza e mettono in guardia contro i rischi della specializzazione, che produce uomini senza umanità, cittadini estranei alla città. Vengono, dalle parole di questo scienziato di ieri, indicazioni per i dubbi e i dibattiti di oggi.
Nell’introduzione, Emanuele Vinassa de Régny tratteggia la ricca e complessa personalità di Schròdinger quale si rivela nell’insieme della sua opera.

Testo Classico di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo

Testo Classico di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo

Autore/i: Huang Ti Nei Ching Su Wên

Editore: Edizioni Mediterranee

saggio introduttivo, premessa, prefazione, traduzione dall’originale cinese e cura di Ilza Veith, traduzione italiana di Ferro Ledvinka, presentazione di Henry E. Sigerist, .

pp. 288, 20 disegni b/n, Roma

Questo libro, divenuto ormai da tempo un classico, costituisce un punto di riferimento nella storia della civiltà cinese. La sua influenza, peraltro, ha raggiunto anche le culture vicine. Fin dal 1949, allorché apparve la prima pubblicazione di questo che può essere considerato il più antico documento della medicina cinese, vi è stato un grande risveglio della medicina tradizionale, non solo nella stessa Cina, ma, in maniera sorprendente, anche in molti paesi del mondo occidentale. Opportune ricerche moderne, in senso scientifico e razionale, su queste terapie tradizionali (ivi compresa l’Agopuntura) hanno reso ancora più vivo l’interesse per i loro fondamenti storici e filosofici. Con l’approfondimento del pensiero dell’Estremo Oriente e le maggiori cognizioni che ne abbiamo oggi, il Testo classico di medicina interna dell’Imperatore Giallo ha trasceso i confini della storia della medicina, per entrare in quelli della storia dell’uomo.

Huang Ti Nei Ching Su Wên, l’Imperatore Giallo, è uno dei sovrani leggendari della Cina, vissuto tra il 2697 e il 2597 a.C. (o tra il 2674 e il 2575 a.C.), e adorato come uno dei fondatori del Taoismo religioso. Gli si attribuiscono la creazione degli uomini, la scoperta della scrittura, della sericoltura, della ruota da vasaio e del compasso. L’Imperatore Giallo è considerato anche “fondatore dell’ordine sociale”, perché sarebbe stato lui ad assegnare un nome a ogni famiglia. Inoltre gli viene attribuita la prima opera di medicina cinese, “Huang Ti Nei Ching Su Wên”, comunemente nota come NEI-CHING.

 

La Saggezza Orientale

La Saggezza Orientale

Autore/i: Jung Carl Gustav

Editore: Bollati Boringhieri Editore

introduzione di Luigi Aurigemma, traduzioni di Luigi Aurigemma, Lisa Baruffi, Olga Bovero Caporali ed Elena Schanzer.

pp. 216, Torino

Negli ultimi trent’anni della vita Jung ha concentrato l’attenzione sull’osservazione psicologica dei fenomeni religiosi. Secondo la sua concezione, i dati religiosi devono essere studiati come l’espressione simbolica dell’aspetto globale della personalità umana, di quel «Sé» che si pone quale sintesi degli opposti (luce e ombra, bene e male) presenti nella psiche. È religiosa, afferma Jung, ogni esperienza di pienezza e di totalità che «afferri» l’individuo per farlo procedere lungo il tragitto dell’«individuazione». In questo cammino spirituale le religioni orientali si rivelano maestre nel guidare verso un «processo d’iniziazione», vale a dire di «liberazione da un precedente stato di tenebra e di inconsapevolezza». In questa raccolta di scritti scelti e presentati da Luigi Aurigemma, Jung si confronta con i testi sacri della tradizione buddhistica e confuciana, e con le pratiche yoga e zen. Nel mettere in luce le singolari affinità tra le simbologie religiose dell’Oriente e le produzioni psicologiche (sogni, visioni, creazioni artistiche) dell’uomo occidentale, Jung non si allontana mai da un profondo senso di concretezza storica, mettendo in guardia il lettore, come ricorda Aurigemma, da «ogni imitazione semplificatrice e scimmiottatura orientalizzante, quale che ne sia la motivazione».

Carl Gustav Jung (1875-1961), dopo un intenso sodalizio umano e scientifico con Freud, nel 1912 si distaccò dalla psicoanalisi. Ne seguì un lungo periodo di serrato confronto con l’inconscio e le sue immagini archetipiche. Esperienza decisiva da cui si cristallizzarono, negli anni della maturità, il sistema della psicologia analitica e un’eccezionale messe di indagini storico-religiose. Presso Bollati Boringhieri è apparsa l’edizione delle sue Opere. In questa collana sono già usciti il volume che comprende L’analisi dei sogni, Gli archetipi dell’inconscio, La sincronicità; Tipi psicologici; Psicologia dell’inconscio e gli Aforismi.

 

Età della Pietra

Età della Pietra

Autore/i: Bandi Hans-Georg; Breuil Henri; Berger-Kirchner Lilo; Lhote Henri; Holm Erik; Lommel Andreas

Editore: Il Saggiatore

prima edizione, introduzione di Hans-Georg Bandi, traduzione di Fabrizia Caracciolo e Giancarlo Cadeo.

pp. 280, 60 tavole a colori. 65 disegni e 8 carte, Milano

Dall’introduzione di Hans-Georg Bandi:
“L’Arte del mondo primitivo, a cui questo volume è dedicato, non inizia con le manifestazioni artistiche della Mesopotamia e della valle del Nilo. Le sue origini sono invece molto più antiche e risalgono agli albori della storia dell’umanità. Come oggi gli ultimi discendenti di alcuni popoli primitivi rimasti quasi del tutto estranei alla nostra civiltà, anche nei secoli più remoti gli uomini crearono opere d’arte, alcune delle quali si sono conservate sino ad oggi grazie a circostanze favorevoli. Trattasi per la maggior parte di pitture e graffiti rupestri, i cui artefici furono abilissimi cacciatori dell’età della pietra.
Potrà forse sorprendere che gli Editori abbiano deciso di comprendere il volume Età della pietra nella collana delle civiltà extraeuropee, dal momento che la descrizione delle stazioni di arte rupestre inizia sul nostro continente. Si è però tenuto presente che sarebbe stato forse inadeguato comprendere questa arte nella civiltà occidentale; in primo luogo perché per buona parte il volume tratta di stazioni d’arte d’oltremare; ed in secondo luogo perché il retaggio artistico lasciato in Europa dai cacciatori dell’età della pietra non corrisponde al concetto di cultura occidentale.
Bisogna ora aggiungere che il nostro volume non comprende certo tutta l’arte dell’età della pietra. Viene trattato solamente un settore relativamente ristretto dell’arte di questo periodo. Si è semplicemente inteso offrire ai lettori, che si interessano all’arte del mondo, una limitata visione della creatività artistica dei popoli preistorici nelle diverse parti del mondo e aprire loro la porta su di un campo affascinante di ricerche, che in altre storie dell’arte viene in genere tralasciato 0 trattato inadeguatamente.
L’arte preistorica e l’indagine relativa ad essa rappresentano un campo entusiasmante e ad un tempo pericoloso: entusiasmante perché ci viene offerta una visione inattesamente vitale, molteplice e colorata di civiltà, delle quali altrimenti conosceremmo soltanto lo «scheletro» soprattutto i manufatti di pietra mentre tutto il resto ‘ è ormai da lungo tempo scomparso; pericoloso poi perché le opere rupestri, che non furono mai un fenomeno di «arte per l’arte» e sempre espressero invece determinati atteggiamenti dello spirito, facilmente possono condurre ad ogni genere di interpretazioni speculative.[…]”

Reincarnazione

Reincarnazione

Autore/i: Pompas Manuela

Editore: Edizione CDE

introduzione dell’autrice.

pp. 240, Milano

Dall’introduzione dell’autrice:
«Scrivere un libro sulla reincarnazione è un atto temerario, perché è certo, a priori, che verrà contestato da molti, sia da coloro che seguono nella maniera più ortodossa e cieca la religione cattolica (che ufficialmente rifiuta la possibilità della rinascita), sia da chi si professa ateo. Tuttavia la proposta che viene fatta è allettante e rivoluzionaria: l’idea di vivere più di una esistenza è tremendamente logica” ed esercita una grande attrattiva anche in chi afferma di non crederci, poiché fornisce spiegazioni a molti avvenimenti individuali e collettivi apparentemente assurdi e altrimenti inspiegabili (come l’«ingiustizia» delle differenze sociali e della morte, soprattutto quando sopraggiunge prematura), e anche a certi vissuti interiori, alcune certezze, immotivate o irrazionali. In ogni caso un libro non nasce per compiacere i più, ma per portare un’esperienza che si vuole condividere, un messaggio, talvolta per proporre un interrogativo inquietante. Del resto credere nella reincarnazione non significa ricercare necessariamente le proprie vite passate, ma accrescere la conoscenza di se stessi e comprendere il significato dell’esistenza.[…]»

Intelligence

Intelligence

Storia dello spionaggio militare da Napoleone a Al-Qaeda

Autore/i: Keegan John

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Paolo Valpolini.

pp. 394, tavv. b/n f.t., Milano

Secondo uno dei princìpi fondamentali dell’arte della guerra, per conquistare la vittoria occorre conoscere a fondo non solo la geografia del teatro bellico, ma anche – preventivamente e segretamente – i punti di forza e di debolezza, le armi, lo schieramento e le intenzioni del nemico. Per soddisfare tale esigenza, governi ed eserciti di ogni epoca hanno cercato di dotarsi di mezzi e metodi mirati, la cui evoluzione tecnologica ha proceduto di pari passo con lo sviluppo della ricerca scientifica. Ma quale effetto possono avere le informazioni ’in tempo reale’ sull’esito di una battaglia o di una campagna? John Keegan, uno dei più autorevoli storici militari britannici, analizza il ruolo avuto dai servizi informativi nei principali conflitti degli ultimi due secoli alla luce di alcuni episodi emblematici: fra gli altri, la caccia di Nelson alla flotta di Napoleone nel Mediterraneo; la vittoriosa resistenza del generale sudista “Stonewall” Jackson nella Shenandoah Valley; la febbrile attività di Bletchley Park, il centro britannico di decrittazione, per intercettare e violare i messaggi cifrati degli U-Boot e dei “branchi di lupi” di Karl Donitz durante la Battaglia dell’Atlantico; l’invasione aviotrasportata tedesca di Creta; le divergenze in seno all’Ammiragliato londinese dopo le prime, confuse notizie sui micidiali V-1 e V-2, le armi segrete di Hitler; l’inafferrabile e apparentemente impenetrabile rete terroristica che fa capo ad al-Qaeda nell’inedito scenario di ’guerra totale’ inaugurato dall’attentato contro le Torri Gemelle. Dopo aver ricostruito minuziosamente l’operato, le tecniche, gli obiettivi e gli alterni risultati dell’intelligence nei vari contesti, l’autore dimostra come la conoscenza preventiva, per quanto completa e affidabile, non sia sufficiente per prevalere in un conflitto se non è supportata da un’adeguata forza militare e da una ferrea volontà di combattere. E poiché, secondo Keegan, “la guerra non è un’attività intellettuale, ma qualcosa di brutalmente fisico”, che ha a che fare più con il sangue che con il cervello, anche le più sofisticate e moderne tecniche di spionaggio sono destinate a rimanere solo una delle armi nelle mani del soldato, e – da sole – non potranno mai deciderne la sorte.

Dentro il vaticano

Dentro il vaticano

Storia segreta del pontificato di Giovanni Montini, Albino Luciani e Karol Wojtyla

Autore/i: Morgan-Witts Max; Thomas Gordon

Editore: Tullio Pironti Editore

nota degli autori, traduzione di Carmen Micillo.

pp. 600, Napoli

Dentro il Vaticano mette a fuoco in maniera netta e distinta le personalità dei papi Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II; i loro atteggiamenti di fronte ai maggiori fatti di attualità, alle pressioni e alle influenze cui sono sottoposti; la potente gerarchia mondiale cui fanno capo e tutte le sue macchinazioni religiose, politiche, diplomatiche e finanziarie. Nel generare una immediatezza e una tensione così avvincenti, DENTRO IL VATICANO segna un trionfo nel campo della ricerca e delle rivelazioni, conduce il lettore al di là delle notizie quotidiane e sarà letto con avidità da cattolici e non-cattolici in un’epoca in cui il papato continua a trovarsi in una crisi d’autorità e di controllo mentre, nello stesso tempo, è chiamato a svolgere un ruolo sempre più cruciale nel tentativo di risolvere i problemi dell’umanità.

Gordon Thomas e Max Morgan-Witts sono tra i migliori giornalisti investigativi del mondo. Da quattro dei nove libri scritti in collaborazione sono stati tratti dei film.

I Cinque Tibetani

I Cinque Tibetani

Per realizzare l’Intelligenza del Cuore

Autore/i: Magyarosy Maruscha

Editore: Edizioni Mediterranee

introduzione dell’autrice, traduzione di Renato Aprea, illustrazioni di Beate Willich.

pp. 152, 20 disegni e 22 foto, Roma

Dove se non nel nostro cuore è celato il paradiso che un tempo abbiamo perduto, dove se non dentro di noi è incarnato il Cielo dal quale ci siamo allontanati? “Normalmente” però il cuore è separato dalla nostra capacità di sentire, la coscienza è staccata dal corpo e l’uomo contemporaneo, guidato dalla razionalità, appare scisso, perennemente all’inseguimento dell’inutile apparenza. In una simile condizione, che lascia intravedere solamente orizzonti di autodistruzione, urge la riscoperta della natura della nostra essenza smarrita, è sempre più indispensabile una maggiore consapevolezza del nostro corpo e del nostro spirito. I Cinque Tibetani, già ampiamente conosciuti anche in Italia, e altri metodi esposti dall’Autrice in questo delizioso manuale d’esercizi fisici e meditazioni, possono essere alcune delle molte strade praticabili per far evolvere la nostra coscienza, per avvicinarci nuovamente al “paradiso perduto” in cui ci trovavamo, per riconciliarci con la nostra essenza più profonda e con i nostri simili e vivere in armonia e benessere. Il lettore potrà conoscere l’esperienza dell’Autrice e dei partecipanti ai suoi seminari sui Cinque Tibetani, sperimentare e approfondire la pratica dei Cinque Riti trasmessi all’Occidente dal colonnello Bradford integrandola con nuove, leggere e facili tecniche di respirazione e rilassamento, conoscere il Sesto Rito, inerente alla sfera sessuale, che completa gli altri esercizi. Con questo libro la Fonte della Giovinezza sarà sempre più alla portata di tutti!

Maruscha Magyarosy, insegnante di yoga, scrittrice e traduttrice, tiene corsi di formazione per abilitare all’insegnamento dei Cinque Tibetani. La sua ventennale esperienza come terapeuta, accumulata in Europa, Asia e America, la indirizza oggi verso un programma di addestramento del corpo, della respirazione e della coscienza, particolarmente adatto all’uomo moderno. Con le Edizioni Mediterranee ha già pubblicato “I cinque tibetani e il Sì che guarisce”.