Libri dalla categoria CIA
La Santa Mafia – L’Opus Dei in Azione
Titolo originale: Sainte Maffia: Le Dossier de l’Opus Dei
Autore/i: Le Vaillant Yvon
Editore: Sugar Editore
traduzione di Alda Traversi e Luigi Guidi.
pp. 400, Milano
L’Opus Dei, fondata a Madrid da Escrivá de Balaguer nel 1928, è sorta ufficialmente come un’associazione di perfezionamento di studi evangelici. Ma buona parte di questa patina di innocenza è svanita il giorno in cui, sulle pagine di politica estera di tutti i giornali del mondo, è apparsa la notizia che il nuovo governo spagnolo era, quasi completamente, nelle mani dell’Opus Dei. E un dirigente dell’Opus, meno prudente e discreto di quanto non siano abitualmente, ne rivelava l’obiettivo finale: la conquista del potere in tutti i paesi dell’Europa Occidentale.
Dov’è nata l’Opus Dei? Come si è sviluppata? Quali sono i suoi metodi? I suoi finanziamenti più o meno segreti? Yvon Le Vaillant, reporter al «Nouvel Observateur», ha condotto un vero lavoro da detective. Superando la legge del silenzio, le continue pressioni, ci ha fornito una stupefacente inchiesta che svela gli ingranaggi di questa vasta, potente santa società, decisa a tutti i costi a salvare le nostre anime.
Se Solo Potessero Parlare
Titolo originale: If Only They Could Speak
Autore/i: Dodman Nicholas H.
Editore: Longanesi & C.
introduzione dell’autore, traduzione di Donatella Cerutti Pini, consulenza di Elena Garoni.
pp. 304, illustrazioni b/n, Milano
«Sviluppare un rapporto intimo e affettuoso con un animale domestico non è una forma di debolezza.
È vero invece il contrario: è indice di lealtà, interessamento per gli altri e forza di carattere.
Chi ha scelto consapevolmente di prendere con se un amico a quattro zampe è una persona migliore di chi non ama gli animali.
Con ogni probabilità sa trattare gli esseri umani con maggiore dignità e rispetto e non affronta i problemi con metodi aggressivi.»
Se solo potessero parlare, che cosa ci direbbero i nostri cari amici animali? Spesso chi ha un animale domestico è convinto che sia sufficiente nutrirlo e ricoprirlo di attenzioni perché ricambi, felice e grato, il nostro amore. A volte, però, le cose vanno diversamente. Così, senza che riusciamo a capirne il perché, un legame di profonda intesa, fonte di indescrivibile affetto, può diventare difficile o addirittura, come in alcune delle testimonianze qui riportate, trasformarsi in un incubo. Se è vero, come sostiene un agguerrito gruppo di scettici, che gli animali sono incapaci di pensare e tantomeno di provare emozioni, come si spiega il comportamento di Honey, una Burmese che reagisce con vere e proprie crisi di gelosia al nuovo legame affettivo della sua padrona con un uomo? O che dire di Belle, una femmina di Pastore Tedesco che salva più volte la proprietaria dal coma diabetico, eppure è terrorizzata dalle figure maschili?
Nicholas H. Dodman, pioniere dello studio comportamentale in ambito veterinario, forte di una pluriennale esperienza sul campo, ha il coraggio di dire: sì, gli animali sono capaci di sentimenti e spesso sanno comunicare (a modo loro, ovviamente) con noi umani. Grazie a tale convinzione, unita a un profondo buonsenso e a una non comune capacità di entrare nella mente di cani e gatti, riesce a chiarire la ragione di comportamenti bizzarri o addirittura aberranti, e soprattutto a proporre terapie in grado di restituire, ai nostri amici e quindi a noi, il benessere e la serenità, ritrovando la gioia che un rapporto sano è in grado di dare all’animale e al padrone. E se da un lato i progressi in campo farmacologico si rivelano a volte decisivi nella soluzione dei casi in questione (fino a pochi anni fa l’unica alternativa a un comportamento aggressivo o pericoloso era la soppressione), nella maggior parte dei programmi di modifica comportamentale è il padrone stesso a svolgere un ruolo chiave, indispensabile affinché il suo piccolo amico riesca a «cambiare atteggiamento». Per chi non può ascoltare i consigli del dottor Dodman direttamente dalla sua voce, le storie di vita vissuta raccontate in queste pagine rappresentano un campionario di esperienze straordinarie, capaci di commuovere o di farci ridere fino alle lacrime, in cui saggezza e umanità si uniscono all’ormai assodato talento narrativo dell’autore, fornendo soluzioni pratiche utilissime a chiunque abbia a cuore la salute fisica ed emotiva del proprio animale domestico.
Nicholas h. Dodman è docente di farmacologia comportamentale presso la Scuola di veterinaria della Tufts University (una delle più prestigiose degli Stati Uniti), di cui dirige anche la Clinica comportamentale. È considerato uno dei massimi esperti internazionali sia nella ricerca sul comportamento degli animali domestici sia nell’esercizio in ambito veterinario della psicologia animale e ha scritto su questi argomenti numerosi libri, tra cui Il cane che amava troppo e Il gatto che chiedeva aiuto (apparsi in questa stessa collana), che hanno riscosso un notevole successo di pubblico.
Requiem per un Cane
Titolo originale: Fiorello, réquiem para un perro
Autore/i: Coccioli Carlo
Editore: Rusconi
traduzione libera dallo spagnolo e rifacimento dell’autore.
pp. 128, Milano
«Son convinto, e non smetterò d’esserlo, che poche purezze in questo mondo, senza saperlo anelante all’innocenza, eguagliano quella che si scorge nei mansueti e soavi occhi d’un animale» scrive Carlo Coccioli nelle prime righe di questo libro semplice e meraviglioso ispirato dalla morte del suo vecchio cane, Fiorello, e che si tramuta, di pagina in pagina, in diario dei sentimenti, meditazione religiosa, autoanalisi, ricerca del cammino, tra la Toscana amata-odiata, il grigiore di una stanza a Montmartre e il «sole divorante» del Messico.
In una versione assai diversa dalla presente, Requiem per un cane fu pubblicato originariamente a Città del Messico nel maggio del 1973. Si è affermato che Coccioli lo aveva scritto dietro consiglio del suo psicanalista. E infatti soltanto dopo la pubblicazione di queste pagine dolenti e profonde l’autore de Il cielo e la terra, di Fabrizio Lupo, di Manuel il Messicano, di Davide, e di altri impegnatissimi libri, riprendeva certo gusto alla vita con l’aiuto di un altro cane, Fiorino, cui più tardi, forse per evitare il pericolo dell’esclusività in amore, si è aggiunto Oliver. Ma, pur senza sottovalutare l’eroe o meglio l’antieroe in sé, ossia il cane morto, il lettore è spinto a domandarsi se questo di Coccioli sia un libro su un cane o su un’«altra cosa»: forse la stessa cosa che, al di la delle contraddizioni apparenti, si ritrova nella totalità dell’opera dello scrittore toscano residente in Messico.
Poche settimane erano trascorse dalla sua pubblicazione, e già il libro di Fiorello veniva letto in tutta l’America Latina. In un articolo del suo corrispondente a Buenos Aires, l’influente rivista «Visión», definendo Coccioli «uno dei dieci grandi romanzieri del nostro tempo», affermava che la storia del vecchio cane che muore cieco serviva all’autore «per, attraverso grazia e tenerezza, immergersi nella preoccupazione metafisica che sta alla base della sua opera: l’angoscia religiosa».
Questo è incontestabilmente un libro dalle molteplici interpretazioni. Per cominciare: poetica storia per bambini o inquietante tesi sulle avventure dell’anima? Qualunque possa essere la maniera con cui lo vedrà il lettore, è certamente un libro, come ha detto Carlo Bo a proposito di Davide, «venuto da un’altra letteratura».
Nato a Livorno nel 1920, laureatosi a Roma nel 1943, Carlo Coccioli si e specializzato in religioni orientali e in lingue e letterature camito-semitiche. Ha partecipato alia Resistenza ed è stato decorato con una medaglia d’argento al valore. Ha pubblicato il suo primo romanzo a Firenze, dove viveva, nel 1946. Si e trasferito a Parigi nel 1949, e nel 1953 in Messico, dove e il notissimo editorialista di «Siempre!», influente settimanale latinoamericano, e del giornale «Excelsior», il numero uno della grande metropoli messicana. Scrive in tre lingue.
Fra le sue opere edite in Italia: Il Giuoco (Garzanti, Milano 1950), premio Charles Veillon; Il cielo e la terra (Vallecchi, Firenze 1950; Rusconi, Milano 1977); Manuel il Messicano (Vallecchi, Firenze 1957; Rusconi, Milano 1976); L’erede di Montezuma (Vallecchi, Firenze 1964); Documento 127 (Firenze 1970), itinerario verso una conversione all’ebraismo, che ha ottenuto il premio Portico d’Ottavia 1971; Davide (Rusconi, Milano 1976), premio Selezione Campiello e premio Basilicata; Fabrizio Lupo (Rusconi, Milano 1978); Le case del lago (Rusconi, Milano 1980); La casa di Tacubaya (Editoriale Nuova, Milano 1981), finalista premio Strega; Uno e altri amori (Rusconi, 1984).
Father Fucker
Autore/i: Uchida Shungiku
Editore: Marsilio Editori
a cura di Maria Gioia Vienna.
pp. 168, Venezia
Lui è un patrigno violento, lei una ragazzina che vorrebbe solo disegnare manga.
Ma la sua naturale inclinazione verso l’arte del fumetto è destinata a rimanere incompresa, osteggiata da una famiglia dove predominano dinamiche psicologiche malate.
Shizuko, la protagonista che nel romanzo seguiamo dall’infanzia fino all’adolescenza, vive la più infelice delle esistenze: ha una madre che non la ama, un patrigno che si rende reo di abusi sessuali nei suoi confronti scippandole l’innocenza, un padre naturale del tutto assente.
In questo clima morboso, asfissiante, Shizuko veleggia sulla vita con molto dolore ma anche tanta voglia di reagire, rifugiandosi nella dimensione del sogno. E affronta prove durissime con pacato disincanto, senza autocommiserazione: la violenza sessuale, un aborto a sedici anni e infine la liberatoria fuga da casa.
Father Fucker è un romanzo autobiografico, in cui la vicenda coincide in parte con il vissuto personale dell’autrice. Nonostante le esperienze scabrose narrate in prima persona attraverso il personaggio di Shizuko, la scrittura resta tuttavia asciutta, a tratti perfino ironica, senza alcuna concessione al sentimentalismo o al pietismo. Il libro riesce così nell’intento di ritrarre uno spaccato di Giappone diverso, lontano dal benessere economico e dai rapporti sociali risolti, con un realismo di grande efficacia narrativa.
Shungiku Uchidaè nata nel 1959 e vive a Tokyo con i suoi tre figli, senza un compagno fisso. È disegnatrice e autrice di manga, scrittrice, saggista e vocalist in una band latino-americana. Father Fucker, il suo primo romanzo, è stato pubblicato in Giappone nel 1993 e nel giro di pochi mesi è arrivato alla quindicesima ristampa. Un’autobiografia che procede a immagini dure e nitide, traducendo in narrativa la tecnica del fumetto.
Civiltà del Silenzio
Un affascinante panorama delle civiltà del mistero nella più antica Europa
Autore/i: Kolosimo Peter
Editore: Gremese Editore
a cura di Alessandra Kolosimo, prefazione dell’autore, presentazione Ivar Lissner.
pp. 160, nn. ill. b/n, Roma
Una rapida panoramica sulle civiltà del mistero nella più antica Europa, sugli interrogativi e sugli enigmi che scienza e storia ci hanno tramandato irrisolti.
Dai leggendari Iperborei alla magia druidica, dagli enigmi delle Piramidi alla sfinge etrusca, da Babele a Cartagine, ad Atlantide e alla Luna: misteri inquietanti e suggestivi che fanno di questo libro una delle opere più riuscite ed intriganti di un autore di successo.
Peter Kolosimo è tuttora tra gli scrittori più letti del mondo. Autore di volumi di grandissimo successo, è stato tra i più importanti studiosi del mondo dell’archeologia misteriosa, dell’astronautica e dell’esobiologia.
Prefazione
Presentazione
Chi è Peter Kolosimo
1. Sulle sponde dell’ignoto
Amico orso
Le corna e gli dèi
La fiamma d’oro
2. L’uccello del fuoco
Segni stellari
Un museo all’aperto
Fantascienza sulla roccia
3. Le streghe e i giganti
Il mondo invisibile
I misteri del Musiné
Costellazioni preistoriche
4. I figli del Nord
I leggendari Iperborei
Signori dei mari
Enea e gli Apaches
5. I cavalieri della steppa
Le Amazzoni e la Luna
Doni dallo spazio
Un cosmonauta d’argento
6. La terra degli immortali
I Celti in Italia
Magia druidica
Divinità nelle tenebre
7. Babele, grande e dannata
Il buon Belzebù
La biblioteca sepolta
Odio sulla città
8. Gli enigmi delle piramidi
Una stella per l’Egitto
La maledizione dei faraoni
Lampade magiche
9. La favolosa Cartagine
I grattacieli di Elissa
Fenici in America
Le crociere degli antenati
10. La sfinge etrusca
I tre re di Roma
Il labirinto di Porsenna
Il popolo del mistero
11. Atlantide
Montagne nell’Oceano
Diluvio dallo spazio
La Porta del Sole
La Reincarnazione
Un’affascinante dottrina attraverso le opinioni di filosofi, religiosi, scrittori e scienziati di tutti i tempi
Autore/i: Autori vari
Editore: Longanesi & C.
prefazione e cura di Joseph Head e Sylvia L. Cranston, traduzione dall’americano di Gabriella Fiori, titolo originale: Reincarnation. An East-West Anthology, in copertina: La réponse imprévue (1933), René Magritte, Bruxelles, Musée Royal des Beaux-Arts.
pp. 416, Milano
Che i fenomeni della vita, della morte e della coscienza abbiano occupato il pensiero di uomini eccezionali – filosofi, teologi e scienziati – di tutte le epoche e di culture diversissime, è un fatto indiscusso; analogamente, è fuor di dubbio che la reincarnazione, da semplice credenza di un certo filone della civiltà orientale, è giunta a possedere i requisiti di una vera e propria dottrina. Raffinate opere letterarie, ricerche di ambito psicologico e psichiatrico, riflessioni teologiche contemplano tutte, ricorrendo a interpretazioni sempre suggestive, talora audaci, l’eventualità di esistenze precedenti e di vari «ritorni». Questo volume – ormai un «classico» dell’argomento – documenta in modo puntuale ed esaustivo un universo che domina da sempre l’immaginario collettivo. Nella prima parte esamina la presenza della reincarnazione nelle grandi religioni (cristianesimo, induismo, taoismo, buddismo) e nelle grandi civiltà (a cominciare, secondo la tradizione, dall’antico Egitto); nella seconda estende la ricerca al pensiero occidentale (greco, latino, italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, ecc.); nella terza dà la parola a scienziati e psicologi dei nostri tempi, da Huxley a Jung; nella quarta accoglie giudizi sull’immortalità espressi da grandi personalità quali Darwin o Einstein, Planck o Fromm.
Joseph Head e S. L. Cranston hanno dedicato alla materia numerosi studi e ricerche, confluiti in questa opera e ne Il libro della reincarnazione, pure apparso in Italia.
La Bhagavad Gita
Titolo originale: The Bhagavad Gita
Autore/i: Elenjimittam Anthony
Editore: U. Mursia Editore
introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Mario Bianco.
pp. 144, Milano
La Bhagavad Gita («Il canto del Signore, che sia benedetto») è un poema in diciotto canti per complessivi settecento distici inserito in quella sum-ma di conoscenze e di dottrine dell’India antica che è il Mahābhārata. Ritenuta il testo sacro più venerato dell’India, contiene – all’interno di una cornice letteraria costituita dal dialogo fra il dio Krisna e l’eroe Arjuna -numerosi insegnamenti dedotti dalla filosofia e dallo Yoga: tali insegna-menti sono una sintesi dei sei sistemi filosofici indiani (darsana) e a loro volta possono essere raccolti in precetti sulla devozione, sulla meditazione trascendentale, sulla conoscenza e simili.
Nella traduzione qui proposta, condotta sull’originale in sanscrito, il testo è stato quasi sempre accompagnato da un commento che meglio chiarisce il passo al lettore nella visione sincretistica che ne fa risaltare l’influenza sulla spiritualità occidentale, in particolare con quella interrelazione cristiana che l’autore ha inteso mettere in risalto.
Anthony Elenjimittam, allievo del Mahatma Gandhi e padre domenicano, ha fondato nel 1957 la Welfare Society for Destitute Children, al fine di aiutare i bambini emarginati di Bombay; è anche il fondatore e il direttore della Casa editrice Aquinas Publications con sede sempre a Bombay. Ha pubblicato opere di argomento filosofico-religioso e, in questa stessa collana, Vita e dottrina di Buddha, Le Upanisad e La filosofia Yoga di Patanjali.
Santi Posseduti dal Demonio
Autore/i: Tosatti Marco
Editore: Edizioni Piemme
introduzione dell’autore.
pp. 160, Casale Monferrato (AL)
È notte fonda a Firenze nel convento di Santa Maria degli Angeli. Le carmelitane recitano il mattutino, quando dal buio del coro si ode un urlo agghiacciante. Suor Maddalena corre come un’ossessa verso il refettorio, afferra un coltello, ma nell’attimo in cui sta per piantarsi la lama nel petto le consorelle la fermano. Maddalena si dibatte, ha gli occhi fuori delle orbite, pronuncia frasi sconnesse, il corpo è in preda a un’incontenibile furia suicida. Questo tragico episodio fu il culmine di un’estenuante lotta con il Maligno, che santa Maddalena de’ Pazzi dovette affrontare e superare prima di giungere alle estasi liete che avrebbero consolato l’ultima parte della sua pur breve esistenza. Può un santo essere posseduto dal Demonio? Per sbalorditivo che possa sembrare, fin dalle origini della Chiesa ci sono stati santi indemoniati. E’ accaduto a grandi figure di ieri e di oggi: sant’Antonio del deserto, san Giuseppe da Copertino, sant’Alfonso Rodriguez, santa Cristina di Stommel, Veronica Giuliani, Padre Pio da Pietrelcina. È il volto più oscuro del Nemico che si manifesta attraverso vessazioni fisiche e morali, visioni oscene e sofferenze psicologiche. Il recupero di testi dimenticati e trascurati – vite, diari, lettere, racconti di confessori, dal XV secolo a oggi – ha permesso la ricostruzione di un’indagine scrupolosa, che getta una luce nuova su fenomeni ancor oggi sconcertanti e in larga parte sconosciuti.
Diario di una Schizofrenica
Titolo originale: Journal d’une Schizophrène
Autore/i: Sechehaye Marguerite A.
Editore: Giunti
presentazione di Cesare L. Musatti, introduzione dell’autrice, traduzione di Cecilia Bellingardi.
pp. 154, Firenze
Un classico della psicoanalisi. Il caso clinico più perturbante e commovente dell’ultimo secolo.
«Un’opera poetica», così ha definito questo libro Cesare L. Musatti, «suscettibile di risvegliare elementi nascosti che sono in ognuno di noi».
Diario di una schizofrenica riferisce l’esperienza vissuta dal malato e mostra tutto ciò che si mascherava dietro le manifestazioni e i sintomi della schizofrenia. Questo libro costituisce un duplice documento.
Un documento scientifico giacché è la descrizione del decorso e della cura di una grave malattia mentale: l’apparizione progressiva dei successivi sintomi, le fasi di parziale remissione, le tappe della faticosa normalizzazione, raggiunta attraverso un procedimento psicoterapeutico originale di grande importanza sia teorica che pratica.
Ma anche un documento umano: la descrizione della malattia è infatti opera dell’ammalata stessa, Renée, che la racconta come una propria drammatica vicenda spirituale. Si scopre così una vita sentimentale che le apparenze erano ben lontane dal far supporre e che è estremamente ricca d’insegnamenti.
L’Amore di uno Sciocco
Titolo originale: Chijin no ai
Autore/i: Tanizaki Junichiro
Editore: Bompiani
prefazione di Alberto Moravia, traduzione dal giapponese di Carlo De Dominicis.
pp. 268, Milano
La tardiva scoperta in Italia, negli anni ’60, di Junichiro Tanizaki, il più grande scrittore giapponese contemporaneo, affannò la critica nella ricerca degli accostamenti più vari: si asserirono giovanili ascendenze a Baudelaire, Flaubert, Poe e Wilde; per identificare la cifra della sua narrativa si spesero i nomi di Proust e Sade: riguardo all’Amore di uno sciocco in particolare, si evocarono le Relazioni pericolose di Laclos, si pretese una dipendenza da Schiavo d’amore di Somerset Maugham, si suggerirono confronti con Lolita di Nabokov, La noia di Moravia, Senilità di Svevo… Insomma, un bisogno di filtri e riferimenti che testimoniava il disorientato stupore di fronte a un’opera in cui trova espressione suprema e terminale quel mondo letterario giapponese che Henry Miller confessava straordinariamente singolare, seducente e spesso allucinante.
Oggi superato col tempo quel primo sconcerto, l’universo spirituale di Tanizaki appare incomparabile fuori della sua propria tradizione, e indecifrabile se non ci si cala nelle sue ragioni e pulsioni interiori.
Primo grande romanzo dello scrittore (1924), L’amore di uno sciocco e l’audace resoconto di una crudele passione, e al tempo stesso lo specchio e il paradigma di una società in transizione.
Accecato dalla precoce bellezza di Naomi, una piccola cameriera, quasi una bambina, lo “sciocco” Joji la conduce a vivere con sé e progetta di darle un’educazione. Ma Naomi, irretita dal modello occidentale della femminilità, si trasforma via via in una donna capricciosa, cinica e volgare, e precipita in un erotismo senza inibizioni. L’amore dei due giovani, travagliato da questa metamorfosi, si adegua e sopravvive perfidamente tra sotterfugi, gelosie, tradimenti. Nella figura di Naomi si incarna il dramma storico del Giappone, la sua occidentalizzazione; sottinteso in tutta la narrativa di Tanizaki, questo dramma viene qui allo scoperto. “La grande originalità di questo raro romanzo – osserva Moravia nella prefazione – consiste nel fatto che riesce a fondere l’elemento puramente storico e culturale dell’occidentalizzazione con quello tutto privato e psicologico della volubilità femminile. Si immagini una Manon Lescaut corrotta non già dalle occasioni de sensi ma dall’adozione indiscriminata di usi e costumi di una nazione remota e straniera, e si avrà il personaggio di Naomi, immorale perché occidentalizzata e occidentalizzata perchè immorale.” Una Manon Lescaut giapponese cui Tanizaki riconosce l’”innocenza tutta moderna che nasce da cause storico-sociali”, l’innocenza di chi “non ha colpa perché non può fare a meno di essere ’attuale’”.
Junichiro Tanizaki nasce a Tokyo nel 1886. Dopo un’infanzia tranquilla, un tracollo finanziario dei suoi lo obbliga a guadagnarsi da vivere come insegnante privato. Iscrittosi alla Facoltà di Lettere dell’Università di Tokyo, interrompe gli studi per assecondare una precoce vocazione narrativa. I racconti Il tatuaggio e Himitsu gli guadagnano i primi riconoscimenti della critica. Agli anni giovanili, dominati da una vena sadica e sensuale, segue un periodo di “vagabondaggio” sia fisico che morale, contrappuntato da un matrimonio non felice e dalla sofferta perdita della madre. Dopo il grande terremoto del Kantō, nel 1923 si trasferisce nel Kansai (zona di Kyōto-Ōsaka-Kōbe), che diviene la sua residenza d’elezione. Da allora e fino al 1950 – durante il cosiddetto “periodo classico” – tutte le sue opere si caratterizzano per uno specifico riferimento al passato; L’amore di uno sciocco è il romanzo che segna lo stacco dalla fase precedente. Del 1928 sono Manji e Gli insetti preferiscono le ortiche; del 1931 Racconto di un cieco e Vita segreta del signore di Bushū; del 1932 I canneti; del 1933 La storia di Shunkin e il saggio che qui presentiamo, da molti considerato il suo capolavoro; del 1936 La gatta; del 1935-38 la versione moderna del Genji monogatari. Nel 1943 la censura blocca la pubblicazione a puntate di quello che sarà il suo romanzo più lungo, Neve sottile (1948), a cui segue La madre del generale Shigemoto (1950). Dopo alcuni anni di silenzio appare nel 1956 La chiave, un romanzo che fa scandalo e gli dà fama mondiale, quindi Il ponte dei sogni (1959), Diario di un vecchio pazzo (1962) e La primavera dei miei 79 anni, pubblicato postumo nell’anno della morte, il 1965. L’Opera omnia in 28 volumi vede la luce l’anno successivo. Negli Anni Sessanta Bompiani ha pubblicato in Italia i suoi romanzi e racconti più importanti, sta preparando l’edizione dell’Elogio dell’ombra.
Pakistan, il Santuario di Al-Qaida • Gli 007 di Islamabad fra Traffici Nucleari e Terrore Islamico
Autore/i: Micalessin Gian
Editore: Boroli Editore
prima edizione, prefazione di Nicolò Pollari.
pp. 192, 1 cartina b/n, Milano
Pakistan, il santuario di al-Qaida è la dettagliata ricostruzione di una storia mai scritta, la cronaca di una spregiudicata operazione di spionaggio e disinformazione durata trentacinque anni. Un’operazione scattata a metà degli anni Settanta che consente ai servizi segreti pakistani di sottrarre all’Occidente i segreti e le tecnologie nucleari pur spacciandosi per alleato nella guerra ai sovietici in Afghanistan. Un’operazione che riprende dopo l’11 settembre 2001 e permette ad apparati e servizi segreti deviati di appoggiare Osama bin Laden e il terrorismo islamico mentre il presidente Pervez Musharraf si ripropone come alleato e incassa dall’America finanziamenti per 15 miliardi di dollari. Nulla di nuovo. Negli anni Ottanta i soldi e le armi distribuite ai mujaheddin dai servizi segreti militari pakistani dell’ISI (Inter Services Intelligence) per conto di Washington alimentano anche le compagini del nascente terrorismo islamico. Le basi sorte grazie ai soldi americani diventano dieci anni dopo la culla di quei talebani che l’Isi accompagna a conquistare Kabul. E nei campi dell’Afghanistan i consiglieri militari pakistani addestrano fino al 2001 le nuove reclute di Osama bin Laden, i terroristi dell’11 settembre e quelli che colpiscono nel nome dell’indipendenza del Kashmir. Dall’Afghanistan scende intanto un fiume di droga.
Il Mare delle Lenticchie
Titolo originale: El Mar de las Lentejas
Autore/i: Benítez Rojo Antonio
Editore: Ilisso Edizioni
prima edizione, traduzione dallo spagnolo e postfazione Stefano Tedeschi.
pp. 216, Nuoro
In bilico tra realtà storica e immaginazione poetica, un romanzo che rievoca i tempi della Conquista. Un agonizzante Filippo II prega nel suo letto di morte, accompagnato dagli spettri della Controriforma. A bordo di una nave spagnola diretta ai Caraibi, nel secondo viaggio di Colombo, un soldato attraversa mille peripezie tra gli indios di una terra ricca e accogliente. In mezzo a tanta umanità, la crudeltà dei conquistatori, ossessionati come il loro sovrano, dall’idea di Dio e dell’oro. I Caraibi sono qualcosa di più di un arcipelago, sono un mondo che non ha né principio né fine, dove il commercio, il sesso e le culture si fondono insieme. Una metafora sull’uomo moderno, che ancora oggi continua la sua navigazione alla ricerca di se stesso.
Antonio Benítez Rojo (Cuba, 1931) ha ottenuto nel ’67 il premio Casa de las Américas per l’opera Tute de Reyes, e nel ’91 una nomination del New York Times Book Review per El mar de las lentejas. Autore di saggi e romanzi sull’universo caraibico, è stato tradotto in 9 lingue.
Le Cipolle di Marta – (Profili Evangelici)
Autore/i: Maggi Alberto
Editore: Cittadella Editrice
presentazione di Adriana Zarri.
pp. 168, Assisi
“La fede è un dono di Dio” è la formula preferita dalle persone che non hanno fede.
Infatti, se la fede è un dono di Dio, è dal Signore che dipende la quantità e la qualità di fede degli uomini. Se uno ha fede, non è lui il responsabile, ma Dio stesso che non gli ha fatto quel dono.
Un dono normalmente più compatito che invidiato in chi ce l’ha, giacchè molti ritengono che avere fede significhi dover accettare rassegnati i capricci della volontà divina o dei suoi sedicenti portavoce. Per questo si sente frequentemente l’espressione “Beato te che hai (tanta) fede!”, che tradotto significa “Io me la cavo meglio senza”. Le incertezze e i dubbi della fede sono l’oggetto di questo libro nel quale sono presentati i personaggi evangelici, da Elisabetta e Zaccaria a Maria di Magdala e Tommaso, accomunati dalla difficoltà di credere nel Dio di Gesù.
(Dalla presentazione di Adriana Zarri.).
Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche «Marianum» e «Gregoriana» (Roma) e all’«École Biblique et Archéologique française» di Gerusalemme. Direttore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» a Montefano (Mc), cura la divulgazione, a livello popolare, della ricerca scientifica nel settore biblico.
Non di Solo Amore – Autocritica di un’Educatrice Antiautoritaria
Autore/i: Contini Caterina
Editore: Longanesi & C.
seconda edizione, introduzione dell’autrice.
pp. 264, Milano
Questo libro parte dalla constatazione di un fallimento, quello dell’ideologia antiautoritaria che stava al centro del ’68. Essa e duplicemente criticabile: perchè ignora la natura del rapporto genitori/figli (che non e un rapporto politico e non si lascia esprimere in termini di democrazia ed eguaglianza) e perchè ha dato nei fatti risultati opposti a quelli attesi. Da un lato i figli dell’educazione democratica, anziché procedere più spediti sulle vie dell’emancipazione, si attardano sempre più nella dipendenza tra le mura domestiche, avanzando sempre maggiori diritti senza accettare contropartite in doveri. Dall’altro si manifesta un disagio crescente, dove – secondo quella stessa ideologia — le colpe stanno sempre dalla parte dei genitori e i figli vengono sempre assolti: in ogni caso, qualunque cosa facciano, essi sono sempre «vittime» della famiglia o della società.
Questo libro e stato scritto per smontare i teoremi «democratici» e per aiutare i genitori a liberarsi dal senso di colpa. Le loro «colpe», semmai, consistono nell’aver troppo creduto a quella ideologia e nell’essersi lasciati trascinare da un amore «irresponsabile», incapace di assumersi l’autorità e la struttura verticale del rapporto. Per crescere e giungere a un’emancipazione reale, e necessario un conflitto tra le generazioni; deve per forza accadere – anche con sofferenza – uno «strappo» che consenta alia fine di recidere quel rapporto. In nome di uno strumento del tutto inadeguato quale e il dialogo, non ci si può nascondere ne questa sofferenza ne quelle sofferenze aggiuntive che dipendono dalle mutazioni sociali degli ultimi anni (divorzi, nuove famiglie, isolamento della famiglia nel tessuto urbano, single, lavoro della donna ecc.).
Questo libro propone il ripensamento del rapporto genitori/figli secondo un concetto tutto attuale di razionalità che significa, anzitutto, comprensione adeguata della realtà (di un rapporto strutturalmente diseguale tra diritti e doveri, di una reciprocità tra dare e avere) e inoltre controllo dell’emotività o amore «responsabile»: poiché come non si vive di solo pane, cosi non si procede di solo amore.
Caterina Contini e il nom de plume di un’insegnante universitaria che, avendo vissuto una precisa e complessa esperienza, ha – per cosi dire – acquistato i suoi strumenti «sul campo». E li mette a disposizione di altri genitori per spiegare strutture e manifestazioni delle forme di disagio, per aiutare a prevenirle, per concorrere a scioglierle mediante comportamenti corretti e razionali.
Il Valore delle Donne – Come Esprimere il Proprio Potenziale di Donna e Realizzarsi Pienamente
Titolo originale: Empowering Women
Autore/i: Hay Louise L.
Editore: Armenia Editore
introduzione dell’autrice, traduzione di Valeria Galassi.
pp. 160, Milano
La condizione delle donne ha subito radicali cambiamenti e, secondo Louise Hay, è venuto il momento giudica che le donne, ormai completamente emancipate, svolgano un ruolo da protagoniste.
In questo saggio l’autrice offre un’analisi penetrante dell’universo femminile con il suo stile inconfondibile, diretto e appassionato, e guida le donne alla scoperta del loro valore, perché, grazie all’amore per se stesse, sviluppino una maggiore autostima.
La Hay stimola le donne ad assumere un ruolo più attivo per affermare pienamente se stesse, convincendole che un loro maggiore impegno porterà a una trasformazione positiva della società e a un più attento interesse nei confronti dei valori dello spirito.
Karma – Il Percorso per Creare il Tuo Destino
Titolo originale: Karma. A Yogi’s Guide to Creating Your Destiny
Autore/i: Sadhguru
Editore: Edizioni Corbaccio
traduzione dall’americano di Paolo Brovelli.
pp. 256, Milano
«Karma significa semplicemente azione: la tua azione, la tua responsabilità.»
Che cos’è il karma? Per molti è una sorta di bilancio fra buone e cattive azioni, fra virtù e vizi. Un meccanismo che non ci consente di sfuggire alle conseguenze delle nostre azioni. Ma in realtà il karma non ha nulla a che fare con ricompense o punizioni. Karma significa semplicemente azione: la tua azione, la tua responsabilità. Non è un sistema esterno di colpa/punizione, bensì un ciclo interno generato da te. L’accumulo di karma è determinato solo dalla tua intenzione e dal modo in cui reagisci a ciò che ti accade. Col tempo è possibile che tu rimanga intrappolato nei tuoi stessi modelli di comportamento inconsapevole: in Karma, Sadhguru cerca di «rimetterti al posto di guida» trasformandoti da passeggero terrorizzato a guidatore fiducioso del tuo destino. Vivendo con consapevolezza e abitando pienamente ogni momento puoi liberarti dal meccanismo ripetitivo. Karma è un libro di esplorazione e un manuale che riconduce la nostra comprensione del karma all’originale potenziale di libertà e accrescimento, invece che fonte di legame. Grazie agli insegnamenti di Sadhguru, imparerai come vivere in modo intelligente e gioioso tra le sfide del mondo.
Sadhguru è uno yogi, un mistico e il fondatore della Fondazione Isha, un’organizzazione di volontari impegnata in progetti umanitari e ambientali su larga scala. Ha fondato l’Isha Yoga Center a Coimbatore, in India, e l’Isha Institute of Inner Sciences sull’altopiano del Cumberland, Tennessee. È intervenuto al World Economic Forum, alle Nazioni Unite, alle università di Stanford, Columbia, Harvard, Wharton, e in molte altre sedi istituzionali. Tiene seminari in tutto il mondo, Italia compresa, e ha un canale youtube per i suoi lettori italiani. Oltre a Karma, Corbaccio ha pubblicato con successo La gioia è alla portata di tutti.
L’Anello di Becker – Romanzo
Titolo originale: Becker’s Ring
Autore/i: Cohen Steven Martin
Editore: Edizioni Frassinelli
traduzione di Maria Teresa Marenco.
pp. 426, Milano
«Un romanzo di innesti, incastri e pura follia.» (Kirkus Reviews)
Una New York cinica e violenta si sveglia una mattina con una raccapricciante sorpresa: da un lampione di una via centrale penzola un uomo, ancora vivo, ma bizzarramente mutilato… Subito si avventano sul boccone gli avvoltoi della TV e gli sciacalli del sottobosco dello spettacolo, nella fattispecie un agente che accalappia il malcapitato facendolo diventare un fenomeno da baraccone, star dell’etere e dei gadget, osannato dalle folle. Questo lo scenario aberrante, fotografato con humour nero e ghigno beffardo, in cui prende avvio un originalissimo noir high-tech dove uno psicopatico autonominatosi «chimico sociale» non solo sequestra assassini appena rilasciati e in libertà vigilata, ma li trasforma in cavie per un suo esperimento, ispirandosi a un ardito innesto botanico. Mentre la produzione di sculture umane prosegue indisturbata, il tenente Brent Kramer, del Dipartimento di polizia di New York, raduna un’eterogenea squadra di «specialisti» da sguinzagliare sulle tracce del mostro, tra cui uno stravagante chimico, impegnato a inseguire sia il colpevole sia la propria avvenente collega, esperta d’informatica, e un illustre botanico, esemplare di «scienziato pazzo», non si sa quanto innocuo. Guidando il lettore con mano sicura e con accuratissime descrizioni nei meandri della casa degli orrori – inclusa la sala operatoria e i sofisticati marchingegni che supportano il «sogno di vendetta» del diabolico «giustiziere» -, l’autore dà vita a un ipermoderno incubo metropolitano in bilico tra horror e grottesco, che strizza l’occhio a Velluto blu di David Lynch e al Quentin Tarantino di Pulp fiction.
Steven Martin Cohen è artista, scrittore, inventore, ingegnere: ha progettato di tutto, da bazooka a puzzle e giochi per bambini. Vive a New York ed è forse il primo romanziere ad avere sottoposto il caso di uno dei suoi personaggi allo psichiatra.
Compañero – Vita e Morte di Ernesto Che Guevara
Titolo originale: Compañero
Autore/i: Castañeda Jorge G.
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prologo dell’autore, traduzione di Giuseppe Bernardi e Andrea Buzzi.
pp. 510, numerose fotografie b/n f.t., Milano
Sono trascorsi più di trenta anni dalla morte di Ernesto Che Guevara nella foresta boliviana e il mito creatosi attorno alla sua figura sembra inestinguibile. Eppure molti aspetti della sua storia restano misteriosi e molti interrogativi irrisolti. I sovietici lo aiutarono o lo tradirono? E Fidel Castro sperò nel suo successo o nella sua morte? Jorge G. Castaneda, uno dei maggiori studiosi della realtà sudamericana, ricostruisce la complessa vicenda del Che in maniera più esauriente di quanto qualsiasi altro biografo abbia mai fatto. Grazie a materiali provenienti dagli archivi messicani, cubani ed ex sovietici e ad interviste esclusive con amici e parenti del Che, racconta la sua storia come un romanzo. E scrive una biografia che, fra le molte pubblicate, possiamo considerare come la definitiva.
Nato a Città del Messico, Jorge G. Castañeda si è formato nelle università di Princeton e di Parigi. Dal 1978 insegna scienze politiche alla National Autonomous University of Mexico. Collabora a numerose riviste americane e negli Stati Uniti ha pubblicato Utopia Unarmed (1993) e, insieme a Robert A. Pastor, Limits to Friendship (1988).
Le Metamorfosi o l’Asino d’Oro
Autore/i: Apuleio
Editore: Rizzoli
testo latino a fronte, introduzione e cura di Lara Nicolini.
pp. 784, Milano
Un esperimento di magia finito male, un giovane imprudente trasformato in asino, una sequenza di traversie (e di racconti), fino al provvidenziale intervento di una dea: Iside. Ma cosa sono davvero le Metamorfosi? Solo un racconto divertente o un percorso iniziatico? Il lettore sarà tentato di scoprire indizi di un senso più profondo in una novella diventata famosa nella letteratura europea, la favola di Amore e Psiche, che rispecchia emblematicamente la trama principale in cui è contenuta. La presente edizione, arricchita da un denso e illuminante saggio di interpretazione, offre una traduzione improntata a esattezza filologica che, senza voler inseguire lo stile funambolico di Apuleio, riesce a non oscurarne i virtuosismi e fa cogliere la fantasiosa brillantezza di uno dei più irresistibili scrittori della letteratura latina.
Lucio Apuleio (Madaura 125 ca. – Cartagine 170 ca.) trascorse la sua vita tra Cartagine, Atene e Roma. Le metamorfosi è l’unico romanzo della letteratura latina che ci sia giunto per intero.
Cròniche Epafániche
Autore/i: Guccini Francesco
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
pp. 238, Milano
«La ballata più lunga e appassionata di Francesco Guccini.» Così nel 1989 Stefano Benni salutava l’uscita di queste Cròniche epafániche: una vera e propria rivelazione, l’atto di nascita di un talentuoso scrittore fino allora conosciuto solo come insuperabile cantautore. Romanzo se non proprio autobiografico, certo di forte ispirazione autobiografica, le Cròniche riescono a restituire, nel fluire degli aneddoti e delle storie, nella lingua intessuta di termini dialettali e di colore, tutto il sapore di una mitologia di luoghi e affetti personale e familiare, senza retorica ma con toni che sanno alternare la commozione all’ironia, la rievocazione di episodi storici e la fantasia. Il racconto di un’infanzia e una giovinezza maturate in un paesaggio di mezza montagna tra Emilia e Toscana, dagli anni Quaranta in poi, veste così gli abiti dell’epica e della poesia, della cronaca picaresca e del puro divertimento, in quelle che un grande conterraneo di Guccini come Roberto Roversi ha definito «pagine da leggere, da vedere, da immaginare, da ascoltare».
Francesco Guccini, Modena 1940. È il cantautore mito di tante generazioni e uno degli scrittori più originali della scena letteraria italiana.