Libri dalla categoria Sindonologia
Conoscere il Cioccolato
Autore/i: Padovani Clara; Padovani Gigi
Editore: Ponte alle Grazie
premessa degli autori.
pp. 320, illustrazioni b/n, Milano
Nonostante negli ultimi anni il cioccolato sia stato tanto celebrato e i banchi dei supermercati trabocchino di tavolette, pochi possono dire di conoscerlo veramente. Noto per le sue virtù, ma anche con l’immeritata fama di non essere «dietetically correct», il «cibo degli dèi» sta conoscendo una diffusione sempre più differenziata, alla quale fa eco la proliferazione di pubblicazioni di ogni tipo. Davvero il cioccolato svizzero è il migliore? Qual è la tavoletta che fa ingrassare di più? Quali sono i più curiosi piatti al cacao? Quanti sanno che l’85 per cento del cioccolato è prodotto con la varietà botanica di cacao meno pregiata? Il giornalista Gigi Padovani e la moglie Clara, autrice di libri di cucina, hanno condensato dieci anni di visite e incontri nel mondo del cioccolato per realizzare un identikit completo e autorevole dell’«oro bruno»: Una lettura gustosa e al tempo stesso uno strumento di consultazione, per rendere ancora più interessante una delle più seducenti esperienze del palato. Queste pagine offrono anche la prima completa guida alla degustazione e una selezione di indirizzi golosi per mettere in pratica le conoscenze. Mangiare del cioccolato non sarà più la stessa cosa.
PREMESSA
Liquido, solido, magico
Un dialogo al buio
CAPITOLO 1
Il cacao: l’oro bruno dell’Equatore
- Una «prima donna» scoperta dallo svedese Linneo
- Cacao Crollo
- Cacao Forastero
- Cacao Trinitario
- I raccolti e le prime lavorazioni
- Alla scoperta di origini e cru
- La tavoletta «salva-foresta«e i bimbi-schiavi
CAPITOLO 2
Il cioccolato: cristalli temperati
- Come si lavora il cacao
- Le differenti lavorazioni tra industria e artigianato
- Come si fa il cioccolato
CAPITOLO 3
La storia: dai Maya al Cacao Meravigliao
- I forzieri di Montezuma
- Un’etimologia da acqua calda
- Quel Ferragosto a Guanaja di Cristoforo Colombo
- Dalla Spagna arriva alle corti europee
- La disputa sul digiuno nella chiesa
- Una figura da cioccolataio
- La supremazia anglo-svizzera
- Parole fondenti da Parini a Renzo Arbore
- Da femminile a maschile: cronologia tecnica
- Da moneta a colazione per bambini: cronologia del costume
CAPITOLO 4
Le tavolette: il poker della passione
- I quattro colori della golosità
- Non solo tavolette
- Quando l’algebra è fondente
CAPITOLO 5
Praline, creme, uova: le forme del piacere
- Uno chef al servizio del conte Plessis-Praslin
- Dei cioccolatini il catalogo è questo
- Il mattutino dei maestri pasticcieri
- Uova di Pasqua
- Non solo Nutella
- La polvere dei due vecchietti
CAPITOLO 6
La degustazione: con i cinque sensi
- Una questione di papille
- Un piacere complesso
- Le regole dell’hidalgo
- Come diventare sapienti
CAPITOLO 7
L’etichetta: la guerra dei grassi
- Trent’anni di «dolci» battaglie in Europa
- Ingredienti a sorpresa
- Leggere bene per evitare inganni
- Come custodire i «lingotti»
- Biologico e senza zucchero
CAPITOLO 8
La cucina: a tavola con Teobroma
- Come si usa il cioccolato: regole e attrezzi
- Come si usa il cioccolato: le tecniche
- Come si usa il cioccolato: abbinamenti solidi
- I trionfi della pasticceria
- Le magie degli chef
- L’arte fredda
CAPITOLO 9
I liquidi: caldi, alcolici e superalcolici
- Il caffè : meglio in tazza o nelle praline?
- Il tè : alla ricerca dell’armonia
- Grappolo o luppolo?
- I farmacisti del Barolo Chinato
- La rinascita dei vini passiti e speziati
- Armonie superalcoliche
CAPITOLO 10
Le virtù : facciamoci del bene
CAPITOLO 11
Gli acquisti: indirizzi per gli assaggi
- Le tre Italie del cioccolato
- L’accademia dei Maestri Pasticceri Italiani
- Altri indirizzi per i vostri acquisti
Indirizzi al cioccolato in Stallia e all’estero
Le manifestazioni
Le associazioni
Le scuole
I musei
Glossario: il cioccolato dalla A alla Z
Bibliografia
Nuovo Dizionario di Sessuologia – Tutto sul Sesso, Anche quel che Non Immaginate Nemmeno, con 1200 Illustrazioni • 2 Volumi
Titolo originale: Dictionnaire de Sexologie e Supplément
Autore/i: Autori vari
Editore: Longanesi & C.
prefazione di Emilio Servadio, introduzione di J.-M. Lo Duca, traduzione dal francese di Paola Brambilla, revisione di Carlo Castellani.
vol. 1 pp. XXI-680, vol. 2 pp. 681-1376, 1200 illustrazioni b/n, Milano
Nuovo Dizionario di Sessuologia • Volume primo A – K
Il termine «dizionario» non sembra in verità adatto a definire un’opera come questa, ricolma di fatti, di idee, di «materiale». Si tratta in realtà di una enciclopedia, o, se volete, di un dizionario enciclopedico. È un’opera che mancava in Italia, giacché il contenuto, l’ampiezza e il suo «piglio» non hanno veramente nulla di comparabile rispetto ad altri volumi usciti nel nostro paese, sia nell’originale, sia in traduzione: volumi alquanto scolastici, o compilati con criteri sbrigativamente e asciuttamente informativi, e sprovvisti, o assai poco provvisti, di quel materiale illustrativo che costituisce uno dei «punti di forza» del Dizionario pianificato e voluto da Lo Duca. Ma qual è questo piano? Quali possono essere, per esprimerci nel linguaggio degli eruditi, «l’oggetto e i limiti» di un ampio dizionario di sessuologia? Nella prefazione al primo volume dell’edizione francese, Lo Duca scrive che «la nostra sessuologia tratta… di tutti quei fenomeni che hanno come conseguenza abituale l’eiaculazione dei prodotti sessuali, cioè di tutto quel che, in campo anatomico, fisiologico e psichico, porta l’uomo all’orgasmo o ai suoi surrogati». Definizione, questa, abbastanza comprensiva, ma che non può rendere giustizia di tutti gli argomenti trattati nel Dizionario: non foss’altro perchè, tanto per dirne una, è una definizione che lascia in ombra quasi tutta la patologia sessuale, e non pochi aspetti, problemi, derivazioni e simboli del fenomeno sessuale anche del tutto privi di «potenziale» orgastico, o comunque ben lontani dai relativi livelli.
(dalla Prefazione di Emilio Servadio)
Nuovo Dizionario di Sessuologia • Volume secondo L – Z
Basta sfogliare anche senza ordine le pagine di questo Dizionario per rendersi conto dell’incredibile varietà delle manifestazioni a cui ha potuto o può dar luogo l’impulso sessuale nei diversi tempi e nelle differenti aree di cultura. Abbiamo detto «impulso sessuale»: ma non possiamo dimenticare che nelle formulazioni dell’eta matura Freud preferì il termine di «impulsi» o «istinti» dell’Eros, e con molta ragione. Freud aveva capito che l’Eros e una specie di istanza universale, che può dar luogo alla più ricca e varia fenomenologia. Pertanto e secondo noi fuor di dubbio che uno dei più interessanti e importanti sviluppi della sessuologia moderna sia la cosiddetta «erotologia», la quale vuole appunto studiare quanto più precisamente possibile le innumerevoli manifestazioni e interferenze degli impulsi dell’Eros rispetto alle condizioni sociali che li orientano, li facilitano, o li ostacolano. Il Dizionario definisce l’erotologia come «lo studio delle condizioni, forme e variazioni del desiderio sessuale, che partecipano sia all’automatismo dei fatti fisiologici, e sia della sconcertante mobilità dei fatti psicologici e del meccanismo della memoria». In questo senso si è manifestato e si iscrive nella sessuologia moderna quello che ben si potrebbe chiamare il «riscatto dell’Eros». Non vi è infatti alcuna ragione difendibile per cui una manifestazione erotica non debba essere considerata con comprensione e con tolleranza, purché non sia nociva alla sensibilità o alla salute altrui. Ma è chiaro che, quando parliamo di sensibilità, vogliamo indicare qualcosa che sia di per sé sano e aperto, non già distorto da inibizioni nevrotiche, o da «tabù» ancestrali, dei quali non ci si sia resi sufficientemente conto, e pertanto liberati. Ora, è proprio sugli aspetti e sui risvolti erotologici della sessuologia che vengono sollevate le proteste, le interdizioni e le censure più veementi da parte di non poche «autorità», specie religiose o politiche, prontissime ad adoperare ai loro fini persecutorii e repressivi il termine, ancor oggi assai pesante dal punto di vista semantico, di «pornografia». Eppure, la differenza che corre fra erotologia e pornografia è chiara e profonda, ed è messa assai bene in luce in molte pagine di questo Dizionario.
(dalla Prefazione di Emilio Servadio)
Il Paese dell’Oltre • Uno Sguardo nell’Aldilà – 300 Risposte Fondamentali
Autore/i: Prieur Jean
Editore: Hermes Edizioni
pp. 194, Roma
Dopo l’esperienza di Marcelle de Jouvenel che, sotto dettatura del suo scomparso figlio Roland, raccontava delle Sfere di Luce, numerosi sono stati i «messaggeri» passati attraverso la breccia aperta nel muro del materialismo. Questi testimonianze giunte fino a noi hanno rinnovato la speranza, alimentato il coraggio e hanno «riconciliato», come disse Roland, delle anime con Dio.
Tali comunicazioni dirette restano comunque ancora eccezionali e numerose sono le persone che nella disperazione in cui si trovano non ricevono alcun messaggio. «Perché agli altri e non a me?» si chiedono. Scrivono allora all’Autore di Testimoni dell’Invisibile per porgli la dolorosa domanda: «Perché la persona amata tace?…Continua a vivere?».
Jean Prieur risponde loro: «Ci sono altre manifestazioni oltre i messaggi scritti. Sicuramente avrete ricevuto dei sogni precisi, dei segni concreti, avrete sentito una presenza vicino a voi, notato strane coincidenze di date… Cercate, siate vigili e attenti!». Ed è allora che gli raccontano le loro preziose testimonianze in parte raccolte in questo meraviglioso libro.
Tra le centinaia di lettere arrivategli, l’Autore ha dovuto fare una cernita, raggrupparle per temi e, in questo florilegio, ha dato la parola anche agli scettici e a coloro che avversano l’idea di una Vita oltre la vita. Le sue risposte e i suoi commenti danno così un quadro oggettivo e ampio di quell’Aldilà che ci affascina, ci circonda e ci attende.
La Trasformazione Politica, Economica e Sociale – Opere Scelte 2
Autore/i: Che Guevara Ernesto
Editore: Baldini&Castoldi
traduzione dallo spagnolo di Savino D’Amico, Tilde Riva, Irina Bajini
pp. 704, Milano
L’Azione Armata – Opere Scelte 1
Autore/i: Che Guevara Ernesto
Editore: Baldini&Castoldi
nota all’edizione cubana, traduzione dallo spagnolo di Elena Fontani («Diario in Bolivia»)
pp. 632, Milano
Introduzione a Ruysbroeck
Titolo originale: Ruusbroec l’Admirable
Autore/i: Verdeyen Paul
Editore: Nardini Editore
unica edizione, traduzione di Michela Rial.
pp. 184, Firenze
Jan van Ruysbroeck (1293-1381), chiamato anche «il dottore ammirabile», è la più rilevante figura di mistico dei Paesi Bassi, anche oggi maestro sicuro ed affascinante per chiunque voglia percorrere le strade della vita interiore, oltre i labirinti della logica e le speculazioni teologiche. Prima cappellano a Santa Gudula, a Bruxelles, poi ritiratosi nell’eremo di Groenendael, nella foresta di Soignes, visse a lungo e serenamente, in armonioso rapporto con i confratelli, rendendo con la sua presenza l’eremo uno dei centri più vivi della spiritualità cristiana del tempo; la sua tomba fu per secoli luogo di culto e in seguito a Ruysbroeck fu attribuito il titolo di Beato. Numerose e famose già presso i contemporanei le sue opere, tra le quali L’ornamento delle nozze spirituali è considerata una delle più alte espressioni del pensiero mistico. Questa ampia «Introduzione» di Paul Verdeyen, qui tradotta per la prima volta in italiano, presenta il mistico fiammingo con attenzione tanto alla sua dimensione storica, ricostruita con un’accurata ricerca documentaria, quanto al significato del suo pensiero e delle sue opere, delle quali è presentata una scelta dei testi più significativi.
L’Obolo di Pietro • Le Finanze del Papato Moderno: 1850-1950
Titolo originale: Money and the Rise of the Modern Papacy
Autore/i: Pollard John F.
Editore: Edizioni Corbaccio
prefazione di Luigi Accattoli, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Marco Sartori.
pp. 368, Milano
«Questo libro è la storia dello sviluppo delle strutture e delle politiche finanziarie di una istituzione – il Papato – che nel 1850 era essenzialmente un piccolo Stato semifeudale e territoriale con un’autorità spirituale abbastanza vaga sopra milioni di cattolici fuori della penisola italiana, ma che nei successivi cento anni, lasciati cadere gli ultimi residui del “potere temporale”, si è trasformato in un’istituzione fortemente burocratizzata, con un raggio d’azione diplomatico sempre più globale e in grado di esercitare un controllo sempre più rigido, centralizzato e indiscusso sulla Chiesa cattolica romana nel mondo.» (Dall’Introduzione)
Dalla storia dei movimenti nazionali europei abbiamo appreso che il papato di Pio IX, dopo una breve stagione liberale, fece tutto ciò che era in suo potere per arrestare la macchina del progresso e della modernità. Si oppose all’unificazione italiana. Condannò i movimenti socialisti e rivoluzionari. Vide nella stampa, nella libertà di opinione e nel dibattito scientifico altrettante minacce alla fede religiosa e al magistero della Chiesa nel mondo. Fu quindi, letteralmente, un papato reazionario.
Questo libro non mette in discussione tali tesi e non pretende di rovesciare il giudizio che il pensiero liberale ha dato della politica della Santa Sede negli anni cruciali che vanno dai moti del 1848 alla nascita, contro la sua volontà, di due grandi Stati nazionali europei, l’Italia e la Germania. Ma adotta un’altra chiave di lettura e giunge a conclusioni inattese. La chiave di lettura è il denaro della Chiesa: come venne raccolto, amministrato, investito, utilizzato. Ma, attenzione, lo scopo di John F. Pollard non è quello di rovistare nei cassetti e negli armadi dei palazzi vaticani e lateranensi. Lo studio del denaro serve in questo caso a dimostrare quali trasformazioni la Chiesa abbia subito nel corso dell’Ottocento e soprattutto negli anni che precedono e seguono la fine del potere temporale. Aggredita dalla modernità, la Santa Sede realizza paradossalmente la propria modernizzazione. Rafforza i vincoli di disciplina che uniscono i vescovi al soglio di Pietro. Crea istituzioni che le consentono di essere presente, in modo più incisivo, nelle città, nelle campagne, nei possedimenti coloniali delle potenze europee. Favorisce la nascita di nuove congregazioni. Comprende di non potere voltare le spalle alla pubblica opinione e diventa editrice di giornali e riviste. Persino le sue decisioni più imperiose e discutibili (il Sillabo, il dogma dell’Immacolata Concezione e quello della infallibilità papale) servono a delineare con maggiore nettezza la figura del cattolico e rientrano quindi in questa prospettiva. Ma questa vasta operazione di rinnovamento richiede denaro. Privata in molti Paesi dei beni ecclesiastici (un residuo del suo passato feudale), la Chiesa deve avere un bilancio fatto di entrate e di uscite, di risorse su cui fare affidamento e di istituzioni che sappiano gestirle. La strada è lunga, costellata di errori, incidenti di percorso, crisi e compromessi, anche politici, che sono per l’appunto la materia del libro di Pollard. Ma il processo diventa tanto più comprensibile quanto più è inserito nel grande disegno spirituale e istituzionale della Chiesa di Roma in uno dei momenti più difficili della sua storia.
John F. Pollard è Fellow del Trinity Hall a Cambridge. Esperto di Storia della Chiesa, è autore di The Vatican and Italian Fascism, 1929-32 e del libro, tradotto in italiano, Il papa sconosciuto: Benedetto XV (1914-1922) e la ricerca della pace.
JFK sulle Tracce degli Assassini
Titolo originale: On the Trail of the Assassins
Autore/i: Garrison Jim
Editore: Sperling & Kupfer Editori
introduzione dell’autore, traduzione di Claudio Mussolini.
pp. XVIII-390, ill. b/n, Milano
«Per il governo e per i media più influenti il solo riconoscere quello che tutti sapevano (che contro Kennedy avevano sparato con un certo numero di armi) avrebbe messo fine alla solenne pretesa che l’uccisione del presidente fosse stato un fatto dovuto al caso. L’ammettere che c’era stato un complotto avrebbe inevitabilmente portato alla questione del perché questo fosse stato ordito. Si sarebbe dovuto confessare che c’era stata una forte opposizione da parte delle autorità federali agli sforzi del presidente Kennedy di mettere fine alla Guerra Fredda. Il suo desiderio di disimpegnarsi dal Vietnam, per esempio, sarebbe venuto alla luce. E, di conseguenza, il ruolo di coloro che ci trascinarono in seguito in quei tragici nove anni di guerra, sarebbe diventato più evidente. […]
Dopo molto tempo è possibile vedere come quell’assassinio e gli occultamenti operati dal governo e dai media rappresentarono avvenimenti decisivi per la vita degli Stati Uniti. Hanno significato la perdita dell’innocenza per gli americani del dopoguerra, l’inizio dell’era attuale di scontento e di diffidenza verso il nostro sistema e verso le nostre istituzioni più importanti.
Spero che questo libro aiuterà le generazioni più giovani a comprendere meglio le conseguenze politiche, sociali e storiche di quell’omicidio e delle successive operazioni di copertura.»
22 novembre 1963: muore assassinato a Dallas il più giovane presidente americano, John Fitzgerald Kennedy. In un paese attonito e costernato, alla ricerca di un colpevole, rapidamente si consumano l’arresto, l’omicidio e la condanna postuma di Lee Harvey Oswald, che gli organi ufficiali additano all’opinione pubblica mondiale come l’unico responsabile del delitto, il protagonista squilibrato e solitario di un casuale gesto di violenza. Ben presto, tuttavia, i troppi lati oscuri della vicenda generano in qualcuno forti dubbi, alimentando l’ipotesi di un complotto ai vertici dello stato. Questo libro, best-seller negli Stati Uniti, è l’avvincente e rigoroso resoconto dell’inchiesta di Jim Garrison – allora procuratore distrettuale di New Orleans -, di tutte le sue implicazioni e dei vari retroscena, delle prove occultate, manomesse e distrutte. Garrison era stato immediatamente investito del caso, ma in seguito le sue indagini furono insabbiate. Quando le riprese, arrivando a conclusioni sconvolgenti, si vide osteggiato apertamente dal governo e dai media più influenti, che lo attaccarono anche sul piano personale. Con il cambiamento dello scenario politico, la messa in discussione di poteri e privilegi e la perdita di credibilità e di fiducia nelle istituzioni, la tesi di Garrison è stata avvalorata diventando un documento scottante che è ormai impossibile contrastare o tacitare. Egli non punta il dito contro l’esecutore o gli esecutori materiali del crimine (è acclarato che non sparò solo Oswald), ma individua i mandanti e soprattutto il movente: John Kennedy fu ucciso dai servizi segreti in connivenza con una cospicua componente degli uomini al potere, dopo che si era creata una dura opposizione al suo tentativo di porre fine alla Guerra Fredda e di disimpegnarsi dal Vietnam – una mossa che avrebbe evitato le note e tragiche conseguenze. In una ricostruzione lucida e impietosa dei fatti, con lo stile e il vigore di una testimonianza diretta e sincera, Garrison conduce il lettore attraverso un tortuoso labirinto di menzogne alla scoperta della verità. Un racconto che convince, emoziona e fa indignare.
Jim Garrison è stato procuratore distrettuale di New Orleans dal 1962 al 1974 e come tale ufficialmente incaricato delle indagini sull’omicidio del presidente Kennedy. Autore di altri due libri di successo, attualmente ricopre la carica di giudice della Corte d’Appello, sempre a New Orleans.
L’Urbanistica in Italia nel Periodo dello Sviluppo • 1942-1980
Autore/i: Romano Marco
Editore: Marsilio Editori
quarta edizione, introduzione dell’autore, in copertina: Fabrizio Clerici, La tromba d’aria, 1965, Collezione privata.
pp. 320, ill. b/n, Venezia
Nel 1942 l’Italia si dà una nuova, «avanzata legge urbanistica». La ricostruzione e il successivo sviluppo economico sarebbero dovuti avvenire rispettando le procedure di controllo delle trasformazioni territoriali stabilite da quella legge, ma tutti sappiamo che così non è avvenuto. I piani urbanistici sono stati studiati con molto ritardo, sistematicamente influenzati nella stesura da interessi politici ed economici, sempre violati nella fase attuativa.
Occorreva imporre la convenienza di una corretta pianificazione del territorio, e gli urbanisti lo hanno tentato per decenni teorizzando che le regole della loro scienza corrispondessero al benessere collettivo, lo hanno sperimentato assumendosi in prima persona ruoli politici e amministrativi, lo hanno confermato interpretando la storia come un costante progresso dal male al bene, verso la pratica sempre più diffusa dei principi disciplinari.
Ma la vicenda storica non è così semplice. L’idea della comunità, la politica del quartiere, il risanamento dei centri storici, l’invenzione dei centri direzionali, la scala territoriale, gli standard urbanistici, la stessa lotta alla rendita, sono paradigmi connessi allo sviluppo della società capitalistica in uno stretto intreccio di funzioni di sostegno diretto alla produzione, alla riproduzione della forza lavoro, alla formazione di un’ideologia borghese, alla costruzione di utopie, alla accumulazione neocapitalistica che diventano evidenti quando si analizza il rapporto del sistema urbanistico con il sistema economico e con quello politico.
I piani regolatori, i progetti di grande scala territoriale, le nuove leggi mano a mano emanate, il dibattito culturale nei congressi dell’INU e nelle riviste offrono a questa analisi una solida base documentaria.
La storia di questi quattro decenni offre parecchie occasioni per ridimensionare la connotazione «progressiva» e «di sinistra» che l’urbanistica si è data in Italia, e consente di costruire per il futuro una proposta di programmi e tecniche di lavoro meno ideologici, più capaci di governare i problemi scaturenti oggi dall’emergere dei bisogni radicali e da una nuova domanda sociale, dall’esigenza di un rigido controllo di risorse più scarse, dalla progressiva divaricazione tra una prassi professionale troppo politicizzata ed una ricerca teorica condannata all’astrazione, dalla contraddizione tra un progetto di uso alternativo delle istituzioni e il loro strutturale ruolo conservatore: forse in questo modo davvero più avanzati.
Marco Romano è nato nel 1934 a Milano, dove vive. Architetto e urbanista, è stato segretario dell’Istituto nazionale di urbanistica; direttore della rivista «Urbanistica»; direttore del Dipartimento di urbanistica dell’Istituto universitario di architettura di Venezia, dove insegna nel corso di laurea in pianificazione territoriale. Oltre a numerosi saggi, articoli, e al presente volume, ha pubblicato nel 1983 presso le Edizioni Medicee Il linguaggio urbanistico.
In che Cosa Credono i Russi?
Autore/i: Ostellino Piero
Editore: Longanesi & C.
introduzione dell’autore.
pp. 168, Milano
Dal 1917 sino a qualche anno fa, l’Unione Sovietica è apparsa a tutti come un paese monolitico, una grande potenza militare e industriale, ispirata agli ideali della Rivoluzione d’Ottobre e fortemente condizionata dall’ideologia marxista-leninista. Da qualche tempo assistiamo però a una crisi dei valori della Rivoluzione in quanto forza propulsiva e a una rinascita della tradizione: ritorna, con il nazionalismo e il panslavismo, quell’idea di Grande Madre Russia, tanto cara alla cultura ottocentesca; si assiste al declino di Marx e Lenin quali ispiratori di idee-forza e riemergono le figure dei grandi slavofili, come Dostoevskij. Un processo inarrestabile: il mutamento di tendenza trasferisce i suoi riflessi sulla vita privata e persino su quella pubblica, si riafferma il mai sopito spirito religioso, si consolida il senso della famiglia, muta il gusto estetico. In che cosa credono i russi? Ostellino non fornisce un’unica risposta (che potrebbe forse essere: credono nella Russia), ma articola il suo discorso in una gamma di annotazioni e considerazioni, aneddoti e riflessioni, da osservatore attento e da profondo conoscitore del paese e delle sue tradizioni politiche, sociali e culturali. Ci fa conoscere i russi nel momento in cui l’Unione Sovietica sta cambiando. Questo libro ci consente di capire quali saranno le radici culturali dalle quali nasceranno i mutamenti che il mondo si aspetta ai vertici del Cremlino così come nella sua politica interna e internazionale.
Piero Ostellino, di famiglia torinese, è nato a Venezia nel 1935. Laureato in scienze politiche, editorialista e inviato speciale del Corriere della Sera, ne è stato il corrispondente da Mosca (1973-1978) e da Pechino (1979 e 1980). Ha pubblicato Vivere in Russia (1977, Premio Campione d’Italia), Intervista sul dissenso in Urss (con Roy Medvedev, 1977), Vivere in Cina (1981, Premio Estense). Nel 1980 ha vinto un Premio Saint Vincent per i suoi servizi sulla Cina.
Quando Dire No – Perché i Bambini Hanno Bisogno di Limiti
Titolo originale: Kinder Brauchen Grenzen
Autore/i: Rogge Jan-Uwe
Editore: Il Saggiatore
prefazione dell’autore, traduzione di Simona Maccari Tabiani.
pp. 238, Milano
«I limiti sono parte delle fondamenta su cui si edifica il rapporto tra genitori e figli. Individuarli e applicarli non ha nulla a che vedere con l’imposizione di divieti e punizioni. Non si tratta di far valere la propria autorità bensì di guidare, supportare, stimolare il bambino.»
Che cosa si deve fare perché l’educazione dei nostri figli non si trasformi in uno stress quotidiano? Come trovare la giusta via di mezzo tra permissività e autoritarismo? Secondo Jan-Uwe Rogge ai genitori non mancano le conoscenze pedagogiche, ma piuttosto la capacità di mettersi in contatto con i propri figli, anche attraverso lo scontro e spesso sono i bambini stessi a chiedere l’imposizione di limiti. I problemi a scuola, le lotte a tavola, le ore passate davanti alla televisione: questi e molti altri sono i temi che Rogge affronta, avvalendosi di numerosi esempi di conflitti quotidiani.
Jan-Uwe Rogge (1947), formatosi nell’ambito delle scienze sociali, ha diretto, presso l’Università di Tübingen, numerosi progetti di ricerca sulla famiglia, l’infanzia e il rapporto con i media. Svolge l’attività di consulente familiare e della comunicazione e tiene seminari di formazione per educatori. Di Rogge, Pratiche Editrice ha pubblicato Quando i bambini hanno paura (1988) e Quando dire no (1999).
Il Tacchino Termostatico – Un Etologo e i Suoi Animali
Autore/i: Alleva Enrico
Editore: Edizioni Theoria
pp. 120, Roma
Dalla voracità del toporagno alla vita intima di un pollo, dai sistemi di orientamento dei piccioni viaggiatori allo stile delle talpe per scavare gallerie: abitudini, comportamenti, storie di animali. Inutile precipitarsi alle Galápagos per diventare dei buoni etologi. È sufficente avere una famiglia disposta a convivere con dieci, o poco più, specie animali. Nell’appartamento di Enrico Alleva, infatti, per anni la lista di ospiti includeva serpenti, porcospini, rane, volpi, un ratto (spacciato per un improbabile ghiro), gufi, falchi e persino una colonia di pipistrelli semi-ibernati collocati a testa in giù nel bagno di servizio.
Si consiglia: a chi è disposto ad alzarsi all’alba per seguire le evoluzioni degli uccelli del proprio quartiere, a chi non si è mai accorto che anche i ragni cantano, a chi non sa che ET è un batterio.
Enrico Alleva (Roma 1953), dirige il reparto di Fisiopatologia comportamentale all’Istituto Superiore di Sanità. Allievo di Giuseppe Montalenti e collaboratore di Rita Levi-Montalcini, ha pubblicato in questa collana Consigli a un giovane etologo. Collabora con “Il Manifesto” e “La Stampa”.
Agopuntura – L’Antica Scienza Cinese della Salute
Autore/i: Sotte Lucio; Di Chiara Manuela
Editore: Fenice 2000
presentazione degli autori.
pp. 144, nn. fotografie e illustrazioni a colori e b/n, Milano
L’agopuntura, il cui scopo è quello di ripristinare la corretta circolazione dell’energia all’interno dell’organismo attraverso l’infissione di sottilissimi aghi in punti precisi individuati dalla diagnosi, è tra le tecniche di cura storicamente più importanti della medicina cinese e certo la più conosciuta e diffusa in Occidente.
Dal concetto di malattia come squilibrio o disarmonia generale del corpo, moderno approdo del sapere medico occidentale e punto di partenza della medicina cinese oltre duemila anni fa, si sono sviluppate però anche altre tecniche di terapia e un sistema di conoscenze complesso, continuamente arricchito nel corso dei secoli.
Ponendo al centro l’agopuntura, il volume traccia un quadro ampio e dettagliato della medicina cinese: dalle origini e dai fondamenti – la teoria dello yin e dello yang, la teoria dei “cinque movimenti” – all’anatomia e alla fisiologia energetiche, dallo studio delle cause e dei segni della malattia alle tecniche di diagnosi e di cura, alla farmacologia, al massaggio, alla ginnastica medica, alla dietetica.
Lucio Sotte vive e lavora a Civitanova Marche. È docente della Scuola Italiana di Medicina Cinese di Bologna e direttore della Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese. Insegna al Corso di Perfezionamento in Medicina Cinese della Facoltà di Medicina dell’Università di Chieti e a quello di Fitoterapia della Facoltà di Farmacia dell’Università di Siena. È inoltre professore onorario del College di Medicina Cinese di Canton, in Cina, e presidente della Società Italiana di Farmacologia Cinese e Tradizionale. È autore di vari testi di medicina cinese, tra cui un Trattato di Agopuntura, Torino 1992.
Manuela Di Chiara si interessa da anni di medicina tradizionale cinese; dal 1992 collabora alla Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese.
Gli Etruschi Mito e Realtà – Origine, Vita e Destino di un Popolo Tradizionalmente «Misterioso»
Autore/i: Staccioli Romolo A.
Editore: Newton Compton Editori
quarta edizione, prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 192, nn. tavole b/n f.t., nn. illustrazioni b/n, Roma
Sugli Etruschi si è da tempo creato un vero e proprio «mito» fondato su una «comune opinione» distorta per quanto intessuta di fantasie e preconcetti. Essa è continuamente alimentata infatti da «falsi profeti», siano essi presuntuosi pseudo-scienziati o divulgatori sprovveduti, e da «cattive novelle» di fuorvianti pubblicazioni. Di fronte ad essa stanno le conquiste della scienza, delle quali questo libro si fa interprete in opposizione al «mito» così duro a morire. E per riportare la «realtà» etrusca nel suo contesto, l’autore si affida alla ricerca storica, nell’ambito di una visione organica del mondo mediterraneo e dell’Italia prima dell’unificazione romana. Si attua così una seria e affascinante indagine che consente di conoscere con certezza un’ampia parte del grande quadro della civiltà etrusca.
Un suggestivo «panorama» teso a «smitizzare» le gratuite fantasie sugli Etruschi e a illuminarne in modo organico la storia e la civiltà nel contesto dell’antico mondo mediterraneo.
Romolo A. Staccioli è docente di Etruscologia e antichità italiche all’Università di Roma e in quella di Chieti, ove e Direttore dell’Istituto di Archeologia e Storia Antica. Ha pubblicato «Modelli di edifici etrusco-italici» (Sansoni), «Come riconoscere l’arte etrusca» (Rizzoli) e, in questa collana, «Il mistero della lingua etrusca».
Oscar Romero – La Biografia
Autore/i: Morozzo della Rocca Roberto
Editore: Edizioni San Paolo
prefazione di Andrea Riccardi.
pp. 280, Cinisello Balsamo (Milano)
«Vogliamo dirvi, fratelli criminali, che vi amiamo e che chiediamo a Dio il pentimento per i vostri cuori perchè la Chiesa non è capace di odiare, non ha nemici. Sono nemici solo coloro che si dichiarano tali; ma essa li ama e muore come Cristo».
(Oscar Arnulfo Romero, Omelia nelle esequie di padre Rutilio Grande, 14 marzo 1977)
«Questo libro di Roberto Morozzo della Rocca e importante. Lo e per il tema trattato: la vita di mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador in Centro America, ucciso il 24 marzo 1980 a 62 anni, mentre celebrava la Messa, dagli squadroni della morte legati al potere politico della destra salvadoregna. Ma il libro e anche importante per il suo autore, uno storico autorevole e di grande acume e serietà. La ricerca storica di Morozzo su mons. Romero (in questo e altri testi) ha consentito di ricostruire la vera immagine del vescovo assassinato, che era stata coperta da tante incrostazioni polemiche e ideologiche e per molti era divenuta una bandiera di parte. Va ricordato il contribute decisivo che le ricerche di Morozzo su Romero hanno dato alia ricostruzione della verità storica di questo personaggio e anche alia chiarificazione lenta e faticosa del suo processo di beatificazione, giunto a esito positivo solo con il pontificate di papa Francesco. Lo studio di Morozzo e stato importante per la causa di beatificazione di Romero, nella quale era indispensabile delucidare la ricchezza e la complessità di questa figura di cristiano latinoamericano e di vescovo cattolico». (Andrea Riccardi)
Roberto Morozzo della Rocca (1955) insegna Storia contemporanea nell’Università di Roma Tre. È studioso del rapporto storico fra nazioni e religioni nonché fra il mondo del sacro e la modernità, temi su cui ha pubblicato diversi volumi. Tra le sue ultime pubblicazioni Passaggio a Oriente. La modernità e l’Europa ortodossa (Morcelliana, Brescia 2012) e Tra Este Ovest. Agostino Casaroli diplomatico vaticano (San Paolo, Cinisello Balsamo 2014). Dagli anni Novanta conduce ricerche sull’America Latina e particolarmente sulla figura di Oscar Romero. Ne sono frutto la raccolta Oscar Romero. Un vescovo centroamericano tra guerra fredda e rivoluzione (San Paolo, Cinisello Balsamo 2003) e un primo lavoro biografico scientifico dal titolo Primero Dios. Vita di Oscar Romero (Mondadori, Milano 2005) dopo il quale e stato invitato a collaborare come esperto nel processo di beatificazione del vescovo martire. La presente biografia di Romero e pertanto l’esito maturo di un lungo percorso di studi.
Passaggio ad Avalon – Il Percorso di una Donna Verso il Risveglio Interiore
Titolo originale: Crossing to Avalon. A Woman’s Midlife Pilgrimage
Autore/i: Bolen Jean Shinoda
Editore: Edizioni Piemme
unica edizione, prefazione dell’autrice, traduzione dall’inglese di Mariella Magrì.
pp. 302, illustrazioni b/n, Casale Monferrato (AL)
«Noi tutti immaginiamo il Santo Graal come un calice, spesso come il calice colmo di vino che Gesù alzò durante l’Ultima Cena, dicendo agli apostoli: “Questo è il mio sangue…”. Pochi si soffermano a riflettere che un contenitore arrotondato pieno di sangue è un fortissimo simbolo del ventre femminile…»
(Dalla Prefazione)
«Jean Shinoda Bolen ha scritto un’opera fitta di intuizioni così profonde da essere inquietanti. Una guida insuperabile per i percorsi dell’anima nel nostro tempo, che è il tempo del risveglio della Dea…»
(Alice Walker, autrice di Il colore viola)
Jean Shinoda Bolen è analista junghiana e professoressa di psichiatria all’Università di California di San Francisco. Ha pubblicato il best-seller Goddesses in Everywoman (Le Dee dentro la donna), il seguito Gods in Everyman (Gli Dei dentro l’uomo) e The Tao of Psychology.
L’Onanismo
Autore/i: Tissot Simon-André
Editore: Argo
prefazione di Benedetto Vertecchi, introduzione dell’autore.
pp. 180, Lecce
Un libro sull’educazione che come pochi negli ultimi due secoli ha inciso sulle conoscenze, e le coscienze, dell’uomo moderno.
L’insistenza sulla dimensione psicologica e affettiva, se non proprio spirituale, in cui l’Autore pone le sue argomentazioni sull’onanismo, rende il suo testo estremamente interessante e “moderno”.
Il secolo XVIII nel campo della vita sessuale, nonostante la disinvoltura di certi comportamenti riferiti nella letteratura e nell’arte, continuava a farsi dominare da una prospettiva fosca e angosciosa. E l’“illuminato” Tissot non si sottraeva alle preoccupazioni morali dell’epoca, pur in quest’opera straordinariamente audace per i suoi tempi.
Nondimeno, la sua analisi dell’onanismo è un chiaro tentativo di sottrarre una dimensione fondamentale dello sviluppo umano al discorso esclusivo della morale, per riportarlo sul terreno della conoscenza scientifica.
Simon-Andre Tissot (1728-797). Medico svizzero, fautore dell’inoculazione per prevenire il vaiolo L’inoculation justifiée (1756), professore nel Collegio medico di Losanna e nella Clinica medica di Pavia (su invito dell’imperatore Giuseppe II). Geniale innovatore nel campo della terapia. Il primo scrittore che con i suoi Onanisme (1760) e Avis au peuple sur la santé (1761), tradotti in tutte le lingue europee, rivolgeva i suoi scritti d’igiene a un pubblico vasto, fuori della ristretta cerchia accademica. Suoi anche De valitudine litteratorum (1766) e Essai sur les maladies de gens du monde (1770).
Benedetto Vertecchi e professore di Pedagogia sperimentale nel Dipartimento di Scienze dell’Educazione della III Università di Roma. Autore molto apprezzato e seguito di saggi e volumi in campo educativo, dirige collane di settore per La Nuova Italia e le riviste Istruzione a distanza e Cadmo (Giornale italiano di Pedagogia sperimentale, Didattica, Decimologia e Tecnologie dell’istruzione).
La Puglia nell’800 – La Terra di Manfredi
Titolo originale: The land of Manfred, Prince of Tarentum
Autore/i: Ross Janet
Editore: Lorenzo Capone Editore
a cura di Vittorio Zacchino, prefazione all’edizione italiana e traduzione dall’inglese di Ida De Nicolò Capriati, illustrazioni di Carlo Orsi.
pp. XIII-320, numerose illustrazioni b/n, Cavallino di Lecce
«… La terra di Manfredi vuole essere un tentativo di saldare la Puglia del secolo diciannovesimo a quella della rimpianta età federiciana, un’abile operazione di travaso della moderna civiltà pugliese, indagata e approfondita sotto molte angolazioni, nel classico ordito delle sveve memorie.
Ma è pure una somma di quanto di meglio aveva saputo produrre il genio di Puglia dalle oscure e mitiche origini al tumultuoso tredicesimo secolo.
Le millenarie testimonianze delle genti che qui si erano succedute, la ricca e varia confluenza di culture l’una all’altra sovrapposte in mirabile mosaico verticale, la Ross osserva e registra con lo stupore di dover identificare, persino nell’incolto e superstizioso contadino di quel 1888, l’erede e il responsabile di una civiltà superiore.
Nei dolmen e nei trulli, nelle casette coniche e nei poderosi avanzi megalitici, nei menhir e nelle specchie, la Ross finisce per riconoscere l’impronta superba della pugliese originalità che ha saputo sopravvivere, prepotente e autonoma, all’effimero intermezzo ellenistico, all’assorbimento livellatore di Roma, alla lunga silenziosa notte delle barbariche dominazioni…
… Terra di molte razze e di infiniti transiti, di arrivi e di partenze, la fortunata Apulia e ancora, per chi sappia scrutarla con l’occhio sagace della Ross, un curioso palinsesto di genti e di idee in migrazione, teatro di lotte ininterrotte, coacervo di eroi e di conquistatori, di eserciti e di folle senza nome.
Ma è soprattutto la terra di Federico e di Manfredi, sfortunati sognatori dell’italica unificazione che l’arroganza clericale ha ineluttabilmente vanificata. Donde il ristagno e il decadimento civile e morale della società pugliese cui soltanto gli Svevi avrebbero potuto assicurare crescita e progresso!…».
(dalla introduzione)
Lettere Scelte
Titolo originale: «Epistolario»
Autore/i: Che Guevara Ernesto
Editore: Baldini & Castoldi
traduzione dallo spagnolo di Irina Bajini.
pp. 48, Milano
«A volte noi rivoluzionari siamo soli e anche i nostri figli ci guardano come fossimo degli estranei. Ci vedono meno di certi amici di famiglia di solito chiamati zii.» È Ernesto Che Guevara che si rivolge agli amici, ai genitori, ai figli, fuori da ogni retorica celebrativa. Un Che che si definisce «figliol prodigo e ostinato», e che accetta di portare lo «spirito rivoluzionario» in terre lontane da Cuba «con un misto di allegria».
Ogni volta che il Che scrive, può darsi che sia l’ultima volta, quella definitiva: ma in queste lettere toccanti, più che ogni ricerca di eroismo, si sente la fiducia quasi visionaria nella possibilità di creare un mondo nuovo. «Devi credermi», scrive il Che a un amico, «perché i pazzi dicono sempre la verità».
Le Mani sul Mio Corpo – Diario di una Malata di Cancro
Autore/i: Coèn Luciana
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro
prima edizione.
pp. 192, Vicenza
Il diario di una malattia non “combattuta”, ma vissuta quasi come un viaggio all’interno del corpo, che cambia e fa cambiare l’immagine di sé, come momento della vita in cui riflettere e ricostruire, come un cammino nella consapevolezza, verso l’accettazione della malattia come parte di sé. Alla fine del percorso la propria esistenza ne esce ridefinita, con i limiti che la malattia e la cura impongono, ma con la certezza e il desiderio che la vita continui.
Un viaggio all’interno della sanità vista dalla parte dei malati, nello stesso ambiente di lavoro in cui l’autrice opera da quasi trent’anni, osservato con occhio critico, lucido e talvolta impietoso, che rivela quanto sia importante ascoltare e credere al malato, rispettare la sua autonomia decisionale per facilitarne il processo di guarigione. Scrivere diventa un modo di reagire all’evento-malattia che improvvisamente piomba nella propria quotidianità: giorno dopo giorno razionalità ed emotività si alternano, domande e tentativi di risposte prendono forma.
Un diario per ricostruire il senso della propria esistenza e un dono per gli altri, per testimoniare che la vita, nonostante la malattia, è ancora vita, e continua…