Libri dalla categoria Ecologia
La Genesi come un Romanzo
Autore/i: Dutourd Jean
Editore: Neri Pozza Editore
traduzione di Maurizio Ferrara.
pp. 176, Vicenza
La Genesi, che è il primo libro della Bibbia, racconta le origini del mondo e la creazione dei primi uomini, ma lo racconta in un modo alquanto laconico. Per esempio non dice nulla sulla natura dell’Albero della Conoscenza, non si diffonde sul carattere di Adamo, non spiega come si comporti Eva per destare il suo interesse e averlo tutto per sé. E quali attenuanti poteva avere Caino perché il Creatore vietasse che – una volta macchiatosi dell’orribile fratricidio – fosse a sua volta ucciso? E ancora, come si spiega il comportamento dell’Onnipotente con gli antichi patriarchi i quali, nonostante la loro fede e il loro amore, a volte gli resistono, discutono e addirittura contrattano con lui al punto da influenzare le sue stesse decisioni?
Jean Dutourd, in una prosa elegante e ricca di humour, riempie in un certo senso i «bianchi» del racconto biblico basandosi sulla Bibbia di Sacy. Aggiunge cioè al testo sacro dei dettagli e delle considerazioni, ora storici ora psicologici, oppure stabilisce degli accostamenti inattesi che non ne cambiano la sostanza ma li rendono più intelligibili e soprattutto più vivi.
Insomma questo divertente libro ci fa scoprire che, alla fine, i personaggi della Bibbia, vissuti migliaia di anni fa, non erano poi tanto diversi da noi. Abramo, Giacobbe, Giuseppe e gli altri patriarchi avevano, in fondo, il nostro cervello e il nostro cuore.
Jean Dutourd vive a Parigi dove è nato nel 1920. Traduttore di romanzi americani, tra l’altro di Hemingway e Truman Capote, saggista e difensore del «bel parlare» francese contro il deterioramento della lingua, Dutourd è anche noto al grande pubblico per essere stato a lungo un collaboratore del quotidiano «Le Figaro» e autore di varie trasmissioni radiofoniche. Ha scritto numerosi romanzi caratterizzati da una ricca verve creativa e da uno stile vivace. Il suo primo successo è stato Au bon bearre, scene di vita sotto l’occupazione (1952), e un altro celebre romanzo è Mascareigne (1977). Nel 1978 è stato eletto all’Académie française.
Workshop di Fotografia Stenopeica
Il workshop è stato rinviato a data da destinarsi.
presso Studio Pecora Nera
Via degli Archi 38, Torri in Sabina. 02049 (RI)
Il Workshop è tenuto da: Marco Scataglini
Durata: dalle ore 10:00 alle ore 16:30.
Numero partecipanti: minimo 5 – massimo 12 iscritti.
Costo del Workshop: € 60 a persona.
(I materiali per realizzare il foro stenopeico saranno forniti dall’organizzazione).
Prenotazione: obbligatoria con versamento di un acconto di € 20 a persona.
La fotografia stenopeica (dal greco stenos opaios, cioé piccolo foro), più che una tecnica, è una vera e propria filosofia di ripresa, con alle spalle secoli di storia, visto che il foro stenopeico veniva già impiegato (dai pittori ad esempio) ben prima dell’invenzione della fotografia.
Con questa tecnica si utilizza per creare le immagini – invece di una o più lenti (cioè di un obiettivo) – la luce che passa attraverso un foro piccolissimo (si parla di frazioni di millimetro) realizzato in una sottile lamina metallica. Il risultato sono fotografie generalmente poco definite, ma (è bene sottolinearlo) non “sfocate” (anzi, la profondità di campo è totale).
La fotografia stenopeica è un viaggio nella storia della visione e della creatività umana, una continua scoperta, una fonte inesauribile di ispirazione e consente di fare una sorta di pausa di riflessione, di rallentare (anche per i tempi di scatto lentissimi!), di rinunciare all’acquisto di macchinari sempre più potenti e costosi per tornare ad avere cura per la propria arte.
Durante questo workshop, oltre a parlare degli aspetti puramente tecnici, vedremo come realizzare un foro stenopeico, da utilizzare per semplici fotocamere autocostruite o come sostituto dell’obiettivo della nostra reflex digitale o della nostra Mirrorless. Dopo aver predisposto l’attrezzatura (digitale o a pellicola) si andrà in giro per gli splendidi borghi di Rocchette e Rocchettine, che offrono infiniti spunti creativi. Al ritorno in sede, provvederemo a sviluppare le fotografie analogiche e a visionare le foto digitali e trarremo le conclusioni.
Infomazioni utili:
- Il pranzo (al sacco) è a cura dei partecipanti, come anche gli spostamenti.
- Portare scatoline o barattoli, di cartone o lamiera morbida (barattoli del caffè) che hanno una buona chiusura che impedisca alla luce di entrare, con cui creare la propria macchina fotografica stenopeica.
Marco Scataglini è nato a Roma il 20.02.1964, vive e lavora a Tuscania (VT). Nei primi anni ’90 ha iniziato a collaborare con l’agenzia Panda Photo di Roma, poi con la rivista “Plein Air“, in seguito con diverse altre riviste. In tempi più recenti ha pubblicato i suoi reportages (fino ad oggi circa 200) con “I Viaggi di Repubblica“, “Gente Viaggi“, “Vie del Gusto“, “Qui Touring“, ed altre. Attualmente le sue foto sono distribuite dalle agenzie Marka, Arcangel Images e Alamy.
È autore di diverse guide: una sul Tevere (“Il Viaggio del Tevere“), una sulla Campagna Romana (“Tutt’Intorno Roma”), una sul Lazio meridionale (“Nella Terra di Saturno”) e due sulla Tuscia (“Terre e Castelli” e “Dal Mignone alla Fiora”) ed ha all’attivo un libro fotografico su Roma per Geo Mondadori. Con l’editore Palombi ha pubblicato i cataloghi relativi alle mie mostre “Verso Sud” ed “Herbario Magico” e con l’editore Penne&Papiri ha pubblicato il volume “Lucus” dedicato ai boschi e agli alberi e i libri “Il fotografo non si annoia mai” e “Fotografare cos’altro è”. Su Amazon sono distribuiti oltre 13 ebook di cui è autore. Con il volume “Il fotografo non su annoia mai” è stato più volte Bestseller nella categoria “fotografia” di Amazon.
Si dedica a tempo pieno a progetti creativi legati alla fotografia, il più delle volte con la realizzazione di mostre Fine Art. È specializzato in articolare nelle tecniche alternative e “Lo-Fi”, dalle Toy Cameras al foro stenopeico, dalle Polaroid alle tecniche di stampa antiche. I suoi siti web: Marco Scataglini – Kelidon – Altra fotografia
Il Logos e i Nuovi Misteri
Autore/i: Scaligero Massimo
Editore: Teseo
pp. 160, Roma
Sommario:
I. Responsabilità dell’Esoterismo
II. Scienza, Realismo ingenuo
III. La fede nel fatto fisico
IV. Forme della droga: mistica, corporea, dialettica
V. La Libertà
VI. Il segreto della Materia
VII. Lo Spazio e il lampo del Logos
VIII. Cristo nel Pensiero
IX. Il darsi della Luce: l’Idea
X. I Nuovi Misteri
XI. Androgine e Iside Sophia
XII. Il segreto della Meditazione
La Vita Contro la Morte
Il significato psicoanalitico della storia
Autore/i: Brown Norman O.
Editore: Il Saggiatore
traduzione di Silvia Besana Giacomoni.
pp. 480, Milano
Istinto della vita e istinto della morte costituiscono le due tensioni essenziali che si collocano al centro dell’originale filosofia della storia elaborata da Norman O. Brown sulla base delle categorie della psicoanalisi. Strumento fondamentale della sua ricerca.. è il’concetto freudiano di «repressione»: in essa Brown riconosce il male di fondo dell’umanità, la causa prima della nevrosi e dell’ostilità alla vita che accompagnano la storia dell’uomo, che si esprimono nella sua cultura e nella sua letteratura, che ne determinano, infine, la società e il destino stesso.
La vastità degli interessi culturali, la rigorosa e spregiudicata. attività di ricerca, l’intelligenza delle analisi fanno di Norman O. Brown (El Oro, Messico, 1913) uno dei più interessanti teorici moderni della psicoanalisi. Laureatosi nel 1942 all’università del Wisconsin, dopo aver studiato a Oxford e a Chicago, Norman O. Brown è attualmente professore di letterature classiche e comparate all’università di Rochester. Oltre a questo studio sul significato psicoanalitico della storia, è autore di altri tre saggi: Hesiod’s Theogony, Hermes the Thief e Love’s Body, che sarà prossimamente pubblicato da Il Saggiatore.
Il Mondo del Midrash
Autore/i: Zegdun Jehuda
Editore: Carucci Editore
presentazione dell’autore.
pp. 128, Roma
I trentadue midrashim raccolti in questo volume sono stati scelti allo scopo di fornire un’immagine del complesso e vasto mondo del Midrash, mondo che si è propriamente esteso e tramandato nell’arco di molti secoli, dall’età antica al medioevo, e in senso lato ai secoli seguenti, improntando di sé l’esegesi ebraica fino ad oggi.
Al testo del midrashim si è premesso il passo della Torà cui si riferiscono, sia per comodità del lettore, sia per mostrare chiaramente il legame che intercorre fra il Midrash e il testo biblico.
Chi è ignaro del metodo midrashico, si renderà conto da solo, nello scorrere queste pagine, di come questo metodo proponga continuamente nuove dimensioni di lettura del testo biblico, attraverso le quali anche i problemi della nostra etica possono essere considerati secondo l’ottica della Torà.
Parole d’Evangelo, Memoriale d’Israele
Autore/i: Winogradsky Alexandre Abraham
Editore: Edizioni Archeosofica
prefazione di F. Marcel Jacques Dubois, introduzione dell’autore, traduzione dal francese a cura di Silvestra Palamidessi.
pp. 240, Roma
Raccogliendo in un unico volume i notevoli commenti delle letture della domenica che ha trasmesso da Radio Notre-Dame, Alexandre Abraham Winogradsky colma una lacuna e risponde ad un’attesa vivamente sentita dai fedeli sempre più numerosi.
Il ricorso all’Antico Testamento ed alla tradizione ebraica è qui presentato in modo originale, nel vero senso della parola. Il metodo è nuovo e singolare, ma dobbiamo augurarci che serva da esempio e da modello. L’Autore invita a ritornare alle origini della Tradizione Cristiana e a scoprire le radici bibliche ed ebraiche dell’Evangelo.
Il popolo ebraico non ci ha lasciato soltanto un libro, una storia, una saggezza, un contenuto di fede: esso ci propone l’esempio vivente di un atteggiamento di fronte a Dio e alla Sua Parola. Paradossalmente, l’unità vivente, fondamentale per l’ebreo, fra la Legge scritta e la Legge orale (Talmud), è il più bell’esempio, per il cristiano, della necessaria congiunzione fra la Scrittura e la Tradizione. È questa un’opera che ci aiuta a conoscere meglio i nostri «fratelli maggiori» e a comprendere che la speranza della Chiesa nella venuta del Regno è fondata su una memoria: quella della fedeltà d’Israele.
Alexandre Abraham Winogradsky è diacono permanente latino della diocesi di Parigi, con indulto per celebrare in rito bizantino-slavo e siro-caldaico. Membro del Comitato Interconfessionale di Israele, ha il particolare incarico di insegnare le origini ebraiche del Cristianesimo nel quadro della formazione diocesana.
Dalla Montagna Sacra
Un viaggio all’ombra di Bisanzio
Autore/i: Dalrymple William
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione di Laura Santini.
pp. 384, Milano
Nella primavera del 587 dopo Cristo, due monaci partirono per un viaggio straordinario che li avrebbe portati ad attraversare l’intero mondo bizantino, dalle sponde del Bosforo alle dune sabbiose dell’Egitto.
Si chiamavano Giovanni Mosco e Sofronio il Sofista.
Li spingeva il desiderio di raccogliere il sapere dei padri del deserto, i saggi e mistici dell’Oriente bizantino, prima che il loro fragile mondo si frantumasse e infine scomparisse. Il risultato del loro avventuroso peregrinare fu il Prato spirituale, uno dei libri più letti e popolari della tarda antichità: una collezione dei più memorabili detti, aneddoti e storie sacre raccolti nelle caverne, nei monasteri, nei romitori, presso le colonne dove Mosco incontrò i suoi venerabili interlocutori.
Più di 1400 anni dopo, William Dalrymple ha deciso di ripercorrere quel viaggio. Il risultato è un libro senza paralleli, che muove dal monte Athos (il Monte Santo a cui allude il titolo) per giungere attraverso la Turchia, la Siria, il Libano e Israele all’oasi di Kharga nell’Alto Egitto. Nel corso di questo itinerario scopriamo con stupore ciò che al tempo dei due antichi monaci era evidente: una forte e ricchissima presenza cristiana, che si fuse in ciascuna delle diverse regioni dell’Oriente bizantino con le tradizioni locali, generando culti sincretici, peculiari forme di devozione, leggende e riti. Questa cristianità non fu cancellata all’avvento dell’Islam, tollerante nei confronti delle minoranze religiose, e sopravvisse nei secoli dell’Impero Ottomano.
Oggi la situazione è cambiata: sotto la pressione dell’integralismo musulmano, le comunità cristiane stanno abbandonando un mondo che pare non poterle ; più accogliere. Dalrymple viaggia alla scoperta di questi ultimi avamposti della cristianità in un pellegrinaggio che lo porta attraverso una sanguinosa guerra civile in corso nella Turchia orientale, le rovine di Beirut, le tensioni in Israele, la guerriglia fondamentalista in Egitto. E con quello sguardo a un tempo curioso e distaccato, partecipe ed equanime che ha fatto grande e unica la letteratura di viaggio inglese, scrive un’indimenticabile elegia per l’esausta cristianità orientale e per quanti hanno contribuito a tenerne Viva la fiamma.
Ma c’è di più. Dalla montagna sacra e anche un grande libro di storia viva; che porta davanti ai nostri occhi un mondo “dove gli eunuchi guidavano gli eserciti imperiali in battaglia; dove gruppi di monaci avevano fama di linciare e uccidere nobildonne pagane quando le vedevano passare nelle loro lettighe attraverso i bazar eleganti di Alessandria; dove stiliti cenciosi e mezzi nudi farneticavano sulla cima delle loro colonne; e dove i dendriti prendevano alla lettera l’esortazione di Cristo a imitare gli uccelli del cielo e vivevano sugli alberi, costruendosi piccoli ripari sui rami più alti”.
William Dalrymple (1965), storico e scrittore di origine scozzese, ha studiato a Cambridge ed è considerato il più grande esponente della letteratura di viaggio in lingua inglese. Per Rizzoli ha pubblicato Il Milione (1999), In India (2000, disponibile in BUR), Delhi (2001), Nella terra dei Moghul bianchi (2002) e L’assedio di Delhi (2007).
Psicoanalisi e Buddhismo Zen
Autore/i: Suzuki Daisetz Taitaro; Fromm Erich; De Martino Richard
Editore: Casa Editrice Astrolabio
prefazione di Erich Fromm, traduzione di Patrizia La Malfa.
pp. 184, Roma
«La conoscenza dello Zen, e un interesse per esso, possono avere una influenza assai feconda e chiarificatrice sulla teoria e sulla tecnica della psicoanalisi». Erich Fromm, uno degli psicoanalisti attualmente più letti e influenti, giudica così questo primo sforzo per esplorare il terreno che queste due discipline di vita, il Buddhismo e la psicoterapia, hanno in comune. A questo Suzuki, uno dei massimi interpreti dello Zen per l’occidente, aggiunge: «Lo Zen può sembrare talvolta troppo enigmatico, criptico e pieno di contraddizioni, ma dopotutto è una disciplina, e un insegnamento semplice: fare del bene, evitare il male, purificare il proprio cuore: questa è la via di Buddha. Non è applicabile a tutte le situazioni umane, moderne come antiche, occidentali come orientali?». A queste due autorità, che, dopo aver esaminato ambedue le posizioni, ne riconoscono i punti di attrito, se ne aggiunge una terza: Richard De Martino, che ha studiato profondamente entrambi i campi, e che, nel suo esame della condizione umana, propone alcune sintesi attuabili.
Suzuki stabilisce chiaramente gli obbiettivi dello Zen e il suo approccio ai problemi umani, sia al livello operativo che a quello teoretico. Fromm mette in rilievo numerosi punti di incontro tra questa concezione religiosa e il proprio approccio psicologico. Tra i più avanzati punti di contatto considerati sono: 1) L’illuminazione del Sé e dell’umanità sono il fine principale sia per la religione che per la psicoterapia; 2) Lo Zen si avvicina molto alla psicoanalisi quando solleva la questione di una cosciente comprensione dell’inconscio. Fromm riassume tali punti di contatto in questi termini: «La psicoanalisi… può aiutare lo Zen a sfuggire il rischio di una falsa illuminazione… Lo Zen, a sua volta, approfondisce ed estende l’orizzonte dello psicoanalista e lo aiuta a giungere ad un concetto radicale della presa sulla realtà, che è la meta ultima della piena consapevolezza conscia».
Erich Fromm è uno dei più letti psicoanalisti d’America, autore di otto libri, tra cui il notissimo Art of Loving. Tiene lezioni alla New School of Social Research, della Columbia University, e in altre Università.
Daisetz Taitaro Suzuki, recentemente scomparso, è considerato in tutto il mondo la massima autorità sullo Zen.
Richard De Martino, laureato in studi cinesi e giapponesi alla Columbia University, ora insegna alla Otani University di Kyoto, e ha studiato lo Zen sia con Suzuki che con altri maestri Zen in Giappone.
Aspetti Scientifici della Parapsicologia
Autore/i: Autori vari
Editore: Bollati Boringhieri Editore
avvertenza e cura di Roberto Cavanna, introduzione di Vittorio Somenzi.
pp. 276, 12 figure b/n di cui 5 f.t., Torino
Tradizionalmente il pensiero scientifico si è sempre mostrato molto cauto nei riguardi delle ricerche parapsicologiche, cosicché oggi siamo in una situazione in cui fa da contrasto alla varietà dei fenomeni metapsichici – reali o immaginari – l’inadeguatezza dei mezzi teorici e sperimentali finora impiegati per affrontarli.
Per cercare di superare questa situazione di stallo, diversi ricercatori scientifici di primo piano (tra cui Raùl Hernéndez-Peòn, Stanley Krippner, D. B. Lindsley, Henry Margenau, K. H. Pribram, Allan Rechtschaffen, C. T. Tart, William Grey Walter) si riunirono in due convegni per mettere apertamente a confronto le rispettive posizioni concettuali sui fenomeni parapsicologici. Oltre ad affrontare i fondamentali problemi di metodo chiamati in causa dalla parapsicologia e a descrivere i risultati emersi dalla sperimentazione sugli stati di coscienza “alterati” da farmaci psichedelici, i dibattiti derivati dal convegni forniscono un esame approfondito dei vari disegni sperimentali intesi a offrire una prova, positiva o negativa, dell’effettiva esistenza di facoltà paranormali nella mente umana. Assumono una particolare importanza nella discussione anche le ipotesi sulla possibile natura di tali facoltà: ipotesi basate sulle più avanzate ricerche psicologiche e neurofisiologiche e sulle nuove possibilità offerte allo sperimentatore dall’ipnosi e dagli psicofarmaci.
Erotica
Antologia illustrata d’arte e letteratura
Autore/i: Hill Charlotte; Wallace William
Editore: Edizione CDE
traduzione di Danilo Costa.
pp. 160, interamente illustrato con un ricchissimo apparato di illustrazioni a colori e b/n, Milano
Ecco finalmente una raccolta di arte e letteratura erotica organizzata secondo un criterio logico e presentata in una veste accurata ed elegante, la prima del genere in volume unico, che copre un arco di oltre duemila anni, dalla Roma classica ai romanzi di D. H. Lawrence ed Henry Miller.
L’erotismo è un argomento vasto e molto vario; i brani selezionati sono stati scelti, oltre che per l’informazione e l’intrattenimento del lettore, anche e soprattutto per la loro eccitante carica erotica. È stata comunque posta la dovuta cura nell’escludere materiale violento, degradante e di cattivo gusto. Il filo conduttore è la capacità dell’erotismo di arricchire la vita; il risultato, una raccolta stimolante e divertente tanto per le donne quanto per gli uomini.
Immagini ispirate al sesso sono già presenti tra i più antichi reperti della civiltà umana; la “Venere di Willendorf”, un amuleto in pietra ritrovato in Austria, risale al 30.000 a. C.
Da allora artisti e autori di tutte le culture in ogni regione del globo hanno espresso la loro sessualità in una moltitudine di forme. Il pittore Eduard Fuchs dice che «l’arte ha trattato temi erotici in quasi tutte le epoche, perché l’eros è alla radice di tutta la vita umana».
Allo stesso modo, la letteratura erotica si rivolge direttamente al cuore dell’esperienZa umana. Nel corso della storia, sono innumerevoli gli scrittori che hanno rivelato le loro fantasie private e le loro esperienze più intime; in prosa e in poesia, nel dramma, in canzoni, lettere e giornali, destinati, aseconda del clima dell’epoca, alla libera circolazione o creati per circoli ristretti.
Questa antologia presenta dunque uno stimolante assortimento dei migliori esempi di arte e letteratura erotica, con contributi di autori famosi come Boccaccio, Casanova, Anaïs Nin, Frank Harris, John Cleland, ma anche con qualche sorpresa. Le opere scelte, talora bandite o disprezzate dai loro contemporanei, sono presentate qui a celebrazione dell’attrazione universale dell’esperienza erotica.
Il Primo Americano
Archeologia e preistoria del Nordamerica
Autore/i: Ceram C. W.
Editore: Giulio Einaudi Editore
traduzione di Giuseppina Panzieri Saija.
pp. XXIII-376, nn. tavv. a colori e b/n f.t., ill. b/n, Torino
Dagli abitatori dei pueblos ai cacciatori preistorici di mammuth, un viaggio entusiasmante attraverso le misteriose civiltà precolombiane dell’America del Nord.
Per gli europei, abituati a veder «nascere» l’America del Nord con i viaggi di Colombo, le civiltà dei popoli che abitarono il continente sin dalla preistoria restano avvolte nell’indeterminatezza. Alla scoperta del misterioso passato di un continente apparentemente senza storia si è mosso Ceram in quello che doveva essere il suo ultimo libro. Com’è sua abitudine, Ceram ha cominciato a seguire le orme di coloro cui si devono le scoperte che movimentano questo nuovo «romanzo dell’archeologia»: ricercatori dilettanti o professionisti, viaggiatori, avventurieri, conquistatori, come il moro spagnolo Estevanico che, alla ricerca delle favolose sette città d’oro di Cibola, nel 1539 contemplo per primo i millenari «grattacieli» degli Indiani Pueblos.
I ritrovamenti, l’intrecciarsi delle congetture, la rievocazione delle antiche culture si fondono alle peripezie degli archeologi e alla discussione dei metodi e delle tecniche che consentono agli studiosi la conferma scientifica delle loro ipotesi. Il racconto di Ceram è fitto di sorprese: decine di migliaia di «piramidi», i wounds, colline artificiali in terra che come i sepolcri dei faraoni nascondono tesori inestimabili; millenarie composizioni a forma di animali, lunghe spesso più di cento metri, interamente visibili solo dall’alto; centinaia di «mummie»; città sotterranee e gigantesche torri di pietra.
Gli abitatori dei pueblos, gli abilissimi intrecciatori di ceste, erano agricoltori e artigiani, ma non conoscevano la ruota, il ferro, l’aratro. Ha scritto D. H.
Lawrence: «Che il loro mondo non si sia disgregato è un vero mistero. È un miracolo che questi squadrati ammassi d’argilla siano durati per secoli e secoli, mentre il marmo greco crollava a terra e le cattedrali andavano in rovina. Ma la nuda mano dell’uomo con una manciata di argilla fresca e morbida e più rapida del tempo- e sfida i secoli».
Ma Ceram ci riporta molto più indietro, fino alla fanciulla indiana morta oltre 17 ooo anni fa, il cui cranio è stato scoperto in California soltanto di recente; e più oltre, verso l’uomo delle caverne, verso i cacciatori di mammut nel periodo glaciale, tentando di dare una fisionomia al «primo americano», cercando di rispondere a una serie di interrogativi: quando arrivò nel Nuovo Mondo? Emigrò forse in America passando sulla sottile lingua di terra poi sepolta dal mare che oggi conosciamo come stretto di Bering? Grazie a Ceram, il lettore viene guidato verso dimensioni storiche e geografiche insospettate, e contempla stupito l’incredibile quantità di testimonianze preistoriche di una terra sterminata.
C. W. Ceram è lo pseudonimo di C. W. Marek (1915-1972), lo scrittore berlinese che più di ogni altro ha acceso in questo dopoguerra la passione per gli studi archeologici. L’idea di avvicinare il mondo delle antiche civiltà ai lettori non specialisti gli venne durante la prigionia in Africa. Civiltà sepolte fu rifiutato da vari editori, e Marek lo stampò per proprio conto nel 1952. Il successo fu enorme, e si è ripetuto in tutto il mondo. Nel 1953 il libro viene tradotto in Italia da Einaudi, e fino ad oggi ne sono state stampate ventitre edizioni. Eguale fortuna ha arriso agli altri libri di Ceram, fra cui ricordiamo Il libro delle rupi. Alla scoperta dell’impero degli Ittiti (Einaudi, 1955) e I detectives dell’archeologia (Einaudi, 1968).
Antologia
Delle opere maggiori di Louis-Claude de Saint-Martin – Pagine scelte
Autore/i: La Pera Ovidio
Editore: Firenzelibri
premessa e introduzione dell’autore.
pp. 326, Reggello (FI)
Questa antologia, dedicata agli scritti di Louis-Claude de Saint-Martin, nasce con lo scopo di offrire al lettore la possibilità di conoscere attraverso una serie di pagine scelte, e quindi in sintesi, rispetto alla vastità della sua opera filosofica, la ricchezza di pensiero, nonché le indicazioni date dal nostro Filosofo per poter ristabilire, in piena consapevolezza, un giusto rapporto tra l’Uomo, Dio e l’Universo. Pensiero che ebbe, fin dal suo tempo, una grande risonanza, sia in Francia che nei paesi del Nord-Europa e particolarmente in Germania ed in Russia; e che esercitò una grande influenza su personaggi quali Joseph de Maistre, Honoré de Balzac, Charles Augustin de Saint-Beuve, Franz Von Bader, poeti e filosofi del romanticismo tedesco, e tanti altri ancora. E certamente non mancherà ancor oggi di esercitarla su coloro che cimentandosi con esso, tenendo conto della vastità e delle implicite possibilità di ricerca e di rivelazione che il suo pensiero racchiude in sé. Ma, in tal caso, sarà indispensabile dedicarsi allo studio diretto delle sue opere.
DEGLI ERRORI E DELLA VERITÀ
Introduzione
Della libertà e della volontà
Doppio scopo del corpo dell’uomo
Origine del materialismo
Del pensiero dell’uomo
Dell’affinità degli esseri pensanti
Del libro dell’uomo
Errori sul libro dell’uomo
Delle due specie di linee
Numero di ciascuna specie di linee
Della linea circolare
Della linea retta
QUADRO NATURALE
Introduzione
Dell’esistenza di Dio, principio eterno dell’infinito e degli Esseri intellettuali
Le Tradizioni ebraiche, il Sabato, e l’uomo nella sua degradazione
Considerazioni sulle proprietà degli elementi e l’iniziazione
Ovvero l’annullamento della distanza tra la luce e l’uomo, per ristabilire lo stato originale
L’UOMO DI DESIDERIO
Introduzione
Cantico 1. Le meraviglie
Cantico 15. Il tempo mediatore
Cantico 36. L’umiltà
Cantico 105. La saggezza, foriera del nome del Signore
Cantico 4. Il primo gradino dell’opera
Cantico 9. Profeti d’errore e di menzogna
Cantico 27. La parola
Cantico 300. L’eterno
Cantico 300. L’obolo della vedova
ECCE HOMO
Introduzione
Dell’uomo pensiero di Dio
Delle false missioni
Dei veri ministri di Dio
IL NUOVO UOMO
Introduzione
Dell’anima dell’uomo quale pensiero del Dio degli esseri
Della concezione e della nascita del figlio
Del momento della nascita del nuovo uomo
Della destinazione dell’uomo e della via che deve percorrere
Del sacrificio del Riparatore
IL MINISTERO DELL’UOMO-SPIRITO
Introduzione
Prima Parte: Della Natura
Dell’esistenza di Dio
Invito alla conoscenza del Böhme
Sulla dottrina del Böhme
Sulla possibilità di vedere gli spiriti e sul pensiero dell’uomo in grado di penetrare fino a Dio
Seconda Parte: Dell’uomo
I sacrifici cruenti o di sangue presso gli Ebrei
Della circoncisione
Terza Parte: Della Parola
Introduzione
Dell’eterna parola
Dell’angoscia
Il peso della mano di Dio e la preghiera
Del ministero della parola
Della natura del desiderio insito nell’animo umano
DELLO SPIRITO DELLE COSE
Introduzione
Primo volume:
Dell’organizzazione degli esseri e della sorgente delle loro proprietà
Dello spirito degli specchi divini, spirituali, materiali ecc.
Della sintesi e dell’analisi
Secondo volume:
Introduzione
Il tempo
Come saremo? Dove saremo, quando non saremo più in questo basso mondo?
Differenza della missione del Riparatore da quella di Adamo
I NUMERI
Introduzione
Della scienza dei numeri
Moltiplicazione e addizione
Differenza dello spirito dal corpo
Compimento del grande nome
Elogio dell’ottonario
TEMATICHE SPECIFICHE
CRISTIANESIMO E RELIGIONE
Introduzione
DAL QUADRO NATURALE
Breve analisi storica del Cristianesimo
Dalla “LETTERA AD UN AMICO SULLA RIVOLUZIONE FRANCESE”
Introduzione
Sulla responsabilità dei preti
DAL MINISTERO DELL’UOMO-SPIRITO
Differenza tra Cristianesimo e Cattolicesimo
DELLA GIUSTIZIA
DA DEGLI ERRORI E DELLA VERITÀ
Del diritto di punire
Del diritto di vita e di morte
Sorgente del diritto di punire
Dei testimoni
Da “LAMPO SULL’ASSOCIAZIONE UMANA”
Delle leggi e delle pene
L’AMMIRAZIONE E L’ATEISMO
OPERE POSTUME
L’anima dell’uomo non può vivere che d’ammirazione
Da LO SPIRITO DELLE COSE
Dell’Ateismo
Da EMANATISMO E REMINISCENZA
Da I NUMERI
Della scienza dei numeri
Da QUADRO NATURALE
La prova di Dio attraverso l’uomo
Da IL MIO LIBRO VERDE
La materia non ricorda nulla di ciò che è spirituale
Anatomia della Distruttività Umana
Autore/i: Fromm Erich
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prefazione dell’autore, traduzione di Silvia Stefani.
pp. 658, Milano
Uno dei più grandi maestri contemporanei di scienze umane, ispiratore di studiosi e di riformatori sociali, di teorici e di militanti, svolge in questo libro un’indagine globale, dalle età primitive a oggi, sulle tendenze dell’uomo alla violenza distruttiva. Al riguardo, il moderno pensiero psicologico è dominato da due interpretazioni contrastanti: per alcuni (gli istintivisti, Konrad Lorenz) se l’uomo è aggressivo, ne è responsabile la natura; per altri (Skinner) il comportamento degli individui dipende dal condizionamento sociale, che ne determina i modi di reazione. Criticando entrambe le interpretazioni, e le implicazioni reazionarie che se ne sono tratte, Fromm distingue nell’uomo due tipi di aggressività, nettamente diversi fra loro. Il primo tipo, benigno-difensivo, è comune a tutte le specie“ animali: è l’impulso filogeneticamente programmato ad attaccare o fuggire quando sono minacciati interessi vitali.
Il secondo tipo di aggressività, maligno-distruttivo, è proprio invece della nostra specie: privo di scopi biologici o sociali, è una delle passioni dell’uomo, come l’amore, l’ambizione, la cupidigia. Riferendo e integrando, in una lucida sintesi, le scoperte sull’aggressione accumulate dagli studi di neurofisiologia, di psicologia animale, di paleontologia e antropologia, Fromm libera la visione della distruttività umana dal «matrimonio forzato con gli istinti» e mostra in quale misura essa è determinata dalle condizioni sociali e a sua volta le influenza. Le pulsioni a controllare, sottomettere, torturare; il sadismo, la necrofilia, la guerra; le molteplici sembianze in cui si manifestano le tendenze distruttive dell’individuo; i fattori culturali, sociali, politici che le stimolano e le favoriscono: sono questi, in ultima analisi, i temi fondamentali di Anatomia della distruttività umana, dove l’appassionata polemica scientifica si alterna a illuminanti esemplificazioni fra cui spiccano suggestivi profili psicobiografici di personaggi storici assurti a valore di simboli, come Hitler e Stalin. Destinata a diventare un punto di riferimento delle scienze umane e sociali, quest’opera è così una guida a comprendere le radici, gli autentici caratteri e gli antidoti delle crisi di violenza che stravolgono le società contemporanee, a identificare «le premesse indispensabili per mobilitare l’amore per la vita, unica forza che possa sconfiggere l’amore per la morte».
Erich Fromm è nato nel 1900 a Francoforte, dove con Adorno, Horkheimer, Marcuse e altri ha, lavorato nell’ambito del famoso Institut für Sozialforschung. Vive negli Stati Uniti dal 1934, ha insegnato alla Columbia e alla Yale University. È uno dei maestri della psicoanalisi. Tra le sue opere più famose tradotte in italiano: Psicoanalisi della società contemporanea, Fuga dalla libertà, L’arte di amare, Marx e Freud. In edizione Mondadori: La crisi della psicoanalisi (1971).
Capro Espiatorio
Come l’emarginazione di pochi maschera le responsabilità collettive
Autore/i: Brinton Perera Sylvia
Editore: Red Edizioni
traduzione di Ornella Benzoni.
pp. 160, Como
Con l’espressione ’capro espiatorio’ vengono indicati gruppi o persone singole cui si attribuiscono colpe commesse da altri, affinché questi ultimi si sentano in pace con se stessi. Il capro espiatorio viene identificato col male, accusato, perseguitato e allontanato dalla comunità. Che crede in questo modo di avere sconfitto il male stesso, di essersene liberata.
In termini psicologici il capro espiatorio è una forma di rifiuto della propria Ombra (cioè del lato oscuro, istintuale, ’vergognoso’ della personalità) che viene così negata, rigettata all’esterno e proiettata sugli altri. Può succedere, però, che anziché creare un capro espiatorio, ci si identifichi, psicologicamente, col capro espiatorio: cioè si viva nel senso di colpa (per qualcosa che non si è fatto), e nell’ansia di espiarlo ci si dia totalmente agli altri, ci si voti al bene comune. È la dinamica psicologica tipica di tanti uomini, ma soprattutto donne, ’di carità’, che vivono come redentori poiché si sentono pecore nere: missionari, benefattori, volontari del soccorso, mogli o figlie ’devote’.
Questo libro illustra la figura del capro espiatorio nei suoi diversi aspetti, facendo ricorso alla mitologia, alla tradizione giudaico-cristiana, soprattutto alla pratica terapeutica dell’autrice.
Sylvia Brinton Perera è psicanalista e insegna al C.C. Jung Institute di New York. Ha scritto anche La Grande Dea. Il viaggio di Inanna regina dei mondi, pubblicato da red edizioni in questa collana.
Macbarath
In un misterioso albergo dello spazio, i confini della realtà sono distrutti dai mille specchi del tempo – Romanzo
Autore/i: Morpurgo Lisa
Editore: Longanesi & C.
unica edizione.
pp. 164, Milano
Macbarath è il nome di un pianeta misterioso, dove una vita all’apparenza normale si svolge in un’atmosfera rarefatta e sottilmente agghiacciante. Sebbene manchino del tutto gli elementi di solito legati al «brivido» fantascientifico, e non si parli di robot, di mostri o di feroci invasori spaziali, il lettore si trova a poco a poco avvolto e affascinato da un’irresistibile spirale dell’orrore, mentre si moltiplicano gli interrogativi suggeriti alla sua curiosità: chi è il vero padrone di Macbarath? Quali poteri reali ha il governatore che viaggia a ritroso nel tempo? Quali inganni trama il dottor Kyril, controllore dei sogni? Quali segreti tormenti angosciano il professor David? E quale molla guida nelle sue azioni l’enigmatica signora Piro? Costruita con perfetta tecnica da suspense, la trama offre via via soluzioni diverse, subito superate e eliminate implacabilmente da una serie di sorprese che sembrano scaturire l’una dall’altra come le bambole russe. Finché si giunge a un’ipotesi originalissima sulla soluzione di quel problema del Tempo che assilla oggi molti scienziati (e fra essi anche un autore di fantascienza, l’astrofisico Fred Hoyle). Questo romanzo, infatti, che solo a una lettura superficiale potrebbe apparire come un arguto divertissement, ha lo scopo di rivelare qualcosa. E non a caso la parola macbarath ha, nella lingua araba, il significato di «messaggio».
Lisa Morpurgo Dordoni è già nota ai lettori italiani per il suo volume Introduzione all’astrologia, che ottenne straordinario successo e è ora uscito in una seconda edizione ampliata e riveduta; e per il suo romanzo Madame andata e ritorno, recentemente ristampato nella collezione «I Pocket Longanesi & C.» Con Macbaratb l’autrice ritorna alla narrativa e affronta un genere assolutamente nuovo per la tradizione letteraria italiana: la fantascienza. «Questo mio ultimo libro», dice Lisa Morpurgo, «in realtà ne ha sostituito un altro, astrusissimo, di matematica pura, che forse mi richiederà ancora mesi e mesi di lavoro perché per farmi capire dovrò inventare un nuovo linguaggio. Nel frattempo, ho scoperto che la fantascienza può essere un ottimo veicolo per diffondere certe ipotesi molto serie sotto un’apparenza fiabesca e innocente. In fondo, questa è stata «sempre la tecnica efficacissima dei miti e vale la pena di applicarla anche oggi.»
Le Pietre Parlano
Nuova storia dell’archeologia in Italia
Autore/i: MacKendrick Paul
Editore: Longanesi & C.
traduzione dall’inglese di Donatella Pini.
pp. 252, ill. b/n, Milano
Autore di altri ragguardevoli testi sull’antichità in genere e di quella greco-latina in particolare, Paul MacKendrick ha tenuto un corso anche all’Accademia americana di Roma.
Qui descrive i risultati degli scavi effettuati in Italia, assai meno noti di quelli greci ed egiziani, ma non meno importanti. Con le più recenti tecniche per i reperimenti archeologici, che hanno non solo rivoluzionato una scienza, ma portato anche a nuovi risultati, MacKendrick passa dall’Italia preistorica alla civiltà degli Etruschi, dalla Roma dei sette re alla grande e fiera Repubblica, su su fino all’Impero e infine alla decadenza. La sua indagine si estende, dunque, tra l’altro, ai nuraghi di Sardegna, alle tombe di Tarquinia, al Santuario della Fortuna di Preneste, alla pompeiana Villa dei Misteri, alla Colonna Traiana, alla Domus Aurea, all’Ara Pacis, di monumento in monumento e di sorpresa in sorpresa. Abbiamo, così, un libro che si rivolge non solo ai lettori curiosi degli aspetti minori o inconsueti della storia, ma anche a coloro che vedono nella storia la lezione delle costanti umane quale materia di studio e di riflessione. Il libro è indicato sia per insegnanti e studenti liceali, sia per sensibili e intelligenti lettori.
Murat
Da stalliere a re di Napoli
Autore/i: Spinosa Antonio
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione.
pp. 418, nn. tavv. a colori f.t., Milano
Giuda di Napoleone o padre mancato dell’Unità d’Italia?
Re di teatro o trascinatore di eserciti?
Ingenuo visionario o politico troppo astuto?
Bello, elegante, coraggioso, amante appassionato, percorre a spron battuto ogni luogo d’Italia: una sfolgorante esistenza che si conclude con un tragico destino davanti ai fucili della reazione borbonica.
Gioacchino Murat fu il Giuda di Napoleone, come pensano i francesi che lo hanno ripudiato? Fu lui a ordinare la spietata repressione del Dos de Mayo a Madrid, attirandosi l’odio eterno degli spagnoli? Fu davvero il primo appassionato assertore dell’unità e dell’indipendenza d’Italia, con le armi in pugno, come i patrioti liberali da sempre sostengono esaltandone la figura? Antonio Spinosa risponde a questi interrogativi e a numerosi altri che fanno di Murat il personaggio più avventuroso e affascinante del ventennio napoleonico, il cavaliere senza paura, il trascinatore di eserciti. La sua figura emerge da uno straordinario impasto di audacia e vanità, di ambizione e buona sorte, di vigore fisico e fragilità interiore: egli oscilla in continuazione tra l’empireo del semidio e la più tempestosa bolgia dell’uomo in preda al dubbio e all’incertezza.
Nel libro sfilano sia le vicende radiose di un Murat ariostesco che, a cavallo del suo ippogrifo, percorre a spron battuto l’Europa intera, ogni luogo d’Italia, le sabbie infuocate egiziane e siriane, le gelide steppe russe, mietendo allori e riscuotendo fortune; sia le giornate colme di disperazione di un Murat che, umiliato e ferito dalla prepotenza di Napoleone rinchiuso nella ferrea logica del grande impero, non ha altre vie d’uscita che l’ingratitudine e il tradimento, sebbene apparenti e straordinari, per difendere i diritti del suo regno e affermarsi a Napoli re nazionale. I suoi sforzi furono vani, la caduta dell’imperatore travolse anche lui e l’ultimo tentativo di riconquistare il trono di Napoli, con uno sbarco temerario a Pizzo di Calabria, si concluse davanti al plotone di esecuzione dei Borboni il 13 ottobre 1815.
Spinosa traccia la biografia di questo ardimentoso e tormentato sovrano napoleonico con scrupolosa fedeltà storica. Ne coglie con ironia gli aspetti più appariscenti, la vanità e l’estrosità degli abbigliamenti che ne facevano un «re di teatro» e penetra con umana comprensione gli aspetti segreti del dramma. Il ritmo narrativo, intenso ed efficace, sottrae Gioacchino e i personaggi del suo tempo dal Museo delle Cere in cui lo scorrere degli anni rischiava di confinarli.
In queste pagine Gioacchino stesso racconta la sua vita.
Antonio Spinosa, autore di biografie di successo, ha scritto Paolina Bonaparte (1979), Starace (1981), I figli del duce (1983). Altre sue opere: Storia delle persecuzioni razziali (1952), Diario di una inquietudine (1959), Dottor Schweitzer e dintorni (1960), L’ABC dello snobismo (1968, riediziòne 1981), Come si vive in Italia (1969), Il terzo mondo siamo noi (1974), L’ultimo Sud (1977), ’Ndrangheta, la mafia calabrese (1978). È stato inviato speciale del «Corriere della Sera» e del «Giornale nuovo». Ha diretto il rinnovato «Roma» e l’agenzia giornalistica «Italia». Ha vinto il Premio Estense e il Saint-Vincent. Vive e lavora a Roma.
Storia Nuova
Autore/i: Zosimo di Panopoli
Editore: Rusconi
a cura di Fabio Conca, disegni di Riccardo Orsolano.
pp. 368, 12 tavv. b/n f.t., 1 cartina b/n, Milano
Le notizie su Zosimo sono molto scarse: sappiamo solo che fu un pagano e che ebbe incarichi burocratici di un certo livello (comes ed advocatus fisci), ma ignoriamo dove nacque ed in quale periodo visse. Alcuni dati ricavabili dalla sua opera ed una testimonianza di Evagrio Scolastico fanno pensare che la Storia Nuova sia stata composta tra il 507 e il 518.
Zosimo vuole essere il Polibio della decadenza di Roma, una decadenza rapida ed inarrestabile, determinata dall’empietà degli uomini che si ribellano agli dèi della religione tradizionale e rifiutano le antiche cerimonie pagane. In questo modo la divinità abbandona Roma che, non più protetta dalla provvidenza, viene lentamente conquistata dai barbari. Dalla pax deorum dipende quindi la pax romana: ciò spiega i suoi attacchi violentissimi contro Costantino e Teodosio, che ebbero un ruolo essenziale nel trionfo del Cristianesimo, e al contrario la sua grande ammirazione verso Giuliano, l’ultimo difensore del paganesimo. Più che uno storico Zosimo sembra un abile libellista e la sua Storia si presenta come un’opera di propaganda filopagana: ciò ne condiziona spesso l’attendibilità. Tuttavia a partire da Teodosio egli rappresenta, in sostanza, la nostra fonte più importante. L’ultimo libro si interrompe dopo soli tredici capitoli, poco prima del sacco di Roma (24 agosto 410): ciò fa pensare che l’opera sia incompiuta.
La Chiave
Autore/i: Tanizaki Junichiro
Editore: Euroclub
prefazione di Geno Pampaloni, traduzione dal giapponese di Satoko Toguchi.
pp. 128, Milano
Un amore coniugale si conclude in distruzione; lo strumento narrativo sono i diari intimi tenuti parallelamente – e sotto chiave – dai due coniugi con la speranza prima, e la certezza poi, che ciascuno legga in segreto le pagine scritte dall’altro. Lui è un maturo professore universitario che, avvertendo l’incombere della vecchiaia e l’affievolirsi del proprio vigore, decide di infrangere ogni tabù attraverso una graduale e sistematica opera di corruzione nei confronti della splendida moglie. Lei ha dieci anni di meno e non comuni brame e disposizioni sensuali, ma nel corso della lunga vita matrimoniale – iniziata e trascorsa in un milieu perbenista e borghese – non ha mai accondisceso alle fantasie del marito, né ha mai affrontato il problema del sesso. Per destare nella donna le proprie concupiscenze, il protagonista si serve di ogni mezzo a disposizione: alcool, voyeurismo, materiale fotografico. E raggiunge il suo intento anche troppo bene: la bella addormentata si desta, fino a prendersi per amante il fidanzato della figlia e a divenire insaziabile nella ricerca di un appagamento che si rivelerà fatale. Della Chiave, una di quelle opere che si affacciano senza vertigini su un angolo dell’inferno, in cui si è costretti a riconoscere una parte viva, inconfessata, dolorosa di noi stessi, Henry Miller ha scritto: “Solo un ’veterano’ della letteratura avrebbe potuto trattare questo difficile soggetto con tanta audacia, con così pura e schietta onestà. È un libro che merita di essere considerato un classico”.
“…Solo un ’veterano’ della letteratura avrebbe potuto trattare questo difficile soggetto con tanta audacia, con così pura e schietta onestà. È un libro che merita di essere considerato un classico…” (Henry Miller)
Da questo romanzo, il film omonimo di Tinto Brass con Stefania Sandrelli e Frank Finlay.
Junichiro Tanizaki nasce a Tokio nel 1886. Iscrittosi alla Facoltà di Lettere dell’Università di Tokio, interrompe gli studi per assecondare una precoce vocazione narrativa. I racconti Il tatuaggio e Himitsu gli guadagnano i primi riconoscimenti della critica. Agli anni giovanili, dominati da una vena sadica e sensuale, segue un periodo di “vagabondaggio” sia fisico che morale, contrappuntato da un matrimonio non felice e dalla sofferta perdita della madre. Dopo il grande terremoto del Kanto, nel 1923 si trasferisce nel Kansai che diviene la sua residenza d’elezione. Da allora e fino al 1950 durante il cosiddetto “periodo classico” tutte le sue opere si caratterizzano per uno specifico riferimento al passato; il romanzo L’amore di uno sciocco segna lo stacco dalla fase precedente. Del 1928 sono Manji e Gli insetti preferiscono le ortiche; del 1931 Racconto di un cieco e Vita segreta del signore di Bushu; del 1932 I canneti; del 1933 La storia di Shunkin e un breve saggio da molti considerato il suo capolavoro, Libro d’ombra; del 1936 Là gatta; del 1935-38 la versione moderna del Genji monogatari. Nel 1943 la censura blocca la pubblicazione a puntate di quello che sarà il suo romanzo più lungo, Neve sottile (1948), a cui segue La madre del generale Shigemoto (1950). Dopo alcuni anni di silenzio appare nel 1956 La chiave, un romanzo che fa scandalo e gli dà fama mondiale, quindi Il ponte dei sogni (1959), Diario di un vecchio pazzo (1962) e La primavera dei miei 79 anni, pubblicato postumo nell’anno della morte, il 1965. L’Opera omnia in 28 volumi vede la luce nel 1966. Negli anni sessanta Bompiani ha pubblicato i suoi romanzi e racconti più importanti.
Canapa agli Incurabili
Sulla canapa nostrana e i suoi preparati in sostituzione della cannabis indica
Autore/i: Valieri Raffaele
Editore: Stampa Alternativa – Nuovi Equilibri
prefazione e cura di F.A. Ranno e Dr. Herb, introduzione dell’autore.
pp. 94, Viterbo
I pazienti “incurabili” che il medico napoletano Raffaele Valieri curava, più di un secolo fa, con sigarette e altri preparati a base di cannabis non erano malati terminali, né irriducibili tossicomani, ma solo povera gente ammalata di miseria e delle sue conseguenze patologiche (malattie polmonari, nervose, ecc.). Convinto che per molti di quei malanni la cannabis fosse il rimedio migliore, Valieri si preoccupava soprattutto di abbassare i costi, dimostrando l’opportunità di sostituire quella indiana con l’italiana, ugualmente efficace a dosi doppie. I risultati di quelle esperienze sono riassunti nel breve trattato che lo stesso Valieri pubblicò nel 1887, qui riprodotto arricchito da alcuni altri testi di quegli anni.