Libri dalla categoria Civiltà Scomparse
Arte Primitiva
Autore/i: Adam Leonhard
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
traduzione di Mario Pasi.
pp. 318, 71 tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Milano
Tema di questo libro sono le varie forme che l’istinto artistico ha assunto presso i popoli primitivi, vale a dire gli uomini dell’età della pietra e quelle razze indigene attuali d’Africa, dei Mari del Sud, d’America e di certe zone dell’Asia che appartengono a civiltà tuttora arretrate. Non solo quindi l’arte preistorica ma anche l’arte contemporanea, negra e boscimana, irochese e algonchina, eschimese e messicana. L’analisi di ogni sezione, integrata da una ricca documentazione fotografica, si accompagna inoltre a un costante interesse per la psicologia e l’antropologia sociale: l’autore esamina cosi l’oscura ma reale connessione tra gli impulsi artistici e quelli sessuali; sottolinea la relazione che unisce l’arte alle altre manifestazioni dell’organismo politico; si sofferma sul significato magico o religioso di molti tipi di opere decorative; pone in rilievo la frequente impossibilità di distinguere l’artista primitivo dall’artigiano. Attraverso il libro di Adam, l’arte primitiva cessa di essere un mondo proibito, per soli iniziati, e il “primitivo” viene a contrapporsi alla stanchezza della civiltà industriale come un’oasi di tranquillità, nella quale è possibile godere di certi piaceri estetici che risulta difficile provare, ormai, nel convulso mondo attuale.
Leonhard Adam, nato a Berlino nel 1891, ha studiato etnologia, legge e sinologia all’Università e al Seminario orientale di Berlino. Ha pubblicato libri e articoli, in tedesco, inglese e francese, in materia di diritto primitivo, organizzazione tribale, arte americana, indiana e cinese.
Attualmente insegna antropologia all’Università di Melbourne, dove è anche direttore del Museo etnografico.
Riti Notturni
Autore/i: Wilson Colin
Editore: Lerici Editori
traduzione di Aldo Rostagno e Diamante Cornaggia Medici.
pp. 560, Milano
«Riti notturni è un romanzo allucinato in cui i personaggi animano un intreccio angoscioso ed avvincente da romanzo giallo Dostojevskiano. È una vera enciclopedia del delitto, un trattato di “psycopathia sexualis”».
Verso la Concezione di un Sé Psicosomatico
Il corpo è come un grande sogno della mente
Autore/i: Frigoli D.; Masaraki G.; Morelli R.
Editore: Edizioni Unicopli
introduzione degli autori.
pp. 306, Milano
Gli Autori, utilizzando la loro esperienza di psicosomatisti, conducono il lettore in un suggestivo viaggio, volto a superare l’antica frattura mente-corpo.
Dopo un analisi critica sui limiti concettuali imposti da una medicina ancora imprigionata dal pesante fardello culturale lasciato in eredità dallo scientismo positivista dell’ottocento e da un moralismo ancorato ai dogmi indiscutibili del cristianesimo, essi giungono a formulare l’ipotesi di un sé psicosomatico, vero momento unificatore di quei due differenti e inseparabili poli dell’esistere che sono il corpo e la mente.
Le grandi funzioni organiche come il sangue e il respiro, vengono esaminate in una dimensione di studio che, oltre la stretta esperienza fisiologica, le colloca in un territorio governato dal simbolo, dalla metafora e dalle analogie.
Gli Autori, dopo una rassegna di casi clinici, mostrano la possibilità di considerare il corpo e i suoi sintomi come una continua sorgente di messaggi, di comunicazioni ad un tempo individuali e collettivi.
In questa visione il corpo sembra superare i suoi confini di puro prodotto biologico per assurgere a dignità di vero e proprio “simbolo” dell’Universo.
Per questo gli Autori si ricollegano ai riti, alle tradizioni mitiche, alle pratiche mediche tradizionali (agopuntura), a tutte quelle esperienze collettive che utilizzano il corpo attribuendogli quei caratteri di sacralità e di religiosità.
Il Dr. Diego Frigoli è specialista in psichiatria e insegna agopuntura tradizionale cinese presso l’Università di Milano. Lavora presso la Clinica Psichiatrica dell’Università di Milano.
Il Dr. Gianlorenzo Masaraki è specialista in psichiatria e si occupa di omeopatia.
Il Dr. Raffaele Morelli è specialista in psichiatria e insegna agopuntura tradizionale cinese presso l’Università di Milano.
Masaraki e Morelli lavorano presso il reparto di Medicina Psicosomatica dell’ospedale S. Raffaele di Milano, più volte al centro di diverse polemiche per le innovazioni portate e per l’aperto scontro con la medicina allopatica.
Ai Confini del Mondo
Esploratori e avventurieri dell’antichità sulle vie dell’ignoto
Autore/i: Finzi Claudio
Editore: Newton Compton Editori
premessa dell’autore.
pp. 208, nn. tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Roma
Fin dalla più remota antichità gli uomini del Mediterraneo hanno lasciato le loro case per muoversi sulle vie della terra e sulle rotte del mare alla ricerca di nuove sedi, di merci preziose o necessarie alla vita quotidiana, spinti altresì dal desiderio di conquista, dalla curiosità scientifica o dall’ansia religiosa. Secolo dopo secolo, Egizi, Fenici, Ebrei, Cartaginesi, Persiani, Greci e Romani giunsero sempre più lontano, «ai confini del mondo» antico e forse oltre, sugli oceani, che mai più avrebbero rivisto le prore delle navi mediterranee fino al XIV secolo dopo Cristo. Il presente libro è dedicato alle imprese di questi esploratori e a ciò che esse hanno di più avventuroso e avvincente; una manifestazione «di coraggio e intraprendenza che forse non ha eguali nella storia dell’uomo.
La storia degli antichi uomini che sulla terra e sul mare, con audaci e avventurose imprese, diedero forma al mondo quale fu conosciuto nel sapere dotto dei geografi e in quello pratico dei mercanti e dei soldati.
Claudio Finzi, docente all’Università di Roma, cultore di archeologia, dedica da anni a questa materia buona parte della sua attività di scrittore. in questa collana ha pubblicato con Luciano Zeppegno il volume «Alla scoperta delle antiche civiltà in Sardegna».
La Vita Quotidiana in Grecia nel Secolo di Pericle
Autore/i: Flacelière Robert
Editore: Rizzoli
premessa dell’autore, traduzione di Maria Grazia Meriggi
pp. 366, nn. ill. b/n, Milano
La Grecia dei tempi di Pericle, cioè del V secolo avanti Cristo, è la Grecia di Socrate, di Platone, di Fidia, di Sofocle: un luogo mitico della civiltà che ha generato alta letteratura, eccezionale riflessione filosofica, originale vita politica democratica, un’architettura e una scultura che sono state per secoli un modello di perfezione e bellezza. La civiltà occidentale, la nostra civiltà si fonda ancora oggi principalmente sui valori e gli ideali elaborati nell’età classica in questo piccolo angolo delMediterraneo. Fin dai tempi della scuola, sappiamo che i due volti della Grecia, con due modi di vivere completamente diversi, erano rappresentati da Atene e da Sparta: la prima ricca di commerci e aperta ai rapporti, amante dell’arte e della cultura, appassionata della libertà e della democrazia, la seconda chiusa in se stessa, autocratica, militare, basata su una povera economia agricola praticata da schiavi. Flacelière ci descrive la vita quotidiana ad Atene e a Sparta, ci fa entrare nelle modeste case di abitazione contrapposte allo splendore simbolico degli edifici pubblici, ci informa sulla condizione delle donne e sul riti matrimoniali, ci descrive le sobrie abitudini alimentari, le feste, i metodi educativi, l’amore per il teatro, i giochi e la pratica dei riti religiosi.
Robert Flacelière è nato a Parigi nel 1904. Direttore dell’Ecole Normale supérieure dal-1963 al 1971, ha dedicato tutta la sua vita allo studio della civiltà greca. Tra le sue opere ricordiamo: «Storia letteraria della Grecia» e «L’Amour en Grèce».
Fuga dalla Libertà
Autore/i: Fromm Erich
Editore: Edizioni di Comunità
nota dell’editore, premessa dell’autore, traduzione di Cesare Mannucci.
pp. 264, Milano
L’emergere dell’individuo e l’ambiguità della libertà. Medioevo, Rinascimento, Riforma.
I due aspetti della libertà per l’uomo moderno. Meccanismi di fuga: l’autoritarismo, la distruttività, il conformismo da automi. Psicologia del nazismo. Libertà e democrazia: l’illusione dell’individualità; libertà e spontaneità. Il carattere e il processo sociale.
L’uomo moderno, liberato dalle costrizioni della società preindividualistica che gli dava sicurezza ma al tempo stesso lo limitava, non ha raggiunto la libertà nel senso positivo di realizzazione delle potenzialità del suo intelletto, del suo sentimento, dei suoi sensi. Pur dandogli indipendenza e razionalità, la libertà lo ha isolato, lo ha reso ansioso e impotente. Questo isolamento è intollerabile, e l’alternativa che gli si presenta è la seguente: 0 fuggire dal peso di questa libertà verso nuove dipendenze, o progredire verso la piena realizzazione della libertà positiva, che si fonda sull’individualità e sull’unicità dell‘uomo.
E questa la tesi di «Fuga dalla libertà», forse l’opera più felice e celebrata di Fromm. La sua analisi del substrato psicologico del totalitarismo fascista e stata e rimane uno dei contributi più importanti alla comprensione approfondita di quella che è stata la più grande tragedia storica della prima metà di questo secolo. L’immagine che il totalitario fascista ha di sé – di uomo forte, virile, dotato di qualità eroiche – è un’enorme illusione: sia il « leader » sia il gregario, che in lui si identifica, sono caratteri deboli, tormentati da-terrori irrazionali e da ansietà, dominati dal sentimento dell’insicurezza e dell’impotenza. La brama di sottomissione a un potere soverchiante e l’odio per l’inerme – tipici tratti psicologici del fascista di ogni paese – non sono altro che la proiezione della sua disperata paura della libertà e dell’individualità.
La dimostrazione di questa tesi viene condotta da Fromm, con l’impiego di strumenti d’indagine tratti dalla psicanalisi e dal marxismo, attraverso una penetrante ricostruzione dei mutamenti psicologici che hanno accompagnato le grandi trasformazioni economico-sociali da cui è sorto il mondo moderno, e un’acuta analisi della loro ambivalenza. L’esame del totalitarismo fascista, nelle sue componenti sado-masochistiche, viene poi integrato dallo studio di un secondo, meno tragico ma pur preoccupante caso di «fuga dalla libertà»: il conformismo delle società democratiche di massa. È anche questa un’analisi di grande attualità, la quale, lontanissima dalle facili condanne moralistiche, offre seri motivi di meditazione al lettore che voglia veder chiaro nel nuovo mondo creato dalla scienza e dalla tecnologia.
Erich Fromm ha studiato sociologia e psicologia nelle università di Heidelberg, Francoforte e Monaco, e si è specializzato in psicanalisi all’Istituto di psicanalisi di Berlino. Ora è cittadino americano, e ha tenuto Corsi alla Columbia University, al Bennington College e alla New School for Social Research. Ha diretto il dipartimento di psicanalisi all’Università nazionale del Messico e dal ”1962 insegna psicologia alla New York University. Di Fromm le Edizioni di Comunità hanno pubblicato «Psicanalisi della società contemporanea», «Psicanalisi e religione» e «Dogmi, gregari e rivoluzionari».
La Reincarnazione e la Metempsicosi
Autore/i: Papus
Editore: Bastogi Editrice Italiana
pp. 116, Foggia
“La reincarnazione è il ritorno del Principio spirituale in un nuovo involucro carnale”: è la definizione pregnante dell’autore francese di questo singolare trattatello sul mistero della “vita oltre la vita”. Papus esamina i vari stadi del processo metapsichico e la sua interazione con la vita sociale e il comportamento religioso, riproponendo così uno dei più seducenti problemi dell’uomo.
La Pienezza dell’Uomo
Una cristofania
Autore/i: Panikkar Raimon
Editore: Editoriale Jaca Book
presentazione di Julien Ries, prefazione dell’autore, edizione originale a cura di Milena Carrara Pavan.
pp. 272, Milano
«Raimon Panikkar, uno dei grandi pensatori della nostra epoca, rappresenta un vero punto d’incontro tra l’Oriente e l’Occidente. I suoi grandi centri di interesse sono Dio, l’Uomo e il Cosmo; il Cristo – la Trinità – l’Uomo; il mistero della realtà ’cosmoteandrica’; il dialogo delle religioni e delle culture. Rifiutandosi di relativizzare la propria fede, egli si lascia interpellare dalla pluralità delle culture, dalle credenze, dalle teologie e s’impegna coraggiosamente nel dialogo. La pienezza dell’uomo costituisce una grande sintesi che apre prospettive per il III millennio». (dalla Presentazione di Julien Ries)
«Questo studio costituisce il tentativo di concentrare in poche pagine il pathos di tutta una vita… La prima parte dell’opera è una riflessione sulla figura centrale della coscienza cristiana e propone un approfondimento della cristologia classica. Questa ’nuova’ disciplina, cui viene dato il nome di cristofania, intende offrire al mondo contemporaneo… una risposta all’anelito di pienezza di vita insito nel cuore di ogni uomo. La seconda parte è un tentativo, forse ardito, di decifrare l’esperienza mistica di Gesù di Nazaret, poiché difficilmente si può capire il messaggio senza conoscere in certa misura il cuore del messaggero. La terza parte si limita a descrivere, in nove sutra, l’epifania cristica alla luce di un’esperienza che è passata attraverso il vaglio della metodologia accennata nella prima parte…
Queste pagine sono una riflessione sulla condizione umana nella sua dimensione più profonda e meno condizionata dalle vicende storiche. C’è nell’uomo un desiderio di pienezza e di vita, di felicità e di infinito, di verità e di bellezza, che va al di là delle contingenze religiose e culturali… Sono convinto che il mondo si trovi dinanzi a un dilemma di proporzioni planetarie: o avviene un cambio radicale di ’civiltà’, di senso dell’humanum, o una catastrofe di proporzioni cosmiche. Questo porta a vedere nell’interculturalità un primo passo verso una metanoia pregna di speranza». (dalla Prefazione dell’Autore)
Raimon Panikkar (Barcellona 1918) partecipa di una pluralità di tradizioni: indiana ed europea, hindū e cristiana, scientifica e umanistica. Laureato in chimica, filosofia e teologia, ordinato sacerdote nel 1946, ba tenuto corsi e lezioni nelle maggiori università d’Europa, India e America. Membro dell’Istituto internazionale di Filosofia, ha fondato diverse riviste di filosofia e centri di studi interculturali. Vive ora ritirato sulle montagne della Catalogna dove continua la sua vita attiva e contemplativa.
È autore di numerosi libri e articoli su argomenti che vanno dalla filosofia della scienza a metafisica, teologia e religione comparata. Tra le sue opere più recenti apparse in italiano si segnalano: Trinità ed esperienza religiosa dell’uomo (1989); La torre di Babele (1990); Il silenzio di Dio. La risposta del Buddha (1992’); Saggezza stile di vita (1993); La nuova innocenza (1996); L’esperienza di Dio (1998). Di prossima pubblicazione: I Veda. Antologia dei testi fondamentali della rivelazione hindū; e, in questa collana, Mito, fede ed ermeneutica.
La Cultura dell’Harem
Erotismo e sessualità nel Maghreb
Autore/i: Chebel Malek
Editore: Leonardo Editore
a cura di Gianni De Martino, traduzione di Giancarlo Pavanello.
pp. 240, Milano
Nelle società del Maghreb, dove la legge dell’islam è più forte di ogni secolarizzazione e governa rigidamente ogni aspetto della vita individuale e collettiva, il corpo è attraversato dalla linea di demarcazione fra lecito e proibito, dilacerato fra tradizione e modernità. Dietro le quinte, però, pullula una moltitudine di comportamenti sessuali “fuori della norma”: incesto, esibizionismo, scopofilia, omosessualità, transessualità, zoofilia. Nell’analizzarli, questo libro presenta un ritratto inedito della sessualità araba, disegnando una sorta di “carta dei turbamenti” che, come in un contrappunto, strutturano l’immaginario erotico maghrebino. Se il tabù della verginità e l’ossessione della virilità costringono a rimuovere l’omosessualità, la zoofilia e ogni altra “perversione”, gli “iuiù” – i trilli delle donne, autentiche espressioni vocali della sensualità femminile, già citati da Erodoto e ai quali Chebel dedica un capitolo magistrale – sono, per esempio, l’antitesi del velo. Parimenti, all’angoscia della donna prima della notte di nozze fa eco quella del bambino prima della circoncisione. Con un approccio che coniuga in modo stimolante antropologia, etnografia e psicanalisi, l’autore indaga i fantasmi che popolano l’universo erotico maghrebino: quelli maschili della voracità sessuale, come la ghūla (l’orchessa) e la “vagina dentata”, e quelli femminili che rinviano alle figure della lacerazione. Viene delineandosi in tal modo, attraverso chiusure, velami e interdetti di ogni tipo, quella “mentalità del serraglia” che, se da un lato rende l’erotismo arabo così “barocco” e distante dalla nostra cultura, dall’altro – riproducendone disagi e turbamenti – ne accresce irresistibilmente il fascino.
Europa: una Colonia Tecnologica?
Autore/i: Seitz Konrad
Editore: Edizioni di Comunità
prima edizione, traduzione di Marina Speich.
pp. VIII-472, ill. b/n, Milano
L’Europa sta perdendo la sfida tecnologica per la supremazia economica mondiale. In questo libro che in Germania ha sollevato un accesissimo dibattito, Konrad Seitz, studioso di economia industriale e dei problemi legati all’innovazione tecnologica, riassume con estrema chiarezza e incisività i termini della questione. Dopo aver fornito un quadro esauriente delle potenzialità e delle prospettive dei sei settori chiave delle industrie d’avanguardia (la tecnica dell’informazione, la biotecnica, i nuovi materiali, le nuove energie, l’ingegneria ambientale e la tecnica aeronautica e aerospaziale) e dopo aver tratteggiato magistralmente l’evoluzione dei rapporti economici e finanziari mondiali, l’autore lancia il suo grido di allarme. L’Europa, legata a schemi industriali che le hanno permesso di primeggiare nel XX secolo, sta perdendo di vista quelle che sono le reali forze portanti dell’economia di domani e rischia di diventare un campo di battaglia dove si combattono guerre decise altrove, una periferia, desolata del mondo ipertecnologico del XXI secolo dominato da Giappone e USA, un continente arretrato e marginale. Al centro di tutta l’analisi di Seitz c’è la questione della nascente società dell’informazione incentrata su capacità di produzione, di comunicazione impensabili solo qualche decennio or sono. Davanti a questa impetuosa evoluzione l’Europa ha colpevolmente trascurato i settori delle alte tecnologie di punta e i mercati ad essi connessi, fino a giungere alla desolante situazione odierna che vede il Giappone, alleatosi agli Stati Uniti, far la parte del leone. Seitz individua le cause dell’arretratezza europea e mette in guardia dai rischi che comporta questa progressiva emarginazione del Vecchio Continente. Le ricette che l’autore propone per colmare l’enorme ritardo accumulato sono radicali: l’intero sistema produttivo europeo va ricalibrato in funzione della società dell’informazione.
Vanno elaborate politiche industriali precise, il settore della formazione deve essere adeguato ai tempi e l’intera società deve rendersi conto della posta in gioco.
La forza di questo libro non risiede tanto nella notevole capacità di districare i fili molto aggrovigliati del mondo delle alte tecnologie e dell’economia internazionale, quanto nella drammaticità dell’appello. È giunto il momento delle scelte, è necessaria una collaborazione globale tra industria, stato e società.
La costruzione dell’economia del futuro deve diventare l’obiettivo di governi, imprenditori e cittadini.
Konrad Seitz, nato nel 1934, ex consigliere del Ministro degli Esteri tedesco, esperto di alte tecnologie, e stato fino all’inizio del 1995 ambasciatore di Germania a Roma. Attualmente e ambasciatore della Repubblica Federale Tedesca a Pechino.
Storia dei Rosa-Croce
Autore/i: Arnold Paul
Editore: Bompiani
prima edizione, prefazione di Umberto Eco, traduzione dal francese e cura di Giuseppina Bonerba.
pp. 336, Milano
Cartesio era stato sospettato di essere un Rosa-Croce. Ma siccome per definizione i Rosa-Croce erano “invisibili”, Cartesio si fece vedere in giro dappertutto, e mise così a tacere i pettegolezzi. La storia dei RosaCroce è ricca di episodi paradossali. Che esistessero (e chissà da quanto tempo) i Rosa-Croce, lo raccontano due manifesti all’inizio del Seicento. Ma i presunti autori dei manifesti ne negano la paternità. Però ai manifesti rispondono personaggi oscuri o famosi, che affermano o di appartenere alla confraternita o di volervi ardentemente appartenere. Ma siccome il gruppo è segreto, si assume ben presto che chi afferma di essere Rosa-Croce evidentemente non lo è. E tuttavia sono esistite ed esistono da allora associazioni che si presentano come le sole eredi dei veri Rosa-Croce, naturalmente scomunicandosi a vicenda.
Pochissimi libri sui Rosa-Croce sono storicamente attendibili, e il libro di Arnold è uno di questi pochi. Dotato di una profonda conoscenza dei testi originali in lingua tedesca, Arnold lavora solo su documenti ineccepibili e alla luce di questi passa in rassegna una pletora di autori che sorprende per così dire con le mani nel sacco, mentre contraffanno testimonianze o producono ex novo documenti antichissimi.
Apparsa in Francia nel 1955, l’opera di Arnold è stata utilizzata come repertorio insostituibile per vari studi successivi come quello di Frances Yates.
Mentre dovrebbe essere buona regola diffidare di ogni testo che prometta la verità sui Rosa-Croce, il libro di Arnold rimane come una guida sicura per prender confidenza con uno dei “luoghi” più affascinanti e misteriosi della storia delle idee, del pensiero religioso e politico, delle società segrete.
Narratore, drammaturgo e saggista, Paul Arnold è anche l’autore di studi sull’esoterismo di Shakespeare e di Baudelaire, sulle tradizioni orientali, e di un’altra opera sui rapporti fra Rosa-Croce e massoneria.
La Bibbia Senza Segreti
Autore/i: Barbiero Flavio
Editore: Rusconi
prima edizione, premessa dell’autore.
pp. 472, nn. tavv. a colori e b/n f.t., nn. ill. b/n, Milano
Chi ha scritto la Bibbia? La domanda è affascinante, e la risposta potrebbe assumere un valore incalcolabile. Stabilire date e luoghi precisi, infatti, significherebbe risolvere molti enigmi presenti nell’Antico Testamento, soprattutto nei primi cinque Libri, il Pentateuco, che nei secoli si sono arricchiti di cronache, tradizioni orali, storie di famiglie e di clan, miti e profezie.
Flavio Barbiero, studioso eclettico e felicemente irregolare, riafferma che il primo «storiografo» di Israele fu probabilmente Mosè, seguito dal nipote Sebuel, poi dal pronipote Eli. In questa successione genealogica, la Bibbia si caratterizza come una cronaca di avvenimenti riferiti dai protagonisti e dai testimoni «senza invenzioni né travisamenti premeditati».
«Il primo e fondamentale presupposto è che la Bibbia racconta sempre e solo concretissimi fatti umani e naturali»: così scrive Barbiero in questa sua lettura «laica» delle Sacre Scritture, un’interpretazione che non esclude, anzi sublima, il senso religioso ed etico dei testi direttamente «ispirati» da Dio.
Più che da una sfida, l’analisi di Barbiero nasce da una bruciante curiosità intellettuale. L’autore esanima il «corpus» biblico in vista di un traguardo ben definito: coordinare l’ambientazione geografica e cronologica dei vari personaggi, a cominciare dal patriarca Abramo che forse non era il pastore nomade della tradizione, bensì il figlio della grande civiltà Ur dei Sumeri.
La lucidità della ricerca e la vivacità delle intuizioni, mirabilmente fuse tra loro, sono i due elementi di base che consentono a Flavio Barbiero di comporre, con La Bibbia senza segreti, un’opera rinnovatrice, non canonica, convincente anche nei brani che possono apparire discutibili. La Bibbia senza segreti, sempre pervasa da un fascino febbrile, tende in ogni pagina a una verità estrema e circolare, densa di emozioni, di meraviglie e di ineccepibili sorprese.
Attraverso gli studi di Flavio Barbiero, la Bibbia giganteggia ancora di più come immenso patrimonio culturale di tutti gli uomini, documentazione universale di un destino comune, «parola» ancora viva, dopo quattro millenni, in tutti i suoi aspetti, da quelli religiosi a quelli storici, scientifici, etnici, perfino linguistici e letterari.
Flavio Barbiero, 46 anni, veneto, dopo gli studi classici in collegi tenuti da religiosi ha conseguito la laurea in ingegneria elettronica. Ha frequentato l’Accademia Navale di Livorno, ha lavorato nei centri studi e ricerche della Marina Militare e presso industrie ad avanzatissima tecnologia. Ha compiuto due spedizioni in Antartide, la seconda delle quali a bordo di un gommone, oltre a spedizioni di ricerca nel Sahara. Ha un’antica passione per l’archeologia e una solida preparazione, per pratica diretta, nel campo dell’agricoltura. Ha pubblicato due libri e collabora a numerose riviste.
Ebraismo
Passato, presente, futuro
Autore/i: Küng Hans
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione di Giovanni Moretto.
pp. 848, ill. b/n, Milano
«Non c’è pace tra le nazioni senza pace tra le religioni. Non c’è pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni. Non c’è dialogo tra le religioni senza una ricerca sui fondamenti delle religioni.» Prende avvio da questa premessa l’ampio progetto di studio che il teologo tedesco Hans Küng sta conducendo sulla situazione religiosa del nostro tempo e che prevede, dopo questo primo volume dedicato all’ebraismo, un secondo volume sul cristianesimo e un terzo sull’islamismo. Non è un caso che Küng, nella non facile prospettiva di teologo cristiano, inizi la sua ricerca proprio con l’ebraismo: per duemila anni cristianesimo e chiesa cattolica hanno negato un futuro all’ebraismo ma oggi, alle soglie del terzo millennio, è nella più antica delle tre religioni profetiche che si riflettono, come in una lente focale, tutti i problemi religiosi della nostra epoca. L’opera di Küng porterà i cristiani, e i cattolici in particolare, a interrogarsi sul perché la chiesa fin dai primi secoli dopo Cristo abbia sviluppato un atteggiamento ostile nei confronti dei «fratelli maggiori nella fede» e a domandarsi se sia possibile giustificare quel fenomeno oscuro che ha dato vita nel XIX secolo all’antisemitismo e condotto alla barbarie dell’Olocausto. Il volume si articola in tre parti principali: l’eredità del passato, le sfide del presente e le possibilità del futuro: Al racconto della grande storia dell’ebraismo in cui spiccano i profili dei personaggi più importanti, si alternano la riflessione più specificatamente teologica e l’analisi dei rapporti fra religione, politica e società. Denominatore comune rimane l’interesse per i significati permanenti: qual è l’essenza della fede? Dove risiedono gli antagonismi e dove i paralleli con le altre religioni? Potrà l’ebraismo conservare la visione della propria sostanza religiosa e renderla comprensibile alla nuova generazione?
Küng invita ogni cristiano autentico a non ignorare la realtà dell’ebraismo odierno, «vasta unità vivente» essenziale al dialogo con il cristianesimo e l’islamismo. È allora importante che cristiani, musulmani ed ebrei ritrovino le loro radici comuni, imparando a vivere e a dialogare insieme. «Obiettivo finale di tutte le nostre pratiche e aspirazioni non può essere una religione unitaria, ma una pace autentica tra le religioni», sono le parole e l’auspicio con cui Küng ci introduce alla lettura di questo saggio.
Hans Küng è nato nel 1928 a Sursee, in Svizzera. Dal 1960 insegna all’università di Tubinga. Tra le sue numerose opere teologiche, dedicate alla riflessione critica sul cattolicesimo, ricordiamo: Teologia in cammino (1987), Maestri di umanità (1989) e Conservare la speranza (1990).
Samurai
Ascesa e declino di una grande casta di guerrieri
Autore/i: Arena Leonardo Vittorio
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, introduzione dell’autore.
pp. 314, nn. tavv. a colori f.t., Milano
Difficile pensare al Giappone senza evocare i samurai, guerrieri privi di scrupoli che tennero in soggezione un intero popolo con le armi, ma anche poeti, filosofi e cultori del pensiero Zen che hanno segnato la storia e la cultura del loro Paese. In questo, il samurai è uomo del Rinascimento: un uomo completo, che coltiva diverse discipline nell’ambizione di riuscire in tutte. La loro storia è fatta di intrighi, tradimenti e brama di potere, accompagnata dal feticismo della spada, dal fratricidio, dalla perversione sessuale. E insieme dalla spiritualità, dall’estetismo e dalla compassione.
In questo libro, Leonardo Vittorio Arena ne ripercorre la vita pubblica e privata, a partire dal principe Yamato (Il secolo a.C. circa) fino a Saigo Takamori (morto nel 1877): l’impiego dei samurai per il controllo delle campagne da parte dei signori della terra, l’affermarsi di una nuova classe emergente, la lotta tra le corti imperiali del Nord e del Sud, il declino della dittatura militare degli shogun, il ruolo dei commercianti portoghesi e dei missionari gesuiti.
Bistrattati o esaltati, a seconda delle diverse situazioni storiche, i samurai, «guerrieri e servitori», non furono soggiogati né dal cristianesimo, né dall’imperatore, né dai monaci-guerrieri buddhisti: morirono forse per anacronismo a fine Ottocento, con l’avvento di un’età, quella moderna, che ormai poteva farne a meno. Non furono però una «meteora, né un evento secondario o marginale. Senza di loro il Giappone, oggi, sarebbe tutt’altra realtà. E il loro esempio continua a influenzare l’Occidente: si pensi a Musashi, l’esponente più autentico della loro leggenda, e al Libro dei cinque anelli, diventato un’opera di culto in Europa e in America, come il «codice» dei guerrieri Hagakure. E, ancora, si pensi a Mishima, il più «occidentale» degli scrittori giapponesi, che ai samurai si è ispirato sia nei suoi romanzi che nella vita; a Kurosawa, che a loro ha dedicato alcuni celeberrimi film; a Jarmusch che, in Ghost Dog, ne ha ritratto un epigono americano.
Ma l’insegnamento fondamentale dei samurai potrebbe essere compendiato nelle parole di un grande maestro di scherma, Yagyu Tanemori: l’arte della guerra non consiste nel vincere sugli altri, bensì su sé stessi.
Leonardo Vittorio Arena insegna Filosofie dell’Estremo Oriente e Storia della filosofia contemporanea all’Università di Urbino. Tra i suoi libri: Storia del Buddhismo Ch’an (Mondadori 1992), Vivere il taoismo (Mondadori 1995), La filosofia cinese (Rizzoli 2000). Ha curato Haiku (Rizzoli 1995) e l’antico manuale di medicina Nei Ching (Mondadori 2001).
Il Destino nei Numeri
Vibrazione e messaggi dei vostri numeri-chiave
Autore/i: Dodge Young Ellin; Schuler Carol Ann
Editore: Edizioni Mediterranee
traduzione di Chiara Feroldi.
pp. 158, 20 disegni b/n, Roma
Questo libro, per alcuni aspetti affascinante e divertente, è una chiave per capire se stessi e le proprie inclinazioni sulla base delle cifre dei dati di nascita e del nome di ciascuna persona. Inoltre, permette di individuare le “vibrazioni” che ognuno riceve da tali numeri fondamentali nei diversi periodi e nei vari aspetti della propria esistenza. Con l’aiuto di alcuni semplici calcoli, è così possibile conoscere quali siano le disposizioni individuali nei riguardi dell’amore e del sesso, della salute, della nascita e i suoi significati, il giorno, il mese e l’anno fortunati. Di ogni numero personale sono inoltre definiti immagine, desideri, capacità e destino; a ciò si aggiungono le date importanti e i “punti decisivi” di ciascuna esistenza. Da tutti questi elementi è possibile infine tracciare una “carta delle vibrazioni” individuale, che permette, al pari di un oroscopo, di definire la personalità e il destino per se stessi e per gli altri. L’antica numerologia diventa in tal modo una guida utile e sicura per comprendere molte esperienze della propria vita, per conoscere se stessi e i propri amici, per guidare i talenti e le potenzialità dei propri figli.
Ascolta Israele
Preghiere, meditazioni e inni ebraici
Autore/i: Kopciowski Elia
Editore: Edizioni Paoline
presentazione di Gianfranco Ravasi.
pp. 152, Roma
Le preghiere presentate in questa raccolta del rabbino E. Kopciowski, invitano l’orante cristiano ad entrare nel mondo noto e ignoto della preghiera ebraica e di saper estrarre “cose nuove e cose antiche” dal grande tesoro della tradizione religiosa ebraica. Alcune preghiere citate si rifanno direttamente ai testi biblici e sottolineano così ancora più evidentemente l’eredità comune tra l’ebraismo e il cristianesimo. Il titolo del volume: Ascolta Israele esprime il cardine della fede ebraica: l’atteggiamento dell’ascolto docile alla voce del Dio unico che si rivolge al suo popolo e vuole condurlo a sé.
Vivere e Vivere Ancora
Saggio sulla Resurrezione dei Morti basata sulle fonti classiche della tradizione ebraica e sugli insegnamenti del pensiero chassidico
Autore/i: Dubov Nissan Dovid
Editore: Mamash Edizioni Ebraiche
a cura di Shlomo bekhor, traduzione di Marialuisa Cases Tchilibon.
pp. 174, Milano
Nel Talmùd si narra che la regina Cleopatra chiese a ràbbi Meìr: «So che i morti vivranno di nuovo, poiché è scritto: ed essi spunteranno dalla città come l’erba dalla terra (Salmi 72, 16). Ma quando si alzeranno, saranno nudi o vestiti?». Egli rispose: «Puoi dedurre la risposta osservando un chicco di grano: esso viene introdotto “nudo” nella terra e ne scaturisce avvolto in molte vesti; tanto più lo saranno i Giusti, che vengono sepolti con i loro abiti» (Sanhedrìn 90b).
Vivere e Vivere Ancora è un saggio sulla Resurrezione dei Morti, basato sugli insegnamenti del Talmùd, sulle opere delle maggiori autorità rabbiniche e sul pensiero chassidico Chabàd. Il linguaggio fluido e allo stesso tempo ricco, la suddivisione schematica degli argomenti, la chiarezza delle spiegazioni e le note a piè di pagina rendono il testo interessante e particolarmente istruttivo per il lettore sensibile ai valori della Torà, portandolo a conoscenza di uno degli aspetti fondamentali della fede ebraica: la Resurrezione dei Morti.
L’opera è rivolta a un vasto pubblico, da studiosi a persone semplicemente interessate a conoscere gli aspetti meno noti e più profondi della Torà e in particolare della Resurrezione dei Morti, pietra miliare della fede nell’avvento messianico.
Lo Specchio
Un consiglio sulla presenza e la consapevolezza
Autore/i: Norbu Namkhai
Editore: Shang-Shung Edizioni
traduzione dal tibetano, introduzione e cura di Adriano Clemente.
pp. 96, Arcidosso (GR)
Lo Specchio – Un consiglio sulla presenza e la consapevolezza, scritto durante un ritiro della Comunità Dzogchen tenutosi a Lu Cumitoni, in Sardegna, nel dicembre del 1977. È un breve testo che espone con incredibile semplicità e profondità i tre aspetti fondamentali della via dello Dzogchen: il modo di vedere, o comprensione intuitiva del proprio stato primordiale (Lta ba) la meditazione (Sgom pa), o coltivazione di questa conoscenza, il comportamento (spyod pa), o integrazione della meditazione in tutte le attività quotidiane. In particolare questo testo è stato scritto per precisare il principio della consapevolezza e della sua presenza continua, unico sostituto di tutte le regole e le limitazioni proprie delle diverse tradizioni religiose. Il commento che segue il testo è tratto da un insegnamento orale che l’Autore stesso ha dato durante il ritiro nel presentare il libro ai suoi studenti.
Chögyal Namkhai Norbu ha detto spesso: “Lo Dzogchen non chiede di cambiare religione, filosofia o ideologia, e neppure di diventare diversi da quello che si è, chiede soltanto di osservare se stessi e di scoprire la ’gabbia’ che ci siamo costruiti con tutti i nostri limiti e condizionamenti. E insegna a uscire da questa gabbia senza crearne un’altra, in modo da diventare liberi e autonomi.”
Il Daimon e il Superuomo
Autore/i: Morretta Angelo
Editore: Editrice Atanòr
pp. 136, Roma
“Quando porrete fine a questa maledetta strage?” (Empedocle)
Perchè mai la Scienza è nata nei lidi europei e non in Asia? Come mai dall’homo faber e dai ciclopi e titani della proto-Grecia, siamo giunti all’era nucleare? Qual’è il vero significato degli dèi indo-europei e di Prometeo apportatore del fuoco celeste e terrestre? Perchè il demone di Socrate si è trasformato in mera conoscenza tecnologica? E’ vero il mito biblico dell’albero della scienza e della caduta dell’intelligenza? Perchè, infine, l’Eroe-Ercole è il vero modello della civiltà occidentale?
L’eredità dell’antico ciclope è alle fondamenta della nostra volontà di potenza; perciò, come Heidegger dice, abbiamo smarrito l’essenza dell’essere. Le origini semantiche – indo-arie e greco-romane – del genio al modo occidentale segnano l’evoluzione, o l’involuzione, del daimon neutro dell’azione pura: talchè, nell’inquietudine del XX secolo, i cardini della vita naturale sono sconvolti e l’intero pianeta si trova come in balìa del fato.
Al contrario, soltanto l’uomo dello spirito o il santo, intesi nel significato più tecnico della parola, tanto in Occidente quanto in Oriente, possono riportarci alla rivalorificazione dell’autentico Superuomo, dell’uomo, cioè, in quanto tale; e non già il culto degli eroi, o del genio, come essi appaiono in Machiavelli, Carlyle , Nietzsche, ecc., nè il cieco razionalismo-erostratismò sfociato nella filosofia del benessere e nell’utopia della storia. La parentesi del Medioevo cristiano sembra esser stata quasi un’incidente; ora però, nel nuovo medioevo tecnologico in cui siamo inoltrati, dobbiamo urgentemente ritrovare la dimenticata gerarchia dello spirito. Essa soltanto è capace di guidarci verso una società universale non più fondata sull’istinto del ciclope, ma altresì sulla coscienza d’un nuovo rapporto fra il visibile e l’invisibile. Le ideologie della perfezione solo materiale, singola o collettiva che sia, esasperano l’antica eredità del daimon e ci portano ad una specie di resa dei conti irrazionale del secolo della ragione; ed è proprio nell’era della trionfante scienza difatti che ci troviamo in procinto di soccombere sotto le violenze scatenate del titanismo ancestrale.
Angelo Morretta ha svolto in gioventù e all’estero una feconda attività di romanziere e saggista; tornato e stabilitosi in Italia da quasi venticinque anni, si è dedicato intera· mente allo studio della civiltà e cultura indiane, con libri, articoli nei massimi giornali romani, conferenze, frutto non solo di letture, ma di ripetuti viaggi in Oriente. Ha goduto di borse di studio Unesco, ecc.; nel 1960, ha partecipato al Centenario di Tagore di Bombay e, nel 1964, al 26° Congresso Internazionale degli Orientalisti a New-Delhi; si è documentato a Londra per una enciclopedia della mitologia indiana, e ha visitato anche il Medio Oriente, per approfondire le sue conoscenze in materia di lingue e culture di quei Paesi. Considerato oggi uno dei più qualificati . interpreti delle discipline dell’Induismo in Italia, conoscitore dei testi sanscriti, Angelo Morretta è autore dei seguenti lavori: LA RESA DEI CONTI (1957), LO SPIRITO DELL’INDIA (1960), GLI DEI DELL’INDIA (1966), IL PENSIERO VEDANTA (1968), LA PAROLA E IL SILENZIO (1970). Ha in preparazione un ampio saggio su AUROBINDO PROFETA DELL’UOMO INTEGRALE, in occasione del centenario del più poderoso pensatore dell’India moderna. La sua attività si svolge sul duplice binario della specializzazione e della divulgazione, con l’intento di far conoscere meglio, e in un linguaggio attuale, i più genuini temi della tradizione indiana e orientale in genere.
Il Cavallo a Dondolo
Autore/i: Fulchignoni Enrico
Editore: Edizioni del Borghese
unica edizione, prefazione di Mario Missiroli.
pp. 304, Milano
Gioco, fantasia, humour, paradosso?
E difficile dire che cosa sia questo libro, perché Il cavallo a dondolo di Enrico Fulchignoni è un cavallino bizzarro che porta il lettore attraverso il mondo d’oggi, da Parigi all’Africa Nera, dal misterioso Oriente al non meno misterioso Occidente, almeno per chi sappia vedere, dietro gli schermi della retorica e della falsità, le cose vere, autentiche, segrete.
Giornali, cinema, televisione, cioè i vituperati mass media, ci hanno abituati a confondere la realtà con la notizia, a ridurre la realtà alla notizia.
Enrico Fulchignoni, invece, ci aiuta a riconoscere la realtà ritenuta insignificante o pericolosa. Viaggiando in tutti i continenti, per l’Unesco o per la sua Università, questo eterno curioso, instancabile indagatore di Paesi e di uomini, ha così scritto una specie di nuovo Milione, in cui annota quello che ha visto e che gli altri non hanno potuto o voluto vedere, facendone un resoconto spesso sorridente, o irridente, o sarcastico, sempre intelligente.
Perché l’intelligenza, come avverte Mario Missiroli nella sua lunga prefazione, è la nota dominante di questo volume che è insieme diario e taccuino d’appunti, nelle cui pagine sfilano i più illustri personaggi della cultura, della politica, dell’industria contemporanee, fra cui scrittori francesi e scienziati giapponesi, miliardari americani e congolesi, che Fulchignoni ha conosciuto, con i quali ha avuto scambi di idee o stretto rapporti di amicizia. Sicché, alla fine, questo lungo e appassionante viaggio ci offre un insospettato ritratto del mondo in cui troppi vivono senza conoscerlo e senza nemmeno immaginarne l’esistenza.