Libri dalla categoria Biologia
Aura Soma – La Medicina dei Colori
Trovare il perfetto equilibrio fra mente, corpo e spirito attraverso l’energia vitale dei colori
Autore/i: Merivale Philippa
Editore: Armenia Editore
prefazione di Mike Booth, introduzione dell’autrice, traduzione di Nicoletta Spagnol.
pp. 256, nn. tavv. a colori f.t., Milano
L’Aura Soma è la tecnica della guarigione spirituale e psicologica tramite l’utilizzo di essenze colorate (per metà sostanza oleosa e per metà sostanza liquida) racchiuse in boccette che possono condurci da un labirinto di oscurità, confusione e disperazione a un universo interamente nuovo dominato dalla benefica energia dei colori e della luce.
Questo libro fornisce una concisa introduzione generale a una terapia unica e affascinante che ha avuto un profondo effetto di trasformazione benefica sull’autrice, sui suoi figli e su molti allievi e pazienti. Attingendo all’esperienza personale e citando esempi e aneddoti vivaci, Philippa Merivale spiega le teorie, i metodi e le tecniche dell’Aura Soma e ci dimostra come questa possa essere adattata alle singole esigenze introducendo splendide tavole a colori che illustrano la gamma delle essenze in flacone, spiegando il significato della nostra scelta rispetto ai singoli colori e rivelandoci il miracolo di guarigioni da malattie fisiche e disagi interiori, messo in atto dalla personalissima scelta di boccette dai colori splendenti e gioiosi che ricordano le tonalità esotiche delle sete e delle orchidee, delle pietre preziose e dei pesci tropicali.
Philippa Merivale è membro della facoltà permanente dell’International Academy of Colour Therapeutics che ha sede in Inghilterra. Ha lavorato come consulente e insegnante in parecchi paesi, il suo lavoro all’estero è concentrato in Estremo Oriente e in Europa centrale.
Ciò che Credo
Autore/i: Küng Hans
Editore: Rizzoli
edizione italiana a cura di Massimo Faggioli, traduzione di Chicca Galli.
pp. 364, Milano
“Una cosa è la «religione ufficiale» di una persona. Un’altra è la religione del cuore, che ognuno porta dentro di sé.”
L’appassionato credo del «teologo ribelle» che per tutta una vita ha combattuto il dogmatismo religioso con la più autentica delle fedi: l’umanità.
“Verso la fede cieca, e verso l’amore cieco, ho nutrito e nutro sospetti fin dai tempi in cui studiavo a Roma.” Questa diffidenza nei confronti di ogni assolutismo ha sempre guidato Hans Küng, il più critico tra i teologi cattolici, il rivoluzionario che ha detto sì alla pillola e no all’infallibilità papale. È possibile oggi, si chiede, credere in una religione? Oppure la complessità del mondo contemporaneo ci spinge sempre più verso un’etica globale, condivisa e condivisibile da tutti? Per illustrare le sue risposte a queste domande universali, Hans Küng ripercorre i momenti fondamentali della propria esistenza. Dai dubbi del periodo universitario ai dissidi con le gerarchie ecclesiastiche negli anni Settanta, dall’impegno volto a favorire il dialogo interconfessionale al conferimento nel 2008 della medaglia d’oro Otto Hahn per la pace, le tappe di questo itinerario esemplare toccano alcuni tra i temi caldi della nostra epoca: il multiculturalismo, la natura contraddittoria della libertà, la delicata relazione tra morale e ricerca scientifica, la necessità di superare i limiti angusti dell’intolleranza religiosa. Questo libro racconta l’avventura affascinante di una ricerca personale instancabile e coraggiosa. Scagliandosi contro il nichilismo di troppi pensatori moderni, Küng accompagna il lettore in una straordinaria ascesa spirituale, alla ricerca di una nuova prospettiva fondata sull’amore, la consapevolezza di sé e il rispetto del diverso. Un autentico inno alla gioia capace di rivolgersi a tutti, anche a chi non crede: perché sia il valore dell’uomo, e non il dogma, a guidare finalmente la nostra storia.
Hans Küng, professore emerito di Teologia ecumenica all’Università di Tubinga e presidente onorario della Fondazione Weltethos, è il più importante teologo del dissenso cattolico. Nel 2012 gli è stato conferito il Premio Nonino. Tra le sue opere in BUR ricordiamo Una battaglia lunga una vita, Tornare a Gesù, Essere cristiani, Salviamo la Chiesa, Onestà e Ciò che credo.
Incontri con Uomini Straordinari
Autore/i: Gurdjieff Georges Ivanovič
Editore: Adelphi Edizioni
traduzione di Gisèle Bartoli.
pp. 416, Milano
Le avventure picaresche raccontate in questo libro «con una semplicità orientale che sconcertava per la sua apparenza di ingenuità» sono per Gurdjieff innanzitutto uno strumento per iniziare il lettore alle sue dottrine, per sottoporlo a una serie di choc e di paradossi che possono orientarlo verso il risveglio.
Gurdjieff è una delle più enigmatiche e soggioganti figure che abbiano traversato questo secolo. Per molti, incontrarlo volle dire «cambiare la vita», imparare a essere: fra questi René Daumal, Katherine Mansfield, il filosofo Uspenskij. E molti furono anche i suoi nemici e denigratori, che videro in lui soltanto un mistificatore dai pericolosi poteri.
Quando Gurdjieff arrivò in Francia, nel 1922, accompagnato da un piccolo gruppo di seguaci, già lo precedevano disparate leggende. A Parigi, in breve tempo, dopo che egli ebbe costituito la comunità del Prieuré, presso Fontainebleau, si cominciò a parlare di lui come di un maestro inaudito e sconcertante, che insegnava innanzitutto – con l’ausilio di tecniche che sembravano collegate ad antichissime dottrine orientali – a risvegliarsi da una vita di automi addormentati. Tale, infatti, egli giudicava la vita normale degli occidentali. Da quel momento fino alla morte, avvenuta a Parigi nel 1949, l’insegnamento di Gurdjieff si diffuse capillarmente, toccando le persone più diverse: e ancora oggi i suoi seguaci sono sparsi in ogni parte del mondo. Con Incontri con uomini straordinari, pubblicato postumo nel 1960, Gurdjieff non ci introduce soltanto al suo insegnamento, ma solleva il velo sulla sua vita precedente all’arrivo in Francia. Per lui, comunque, come per i sapienti antichi, velare e svelare sono lo stesso gesto, sicché tutto si troverà in queste memorie salvo un taglio di esattezza documentaria: questi ricordi, strabilianti come un sontuoso romanzo d’avventure, animati in ogni riga da una sapiente buffoneria e da un’ispida bruschezza, raccontati nella stessa maniera che usava nella vita, «con una semplicità orientale che sconcertava per la sua apparenza di ingenuità», sono per Gurdjieff innanzitutto uno strumento per iniziare il lettore alle sue dottrine, per sottoporlo a una serie di choc e di paradossi che possono orientarlo verso il risveglio. Dal padre di Gurdjieff, splendida figura di cantore mediorientale, ai suoi imprevedibili amici e compagni in spedizioni nel cuore dell’Asia, alla ricerca della Conoscenza nascosta, vediamo sfilare davanti ai nostri occhi una serie di persone che hanno come una dimensione in più del reale, un po’ come la coscienza nel senso di Gurdjieff ha tutt’altra dimensione rispetto alla coscienza nel senso comune. Ognuna di queste figure si impone con la concretezza dei più felici personaggi romanzeschi, ognuna contribuisce per la sua parte a illuminare in una certa prospettiva un insegnamento che mette tutto in causa, ognuna infine rispecchia, in una moltitudine di sfaccettature, il personaggio che sta al centro e parla – e indubbiamente è il più straordinario di tutti: Gurdjieff stesso, «l’inconoscibile Gurdjieff».
Metafisica della Sessualità
Autore/i: Schopenhauer Arthur
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione di Andrea Landolfi, traduzione di Ada Vigliani.
pp. 112, Milano
Rivendicando a sé l’originalità di aver trattato per primo in termini filosofici l’argomento, tutt’altro che frivolo, della sessualità, Schopenhauer sviluppa in questo breve saggio alcuni principi che avranno un influsso su Bergson e Freud. Smaschera in modo crudo, anche se non del tutto privo di implicazioni positive, l’essenza del sentimento amoroso, in cui la volontà di vita e di autoperpetuazione della specie nelle generazioni future raggira, tra felicità e dolore, il desiderio degli amanti. Una realtà in cui persino il lieto fine sancisce non il trionfo delle ragioni del cuore, ma quello del genio della specie e della sua volontà di vivere. E nella stessa luce vengono provocatoriamente viste anche l’omosessualità e la pederastia. Pur nel feroce pessimismo che lo anima, questo breve saggio lascia però trapelare qualche raggio di luce: l’amore per l’umanità sofferente, la simpatia del filosofo per la follia degli innamorati, che rende meno terribile la vertiginosa idea della predestinazione degli incontri amorosi, come se i due amanti fossero chiamati dalla creatura che dalla loro unione nascerà.
«Il desiderio e il dolore dell’amore non possono trarre la loro essenza dai bisogni di un individuo effimero: essi sono piuttosto il sospiro della specie, il suo gemito profondo.»
Arthur Schopenhauer (1788-1860), dopo numerosi soggiorni di studio in vari paesi europei, fu introdotto a Weimar, dalla madre scrittrice, nei circoli letterari di Wieland e Goethe, e, oltre allo studio dei classici latini e greci, iniziò quello della filosofia e delle mistiche orientali. Studiò medicina a Gottinga e filosofia a Berlino. Nel 1820, molto contrastato dagli hegeliani, conseguì la libera docenza in filosofia a Berlino, ma abbandonò la carriera accademica nel 1831, in seguito a un’epidemia di colera, e si trasferì a Francoforte. Tra le sue opere ricordiamo Il mondo come volontà e rappresentazione (1819) e i Parerga e paralipomena (1851).
Rincarnazione
Autore/i: Trespioli Gino
Editore: Istituto Editoriale Cisalpino – La Goliardica
pp. VII-428, 14 tavv. b/n f.t., Milano
Sommario:
Abbreviazioni
I. – Un problema che esige una soluzione
Il consenso universale – Fantasia – Ragione – Il metodo.
II. – La casistica
Previsioni – Retrovisioni – Il fanciullo prodigio – Paramnesia – Segni somatici – Esperimentazione medianica – Identificazione di Deiunti – Teleplastica – Rivivenza della memoria – I dubbî di Flournoy.
III. – Tre volte rincarnata
IV. – Le obbiezioni scientifiche
La teoria è antiscientifica – Le leggi biologiche – La causa è patologica – Dalla paramnesia all’oblio – Il dissenso in famiglia.
V. – Obbiezioni filosofiche
La teoria è antifilosofica – Il problema morale – Le disuguaglianze – La Supercoscienza.
VI. – Obbiezioni teologiche
La teoria è antireligiosa – L’eternità del castigo – La metempsicosi – La vita è prova – La condanna dell’innocente – La Rivelazione – Un frate in polemica… col diavolo, nella quale è esposta e confutata la massima fra le obbiezioni teologiche.
VII. – Credenza o certezza?
Indici:
I pionieri della biosofia (illustrazioni)
I grandi ultrafani (id.)
Illustrazioni varie
Bibliografia
Nomenclatura
La Riflessoterapia del Piede
Il metodo originale di Eunice D. Ingham – Un sistema terapeutico per tutti
Autore/i: Byers Dwight C.
Editore: Edizioni Mediterranee
in appendice: «Riflessoterapia della Mano», traduzione di Marina ed Elisabetta Molinari.
pp. 208, 130 disegni – 16 tavole a colori f.t., Roma
Dwight C. Byers ha avuto la fortuna di poter compiere anni di esperienza al seguito della ideatrice della Riflessologia, Eunice Ingham, metodo che ha avuto modo di sperimentare in tutte le sue applicazioni. In questo libro, egli offre al lettore descrizioni scientifiche, indicazioni facili da seguire e consigli pratici, nonché i miglioramenti e gli ampliamenti da lui apportati al sistema. L’opera contiene tutte le tecniche di manipolazione, sia per i piedi che per le mani, e descrive inoltre – nella loro relazione con la Riflessologia, l’anatomia e la fisiologia dei sistemi organici – i processi patologici e le aree di corrispondenza tra la parte superiore e inferiore del torso e delle estremità. Questa tecnica può essere eseguita da tutte le persone qualificate, ma anche da quelle non particolarmente qualificate, che desiderino applicare un trattamento di terapia alternativa, o che possa comunque affiancarsi ai metodi della medicina ortodossa. Con la Riflessologia si può ottenere immediato sollievo e spesso eliminare completamente molti disturbi e malattie che rimarrebbero altrimenti senza soluzione. Il metodo Ingham-Byers merita un ampio uso come valido ausilio nella cura medica dei pazienti: è sicuro – nel senso che non dà luogo a controindicazioni – ed estremamente efficace in molti casi in cui altre terapie non hanno dato risultati.
Dwight C. Byers nipote dell’ideatrice della Riflessologia, Eunice Ingham, ha scritto questo volume aggiornato e completo basandosi su anni di esperienza e ricerche. Svolge un’attività di conferenziere e ha praticamente insegnato il metodo Ingham a tutti gli autori che hanno scritto libri sulla Riflessoterapia.
Guida alla Lettura della Mano
L’arte di “leggere” il futuro, il presente e il passato attraverso la forma, i segni, e le linee della mano
Autore/i: Brandon-Jones David
Editore: Armenia Editore
traduzione di Davide Biraghi.
pp. 288, nn. ill. b/n, Milano
Per tradizione lo studio del palmo della mano è diviso in due grandi branche: la Chirognomica, che si interessa dell’aspetto fisico della mano, e la Chiromanzia, l’arte cioè di divinare il passato, il presente e il futuro in base al segni e alle linee della mano.
Questa Guida, per dare al lettore una maggiore conoscenza, tratta di ambedue gli argomenti, prendendo in considerazione anche il nuovo studio della Dermatoglifica che dall’esame del moduli della pelle è in grado di pre-diagnosticare e curare disturbi sia mentali che fisici.
Un volume completo, quindi, di facile utilizzo, che oltre a descrivere dettagliatamente come localizzare e interpretare le linee, i monti e i segni secondari, vi insegnerà anche a trarre Indicazioni dalla forma della mano, dalla sua «consistenza», colorito, temperatura, «spessore», dalle unghie, dalla forma delle dita e, anche, dalle impronte digitali.
Maometto
Il profeta guerriero che fondò l’Islam
Autore/i: Konzelmann Gerhard
Editore: Bompiani
prima edizione, traduzione di Siegrun Bofinger Picchioni e Sergio Angelo Picchioni.
pp. 320, 12 tavv. a colori f.t., ill. b/n, Milano
“Nel nome di Allah, clemente e misericordioso”: con queste parole, pronunciate dall’angelo, sul colle di Hira, si apre l’avventura umana di Maometto e insieme l’avventura di un terzo dell’umanità, che, a tutt’oggi, vive, crede e lotta nel nome di Allah. La grande ripresa dell’ortodossia musulmana in questi anni si lega al rafforzamento del popolo arabo e della civiltà araba, tornata protagonista sulla ribalta mondiale, da quando crociati e morì si contendevano l’egemonia nel Mediterraneo.
Nessuno aveva mai scritto una biografia di Maometto per cogliere l’uomo al di là della leggenda, per individuarne il carattere, le ansie e le visioni. Questa è la sua storia, rigorosa e documentata sui codici manoscritti di coloro che lo videro ancora in vita e ne raccolsero i primi insegnamenti. Ed è anche la storia meravigliosa dei suoi seguaci, delle sue mogli, prima fra tutte la fedele e saggia Hadigia, delle sue concubine, dei suoi figli, delle loro lotte, delle prime dispute dei vecchi e dei dottori attorno alla sua dottrina, delle lotte per il potere culminate nella conquista della Mecca. Si può leggere come un avvincente racconto alla Mille e una notte, come una storia di fede profonda o come viaggio in una cultura alternativa alla nostra, che ci ha dato Averroè e la matematica, l’inizio della scienza moderna, l’astronomia e la bussola, lo splendore di un’architettura favolosa e insieme battaglie, guerre, micidiali lotte per il potere.
Gerhard Konzelmann, storico, scrittore e giornalista, ha scritto numerose opere sull’Islam e la cultura musulmana, tradotte in tutto il mondo. È consulente della TV tedesca per il Medio Oriente.
Glossario Sanscrito
Una raccolta dei principali termini filosofici del Vedanta
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni Āśram Vidyā
a cura del Gruppo Kevala.
pp. 352, Roma
Dalla Presentazione:
«Scopo di questo glossario di termini sanscriti è quello di presentare al lettore non specializzato una serie di parole che si trovano correntemente nelle opere letterarie dell’India tradizionale, con particolare riguardo a quelle che trattano di filosofia e spiritualità.
Parole come Brahman, ātman, buddhi, manas, ahaṁkāra, karma, ecc., che non appartengono alla nostra cultura, spesso non sono accompagnate da una spiegazione che ne precisi il significato; così, il lettore che per la prima volta si accosti a tali opere e ne voglia intraprendere lo studio può rimanere sconcertato e scoraggiato, pensando che siano rivolte solo agli “addetti ai lavori”. Per questo ci è sembrato opportuno fornire uno strumento di lavoro agile ed essenziale che permetta, a coloro che sono interessati al pensiero indiano nella sua espressione filosofica e spirituale, di comprendere meglio le opere di base che espongono questo pensiero.
Il nucleo del libro è costituito da parole sanscrite che dilucidano alcuni concetti base dell’Induismo. Una speciale attenzione è stata posta nel presentare il complesso delle Scritture sacre dell’Induismo, principalmente i Veda e le loro suddivisioni: Mantra, Brāhmana, Āranyaka e Upaniṣad o Vedānta. Alcune grandi figure del pensiero indiano sono state presentate con abbondanza di particolari perché hanno avuto e continuano ad avere una profonda influenza non solo a livello filosofico-speculativo ma anche e soprattutto etico e realizzativo.[…]»
Presentazione
Avvertenze
Glossario Sanscrito
Appendice
Brevi cenni sulla morfologia della lingua sanscrita
Radici verbali
Culti
Psicologia delle sette contemporanee
Autore/i: Galanter Marc
Editore: SugarCo Edizioni
introduzione di Ermanno Pavesi, traduzione di Alda Carrer.
pp. 320, Carnago (Varese)
Dai matrimoni in massa dei seguaci della Chiesa dell’Unificazione del reverendo Moon al suicidio collettivo, a Jonestown in Guyana, degli affiliati al Tempio del Popolo di Jim Jones, i culti carismatici si sono imposti all’attenzione dell’opinione pubblica di tutto il mondo. Un tempo filiazioni esotiche della controcultura degli anni Sessanta, accolte dalla gran massa della gente con sospetto o scherno, per non dire paura, i culti si sono diffusi a macchia d’olio, diventando, soprattutto negli Stati Uniti, un fenomeno non più trascurabile. Grazie ai dati raccolti in quindici anni di ricerche sul campo, Marc Galanter ci fornisce una documentazione estremamente interessante non solo sulle principali motivazioni per la militanza in questi gruppi, ma anche sulle forze sociali e psicologiche che interagiscono con i culti per promuovere e rafforzare l’impegno individuale. Come scrive Ermanno Pavesi nell’Introduzione, «Anche se è possibile mettere in risalto come la subordinazione a un principio esterno all’individuo presenti aspetti negativi, quali la sottomissione, la rinuncia e i sacrifici personali, si deve pure tenere conto che è proprio il riferimento a un tale principio, o fede, che può conferire senso all’esistenza … la storia individuale s’intreccia con la storia del gruppo, considerata come esemplare per la storia di tutta l’umanità».
Nuove religioni, nuovi movimenti religiosi, culti, «sette», New Age, occultismo, esoterismo, magia. La più trascurata delle mutazioni epocali contemporanee è anche una delle più profonde: le nuove spiritualità, comunque le si voglia chiamare, coinvolgono decine di milioni di persone. Per alcuni supermarket delle religioni, per altri genuina anche se confusa – ricerca del Divino, la nuova religiosità richiede anzitutto di essere compresa e descritta nelle sue manifestazioni varie e molteplici: se alcuni cercano la separazione dal mondo in comunità isolate e rigide, altri si sforzano di vivere nella società attraverso nuovi sincretismi tra le religioni e le culture che si affermano coerenti anche con la scienza contemporanea. Per comprendere questi fenomeni occorre non trascurare le loro radici che vanno dalle grandi religioni orientali alle correnti del millenarismo e dell’occultismo che percorrono sommerse tutta la storia dell’Occidente. «Attendevamo un uomo totalmente secolarizzato – ha scritto un cardinale cattolico, Godfried Danneels – ed è venuto invece un uomo religioso, ma religioso in forme impreviste e sorprendenti».
Marc Galanter è professore di psichiatria e direttore della Division of Alcoholism and Drug Abuse alla University School of Medicine di New York; dirige l’équipe che studia i Nuovi Movimenti Religiosi per conto dell’American Psychiatric Association.
Gli Effetti del Monoteismo nella Tarda Antichità
Dall’impero al commonwealth – Da Costantino a Harun al-Rashid, per quattro secoli, gli imperi tardo-antichi si affermano con il monoteismo. Caduta l’unità politica, sarà l’unità religiosa a tenerne unite le diverse parti.
Autore/i: Fowden Garth
Editore: Jouvence Società Editoriale
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Ariel Lewin.
pp. 272, ill. b/n, Roma
Dall’affermazione del cristianesimo nel quarto secolo con Costantino, all’inizio del declino dell’impero islamico nel nono, il potere unificante del monoteismo fu usato per giustificare e rafforzare gli “imperi mondiali”. Tramontata l’unità politica di imperi come quelli di Bisanzio e Baghdad, sarà proprio il monoteismo il fattore di coesione che determinerà la sopravvivenza di agglomerati culturali più liberi e pluralisti, rappresentati dalla cristianità d’oriente e dall’islam, che l’autore definisce “commonwealth”. Questo libro riesce a rendere semplice la comprensione di un periodo incredibilmente complesso dal punto di vista sia storico che culturale. Una finestra aperta su un orizzonte ancora oggi quasi del tutto sconosciuto.
Garth Fowden e ricercatore al “Center for Greek and Roman Antiquity” del National Hellenic Research Foundation ad Atene.
E autore del libro The Egyptian Hermes: A Historical approach to the late pagan mind (Cambridge / Princeton) e di numerosi articoli riguardanti aspetti religiosi, culturali e politici della tarda antichità.
Il Diavolo
Le forme, la storia, le vicende di Satana e la sua universale e malefica presenza presso tutti i popoli dall’antichità ai nostri giorni
Autore/i: Di Nola Alfonso M.
Editore: Newton Compton Editori
premessa dell’autore.
pp. 414, nn. ill. b/n, Roma
Questo volume traccia, per la prima volta, una storia universale delle forze demoniache che, come frutto dell’immaginario collettivo, si insinuano nella storia e nella natura o invadono il corpo e attentano alla spiritualità dell’uomo.
Il diavolo cristiano è tornato di moda in questi ultimi anni; ne conosciamo, attraverso una produzione che s’è fatta invadente, le radici ebraiche, la figura consueta nella nostra storia: dalle memorie evangeliche ai grands jours della stregoneria, agli attuali satanismi e movimenti demoniaci. Ma nelle pagine di questa ricerca scopriamo la presenza di una costante figurazione del male, del terrore, delle segrete paure, delle striscianti aggressioni nelle innumeri culture umane, dalle popolazioni di livello etnologico al dualismo dell’Iran antico, dai Maya agli Aztechi, dalla spiritualità sessuofobica del deserto alle segrete vicende dei conventi europei.
Dominatore del tempo umano, proiettato in infinite leggende, violenze, persecuzioni, il demonio ha costituito dovunque il rischioso veicolo di deresponsabilizzazioni collettive: i mali, appartenenti a natura e storia, sono stati sottratti alla spiegazione razionale, l’uomo ha rinunziato molte volte ad operare per vincerli e l’invenzione satanica è valsa ad acquistarne la falsa coscienza.
Ma il demonio non appartiene solo a remoti deliri, a stratificazioni arcaiche, a sepolti universi mitologici: ancora oggi viene pericolosamente rievocato, e corriamo il rischio di rifiutare, ancora una volta, di prendere coscienza della storia.
Premessa
LA NASCITA DEL DIAVOLO
L’atto di nascita del demonio
Un’ipotesi sulla nascita: Il diavolo nella psicoanalisi
LA PRESENZA DEMONIACA NELLE CULTURE ARCAICHE
Il diavolo presso le popolazioni primitive
I demoni nelle culture mesoamericane
LA DEMONOLOGIA IRANICA E LA SUA TRASMISSIONE
La presenza demoniaca nella cultura iranica antica
Demoni e gnosi
La mitologia demoniaca nella tradizione dei Mandei
La storia del demonio nel Manicheismo
L’eredità demonologica del Manicheismo: Priscilliani, Pauliciani, Bogomili, Catari, Albigesi
La tradizione diabolica presso gli Slavi, i Balti e gli Ugro-Finni
Il diavolo nelle culture paleobalcaniche
GRECI, ROMANI, ETRUSCHI
Le sfere infere e demoniache presso i Greci e i Romani
Il demonio degli Etruschi
IL DIAVOLO E IL MALE DEI GERMANI E DEI CELTI
Le epifanie demoniache presso i Germani e i Celti
LA DEMONOLOGIA INDIANA E TIBETANA
Le forze demoniache in India
I demoni terrifici nell’area tibetana
L’ESTREMO ORIENTE
La presenza demoniaca nelle religioni dell’Estremo Oriente
LE EPIFANIE DEMONIACHE NEL VICINO ORIENTE E IN EGITTO
La demonologia del mondo mesopotamico: i Sumeri e gli AssiroBabilonesi
La demonologia hittita
I temi demonologici nella tradizione egizia
IL DEMONIO NELL’EBRAISMO E NEL GIUDAISMO
Le energie diaboliche nelle tradizioni biblica e giudaica
LA TRADIZIONE CRISTIANA
Il demonio nel Nuovo Testamento
La demonologia dei primi secoli della storia cristiana
Il diavolo nel deserto
Il diavolo salvato e redento
L’ANTICRISTO E LA CATASTROFE COSMICA
I volti dell’Anticristo
Il diavolo e l’Anticristo in Lutero e nelle correnti preriformate
Il diavolo dei Mormoni, dei Testimoni di Geova, degli Avventisti del Settimo Giorno
DEMONOLOGIA E STREGONERIA IN OCCIDENTE
La grande epoca della demonologia cattolica
Le gerarchie demoniache
I segni demoniaci
I significati antropologici della stregoneria
Il demonismo stregonico nella dottrina ecclesiastica
Diavoli e streghe al Sabba
Diavoli e streghe dinanzi ai tribunali
Le ipotesi sull’origine e sulla natura della demonologia stregonica
POSSESSIONE ED ESORCISMO
Il demonio nelle religioni di possessione
La possessione nella tradizione occidentale
L’esorcismo cattolico come terapia sacrale antidemoniaca
DEMONI, TEMPESTE E ANIMALI DIABOLICI
Il diavolo provocatore di tempeste e avversario dei contadini
LA DEMONIZZAZIONE ETNICA: EBREI E ZINGARI
Ebrei e Zingari identificati con il diavolo: la demonizzazione etnica
LA DEMONOLOGIA POPOLARE
Il diavolo nelle culture popolari
I DEMONI NELL’ISLAM
Il diavolo nell’Islam
Gli Adoratori del diavolo
IL DIAVOLO E IL NOSTRO TEMPO
Il diavolo e il mondo contemporaneo
Note
Guida Bibliografica
Gesù e gli Zeloti
“Non sono venuto a portare la pace, ma una spada”
Autore/i: Brandon Samuel
Editore: Rizzoli
prima edizione, cura e nota all’edizione italiana di Giuliano Boccali, prefazione dell’autore, traduzione di Furio Jesi e Maria Cristina Vidi.
pp. 432, XIII tavv. b/n f.t., Milano
Perché Ponzio Pilato decise di giustiziare Gesù sotto l’accusa di sedizione?
Una setta estremistico-religiosa, gli Zeloti, protesse e strumentalizzò Gesù per destabilizzare il potere romano in Palestina?
Gesù fu un pacifista neutrale o parteggiò per gli Zeloti?
La condanna a morte di Gesù sotto l’accusa di sedizione contro il governo romano in Giudea costituisce il problema centrale attorno al quale si muove l’appassionata indagine storica di S. G. F. Brandon. Nella sua attentissima ricostruzione dei fatti accaduti sotto Ponzio Pilato, procuratore dell’imperatore Tiberio, Gesù e gli Zeloti affronta i problemi connessi al rapporto delle vicende di Gesù di Nazareth e delle origini cristiane con il loro contesto storico e sociale e con i movimenti di resistenza ebraica contro Roma, come quello, appunto, degli Zeloti che, qualche decennio più.tardi, avrebbe animato la rivolta antiromana del 66-70 per immolarsi nell’eroica difesa di Masada, l’ultima sua piazzaforte (73 d.C.). Tutto il carattere politico del messianismo di Gesù è riesaminato da Brandon attraverso una mirabile analisi dei Vangeli, volta a scoprire cosa.è stato deformato o taciuto allo scopo di accreditare la figura del “Cristo pacifico”, innocua per i dominatori romani. Nella ricerca dell’atteggiamento di Gesù di fronte ai problemi della comunità ebraica emergono le connessioni, le affinità, le coincidenze tra le dottrine degli Zeloti e alcuni episodi evangelici – in particolare la moltiplicazione dei pani, l’ingresso in Gerusalemme e la cacciata dei venditori dal Tempio senza che con questo si possa arrivare semplicisticamente a includere Gesù fra gli Zeloti.
Documento fondamentale per le tesi di Brandon è il Vangelo di Marco, rivolto, secondo l’autore,. alla comunità romana dopo la guerra giudaica del 66-70. Guerra che conosciamo attraverso lo storico Flavio Giuseppe, altra fonte primaria esaminata da Brandon. Facendo apparire Gesù non ostile al governo romano, Marco (o chi per esso) avrebbe finito per accreditarlo come vittima del proprio milieu, sottolineando, a riprova della sua non ostilità o neutralità verso i romani, il tentativo per salvarlo compiuto da Pilato.
Opera eminentemente “controversa”, ricca di un apparato filologico e bibliografico imponente, Gesù e gli Zeloti è un riferimento fondamentale per ogni studio sul tema, come per ogni lettore desideroso di risalire alle origini della tradizione cristiana. Pur non affrontando problemi d’ordine teologico-apologetico, le sue tesi sono immediatamente appassionanti, come sempre accade in presenza di un libro di grande fascino e prestigio.
Samuel George Frederick Brandon, nato nel Devonshire nel 1907, studiò al College of Resurrection di Mirfield, poi all’Università di Leeds, dove si laureò in Storia antica nel 1930.
Ordinato sacerdote nel 1932, entrò nel 1939 nel Royal Army Chaplains Dept. e partecipò alle campagne di Dunkerque, Nordafrica e Italia. Nel 1951 ottenne la cattedra di religione comparata all’Uni-‘ versità di Manchester, dove è stato preside della facoltà di teologia.
Nel 1965 divenne membro del comitato dell’International Association for the History of Religions. Nel 1970 fu nominato segretario generale di questa associazione, e sarebbe stato responsabile per l’organizzazione di un congresso internazionale da tenersi a Manchester nel 1975, se la morte non lo avesse raggiunto mentre tornava da un viaggio di studio in Egitto, nel 1971.
Tra le sue opere, The Fall of Jerusalem and the Christian Church (1951; 19572); Time and Mankind (1951); The Personification of Death in some Ancient Religions (1961); Man and his Destiny in the Great Religions (1962); Creation Legends of the Ancient Near East (1963); Time as God and Devil (1964); History, Time and Deity (1965); The Judgement of the Dead (1967); The Trial of Jesus of Nazareth (1968; trad. it., Il processo a Gesù, Milano 1974). Ha curato il Dictionary of Comparative Religions (1970) e Milestones of History, vol. I; Ancient Empires (1971).
Freud e la Tradizione Mistica Ebraica
La psicoanalisi come problema della storia delle idee. Lo sfondo storico dello sviluppo della psicoanalisi di Freud. L’ambiente del misticismo ebraico: la cabala, lo «Zohar», l’episodio sabbatiano, l’episodio frankista, il chassidismo. il tema di Mosè nel pensiero di Freud. il Diavolo come superio sospeso. Psicoanalisi e cabala.
Autore/i: Bakan David
Editore: Edizioni di Comunità
prefazioni dell’autore, traduzione dall’inglese di Vittorio Di Giuro.
pp. 288, Milano
Gli influssi di alcuni filoni della tradizione culturale europea, come il classicismo e il positivismo, sulla formazione intellettuale di Freud sono stati notati a sufficienza. Meno evidente è il rapporto del suo pensiero con la cultura ebraica, una cultura decisamente «diversa» e, nei suoi aspetti più interessanti, poco nota in assoluto e comunque spesso largamente deformata dai suoi detrattori cristiani.
David Bakan, constatando che anche la psicoanalisi e caratterizzata da una notevole « diversità » di atmosfera intellettuale rispetto alle altre esperienze della cultura europea, ha voluto indagare su quel rapporto, e in particolare sui contatti di Freud con la tradizione mistica ebraica e, ancora più specificamente, con la letteratura cabalistica. Prove inoppugnabili che conoscesse direttamente i testi della Cabala non ci sono: ma è anche evidente, soprattutto se si tengono presenti le caratteristiche singolari della storia degli ebrei in Europa, che almeno certi aspetti di quella cultura possono essere arrivati a conoscenza di Freud per vie non libresche, cioè attraverso quella tradizione orale che era ancora assai viva nelle famiglie ebraiche al tempo della sua giovinezza. Il numero di citazioni quasi parallele che Bakan mette a confronto con testi mistici e commenti tradizionali ebraici e che si riferiscono tutte a problemi e momenti non periferici e secondari del pensiero di Freud, ma che ne investono lo svolgimento centrale (il concetto di sessualità e quello di bisessualità, la situazione edipica, l’interpretazione dei sogni, il significato di tabù e il suo rapporto con il senso dell’incesto) esclude per la sua stessa ricchezza e puntualità il caso, o una generica e marginale influenza. Bakan ritiene che si possa parlare di « un’integrazione di scienza e cabala, laicizzazione e sistemazione degli intimi aspetti psicologici della cabala ». Un’integrazione che d’altra parte non toglie nulla alla figura del Freud scienziato e pensatore occidentale, dato che là sua opera profondamente innovatrice ha anche contribuito, aggiunge Bakan, a ridurre il distacco tra cultura ebraica e illuminismo occidentale.
David Bakan, nato a New York nel 1921, è professore di psicologia alla York University in Canada. Tra le sue opere ricordiamo «The Duality of Human Existence: Isolation and Communion in Western Man» (1966) e «Disease, Pain and Sacrifice» (1968).
La Porta dei Sogni
Interpreti e sognatori nell’Egitto antico
Autore/i: Bresciani Edda
Editore: Giulio Einaudi Editore
premessa dell’autore.
pp. XIV-194, 10 figure a colori f.t., nn. ill. b/n, Torino
«In realtà l’interpretazione dei sogni è del tutto analoga alla decifrazione di un’antica scrittura pittografica come i geroglifici egizi». (Sigmund Freud)
Nell’Egitto antico si sognava di notte e di giorno. I sogni nascevano dormendo nella propria casa o dentro i templi. C’erano molti templi dove sognare, erano aperti a tutti, a sognatori di ogni livello sociale. Durante l’incubazione il dio appariva e parlava direttamente per dare consigli, pronostici e prescrizioni mediche (in particolare cure contro la sterilità). A sognare erano uomini e donne, privati e sacerdoti, i seguaci di Seth e quelli di Horo, sognatori “politici” e faraoni. Si sognavano animali sacri e belve feroci, frutti e piante, strani accoppiamenti, parti bizzarri e ancor più singolari allattamenti. I sogni facevano insomma parte del mondo egiziano, e cosí la loro interpretazione.
In verità, nella civiltà egiziana più antica, durante il sonno che rende gli uomini cosí vulnerabili, il sogno era stato l’habitat pericoloso, il luogo di incontri paurosi con spiriti, fantasmi e morti scontenti da placare con preghiere e offerte, e da respingere con formule magiche e talismani. più tardi, il sogno ha invece assunto la funzione di una porta aperta sul futuro, un presagio di ciò che accadrà. Ed è nel Nuovo Regno che si incontrano le prime liste e i racconti di sogni. L’interesse per i sogni e per il loro significato continua e si arricchisce poi nell’Egitto più tardo, ellenistico e romano.
Edda Bresciani legge e commenta per noi i testi magici di protezione del sonno e i Libri dei Sogni egiziani (qui in una nuova traduzione), veri manuali e repertori, dove i sogni sono elencati col loro significato di auspicio buono o cattivo per tutte le occasioni della vita. Il lettore scopre allora che timori, speranze, visioni e ossessioni degli antichi abitanti della terra del Nilo non erano dissimili da quelli dell’uomo di oggi, e che lo schema di interpretazione antico si avvicina molto a quello delle Chiavi dei sogni moderne.
«Era dopo la cena ed era venuta la notte; mi presi un’ora di tranquillità, sdraiato sul mio letto. Ero stanco e la mia mente cominciò a seguire il sonno».
«Salute, o tu buon sogno, che è visto di notte e di giorno. Porta via tutti i mali e le cose cattive che ha creato Seth, figlio di Nut».
Edda Bresciani, nata a Lucca, è professore ordinario di Egittologia nell’Università di Pisa; ha fondato e dirige la rivista « Egitto e Vicino Oriente». Archeologa, storica, filologa, fra le sue pubblicazioni ricordiamo Il tempio tolemaico di Isi ad Assuan, Pisa 1978, Le stele egiziane del Museo Civico Archeologico di Bologna, Bologna 1985, gli studi sull’Egitto di epoca achemenide nella «Cambridge History of Iran» e nella «C. H. of Judaism», e i numerosi Rapporti sui risultati delle campagne archeologiche che dirige in Egitto (Fayum, Tebe, Sagoera). Presso Einaudi ha pubblicato Letteratura e poesia nell’antico Egitto (1999 e 2007) e La porta dei sogni (2005).
Shunga
L’arte erotica popolare giapponese in 180 stampe dei suoi artisti più insigni
Autore/i: Autori vari
Editore: Savelli Editori
introduzione e cura di Marco Fagioli.
pp. 200, 26 tavole a colori, 154 tavole b/n, Milano
Questa raccolta di stampe erotiche giapponesi dal 1650 al 1850, inedite per l’Italia, intende proporre all’attenzione del lettore un filone che spesso è stato tenuto ai margini della storia delle arti figurative. Artisti come Utamaro, Moronubu, Kiyonobu hanno creato capolavori nel genere delle stampe erotiche e dell’illustrazione di libri pornografici.
Il saggio di Marco Fagioli, che ha provveduto al recupero e alla scelta delle 180 stampe qui presentate, oltre a mettere in luce il loro valore artistico, le analizza anche come «immagini speculari del gusto e dei costumi del tempo». Le stampe erotiche giapponesi appaiono cosi in tutto il loro significato sociale: tolte dai cassetti degli erotomani, esse diventano passaggi obbligati nello studio della storia dell’ideologia erotica moderna.
I Manoscritti del Mar Morto e le Origini del Cristianesimo
Autore/i: Daniélou Jean
Editore: Edizioni Archeosofica
introduzione dell’autore, traduzione dal francese a cura di Silvestra Palamidessi.
pp. 112, ill. b/n f.t., Roma
«… L’obiettivo di questo piccolo libro non è di raccontare la storia della scoperta dei manoscritti del Mar Morto…
La sola questione che vogliamo esaminare è quella che riguarda le relazioni che intercorrono fra le origini del Cristianesimo e l’ambiente che i manoscritti ci fanno conoscere… E si vedrà quanto esse rinnovino l’immagine che noi abbiamo delle origini cristiane, quanto permettano di completare il quadro in cui si sono svolti la vita del Cristo e le origini della Chiesa, quanto ne facciano meglio comprendere l’originalità…».
«… Si può dire che questa scoperta è la più sensazionale che sia mai stata fatta. Essa ci dà il quadro in cui il Cristianesimo è nato, e al tempo stesso ci aiuta a vedere ciò che ne costituisce il suo carattere unico…».
Chi è il misterioso «Maestro di Giustizia»? Quali furono i veri rapporti degli Esseni con Giovanni Battista e il Cristo? Da dove trae le sue origini lo Gnosticismo? A questo ed a molti altri interrogativi risponde Jean Daniélou con una lucida ed avvincente indagine sui famosi rotoli di Qumrân.
Storia della Magia
Autore/i: Lévi Éliphas
Editore: Orsa Maggiore Editrice
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Maria Dela Fuente.
pp. 416, Vicenza
L’ambizioso obiettivo di Éliphas Lévi è di depurare la magia di tutte le incrostazioni volgari, superstiziose e ciarlatanesche e di elevarla a dignità di scienza: una scienza – o piuttosto un’“Alta Scienza”, come egli la chiama – che è una sintesi della filosofia e della religione e che riconcilia la ragione e la fede. Senonché di questa scienza i moderni hanno “smarrito e quasi perduto la chiave”, che occorre ricercare nella tradizione degli antichi maghi, degli alchimisti e dei cabalisti: nelle massime di Confucio e Zoroastro, negli scritti di Enoch e Trismegisto, nei misteri orfici ed eleusini, e soprattutto nella Cabala ebraica. Con queste intenzioni – che non sono quelle dello storico, evidentemente, ma di chi vuol raccogliere l’eredità degli Iniziati – Lévi esplora la plurimillenaria storia della magia, mescolando disinvoltamente erudizione e fantasia visionaria.
Éliphas Lévi (1810- 1875) (pseudonimo di Alphonse-Louis Constant) Figlio di un ciabattino, compì i suoi studi in seminario, che abbandonò alla vigilia dell’ordinazione a sacerdote. Si interessò di musica, pittura e poesia con mediocri risultati. A Londra, dove si stabilì nel 1854, si affiliò ai Rosacroce e si immerse nello studio e nella pratica delle arti magiche. Tornato a Parigi, assunse il nome di Éliphas Lévi Zamed e fondò la “Revue philosophique et réligeuse”, a cui collaborarono firme illustri come lo storico Michelet e il glottologo Littré, e che fu soppressa nel 1858. Cominciò allora a scrivere il suo ponderoso trattato di Alta Magia, di cui la Storia della magia costituisce la seconda di tre parti. Ebbe numerosi discepoli, perlopiù di elevata condizione.
La Meditazione come Cura
Una nuova scienza per guarire corpo, mente e cervello
Autore/i: Goleman Daniel; Davidson Richard J.
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione di Daniele Didero.
pp. 400, Milano
Negli ultimi anni la meditazione è passata dall’essere una pratica elitaria a rimedio per risolvere qualunque problema, dal sovrappeso alle relazioni di coppia e al successo nel lavoro. La plasticità del cervello, per cui la struttura di questo organo è influenzata dalle emozioni e dagli stati mentali, è ormai ampiamente condivisa e ha aperto la strada a una serie di metodi di “training mentale” che si propongono di migliorare la vita emotiva e intellettuale. Daniel Goleman e Richard J. Davidson raccontano in questo libro il loro interesse più che trentennale per la meditazione e le ricerche fondamentali che li hanno resi dei luminari rispettivamente nella psicologia e nel neuroimaging, spiegando la verità medica su quello che la meditazione può fare veramente per noi, e come trarne il massimo beneficio. Facendo piazza pulita dei miti popolari e delle distorsioni pseudo scientifiche, gli autori dimostrano che, al di là del benessere mentale, la meditazione può condurre alla modifica permanente dei tratti della personalità, facendo emergere qualità come l’altruismo, l’empatia e la compassione. Per ottenere questo risultato, però, sono necessari alcuni elementi che attualmente mancano nella versione più comune di mindfulness: come il feedback personalizzato e una visione del Sé più ampia di quanto non accada ora. Per questo, basandosi sugli ultimissimi dati ottenuti nel laboratorio diretto da Davidson, gli autori indicano nuovi metodi per sviluppare un addestramento mentale più efficace e più duraturo.
Daniel Goleman, noto per i suoi bestseller sull’intelligenza emotiva, ha un interesse di lunga data per la meditazione, che risale al suo soggiorno di due anni in India in qualità di laureando all’Università di Harvard. Ha scritto per molti anni di argomenti legati al cervello e alle scienze comportamentali sul New York Times. Ha ricevuto numerosi premi giornalistici, comprese due nomination per il Premio Pulitzer per i suoi articoli sul Times e un premio alla carriera della American Psychological Association.
Richard J. Davidson, professore di psicologia e psichiatria, dirige il Waisman Laboratory for Brain Imaging and Behavior e ha fondato il Center for Healthy Minds al Waisman Center University of Wisconsin-Madison.
Chiromanzia Medica
Salute e carattere dalle linee della mano
Autore/i: Steinbach Marten
Editore: Armenia Editore
prefazione dell’autore, traduzione di Maria Pia fiorentino e Giancarlo Tarozzi.
pp. 224, nn. ill. b/n, Milano
È sufficiente analizzare le proprie mani per un certo tempo per rendersi conto che le linee e i segni presenti sulla mano, generalmente ritenuti immutabili, in realtà si modificano secondo il variare degli eventi. È per questo che da una loro lettura, se svolta con competenza, si possono trarre indicazioni sul presente e consigli per l’avvenire.
Oggi, in effetti, la chiromanzia sta tornando di moda, anche se molti la considerano una sciocchezza, o tutt’al più un innocuo gioco. Come ci dimostra Marten Steinbach, invece, la chiromanzia è una vera e propria scienza che possiede regole ben precise, da cui non si può derogare; e chi riuscirà ad impararle si troverà in possesso di un preziosissimo strumento d’analisi.
Dopo un’ampia panoramica sulle origini e sulla tecnica della chiromanzia, il volume sviluppa in particolare il tema dei rapporti fra medicina e chiromanzia.
Saper leggere i segni delle nostre mani, dice l’autore, può aiutarci a riequilibrare Ie disfunzioni del corpo, a evitare i mali cui siamo maggiormente soggetti, a capire le origini di una malattia; in sostanza, a vivere meglio.
Al lettore privo di pregiudizi, queste pagine offriranno una nuova strada per la conquista della salute.