Libri dalla categoria Demonologia
Odissea Stellare
Ulisse, vagabondo del tempo – Gli dei e lo spazio – Ciclopi in America? – Mitologia d’altri mondi – Atomiche e robot nell’epopea omerica
Autore/i: Kolosimo Peter
Editore: SugarCo Edizioni
pp. 288, numerosissime tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Milano
L’Odissea non è una favola, né Ulisse e un personaggio leggendario: i paralleli esistenti tra il poema omerico ed antichissime tradizioni di tutto il mondo, i ricordi sfumati del nostro remoto passato, i richiami cosmici, sono innumerevoli.
Ed è questo che, con «Odissea Stellare», Kolosimo vuole dimostrare, non solo per approfondire alcuni aspetti particolarmente suggestivi delle avventure dell’eroe, ma anche e soprattutto perché esse ci forniscono spunti affascinanti per altre ricerche: quelle sugli aspetti, i legami, i riflessi più fantastici di civiltà sepolte dalle scorie o dal silenzio di chi non su rassegna ad ammettere che la scienza – anche in questo campo – non è tale se non e progresso.
«Le mitologie di popoli lontanissimi tra loro hanno spesso elementi comuni, talvolta identici, e debbono affondare le radici in avvenimenti reali deformati dal tempo, dalle circostanze e dalla fantasia»: su queste basi Kolosimo ripercorre i passi di Ulisse, ricollegandosi agli enigmi archeologici della preistoria dell’umanità, sparsi in tutto il mondo.
Peter Kolosimo, coordinatore dell’A.S.P. (Associazione Studi Preistorici), autore di: «Terra senza tempo», «Ombre sulle stelle», «Non è terrestre», «Astronavi sulla preistoria» e «Il pianeta sconosciuto», vincitore del Premio Bancarella, è uno degli scrittori più letti del mondo. Le sue opere sono state tradotte con grande successo in Francia, Germania, Inghilterra, USA, Olanda. Spagna. Brasile, Finlandia, Turchia, Giappone, Grecia.
La Mente Senza Frontiere
Oltre le limitazioni del senso comune e le barriere dell’Io
Autore/i: Talamonti Leo
Editore: SugarCo Edizioni
pp. 384, nn. tavv. b/n f.t., Milano
La mente senza frontiere rappresenta, in un senso non propriamente letterale, il seguito e l’approfondimento di quella affascinante tematica che l’A. aveva così felicemente affrontato in Universo Proibito. Con il brio narrativo che gli è proprio, passa ora in rassegna un‘altra categoria di fenomeni: quelli che fanno capo ai «contatti intermentali» nelle loro manifestazioni più svariate, dagli appuntamenti mentali alle interviste occulte, agli allarmi telepatici, alle emozioni sincrone, ai pensieri condivisi. Nella prima parte del libro, è tutto un succedersi di episodi avvincenti e a larga componente emotiva, in alcuni dei quali è l’A. stesso che figura tra i protagonisti. Brevi pause di riflessione teorica si alternano a quegli episodi; e si tratta di una riflessione che conduce a poco a poco, ma inevitabilmente, verso conclusioni inattese ed irrefutabili: una delle quali e che non esistono barriere reali tra gli individui, a livello profondo. Noi siamo gli altri, questa è la verità difficile da riconoscere, ma proclamata dai fenomeni in questione. Si affacciano, al tempo stesso, dubbi più che legittimi: esiste davvero una mente individuale? Quando ci sembra di pensare, non siamo per caso…
pensati? Crea o attinge, l’artista realmente ispirato? Se si considerano le prodigiose capacità dei «visionari del calcolo», o dei poeti che «ricevono in dono» i loro versi, come Rilke; o dei compositori che si sentono invasi da melodie prima ignorate, come Mozart e tanti altri, è legittimo supporre che queste e altre «menti ad alta tensione», come le chiama l’A., non fanno, in realtà, che attingere ad una sfera che le sovrasta: ecco la dimensione segreta del sapere.
«Segreta» perchè il nostro orgoglio ci impedisce – come sempre – di prendere atto di qualsiasi retroscena che potrebbe in qualche modo sminuirlo. L’ultima parte del libro è dedicata ad un argomento attuale ed appassionante, che per la prima volta è stato sfiorato nel recente congresso di parapsicologia di Genova: si tratta della «rincorsa parapsicologica» in atto tra potenze grandissime o semplicemente grandi, ognuna delle quali cerca di accaparrarsi più soggetti paranormali che può, oltre che di sviluppare tecniche atte a potenziarne la qualità e a volgerne l’applicazione a finalità pratiche… purtroppo non soltanto pacifiche. Studiosi di fama, uomini politici, alti gerarchi militari e soggetti paranormali superdotati, quali Uri Geller e Nina Kulagina, fanno qua e là capolino nel contesto di queste oscure trame di cui nessuno ha osato o potuto parlare finora apertamente, quanto meno con la franchezza usata dall’A.
Scrittore, giornalista e studioso noto in Italia e all’estero, Leo Talamonti si dedica da alcuni decenni alla problematica parapsicologica, al cui studio ha contribuito anche in sede sperimentale, recando contributi che sono stati pubblicati In riviste scientifiche italiane ed estere. È autore di alcuni libri e di numerose collane di articoli di divulgazione scientifica. Ha fondato e diretto per qualche tempo una rivista di divulgazione scientifica e parapsicologica. DI lui la nostra Casa editrice ha pubblicato Guida al carattere e Universo Proibito.
Il Rubaiyat
Commentato da Paramahansa Yogananda
Autore/i: Omar Khayyam; Paramahansa Yogananda
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro
prima edizione, introduzione e commento di Paramahansa Yogananda, prefazione e cura di J. Donald Walters, traduzione di Vittoria De Santis.
pp. 408, Vicenza
In quest’opera inedita, Paramhansa Yogananda dischiude il profondo significato del Rubaiyat, uno dei poemi persiani più noti ed apprezzati in Occidente, svelandone la natura di allegoria spirituale della relazione appassionata che si instaura tra l’anima e lo Spirito. Erroneamente interpretato da alcuni come una celebrazione dei piaceri del vino, delle donne e della sensualità, il Rubaiyat è sempre stato una fonte di preziosa acqua chiara per il poeta, per il filosofo e per il saggio. Yogananda ha bevuto intensamente quest’acqua, colmando con essa tutto il suo essere, fino a percepire il mondo attraverso quella chiarezza e aiutandoci poi a dissetare la nostra anima con le parole ristoratrici di un poema che celebra l’unione alchemica del corpo, della mente e dello Spirito.
“Questa edizione del Rubaiyat contiene alcuni dei versi più evocativi e spiritualmente penetranti che abbia mai letto.
Questo libro porterà la beatitudine a tutti coloro che vogliono bere dalla coppa dell’amore divino.” (Deepak Chopra)
“L’interpretazione di Yogananda del Rubaiyat è una lettura che si impone per ogni cercatore spirituale.” (Louise L. Hay)
La Vita Reale
“Tutto il mio passato e tutto quello che ancora mi aspetta esigono che IO SIA ancora”
Autore/i: Gurdjieff Georges Ivanovič
Editore: Om Edizioni
pp. 128, Quarto Inferiore (BO)
Opera incompiuta, la “Terza serie” delle opere di G.I. Gurdjieff doveva all’inizio essere composta da cinque libri.
Secondo la testimonianza dei suoi allievi più vicini, che avevano lavorato con lui per parecchi anni, solo alcuni capitoli sono stati redatti in forma pressappoco definitiva.
Le cinque conferenze che compaiono in questo libro erano destinate al primo libro.
La quarta conferenza, come si vede, è incompleta.
Del quinto libro non vi è traccia, così come del secondo e del terzo nel quale dovevano essere inclusi tre capitoli a cui l’autore fa riferimento in “Incontri con uomini straordinari”.
Il quarto libro verosimilmente avrebbe dovuto constare di due capitoli : Il prologo ed il testo incompleto Il mondo esteriore ed il mondo inferiore dell’uomo.
Il piano dell’opera di Gurdjieff era il seguente : con il titolo Del tutto e di tutto dovevano essere pubblicati i suoi scritti in dieci volumi in tre serie.
La prima serie in tre libri comprende : Racconti di Belzebù al suo nipotino, Critica obiettivamente imparziale della vita degli uomini.
La seconda serie in due libri comprende Incontri con uomini straordinari.
La terza serie in cinque libri comprende La vita non è reale che quando “Io sono”.
Georges I. Gurdjieff è stato un filosofo, scrittore, mistico e “maestro di danze” armeno. Il suo insegnamento combina sufismo, scuola mistica dell’Islam, e altre tradizioni religiose ed esoteriche, in un sistema sincretico di tecniche psicofisiche e meditative che cerca di favorire il superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali. Fondò una scuola per lo sviluppo spirituale chiamata Istituto per lo sviluppo armonico dell’uomo che, una volta a Parigi, prese il nome di Institut Gurdjieff.
Lo Zen e gli Uccelli Rapaci
Autore/i: Merton Thomas
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, nota dell’autore, traduzione dall’inglese di Franco Bernardini Marzolla.
pp. 144, Milano
Thomas Merton è uno dei pochi uomini del nostro tempo che uniscano a una diretta esperienza del misticismo cristiano una profonda conoscenza delle pratiche e dei contenuti ideologici che caratterizzano la spiritualità orientale. Con la sua sensibilità di religioso contemplativo, superando ogni confine dottrinario nella ricerca di nuovi stimoli di elevazione metafisica, egli riesce a penetrare i significati delle grandi illuminazioni del buddismo, con particolare interesse per il buddismo zen.
Lo zen è infatti l’affascinante argomento di questo libro. Ma che cos’è lo zen? Quando si parla di «spiritualità», d’«illuminazione», spiega l’Autore, ecco gli uccelli rapaci volteggiare e calare al suolo come se ci fosse una carogna da cui trarre profitto nell’intercambio tra vita e morte. E invece non c’è nessun cadavere, e non appena gli uccelli se ne sono andati, il «nulla» che era lì, che era sempre stato lì, tutt’a un tratto appare. “È lo zen.
Non si può definire lo zen in termini di sistema o struttura religiosa, non si può collocare lo zen in una particolare categoria.
Esso è in un certo senso «nulla», ma può trasparire in questo o quel sistema religioso e non religioso, in ogni esperienza creativa e spirituale.
Per quanto la mentalità occidentale non sia sufficientemente aperta alle forme di concentrazione metafisica ispirate alla dottrina buddista, questo libro ha il pregio di rendere accessibili anche al lettore comune le tematiche del misticismo orientale, che l’Autore confronta con quelle del misticismo cristiano, scoprendo elementi comuni alle due scuole. I punti di contatto tra l’una e l’altra risultano dal fatto che nella loro intima realtà le grandi religioni sono tutte estremamente semplici, mirando tutte al diretto confronto con l’Essere assoluto: nel cristianesimo il confronto è teologico e si svolge attraverso la parola e l’amore; nel buddismo è metafisico e si svolge attraverso la penetrazione interiore e il vuoto.
Oltre a presentarci alcuni dei massimi filosofi zen dell’antichità e dei giorni nostri – riportando tra l’altro un suo appassionante dialogo col maestro zen D.T. Suzuki – Merton si sofferma con acuta analisi sul tema dell’esperienza trascendente, sull’illuminazione del nirvana, ci informa dello zen nell’arte giapponese, e sostiene l’erroneità della diffusa credenza che la meditazione buddista sia negazione del corpo e disprezzo della vita. L’attualità di questa opera assume un particolare rilievo nel concetto finale, verso il quale converge il pensiero di Merton, secondo cui lo zen, col suo carattere non-dottrinale, con le sue contraddizioni portate all’estremo limite («Se incontri il Budda uccidilo!» – Vedere dove non c’è qualcosa, questo è il vero vedere, questo è l’eterno vedere), richiama l’uomo dell’era cosmica, che ha scelto la follia piuttosto che l’innocenza, ad «aprire gli occhi e guardare».
Thomas Merton nacque a Pradeè, nei Pirenei francesi, da padre neozelandese ma di origine inglese, e da madre americana, ambedue pittori. Passò parte della sua infanzia in America, a Bermuda, studiò in Inghilterra e viaggiò per l’Europa, finché a vent’anni si iscrisse alla Columbia University di New York, laureandosi in lettere.
Irrequieto, pieno di aspirazioni e di ideali, fece prima parte di un gruppo comunista, quindi si convertì al cattolicesimo abbandonando l’insegnamento. Concluse la sua esistenza di secolare entrando, con il nome di Frater M. Louis, nell’Abbazia di Gethsemani nel Kentucky, appartenente all’Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza. Quivi cominciò a scrivere. Il suo libro La montagna dalle sette balze divenne in breve uno dei libri di maggior successo in tutto il mondo. Si spense improvvisamente a Bangkok il 10 dicembre 1968.
Le sue opere principali – pubblicate in edizione italiana da Garzanti – sono: La montagna dalle sette balze (1950, 1966), Le acque di Siloe (1951), Semi di contemplazione (1951), Che sono queste ferite?
(1952), Il segno di Giona (1953), Ascesa alla verità (1955), Nessun uomo è un’isola (1956), Il pane nel deserto (1957), Il pane vivo (1958), Pensieri nella solitudine (1959), Diario secolare (1960), Poesie (1962), Problemi dello spirito (1962), L’uomo nuovo (1963), Vita e santità (1964), Direzione spirituale e meditazione (1965), Nuovi semi di contemplazione (1965), Semi di distruzione (1966), Tempo di celebrazione (1967), Diario di un testimone colpevole (1968), Mistici e maestri zen (1969), Il clima della preghiera monastica (1970), Lo zen e gli uccelli rapaci (1970).
La Vita di Maometto
Autore/i: Gheorghiu Virgil
Editore: Garzanti Editore
traduzione dal francese di Vittorio Beonio Brocchieri.
pp. 336, ill. b/n, Milano
Due secoli dopo la caduta dell’Impero Romano, si produsse un altro evento decisivo per la storia dell’umanità: la predicazione di Maometto. Infiammati dall’insegnamento del profeta, i suoi seguaci cambiarono in pochi anni il volto del Mediterraneo: e, a partire dal VII secolo, la marcia dell’Islam, dall’Arabia all’Andalusia, dalle porte di Vienna all’Estremo Oriente, ha avuto profonde ripercussioni sulla storia dell’Europa e del mondo intero. Oggi questa grande religione monoteista ha circa un miliardo di fedeli e conta centinaia di migliaia di praticanti proprio nel cuore delle metropoli dell’Occidente.
In questa illuminante biografia, Virgil Gheorghiu ripercorre le tappe fondamentali della vita di Maometto, ripercorrendo le avventurose origini e il prodigioso sviluppo di un movimento destinato a durare nei secoli. Nel contempo, il ritratto di un protagonista della storia universale diventa un’occasione per illustrare il significato che i suoi atti hanno, ancora oggi, per milioni di musulmani.
La vita di Maometto, nella sua esposizione sempre informata e priva di pregiudizi, ci consente così di comprendere meglio l’umanità che ci circonda e interpretare correttamente le profonde tensioni religiose e politiche che animano il mondo contemporaneo.
Virgil Gheorghiu, uomo di chiesa rumeno, è nato il 15 settembre 1916 a Rosbaeni, in Moldavia. Dopo aver studiato filosofia e teologia alle Università dl Bucarest e Heidelberg, ha lavorato in qualità di segretario di legazione per gli affari culturali presso il Ministero degli Affari Esteri della Romania. Dal 1948 vive in Francia. È autore tra l’altro di numerosi saggi e romanzi di argomento storico.
Ur dei Caldei
Attraverso le scoperte di un famoso archeologo, rivivono i quattromila anni di Ur, la metropoli sull’Eufrate che è stata la culla delle storie della Bibbia.
Autore/i: Woolley Leonard
Editore: Giulio Einaudi Editore
quarta edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Carlo Fruttero.
pp. 304, nn. tavv. b/n f.t., ill. b/n, Torino
Il nome di Sir Leonard Woolley, uno dei più grandi archeologi contemporanei (del quale i nostri lettori già conoscono il bel libro di ricordi ed esperienze Il mestiere dell’archeologo), è soprattutto legato agli scavi di Ur, ch’egli diresse per dodici stagioni consecutive, dal 1922 al 1934, e che riportarono alla luce non soltanto una metropoli scomparsa, ma una civiltà che si può considerare all’origine stessa della storia del mondo occidentale.
È infatti a Ur che Woolley scopri, nella stratificazione del terreno, le prove di quella grande alluvione che fu il Diluvio universale; è qui, nella Mesopotamia meridionale, che la terra «emerse dalle acque» del Golfo Persico, come si legge nel Genesi. E uno degli aspetti più suggestivi di questo libro è proprio il continuo raffronto con la Bibbia, che da un lato illumina di una luce nuova i dati scientifici raccolti dall’archeologo, dall’altro ci consente di seguire passo passo l’opera di elaborazione dei «cronisti» ebraici: dalla «creazione del mondo» alla torre di Babele, all’arca di Noè, dal sogno di Giacobbe alle profezie di Daniele, dalla idolatria imposta da Nabucodonosor al popolo eletto, alla clemenza di Ciro il Grande, non si contano gli episodi dell’Antico Testamento che trovano, attraverso gli scavi di Ur, un preciso sfondo storico.
Ma questo della «verifica biblica» non è che uno fra i molti fili che fanno capo all’antica capitale dei Sumeri, e che Woolley via via svolge sotto i nostri occhi. Il suo libro è un autentico modello di indagine e di esposizione, una monografia costruita, si direbbe, con la stessa mirabile perfezione degli anonimi architetti che edificarono la famosa «torre a ripiani» di Ur, la Ziggurat in cima alla quale veniva adorato il dio patrono della città. Il racconto dell’archeologo abbraccia infatti, con assoluta simmetria, quattromila anni di storia, dalle capanne dei primi misteriosi immigrati alla fioritura massima di Ur (quando, come grande centro commerciale e industriale, contava mezzo milione di abitanti) e di qui alla lenta decadenza e all’oblio definitivo, suggellato dalle sabbie del deserto.
Non è impresa minore della gigantesca opera di indagine, classificazione e interpretazione da lui condotta a termine l’aver saputo narrarcene con tanta limpida passione le varie vicende e gli eccezionali risultati.
Leonard Woolley (1880-1960), è stato un archeologo inglese, noto per i suoi scavi a Ur e a Karkemish. Considerato uno dei primi archeologi moderni, nel 1935 è stato insignito del titolo di cavaliere per i suoi contributi all’archeologia.
L’Astrologo Quantistico
Storia e avventure di Girolamo Cardano, matematico, medico e giocatore d’azzardo
Autore/i: Brooks Michael
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, prologo dell’autore, traduzione di Benedetta Antonielli d’Oulx.
pp. 212, Torino
Nato, figlio illegittimo, a Pavia, nonostante sua madre avesse tentato con tutti i mezzi di abortirlo, Girolamo Cardano contrae subito la peste dalla sua balia, che ne muore. Lui sopravvive, e non è che l’inizio di una vita avventurosa, blasfema, dotta, geniale, violenta, scapestrata, dissoluta, sfortunata e fortunata, opulenta e misera, a seconda del momento. «Cardano fu un grande uomo con tutti i suoi errori – scrisse di lui Leibniz. – Senza, sarebbe stato ineguagliabile».
Tra le molte cose che gli capiteranno in vita menzioniamo: una salute gravemente malferma, più di una fuga dalla peste, l’impotenza sessuale (poi guarita), la laurea in medicina, la nascita di due figli, la perdita di tutti i suoi averi al gioco (più volte), la morte della moglie, la guarigione del vescovo di Edimburgo, l’invito a fermarsi alle corti di Scozia, Francia e Danimarca (rifiutate), l’arresto per uxoricidio del primo figlio e la di lui decapitazione pubblica a Milano, un contrasto durato dieci anni (con diffamazioni a mezzo stampa internazionale) col matematico Niccolò Tartaglia per via della pubblicazione di una formula algebrica segreta, l’invenzione del calcolo combinatorio, la pubblicazione dell’oroscopo di Gesù, l’arresto da parte dell’Inquisizione… e su questo punto incontriamo Girolamo in carcere a Bologna nel primo capitolo di questo libro eccezionale.
In mezzo a tutto questo bailamme, Cardano aveva inventato molte cose, e tra queste la teoria della probabilità e i numeri complessi. Quattro secoli dopo scopriamo che proprio probabilità e numeri complessi sono fondamentali per descrivere il mondo quantistico.
Michael Brooks riporta in vita per noi questo strano genio rinascimentale e dialogando con lui in prima persona ci insegna le basi della meccanica quantistica, costruendo un libro assolutamente originale e difficile da posare, che non ha eguali nel mondo della divulgazione scientifica.
Michael Brooks è uno scrittore e presentatore televisivo inglese. Ha conseguito un Ph.D. in Fisica quantistica, è consulente del «New Scientist» e scrive una colonna settimanale per il «New Statesman». Ha anche scritto per numerose testate, tra cui il «Guardian», l’«Independent» e l’«Observer». Ha tenuto lezioni alla New York University, all’American Museum of Natural History e all’Università Cambridge. In Italia ha pubblicato Tredici cose che non hanno senso. Dove si spiegano i grandi enigmi della scienza (2010), Radicali liberi. Elogio della scienza anarchica (2012) e Oltre il limite. Undici scoperte che hanno rivoluzionato la scienza (2015). Presso Bollati Boringhieri è uscito L’astrologo quantistico. Storia e avventure di Girolamo Cardano, matematico, medico e giocatore d’azzardo (2017).
Evoluzione e Cristianesimo
Da Teilhard de Chardin a San Tommaso D’Aquino
Autore/i: Nicolas Marie-Joseph
Editore: Editrice Massimo
prima edizione, prefazione di Jacques Maritain, traduzione di Mariella Barattini Crespi.
pp. 216, Milano
Il concetto di evoluzione, al di là del campo proprio della vita e delle specie viventi, investe la totalità dell’universo e soprattutto della realtà umana; lo stesso contenuto della fede cristiana è messo in discussione.
Si sa quale rivoluzione del pensiero cristiano abbia tentato Teilhard de Chardin, osando una entusiastica reinterpretazione di tutto il cristianesimo alla luce dell’idea di evoluzione e della «fede del mondo», che essa implica ai suoi occhi.
Il domenicano padre Nicolas riprende direttamente gli stessi problemi e temi, ma rimanendo nel campo dei principi filosofici e teologici fondamentali di san Tommaso d’Aquino e applicandoli a problemi nuovi, che suppongono una visione del mondo differente, rinnova in questo campo il pensiero cristiano; egli perviene ad una sintesi differente da quella teilhardiana, anche se da essa prende alcuni elementi e talvolta anche il dinamismo.
Scopo del libro non è solo quello di rispondere ai problemi posti da Teilhard de Chardin, grazie ad una «rilettura» di san Tommaso d’Aquino, ma, al di là di ogni polemica, mira a una migliore comprensione della fede cristiana e, forse, anche dell’evoluzione stessa.
L’opera, molto documentata, è suddivisa in sette capitoli:
1. Evoluzione e creazione
2. Evoluzione e finalità
3. Trascendenza dell’uomo
4. Le origini dell’uomo e il peccato originale
5. Evoluzione e Incarnazione
6. Evoluzione e storia umana
7. Sguardo su Dio
M.-J. Nicolas, autore di numerosi studi di teologia, e da numerosi anni professore di teologia dogmatica all’Istituto cattolico di Tolosa.
L’Antica Cina
I misteri di una civiltà sepolta – Un grande popolo e la sua cultura risorgono attraverso le straordinarie scoperte dell’archeologia
Autore/i: Hay John
Editore: Newton Compton Editori
introduzione dell’autore, illustrazioni di Pippa Brand e Rosemonde Nairac, traduzione di Celso Balducci.
pp. 176, nn. tavv. e ill. b/n, Roma
La Cina appare in genere agli occhi degli occidentali misteriosa e colma di contraddizioni, terra di abbaglianti ricchezze, ma anche di terribile miseria, come racchiusa in un alone di irrealtà fuori del tempo. L’autore di questo volume ci rivela con una brillante narrazione come la «vera» Cina riesca ad emergere dal marasma delle passate deformazioni grazie allo strumento dell’archeologia. Scienza relativamente giovane. l’archeologia in Cina data le sue prime scoperte agli anni venti, ma nei cinquant’anni trascorsi da allora, ed in particolare nei decenni successivi alla fondazione della Repubblica Popolare retta dai comunisti, essa ha contribuito a chiarire il quadro del passato e ad avvicinare la Cina all’Occidente. Se la scoperta dell’Uomo di Pechino, di cinquecentomila anni fa, ha rivelato un’insospettata cultura paleolitica cinese, numerosi scavi archeologici in varie località hanno chiarito peraltro l’esistenza di vere e proprie comunità agricole nell’Età della Pietra. I tesori dissotterrati di antichi sovrani hanno infine definito storicamente il volto di un’epoca mitica, quella degli Shang, dei Chou, degli Han e dei T’ang.
Le Origini mitiche di un popolo asiatico, dall’Uomo di Pechino alle grandi dinastie imperiali.
John Hay e nato in“ Malesia nel 1939 e da vent’anni e studioso di archeologia cinese. Laureato ad Oxford, ha lavorato al National Palace Museum di Taiwan; attualmente e lettore di Arti Orientali Asiatiche alla School of Oriental and African Studies dell’Università di Londra.
Il Libro Tibetano dei Morti
L’antica sapienza dell’Oriente di fronte al Morire e al Rinascere
Autore/i: Padmasambhava
Editore: Newton Compton Editori
prefazione, introduzione e cura di Namkai Norbu.
pp. 128, nn. ill. b/n, Roma
Il Bar-do Thos-grol, che in Occidente sì è convenuto di chiamare Libro tibetano dei morti, appartiene, con il Libro egizio dei morti, con la liturgia cristiana dei defunti, con il rituale cinese del culto degli antenati e con innumeri altre opere analoghe, al filone di scritture arcaiche attraverso le quali l’uomo ha tentato di affrontare l’angosciante problema della morte, proponendo soluzioni che leniscono il terrore e rassicurano il vivente sul suo ignoto destino. Altrove concepita come finale dissoluzione, o come transito verso pallidi universi di rimpianto, o come integrazione nella gloria divina, la morte, in questo rituale tibetano, tradotto direttamente dall’originale, nella lussureggiante ricchezza delle sue mitologie, si configura in modo diverso. Nel tempo intermedio fra la morte fisica e il destino finale, il defunto conserva un principio cosciente, sul quale opera il monaco recitante che, attraverso la lettura del testo, ingenera in quel principio esperienze visionarie impressionanti ed evoca le immagini terrifiche degli dèi, perché il defunto vivente acceda a una perfetta conoscenza liberatoria del sé e realizzi la rinascita. Il Libro dei morti contiene quindi le antichissime tecniche che corrispondono al riscatto dell’uomo dalla falsa coscienza, consentendogli l’adesione alla realtà del sé sepolto e dell’intero cosmo.
Namkai Norbu, nato a Derge (Tibet Orientale) nel 1938, è in Italia dal 1960 e insegna lingua e letteratura tibetana e mongola presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. È autore di saggi e articoli che toccano le tradizioni delle scuole tibetane, in tibetano, inglese e italiano. È, in Europa, fra i più fini conoscitori di tecniche mediche e salvifiche del Tibet.
La Saggezza del Tao
Come cambiare il modo di pensare per vivere meglio – Passo dopo passo, lungo la via della saggezza
Autore/i: Dyer Wayne W.
Editore: Edizioni Corbaccio
introduzione dell’autore, traduzione dall’americano di Raffaella Asni.
pp. 528, Milano
Questo libro ha cambiato la vita di Wayne Dyer e può cambiarla ai suoi lettori.
Mezzo millennio prima di Cristo, una delle figure più grandi della filosofia cinese, Laozi, dettò gli 81 versi del Tao Te Ching, base del taoismo. Quel testo rappresenta la Via o il Sentiero da seguire per condurre un’esistenza equilibrata, spirituale, morale e volta al bene. In questo libro Dyer ha scritto un breve saggio per ognuno degli 81 versi su come applicare questi messaggi di antica saggezza alla vita moderna di tutti i giorni. Un libro da leggere con calma, un capitolo al giorno, per farsi pervadere dai suoi insegnamenti. E alla fine trovarsi a vedere la propria vita e il mondo che ci circonda in modo diverso e sentire dentro di sé un gran senso di pace.
Wayne W. Dyer (1940-2015), psicoterapeuta e scrittore, è autore di numerosi libri di enorme successo in tutto il mondo. È stato professore associato alla St. John’s University di New York e ha insegnato alla Wayne State University. Corbaccio ha pubblicato «Il tuo sacro io», «Come fare miracoli nella vita di tutti i giorni», «Credere per vedere», «Inventarsi la vita», «Dieci segreti per il successo e l’armonia», «La voce dell’ispirazione», «Niente scuse!», «Il cambiamento», «La saggezza di ogni giorno», «Che cosa volete davvero per i vostri figli?», «C’è una soluzione spirituale per ogni problema», «Il potere dell’intenzione», «In armonia», «La saggezza del Tao», «Ogni tuo desiderio sarà esaudito» e «Il mio sacro destino».
Vedute sul Mondo Reale
Gurdjieff parla ai suoi allievi 1917-1931
Autore/i: Gurdjieff Georges Ivanovič
Editore: Neri Pozza Editore
introduzione dell’autore, traduzione di Igor Legati.
pp. 280, Vicenza
«Esci una sera sotto un vasto cielo stellato, alza gli occhi a quei milioni di mondi sopra la tua testa.
Guarda la Via Lattea.
In quell’infinità, la Terra si dissolve, sparisce e con essa sparisci anche tu.
Dove sei? Chi sei? Cosa vuoi?
Dove vuoi andare?
Ti attende un viaggio lungo e difficile e non sai se ti potrai riposare.
Ricordati dove sei e perché sei lì.
Non avere troppa cura di te, e rammenta che nessuno sforzo viene mai fatto invano.
E adesso puoi metterti in cammino».
(G.I. Gurdjieff)
Le idee di G.I Gurdjieff sono principalmente note ai lettori attraverso lo scritto di un suo allievo, P.D. Ouspensky, che trasmise l’insegnamento ricevuto direttamente da Gurdjieff nel libro Frammenti di un insegnamento sconosciuto. Ouspensky ci ha lasciato una straordinaria testimonianza del lavoro fatto con Gurdjieff, tra gli anni che vanno dal 1915 al 1923, e il suo libro è sempre stato ritenuto una traccia genuina di questo lavoro.Tuttavia il racconto di Ouspensky non poteva essere esaustivo, data soprattutto la natura del suo soggetto: “Le idee del Lavoro” e la figura di colui che meglio di tutti aveva incarnato queste idee, George Ivanovitch Gurdjieff.
Le opere scritte direttamente da Gurdjieff parlano di un insegnamento che viene da lontano e ne lasciano intuire la grandezza nei piccoli frammenti o negli improvvisi bagliori che talvolta sorprendono il lettore più attento, ma soprattutto mettono di fronte l’uomo contemporaneo ad un insegnamento la cui vastità non cessa di sorprendere.
L’opera di Gurdjieff ci sorprende nel comunicarci immediatamente il senso di una novità e insieme il legame con una tradizione. In questo senso Vedute sul mondo reale, ci offre la possibilità di gettare un ulteriore e diverso sguardo sull’insegnamento, presentandoci un aspetto del lavoro di Gurdjieff che non appare così chiaramente né nel libro di Ouspensky, né nelle opere scritte da Gurdjieff stesso.
È un libro particolare in quanto non è il frutto del lavoro di un singolo, ma presenta una serie di testimonianze di quegli incontri così frequenti che Gurdjieff aveva coi suoi allievi nei momenti più inattesi e nei luoghi più disparati. Siamo qui più vicini al cuore del “Lavoro”, più vicini al momento in cui la trasmissione di questo insegnamento si faceva concreta nell’istante del contatto diretto col “Signor Gurdjieff” Questi resoconti non sono un trattato di filosofia, eppure la profondità di quelle parole semplici e dirette risveglia nell’uomo il senso di una domanda che può aprire il varco verso un mondo “più reale” (D.C.)
George I. Gurdjieff (1877 1949), nato ad Alessandropoli nella Russia meridionale, da un ricco allevatore di pecore che godeva grande fama come narratore popolare, fu educato da prima alla grande tradizione orale propria delle regioni a sud del Caucaso dove si incrociano culture diverse e antichissime, poi a rigorosi studi scientifici e ad una profonda educazione religiosa da sacerdoti armeni. Dopo aver viaggiato a lungo in Europa, Africa, Medio Oriente, Asia Centrale per raccogliere i frammenti sparsi delle antiche tradizioni di saggezza, si dedicò a ricostruire organicamente la conoscenza della verità perduta e a trasmetterla agli occidentali attraverso l’insegnamento e, più tardi, una serie di libri ancora oggi fondamentali per tutti coloro che sono interessati alla ricerca spirituale. La Neri Pozza ha pubblicato nel 1999 I racconti di Belzebù a suo nipote.
Psicanalisi e Religione
Autore/i: Fromm Erich
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
traduzione di Ugo Varnai.
pp. 106, Milano
Psicanalisi e religione: rivali o alleate? Entrambe studiano l’anima umana e cercano di dare un significato alla vita; tuttavia i sostenitori dell’una diffidano per lo più di quelli dell’altra e si accusano a vicenda di idolatria, di culto di falsi dei. Erich Fromm, fondatore della psicanalisi umanistica, smaschera qui, con la consueta chiarezza, l’equivoco centrale di questa polemica. Altra è oggi l’idolatria che minaccia la più preziosa eredità spirituale dell’uomo: nei paesi autoritari, la deificazione dello stato e del potere, nella nostra cultura la deificazione della macchina e del successo. Allearsi per sconfiggerle significherà forse «trovare una fede comune, e certamente un po’ più di umiltà e d’amor fraterno».
La Fede Filosofica di Fronte alla Rivelazione
Nell’infinita ricerca del significato della nostra esistenza il confronto tra due dimensioni irriducibili dell’essere uomo: la fede e la ragione
Autore/i: Jaspers Karl
Editore: Longanesi & C.
traduzione dal tedesco e saggio critico di Filippo Costa.
pp. 864, Milano
Riprendendo con maggiore ampiezza e profondità quel tema religioso che attraversa tutta la sua filosofia e ne costituisce la cifra, Jaspers propone in quest’opera il contrasto tra fede che discende dalla Rivelazione e fede filosofica (si potrebbe dire, riduttivamente, tra «fede e ragione») in tutta la sua ineliminabile drammaticità. In quanto filosofo che «crede» nella libera indagine razionale e che non ammette, con Kant, che essa possa mai cristallizzarsi in un dato oggettivo e finito, ma solo proseguire indefinitamente verso un orizzonte ideale, Jaspers rifiuta ogni compromesso con la fede dogmatica della Chiesa e delle chiese. E tuttavia, la filosofia per Jaspers non può permettersi di liquidare la religione con un gesto di disprezzo o di noncuranza. Nella più autentica dimensione umana, quella in cui l’essere «gettato» nel mondo si rapporta e si apre alla propria trascendenza, vera fede filosofica e vera fede religiosa si rivelano in relazione dialettica, l’una necessitando dell’altra al fine di conoscersi più profondamente e di svilupparsi: la religione aprendosi ai dubbi della filosofia per alimentare la propria fede, la filosofia alla trascendenza religiosa per non isterilirsi in un vuoto razionalismo. Dinanzi al compito di ricercare il significato dell’esistenza, anzi dell’«esserci» di ciascun individuo, ragione e fede appaiono così come due cammini separati, ma non paralleli; non confondibili, ma neppure nettamente scindibili. Questo libro, ammirevole per onestà intellettuale e chiarezza di pensiero, è uno dei frutti più maturi della riflessione del grande filosofo esistenzialista. Non propone risposte, ma insegna a porre le domande che contano su un antichissimo e sempre nuovo dilemma.
KARL JASPERS, nato a Oldenburg in Germania nel 1883, è morto nel 1969 a Basilea, dove si era trasferito negli anni più bui della dittatura nazista. Insegnò all’Università di Heidelberg (dove ebbe tra i suoi allievi Hannah Arendt) dal 1921 al 1937, riassumendo la sua cattedra solo nel 1945. Di formazione scientifica, esercitò per lunghi anni la professione di psichiatra e si volse relativamente tardi alla filosofia, spinto soprattutto dalla lettura di Nietzsche e di Kierkegaard. Insieme a Heidegger, dal quale si distinse sempre per una più viva coscienza della dimensione religiosa nell’uomo, Jaspers è considerato il maggior rappresentante dell’esistenzialismo tedesco. Tra le sue opere tradotte in italiano: Filosofia, 3 volumi, Roma, 1950, Filosofia dell’esistenza, Milano, 1945 e, in edizione Longanesi, I grandi filosofi.
Le Psiconevrosi: Fenomenologia e Psicodinamica
Autore/i: Lalli Nicola
Editore: Euroma – Editrice Universitaria di Roma – La Goliardica
unica edizione, introduzione dell’autore.
pp. 360, Roma
Il cammino dell’uomo si situa, nell’arco di una vita, tra due estremi che sono la dipendenza e l’autonomia. In questo cammino difficile, pieno di incognite e di pericoli, l’uomo e spesso costretto a ricorrere a vari sistemi difensivi, che costituiscono le psiconevrosi, per evitare i fallimenti totali dell’esistenza: l’omicidio (Io psicopatico), il suicidio (il depresso), l’autismo (ovverosia l’annullamento della realtà).
Lo sviluppo psichico deriva dalla dialettica tra le forze pulsionali e i rapporti oggettuali e tende al raggiungimento dell’autonomia e della creatività del soggetto. Le psiconevrosi rappresentano il frutto di una difficoltà, di una incapacità, di una impossibilità in questo cammino verso l’autonomia.
In questa visione, ampia e globale, l’Autore propone, in chiave fondamentalmente clinica, un modello originale ed articolato per spiegare la genesi delle psiconevrosi, estrapolando dalla varietà fenomenologica, due strutture di base che sono il circolo della bramosia ed il circolo della invidia.
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1963, si specializza in Neuropsichiatria nel 1967 e nel 1971 consegue la Libera Docenza in Psichiatria. Da vari anni è Prof. Associato di Clinica Psichiatrica 9 Docente di Psicoterapia e di Semeiotica Psichiatrica presso l’Università “La Sapienza” in Roma.
Autore di due libri e di numerose pubblicazioni, si è interessato ai vari campi della Psichiatria: dalla psicologia clinica alla psicopatologia, dalla neuropsicotarmacologia alla fenomenologia.
Da diversi anni si occupa sopratutto di Psicoterapia analitica a livello teorico, formativo e clinico.
Fermamente convinto che la psicoterapia è una disciplina medica e che essa va elaborata, praticata e sviluppata fondamentalmente a livello universitario.
Dizionario delle Religioni Orientali
Autore/i: Autori vari
Editore: Antonio Vallardi Editore
introduzione di Giorgio La Rosa.
pp. 496, 800 ill., 96 tavv. a colori, Milano
Divinità, santi, demoni, monaci, pensatori, popoli, tradizioni, concetti, opere, luoghi, simboli: il Dizionario delle religioni orientali tratta esaurientemente tutti gli aspetti delle mitologie e delle religioni dell’Oriente, dall’Iran al Giappone. Grande attenzione è dedicata ai fondamenti del pensiero religioso e della cultura indiana e cinese, dall’induismo al buddhismo, al confucianesimo, al taoismo. L’opera dedica ampio spazio anche alle altre religioni dell’Asia, come lo shintoismo, lo zoroastrismo – che ha il suo corrispettivo indiano nel parsismo – il giainismo, le antiche religioni sciamaniche e tibetane, oltre a scuole e movimenti, come lo zen e il sikhismo.
Questo dizionario consente quindi, a chi per lavoro, viaggio, studio o interesse personale entra in contatto con la complessità e la ricchezza delle tradizioni dei popoli dell’Oriente, di comprendere più a fondo il fascino enigmatico delle loro culture millenarie.
Integrano il dizionario numerose informazioni storiche e artistiche, raccolte in appendice:
- Storia dell’India, della Cina e del Giappone, con cronologie sinottiche
- Piante di templi e monasteri
- Simboli e raffigurazioni mitologiche
- Bon
- Buddhismo
- Confucianesimo
- Giainismo
- Induismo
- Shintoismo
- Taoismo
- Zen
- Zoroastrismo
La Conoscenza Storica
Autore/i: Marrou Henri-Irénée
Editore: Società Editrice Il Mulino
introduzione all’edizione italiana di Cinzio Violante, traduzione di Attanasio Mozzillo.
pp. XXIX-326, Bologna
Frutto di una riflessione sistematica sulla storia e il mestiere di storico, condotta a ridosso di una attività di ricerca intensa e di grande livello, questo volume di Marrou, pubblicato nel 1954, resta ancor’oggi un testo di riferimento di prim’ordine. L’essenzialità e l’equilibrio con cui vengono presentate le posizioni dell’autore sono infatti tali che il libro mantiene la sua piena validità, al di là degli sviluppi della critica storica e della prassi storiografica negli ultimi trent’anni. Continuando ad essere una limpida introduzione allo studio della storia, al tempo stesso indagine acuta sui limiti e le possibilità della storia e discussione rigorosa della metodologia della ricerca storica.
Henri-Irénée Marrou (1904-1977) è stato uno dei massimi storici della cultura e del cristianesimo antichi. Formatosi all’École Normale Supérieure di Parigi e all’École Francaise di Roma, fu docente di Storia antica a Montpellier e a Lione e, fino alla morte, di Storia del cristianesimo alla Sorbona. Molte delle sue opere sono state tradotte in italiano; segnaliamo: «Decadenza romana o tarda antichità? (III-VI secolo)», Milano, 1979; «Teologia nella storia», Milano, 1979; «Storia dell’educazione nell’antichità», Roma, 1984.
Introduzione all’edizione italiana di Cinzio Violante. – Introduzione: La filosofia critica della storia. – I. La storia come conoscenza. – II. La storia è inseparabile dallo storico. – III. – La storia si fa con i documenti. – IV. Condizioni e mezzi per la comprensione. – V. Dal documento al passato. – VI. L’uso del concetto. – VII. La spiegazione e i suoi limiti. – VIII. L’esistenziale in storia. IX. La verità della storia. – X. L’utilità della storia. – Conclusione: L’opera storica. – Appendice: Risposta ad alcune obiezioni.
L’Evoluzione della Specie Umana
Autore/i: Dobzhansky Theodosius
Editore: Giulio Einaudi Editore
prefazione dell’autore, traduzione di Luciana Pecchioli.
pp. XV-396, ill. b/n, Torino
Dalla prefazione dell’autore:
«Einstein espresse una verità che doveva esser detta e mai da nessun altro lo fu in modo migliore: «La cosa più incomprensibile, nei riguardi del mondo è ch’esso è comprensibile»; e poi ancora «l’esperienza più bella è quella del mistero… È la fonte da cui scaturiscono tutta l’arte e tutta la scienza». L’uomo è la più misteriosa delle esperienze: e perciò arte e scienza si affaticano a renderlo comprensibile.
Con meraviglia di molti, sono proprio le ricerche sulla natura non umana e anche non vivente che gettano un po’ di luce sul fenomeno-uomo. Darwin esordì come studioso di animali, di piante e degli strati geologici, e nella sua opera maggiore On the Origin of Species si astenne saggiamente dal discutere, se non in via implicita, l’uomo: ma il turbine di proteste che il libro suscitò diede prova che il significato implicito era stato ben compreso. L’opera conteneva la teoria scientifica forse più rivoluzionaria di tutti i tempi sulla natura umana: l’uomo si è evoluto e continua ad evolversi. Oggi, a più di un secolo di distanza da Darwin, l’idea dell’evoluzione va diventando parte integrale dell’immagine che l’uomo ha di se stesso, e l’idea si è infiltrata in campi molto più vasti di quello del biologo o, in genere, anche dello scienziato: compresa o mal intesa, è entrata a far parte della cultura di massa.
Due metodi rivali sono costantemente in gara per acquistare un’influenza predominante nel lavoro scientifico: la specializzazione e la sintesi. Di solito è il primo che prevale: gli scienziati sono degli specialisti e un buon specialista può esser padrone soltanto di una piccola frazione, un frammento di conoscenza umana. Quando uno specialista scrive, sente lo sguardo infocato dei colleghi che, da sopra la sua spalla, stanno sbirciando quello che esce dalla sua penna, pronti a scoprire e a scagliarsi contro ogni inesattezza materiale o debolezza di ragionamento. È giusto che ciò sia, naturalmente, ma talvolta si abusa del privilegio della critica. D’altra parte, anche i tentativi di sintesi sono indispensabili: e tanto più se ne sente acuto il bisogno, quanto più la scienza viene spezzettata. La mancanza di sintesi darebbe ragione all’irosa affermazione di Albert Schweitzer: «L’età nostra ha scoperto il modo di staccare la sapienza dal pensiero, onde abbiamo veramente una scienza libera, ma quasi non ci resta una scienza pensante».
Questa mia opera tenta di esplorare le possibilità di arrivare a capire l’umanità quale prodotto dell’evoluzione e un tutto che è in evoluzione. Mi rendo ben conto dei pericoli dell’impresa: i campi di conoscenza, nei riguardi dell’uomo e dell’evoluzione, si sono enormemente ampliati e continuano ad ampliarsi rapidamente, cosi che tale conoscenza supera ormai di gran lunga la capacità di assimilazione anche del miglior cervello. Io ho trascorso la vita nello studio della genetica – ma non degli esseri umani, bensì della mosca drosofila – e nelle pagine che seguono dovrò trattare di qualche argomento con cui ho appena familiarità da dilettante. Tuttavia, quando l’Università di Yale mi fece l’onore di invitarmi a tenere uno dei corsi di lezioni della Fondazione Sillman e scelsi l’argomento, mi proposi di esplorare fin dove l’evoluzione umana possa esser compresa, se guardata dal punto di vista della genetica moderna e della teoria biologica dell’evoluzione. Non è probabile che i risultati a cui potrò giungere abbiano un’utilità più che temporanea: lo studio dell’uomo, infatti, è attualmente in un periodo di rapida e, speriamo, profonda espansione.
La scienza è l’insieme delle conoscenze: il che rende relativamente instabili le teorie scientifiche, soprattutto in epoche in cui le conoscenze si accumulano, per cosi dire, in progressione geometrica. Gli scienziati dovrebbero esser consapevoli del carattere provvisorio e transitorio delle loro conquiste: ogni vero scienziato volge le sue fatiche a superare il suo stesso lavoro. Nelle pagine seguenti, toccherò questioni che sono controverse e sulle quali molti hanno opinioni cui sono emotivamente legati: sarebbe ingenuo sperare che i fatti e gli argomenti che ho potuto raccogliere soddisfino tutti. Richiamerò le parole che Darwin, circa novant’anni fa, scriveva nel capitolo finale di The Descent of Man:
Molte delle idee proposte sono altamente ipotetiche e alcune senza dubbio risulteranno errate; ma, in ciascun caso ho esposto le ragioni che hanno condotto all’una piuttosto che all’altra ipotesi. Mi sembrava che meritasse la pena di investigare fin dove il principio dell’evoluzione potesse gettar luce su alcuni dei problemi più complessi nella storia naturale dell’uomo. Dati falsi possono recar grave danno al progresso della scienza, perché spesso sopravvivono a lungo; ma opinioni false, se qualche prova le sostenga, non fanno gran male, poiché tutti prendono un salutar piacere a dimostrarne la falsità; e quando ciò avviene, ecco che un sentiero verso l’errore si chiude e, contemporaneamente, spesso si apre la strada verso la verità.[…]»
Il Narcisismo
L’identità rinnegata
Autore/i: Lowen Alexander
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
introduzione dell’autore, traduzione di Stefano Magagnoli.
pp. 208, Milano
Il narcisismo è da alcuni anni uno dei temi privilegiati delle discipline psicologiche. Inoltre, il ‟narcisismo” è diventato una delle parole chiave in vari tentativi – si pensi anzitutto ai lavori di Christopher Lasch – di comprendere non solo la psicologia individuale, ma anche la cultura delle società in cui viviamo. Con questa ricerca Alexander Lowen, lo psicoanalista che ha proseguito con più precisione e autorevolezza il cammino aperto da Wilhelm Reich, dà un contributo originale e illuminante alla comprensione di quello che sta diventando, a giudizio di molti, il male più diffuso e allarmante dell’uomo contemporaneo. Attraverso una serie di ‟storie di casi”, di esempi che permettono una comprensione agevole anche al non specialista, l’autore mette a fuoco la figura del narcisista e mostra come le terapie bioenergetiche – che arricchiscono la pratica analitica tradizionale con tecniche terapeutiche tese all’autoespressione e al recupero di una vita corporea piena -si applichino con efficacia ai disturbi narcisistici. Vittima e al tempo stesso capace di infliggere terribili sofferenze, il narcisista è, nell’analisi di Lowen, innanzitutto caratterizzato da un’ostinata negazione dei sentimenti che lo condanna a desolanti rapporti manipolatori e inautentici. Di particolare interesse è l attenta ricognizione di quel ‟linguaggio del corpo” che nel narcisista anticipa e trascende l’espressione verbale.
Alexander Lowen (1910-2008), medico psicoanalista, formatosi alla scuola di Wilhelm Reich, è stato direttore dell”Institute for Bioenergetic Analysis di New York. Di Lowen Feltrinelli ha pubblicato Amore e orgasmo (1968, 1991, 2008), Il linguaggio del corpo (1978, 2003, 2013), Bioenergetica (1983, 2004, 2013) e Il narcisismo. L”identità rinnegata (1985, 1992, 2013).