Libri dalla categoria Magna Grecia
Da Gesù a Cristo
Dieci conferenze, precedute da una conferenza pubblica, tenute a Karlsruhe dal 4 al 14 ottobre 1911
Autore/i: Steiner Rudolf
Editore: Editrice Antroposofica
traduzione di Emmelina De Renzis, riveduta sull’ultima edizione tedesca del 1985, disegni nel testo di Assia Turgenieff.
pp. 216, ill. b/n, Milano
L’indagine storica su Gesù. Fede e chiaroveggenza. Iniziazione cristiana. Cristianesimo paolino. Forma del corpo e coscienza dell’io. La resurrezione, problema basilare del cristianesimo. Il corpo incorruttibile. Il corpo del Risorto. I due bambini Gesù. Cristo nel passato e nel presente.
Il Tramonto della Nostra Civiltà
Siamo in un’epoca di decadenza? La fine della nostra civiltà è prossima? Oppure i nostri figli vivranno meglio di noi, e i nipoti meglio dei figli?
Autore/i: Ottone Piero
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione.
pp. 306, Milano
Pochi anni ci separano ormai dallo scadere del secondo millennio cristiano-occidentale.
E un’epoca di grandi rivolgimenti: accanto al crollo di regimi consolidati, di antiche certezze e valori, assistiamo agli straordinari progressi della tecnologia e all’affacciarsi sulla scena mondiale di nuove nazioni, di popoli rimasti finora ai margini della civiltà.
Gli eventi contemporanei ci lanciano segnali contraddittori che si prestano a essere interpretati in modi diversi. Di fronte ad alcuni fatti sembriamo alla vigilia dell’età dell’oro, poi ne accadono altri e ci inducono a pensare che tutto stia per sprofondare nelle tenebre. Ci chiediamo dunque: siamo in un’epoca di decadenza? la fine della nostra civiltà è prossima? oppure i nostri figli vivranno meglio di noi, e i nipoti meglio dei figli?
Con Il tramonto della nostra civiltà Piero Ottone ha provato a offrirci, sulla base delle letture e delle esperienze raccolte nella sua vita di giornalista, una chiave interpretativa che dia coerenza agli eventi, in modo da capire, finalmente, quello che sta succedendo intorno a noi e quello che succederà dopo di noi.
Sotto la guida di due grandi pensatori del Novecento, Spengler e Toynbee, Ottone ripercorre in un affascinante viaggio a ritroso l’avventura della civiltà occidentale, il cui percorso, al pari di ogni altra, è simile a quello di un organismo vivente che nasce, raggiunge l’età matura e, infine, decade e muore. E attraverso i più diversi aspetti della realtà contemporanea, politici, artistici, religiosi, di costume, giunge a mostrare, come già il titolo ci fa presagire, che la nostra civiltà è giunta alla sua fase finale, al suo tramonto.
Ma la conclusione del libro non è pessimistica: anche nei tramonti ci può essere dolcezza di vivere e un significato per un’esistenza degna di essere vissuta.
Il tramonto della nostra civiltà ci aiuta non solo a leggere e a dare un senso alla nostra storia, ma anche a interpretare un presente che spesso ci appare confuso e incomprensibile.
Piero Ottone (Genova 1924) è uno dei più noti giornalisti italiani. Direttore del «Corriere della Sera» dal ’72 al ’77, è oggi un commentatore della «Repubblica». I suoi libri sull’attualità hanno ottenuto un notevole successo di pubblico. Ricordiamo, fra gli altri: La nuova Russia, Il gioco dei potenti, Le regole del gioco, Il buon giornale, La guerra delle rose. Ha anche scritto Giornale di bordo, Aliseo portoghese e Naufragio, sulle sue avventure di appassionato velista.
I Miti Greci
Autore/i: Graves Robert
Editore: Longanesi & C.
presentazione di Umberto Albini, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Elisa Morpurgo.
pp. IX-726, 1 cartina b/n, Milano
Prima della scienza, prima della religione, c’è il mito. Modo ingenuo – ci dicono -, modo fantasioso, spregiudicato e prescientifico, di spiegare l’origine delle cose e degli uomini, gli usi i costumi e le leggi.
Filologia, etnografia, antropologia hanno lacerato il velo del mito, evidenziandone le radici ideologiche, il retroterra di superstizione e di magia. Ma i miti, così dissezionati, ci vengono restituiti alla stregua di freddi reperti anatomici, buoni tuttalpiù per qualche museo. Robert Graves è riuscito a rianimare questa materia ormai inerte, restituendocela con tutto il suo splendore, il suo sense of wonder e (anche) il suo humour. I miti greci, pur senza dover invidiare nulla ad altre raccolte analoghe condotte sul filo della filologia e dell’erudizione, ha un pregio fondamentale: i centosettantuno capitoli che lo compongono si snodano con la sveltezza e col brio di un racconto ben scritto, di una rievocazione, partecipe e disincantata al tempo stesso, di un mondo incantato e incantevole.
Nessuna retorica, nessun manierismo: le gesta degli dèi e degli eroi, che di per sé tendono all’epico, sono costantemente ricondotte alla nostra misura umana, immerse come sono nella quotidianità (sia pure dell’antica Grecia). Così Zeus, Era, Afrodite, Eracle compiono non solo prodigi e grandi imprese, ma sono afflitti da acciacchi, perseguitati dalla sfortuna, schiattano di rabbia, si concedono scappatelle e hanno le paturnie. E tutto senza «smitizzare» i miti, ma – al contrario – con la preoccupazione di salvaguardarne, assieme alla sostanza, anche il sapore, con uno stile e un piglio che debbono più alla grande lezione del Ramo d’oro di Frazer che al forse necessario ma anche triste lavoro di scavo di un Freud, di uno Jung, di un Kerényi…
Robert Graves nacque a Londra nel 1895, figlio dello scrittore irlandese Alfred Perceval Graves e di madre tedesca. Dopo gli studi compiuti a Oxford, combatté in Francia durante la prima guerra mondiale; esperienza, questa, rievocata nelle prime raccolte di versi. Finita la guerra, insegnò letteratura inglese a Oxford e, per breve tempo, in Egitto. Nel 1927 si trasferì a Maiorca, dove, salvo una breve parentesi, rimase sino alla morte, avvenuta nel 1985. Scrittore molto prolifico, pubblicò una quindicina di raccolte poetiche, numerosi romanzi e una mole notevole di saggi. La sua fama è legata soprattutto a importanti studi sulla mitologia: La dea bianca (1947), I miti greci (1955) e, in collaborazione con Raphael Patai, I miti ebraici (1963); e a una serie di romanzi storici dedicati alla classicità: Io, Claudio (1934), Il divo Claudio (1934), Belisario (1938), Io, Gesù (1946) e La figlia di Omero (1955).
Il Rotolo del Destino
Manoscritto egizio appartenuto a Napoleone Bonaparte
Autore/i: Anonimo
Editore: Messaggerie Pontremolesi
pp. 160, Milano
“Questo libro, già pubblicato nel secolo scorso in lingua francese, ma scritto molti e molti secoli or sono nel lontano Egitto, mi capitò tra le mani per caso, ove non vogliasi parlare di fatalità.[…]”
Il Mistero Rivelato dei Riti Tibetani
Lo Yoga del ringiovanimento
Autore/i: Chiara Alberto
Editore: Hermes Edizioni
pp. 160, 48 foto e ill., Roma
Il Sushumnâ yoga che può essere definito “lo yoga del ringiovanimento e del risveglio dell’energia Kundalinî” risulta un completamento e un approfondimento del prezioso insegnamento dei famosi cinque Tibetani.
La dinamica energetica del Sushumnâ yoga si sviluppa su quattro livelli distinti di energia vitale, ai quali il corpo accede in modo graduale e progressivo con la pratica quotidiana.
Il primo livello si raggiunge eseguendo i movimenti corretti dei cinque riti, insieme alla dinamica del respiro.
Il secondo livello introduce nella pratica la dinamica energetica del Traya-bandha: le tre contrazioni fondamentali dello Yoga, indispensabili per attivare e guidare l’energia vitale all’interno del corpo.
Il terzo livello si raggiunge con la pratica del sesto rito, il più importante tra gli esercizi tibetani, capace di attivare energeticamente il Sushumnâ-nâdî, il più grande canale di energia vitale del corpo umano.
Il quarto livello è la fase del ringiovanimento vero e proprio: a questo stadio la pratica dei riti tibetani permette la liberazione dei blocchi emotivi che inibiscono il naturale fluire dell’energia vitale e la vitalità del corpo aumenta inarrestabile ogni giorno di più.
Prefazione
1. Il Sushumnâ yoga e i Riti Tibetani
Il segreto dei Riti Tibetani: realtà o leggenda?
Il processo del ringiovanimento: i chakra
I quattro livelli di energia
2. Il primo livello di energia
I Cinque Riti Tibetani
Il primo rito
Il secondo rito
Il terzo rito
Il quarto rito
Il quinto rito
Le modalità di esecuzione L’intensità nell’ esecuzione
La dinamica di crescita energetica Le pause tra un rito e l’altro
3. Il secondo livello di energia
Il segreto svelato dei Riti Tibetani: il Traya-bandha
Mûla-bandha
Uddîyâna-bandha
Jâlandhara-bhanda
La respirazione addominale del Sushumnâ yoga L’apnea nella respirazione addominale
L’esecuzione dei primi cinque riti nel Sushumnâ yoga
Il primo rito
Il secondo rito
Il terzo rito
Il quarto rito
Il quinto rito
4. Il terzo livello di energia
L’energia Kundalini
Il sesto rito tibetano
Premessa
La crescita dell’ energia vitale con il sesto rito
La dinamica energetica del sesto rito L’esecuzione del sesto rito nel Sushumnâ yoga La dinamica energetica delle contrazioni bandha del sesto rito
L’apertura del camino Sushumnâ-nâdî
5. Il centro Hara
Concentrare l’energia sull’Hara per liberare il corpo dagli accumuli energetici
Il centro Hara
Il Sushumnâ yoga e l’attivazione del centro Hara
La forza del ventre
L’addome piatto
L’attivazione dell’ormone della crescita
6. La ridistribuzione energetica L’ attività aerobica
Esercizi di crescita energetica
Il Gtum’mo (o Tummo)
L’Orbita Microcosmica
7. Il quarto livello di energia
Premessa
Il respiro ascensionale
L’energia del bacino per nutrire i muscoli e la forza fisica
Il quarto livello di energia: la dinamica di accumulo energetico con il respiro ascensionale
La crescita della sensibilità fisica L’innalzamento dell’energia fisica Il Tao Yoga e il muscolo PC
Il pavimento pelvico
Serie e ripetizioni per allenare il muscolo pubococcigeo L’esercizio del Cervo
L’esercizio del Cervo nel Sushumnâ Yoga Il Tao e il punto Ren-Mo
La porta midollare
L’apertura del canale midollare Il sesto rito completo
8. Le cause dell’invecchiamento
Il Corpo astrale e il processo del ringiovanimento fisico La postura e il modello
9. Aiutare il corpo nel suo processo di innalzamento energetico
L’attività fisica
L’attività aerobica
La respirazione
L’attività anaerobica
L’attività fisica: conclusioni
Esercizi di bioenergetica per scaricare l’energia del dolore emotivo
La pratica del rilassamento Lo Yoga per i Riti Tibetani
Le serie concentrate per elevare il metabolismo
10. Il modo corretto di alimentarsi
Il rapporto acido-basico
Una corretta sequenza di alimenti La masticazione
Amare il sapore
Sentire il corpo rilassato mentre mangiamo Ridurre la fame con il muscolo PC
La distribuzione dei pasti
Conclusioni: effetti dell’innalzamento energetico
Il Libro degli Spiriti
Autore/i: Kardec Allan
Editore: Edizioni Mediterranee
contiene una speciale tabella per comunicare con gli spiriti.
pp. 432, 14 tavv. b/n f.t., Roma
Questo è il primo libro pubblicato sullo spiritismo; è il monumentale testo-chiave della corrente filosofica sistematizzata da Hippolyte Leon Denizard Rivaii, al secolo Allan Kardec. In esso il codificatore dello spiritismo ha raccolto e coordinato la dottrina spiritica quale a lui e ad altri medium fu dettata dagli stessi spiriti. Il libro contiene oltre 1000 domande e 1000 risposte sulla vita degli spiriti incarnati e disincarnati, un metodo, questo, che lascia intravedere la lunga esperienza di Kardec come pedagogo ed educatore. A ogni possibile interrogativo le entità rispondono con chiarezza, enunciando i principi della dottrina spiritica sull’immortalità dell’anima, la natura degli spiriti e i loro rapporti con gli uomini, la vita presente, la vita futura e l’avvenire dell’umanità.Contiene una speciale tabella per comunicare con gli spiriti.
Allan Kardec (1804-1869) animatore entusiasta e instancabile della filosofia spiritualista e della pratica spiritica, dedicò tutto se stesso e gran parte della vita allo spiritismo. In pochi anni raccolse intorno a sé migliaia di seguaci: da allora lo spiritismo si è diffuso ovunque e i testi di Kardec su quest’argomento sono oggi i più venduti in tutto il mondo.
Israele e l’Islam
Le scintille di Dio
Autore/i: Citati Pietro
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
pp. 278, Milano
Quando Dio creò l’universo, con un atto di somma generosità si contrasse per dargli spazio, e racchiuse la propria essenza in dieci vasi. Ma questi vasi si spezzarono per l’incontenibile forza luminosa che racchiudevano, e la luce divina si disperse per il creato, fuggendo esiliata in ogni angolo, frantumandosi in minuscole scintille diffuse in ogni luogo, anche nel male. Dopo questa catastrofe, il compito di ogni uomo è quello di riconoscere le scintille divine disperse nella creazione ”come il lievito che penetra il pane”, liberarle dal male e ricongiungerle, restaurando la perduta unità della luce.
Questo libro è un viaggio alla ricerca delle scintille divine nel cuore di Israele e dell’Islam. Comincia da quando uno scrittore ignoto narrò, nella Genesi, la creazione del mondo; del tempo, dell’uomo, del- peccato e della storia, influenzando per sempre l’immaginazione ebraica, cristiana e islamica. Continua con ’la…distruzione del Tempio di Gerusalemme e l’inizio della diaspora, che per duemila anni sparse gli ebrei in tutte le contrade del mondo. Racconta poi la vocazione di Maometto, la nascita della mistica islamica e di quella giudaica, spazia dai pellegrini ebrei a Gerusalemme ai viaggiatori arabi alla Mecca, dalle Mille E una notte alla convivenza pacifica di arabi ed ebrei a Baghdad e al Cairo, dalle miniature persiane all’impero Moghol; e infine, nel Novecento, da Bruno Schulz a Joseph Roth, da Simone Weil a Hannah Arendt fino agli orrori mai sopiti dell’antisemitismo cristiano e musulmano. Con passione e pazienza, Pietro Citati compie una lunga investigazione nel cuore delle grandi religioni, e attraversa accostando arditamente momenti, temi e personaggi ventisette secoli di storia e di letteratura.
Appaiono paesaggi d’Oriente e d’Occidente: mari, oceani, città, deserti, re, imperatori, santi, mistici, assassini e la folla brulicante delle capitali.“ Ora, il racconto è tragico e disperato: templi bruciano, migliaia di innocenti sono massacrati; ora, è aereo e pieno di colori come una favola orientale. Si rivelano i punti di incontro e quelli di opposizione tra le diverse tradizioni: certezze diffuse vengono discusse, comode ipocrisie colpite. Alla fine del viaggio la comune eredità spirituale di Israele e dell’Islam e il fascino della diversità emergono con la medesima forza. E mentre il lettore desidera che nemmeno una ”scintilla” ebraica, cristiana ed islamica Vada perduta nel mondo moderno, può forse cominciare a rispondere alla domanda di Pietro Citati: ”Dio non uscirà mai dall’esilio in cui si è contratto? Le Scintille di luce spezzate potranno mai essere raccolte e riunite dalle tenere e scrupolose mani dell’uomo?”.
Pietro Citati ha scritto: Goethe (Mondadori 1970; Adelphi 1990); Il tè del cappellaio matto (Mondadori 1972); Immagini di Alessandro Manzoni (Mondadori 1973; col titolo La collina di Brusuglio, Oscar Mondadori 1977); Alessandro (Rizzoli 1974; Oscar Mondadori 1996); La primavera di Cosroe (Rizzoli 1977; Oscar Mondadori 2000); Vita breve di Katherine Mansfield (Rizzoli 1980; Oscar Mondadori 2001); Il migliore dei mondi impossibili (Rizzoli 1972); Tolstoj (Longanesi 1983; Adelphi 1996); Il sogno della camera rossa (Rizzoli 1986); Kafka (Rizzoli 1987; Oscar Mondadori 2000); Storia prima felice, poi dolentissima e funesta (Rizzoli 1989; Oscar Mondadori 2002); Ritratti di donne (Rizzoli 1992); La colomba pagnalatdè(Mondadori 1995); La luce della notte (Mondadori 1996); L’armonia del mondo (Rizzoli 1998); Il Male Assoluto (Mondadori 2000); La mente colorata (Mondadori 2002).
Africa Nera
Autore/i: Leuzinger Elsy
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, introduzione dell’autrice, traduzione di Maria Attardo Magrini.
pp. 270, 64 tavv. a colori, 144 disegni e 4 carte b/n, Milano
I particolareggiati capitoli di quest’opera di Elsy Leuzinger ci presentano prima il paese e gli uomini nei loro aspetti fisici, poi le religioni, i riti, le tradizioni popolari; per passare, quindi, in una documentatissima indagine – l’Autrice è stata più volte in Africa – all’esame delle tecniche e delle espressioni artistiche di tutta l’Africa nera, cioè del territorio vastissimo a sud della fascia sahariana.
Nel 1897 una spedizione punitiva metteva a ferro e a fuoco la città di Benin, in Nigeria, per l’uccisione, avvenuta in una rissa, di alcuni marinai britannici. Compiuto il bombardamento, i soldati che percorsero, a baionetta inastata, le strade del villaggio, videro brillare placche di bronzo tra il fumo degli incendi. Fu, in tal modo che i Bianchi scoprirono uno dei centri dell’arte negra di ricchissima tradizione. Eppure gli autori degli oggetti che noi oggi indichiamo con il termine di arte negra – chiusi per migliaia d’anni nelle foreste, circondati da deserti e da montagne – non hanno mai sognato di considerarsi«artisti». Quando i Bambara scolpiscono maschere di antilope, quando i Dogon dipingono le pareti delle loro capanne di fango e gli AmaZulu ornano gli utensili e le stoviglie con pezzetti di uova di struzzo, lo fanno per motivi funzionali, mossi da un istinto e da un talento di cui non hanno avuto – almeno fino a poco tempo fa – conoscenza. Questi «artisti» parlano costantemente della grande gioia degli uomini, la gioia di Vivere, così come del loro eterno timore, il terrore della morte; ci parlano di quei momenti sublimi in cui noi non dobbiamo più considerarli né «barbari» né discendenti di antichi imperatori, ma solo mortali che per un istante si dimenticano di esserlo.
I palazzi dei re africani, tra i quali il favoloso Shamba Bolongongo la cui statua lignea è oggi al British Museum, o i ripari di foglie dei BaMum dell’Adamaua hanno conservato opere in cui – come dicono i Neri – «è entrato il fulmine». Questo «fulmine» colpisce a tanta distanza di anni anche noi, e ci fa rimpiangere un orizzonte che non abbiamo mai visto.
L’Autrice «È scura di occhi e capelli, di indole comunicativa e vivace; a prima vista nessuno la direbbe un’esploratrice. Non è il tipo della donna americana arrivista, né una cerebrale: è rimasta fedele a se stessa dal giorno in cui, ancora giovanissima, si entusiasmò per l’arte e per i costumi dei popoli primitivi… Spesso ci immaginiamo in modo sbagliato la realtà, ed Elsy Leuzinger ci si presenta come l’interprete esperta e acuta di fatti avvolti nel mistero. Gli amici dell’Africa attendono con ansia di conoscere i risultati della sua grande spedizione del 1954, ma ci vorrà ancora del tempo prima che venga pubblicato il suo studio scientifico.» Il volume che Il Saggiatore presenta al lettore italiano contiene finalmente anche i risultati di quella spedizione africa’ na di cui parla la «Ziìrcher Woche» nel ritratto dedicato qualche anno fa alla illustre seppur ancor giovane concittadina. Africa Nera è, in un certo senso la ricapitolazione delle scoperte effettuate da questa innamorata del Continente nero nel corso di lunghi e ripetuti viaggi. Nata il 7 febbraio 1910 a Kilchberg, nei‘pressi di Zurigo, Elsy Leuzinger ha studiato filosofia all’Università di quella città, e si è specializzata in etnologia, antropologia, storia dell’arte e preistoria. Nel 1956 è chiamata a dirigere lo zurighese Museo Rietberg, famoso per le raccolte d’arte extraeuropea, tra le quali la meravigliosa collezione, von der Heydt.
A partire dal 1951 esplora il Sudan, la Costa d’Avorio, l’Africa Orientale, il Congo” Belga e la regione del Nilo. Per due anni, dal 1954 « al 1955, compie ricerche tra gli Afo, tribù residente nelle montagne della Nigeria settentrionale. Percorre tutta. la Nigeria, indaga anche nel Camerun. Se osserviamo la vita di questa donna, eccezionale per intelligenza e riserbo, dobbiamo riconoscere che in essa trovano un raro equilibrio le doti umane e quelle intellettuali. Ragione non ultima del fascino che si sprigiona dalla sua scrittura sempre lucida e avvincente.
Pensieri del Fiume Xiang
Negli scritti del periodo giovanile mondialmente inediti le radici della rivoluzione cinese
Autore/i: Mao Zedong
Editore: Editori Riuniti
traduzione dal cinese e cura di Giorgio Mantici.
pp. 256, Roma
Saggi spregiudicati e rigorosi, di analisi e di proposta. Un discorso radicato nel dibattito più Vivo e nei problemi più attuali. Una collana «di frontiera», che intende rivolgersi a una vasta area di lettura.
Medioevo Cristiano
Autore/i: Morghen Raffaello
Editore: Editori Laterza
avvertenza e prefazione dell’autore.
pp. 392, Bari
Dall’Indice. La lezione del Medioevo. Tradizione cristiana e imperiale di Roma. L’Impero cristiano. Ottone III e l’ideale della ’renovatio’. Teorici della riforma della Chiesa. Libertas ecclesiae e primato romano nel pensiero di Gregorio VII. APPENDICE. La questione ebraica nel Medioevo. Apogeo del papato medievale: Innocenzo III. Il crollo dell’impero medievale: Federico II. L’eresia nel Medioevo: storiografia sulle eresie med., fonti per lo studio delle eresie, esame critico delle testimonianze sulle eresie dei sec. XI e XII, manicheismo e eresia medievale, origini del catarismo, bogomilismo balcanico, dualismo manicheo, eresie e movimento di riforma della Chiesa, problema ecclesiologico delle eresie e la rivolta contro la Chiesa romana. La crisi della religiosità medievale. Il giubileo del 1300. Trapasso dal Medioevo alla nuova età nella testimonianza dei contemporanei. Rinascita romanica e Rinascimento
La Scoperta del Tabu
Autore/i: Visca Danila
Editore: Bulzoni Editore
introduzione dell’autrice, prefazione di Dario Sabbatucci.
pp. 160, Roma
“In questo libro si parla di un tabu che viene ‘scoperto’, di un tabu che viene subito dotato di uno specifico religioso, di un tabu che, appena formalizzato, diventa un problema, di un tabu che, problematizzato, ha prodotto una imponente letteratura storico-religiosa. Vi si dice tutto questo ma non viene data risposta a chi volesse sapere che cosa sia effettivamente il tabu. O la risposta è: il tabu non ha altra realtà che quella che gli han dato i suoi teorizzatori. Ora appunto questa realtà viene studiata e discussa in questo libro”. (Dario Sabbatucci)
La collana si propone di presentare contributi d’’ordine storico, storico-religioso o storico-antropologico su temi e problematiche attinenti ai più diversi ambiti cultural-religiosi: antichi e contemporanei, esotici e nostrani.
Danila Visca è ordinario di Storia delle religioni presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “La Sapienza”. Autrice di articoli e saggi (si ricorda in particolare l crisma e il carisma. Studio sul leader di un movimento religioso kenyota, Roma 1984), per i nostri tipi ha pubblicato II sesso infecondo. Contraccezione, aborto e infanticidio nelle società tradizionali (1978); Nera ma bella. Per un’’analisi storico-religiosa del culto mariano in Africa (2002); La strega e il terrorista. Religione e politica in Uganda (2004); Dei profeti dell’Occidente. Tre variazioni sul tema del profetismo in Antropologia Storica (2007); ha scritto inoltre L’Introduzione al testo collettaneo Il New Age. Volti dal passato, nel presente e per il futuro (2007) e due saggi del volume a firma A. Cerri – N. Mapelli – D. Visca, Oltre il New Age. Il futuro della religione e le religioni del futuro (2008).
Sulle Tracce del Diavolo
La scoperta di Satana in Africa
Autore/i: Visca Danila
Editore: Bulzoni Editore
nota introduttiva dell’autrice.
pp. 184, Roma
La scoperta di Satana in Africa La collana si propone di presentare contributi d’ordine storico, storico-religioso o storico-antropologico su temi e problematiche attinenti ai più diversi ambiti cultural-religiosi: antichi e contemporanei, esotici e nostrani. Il diavolo quale personificazione del male è certamente una delle figure e uno dei temi più intriganti, ambigui, complessi, dibattuti e fortunati della dottrina cristiana: esso è stato esportato, assieme a questa, in tutte le aree evangelizzate, dando luogo ad esiti acculturativi a volte scontati e convenzionali, a volte perlomeno sorprendenti. Di fatto, se da un canto lo vediamo impiantato sulle fondamenta di spiriti locali erroneamente tenuti per maligni dall’altro lo vediamo vivere una vita pressoché autonoma dal dettato cristiano in figure demoniache quali l’Exù della quimbanda brasiliana; se da un canto un vocabolo esotico che forse intendeva tradurre l’originale europeo per demonio ha potuto dar luogo a una comunque improponibile categoria fenomenologica quale quella del dema, dall’altro l’odierna consapevolezza dei cristiani africani si trova di fronte ai secolari problemi della teodicea e li risolve ovvero tenta di risolverli declinando le coordinate della stregoneria tradizionale. Di questo e d’altro ancora tratta il libro in chiave storico-religiosa, ma non ovviamente del diavolo argomentato dalla teologia, anche se non manca di delinearne un sommario ritratto storico.
Danila Visca è stata allieva di Angelo Brelich e collaboratrice di Vittorio Lanternari ed è attualmente ordinario di Storia delle religioni (Religioni dei popoli primitivi) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “La Sapienza”. Ha pubblicato per i nostri tipi Il sesso infecondo. Contraccezione, aborto e infanticidio nelle società tradizionali (1978), Nera ma bella. Per un’analisi storico-religiosa del culto mariano in Africa (2002), La strega e il terrorista. Religione e politica in Uganda (2004), ed è autrice di saggi, tra cui Il crisma e il carisma. Studio sul leader di un movimento religioso kenyota (Roma 1984), La scoperta del tabu (Roma 1986), Dei profeti dell’Occidente. Tre variazioni sul tema del profetismo in Antropologia storica (1995).
Psicodramma e Vita
Autore/i: Bour Pierre
Editore: Rizzoli
prefazione di J. L. Moreno, traduzione di Gioia Zannino Angiolillo.
pp. 336, tavv. b/n f.t., Milano
L’Autore è uno psichiatra di estrazione cattolico-spiritualista, e certamente si pone a un livello notevole, per non dire raro, di serietà scientifica. Parte dall’esperienza di Moreno che, come è noto, si contrappone a Freud per un certo ottimismo di fondo, che dà come positivo il lungo periodo di «formazione» proprio dell’animale umano rispetto a quello degli altri animali Psicodramma e vita presenta aspetti originali della tecnica psicodrammatica e ne dà un’interpretazione di largo raggio. Per Bour il psicodramma dovrebbe non solo valere come specifico mezzo terapeutico nella cura di certe nevrosi e addirittura della schizofrenia, ma essere ripreso nella vita quotidiana, o meglio attuato anche dai non malati (ma chi lo è veramente?) in modo da favorire una migliore comprensione reciproca fra gli uomini. Eccezionale è il valore «teatrale-drammatico» delle «scene» qui riportate, con scelte o rifiuto di ruoli, identificazioni, temi ecc. E le conclusioni tratte dalla sperimentazione di questa tecnica nei «luoghi» più disparati, dalle prigioni ai conventi, dalle scuole alle imprese produttive, sono del più alto interesse. Il lettore è invitato a dividere «un’esperienza», perché il psicodramma, o teatro spontaneo, deve essere vissuto e sentito prima di arricchire la nostra conoscenza.
Scuola di espressione umana, di spontaneità, di comunicazione, questo metodo, proporzionalmente alla serietà del nostro impegno, è in grado di farci adattare meglio alla realtà, restituendo alla nostra vita la sua dimensione avventurosa.
Quello di Bour è insomma un contributo notevole alla creazione di una nuova prospettiva in cui tutte le scienze dell’uomo concorrono, con finalità irrinunciabili, in vista di un futuro migliore per tutti.
Pierre Bour è primario dell’Ospedale psichiatrico dipartimentale del Pas-de-Calais, il cui centro d’interesse e di ricerca è basato sulla psicoterapia profonda, individuale o collettiva.
Ha alle spalle molti anni di esperienze relative al psicodramma terapeutico e alla psicoterapia di gruppo applicata agli schizofrenici. Fa parte della Société médico-psychologique ed è membro dell’Evolution Psychiàtrique.
Il Re e il Suo Giullare
L’autobiografia di Enrico VIII annotata dal buffone di corte Will Somers
Autore/i: George Margaret
Editore: Edizione CDE
traduzione di Roberta Rambelli.
pp. 1008, Milano
Uomo dispotico e gaudente, rozzo e smodato negli appetiti, inarrivabile nelle ambizioni come nelle bassezze: questo è il ritratto convenzionale che abbiamo di Enrico VIII. Ma chi fu veramente questo sovrano che fu sul trono d’Inghilterra e d’Irlanda dal 1509 al 1547? A gettare luce su questo gigante della storia, questo re che ebbe sei mogli, delle quali due mandò a morte e tre ripudiò, che promosse lo scisma anglicano e si proclamò capo della Chiesa inglese, che fece giustiziare senza esitazioni Tommaso Moro, giunge ora questo romanzo: autobiografia immaginaria, ma documentata e contrappuntata dalle annotazioni del buffone di corte.
Cielo e Terra
Saggi danteschi
Autore/i: Tartaro Achille
Editore: Edizioni Studium
introduzione dell’autore.
pp. 192, Roma
L’obbligo di una lettura della Commedia in grado di coglierne le modifiche intervenute col passare degli anni costituisce uno dei punti fermi di questo libro. Al quale si aggiunge l’attenzione alla tendenza di Dante a costruire un ritratto di se stesso confacente alla sua immagine pubblica d’intellettuale poeta; una tendenza operante in particolare dopo l’esilio, quando il superamento dell’orizzonte fiorentino coincide con la realtà di uno scrittore che sorprendiamo alla ricerca di un nuovo ruolo presso le Corti settentrionali della penisola. Dal personaggio infernale di Brunetto Latini a quello purgatoriale di Marco Lombardo il percorso dantesco ci accerta di una sensibile trasformazione culminante nella scelta “cortigiana” del poeta. La dedica a Cangrande del Paradiso e l’elogio dello scaligero nel canto XVII suggellavano il carattere eminentemente celebrativo, encomiastico, di un linguaggio fattosi diretta espressione del rapporto che Dante intendeva istituire col suo ospite-mecenate; un rapporto riassunto esemplarmente nella controfigura di Marco Lombardo, uomo di corte al riparo da ogni sospetto di servilismo, depositario di una profonda conoscenza del mondo, innervata di virtù civili e di sapere morale. Petrarca parlerà di libertà interiore, Dante aveva preferito insistere sulla natura escatologica e profetica del suo poema, e dunque sul privilegio del pellegrino, scriba Dei, di diffondere la verità del messaggio cristiano. La sacralità della Commedia si traduceva nelle linee di un’ideologia letteraria alla quale guardano i saggi qui dedicati alla rilettura di singoli canti. Dante dava fondo alle risorse espressive di un classicismo giocato fra la soggezione culturale agli auctores e la coscienza del loro superamento da parte del poeta cristiano. L’operazione faceva leva sul volgare letterario e sull’impasto del registro tragico col comico, nella direzione di un plurilinguismo che, intrecciando forme alte e basse, dava voce alla specialissima opzione stilistica dell’autore.
Achille Tartaro ha insegnato Letteratura italiana nell’Università di Roma «La Sapienza», dove ha ricoperto anche la cattedra di Filologia e critica dantesca. Consigliere della Casa di Dante e collaboratore dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, ha tenuto corsi e seminari su invito di numerose Facoltà italiane e straniere. Fra le sue principali pubblicazioni ricordiamo: Forme poetiche del Trecento (1971), Il primo Quattrocento toscano (1971), La letteratura civile e religiosa del Trecento (1972), Il manifesto di Guittone (1974), Leopardi (1978), Letture dantesche (1980), Boccaccio (1981), La prosa narrativa antica (1984). È autore infine di un’edizione commentata della Gerusalemme liberata (1998).
Râja Yoga – 2 Volumi
Volume primo: autocontrollo / meditazione / percezione – Volume secondo: livelli mentali / mente e subconscio
Autore/i: Yogi Ramacharaka
Editore: La Bussola Editrice
prefazioni dell’autore.
vol. 1 pp. 160, vol. 2 pp. 142, Roma
Il nucleo centrale della filosofia Yoga, e della filosofia Raja Yoga in particolare, insegna l’auto-controllo, la concentrazione e la meditazione, capisaldi insostituibili per poter giungere ad una completa liberazione del proprio io e per la realizzazione del sé profondo.
L’auto-controllo permette di ottenere uno stato psico-fisico tale per cui un pensiero non subisce deviazionismi e non è distratto da altri fattori che non siano pertinenti all’oggetto della richiesta. Inutile aggiungere che parliamo di un auto-controllo profondamente diverso dal self-control che è solitamente associato all’idea anglosassone del termine.
Il Crepuscolo di Bisanzio
I tempi di Giovanni VIII Paleologo (1392-1448)
Autore/i: Djurić Ivan
Editore: Donzelli Editore
introduzione di Mario Gallina, traduzione di Silvia Vacca
pp. XVII-350, Roma
La fine dell’impero romano d’Oriente si è caricata, nei secoli, delle valenze evocative proprie delle date epocali. Non solo: attorno al declino di Bisanzio si concentrano gli stereotipi storiografici di un «senso comune» che vede nel bizantinismo il male del più esasperato politicismo, la decadenza dello spirito pubblico e della lotta politica nelle spire della logica del tradimento. Una deformazione prospettica diffusasi lungo tutta l’età moderna, che ha proiettato all’indietro i caratteri dell’ultima Bisanzio: un mito a suo modo volgare che il libro di Ivan Djurić consente di tradurre nella ricchezza interpretativa e documentaria di uno studio storico di grande acume, che lucidamente conduce al cuore del mondo politico, religioso e diplomatico della Costantinopoli al suo tramonto: come scrive lo stesso Djurić, è la storia della fine di «un impero che non c’è». Già infatti alla fine del XIV secolo Bisanzio non è più padrona del proprio destino, costretta a fare i conti con il declino del suo prestigio, con la miseria delle città, con l’indebitamento dello Stato e la dipendenza economica dalle potenze mediterranee, con i conflitti interni alla famiglia regnante, con le mutilazioni territoriali e l’inevitabile decentralizzazione. Infine con i turchi: tutto ciò scandisce il tramonto fino alla definitiva caduta nel 1453, e si erge prepotentemente a sfondo storico degli sforzi di Giovanni VIII Paleologo – il vero protagonista del libro – di contrastare un destino forse non del tutto scritto. Dal trono del penultimo imperatore il libro scruta la coeva storia politica d’Europa, della penisola balcanica, del Mediterraneo, ridisegnando l’intero mosaico del potere formale e di quello reale di un impero millenario trasformatosi lentamente da soggetto in oggetto.
Ivan Djurić (Belgrado 1947), formatosi alla scuola di Georg Ostrogorsky, è titolare dell’insegnamento di storia bizantina all’Università Paris VIII e di storia dei Balcani all’Università Paris XII. Noto anche per il suo impegno politico (è stato presidente del «Forum liberale di Serbia»), è redattore capo di «Demokratija danas» (La democrazia oggi).
Pioggia a Ciel Sereno
La via femminile all’illuminazione
Autore/i: Osho Rajneesh
Editore: Urra
traduzione di Ma Anand Vidya.
pp. 362, Milano
“Quando elimini dall’amore la passione e l’attaccamento, quando il tuo amore è puro, innocente e senza forma, quando in amore dai e non chiedi, quando il tuo amore è solo dare, quando il tuo amore è un imperatore e non un mendicante, quando sei felice perché qualcuno ha accettato il tuo amore – non lo negozi e non chiedi niente in cambio – allora liberi l’uccello dell’amore e lo lasci volare nei cieli aperti. In questo caso rafforzi le sue ali e l’uccello dell’amore potrà intraprendere il suo viaggio verso l’infinito. L’amore ha fatto precipitare alcuni e ha elevato altri. Dipende tutto da cosa hai fatto del tuo amore. L’amore è una porta. Devi comprendere ancora alcune cose sulla mente femminile, dopo di che le parole di Sahajo saranno facili da capire. La prima cosa: l’espressione della mente femminile non è meditazione ma amore. La donna raggiunge la meditazione attraverso l’amore. Ha conosciuto la meditazione solo attraverso l’amore. È colma d’amore. Per lei il nome per meditazione è amore, preghiera.” Il testo si basa sui Sutra dell’amore di Sahajo, una monaca illuminata del XVIII secolo.
L’Impero dei Serpenti
Il segreto della savana
Autore/i: Carnochan Fred
Editore: Xenia Edizioni
traduzione di Aldo Troisi.
pp. 218, Milano
Durante un viaggio in Tanzania, uno zoologo americano scopre che i suoi collaboratori indigeni sono completamente immuni dal morso di serpente… Infatti scopre anche che appartengono ad una confraternita di guaritori depositari di una straordinaria scienza segreta. Medicina, magia e spiritualità in un’Africa tormentata dalla carestia.
La Chiave per Vincere Insieme
Yoga Integrale
Autore/i: Nashyananda
Editore: Bagatto Libri
disegni di Liberata Borrelli.
pp. 192, nn. ill. b/n, Roma
Amore, comprensione, serenità, accoglienza di se stessi e degli altri, gioiosità nel continuo ed eterno operare: questi sono gli squisiti aromi che si assaporano scoprendo il buon gusto della vita.
Dove sono? In cima alle vette delle più alte montagne? Celati nelle oscurità degli abissi profondi? Oppure nascosti dentro ad un pesante forziere in un’isola sperduta in mezzo all’oceano?
Dove dobbiamo dirigerci?
Qual’è, e quanto è lunga la strada che condurrà un giorno l’uomo a raggiungere una meta così desiderata?
Molti sono stati i tentativi nel corso della storia di portare risposta a questi antichi e nello stesso tempo attuali quesiti.
Unica però, nel suo genere, è la risposta di Nashyananda, che attraverso la sua opera; da considerarsi come vero e proprio testo vivente per la particolarità del suo stile e per la linea poetica con la quale è condotta, porta il lettore-interlocutore alla scoperta di sorprendenti spazi di meraviglia all’interno dell’io accessibili mediante la pratica di efficaci tecniche yoga.