Libri dalla categoria Papi
Il Luogo dei Grandi Sigilli
Avventure, iniziazioni e prodigi nel cuore del Tibet segreto
Autore/i: Compassi Valentino
Editore: Editrice Atanòr
premessa dell’autore.
pp. 152, nn. tavv. b/n f.t., Roma
Nei profondi ed immensi spazi delle terre tibetane, dove il richiamo dell’Universo e dei suoi molteplici Dei è di incommensurabile purezza, danzano e agiscono le mille e mille Divinità, create dall’eterna unione micro-macrocosmica.
Splendide e fiere Genti, dalle misteriose e millenarie culture, mirabili portenti, luoghi sacri occulti, manifestazioni terrifiche, rituali agghiaccianti, fanno da movimentata cornice all’arduo cammino che un pellegrino ha intrapreso, verso la conquista della Saggezza e della Conoscenza; verso quell’onda cosmica, di sicura Sapienza, che è la dorata, adamantina Chiave di Šambhala.
Non è un libro di Fantareligione, ma uno specchio reale di sconvolgenti avvenimenti, che si snodano e si sviluppano nelle lontane e misteriose terre di guerrieri, di Santi e di sciamani.
Valentino Compassi, cosmologo, cultore di discipline segrete, è autore di numerosi libri e straordinario personaggio televisivo. Con questo nuovo libro, l’Autore svela un difficile ed, avventuroso itinerario iniziatico, denso di rituali e di affascinanti incontri con il Mistero.
Esperto in Religioni e Sciamanesimo tibetano, Compassi apre le parte più segrete dell’Arcano, facendo espandere il vortice cosmico della mente e dell’animo.
Quanti entreranno in questo scrigno, per farsi lambire dall’onda carezzevole delle verità nascoste? Questo libro è un seme ma i germogli saranno tanti.
Messaggio per un’Aquila che si Crede un Pollo
La lezione spirituale della consapevolezza – Scopri te stesso e riprenditi la vita
Autore/i: De Mello Anthony
Editore: Edizioni Piemme
prefazione di J. Francis Stroud, traduzione di Laura Cangemi.
pp. 210, Casale Monferrato (AL)
«La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti».
Un uomo trovò un uovo d’aquila e lo mise nel nido di una chioccia. L’uovo si schiuse e l’aquilotto crebbe insieme ai pulcini. Per tutta la vita l’aquila fece quel che facevano i polli del cortile… Un giorno vide sopra di sé, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante…
Ecco la summa della proposta di Anthony De Mello, un best seller mondiale. Un volume ricolmo, di umorismo, che attraverso il sorriso ci conduce nell’intimità di noi stessi, nel santuario segreto della coscienza. Un volume di facile lettura perché composto di piccoli capitoli, ideali anche nei ritagli di tempo.
Ecco una sfida, ecco la proposta: vuoi lasciare il solito tran tran e acquisire la consapevolezza? Vuoi prendere in mano ogni aspetto della tua vita?
Anthony De Mello, gesuita, è conosciuto in tutto il mondo per i suoi libri ovunque tradotti, caratterizzati da un umorismo coinvolgente e da un’intensa gioia di vivere.
In italiano: Il canto degli uccelli (dodicesima edizione), Alle sorgenti (quarta edizione), La preghiera della rana (terza edizione), Un minuto di saggezza (nona edizione).
Riflessioni sull’Arte di Vivere
Autore/i: Campbell Joseph
Editore: Ugo Guanda Editore
introduzione e cura di Diane K. Osbon, traduzione di Aldo Magagnino.
pp. 290, Parma
«Dio aveva un giardino e aveva bisogno di un giardiniere, così creò Adamo. Adamo si annoiava.
Lavorava, ma non c’era gusto. Dio vide che aveva bisogno di qualche distrazione… Mise Adamo a dormire ed estrasse Eva da una sua costola… Poi cominciarono i guai.»
Comincia così il viaggio in cui Joseph Campbell, alla luce delle più antiche mitologie d’Oriente e d’Occidente, guidò dieci studenti nel corso di un memorabile seminario all’Esalen Institute di Big Sur, in California, nel 1984. Questo volume, tratto dalle note raccolte in quell’occasione da una delle partecipanti al seminario, la poetessa Diane K. Osbon, racchiude alcune delle più illuminanti intuizioni dello studioso americano sui dilemmi che da sempre assillano gli esseri umani, in ogni epoca e a ogni latitudine: la sfida quotidiana del vivere, il processo e lo sforzo per raggiungere la consapevolezza, l’arte di accostarsi al sacro. In un libro che ha la profondità e la grazia di una guida spirituale, sono disvelati i miti che, in una trama sottile, legano assieme le religioni sparse sulla terra e che nel corso dei secoli hanno guidato il «viaggio dell’eroe» alla ricerca del gioiello, del Graal, del luogo sacro che ogni individuo deve trovare e custodire dentro di sé. Ritornano in una mirabile sintesi i temi cari al grande studioso di mitologie. Il risveglio della spiritualità e l’aprirsi alla consapevolezza sono gli strumenti per dare un giusto indirizzo alla nostra vita, l’unico obbiettivo che possiamo realisticamente porci. Chi spera di cambiare il mondo, senza prima cambiare se stesso, coltiva solo una pia, se non pericolosa illusione. Non c’è mai stata la perfezione sulla terra e non ci sarà mai. Non c’è mai stato un Eden. La terra è perfetta così com’è: un pasticcio. Non c’è modo di liberarla dal dolore, ma « possiamo scegliere di vivere nella gioia » e di partecipare « con gioia alla sofferenza del mondo ». Il nostro potere si limita alla possibilità di cambiare la nostra vita, ma dobbiamo farlo solo per noi stessi. Anzi dobbiamo saper porre un limite alle crescenti richieste del mondo: il «leone della scoperta di se» deve uccidere «il drago che su ogni scaglia reca inciso TU DEVI».
«Qual’è, o quale dovrà essere la nuova mitologia?» si chiede infine Campbell. Dal momento che l’esplorazione spaziale sta insegnandoci che siamo tutti passeggeri di questa straordinaria astronave che è la terra, e che non esiste un «altrove» verso cui proiettare la nostra aggressività, la risposta non può che essere una. La nuova mitologia resterà «la stessa vecchia e perenne» mitologia, solo che non potrà più essere rivolta «alla gloria dei popoli» ma dovrà «risvegliare gli individui alla conoscenza di se stessi… come centri della Mente Globale, ognuno, a suo modo, d’accordo con tutti».
Joseph Campbell (1904-1987) è uno dei maggiori studiosi contemporanei di mitologia comparata.
Fra le sue opere principali ricordiamo L’eroe dai mille volti e Le maschere di Dio. Di lui la Guanda ha già pubblicato Le distese interiori del cosmo.
Zoroastro e la Fantasia Religiosa
Autore/i: Zaehner R.C.
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Gianroberto Scarcia.
pp. 410, 16 tavv. a colori e 40 tavv. b/n f.t., Milano
Zoroastro, con l’altro suo nome di Zarathustra, ha fatto una riapparizione per lo meno pericolosa nella moderna cultura occidentale, quando Nietzsche l’ha preso come portavoce della sua dottrina del superuomo. Ma non così parlava Zarathustra, nella sua realtà storica e tradizionale. Né parlava come pretendono alcuni recentissimi studiosi che vorrebbero ridurlo a un visionario, a un mago, a uno stregone drogato dai vapori della canapa indiana, o addirittura a una specie di «eminenza grigia» del Re dei Re persiano. Liberarlo da simili incrostazioni, che lo Zaehner giudica addirittura parodistiche, è il compito preliminare di questo libro che nella sua parte più ampia e positiva ne ricostruisce la figura di grande pensatore religioso, ispirato a una delle più pure visioni monoteistiche del divino. Secondo la tradizione, questo profeta dell’antico Iran (VII e VI sec. a. C.) operò nei territori che corrispondevano alla moderna Persia, all’Afghanistan, a una parte dell’Unione Sovietica e dell’Iraq. Al suo messaggio, predicato tra Medi, Persiani, Parti, Choresmi, Sodgiani, Battriani, si convertì la casa regnante di Vishtâspa, ormai al crepuscolo di una potenza che presto sarebbe stata soverchiata dalle imprese militari di Ciro. Il problema è appunto di stabilire come una religione, che si dava per rivelata dall’unico vero Dio, si sia potuta sviluppare in un ambiente da millenni politeistico. Lo Zaehner, che oggi è ritenuto il più attendibile cultore di questi studi, affronta la questione attenendosi ai tratti più caratteristici della religione iranica, sia nelle sue forme iniziali, sia in quelle che essa assunse allorquando si cristallizzò (tra il I e l’VIII sec. d. C.). È questa la sua età argentea, che ci fa assistere al suo adattamento frammezzo a una società essenzialmente pagana, nonché all’elaborazione di elementi teologici intesi a conservare intatta l’idea dell’assoluta bontà di Dio. Come gli altri volumi del Portolano, anche questo accompagna alla garantita attendibilità e attraente nitidezza del discorso storico la vivacità e rarità del materiale illustrativo: dalle numerose fotografie appositamente eseguite sui luoghi dove il profeta predicò, alle citazioni di passi classici dello Zoroastrismo, indimenticabili per il fascino poetico non meno che per la suggestività religiosa.
Nato nel 1913, R. C. Zaehner ha compiuto i suoi studi a Oxford, dove si è laureato in Persiano ed Avesta coi massimi riconoscimenti. Nel 1936-37, sotto la guida di H. W. Bailey, ha studiato il Pali a Cambridge, e qui ha intrapreso il suo monumentale Zurvan, a Zoroastrianism Dilemma («Zurvan, un dilemma dello Zoroastrismo»). Durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, ha espletato incarichi presso l’Ambasciata Britannica a Teheran. Nominato nel 1950 lettore di Persiano a Oxford, nel 1951 è stato richiamato per un anno a Teheran con le mansioni di Consigliere di Ambasciata. Al suo ritorno, l’Università di Oxford gli ha assegnato la cattedra di Religioni Orientali ed Etica.
Babilonia
Centro dell’universo
Autore/i: Pettinato Giovanni
Editore: Rusconi
prima edizione, avvertenza dell’autore.
pp. 320, nn. tavv. e ill. b/n, Milano
Babilonia era «la perla dei regni», come la definì il profeta Isaia, ma anche «la meretrice con la quale fornicarono tutti i re della terra», come asserisce Giovanni nell’Apocalisse. E questa la base del mito di Babilonia, ma la realtà storica è ben diversa: dopo aver creato il cosmo e gli esseri umani, il dio Marduk decise di costruire la prima città. E nacque Babilonia, centro di civiltà, sapienza e orgoglio. Babilonia fu davvero la prima città con caratteristiche definite, crocicchio di tutte le strade, crogiuolo di popoli cinto da mura, punto di riferimento per astronomi, matematici, sacerdoti, conquistatori e mercanti. Per quasi tre millenni sarà la pupilla del mondo. Giovanni Pettinato ricostruisce organicamente i fatti storici che si sono succeduti nella Fertile Mezzaluna: il predominio degli Assiri, le conquiste di Assurbanipal, la distruzione di Ninive, fino al secondo impero babilonese di cui Nabucodonosor fu il principale artefice. Nabucodonosor raffigura così il vertice di una lunga dinastia che gli trasmise le doti di saggezza politica, di forza, di ambizione e di cultura per fare di lui il sovrano illuminato, il «re della giustizia», l’infaticabile architetto, il creatore dei Giardini Pensili, il difensore delle arti e della poesia. Ma ecco che ancora insorge, nelle parole del profeta Isaia, l’invettiva contro Nabucodonosor, definito «aguzzino» e «nuovo Lucifero». Come nelle sue precedenti opere, dedicate a Semiramide o alla città di Ebla, in Babilonia. Centro dell’universo Giovanni Pettinato coglie nella loro pienezza i conflitti e le lacerazioni di un tumultuoso periodo storico, e ce ne offre un’interpretazione fondata sui dati archeologici ed epigrafici. Pettinato innesta quindi l’esattezza del documento con il fascino della rievocazione grandiosa, sicuramente unica, specchio di un mondo lontano dal quale sale ancora, con la personalità di Nabucodonosor, un messaggio che prodigiosamente armonizza scienza e letteratura, istinto e pensiero, natura e arte.
Giovanni Pettinato è nato a Troina (Enna) nel 1934. Si è laureato in assiriologia all’università di Heidelberg. In Germania e poi in Italia ha insegnato sumerologia, assiriologia e storia orientale antica. Dal 1974 è professore ordinario presso l’Università «La Sapienza» di Roma. Epigrafista della Missione archeologica italiana in Iraq e in Siria, ha fatto parte della Missione archeologica italiana nello Yemen del Nord. Condirettore della commissione per i «Dizionari sumeri ed assiri», dirige la rivista «Oriens Antiquus» e altre importanti pubblicazioni. Ha ricevuto diversi premi: nel 1983 il «Columbus» della città di Firenze, nel 1984 quello dell’Accademia dei Lincei, nel 1985 quello della Alexander von Humboldt-Stiftung della Germania Federale. Fra le sue opere: Ebla. Un impero inciso nell’argilla (1979) e, presso Rusconi, Semiramide (1985) e Ebla. Nuovi orizzonti della storia (1986).
Dedalo o la Scienza e il Futuro. Icaro o il Futuro della Scienza
Autore/i: Haldane John B. S.; Russell Bertrand
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, introduzione e cura di Michela Nacci, traduzione di Valeria Camporesi.
pp. 68, Torino
Costretto a fuggire da Creta assieme al figlio Icaro, Dedalo costruì per entrambi delle ali, saldando le penne con la cera. Inebriato dalla velocità, Icaro volò verso il Sole: il calore sciolse la cera e il giovane precipitò nel mare annegandovi. Nel Seicento Bacone offrì di questo mito-ammonimento un’interpretazione famosa: Dedalo è il prototipo dello scienziato moderno, dell’inventore di ordigni pericolosi e incontrollabili. Il libro unisce due pamphlet pubblicati a Londra nel 1924: gli autori vi discutono del ruolo della scienza nel mondo moderno, della sua distruttività e dei pericoli che essa comporta per la civiltà e per le libertà dell’individuo.
Ottimista il genetista Haldane, pessimista Russell, il filosofo: le loro voci – paradigmatiche di ogni riflessione su scienza e società – sono le prime di un dibattito che non si è ancora chiuso. Perfezione o barbarie: la scelta è nelle mani dello scienziato? L’orgoglio dello scienziato parteggia per Dedalo; scegliendo Icaro, Russell obietta che la scienza avrebbe benefici effetti solo se l’uomo fosse un essere razionale.
John B. S. Haldane (1892-1964) tenne la cattedra di biochimica a Cambridge. Illustre genetista e personaggio di spicco degli ambienti più progressisti, fu un difensore dell’evoluzionismo.
Bertrand Russell (1872-1970), logico e filosofo della scienza, fu insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1950.
Le Pene Capitali
Autore/i: Laurence John
Editore: Sugar Editore
prefazione dell’autore, traduzione di Delfo Ceni.
pp. 318, nn. ill. b/n, Milano
La decapitazione, l’impiccagione, la fucilazione, la sedia elettrica, tutte le altre pene capitali in un’opera che ricostruisce le vicende storiche, giuridiche, sociali e sociologiche della più inumana delle «punizioni» sancite dalle leggi. In un’epoca come la nostra, nella quale, all’indomani delle terribili esperienze sofferte dai popoli a causa del nazismo e del fascismo, la dignità e la libertà dell’uomo sono insidiate da assurdi eppure realissimi pericoli che minano la stessa esistenza della civiltà, un libro come questo, minuziosamente documentario, vibrante di sdegno morale e lucidissimo nella denuncia dell’irrazionale inutilità della pena capitale, è una lettura fondamentale per chiunque voglia farsi una coscienza e darsi un comportamento di rifiuto dell’intolleranza e di virile speranza nell’avvenire dell’umanità.
Il Vangelo di Buddha
Autore/i: Carus Paul
Editore: Edizioni Sarva
prefazione dell’autore.
pp 192, Imola (BO)
Buddha dischiude la porta dell’immortalità al genere umano; questa è la pietra angolare della sua etica ed anche della consolazione che la sua religione porta e dell’entusiasmo che suscita. Chi non scorge l’aspetto positivo del Buddhismo non potrà comprendere perchè questa religione eserciti una così grande influenza su milioni di individui. La comprensione delle similitudini tra le varie religioni favorisce la nascita di una spiritualità cosmica, indispensabile per l’avvento di una Nuova Era.
Planetario
Simboli, miti e misteri di astri, pianeti e costellazioni
Autore/i: Cattabiani Alfredo
Editore: Edizione CDE
prefazione dell’autore.
pp. 446, nn. ill. b/n, Milano
Fin dall’antichità gli uomini, osservando il cielo notturno, hanno riconosciuto fra i pianeti e le stelle immagini fantastiche: l’Ariete, la Vergine, lo Scorpione, Orione, il Cane, il Cigno… Queste ottantotto figure mitiche, alle quali da sempre sono associati segni zodiacali, tradizioni religiose, usanze popolari, sono tuttora adottate convenzionalmente dagli astronomi per identificare le costellazioni. In “Planetario” Alfredo Cattabiani affronta un viaggio virtuale nel firmamento simbolico, in cui si ritrovano tracce delle civiltà mesopotamiche, egizia e greca, per dipingere un affresco mitico-astronomico che fa da fondo alla cultura occidentale. Corredato da cartine astronomiche che ne facilitano la lettura, scritto con rigore scientifico, ma anche con uno stile chiaro e accattivante, questo libro è la prima opera completa sulla remota cultura umana che si è sviluppata intorno alle stelle e, al tempo stesso, una guida pratica e originale per osservare il cielo a occhio nudo – come facevano gli antichi – e coglierne le eterne suggestioni.
Alfredo Cattabiani, nato a Torino, vive nel quartiere medievale di Viterbo. Già direttore editoriale di alcune case editrici, ha ideato e condotto molti programmi per Radio Rai, collabora con varie testate giornalistiche e ha curato o tradotto opere di Antonio Rosmini, Joseph de Maistre, Simone Weil, Georges Bernanos, Jules Barbey d’Aurevilly, Pierre Drieu La Rochelle e Baltasar Gracién. Studioso di storia delle religioni, di simbolismo e di tradizioni popolari, ha pubblicato: Bestiario (1984), Erbario (1985), Bestiario di Roma (con Marina Cepeda Fuentes; 1986; premio Tevere 1986), Calendario (1988), Simboli, miti e misteri di Roma (1990), Santi d’Italia (1993; premio Estense 1993), Lunario (1994) e Florario (1996; premio Scanno 1997).
Yossl Rakover si Rivolge a Dio
Autore/i: Kolitz Zvi
Editore: Edizione CDE
traduzione di Anna Linda Callow e Rosella Carpinella Guarneri.
pp. 100, Milano
Nel settembre del 1946 una oscura rivista in lingua yiddish di Buenos Aires, «El diario israelita», pubblicava Yossl Rakover si rivolge a Dio presentandolo come l’ultimo messaggio scritto da un combattente del ghetto di Varsavia, mentre il cerchio della morte si stringeva, minuto dopo minuto, intorno a lui – e ritrovato «tra cumuli di pietre carbonizzate e ossa umane, sigillato con cura in una piccola bottiglia». Pochi conoscevano allora con precisione la storia della rivolta ebraica di Varsavia e della tragedia che con essa si consumò, ma subito il testo dell’ignoto combattente che, simile a un nuovo Giobbe, chiama in causa Dio e il suo silenzio di fronte al trionfo dell’orrore cominciò una lunga e singolare peregrinazione per il mondo, tra Israele, Germania, Francia, Stati Uniti, trasformandosi via via, di traduzione in traduzione, in leggenda. Così, la breve e fiera apostrofe a Dio di Yossl Rakover divenne simbolo, lascito testamentario di chi si rivolta contro l’iniquità. E quando il vero autore si fece vivo, rivelandosi come un ebreo lituano emigrato in Palestina allo scoppio della guerra, ci fu chi non volle accettare i fatti. Ne nacque una lunga vicenda di dispute altamente borgesiana, che finalmente Paul Badde è riuscito a ricostruire: il suo resoconto viene qui proposto insieme a un saggio di Emmanuel Lévinas, che già nel 1955 aveva letto il testo di Kolitz come un «Salmo moderno» nel quale «tutti noi superstiti riconosciamo con sbalordito turbamento la nostra vita».
Zvi Kolitz, figlio di un rabbino, è nato a Alytus, in Lituania, nel 1919. Emigrato in Palestina, ha passato anni quanto mai avventurosi, combattendo per Israele nel periodo precedente alla fondazione dello Stato ebraico. In seguito, si è stabilito a New York, dedicandosi all’attività di scrittore e giornalista.
Storia della Filosofia Indiana
Autore/i: Tucci Giuseppe
Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati
premessa e introduzione dell’autore.
pp. 458, Milano
Una sintesi chiara ed esauriente della cultura indiana attraverso i temi fondamentali del pensiero filosofico, della religione e della letteratura.
Giuseppe Tucci è nato a Macerata nel 1894 e dal 1930 è stato docente di Filosofia e religione dell’Asia centrale e orientale presso l’università di Roma. Ha pubblicato, tra l’altro: «Storia della filosofia cinese antica» (1922), «Santi e briganti nel Tibet ignoto» (1935), «Le forme dello spirito asiatico» (1940), «Nepal» (1960) e la monumentale «Indo-tibetica» in 7 volumi.
Il Libro Nero della Caccia alle Streghe
La ricostruzione dei grandi processi
Autore/i: De Angelis Vanna
Editore: Edizione Mondolibri
introduzione dell’autrice.
pp. 302, Milano
Verso la metà del ’700, il famoso Casanova riporta nelle sue memorie un dialogo tra due sacerdoti, suoi compagni di viaggio. I due prelati si domandavano se l’utero fosse parte intrinseca della natura della donna o un animale diabolico nascosto nel ventre femminile. Tra disprezzare le donne e bruciarle, a ben vedere il passo è breve, e a dimostrarlo ci sono quattro secoli di roghi che ne incenerirono centinaia di migliaia in tutta Europa. Nessun metodo parve abbastanza crudele per estirpare la stregoneria e per annientare il “diverso” che nella strega si celava. Sulla base di atti processuali e documenti dell’epoca, questo testo ricostruisce i processi più emblematici di una follia che riservò i più atroci tormenti a esperte guaritrici, erboriste, levatrici, ma anche a ragazze innamorate, o ignoranti, facili bersagli dell’invidia e della frustrazione altrui. A Triora, Modena, Reggio Emilia, Todi, nella Val di Non, solo per restare in Italia, ma pure in Austria, in Francia, in Germania, in Inghilterra. Sino alle persecuzioni contro bambini e adolescenti accusati di aver stipulato efferati patti con Satana. Dalle voci dei protagonisti, vittime e carnefici, la storia di un olocausto misconosciuto.
Vanna de Angelis vive a Milano. Ha pubblicato, tra l’altro, i saggi Amazzoni. Mito e storia delle donne guerriere (Piemme, 1998), Le streghe (Piemme, 1998, 2001), vincitore del Premio Iglesias, ed Eunuchi (Piemme, 2000). Tra i suoi romanzi ricordiamo L’avventuriera (Sperling & Kupfer, 1987) e Il caso Francesca (Sonzogno, 1992), ripubblicati anche da Rizzoli.
La Struttura delle Rivoluzioni Scientifiche
Come mutano le idee della scienza
Autore/i: Kuhn Thomas S.
Editore: Giulio Einaudi Editore
prefazione dell’autore, traduzione di Adriano Carugo.
pp. 260, esemplare con sottolineature a penna, Torino
«Una scienza che esita a dimenticare i suoi fondatori è perduta». La frase di Whitehead è emblematica del modo in cui la trattatistica presenta generalmente lo sviluppo scientifico, visto come un accrescersi del «noto» e un diminuire dell’«ignoto», con un processo continuo e irreversibile, cui ciascun ricercatore porta il suo contributo. Le vie «sbagliate» sono escluse e le spiegazioni di oggi sono presentate come «la scienza», cui non sono confrontabili, se non come «falso» a «vero», le spiegazioni precedenti.
Questo volume fa parte di un più ampio dibattito che interessa scienziati e filosofi della scienza, e rappresenta forse lo sforzo più completo per mostrare che è vero il contrario: la scienza procede per rivoluzioni, le spiegazioni sono tali all’interno di una struttura, di una vasta rete di interconnessioni, che diventa sempre più sottile, ma che spesso si imbatte in fenomeni che non riesce a spiegare senza mutare radicalmente se stessa. Esiste una interazione tra struttura concettuale della scienza e realtà, tra realtà sociale e scienza, che si manifesta nel complesso di forze che decidono cosa è «problema» e cosa è «soluzione» di un problema. Cosa non nuova, ma che Kuhn è stato tra i primi ad affrontare analiticamente, tenendo fede al detto baconiano con cui si apre questo libro non baconiano: «La verità emerge piuttosto dall’errore che dalla confusione».
Thomas S. Kuhn è professore di storia della scienza all’Università di Princeton. Di lui Einaudi ha pubblicato: La rivoluzione copernicana; Le teorie della causalità (in collaborazione con altri autori) e ha in preparazione la traduzione di The Essential Tension.
La Saggezza del Perdono
Autore/i: Dalai Lama; Chan Victor
Editore: Rizzoli
traduzione di Genevienne Pecunia e Ma Anand Tea Pecunia.
pp. 240, Milano
«Essere capaci di perdonare i nemici è una delle cose più importanti. Può cambiare la vita.»
Ogni volta che il Dalai Lama parla di perdono ama raccontare la storia di un monaco di Lhasa che conobbe prima dell’occupazione cinese del Tibet. “Lopon-la fu incarcerato e torturato dai cinesi. Rimase prigioniero per diciotto anni. Poi, finalmente libero, venne in India. Gli chiesi se avesse mai avuto paura e mi disse: ’Sì, c’era una cosa di cui avevo paura. Avevo paura di perdere la compassione verso i cinesi’.” In un mondo dove l’ansia e l’egoismo sembrano essere dominanti, il leader del buddhismo tibetano ci invita a riscoprire “la saggezza del perdono” e l’importanza cruciale dell’unico sentimento in grado di combattere rabbia e odio.
I nemici possono essere i nostri più preziosi maestri e offrirci la possibilità di coltivare qualità come la compassione e l’altruismo, fondamenti della vera felicità e di un’autentica crescita individuale e sociale, e colonne portanti della stessa pratica spirituale del Dalai Lama. Le sue parole ci aiutano a riflettere sui grandi temi del buddhismo alla luce degli avvenimenti a noi contemporanei, offrendoci l’eccezionale ritratto pubblico e privato di una personalità straordinaria e di un uomo dall’incrollabile fede nell’amore tra gli uomini.
Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, premio Nobel per la pace nel 1989, è la massima autorità del buddhismo tibetano. I suoi volumi pubblicati da Rizzoli sono Il senso dell’esistenza (1997), La pace dello spirito (1999), La via della tranquillità (2000, ora in edizione tascabile Bur), I sei stadi della meditazione (2001), Risposte sul senso della vita (2002) e La coscienza dello spirito (2003).
Victor Chan, nato a Hong Kong, vive in Canada e insegna nell’Istituto di studi asiatici presso la British Columbia University.
Itinerari Etruschi
L’arte, i paesaggi, il fascino delle antiche dimore d’un popolo che amò la vita e la natura più delle conquiste, rivivono nelle pagine piene d’incanto dell’autore dell’Amante di Lady Chatterley
Autore/i: Lawrence David Herbert
Editore: Newton Compton Editori
traduzione di Giovanni Paoloni.
pp. 176, nn. ill. b/n, Roma
«Desidero recarmi nei luoghi etruschi presso Roma – a Veio e a Cerveteri – e poi sulla costa della Maremma, a nord di Civita Vecchia e a sud di Pisa (…) e a Volterra. Gli Etruschi mi interessano moltissimo, e là si trovano bellissimi luoghi e tombe», scriveva Lawrence in una lettera dell’8 marzo 1927. Pochi giorni dopo, insieme all’amico Earl Brewster, partiva per il viaggio che lo portò a visitare Cerveteri, Tarquinia, Vulci e Volterra. Di ognuno di questi luoghi, delle tombe, del materiale raccolto nei musei, ma anche dei paesaggi e della gente incontrata, Lawrence ci ha lasciato un ritratto indimenticabile. Il suo interesse per gli Etruschi non era soltanto archeologico. Per l’autore dell’Amante di Lady Chatterley questo popolo rappresentava quello spirito libero, amante più della vita e dell’eros che delle guerre di conquista, di cui l’autore rimpiangeva la scomparsa.
«Le pitture murali delle tombe di Taquinia, dicendo l’ideale di vita degli etruschi in terra e nell’oltretomba (…) offrivano, per Lawrence, l’immagine di un’umanità ancora a petto a petto con il cosmo, cioè non ancora da questo divorziata ad opera dell’intelletto». (Piero Nardi)
Ebla
Nuovi orizzonti della storia
Autore/i: Pettinato Giovanni
Editore: Rusconi
prima edizione, avvertenza dell’autore.
pp. 456, XXIV tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Milano
I resti di Ebla, la capitale di uno stato fiorente di cui non si conosceva l’esistenza, erano celati sulla sommità di una collinetta che si chiama Tell Mardikh, 70 chilometri a sud di Aleppo, nella Siria del Nord. Il palazzo reale aveva una biblioteca, o meglio un archivio di stato, dove un grande incendio deve essersi sviluppato al tempo del suo abbattimento, nel 2500 a.C. circa. Le tavolette d’argilla, che costituiscono questo enorme tesoro epigrafico, incise con caratteri cuneiformi, cuocendosi si sono potute conservare nei millenni e rivelano fatti straordinari. E costringono anche a riscrivere la storia della Siria, della Mesopotamia e dell’Iran attorno alla metà del III millennio a.C.: una regione enorme, ritenuta a torto, prima della scoperta degli Archivi Reali di Ebla, popolata di nomadi, che si dimostra ora altamente civilizzata e centro propulsore di movimenti commerciali e culturali inimmaginabili. Sono trascorsi dieci anni da quando la Missione Archeologica Italiana ha fatto questo sensazionale ritrovamento, definito nel mondo accademico internazionale come la scoperta del secolo, e molti nuovi punti di riferimento si delineano oggi nella ricomposizione del quadro mediorientale e nella storia della Fertile Mezzaluna. Ebla era riuscita, nel III millennio, ad avere il controllo pieno e totale di ogni via commerciale dell’area: un monopolio egemonico che fu consentito dalla ferrea struttura del suo impero militare. Nelle sue tavolette, di cui Giovanni Pettinato è il decifratore e il massimo competente, ci sono rimasti testi storici e politici, trattati economici e manuali accademici, dizionari bilingui e poemi epici. Questo grande patrimonio di cultura e di conoscenze, la generale vocazione mercantile, la rivoluzionaria e già moderna concezione dell’amministrazione dello stato e del suo ordinamento, collocano Ebla ed il suo popolo semita tra i protagonisti dello sviluppo della società umana.
Giovanni Pettinato è nato a Troina (Enna) nel 1934. Laureato in assiriologia all’Università di Heidelberg, dal 1974 e ordinario di tale disciplina all’Università degli Studi di Roma «La Sapienza». Ha partecipato come epigrafista alla Missione Archeologica Italiana dell’Università di Torino in Iraq e a quella dell’Università di Roma in Siria, a Tell Mardikh/Ebla. Attivissimo in istituzioni che si dedicano allo studio e alle ricerche nel Vicino Oriente, ha pubblicato diversi volumi specialistici sulla civiltà sumerica e accadica, nonché edizioni di testi curieiformi dei Musei, di Londra, Baghdad e Istanbul. È stato insignito di riconoscimenti in campo scientifico internazionale. È autore di Ebla. Un impero inciso nell’argilla (Mondadori, 1979) e di Semiramide (Rusconi, 1985).
Racconti e Leggende dell’Antica Terra di Cornovaglia
2 Volumi
Autore/i: Autori vari
Editore: Mondadori
a cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini.
vol. 1 pp. XXVII-316, vol. 2 pp. 317-630, Milano
Antica terra dei celti, la Cornovaglia è ricca di leggende, di folclore e di miti. Nell’arco dei secoli in questa terra spesso selvaggia e spietata, raramente generosa, sono fioriti racconti e superstizioni mai dimenticati che non cessano di affascinare il lettore moderno e gli appassionati di tradizioni popolari.
Le rocce e le possenti costruzioni megalitiche recano i nomi dei giganti che le abitarono nei tempi passati, boschi e colline celano i tesori di piccoli esseri fatati, le miniere sono infestate da folletti che possono rivelarsi maligni e dispettosi e portare i minatori alla follia.
I castelli raccontano storie di signori crudeli e di spettri mai placati, e piccole chiese perpetuano la memoria di una folla di santi eccentrici e sconosciuti in lotta contro streghe e spiriti del male, le coste frastagliate sono nascondiglio di pirati e dimora di sirene.
Nel gemito del vento e nel fragore dei marosi riecheggia il suono di voci umane che ricordano antichi naufragi, amori traditi e passioni eterne, mitiche città inghiottite dalla sabbia e dal mare.
Psicologia della Dementia Praecox
Autore/i: Jung Carl Gustav
Editore: Mondadori
introduzione di Concetto Gullotta, prefazione dell’autore, traduzione di Verena Faganello.
pp. XXX-174, Milano
Pubblicato nel 1907, il saggio Psicologia della Dementia Praecox nasce in un periodo in cui, tra i maggiori esponenti della giovane scienza psichiatrica, il dibattito sulla genesi e sulla configurazione psicopatologica del disturbo mentale è molto acceso. Alla sua uscita, il testo, che pure suscitò critiche severe e articolate nei circoli più ortodossi, venne salutato entusiasticamente da Sigmund Freud, che in una lettera al collega svizzero lo definì “il contributo più notevole e più ricco al mio lavoro che mi sia toccato in sorte”. L’originalità dell’assunto junghiano, insieme sintesi e superamento delle concezioni dei suoi mentori Bleuler e Freud, risiede nel rielaborare il concetto di “affettività”, nell’assegnare un’eziologia primariamente psichica alla schizofrenia e nel riconoscere ai “complessi a tonalità affettiva” (le “unità psichiche” attraverso le quali sentimenti, idee e sensazioni vengono trasmessi alla Coscienza) la capacità di modificare la struttura biochimica del cervello. In quest’ottica, il presente lavoro può essere considerato a pieno titolo il paradigma del successivo sviluppo del pensiero junghiano, che tanto ha influenzato la cultura scientifica del nostro tempo.
Incantesimi d’Amore
Formule e incantesimi di una sacerdotessa Wicca per attirare l’Amore
Autore/i: Silver Ravenwolf
Editore: Armenia Editore
introduzione dell’autrice, traduzione di Rossana Terrone.
pp 256, ill. b/n, Milano
Per regalare brio e vivacità a una vita di coppia che langue nella monotonia della routine, per rendere eterna una relazione appagante, per far divampare la passione o per porre fine a un rapporto che mortifica la nostra sete d’amore, Silver RavenWolf, in questo manuale già pubblicato con il titolo Far nascere l’amore, spiega al lettore:
- come servirsi di incensi, oli, polveri e magiche pozioni per favorire l’incontro d’amore;
- come utilizzare con sapienza candele e inebrianti afrodisiaci a base di erbe;
- come impiegare lo specchio magico per conoscere il futuro del rapporto amoroso;
- come attuare incantesimi e rituali per attrarre o allontanare l’amante.
Silver Ravenwolf autentica sacerdotessa della Wicca, è autrice del manuale Incantesimi per giovani streghe e del volume Lo notte di Halloween, nonché dei due romanzi L’antro delle streghe e Notte di paura della serie Witches’ Thrillers.
Il Cristo dell’Amiata
la storia di David Lazzaretti
Autore/i: Petacco Arrigo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
pp. 192, tavv. b/n, Milano
Nell’Italia post-unitaria, travagliata dalle guerre contadine (definite dalle autorità “brigantaggio”) e dalla volontà di rivincita di quanti ,intendevano rientrare in possesso degli antichi privilegi, mentre lo stato piemontese sta allungando i suoi tentacoli burocratici su tutta la penisola, la vita del contadino è sempre più dura, aggravata da tasse e da spinte contrastanti che lo sballottano tra il nuovo stato e la Chiesa. E in questo clima, con la gerarchia ecclesiastica arroccata nella strenua difesa del passato, in lotta sorda contro il nuovo stato, che inizia la vicenda di David Lazzaretti. Barrocciaio, autodidatta, con una propensione naturale al comando, David riceve “l’illuminazione” nel 1868, a 34 anni, e inizia una predicazione di totale rinnovamento religioso, con una nuova cosmogonia che lo vede assiso, al pari di Gesù, a fianco di Dio. La Sua predicazione, iniziata tra i contadini dell’Amiata, soprattutto nella sua regione, Arcidosso e il monte Labro (da lui ribattezzato Labaro), ben presto travalica i confini… d’Italia. Mentre la nuova comunità cresce su basi comunistiche – tutte le proprietà sono infatti messe in comune, tutti lavorano per tutti senza sopraffazioni, la proprietà privata è abolita – la Chiesa e il governo, ciascuno per i propri scopi, guardano a lui con occhio benevolo, inattesa di usarlo. Ma Lazzaretti prosegue per la sua strada, che è fatta di mistiche visioni di un regno di Dio che la Chiesa non può e non vuole predicare, e di abolizioni di tasse e redistribuzioni di terre che lo stato non vuol nemmeno sentir nominare. Abbandonato da tutti, solo con la sua comunità e con le sue impossibili profezie, Lazzaretti marcia, con le sue salmodianti schiere, incontro alla forza pubblica mandata per “reprimere” la manifestazione da lui indetta. Una pallottola in fronte concluderà una vicenda non nuova per l’Italia contadina, che per un attimo,anche con la Questione Romana aperta, farà trovare allineati governo e Vaticano. “Lassù sul Monte Amiata / è morto Gesù Cristo / da vero socialista / ucciso dai carabinieri”: sono i versi di una canzone popolare scritta sulla sua avventura in quegli anni, analoga a tante altre che il movimento contadinoe operaio creerà ancora negli anni successivi,nella sua lunga lotta contro il potere e l’oppressione.
Arrigo Petacco, rievocando la vicenda di Lazzaretti, ci restituisce il profondo significato della sua figura, con toni avvincenti ci ridà l’amara vicenda di un uomo che, ignaro dei rapporti di forza, cercò di inserirsi tra lo stato e la Chiesa restandone schiacciato.
Arrigo Petacco è nato nel 1929 a Castelnuovo Magra (La Spezia). Giornalista, inviato speciale, autore di programmi televisivi, ha pubblicato diverse opere fra cui, in edizione Mondadori: L’anarchico che venne dall’America(1969 – in Oscar 1974), Joe Petrosino (1972 – in Oscar 1978), Il prefetto di ferro (1975) e Battaglie navali del Mediterraneo nella 11 guerra mondiale (1976). In collaborazione con Sergio Zavoli ha scritto Dal Gran Consiglio al Gran Sasso (1974).