Opus Dei
Un’indagine
Autore/i: Messori Vittorio
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, con un contributo di Giuseppe Romano.
pp. 288, Milano
Quasi ottantamila membri, uomini e donne, in ogni continente. Tutti riconoscono un solo «Padre», dopo Dio e il papa: il Prelato della «Società della Santa Croce e Opus Dei», con sede in un grande palazzo di un quartiere borghese di Roma. La Obra, l’«Opera» per antonomasia, come la chiamano in Spagna (dove nacque nel 1928 per iniziativa di Josemaria Escrivà de Balaguer, proclamato beato da Giovanni Paolo II), è circondata da una tenace «leggenda nera».
Società segreta? Massoneria clericale? Centro occulto politico-economico, tra reazione sociale e teologica e speculazioni finanziarie?
Per l’ossessiva ricerca contemporanea di «grandi vecchi», di burattinai incogniti che starebbero dietro ogni avvenimento inquietante, l’Opus Dei rappresenta un protagonista abituale: sospetti, accuse, quando non richieste di scioglimento e di incriminazione, come avvenne nel parlamento italiano.
Per cercare di capire, uno degli scrittori cattolici più letti e tradotti nel mondo si è impegnato in un’inchiesta approfondita dentro questa prima Prelatura personale della storia della Chiesa.
Dal lavoro sul campo di Vittorio Messori è nato un singolare libro-rapporto: mai, finora, un esterno all’Istituzione aveva avuto libero accesso dietro le quinte. Come si entra nell’Opera? Chi sono i «numerari», i «soprannumerari», gli «aggregati», i «cooperatori»? Perché tanta discrezione che sembra sconfinare nella segretezza? Quale la vita quotidiana dei membri? Quali gli impegni assunti con il contratto che lega alla Prelatura? Che dire delle voci di trame e operazioni inconfessabili? E il denaro? E la politica?
In queste pagine, che al rigore dello studioso informato e aggiornato aggiungono la vivacità del giornalista, si «smonta» e si analizza la realtà di un’Opera la cui presenza procede inarrestabile e che, secondo molti, rappresenterà una struttura portante del cristianesimo del Terzo Millennio.
Vittorio Messori è nato a Sassuolo (Modena) nel 1941 e si è laureato in Scienze politiche a Torino. Giornalista professionista, ha iniziato alla «Stampa» di Torino e lavorato quindi nel gruppo di «Famiglia Cristiana», all’«Avvenire» e in molti altri giornali. Dopo Ipotesi su Gesù (SEI 1976, TEA 1985; oltre un milione di copie vendute in Italia, più di venti traduzioni nel mondo) ha pubblicato diversi libri, anch’essi di larghissima diffusione in molte lingue: Scommessa sulla morte (SEI 1982), Rapporto sulla fede: a colloquio con il cardinal Ratzinger (Edizioni San Paolo 1985, Oscar Mondadori 1993), Inchiesta sul cristianesimo (SEI 1986, Gscar Mondadori 1993), Un italiano serio: il beato Faà di Bruno (Edizioni San Paolo 1990), Patì sotto Ponzio Pilato? (SEI 1992), Pensare la storia (Edizioni San Paolo 1993), La sfida della fede (Edizioni San Paolo 1993).
Meravigliosa Isola di Pasqua
Gli aspetti più sconcertanti e più misteriosi di una civiltà scomparsa. Ricerche, ipotesi, conclusioni in un libro che è diventato ormai un classico della moderna etnologia
Autore/i: Métraux Alfred
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Anna Haussman.
pp. 264, ill. b/n f.t., Milano
Dal giorno in cui venne scoperta dagli olandesi poco più di due secoli fa, la solitaria isola di Paqua, sperduta nel Pacifico meridionale a ovest delle coste del Sud America, è rimasta avvolta nel mistero. Chi furono i primi abitanti? Perché scelsero come dimora una terra vulcanica impervia e poco estesa? Quale il significato delle statue che ancora oggi giganteggiano, espressione di un’arte e di una civiltà così desuete nella , storia dell‘uomo? A questi interrogativi Alfred Métraux ha saputo rispondere con intuizioni sorrette da una profonda preparazione scientifica e con una rara capacità di analisi. Le sue spiegazioni, nella fitta letteratura intorno all’isola di Pasqua, rappresentano un contributo insostituibile alla sua conoscenza. Nelle pagine di questo libro, oltre all’affascinante avventura umana vissuta da Métraux sull’isola, rivive in tutti i suoi risvolti e nelle sue contraddizioni, un’antica civiltà scomparsa: Storia e leggenda, religione e magia, le usanze più sconcertanti ed esotiche, stupende singolari creazioni artistiche, destino tragico.
Meravigliosa isola di Pasqua, romanzo di una cultura, è divenuta ormai un’opera classica della storia dell’etnologia, dell’antropologia, dell’arte.
Nato a Losanna nel 1902, laureatosi in lettere a Parigi nel ’26 (con la tesi Religion des Tupinamba), naturalizzato americano nel ’41.
Alfred Métraux, un nome di rilievo nell’etnologia moderna, divenne membro del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Unesco. Oltre all’Ile de Pàques del ’41, che resta la sua opera più suggestiva, e a numerosi studi in lingue diverse, ha pubblicato nel ’58 Vaudòu haitiene nel ’62 Incas, il libro che ha consolidato la sua fama anche in Italia, dove è uscita recentemente, col titolo Religioni e riti magici indiani nell’America Meridionale, la raccolta dei suoi articoli principali sulle religioni indiane del Sud-America. È morto suicida l’11 aprile 1963.
Mitzvà
“Cosa vuol dire sentirmi ebreo? Vuole dire sentirmi me stesso.”
Autore/i: Elkann Alain
Editore: Bompiani
prima edizione, prefazione di Elio Toaff, con una Nota di Elie Wiesel.
pp. 96, Milano
In occasione della vigilia di Kippur, il giorno del perdono, in cui gli ebrei digiunano e si ritrovano in sinagoga, Alain Elkann torna a riflettere sul tema dell’ebraismo, già affrontato nel romanzo Il padre francese, dove aveva analizzato il rapporto con suo padre.
Mitzvà, invece, porta l’autore a esaminare il suo essere ebreo ispirandosi alla figura della madre, “esempio indimenticabile di donna e di ebrea”. Forse, più che di una riflessione, si tratta di una vera discesa nelle profondità di un retaggio vissuto sulla propria pelle, nel tentativo di chiarire, a se stesso e ai lettori, il senso di un destino: quello del popolo ebraico. Un destino che ha come unico protagonista Dio, un Dio che non dà spiegazioni, un Dio che bisogna capire da soli. Senza alcuna retorica, emerge con forza il ritratto di una condizione umana difficile, minacciata da secoli, ma assolutamente determinata a continuare la sua tradizione.
E con sdegno che gli ebrei guardano ogni forma di razzismo, di antisemitismo e di intolleranza.
Mitzvà e un libro in cui Alain Elkann invita, prima di tutto se stesso, a meditare sulla necessità per ognuno di noi di adoperarsi con ogni mezzo a costruire la pace, che non dovrebbe essere un’utopia.
“Mitzvà viene dal verbo ebraico che significa ‘comandare’, quindi la Mitzvà è un comando che si riceve dalla lettura e dall’interpretazione del Pentateuco.” (Elio Toaff)
“Una Mitzvà è un comandamento. La maggior parte dei comandamenti riguarda i rapporti tra l’essere umano e i suoi simili, e non relazioni tra l’essere umano e Dio.” (Elie Wiesel)
Alain Elkann è giornalista e scrittore italiano. Collabora a “La Stampa”, “A”, “Nuovi Argomenti”, “Shalom”, “Panta”.
Bompiani ha pubblicato, tra gli altri: Vita di Moravia (1990, tradotto in oltre quindici lingue e ripubblicato sempre da Bompiani nel 2007), Rotocalco (romanzo, 1991), Delitto a Capri (romanzo, 1992), Vendita all’asta (racconti, 1993), Cambiare il cuore, con Carlo Maria Martini (1993, nuova edizione accresciuta 1997), Essere ebreo, con Elio Toaff (1994, Premio Internazionale Fregene 1995), Emma, intervista a una bambina di undici anni (1995), I soldi devono restare in famiglia (romanzo, 1996), Diario verosimile (1997), Il Messia e gli ebrei, con Elio Toaff (1998), Il padre francese (romanzo, 1999), Le mura di Gerusalemme (2000), Interviste 1989-2000 (2000), Essere musulmano, con Sua Altezza Reale Principe di Giordania El Hassan bin Talal (2001), John Star (romanzo, 2001, Premio Cesare Pavese 2002), Una lunga estate (romanzo, 2003), MoMo (2003), Mitzvà (2004), Giorno dopo giorno (2005), L’invidia (2006), Essere laico (2007), L’equivoco (2008), Nonna Carla (2010) e L’intervista (2010). Ancora per Bompiani esce nel 2011 Una leggera felicità.
Mitra
Il mito della forza invincibile
Autore/i: Iorio Ruggero
Editore: Marsilio Editori
introduzione dell’autore.
pp. 130, nn. tavv. b/n, Venezia
Mitra, l’inviato del dio della luce di antica origine persiana, ancor oggi proietta la sua ombra sul nostro mondo.
Il vigore morale, la difesa della” propria personalità portatrice di conquiste individuali non sono solo comuni a chi, nell’antichità, si lasciò affascinare dal mito del dio-eroe che uccise il toro, ma sono valori che si perpetuano, sempre più presenti.
Ruggero Iorio (1953), sacerdote diocesano, è docente di storia della Chiesa antica e archeologia cristiana all’Istituto Superiore di Scienze religiose di Assisi e collabora alle riviste «Archeologia Viva», «Studium», «Convivium Assisiense» e «Archàologie in Deutschland».
Storie di Nasreddin
Autore/i: Anonimo
Editore: Libreria Editrice Psiche
Le storie qui riportate sono state raccolte e rielaborate da Gianpaolo Fiorentini. Il saggio introduttivo è di Dario Chioli.
pp.128, ill. b/n, Torino
Da secoli le storie di Nasreddin sono raccontate nel vicino oriente e in tutto il mondo islamico. Sono storie strane, che spesso lasciano interdetti, ma percorse da un profondo interrogativo: qual è la saggezza che nascondono? Perché sono diventate così popolari che basta dire ‘la luna nel pozzo’ per evocare immediatamente la situazione descritta?
Folle o saggio, stupido o intelligente, sciocco o implacabile fustigatore di costumi, ingenuo o depositario di una profonda saggezza, il fascino delle storie di Nasreddin sta nella loro applicabilità alle situazioni della vita quotidiana. Al lettore spetta quindi il compito di divertirsi, scoprire il senso profondo di queste storie e applicarle alla propria vita.
Śiva e Dioniso
La religione della natura e dell’eros
Autore/i: Daniélou Alain
Editore: Ubaldini Editore
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Augusto Menzio.
pp. 232, nn. tavv. b/n f.t., Roma
Partendo dall’assunto che l’Occidente ha perduto la sua tradizione separando l’uomo dalla natura e dal divino, Daniélou ci esorta a riconoscere nelle credenze e nei rituali del mondo occidentale antico una stretta affinità con lo Sivaismo e a vedere che molti elementi della perduta tradizione occidentale possono essere facilmente spiegati con l’aiuto dei testi e dei riti preservati in India.
Alain Daniélou (1907-1994) è considerato tra i maggiori orientalisti contemporanei. Studioso e appassionato di musica e pittura, compie i suoi studi in Francia e negli Stati Uniti, dove vende i suoi quadri e lavora anche come pianista. Dopo numerosi viaggi nel Medio e nell’Estremo Oriente si stabilisce in India per oltre 15 anni. Lì studia filosofia, musica, il sanscrito, l’hindi e viene iniziato all’induismo saivaita. Professore all’università di Benares, poi direttore del Centro ricerche della biblioteca di manoscritti sanscriti di Aydar a Madras, partecipa attivamente alla vita politica e alla lotta per l’indipendenza indiana. Rientrato in Europa, diviene membro dell’istituto francese d’indologia di Pondichery, addetto alla Scuola francese d’Estremo Oriente a Parigi e nel 1960 consigliere del Consiglio Internazionale della Musica (UNESCO). Fonda a Berlino e a Venezia l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati.
Il Teatro delle Acque
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni dell’Elefante
pp. 160, riccamente ill. a colori e b/n, Roma
L’acqua e l’architettura: un elemento naturale e un prodotto di artificio sono i due temi che interagiscono nei saggi che compongono il volume. Acque produttive che azionano ruote e congegni, acque edonistiche e ludiche che sgorgano e zampillano nello scenario fantasmagorico del principe europeo e dell’imperatore indiano o cinese, acque ingannevoli ed allusive, prorompenti o centellinate goccia a goccia.
I vari interventi degli autori mirano tutti ad esplorare le possibilità creative che si legano ad un elemento di per sé mutevole e dinamico, reggimentale e duttile e allo stesso tempo evocativo e mitico.
Le splendide illustrazioni, esotiche, tecniche, descrittive, comunicano al lettore luci e colori, particolari e prospettive, guidandolo alla scoperta di connessioni inedite.
- ATTILIO PETRUCCIOLI: Paesaggi acquatici e teofanie imperiali
- GEORGE MICHELL: Architettura e abluzioni rituali in India
- EUGENIO GALDIERI: Acqua, voce dell’architettura: il mondo islamico
- DORIS BEHRENS-ABOUSEIF: Le acque del Cairo. Scenario e stile di vita di una città islamica
- WILLIAM BETSCH: Le fontane di Fez
- PAOLO CUNEO: Noria. “Utilitas, firmitas, venustas” nell’architettura dei dispositivi idraulici a ruota elevatoria
- PIETRO LAUREANO: Yemen, i castelli delle acque del cielo
- CLAUDIA CONFORTI: Acque, condotti, fontane e fronde. Le provvisioni per la delizia nella villa medicea di Castello
- CHIARA PERONI: L’ozio e la frescura: ninfei sotterranei a Firenze tra XVI e XVII secolo
- ROBERTA MORELLI: Metalli di Cosimo, metalli d’acqua
- EDOARDO LOI: Le fontane di Roma nei secoli XVI e XVII
- JAN PIEPER: La fortezza dei sensi. Lo Chateau de Maulnes in Borgogna
- DALU JONES E FILIPPO SALVIATI: Le “acque occidentali” e i palazzi europei dell’imperatore Qianlong a Pechino
Il Segreto degli Dei
I sottili legami che fanno dell’uomo una creatura cosmica
Autore/i: Stringer Edward Trevor
Editore: Casa Editrice Meb
unica edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Franco Ossola.
pp. 260, nn. tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Torino
Qual è, veramente, la funzione della Terra nello schema della creazione? Perché l’umanità esiste e qual è il suo posto nell’immenso ed intricato « puzzle » dell’Universo? Che cos’è, realmente, la Luna? Che cosa sono i pianeti, le stelle, le galassie?
Con quest’opera nasce una nuova scienza: il Tellurismo, ovvero lo studio della meravigliosa scala gerarchica in cui si articola il creato e l’analisi dei rapporti che intercorrono tra l’uomo e tutte le altre «creature» cosmiche.
I livelli in cui si manifesta la realtà sono molteplici e anche se, apparentemente, sembrano separati l’uno dall’altro da distanze incommensurabili, la chiave per penetrarli è alla portata di ciascuno di noi.
Il dottor Stringer, scienziato, studioso e geografo dell’Università di Birmingham, ha svolto una gran mole di lavoro ed un cospicuo numero di ricerche inerenti località, luoghi e siti geografici. La sua esperienza, quindi, in questo campo, è a dir poco eccezionale.
Appassionato di occultismo ed esoterismo è riuscito, nella sua indagine, a sintetizzare queste due branche di ricerca non ortodosse con altre ufficialmente riconosciute dalla scienza, come la geologia, la geografia, l’archeologia, l’urbanistica.
Ama affermare: «Più di due decenni di esperienze nel vasto campo del misticismo e dell’occultismo mi hanno consentito di sperimentare e di provare direttamente tutto ciò che presento in questo mio libro. Confesso con mia somma soddisfazione, che ogni cosa corrisponde a verità».
Medioevo
Storia di voci, racconto di immagini
Autore/i: Barbero Alessandro; Frugoni Chiara
Editore: Editori Laterza
prima edizione, introduzione degli autori.
pp. 352, nn. tavv. a colori, Bari
Ascoltare e vedere il Medioevo, attraverso i suoi testi e i suoi affreschi, mosaici, miniature, sculture. Un modo nuovo di raccontare mille anni di storia dell’Occidente.
Tempi bui, tempi indecifrabili, si diceva. Sfogliando questo libro straordinario, ricco di centinaia di illustrazioni e coloratissimi documenti d’epoca, l’impressione di oscurità non regge più. La raccolta di immagini tratte da miniature, affreschi, gioielli, parla con più vivezza delle parole. Ogni tema, ogni evento, è stato visto e raccontato dagli uomini per immagini, a volte con efficacia, a volte con vera e splendida arte: non c’è per noi lettori che l’imbarazzo della scelta. Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, “Il Sole 24 Ore”
Per raccontare un’epoca Chiara Frugoni e Alessandro Barbero hanno privilegiato sculture, affreschi, mosaici e miniature del tempo, attribuendo loro lo statuto di fonte e insegnandoci il gusto per il dettaglio rivelatore. Carlo Grande, “La Stampa”
La visione medioevale del mondo aveva una fortissima coerenza interna. Tutti avevano un posto definito, una funzione, dei diritti e dei doveri, un linguaggio, un modo di vestire che permetteva il riconoscimento e la difesa dello status quo. Le insegne del potere, in quel mondo ormai perduto, avevano un intimo contatto con i contenuti del potere stesso. Questo libro splendidamente illustrato offre l’occasione per un viaggio ricco di sorprese alla scoperta di quell’antico, perfetto, ordine universale. Aurelio Magistà, “il Venerdì”
Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale, sede di Vercelli.
Chiara Frugoni è fra i maggiori medievisti italiani: i suoi libri, tradotti in varie lingue, anche fuori d’Europa, hanno avuto grande successo e molte edizioni. Ha insegnato Storia medievale nelle Università di Pisa e Roma. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Francesco e l’invenzione delle stimmate, La voce delle immagini, Le storie di San Francesco e Vita di un uomo: Francesco d’Assisi per Einaudi; Perfino le stelle devono separarsi per Feltrinelli.
Gli Imperatori Folli
L’irruzione del femminile nella gestione del potere
Autore/i: Cazenave Michel; Auguet Roland
Editore: Red Edizioni
prima edizione, prefazione di Giorgio Galli, traduzione dal francese di Carla Sborgi.
pp. 264, Como
Caligola, Nerone, Eliogabalo e gli altri imperatori della decadenza erano davvero folli?
Quest’opera di “mitoanalisi” li presenta in modo ben diverso…
«La tesi centrale del volume è che non “folli” fossero gli imperatori (dal precursore Alessandro a Giuliano), bensì propositori di un archetipo politico: quello di un rapporto tra potere e consenso influenzato dalla cultura delle grandi dee dell’Oriente, da una “sacralità” fortemente intrecciata con la sessualità…
Questo archetipo si sarebbe scontrato con quello più tipicamente maschile, indo-ario, col suo disprezzo abbinato della donna e dell’oro, con la percezione dell’ordine come austerità (il “catonismo” che Barrington Moore pone alla base dell’ideologia conservatrice anche moderna), con l’affermazione di un’egemonia maschile simboleggiata dagli dei della religione olimpica.
Si tratta di un’interpretazione audace, che presenta in modo nuovo quella che potrebbe poi essere un’antica dicotomia tra Oriente e Occidente.» Dalla prefazione di Giorgio Galli.
Michel Cazenave (1942), psicanalista e scrittore, si è formato all’École Normale Supérieure. Dirige la traduzione francese delle opere complete di Carl Gustav Jung ed è autore di romanzi, testi teatrali, saggi, tra i quali: Le philtre et l’amour; Le retour du templier; La subversion de l’àme, mythanalyse de l’histoire de Tristan et Iseut.
Roland Auguet (1935), professore di lettere, ha pubblicato: Cruauté et Civilisation; Histoire et Légende du Cirque; Feste e’spettacoli popolari; Caligola.
La Scienza e l’Anima
Un’ipotesi sulla coscienza
Autore/i: Crick Francis
Editore: Rizzoli
unica edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Isabella Blum.
pp. 432, nn. ill. b/n, Milano
Francis Crick, lo scienziato che quarant’anni fa, insieme con James Watson, divenne uno dei protagonisti della scienza moderna scoprendo la struttura del DNA, oggi ritorna a esplorare le frontiere più avanzate della ricerca, e affronta il problema che affascina tutti i biologi e i filosofi contemporanei: la coscienza.
Quali sono i legami tra l’attività elettrica dei neuroni (le cellule che costituiscono la parte «materiale», fisica, della mente) e ciò che da sempre scienziati, poeti e uomini comuni sono abituati a definire «attività spirituale»? L’attività cerebrale e quella intellettuale appartengono davvero a due sfere distinte, irriducibili l’una all’altra, collegate da un nesso impossibile da definire in termini razionali? O non sarà invece possibile formulare in modo scientificamente corretto l’ipotesi che la parte spirituale dell’uomo (in ultima analisi la sua «anima») sia riconducibile a una serie di complessi ma concreti meccanismi chimici ed elettrici?
Per esplorare, con grande umiltà e desiderio di chiarezza, questa straordinaria ipotesi, Francis Crick fa il punto sulle ricerche scientifiche contemporanee in materia di percezione e di attenzione, concentrandosi in particolare sull’affascinante settore degli esperimenti sulla percezione visiva. Passando in rassegna i risultati della neurobiologia, criticando e valutando le ipotesi correnti in materia, Crick accompagna il lettore in un lungo ma affascinante percorso tra le acquisizioni più recenti della scienza, riconducendole concretamente a un obiettivo ambizioso ma fondamentale: dare chiarezza scientifica al terreno su cui si esercitano le riflessioni della filosofia, della religione e della cultura contemporanee.
Francis Harry Crick, nato a Northampton, in Inghilterra, nel 1916, si è diplomato in fisica all’University College di Londra nel 1938. Dopo la seconda guerra mondiale si è dedicato alle ricerche di biologia, lavorando prima allo Strangeways Laboratory di Cambridge e poi al Cavendish, e conseguendo il dottorato nel 1953. Nello stesso anno ha scoperto, insieme con l’americano James Watson, la struttura a doppia elica del DNA. Eletto nel 1959 membro della Royal Society, nel 1962 ha ottenuto con Watson e con Maurice Wilkins il Premio Nobel per la fisiologia e la medicina per il contributo dato alla conoscenza degli acidi nucleici. Dal 1976 si è trasferito negli Stati Uniti, al Salk Institute di La Jolla, in California, dove è attualmente Kieckhefer Professor.
Tra i suoi libri tradotti in italiano, Uomini e molecole (1970), L’origine della vita (1983), La folle caccia (Rizzoli 1990).
Le Religioni dei Misteri – 2 Volumi
Volume I: Eleusi, dionisismo, orfismo – Volume II: Samotracia, Andania, Iside, Cibele e Attis, Mitraismo
Autore/i: Autori vari
Editore: Fondazione Lorenzo Valla / Arnoldo Mondadori Editore
a cura di Paolo Scarpi, con la collaborazione di Benedetta Rossignoli.
vol. 1 pp. LXXXII-692, vol. 2 pp. XLVII-616, Milano
L’opera si divide in due volumi che raccolgono la totalità dei testi di argomento misterico che ci sono pervenuti per le età arcaica e classica; per l’età ellenistica, più ricca di documenti, se ne presenta invece una ricca scelta.
Dopo i misteri di Eleusi, quelli dionisiaci e orfici, l’opera si conclude con i misteri di Samotracia, Andania, Iside, Cibele e Attis, e Mitra. Le “religioni dei Misteri” costituivano la parte esoterica della religione greca e sono conosciute solo in piccola parte da cenni, allusioni e racconti parziali. Essi infatti imponevano il segreto ai loro iniziati.
Volume I:
“Questo è il primo volume di un’amplissima raccolta di testi, unica al mondo, delle Religioni dei misteri: comprende i misteri di Eleusi, quelli dionisiaci ed orfici. Il secondo volume, sempre a cura di Paolo Scarpi, raccoglierà i testi dei misteri di Samotracia, di Andania, di Iside, di Cibele e Attis, e di Mitra.
I «misteri» costituivano la parte esoterica della religione greca, e ancor oggi sono conosciuti solo in piccola parte da cenni, allusioni, racconti parziali. Essi imponevano il segreto ai loro iniziati. Eppure la ricostruzione amorosa dei misteri di Eleusi li fa vivere davanti ai nostri occhi, come se oggi ripetessimo, insieme agli Ateniesi del V 0 del IV secolo a.C., la lenta processione fino al tempio.
I misteri di Eleusi nascono da un fallimento divino: Demetra non riesce a rendere immortale il piccolo Demofonte; e le donne non sopportano la radiosa e tremenda epifania della dea. In cambio di questo fallimento, Demetra rivela agli uomini i sacri riti, durante i quali si annullano, per qualche giorno, le differenze tra i cittadini e tra uomini e dèi. Giunti ad Eleusi, gli iniziati bevono una bevanda, il ciceone: ascoltano una formula misteriosa: hanno una intensa rivelazione luminosa; contemplano uno spettacolo che ci sfugge.
Sono le vicende di Demetra e di Persefone? O l’ostensione di una spiga di grano? O di un fallo? O la «grande luce»?
Senza essere resi immortali, gli iniziati ottengono in ogni caso una sorte privilegiata dopo la morte. Come dice Sofocle: «0 tre volte beati / i mortali che, visti questi misteri, / vanno nell’Ade, perché solo per essi laggiù / c’è vita, mentre per gli altri, laggiù, non vi è che del male». Per Platone e Aristotele, l’esperienza eleusina è il simbolo della parte suprema dell’esperienza filosofica, quando la mente tocca – come si può toccare un corpo – la luce della verità.”
Volume II:
“Dopo un primo volume dedicato alle Religioni dei misteri (Eleusi, il dionisismo, l’orfismo), la Fondazione ‘ Valla ne pubblica un secondo, dove Paolo Scarpi raccoglie quanto conosciamo sui misteri classici di Samotracia e di Andania, e sui misteri di epoca ellenistica e romana: Iside, Cibele e Attis, e il mitraismo. Samotracia era un’isola dell’Egeo nord-orientale: era un luogo diverso, con un’oscura lingua rituale, un culto oscuro, e dèi egualmente oscuri, che Erodoto chiamava Cabiri. Forse si trattava di un rito segreto di iniziazione, fondato da una corporazione di fabbri.
I misteri ellenistici di Iside ebbero una fortuna immensa nel mondo imperiale romano, e costituirono il maggiore precedente e rivale del Cristianesimo. Non avevano un vero rapporto con i misteri del periodo classico. Nell’epoca di Apuleio, l’anima aspirava ad un Uno, con cui unirsi attraverso la contemplazione e l’ascesi, in una completa trasfigurazione. Il grande mito celebrato nei misteri era quello dell’uccisione di Osiride, e della disperata ricerca, da parte di Iside, del corpo del fratello-marito. La dea ritrovò la bara, e abbracciò il corpo. Seth-Tifone lo lacerò in quattordici pezzi e lo disperse. Di nuovo la dea vagabondò attraverso l’Egitto, e dovunque trovasse un pezzo del cadavere di Osiride costruiva una tomba-santuario. Così il cerchio si chiuse: solo l’uccisione, la lacerazione e la dispersione del corpo divino, da parte delle forze del male, permisero che tutto l’universo partecipasse ai riti sacri. A Iside è dedicato il più bel romanzo antico: le Metamorfosi di Apuleio, dove viene rappresentata l’iniziazione di Lucio, modello di quella di Tamino nel Flauto magico. Lucio discende nel regno dei morti, attraversa simbolicamente gli elementi, vede gli dèi superi ed inferi, li adora, si unisce estaticamente con il dio; e conosce quella luce sfavillante e velocissima, che accende le anime umane almeno una volta nella vita, quando, in un lampo di beatitudine, possiamo toccare con gli occhile cose celesti. Viene identificato con Osiride, e appare davanti alla folla vestito con i paramenti sacri, che il dio indossava nella sua apparizione solare. Infine gli appare nel suo vero volto Osiride: «il più potente dei grandi dèi, il sommo tra i più grandi, il massimo tra i sommi, colui che regna sui massimi».”
Paolo Scarpi insegna storia delle religioni e religioni del mondo classico all’Università di Padova. I suoi campi d’indagine principali sono le religioni antiche, la mitologia e le sue persistenze nel pensiero moderno e contemporaneo, l’ermetismo, la simbologia dei comportamenti alimentari. Ha pubblicato La fuga e il ritorno. Storia e mitologia del viaggio, Venezia 1992; ha contribuito al primo volume della Storia delle religioni (Roma-Bari 1994) con «Le religioni preelleniche di Creta e Micene» e con «La religione greca», e al Manuale di storia delle religioni (Roma-Bari 1998) con «Le religioni del mondo antico: i politeismi». Ha curato l’introduzione, la traduzione e il commento di Ermete Trismegisto, Poimandres, Venezia 19974, e l’edizione, l’introduzione e il commento di Apollodoro, I miti greci (Biblioteca), con la traduzione di Maria Grazia Ciani, Milano 20016; ha curato il volume Tra maghe, santi e maiali, con il coordinamento artistico di Stefano Zuffi, Milano 1998.
Benedetta Rossignoli è dottore di ricerca in storia antica. Si occupa di problemi di storia religiosa antica e di storia greca arcaica, in special modo della frequentazione dell’Adriatico. Ha pubblicato saggi su riviste specializzate; ha collaborato al volume Tra maghe, santi e maiali, a cura di Paolo Scarpi (Milano 1998), con «La spartizione rovesciata: ovvero il Testamentum Porcelli», e a Ellenikòs kolpos. Supplemento a Grecità adriatica, Roma 2001, di Lorenzo Braccesi.
Storia Notturna
Una decifrazione del sabba
Autore/i: Ginzburg Carlo
Editore: Giulio Einaudi Editore
introduzione dell’autore.
pp. XLV-322, 19 tavv. b/n f.t., Torino
Per più di tre secoli, da un capo all’altro d’Europa, donne e uomini accusati di stregoneria raccontarono di essersi recati al sabba: il raduno notturno in cui, alla presenza del diavolo, si celebravano banchetti, orge sessuali, cerimonie antropofagiche, profanazioni di riti cristiani. In queste descrizioni, spesso estorte con la tortura, oggi si tende a riconoscere il frutto delle ossessioni di inquisitori e giudici. Questo libro, attraverso l’analisi di processi, trattati di demonologia, prediche, documenti iconografici, materiale folklorico, propone un’interpretazione diversa. In essa eventi e strutture, storia e morfologia si susseguono, si contrappongono, si intrecciano. Dietro l’immagine enigmatica del sabba vediamo affiorare a poco a poco uno strato antichissimo, con ogni probabilità più che millenario, di miti e riti eurasiatici a sfondo sciamanico.
Una storia notturna, sconosciuta. Essa ha imposto una riflessione sulle possibilità e i limiti del mestiere dello storico – e più in generale, sulle radici antropologiche del raccontare.
Carlo Ginzburg, nato a Torino nel 1939, dopo aver a lungo insegnato a Bologna e negli Stati Uniti, ricopre attualmente la cattedra di Storia delle Culture europee alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Presso Einaudi ha pubblicato I benandanti (1966); Il nicodemismo (1970); Giochi di pazienza (1975, con Adriano Prosperi); Il formaggio e i vermi (1976); Indagini su Piero (1981); Miti emblemi spie (1986); Il giudice e lo storico (1991); Storia notturna. Una decifrazione del sabba (1998). Per Feltrinelli sono usciti Occhiacci di legno (1998); Rapporti di forza (2001); Nessuna isola è un’isola (2002) e Il filo e le tracce (2006).
Introduzione. – Parte prima: I. Lebbrosi, ebrei, musulmani. II. Ebrei, eretici, streghe. – Parte seconda: I. Al seguito della dea. II. Anomalie. III. Combattere in estasi. IV. Mascherarsi da animali. – Parte terza: I. Congetture eurasiatiche. II. Ossa e pelli. – Concelusione.
Morte e Pianto Rituale
Dal lamento funebre antico al pianto di Maria
Autore/i: de Martino Ernesto
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prefazione e introduzione dell’autore.
pp. IX-432, 67 ill. b/n f.t., Torino
Il pianto antico, la lamentazione mediterranea e precristiana sui defunti, è il tema cruciale su cui Ernesto de Martino mette alla prova l’efficacia delle categorie interpretative elaborate nel Mondo magico. L’esistenza dell’uomo primitivo è perennemente in bilico tra l’affermazione di sé e della propria presenza e l’universo della labilità in cui è costretto a vivere, dove tutto congiura per l’annullamento e la dissoluzione. La morte di una persona cara e necessaria è l’evento che può provocare il tracollo della instabile bilancia: essa appare uno scandalo irreversibile, una crisi senza orizzonte e apre la strada alla estraniazione dal mondo, al delirio di negazione, al furore distruttivo omicida e suicida. Ma proprio sull’orlo del rischio estremo l’uomo primitivo impara a difendere il proprio precario esserci: nasce il controllo rituale del patire, il pianto collettivo. Il rito – e le molte tecniche di cui si sostanzia – può ora percorrere tutta la tastiera della disperazione, ma appunto in forma controllata. E l’uomo è restituito alla vita, mentre la presenza assillante del morto è trasformata in un’ombra protettrice.
Ernesto de Martino (1908-1965), uno dei maggiori intellettuali italiani del Novecento, si formò alla scuola di Adolfo Omodeo e di Benedetto Croce, dedicandosi però allo studio, allora poco coltivato in Italia, delle società primitive. Professore di Storia delle religioni alla Università di Cagliari dal 1959 alla morte, de Martino è autore tra l’altro di Sud e magia (Feltrinelli, Milano 1959) e La terra del rimorso (Il Saggiatore, Milano 1961).
Jnana-Yoga
Lo yoga della conoscenza
Autore/i: Swami Vivekananda
Editore: Ubaldini Editore
prefazione all’edizione italiana di Swami Nityabhodananda, unica traduzione integrale autorizzata di Lionello Stock.
pp. 280, Roma
Swami Vivekananda, il grande e nobile spirito, amato in Oriente e in Occidente come colui che ha ringiovanito l’Induismo e predicato le sue eterne verità, nacque il 12 gennaio 1863 da famiglia aristocratica di casta Kshatriya.
Il suo nome era Narendranath (Narendra), e Datta il nome della famiglia, nota a Calcutta per la ricchezza, lo slancio filantropico, la cultura e l’indipendenza di spirito.
Negli anni della prima giovinezza, Narendra si compiacque di manifestare un certo materialismo, e parve più incline a coltivare il vigore fisico che la meditazione. Ma l’incontro con Ramakrishna fu la «via di Damasco». Dalle ceneri del giovane Narendra nasceva rigenerato il profeta Vivekananda che in una breve e folgorante esistenza compiva un’opera imperitura. A 39 anni, il 4 luglio 1902, Vivekananda muore in un’intensa meditazione.
In quest’anno in cui ricorre il centenario della nascita, le opere del Maestro vengono per la prima volta presentate in Italia in una degna edizione, e i suoi fecondi insegnamenti sono raccolti con organico criterio nei due libri: «Jnana Yoga» (lo Yoga della conoscenza) e «Gli Yoga pratici» (Bhakti-Yoga, Karma-Yoga, Raja-Yoga).
L’approccio a queste opere recherà grande sorpresa a più di un lettore, fuorviato finora dalle reiterate manomissioni a cui è stata sottoposta una dottrina che si è creduto di poter apprendere e divulgare in modo approssimativo e facilone.
Sentiamo ciò che dice in proposito Romain Rolland, che di Vivekananda e Ramakrishna è il miglior biografo: «Il nome Yoga è stato compromesso in Occidente da tutti i ciarlatani e imbroglioni che ne hanno fatto un uso degradante.
Poichè questi metodi mentali, fondati su una geniale psico-fisiologia, la cui sperimentazione è stata proseguita per secoli, assicurano a colui che li assimila una padronanza spirituale che necessariamente gli comunica (senza nulla di misterioso) potenti mezzi di azione (uno spirito sano e pieno è la leva di Archimede: trovate in il punto di appoggio e solleverà il mondo), è proprio su quei mezzi – reali o supposti – che si è logorato il pragmatismo interessato di migliaia di gonzi.
«I veri yoga vedantici, come li espone nei suoi trattati Vivekananda, sono una disciplina dello spirito, così come l’hanno ricercata i nostri filosofi occidentali, al fine di incamminarsi, per la via diretta, verso la verità. E questa via diretta esattamente come in Occidente, è quella della esperienza e della ragione». Romain Rolland.
È lo yoga della conoscenza; esso insegna la divinità dell’uomo, la non-dualità della divinità, l’armonia delle religioni e l’unità di tutto ciò che esiste.
«Il nome “Yoga” è stato compromesso in Occidente da tutti i ciarlatani e imbroglioni che ne hanno fatto un uso degradante. I veri “Yoga-vedantici”, come li espone nei suoi trattati Vivekananda, sono una disciplina dello spirito, così come l’hanno ricercata i nostri filosofi occidentali, al fine di incamminarsi, per la via diretta, verso la verità. E questa via diretta, esattamente come in Occidente, è quella della esperienza e della ragione». (Romain Rolland)
Swami Vivekananda, il grande e nobile spirito, amato in Oriente e in Occidente come colui che ha ringiovanito l’Induismo e predicato le sue eterne verità, nacque il 12 gennaio 1863 da famiglia aristocratica di casta Kshatriya. Il suo nome era Narendranath (Narendra), e Datta il nome della famiglia, nota a Calcutta per la ricchezza, lo slancio filantropico, la cultura e l’indipendenza di spirito. Negli anni della prima giovinezza, Narendra si compiacque di manifestare un certo materialismo, e parve più incline a coltivare il vigore fisico che la meditazione. Ma l’incontro con Ramakrishna fu la sua “via di Damasco”. Dalle ceneri del giovane Narendra nasceva rigenerato il profeta Vivekananda che in una breve e folgorante esistenza compiva un’opera imperitura. A 39 anni, il 4 luglio 1902, Vivekananda muore in un’intensa meditazione.
Volatilia
Animali nell’aria, nella storia della scienza – Da Aristotele ai giorni nostri
Autore/i: Ghiretti Francesco; Longo Oddone; Minelli Alessandro; Pilastro Andrea; Renna Enrico
Editore: Generoso Procaccini Editore
a cura di Oddone Longo, premessa di Oddone Longo e Enrico Renna.
pp. 312, nn. tavv. e ill. b/n, Napoli
Sommario:
Premessa
Parte I – Essere uccello
F. GHIRETTI, Vivere nell’aria
A. MINELLI, Il volo del primo uccello
O. LONGO, Peso e leggerezza
A. PILASTRO, Il costo di essere grassi
A. MINELLI, Uccello uguale uomo, pipistrello uguale uomo. O quasi.
O. LONGO, Uccello uguale uomo?
Parte II – Migrazioni
F. GHIRETTI, Le migrazioni degli uccelli
O. LONGO, Migrazioni antiche
O. LONGO, La migrazione delle gru
A. PILASTRO, Gru o cicogne?
E. RENNA, Breve storia del pettirosso
O. LONGO, La quaglia: un migratore «pesante»
A. PILASTRO, L’enigmatica migrazione della quaglia
F. GHIRETTI, I piccioni viaggiatori
E. RENNA, I piccioni viaggiatori nell’antichità
Parte III – Documenti
G.A. BORELLI, Dal De motu animaliam: De volata
Premessa di A. PILASTRO
Il volo, traduzione di O. LONGO
G. CUVIER, Mémoire sur l’ibis des anciens Égyptiens
Premessa di A. MINELLI
Memoria sull’ibis degli antichi Egizi, traduzione di A. MINELLI
Indice delle fonti antiche
Indice dei nomi moderni
Indice degli zoonimi
Aquatilia
Animali di ambiente acquatico nella storia della scienza – Da Aristotele ai giorni nostri
Autore/i: Longo Oddone; Ghiretti Francesco; Renna Enrico
Editore: Generoso Procaccini Editore
presentazione di Alessandro Minelli, premessa degli autori.
pp. 204, nn. tavv. b/n f.t., Napoli
Sommario:
Presentazione
Premessa
Abbreviazioni bibliografiche
Vivere nell’acqua
Il cervello del polpo
In bocca alla tilapia
Pesci fuor d’acqua
Il tonno e la quercia
Sulle tracce dell’anguilla
I pesci elettrici
Indice delle tavole e nota iconografica
Indice delle fonti antiche
Indice dei nomi moderni
Indice degli zoonimi
Virtù Terapeutiche del Miele
Autore/i: Huibers Jaap; van der Woerd Yvonne
Editore: Hermes Edizioni
prefazione di Dick Nicolai, introduzione degli autori, traduzione di Nadine Pennington de Jongh, illustrazioni di Gerry Daamen.
pp. 88, ill. b/n, Roma
Il miele è uno degli alimenti più pregiati e completi che la Natura mette a nostra disposizione. Ricco di proteine, vitamine e minerali, è altamente digeribile (a differenza degli zuccheri bianchi) perché è composto di zuccheri semplici, che non provocano alcuna fermentazione e acidità nello stomaco e nell’intestino. In queste pagine gli Autori restituiscono al dolce alimento il suo giusto posto. Dopo la descrizione delle sue qualità e virtù, passano ad elencare i vari generi di miele (di tiglio, di acacia, di fiori, di frutta, di quadrifoglio, ecc.), e i «tipi psicologici» a cui ciascuno di essi si addice, esaminando anche tutte le funzioni dell’organismo umano per le quali il miele è un valido ausilio. Non poteva mancare un capitolo dedicato a torte e dolci preparati con miele e con altri ingredienti naturali. Concludono il libro una serie di riflessioni sul significato intrinseco del miele e della cera d’api, che sublimano nel loro dono all’uomo l’essenza dell’amore della Natura per le sue creature.
Jaap Huibers omeopata e naturopata olandese, è autore di oltre sessanta libri e si occupa da più di trent’anni di fitoterapia, nutrizione e di medicina alternativa.
Il Potere Farmacologico degli Alimenti
Bioterapia Nutrizionale: l’applicazione pratica
Autore/i: Arcari Morini Domenica; D’Eugenio Anna; Aufiero Fausto
Editore: Red Edizioni
introduzione degli autori.
pp. 672, Cornaredo (MI)
La Bioteropia Nutrizionale, incentrata sul potere farmacologico degli alimenti, è una metodica medica iniziata negli anni Settanta da Domenica Arcari Morini.
In medicina sono innumerevoli gli esempi di utilizzo dei singoli principi farmacologici contenuti negli alimenti. In Bioterapia Nutrizionale si impiega invece l’intero alimento, associato, inoltre, con alimenti contenenti altri principi attivi.
I sistemi e le modalità di cottura sono, nella Bioterapia Nutrizionale, importanti quanto gli alimenti stessi. Così come le informazioni di tipo energetico, direttamente dipendenti dal tipo di alimento, dalla sua integrità biologica e dal modo in cui viene proposto all’organismo.
Domenica Arcari Morini è una delle più illustri naturopate italiane. Ha fondato nel 1993, e dirige, il Centro di Ricerche e Studi di Medicina Naturale Applicata “Vis Sanatrix Naturae”, sede di corsi di formazione in Bioterapia Nutrizionale per personale medico e paramedico. È docente di Bioterapia Nutrizionale e autrice di numerose pubblicazioni ha conseguito sia in Italia sia all’estero prestigiosi riconoscimenti.
Anna D’Eugenio e Fausto Aufiero sono suoi allievi.
Il Roveto Ardente
Storia dell’Antisemitismo
Autore/i: Litvinoff Barnet
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione dell’autore, traduzione di Isabella Farinelli e Francesca Piviotti.
pp. 528, Milano
Perchè l’antisemitismo? Quali le sue origini più lontane? Ma soprattutto, che cos’è esattamente l’antisemitismo? Secondo alcuni, una lunga, ininterrotta storia di persecuzioni, palesi o latenti, contro un popolo vittima infine dell’immane tragedia dell’olocausto; per altri, una delle tante forme di intolleranza che costellano i rapporti tra uomini e popoli.
Con equilibrio e rigore, Bamet Litvinoff traccia in quest’opera una storia dell’antisemitismo, dall’inizio dell’era cristiana ad oggi, cercando di individuare le radici e la specificità di un fenomeno che ha comunque attraversato tutta la nostra storia di europei e di cristiani. Se è vero infatti che per lunghi periodi gli ebrei sono vissuti in armonia con i popoli che li hanno ospitati, è anche vero che la diaspora, la mancanza di una terra e di uno stato hanno acuito il problema della loro identità, facendone le vittime sacrificali preferite di regimi totalitari e di coscienze civili inquiete. Sicché l’ebreo ha costituito un problema, oltre che per l’Europa e per i cristiani, anche, e in misura non lieve, per se stesso: il suo stesso modo di vita ha rappresentato la sua vulnerabilità. Se, dunque, si può parlare di una specificità, di una «unicità» dell’antisemitismo, questa va collocata, secondo Litvinoff, sullo sfondo delle dinamiche storiche della civiltà occidentale: dinamiche che hanno via via modificato la nostra percezione delle minoranze etniche e religiose, e che soprattutto dopo la seconda guerra mondiale e la nascita dello stato di Israele hanno profondamente trasformato contorni e valenze del problema.
In questo quadro, l’opera di Litvinoff si propone non solo come ricostruzione storica, ma anche come un invito allo stesso popolo ebraico all’elaborazione di una nuova coscienza di sé.
«Un resoconto preciso e sconvolgente; una storia dell’antisemitismo ma anche, a pieno titolo, una storia del popolo ebraico.» (Publishers Weekly)
«Litvinoff scrive con una chiarezza e un vigore rari tra gli studiosi dell’argomento.» (The Daily Telegraph)
Autore di biografie di Ben Gurion e di Chaim Weizmann, Barnet Litvinoff è uno dei maggiori studiosi dell’ebraismo. Collaboratore di numerose riviste e giornali, è anche autore di diverse opere di narrativa.