Libri dalla categoria Scienza
Francesco d’Assisi
Autore/i: Cardini Franco
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
pp. 288, Milano
Francesco d’Assisi piace a tutti, e piace molto. Troppo, perché questo unanime giudizio non nasconda un grave malinteso. In realtà, lo si è presentato in troppi e antitetici modi, tutti «ritagliati» e «giustificati» da letture parziali o tendenziose (oppure, al contrario, semplicistiche e acritiche) delle fonti. Così, abbiamo avuto un Francesco tradizionalista e uno progressista, un fedele figlio del papato e un semieretico, uno stracattolico e un preprotestante; il Risorgimento ha fatto di lui un precursore dell’unità d’Italia; alcuni l’hanno salutato come il fondatore della sensibilità rinascimentale; nel Novecento, ci sono stati un Francesco socialista e uno fascista; scrittori e poeti – da Hesse a D’Annunzio – e poi anche registi cinematografici – da Rossellini a Zeffirelli alla Cavani – hanno proposto ciascuno il «loro» Francesco; ora, ecologisti e ambientalisti vedono in lui il loro santo, l’amico degli animali e della natura. Franco Cardini rilegge le fonti e ricolloca Francesco d’Assisi nel suo contesto storico. Ne emerge una figura della quale sappiamo poco, e sulla quale le testimonianze si incrociano e si contraddicono tanto che, dall’una all’altra, egli sembra cambiare fortemente di profilo. Inutile tentare la ricostruzione eclettica d’un quadro così contraddittorio. Come l’Arnaldo da Brescia di Arsenio Frugoni o il Citizen Kane di Orson Welles, anche il Francesco che ci rimane attraverso la memoria storica sembra avere più volti. Eppure, non c’è dubbio che su di lui qualcosa di «obiettivo» si possa e si debba cercar di comprendere e di dire. Forse non ha mai parlato con gli uccelli o col lupo: ma non è detto che non l’abbia fatto. Certo era un santo che faceva pochi miracoli. Era anche un uomo che sapeva spesso esser duro, al contrario dell’immagine oleografica che di lui ci è stata tramandata. A tutt’oggi, resta un enigma. Eppure l’alta poesia dei suoi scritti e il fascino profondo della sua rilettura del Cristo e del suo sforzo di adeguare la propria vita al modello proposto dal Cristo continuano a commuoverci e a turbarci. Forse non è un santo per tutte le stagioni. Forse è davvero uno sconfitto e un tradito: lo è stato da quasi subito, fin da quando era in vita. Forse la fama e l’afFetto che ancor oggi sembrano circondarne la memoria sono soltanto la perpetuazione di antichi e non innocenti malintesi. Ma resta una figura eccezionale, uno di quegli uomini capaci di imporsi come asse attorno al quale danzano i secoli.
Franco Cardini insegna storia medievale nelle Università di Bari e Firenze e collabora a vari quotidiani e periodici. Tra i suoi libri più recenti vanno ricordati Il Barbarossa (Mondadori 1985) e Quell’antica festa crudele (nuova edizione Il Saggiatore 1987) oltre ad alcune raccolte di saggi.
Il Male Oscuro
Autore/i: Berto Giuseppe
Editore: Rizzoli
introduzione di Carlo Salinari.
pp. III-418, Milano
La nevrosi che si scatena nel protagonista dopo l’atroce morte del padre; il suo crescere e proliferare mostruosamente fino a procurargli acuti malesseri fisici, che i medici tentano invano di curare; infine la scoperta della psicanalisi che magari non lo guarisce ma dà un volto e un nome a ogni cosa, a tutti gli incubi, i sogni e le fobie, e gli rivela il suo processo d’identificazione col padre. È questa l’ardua, rischiosa e vischiosa materia di un romanzo fra i più interessanti di questi ultimi anni, il primo che – dopo «La coscienza di Zeno» di Svevo – affronti come tema centrale l’analisi del profondo. Per rappresentare questa discesa agl’inferi, Berto ha creato uno stile originalissimo, un discorso indiretto libero che assorbe in sé dialogo, riflessione e descrizione, in un fittissimo concatenarsi di frasi dal movimento vorticoso e frenetico, coinvolgendo completamente il lettore.
Giuseppe Berto, nato nel 1914 a Mogliano Veneto, è laureato in lettere. I suoi romanzi «Il cielo è rosso» (1947), «Il brigante» (1951), «Il male oscuro» (1964), e «La cosa buffa» (1966) hanno avuto successo in tutto il mondo. Ha pubblicato anche il romanzo breve «Le opere di Dio» (1948), il diario «Guerra in camicia nera» (1955), il volume di racconti «Un po’ di successo» (1963), il dramma «L’uomo e la sua morte» (1964), la favola «La fantarca» (1965), il pamphlet «Modesta proposta per prevenire» (1971), i lavori teatrali «Anonimo veneziano» (1971, ripubblicato sotto la veste di romanzo breve nel 1976) e «La passione secondo noi stessi» (1972). Ultimi suoi lavori sono: «Oh Serafina!» (1973) da cui è stato tratto un film di successo, e la raccolta di racconti «È forse amore» (1975). Nel 1964, realizzando un caso unico, con «Il male oscuro» ha vinto contemporaneamente il premio Viareggio e il premio Campiello.
Nel Cuore degli Uomini – I Sentimenti Maschili Messi a Nudo
Autore/i: Boralevi Antonella
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
pp. 154, Milano
Gli uomini non fanno più l’amore.
Le statistiche in proposito sono agghiaccianti.
Poveri uomini! Non sempre sono al corrente di come va il mondo; di tanto in tanto uno di loro – avendo calcolato, con l’aiuto di ricordi già sbiaditi, la media dei suoi rapporti sessuali, ed essendosi accorto di quanto sia modesta – si convince di essere un caso pressoché unico, e prova stupore e vergogna; non sa di essere nella norma.
Ma cosa c’è nel cuore e nel cervello di questi uomini stanchi e svogliati, che l’amore non lo fanno più (semmai preferiscono comprarlo in videocassetta: bell’e fatto), o lo fanno così di rado? È la domanda che Antonella Boralevi si è posta, ed è una domanda che riguarda tutti e tutte, se non altro perché, come membri dell’umanità, non si può restare indifferenti d fronte al brutto momento che sta attraversando una sua parte consistente; e poi, se gli ambientalisti si preoccupano per la scomparsa del lupo siberiano, è giusto preoccuparsi anche per quella del maschio occidentale.
Antonella Boralevi ha sempre mostrato di possedere una dote rara, figlia dell’intelligenza e dell’attenzione: la capacità di «vedere» i mutamenti del costume; in altri libri «vide», al momento giusto, la frivolezza salottiera e l’arroganza rampante; qui «vede» – e ci fa vedere – come si manifestino, nella vita quotidiana, l’inversione dei ruoli e la femminilizzazione del maschio, sempre più travolto da ondate di emotività (un tempo si parlava di homo ludens; oggi sarebbe più giusto parlare di homo lugens – di uomo che piange).
Ma, come il titolo rivela, Nel cuore degli uomini ha un’ambizione più vasta e più delicata: andare oltre la superficie, e osservare la crisi degli uomini dall’altro lato – quello intimo; ecco perché Antonella Boralevi si è rivolta ai personaggi dei romanzi, considerati in questo libro una fonte di informazioni alla stregua delle altre – perché ci sono cose che le statistiche ignorano, che il giornalismo non può cogliere e che la letteratura sa.
Antonella Boralevi Man è scrittrice e giornalista. Ha pubblicato Far salotto (1985), Così fan tutti (1987), Viva la faccia: cronache degli anni di bronzo (1989), tutti da Mondadori. Scrive di cultura e di costume sul «Messaggero». È autrice, ideatrice e conduttrice di talk-show televisivi. Per RaiUno: «Il viaggio» (1992), «La penisola del tesoro» (1993); per RaiDue «Donne e guai» (1994) e «Uomini» (1995). Per RaiTre ha realizzato le dirette dal Festival di Spoleto (1984 e 1985). È fiorentina, è sposata e ha due figli, Tommaso e Ginevra.
Memorie di una Maîtresse Moscovita
Titolo originale: Dnevnik Odnoj Moskovskoj Madam
Autore/i: Volgina Lena
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
unica edizione, introduzione dell’autrice, traduzione di Stefania Bertola.
pp. 174, Milano
Intelligente e spregiudicata, una maîtresse moscovita racconta le sue avventure dai cupi anni brežneviani al grande boom del postperestrojka.
Cortigiana non si nasce, e non è neppure così facile diventarlo. Ci vogliono bellezza, talento, classe, grandi capacità organizzative, e non guastano rigorosi studi universitari. Ad affermarlo – e a dimostrarlo – è l’autrice di questo libro, Lena Volgina, star indiscussa della prostituzione moscovita negli anni Settanta e Ottanta.
Nella Russia di Breznev diventare cortigiana di lusso era una delle poche strade che consentissero a una bella ventenne di realizzare i suoi sogni più sfrenati, per esempio possedere un paio di autentici Levi’s o avere una stanza da bagno tutta per sé. E Lena ha cominciato a prepararsi per la sua futura carriera quando aveva appena tredici anni…
Nella sua irresistibile ascesa ai beni di consumo ha incontrato qualche non trascurabile ostacolo: il KGB, la mafia, un killer psicopatico, i poliziotti di quartiere, un’amica un po’ pazza e un po’ gay, un protettore tanto potente da essere destinato a sicura rovina, ma alla fine Lena ha saputo superare ogni avversità, ed è così arrivata a una serena – e ricca – maturità.
Lena Volgina è nata nel 1952 a Mosca, dove tuttora risiede. Questo è il suo primo libro.
Il Sesso Guarito – Le Medicine per Curare l’Amore
Autore/i: Jannini A. Emmanuele
Editore: Sperling & Kupfer Editori
pp. XI-252, Milano
«Immagino il sessuologo medico come colui che sia capace di coordinare la complessa fase della diagnosi, comprendendo il linguaggio di branche diverse della medicina e delle scienze umane. E sia parimenti in grado di indirizzare il paziente verso la terapia, o, più sovente, verso le cure più efficaci. Sappia quindi scegliere tra bisturi, farmaci e psicoterapia e sia libero il più possibile da ideologie.»
Chi apre questo libro trova diverse chiavi di lettura. Innanzitutto vi è spiegato come la medicina cura l’amore. E indicati i progressi che la scienza medica ha compiuto negli ultimi anni al fine di comprendere le varie patologie sessuali. Scoperte importanti che rivoluzioneranno le nostre idee su come curare chi è afflitto da simili disturbi. Ecco un altro aspetto fondamentale contenuto in queste pagine. La tesi, cioè, che il monopolio della psicosessuologia nella cura dei problemi sessuali va solo a scapito delle possibilità di guarigione dei pazienti. Ecco perché diventa questione preliminare scegliere correttamente il professionista da consultare. A seconda dell’origine, psichica o fisica, del disagio, l’autore spiega quando è necessario rivolgersi allo psicologo, quando al medico, quando a nessuno dei due. Inoltre, questo libro può anche essere letto come una raccolta di storie: sessanta casi clinici reali che, illustrano vite paradigmatiche di gente comune, aiutano il lettore a capire e a individuare le malattie che possono causare disfunzioni sessuali. Nonché a orientarsi nelle terapie mediche possibili. Rivolto alle donne, agli uomini, alle coppie, Il sesso guarito è un testo chiaro e indispensabile in cui il rigore scientifico è coniugato alla facilità di lettura. Ma è anche un primo sasso lanciato per provocare un importante dibattito sui possibili scenari di una nuova scienza: la sessuologia medica.
Emmanuele A. Jannini, nato a Milano, si è laureato in medicina e specializzato in endocrinologia, malattie metaboliche e andrologia a Roma. Ricercatore universitario. è attualmente incaricato di sessuologia all’Università dell’Aquila, dopo aver lavorato alcuni anni negli Stati Uniti, presso i National Institutes of Health di Bethesda.
La Tigre in Corpo – Le Virtù Curative dell’Antiginnastica
Titolo originale: Le Repaire du Tigre
Autore/i: Bertherat Thérèse
Editore: Edizione CDE
con la collaborazione di Charles Degot per le fotografie, introduzione dell’autore, traduzione di Leonella Prato Caruso.
pp. 206, numerose illustrazioni b/n, Milano
Abbiamo una tigre nel nostro corpo. Una tigre che si nasconde là dove noi non possiamo vederla. Che ha la sua tana nella nostra schiena. Che sposta le ossa sotto la nostra epidermide. Che si distende e si allunga dovunque, nella nuca, nei reni, nelle parti posteriori delle cosce e delle gambe, sotto i piedi e sotto le dieci dita dei piedi. Questa tigre funziona come un tutto unico. Se la nuca si muove, la schiena e le dita dei piedi reagiscono e si muovono a loro volta. Una parte di tigre non si muove mai senza le altre parti. Thérèse Bertherat chiama «tigre» il sistema muscolare meravigliosamente concatenato che occupa il dietro del nostro corpo. Sovrapposti come scaglie di una corazza e simmetricamente disposti intorno alla nostra spina dorsale, i molti muscoli dell’animale si contraggono come un solo muscolo, dalla nuca alla punta dei piedi. Vi sono schiene dall’espressione straziante, con le articolazioni storte, le vertebre deviate, le cartilagini consunte, le estremità ossee deformate. Sono le schiene di chi vive in maniera disarmonica il rapporto tra il dritto e il rovescio del suo corpo; di chi non si chiede se un esercizio fisico che da sollievo a una zona non sia invece nocivo per un’altra; di chi non conosce l’arte di ammansire la tigre. Perché quest’arte esiste. È un’arte dello scioglimento e della distensione, fatta di movimenti semplici che mandano la loro eco benefica ed equilibratrice attraverso tutto il corpo. L’ha messa a punto e la espone in questo volume Thérèse Bertherat, la creatrice dell’antiginnastica.
Thérèse Bertherat è nata a Lione.
Attualmente esercita a Parigi dove tiene corsi di antiginnastica. Ha scritto anche: Les saisons du Corps, Le corps a des raisons e Courrier du corps.
Introduzione
1. La tigre
- La tana della tigre
- Anatomia della tigre
- La preda della tigre
- Le origini
- Astuzie di tigre
- Trappole per tigri
2. Balsamo
- Tigre, ci sei?
- L’occhio della tigre
- La bocca della tigre
- L’orecchio della tigre
- Il collo della tigre
- Il respiro della tigre
- Tigre senza cuore?
- La tigre si “fa” mani e piedi
- La tigre in piedi
- Lasciar fare alla tigre
I Figli di Ippocrate – Storia della Medicina dagli Antichi Greci ai Trapianti d’Organo
Duemila anni di storia della medicina raccontati da uno scienziato che è anche un brillante narratore.
Autore/i: Nuland Sherwin B.
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Paola Frezza, titolo originale: Doctors, in sovracoperta: Henry Gervex, Il dottor Péan mentre illustra la sua teoria di pizzicamento dei vasi all’Hôpital Saint Louis (1887), particolare, Parigi.
pp. IX-506, Milano
Al giorno d’oggi la medicina cerca di imporre un’immagine di sé la più rassicurante, scientifica, asettica e disincarnata possibile. I dottori scrutano la superficie del corpo e interrogano il paziente, esaminano i risultati di analisi, emettono diagnosi, prescrivono terapie. La medicina è chiamata a una serie di compiti non facili: riportare l’inesauribile e disordinata insorgenza di sintomi e di casi individuali sotto la coperta di un sapere preciso, efficace e credibile; arginare con la fredda precisione delle sue armi la minaccia del male, del dolore e della morte; garantire risposte rapide ed efficienti a esigenze e bisogni sempre più diversificati e urgenti.
I figli di Ippocrate non vuole essere semplicemente una storia della medicina, dei suoi insuccessi, dei suoi eroi, ma vuole mostrarci il caleidoscopico mutare delle attese, delle speranze, delle frustrazioni e dei sogni dell’uomo costantemente esposto ai devastanti attacchi della malattia. Da Ippocrate e Galeno a Vesalio, ad Harvey, dalla nascita dell’anestesia all’epoca dei trapianti: la storia che S. Nuland ci racconta non è fatta solo di concetti, teorie, esperimenti, ma anche e soprattutto di singoli individui, con le loro intuizioni, le loro meschinità, i loro colpi di genio o di sfortuna, le loro simpatie e antipatie, le loro grandezze e i loro momenti di disperata solitudine.
Il progresso della medicina (e della scienza in generale) di cui si parla in questo libro non è qualcosa di ineluttabile, guidato dai ferrei meccanismi di una impersonale necessità, ma è il prodotto dell’ostinazione, dell’audacia, del caso, della paura e della speranza degli uomini.
Sherwin B. Nuland insegna chirurgia e storia della medicina all’Università di Yale. Dirige il «Journal of the History of Medicine» ed è autore di The Origins of Anesthesia.
Ombre sul Lago • Dal Carteggio Churchill-Mussolini all’Oro del PCI
Le incredibili vicende del carteggio Churchill-Mussolini – L’oro di Dongo, il PCI e Botteghe Oscure – Il ruolo di Michele Moretti «Pietro» – Le ultime parole del duce – Il valigiaio di piazza S. Fedele
Autore/i: Cavalleri Giorgio
Editore: Edizioni Piemme
seconda edizione, prefazione di Renzo Salvi, nota introduttiva dell’autore.
pp. 240, illustrazioni b/n, fotografie e tavole b/n f.t., Casale Monferrato (AL)
Nella straordinaria esperienza della Resistenza, con i suoi settantamila caduti e il comportamento eroico di uomini, donne, adolescenti, hanno pesato a lungo – tutt’ora pesano – alcune ombre e contraddizioni mai risolte alle quali il presente volume vuole dare un contributo di chiarezza.
Dal racconto del commissario della 52ª Brigata Garibaldi, Michele Moretti, al dramma dei partigiani «Neri» e «Gianna», dalle incredibili vicende del carteggio Churchill-Mussolini alla spartizione del composito tesoro della Repubblica Sociale Italiana emerge uno scenario complesso e intricato, in cui le decisioni passarono attraverso un ristrettissimo numero di persone facenti capo a Luigi Longo e al suo luogotenente lombardo Pietro Vergani.
Il 28 aprile di cinquantanni fa, qualche mese prima che nell’Europa centrale calasse quella che Winston Churchill definì «cortina di ferro», un gruppo di partigiani decise di aprire una personale
«guerra fredda» senza la quale, forse, la storia della Repubblica italiana sarebbe stata diversa.
Giorgio Cavalieri, giornalista e scrittore, è nato nel 1940 a Como dove abita.
Collabora e ha collaborato a vari quotidiani e riviste fra le quali «Storia Illustrata», «Jesus», «Rocca», l’ex jugoslavo «Panorama». Autore di numerose pubblicazioni sulla storia del movimento operaio e sulla Resistenza, è vice presidente dell’Istituto Storico «Achille Grandi» con sede a Roma.
Mussolini ha Sempre Ragione – I Decaloghi del Fascismo
Autore/i: Galeotti Carlo
Editore: Garzanti Editore
pp. 256, numerose tavole a colori f.t., Milano
Nella propaganda di un regime reazionario di massa come quello mussoliniano, i decaloghi occupano un ruolo chiave: condensano in massime brevi e chiare lo stile di vita dell’uomo nuovo fascista.
Elementare strumento di formazione e controllo delle coscienze rivolto al popolo, il decalogo è ripreso, come il catechismo, dalla tradizione religiosa, ma ha anche altri precedenti nella Rivoluzione francese.
La propaganda fascista ne abusò: oltre al celeberrimo decalogo di Leo Longanesi (per il quale «Benito Mussolini ha sempre ragione»), altri decaloghi si moltiplicano per le più varie categorie: balilla e militi, piccole italiane e donne, imprenditori, madri, coloni dell’Africa Orientale, ma anche sposi e puerpere, pedoni e ciclisti…
Raccogliendo materiale spesso trascurato, Carlo Galeotti esplora con arguzia modi e metodi dei decaloghi fascisti, che vengono inseriti nel loro contesto storico e commentati. Ne esce un catalogo curioso, che illumina la natura profonda del totalitarismo all’italiana – ma anche la velleità di certe sue ambizioni.
I. Il colore del tempo o della religione fascista
- Quasi una provocazione: un test di Turing per le società totalitarie
II. «Mussolini è Dio»
- Il Credo di Bontempelli e le preghiere al Duce
III. Una fede consapevole
- Il fascio littorio
- Il santo manganello, l’olio di ricino e…
- Padroni del tempo
- I mistici di Mussolini e il superamento della morte
IV. L’italiano nuovo
- Il pedagogo globale
- Il primo giornalista d’Italia
- Carri di Tespi e telefoni bianchi
- Radio Balilla
- I bimbi d’Italia alla scuola di Grazia Deledda
- Credere obbedire combattere
- L’italiano nuovo e lo stile fascista o dello Starace-pensiero
V. La democrazia totalitaria
VI. I decaloghi
I DECALOGHI FASCISTI
- Decalogo dell’italiano (successivo al 1913)
- Decalogo della scuola elementare prefascista (1920)
- Il decalogo del 1923
- Decalogo per le donne (1925)
- «Decalogo» dei fascisti all’estero
- IV anno dell’era fascista (1925)
- Dal decalogo di Leo Longanesi (1926) a quello del Milite Fascista del 1942
- Decalogo del Balilla e dell’Avanguardista (1927)
- Decalogo del milite fascista (1928)
- «Decalogo» dal Catechismo fascista di Berlutti-Turati (1929)
- Decalogo del Balilla II (1929)
- Decalogo per le giovani camicie nere (1930)
- Decalogo dell’avanguardista al campo (1930)
- Decalogo del giovane fascista (1931) e decalogo per i giovani fascisti (successivo al 1936) di Giovanni Giuriati
- Decalogo-consegna del Duce (1933)
- Decalogo di Guido Pallotta (1934)
- Decalogo del cittadino-soldato (1935)
- Decalogo della piccola italiana (1935)
- Decalogo del lavoratore italiano in Africa Orientale Italiana (1936)
- Decalogo del milite fascista XVI e.f. (1938)
- Decalogo razzista (1938)
- Decalogo dell’italiano nuovo di Arnaldo Mussolini (1939)
- Decalogo autarchico (fine anni Trenta)
- Decalogo di Benito Mussolini (1940)
- Decaloghi della famiglia (1941)
- Decaloghi della Decima Mas (successivo al 1941 e successivo al 25 luglio 1943)
- Decaloghi vari
APPENDICE
Un esempio di culto dei morti
Ordine del giorno del Comando federale di Viterbo PNF-GIL del luglio 1941 XIX. Guido Pallotta presente!
L’ABC della Relatività
Un classico della divulgazione scientifica per capire le teorie della relatività ristretta e generale e le loro numerose applicazioni
Autore/i: Russell Bertrand
Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati
pp. 194, Milano
«Tutti sanno che Einstein ha fatto qualcosa di sorprendente, ma pochi sanno cosa abbia fatto esattamente.» In questo classico della divulgazione scientifica, Russell ci rende comprensibili le teorie della relatività ristretta e generale e ci spiega, con chiarezza e con un linguaggio privo di difficoltà terminologiche, le loro applicazioni in innumerevoli campi.
La Rivoluzione Cinese
Autore/i: Mao Tse Tung
Editore: Newton Compton Editori
introduzione di Augusto Illuminati.
pp. 352, Roma
Quando, negli anni della Rivoluzione Culturale, la Repubblica Popolare Cinese iniziò a diffondere in milioni di copie il «libretto rosso» delle citazioni di Mao Tse tung, molti politici ed intellettuali della stessa sinistra sembrarono irridere al catechismo delle Guardie Rosse – moderni iconoclasti che in forma tanto clamorosa e aggressiva imprimevano al giovane Stato socialista un volto nuovo e inatteso. In realtà l’opera di Mao Tse tung, esemplarizzata a scopo di divulgazione nelle proposizioni del «libretto rosso», ha rappresentato una delle espressioni più rigorose’e avanzate del marxismo-leninismo; e proprio nella misura in cui la sua elaborazione ha accompagnato, riflesso, condizionato nel suo intero arco la Rivoluzione Cinese, dalle prime esperienze di rivolta contadina, fino alla sconfitta dell’imperialismo giapponese, del kuomintang di Chiang Kai-shek e più tardi del revisionismo di Liu Shiao-chi. Tanto più necessario, dunque, è divenuto oggi un riesame critico delle tappe principali di tale sviluppo parallelo alla luce degli avvenimenti più recenti, quali la tragica fine di Lin Piao e l’apertura commerciale e politica all’occidente capitalista. Avvenimenti che sembrano riaccendere la discussione sulla varia, complessa, ma inarrestata dinamica della più grandiosa esperienza proletaria del dopoguerra.
Gilles e Jeanne
Romanzo
Autore/i: Tournier Michel
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, traduzione e postfazione di Oreste del Buono.
pp. 116, Milano
Se non fosse storicamente provato che Gilles de Rais fu effettivamente un luogotenente di Giovanna d’Arco, questo romanzo breve potrebbe anche apparirci come un frutto della fantasia di Tournier, uno di quegli esperimenti di storia ipotetica, in cui si mescolano le funzioni e i personaggi della Storia.
In realtà, Tournier, anatomizzatore della psiche umana, vede il, legame storico tra Gilles e Jeanne unicamente sotto l’aspetto morale, in termini di contrasto tra bene e male. Giovanna, la ragazza maschio inviata da Dio a salvare la Francia, non sa nemmeno che cosa sia il male: abitata da voci sublimi, è automaticamente condotta a quel comportamento candido-adamantino che pare fatto apposta per seminare dubbi e indurre sospetti.
Vampirescamente scaldato al cuore di lei, Gilles de Rais vive letteralmente di riflesso, deciso a seguirla «sino all’inferno». E quando il rogo, col suo conturbante profumo di carne bruciata, gli sottrae quell’unico fantasma morale, Gilles non può che volgersi al male, inseguendo disperatamente e dappertutto «il viso di lei in tutti gli esseri giovani che incontra».
L’immagine angelicata della pulzella si trasforma cosi in un fantasma di morte, in voce diabolica: stretto nella morsa della coazione a ripetere, decadentemente ispirato dall’odore di morte, Gilles giunge a soffocare nel delitto quegli infantili volti simili a Giovanna ma sempre imperfetti, che gli ricordano il viso cancellato di lei: e si trasforma nel mitico Barbablù consegnatoci dalla tradizione. Nella sua favola storica, Tournier non vuole assolvere Gilles de Rais o giustificarne i delitti, ma penetrare i meandri di un’anima travolta dalla durezza della Storia, già affacciata sopra gli orrori di quel mondo moderno che si appresta ad accogliere i frantumi dell’uomo gotico.
Michel Tournier, nato a Parigi nel 1924, è l’autore di Venerdì o il limbo del Pacifico (1967, Grand Prix du roman de l’Académie frangaisc); Il re degli ontani (1970, Prix Goncourt); Le meteore (1979).
Di Tournier Garzanti ha pubblicato Gaspare, Melchiorre e Baldassarre (1984).
Lieder e Prose
Autore/i: Martin Lutero
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione e cura di Emilio Bonfatti, traduzioni di Emilio Bonfatti, Casalegno, Germana d’Alessio, Valdo Vinay.
pp. XXXVII-476, Milano
L’incidenza di Lutero sui diversi piani della storia tedesca e tale da consentire le più diverse prospettive di lettura, sia tematiche sia ideologiche; resta, centrale, il problema di «come» il Riformatore sia arrivato a comunicare il proprio messaggio e a farlo sedimentare nelle coscienze, e di quali ne fossero i destinatari. Tramontata l’immagine di un Lutero inventore del tedesco moderno e di una Bibbia letta in ogni casa, si tratta di mettere a fuoco, attraverso una serie di scritti esemplari, l’autore di canti religiosi, il predicatore, il polemista. I Lieder, sottratti alla sfera angusta dell’espressione di sentimenti individuali, mostrano allora per intero il loro legame con le esigenze di una comunità che deve imparare, celebrare e trasmettere la propria fede; mentre per il loro verso sermoni e prefazioni ai testi biblici esibiscono un raro equilibrio fra urgenza del messaggio dottrinale e attenzione ai fruitori delle opere. Emerge cosi un Lutero privo si di ambizioni letterarie e lontano dalle ragioni dell’umanesimo, ma capace di un uso assolutamente nuovo della parola: il ritmo incalzante della frase, l’uso di proverbi, motti di spirito e locuzioni popolari accorciano la distanza fra l’autore e il lettore, lasciando intatta, pur nella forma scritta, la «viva voce» del Riformatore.
Mio Caro Kawabata
Titolo originale: ’Azīzī al-sayyid Kawābātā Mukhtārāt
Autore/i: Daif Rashid
Editore: Edizioni Lavoro
traduzione dall’arabo e cura di Isabella Camera d’Afflitto.
pp. 142, Roma
Il romanzo si impernia su un meccanismo inconsueto: una lettera allo scrittore giapponese Yasunari Kawabata, premio Nobel per la letteratura nel 1968, morto suicida nel 1972. Il pretesto serve all’autore per analizzare da una parte la condizione di un intellettuale libanese figlio delle tensioni del suo tempo – il conflitto tra maroniti e musulmani, tra palestinesi e nazionalisti libanesi – e dall ’altra il vuoto ideologico in cui si sono ritrovati gli orfani dell’ Unione Sovietica dopo il crollo del muro di Berlino. La descrizione del travaglio intellettuale del protagonista, fusa mirabilmente con la rievocazione della sua infanzia in una regione della montagna libanese, dà vita a un romanzo, abilmente strutturato, con una scrittura raffinata e complessa, non priva di venature ironiche.
Rashid Daif, nato in Libano nel 1945, insegna lingua e letteratura araba all’Università di Beirut. Dopo un esordio poetico, si dedica dal 1980 alla narrativa. Le sue opere tradotte in Francia hanno fatto conoscere anche al lettore occidentale il talento di questo autore, fortemente segnato dalla dura esperienza della guerra civile libanese. Questo è il suo primo romanzo tradotto in italiano.
Nel Cuore del Pianeta
Cristianesimo, ebraismo, islamismo e marxismo tra libertà, uguaglianza e fraternità
Autore/i: Dürrenmatt Friedrich
Editore: Marcos y Marcos
prima edizione, premessa dell’autore, traduzione dal tedesco di Daniela Idra, collana: Biblioteca germanica, titolo originale: Nachgedanken.
pp. 128, Milano
“Impossibile riformare un sistema inaffidabile. Oggi, a un sistema inaffidabile sulla via del tramonto, la Russia, se ne è contrapposto uno forse più nuovo, ma altrettanto inaffidabile: gli Stati Uniti d’America”.
Negli ultimi anni di vita, Dürrenmatt segnalò spesso come il nostro pianeta stesse trasformandosi in una “valle del caos”.
Attratto dalle manifestazioni più eclatanti del mondo e dell’universo, fece costruire un osservatorio dietro casa, si dedicò allo studio di filosofie e religioni. Ripetutamente, in chiavi diverse, tentò di fornirci letture globali sullo stato dell’uomo. Con il suo stile asciutto e apodittico da antico saggio – mai una parola di troppo – in questo testo inedito del 1980 Dürrenmatt confronta le grandi civilizzazioni che nel Ventesimo secolo hanno raggiunto un cozzo frontale. Alterna riflessioni a geniali apologhi. Riscrive a modo suo, come già fece con Il minotauro e La morte di Socrate, pagine di storia e mitologia greca. Cosa avvicina, si chiede, e cosa mette in urto Bibbia e Corano, Marxismo e Capitalismo? Quali sono le radici di queste grandi costellazioni, quali i pregiudizi, le concezioni religiose, i fondamenti scientifici e gli orizzonti sociali di questi “massimi sistemi”?
Affetti come siamo da una profonda “crisi da globalizzazione”, non possiamo non raccogliere la sfida del grande scrittore svizzero, non dialogare con la sua lucida e cinica dialettica. E divertirci leggendo di Giove e Pallade Atena che si godono alla TV il loro spettacolo preferito. Titolo: “Sulla terra”.
Abbandonata l’università dopo discontinui studi in filosofia, Dürrenmatt si tuffò poco più che ventenne nel mondo del teatro.
La messa in scena, nel 1952, di Il matrimonio del signor Mississippi, e la contemporanea pubblicazione di Il giudice e il suo boia lo portarono alla ribalta della scena culturale svizzera.
La visita della vecchia signora e I fisici lo resero celebre in tutto il mondo.
I miti greci e le vicende dell’Antico Testamento, “succhiati” ancora bambino dal padre – pastore protestante – così come città e cittadine della provincia elvetica, plasmano il sottofondo di gran parte delle sue opere teatrali e narrative.
Nella sua produzione romanzesca – quasi sempre polizieschi di elegantissima fattura – Dürrenmatt vede e denuncia, con piglio da cosmologo, le contraddizioni di un mondo in cui l’uomo vive in una sorta di grottesco labirinto. Giudici e colpevoli, Tesei e Minotauri, Bene e Male si rincorrono e si sfidano come gatti e topi. Fisicamente, intellettualmente, moralmente.
Marcos y Marcos ha pubblicato Nel cuore del pianeta, Mida, Romolo il grande, Franco Quinto. Commedia di una banca, Il minotauro e Un angelo a Babilonia.
Cambiare un Miracolo Possibile
Titolo originale: The Miracle of Change
Autore/i: Wholey Dennis
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Valeria Galassi.
pp. 286, Milano
La vita è un continuo scoprirsi, e il cambiamento è il catalizzatore che ci fa superare l’impasse con noi stessi, regalandoci il miracolo di una «seconda possibilità», di ricominciare daccapo dopo esserci lasciati alle spalle le situazioni sbagliate. Un distacco affettivo, perdere il lavoro, una dipendenza da sostanze o da comportamenti autodistruttivi e altri dolorosi frangenti della vita possono essere in realtà la molla che fa scattare le nostre potenzialità nascoste. Lasciare che la crisi personale diventi una grande opportunità di riscatto è il primo passo per uscire dal tunnel dello sconforto. E’ la tappa necessaria di un’evoluzione individuale che può motivarci giorno dopo giorno a migliorare e ad acquisire una nuova immagine di noi, recuperando il rapporto con gli altri alla luce di una altrettanto nuova consapevolezza del nostro ruolo nel mondo. Questa guida appassionante, che raccoglie riflessioni nate da orientamenti diversi e strategie pratiche di autoterapia, affronta il tema del cambiamento interpretandolo come punto di forza e non di debolezza del percorso umano. Ricco di testimonianza di personaggi famosi, esperti psicoterapeuti e persone comuni che hanno superato esperienze difficili, il libro propone un vero e proprio itinerario spirituale attraverso fasi quali la perdita, l’accettazione, la paura, la fiducia, la speranza, fino ad affrontare il nodo decisivo della responsabilità personale. Dalla lettura appare evidente come si possa, a qualunque età e in qualunque circostanza, vivere una trasformazione positiva e vincere la scommessa, inventandosi un nuovo modo di essere in presa diretta con la realtà che muta incessantemente.
Il Serraglio di Versailles
Titolo originale: La Ménagerie de Versailles
Autore/i: Richaud Frédéric
Editore: Ponte alle Grazie
prima edizione, traduzione di Francesco Bruno.
pp. 144, Milano
Il Serraglio di Versailles racconta la parabola avventurosa, esilarante quanto sciagurata, del marchese Charles de Dunan, la cui «occupazione principale.., era quella di attirarsi i favori del Re». Siamo alla fine del XVII secolo, e il sovrano è nientemeno che Luigi XIV, re di Francia, incontentabile nei suoi fantasmagorici capricci di regnante assoluto quanto annoiato. Ma quando scopre la curiosità del Re Sole «per la natura vivente», lo scapestrato marchese intravede finalmente uno spiraglio: arricchire la collezione di animali esotici di Versailles. Prima tenta la strada dell’imbalsamazione, poi organizza un viaggio nell’Africa nera allo scopo di catturare quante più bestie selvagge per il serraglio di Versailles. La lunghissima traversata diventa l’occasione per raccontare le picaresche vicende del marchese e dei suoi compagni di viaggio, le loro gelosie, i sogni di gloria, le debolezze, le imprese erotiche, nonché le teorie politiche e antropologiche più strampalate. Ma è l’estrema labilità del confine tra uomo e bestia a emergere come filo conduttore della vicenda, segnando l’esito dell’eroica impresa di Dunan.
Questo gioiello uscito dalla penna di Frédéric Richaud è un piccolo capolavoro di eleganza e leggerezza, un vivace affresco di un mondo ai nostri occhi solo apparentemente fantasioso e lontano.
La Forza che è in Te – La Medium più Famosa di Tutti i Tempi ci Guida alla Scoperta dei Nostri Poteri
Titolo originale: You Own the Power
Autore/i: Altea Rosemary
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Alessandra De Vizzi.
pp. 294, Milano
La più famosa medium e guaritrice di tutti i tempi toma al suo pubblico con questo nuovo viaggio attraverso la mente e il cuore per insegnare a conoscere e utilizzare la forza che ognuno possiede, raggiungendo il massimo benessere e l’armonia totale. Accompagnata come sempre dal suo spirito guida, Aquila Grigia, Rosemary Altea ci mette in contatto con il mondo degli spiriti, rasserenando la disperazione di tutti coloro che soffrono e trasformandola nella consapevolezza di un’altra vita radiosa e felice. Attraverso coinvolgenti case histories che mostrano l’affetto e la popolarità che si è saputa conquistare anche fra i più scettici, Rosemary Altea ci rivela – illustrando una serie di semplici esercizi – il cammino per raggiungere uno stato di profonda consapevolezza dei propri poteri. Ma il libro non è un semplice manuale, né solo una raccolta delle esperienze vissute e delle persone incontrate. È invece «un testo di illuminazione, intesa come l’apertura mentale che si raggiunge a caro prezzo, lottando e impegnandosi a fondo». Non ci sono facili soluzioni, né nulla è visibile a chi non vuol vedere: ma chi impara ad ascoltare se stesso, a isolarsi dalla confusione disorientante di questa fine millennio, a entrare in sintonia con i propri bisogni più intimi, potrà dominare ed esaltare la forza che ha in sé, utilizzando i poteri che Dio gli ha donato e che nessuno può permettersi di sprecare.
Rosemary Altea, sensitiva e guaritrice di fama internazionale, è altresì scrittrice e conferenziera. Ha fondato un’organizzazione di guaritori con sede in Inghilterra e pazienti in tutto il mondo, e dispensa gratuitamente la propria opera. Vive nel nord dell’Inghilterra e negli Stati Uniti.
Il Mio Cielo – La Mia Lotta Contro il Dolore
Autore/i: Di Lazzaro Dalila
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, a cura di Elisabetta Broli, introduzione dell’autrice.
pp. 256, Casale Monferrato (AL)
Quella di Dalila Di Lazzaro è una vita divisa a metà: da una parte lo sfavillante mondo dello spettacolo, con gli aneddoti su Jack Nicholson, Alain Delon, Pier Paolo Pasolini, Carlo Ponti, Giancarlo Giannini, Massimo Troisi, Mick Jagger e Robert De Niro. Dall’altra parte il mondo del dolore: dall’infanzia difficile, segnata dalla violenza subita all’età di sei anni, ai burrascosi rapporti con la famiglia, dalla tragica morte del figlio Christian all’incidente che l’ha costretta a letto per nove anni e che ancora oggi non le permette che brevi sprazzi di vita normale a causa del dolore che non la abbandona mai. Autobiografia di una diva che, con tenacia e speranza, lotta ogni giorno per far trionfare la sua gioia di vivere.
Dalila Di Lazzaro, nata a Udine il 29 gennaio 1953, modella e attrice cinematografica, ha lasciato la carriera dopo un tragico incidente stradale e si è dedicata alla scrittura. Ha pubblicato per Piemme tutti i suoi bestseller: Il mio cielo (2006), L’angelo della mia vita (2008), Toccami il cuore (2009), Il mio tesoro nascosto (2011), Una donna lo sa (2014).
Il Mio Tesoro Nascosto – La Forza Interiore che Ispira la Mia Vita
Autore/i: Di Lazzaro Dalila
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, a cura di Giuliana Grimaldi, introduzione dell’autrice.
pp. 210, Milano
Quando Dalila ripensa alla sua vita, la vede come un lungo viaggio, segnato da esperienze indimenticabili e incontri decisivi, ma anche come un percorso a ostacoli, irto di difficoltà e di prove.
Dalila ha un segreto, che desidera condividere con i suoi lettori: proprio quando la vita sembra metterti con le spalle al muro, la salvezza viene da dentro, dal profondo del cuore, dove puoi trovare quella energia positiva capace di guidare i passi del tuo quotidiano.
Aprendo lo scrigno delle memorie la grande attrice racconta di sé: dall’infanzia friulana all’approdo a Roma con il sogno di diventare una star del cinema, dagli esordi cinematografici agli incontri con le stelle del mondo dello spettacolo, fino alle pagine più dolorose: il dramma dell’incidente che l’ha fatta precipitare nel tunnel del dolore cronico e la prematura perdita del figlio Christian.
Ai suoi ricordi accosta poi storie e aneddoti di amici, per arricchire quel mosaico di vissuti che dimostra sempre e solo un’unica grande verità: dentro al nostro cuore c’è un tesoro nascosto, una forza interiore che ci permette di vivere nella gioia piena, ogni giorno.
Dalila Di Lazzaro, nata a Udine il 29 gennaio 1953, modella e attrice cinematografica, ha lasciato la carriera dopo un tragico incidente stradale e si è dedicata alla scrittura. Ha pubblicato per Piemme tutti i suoi bestseller: Il mio cielo (2006), L’angelo della mia vita (2008), Toccami il cuore (2009), Il mio tesoro nascosto (2011), Una donna lo sa (2014).