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Il Popolo dei Pellerossa

Il Popolo dei Pellerossa

Usi, costumi, vita nella prateria degli Indiani d’America

Autore/i: Catlin George

Editore: Rusconi

prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese e note di Alberto Paleari.

pp. 632, 1 cartina a colori, nn. tavv. b/n f.t., Milano

Senza alcun dubbio le Lettere di George Catlin (pubblicate a Londra nel 1841) costituiscono una delle più importanti testimonianze dirette sugli indiani della Grande Pianura nordamericana. Frutto di viaggi e di lunghi soggiorni fra quelle genti durante gli anni Trenta del secolo scorso, in esse si riflette la duplice realtà dei Pellerossa di allora: da una parte gli Indiani raggiunti dalla frontiera dei Bianchi, e ormai privi di identità culturale, e dall’altra gli ultimi incontaminati «selvaggi», con ancora integra la loro ricchezza di usi e costumi. È a questi ultimi che Catlin dedicò tutta la sua attenzione di pittore e di scrittore, ma anche di etnologo, raccogliendo un’enorme messe di dati, la maggior parte dei quali saranno confermati dagli studiosi che seguiranno. George Catlin visitò quasi cinquanta tribù, e su alcune si soffermò con particolare e meticolosa attenzione: Sioux, Piedi Neri, Corvi, Mandan, Comanche, Sauk e Fox, Choctaw, fra le altre. Le sue pagine illustrano con minuzia abiti, attrezzi, usanze, cerimonie, danze, abitazioni, armi e anche la natura in cui quella gente viveva e gli animali con cui era a contatto. La descrizione della terrificante Danza del Sole, della caccia al bisonte, dell’incendio della prateria, dei disegni sul mantello di un capo dei Mandan, del ritorno fra i suoi di Wi-jun-jon, della cava della pipa, dei cavalli, del bagno delle fanciulle, della sfortunata spedizione nella terra dei Comanche, sono solo alcune delle pagine indimenticabili di un libro la cui straordinaria importanza di testimone storico-etnologico si è rivelata sempre più imprescindibile col passare degli anni, mentre il mondo di cui narra andava ineluttabilmente scomparendo.

George Catlin (1796-1872), originario della Pennsylvania, studiò legge, ma abbandonò questa carriera per divenire ritrattista e dedicare poi la sua vita a documentare e ritrarre gli Indiani nei vari aspetti delle loro culture.
Dopo gli anni trascorsi nelle Grandi Pianure, Catlin si trasferì a Londra, dove espose al pubblico i suoi quadri e i manufatti indiani. Presentò alcuni pellerossa alla regina Vittoria, al re di Francia e ai sovrani del Belgio. Ridotto in povertà, svendette il suo materiale e ritornò in patria, dove cercò fino agli ultimi anni della sua vita di fare acquistare al Governo americano quanto aveva raccolto.
La parte più rilevante della sua collezione di quadri si trova ora allo Smithsonian Institute, Washington D.C., al Joslyn Art Museum, Omaha, Nebraska, al Gilcrease Institute, Tulsa, Oklahoma e all’American Museum of Natural History, New York.

Divorante, Irriducibile Perla

Divorante, Irriducibile Perla

Storia incredibile di un gentleman

Autore/i: Huxley Aldous

Editore: Red Edizioni

unica edizione, prefazione di Claudio Risé, traduzione dall’inglese di Nicoletta Della Casa.

pp. 96, Como

Avere una doppia natura è già difficile, per quanto frequente.
Se poi l’uno è maschio, freddo e razionale, e l’altra femmina, sentimentale e isterica, la vita diventa impossibile.
Aldous Huxley racconta il difficile rapporto di Dick Greenow, un giovane intellettuale inglese, formatosi nelle migliori scuole britanniche negli anni precedenti la prima guerra mondiale, con la sua parte femminile ricacciata nell’inconscio, da dove rispunta tuttavia sempre più ricca e vitale.
Che cosa fare della propria Anima, quando questa trascina verso direzioni del tutto opposte a quelle scelte dall’Io, dall’identità cosciente? Come mettere d’accordo una parte femminile verbosa, emozionata, volgare, con la lucidità critica della cultura maschile? Dick Greenow, con determinazione, ci prova. Come altri, prima e dopo di lui, non ci riesce.
Nella prestigiosa famiglia inglese degli Huxley l’interesse predominante era volto alle scienze naturali e alla biologia. Se ne distinse Aldous Leonard (1894-1963), che nell’intensa produzione letteraria e saggistica espresse l’interesse per le sfaccettature (e contraddizioni) dell’essere umano.

«Il femminile dell’uomo esce dell’inconscio contaminato da tutto ciò che vi si trova: gli Inferi, gli Abissi, ma anche gli avanspettacoli, i profumi di terz’ordine, tutto il ciarpame emotivo che l’Anima è riuscita a produrre nel tempo…» (Dalla prefazione di Claudio Risé)

Diritto e Costume nella Società Primitiva

Diritto e Costume nella Società Primitiva

Autore/i: Malinowski Bronislaw

Editore: Newton Compton Editori

introduzione di Antonino Colajanni, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Girolamo Mancuso.

pp. 176, VI tavv. b/n, Roma

È questa un’opera delle più agili tra quelle scritte da Malinowski. In equilibrio non del tutto perfetto tra “teoria” ed analisi di una società particolare (i “primitivi” delle isole Trobriand), essa conserva ancora, a distanza di cinquant’anni, il carattere di opera-guida in un difficile campo degli studi antropologici: quello dell’organizzazione giuridica di società prive di scrittura.
Nello specifico settore di ricerca tutti gli studiosi hanno, negli ultimi anni, fatto i conti con questo piccolo libro di Malinowski.
Egli si chiede in sostanza: “Perché le regole di condotta, per quanto severe, fastidiose e non gradite, vengono rispettate? Come si può riuscire, attraverso un esame induttivo dei fatti, condotto senza alcuna idea preconcetta, a raggiungere una soddisfacente classificazione delle norme e delle regole d’una comunità primitiva?”. Queste domande sono ancora centrali nella riflessione tedorica e nelle ricerche concrete dell’antropologia giuridica.
È, proprio per questo, il libro del fondatore della “scuola funzionalista” in antropologia costituisce un fondamentale punto di partenza per ogni attuale seria considerazione dei rapporti tra diritto e società.

I Primi Mille Anni

I Primi Mille Anni

Storia globale del cristianesimo

Autore/i: Wilken Robert Louis

Editore: Giulio Einaudi Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Chiara Veltri.

pp. XIV-448, 26 illustrazioni a colori f.t., Torino

A partire dalla vita di Gesù, il racconto di una delle più profonde rivoluzioni che l’umanità abbia conosciuto. La storia, la cultura e la geografia della drammatica espansione della fede e delle istituzioni cristiane tra Oriente e Occidente, tra Europa, Asia e Africa.

L’avvento del cristianesimo diede vita a una delle rivoluzioni più profonde che il mondo abbia mai conosciuto, caratterizzata in ogni sua fase da continue espansioni, conflitti e resistenze. Ma in che modo una comunità che nei primi due secoli della sua esistenza rimase in gran parte invisibile, riuscì a trasformare dalle radici la cultura e la politica delle civiltà che la ospitarono? Questo libro si sofferma in particolare sui primi secoli dell’era cristiana, che rivestirono un’importanza senza pari. Spaziando tra Occidente latino e Oriente bizantino e slavo, Wilken ne illustra i diversi momenti tratteggiandone le figure principali: la formulazione delle principali credenze, l’evolversi delle pratiche, la formazione delle prime istituzioni e i rivolgimenti del mondo romano dopo la conversione di Costantino. L’autore, in un libro che costituisce la summa di una vita dedicata allo studio dell’argomento e la cui stesura lo ha impegnato per un decennio, non si limita però a raccontare questa storia da una prospettiva occidentale: anche le comunità cristiane di Etiopia, Nubia, Armenia, Georgia, Persia, Asia centrale, India e Cina contribuirono a plasmare il corso della storia cristiana. Né si può dimenticare il violento impatto prodotto dalla diffusione dell’Islam sul futuro del cristianesimo.

Robert Louis Wilken insegna Storia del cristianesimo alla University of Virginia. Ha pubblicato numerosi libri, tra i quali, tradotti in italiano: Alla ricerca del volto di Dio. La nascita del pensiero cristiano (Vita e Pensiero, 2006), I cristiani visti dai romani (Paideia, 2007) e I primi mille anni. Storia globale del cristianesimo (Einaudi 2013).

Atlante della Cina

Atlante della Cina

Riproduzione in Fac-Simile delle tavole conservate nella collezione manoscritti della biblioteca dell’archivio di stato di Roma

Autore/i: Ruggeri Michele

Editore: Istituto Poligrafico dello Stato

a cura di Eugenio Lo Sardo, prefazione di Lucio Lume.

pp. 144, 70 tavv. a colori ripiegate, Roma

L’Atlante del gesuita Michele Ruggieri, conservato nell’Archivio di Stato di Roma, è l’unica descrizione cartografica completa della Cina del XVI secolo e l’unica testimonianza occidentale sulla complessa struttura dell’impero Ming sotto il regno di Wanli.
Michele Ruggieri, che insieme all’altro gesuita Matteo Ricci cercò di evangelizzare, con immense difficoltà, la popolazione cinese, tracciò tutte le province della Cina in 76 fogli manoscritti che riportano nomi di città, distanze dei luoghi, produzioni agricole, miniere.

Dio e il Soprannaturale

Dio e il Soprannaturale

Autore/i: Martindale C. C.; D’Arcy M. C.; Dawson C.; Watkin E. I.; Fr. Cuthbert

Editore: Vita e Pensiero

prefazione di Fr. Cuthbert O.F.M. Cap., traduzione di Vincenzo Magistretti.

pp. 352, Milano

Sommario:

Prefazione

C. C. MARTINDALF. S. J.
Il soprannaturale

M. C. D’ARCY S. J.
L’idea di Dio

CHRISTOPHER DAWSON
La natura e il destino dell’uomo

E. I. WATKIN
Il problema del male

FR. CUTHBERT O. F. M. CAP.
La divina redenzione

E. I. WATKIN
La Chiesa corpo mistico di Cristo

C. C. MARTINDALE S. J.
I sacramenti

C. C. MARTINDALE S. J.
La vita oltre la morte

Il Dio Fedele

Il Dio Fedele

I grandi temi biblici attraverso le celebrazioni di Israele

Autore/i: Martin-Achard Robert

Editore: EDB – Edizioni Dehoniane Bologna

prefazione dell’autore, traduzione di Anna Maria Cantoni e Giuseppe Cestari.

pp. 136, Bologna

Attraverso la descrizione delle feste religiose di Israele, l’autore delinea i grandi temi teologici della Bibbia: Pasqua = la liberazione, Kippur = il perdono, Pentecoste = l’alleanza, Capanne = il deserto, Capodanno = la creazione, Distruzione del tempio = il dolore… I temi sono svolti attraverso una lettura trasversale della Bibbia, così che il volumetto può essere utilizzato come un’introduzione ai grandi temi della Bibbia, come un’introduzione all’ebraismo; l’afflato religioso del linguaggio permette di usare il volumetto per la meditazione spirituale.
Approfondire le feste d’Israele significa percorrere la Bibbia secondo un itinerario tematico suggestivo.
L’autore dedica il volumetto ai nipotini, lasciando intendere che esso è nato dalla catechesi biblica, per trasmettere ai ragazzi l’immagine del «Dio fedele per mille generazioni».

Robert Martin-Achard ha insegnato più di trent’anni Antico Testamento alle Università di Ginevra a Neuchâtel. Ha pubblicato diversi volumi di alta divulgazione biblica.

Il Libro dei Medium

Il Libro dei Medium

Autore/i: Kardec Allan

Editore: Edizioni Mediterranee

introduzione dell’autore.

pp. 400, tavv. b/n f.t., Roma

Dopo aver esposto nel Libro degli Spiriti la parte filosofica della scienza spiritica, Allan Kardec ne spiega in quest’opera la parte pratica. Le difficoltà e gli errori che avvengono nella pratica dello spiritismo hanno origine dal fatto che i suoi principi sono poco noti, ed è da tale constatazione che è nata quest’opera. Desiderio naturale di coloro che si occupano di spiritismo è infatti quello di poter entrare essi stessi in comunicazione con gli spiriti, e questo libro raccoglie a loro profitto lunghe, serie e laboriose esperienze.
Nonostante il fatto che ciascuno racchiuda in se stesso le qualità necessarie per diventare medium, tali qualità esistono in gradi diversi e in diverse modalità. Questo libro si propone di indicare i mezzi per il massimo sviluppo della facoltà medianica consentito dalle disposizioni personali di ciascun individuo, e soprattutto di dirigerne l’impiego in maniera utile.
Dopo aver letto e meditato sul contenuto di quest’opera, si capiranno meglio i fatti ai quali si potrebbe assistere. Come istruzione pratica, esso si rivolge non soltanto ai medium ma a tutti coloro che si interessano di fenomeni spiritici.
Il Libro degli Spiriti e Il Libro dei Medium sono in qualche modo collegati tra loro. Pertanto, a chiunque voglia occuparsi seriamente di spiritismo, si consiglia di leggere prima Il Libro degli Spiriti, poiché esso contiene alcuni principi fondamentali senza conoscere i quali alcune parti del secondo sarebbero di difficile comprensione. Anche per quest’opera, infine, occorre tener presente che, salvo alcuni rari interventi del Kardec, esso è stato scritto direttamente dagli spiriti, per mezzo dell’autore e di altri medium.

Per Dovere o per Piacere?

Per Dovere o per Piacere?

Da una morale colpevolizzante a una morale liberatrice

Autore/i: Plé Albert

Editore: Piero Gribaudi Editori

introduzione dell’autore, traduzione di Luisa Guarnero.

pp. 248, esemplare con firma di appartenenza, Torino

«In questo lavoro vorrei chiarire i motivi del mio rifiuto della morale tradizionale e porre le basi di una morale che sia il più possibile fedele al Vangelo e all’uomo com’è oggi. Intendo esprimere l’indignazione che provo quando leggo e sento dire che la morale “tradizionale”, quella che si è venuta strutturando nel XIV-XV secolo, sarebbe la morale cristiana e cattolica. Mi pare ben più vicina al “lievito dei farisei” e al “lievito di Erode” che non a quello del Vangelo.
È una morale espressa da una società fortemente nevrotica e schizofrenica, in cui la vita affettiva è mutilata. ridotta alle passioni e ai sentimenti, e subisce il medesimo disprezzo manicheo nei confronti del corpo, specialmente per quanto concerne la sessualità. Una morale individualistica, fuori dal tempo e dall’ambiente umano, che ignora il soggetto nel suo vissuto relazionale, nella sua storia e nel suo ambiente socioeconomico-culturale.
La mia ricerca mi ha guidato verso una morale basata sulla ricerca della felicità e del piacere – che la vera morale ha il compito di rendere “umana” e conforme allo spirito del Vangelo. Voglio sperare che anche per il lettore sia una guida in tal senso».  (Albert Plé)

Il Padre Albert Plé, Domenicano, fondatore del «Supplément de la Vie Spirituelle», è uno dei membri fondatori dell’«Associazione dei Teologi per lo Studio della Morale». Autore di opere fondamentali quali «Freud e la religione», «Freud e la morale», è tra i moralisti più accreditati in campo internazionale. La presente opera ha avuto il più alto riconoscimento dell’«Académie française».

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La scienza delle reti

Autore/i: Barabási Albert-László

Editore: Giulio Einaudi Editore

traduzione di Benedetta Antonielli D’Oulx.

pp. VIII-256, ill. b/n, Torino

La teoria delle reti, agli antipodi da qualunque tentazione di riduzionismo, costituisce un nuovo paradigma per indagare la multiforme varietà del mondo che ci circonda.

L’opera di evangelizzazione di Paolo di Tarso, l’oscuro attacco via e-mail di un pirata informatico, il dilagare di un’epidemia virale, l’altalena dei mercati azionari, la repentina diffusione di un blackout elettrico su ampie porzioni di territorio, la rete terroristica di Al Qaeda e molte altre cose ancora sono governate da leggi comuni che derivano dalla teoria delle reti. Dietro l’architettura visibile fatta di vertici e spigoli, hub e link, si nascondono ben precise strutture matematiche, il cui studio inizia con Eulero nella prima metà del Settecento, si sviluppa con i metodi della topologia e riceve un impulso straordinario verso la metà del XX secolo con i risultati ottenuti da Paul Erdös e Alfréd Rényi. Nella ricerca attuale le reti non sono piú oggetti statici, ma possono trasformarsi, crescere, disgregarsi, evolversi: l’analisi della loro dinamica è un settore di ricerca in rapido sviluppo, le cui potenzialità di applicazione sono ben lungi dall’essere esaurite.
Con un linguaggio chiaro e accessibile, Albert-László Barabási, uno dei protagonisti di questa «rivoluzione delle reti», ci guida attraverso i come e i perché della teoria, ricorrendo a una quantità di esempi illuminanti tratti dalle piú varie discipline. (Come si spiega il numero incredibilmente modesto di contatti sociali che sono necessari per mettere in comunicazione tra loro due individui qualunque sul pianeta? Perché talvolta accade che al termine di un concerto gli spettatori sincronizzino involontariamente i loro applausi?)

«La buona notizia è che, da qualche tempo, gli scienziati hanno imparato a disegnare il tracciato delle nostre interconnessioni. Le loro mappe gettano una luce nuova sull’ordito del nostro universo, offrendo sfide e sorprese fino a pochi anni fa inimmaginabili. Mappe dettagliatissime della rete Internet hanno svelato agli hacker la vulnerabilità del sistema; mappe dei rapporti finanziari e proprietari di diverse società hanno disegnato il profilo del potere e del denaro nella Silicon Valley; mappe delle interazioni fra le specie negli ecosistemi hanno aperto degli spiragli sull’impatto distruttivo dell’uomo sull’ambiente; mappe dei geni che lavorano insieme in una cellula hanno permesso nuove scoperte sui meccanismi del cancro. Ma la vera sorpresa è arrivata quando queste mappe sono state accostate l’una all’altra. Si è visto che, proprio come gli esseri umani che condividono scheletri pressoché indistinguibili, le diverse mappe seguono un’impronta comune. Una serie di recenti scoperte mozzafiato ci ha messi di fronte al fatto che alcune leggi naturali, di vasta portata e incredibilmente semplici, governano la struttura e l’evoluzione di tutte le reti complesse che ci circondano».

Albert-László Barabási insegna alla Northeastern University, dove dirige il Center for Network Science. I suoi contributi scientifici originali hanno aperto nuove prospettive nella scienza delle reti, generando ricerche che sono state ospitate dalle piú prestigiose riviste scientifiche internazionali, da «Nature» a «Science», e riprese da numerosi media negli Stati Uniti.
Presso Einaudi ha pubblicato Link(Saggi, 2004) e Lampi (Saggi, 2011).

Interrogate l’Oracolo

Interrogate l’Oracolo

(e l’oracolo risponde) – 3000 risposte ai vostri quesiti sull’amore, la salute, i viaggi, la fortuna, gli affari – In appendice gli amuleti, i sortilegi, i numeri magici

Autore/i: Cantoni Lia

Editore: SM Editore

prima edizione.

pp. 168, Milano

All’oracolo si chiese, da sempre, non tanto che cosa ci accadrà, ma come è consigliabile comportarsi nelle varie contingenze della vita. L’oracolo è un consigliere saggio. In questo libro a fronte di 250 domande suddivise per tema, amore, sesso, viaggi, lavoro, fortuna, salute, ci sono le 2500 risposte che sono indispensabili per regolare la nostra vita, per indirizzare il nostro comportamento, per evitare i danni dell’improvvisazione e della mancata riflessione. L‘oracolo è un amico fedele e disinteressato al quale ci si affida. Interrogarlo vuol dire ottenere il consiglio giusto, il suggerimento opportuno. Basato sulla tecnica psicologica e sull’influenza dei segni, è una guida sicura.
In appendice il libro comprende l’uso corretto degli amuleti, il significato dei numeri e una serie di sortilegi da utilizzare nelle più svariate circostanze.
«Interrogate l’oracolo» non è un gioco, può anche esserlo, ma un gioco che induce comunque alla riflessione.

Prometeo, Orfeo, Adamo

Prometeo, Orfeo, Adamo

Tematiche religiose sul destino, il male, la salvezza

Autore/i: Bianchi Ugo

Editore: Edizioni dell’Ateneo & Bizzarri

prima edizione, premessa dell’autore.

pp. VIII-304, Roma

In una «storia delle religioni» fedele a se stessa la comparazione non è più accumulo acritico di «somiglianze» o confusione di cose distinte. Essa è essenzialmente e anzitutto metodo storico-comparativo. Questo procede con i mezzi conoscitivi della ricerca storica (filologia, analisi, considerazione dei contesti in cui i fenomeni sussistono e assumono significato) ed è interessato a una comparazione che non sia mero fenomenologismo (né meri antropologismo, funzionalismo, strutturalismo, e ancor meno inserzione in prestabiliti «concetti», sistemi, postulati, «eidē», «precomprensioni» o ermeneutiche) ma fondazione di una scienza del concreto, di una tematica di genesi e svolgimento, e di una tipologia storica che nasca induttivamente dalla ricerca storico-positiva. Una comparazione, dunque, che è distinzione e individuazione non meno che accostamento e classificazione; che non presuppone (né esclude programmaticamente) categorie; che non applica presupposte teorie di «(sovra-)strutture» né di «archetipi».
È chiaro che le tematiche religiose sul destino, il male, una colpa originaria, la salvezza, sono un terreno d’elezione per simile ricerca.

Ugo Bianchi. Professore ordinario di storia delle religioni nell’Università di Roma. Tra i volumi precedenti: Diòs aisa. Destino, uomini e divinità nell’epos, nelle teogonie e nel culto dei Greci, Roma 1953; Problemi di storia delle religioni, Roma 1958; Il dualismo religioso. Saggio storico ed etnologico, Roma 1958; Zamān i Ohrmazd. Lo zoroastrismo, Torino 1958; Teogonie e cosmogonie, Roma 1960; Le origini dello gnosticismo (cur.), Leiden 1967; The History of Religions, Leiden 1975; la religione greca, Torino 1975; The Greek Mysteries, Leiden 1976.

Prove e Indizi dell’Aldilà

Prove e Indizi dell’Aldilà

Il caso Andrea e suoi sviluppi

Autore/i: Fondazione Andrea Sardos Albertini

Editore: Rizzoli

premessa della Fondazione Andrea Sardos Albertini.

pp. 272, nn. tavv. a colori f.t., Milano

Una nuova straordinaria testimonianza, nuove prove dell’esistenza di una vita oltre la vita, gli sviluppi di un «caso» che da anni interessa quanti hanno a cuore i problemi spirituali, quanti hanno una fervida Fede, ma anche quanti dubitano che esista una vita ultraterrena, quanti hanno una Fede vacillante o l’hanno persa o non l’hanno mai avuta. Questo volume, redatto dalla Fondazione Andrea Sardos Albertini, fa seguito a «Esiste l’Aldilà» e «Dall’Aldilà la Fede» nei quali il padre di Andrea aveva reso testimonianza sui fatti straordinari occorsigli dopo la scomparsa del figlio venticinquenne, avvenuta in circostanze tragiche e misteriose. In questa opera, corredata da una ricca documentazione fotografica, la Fondazione ha posto allo studio i fatti che caratterizzano il «caso Andrea» e quelli successivamente verificatisi, per esaminare se essi possono essere considerati provenienti da forze fisiche o psichiche terrestri o devono invece ritenersi prove o indizi dell’esistenza dell’Aldilà. All’esame critico del padre, testimone dei fatti documentati, fanno seguito numerosi saggi di studiosi – laici e religiosi – i quali attestano, dopo una verifica eseguita con diverse metodologie, che i messaggi di Andrea provenienti sia attraverso la scrittura medianica sia attraverso altri fenomeni, devono essere considerati segni della sopravvivenza dell’anima. Questo libro è un documento sconvolgente che si rivolge a credenti e a non credenti.

I Segreti del Druido

I Segreti del Druido

Autore/i: Kendrick T. D.

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prefazione dell’autore, traduzione di Silvia Romani.

pp. 224, nn. ill. b/n, Milano

La maestosa presenza di Stonehenge è la silenziosa testimonianza di un passato antico, in parte dimenticato e in parte sconosciuto, noto come ”il tempo dei druidi”. Ma chi erano esattamente i druidi? La risposta è in questo libro, che riassume in modo completo e ben documentato le conoscenze esistenti su questo affascinante argomento. Risalendo al contesto storico-sociale della civiltà in cui i druidi ebbero origine, a cavallo tra Francia e Britannia, e col supporto di numerose illustrazioni, l’autore ci guida alla scoperta di riti antichissimi, di una religiosità e di una saggezza depositarie dei misteri della natura. I segreti del druido è un libro che interesserà non solo gli storici, ma anche il lettore semplicemente curioso di scoprire il millenario uso rituale del vischio o la vita segreta di un bosco di querce.

T.D. Kendrick, studioso di popoli antichi e delle loro tradizioni, è autore di numerosi saggi tra cui Late Saxon and Viching art, Anglo-Saxon art to A.D. 900 e British antiquity.

Il Medio Evo

Il Medio Evo

476-1492

Autore/i: Ganshof F. L.

Editore: Vallecchi Editore

prefazione di Franco Valsecchi, introduzione generale di Pierre Renouvin, introduzione dell’autore, traduzione di Ada Annoni.

pp. VIII-418, 17 tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Firenze

Un manuale di storia della diplomazia.
Uno dei più completi, fra i lavori del genere: investe tutto il ciclo della storia diplomatica, dal Medio Evo ai giorni nostri, abbraccia non soltanto l’Europa, ma l’intera politica mondiale. Uno dei più recenti, e dei più aggiornati: costruito con quella nitidezza di disegno, quella capacità di sintesi, quella limpidezza di esposizione, che costituiscono il pregio incontestato della letteratura storica francese.
Un prezioso strumento di studio.
Ma anche molto di più di un manuale; molto di più di una storia della diplomazia.
Un tentativo di cogliere le grandi linee dell’evoluzione internazionale secondo un criterio nuovo, ispirato alle nuove esigenze spirituali e scientifiche del nostro tempo. «Storia delle relazioni internazionali», è il titolo dell’edizione francese pubblicata dalla Librairie Hachette. Mentre la storia della diplomazia è la storia della politica dei governi, la storia delle relazioni internazionali vuol essere la storia dei rapporti fra i popoli. Non soltanto, dunque, la vicenda esteriore dei fatti e degli avvenimenti, non soltanto l’azione dei politici e dei diplomatici; ma il gioco delle forze profonde che ne costituiscono la base e la premessa: le condizioni geografiche e gli interessi economici, le strutture sociali e i fattori demografici, le grandi correnti di pensiero e i movimenti religiosi. La storia della politica internazionale, insomma, non considerata isolatamente, per se stessa, bensì collocata nel quadro della storia generale, o, meglio, della storia senza aggettivi.
Questo il concetto che ha guidato, nella direzione dell’opera, Pierre Renouvin, l’eminente storico della Sorbona, riconosciuto oggi come una delle figure più rappresentative della storiografia europea.
Otto volumi, il cui disegno si va allargando man mano che l’esposizione si avvicina alla storia contemporanea: uno, il presente, dedicato al Medio Evo; due all’età moderna, dal Rinascimento alla Rivoluzione francese; uno, al periodo rivoluzionario e napoleonico; due al periodo fra il 1815 e il 1914; due al periodo più recente, dal 1914 al 1945. Quattro autori, «specialisti» di fama consacrata, come Francois L. Ganshof, Gaston Zeller, André Fugier, e il Renouvin stesso, al quale sono dovuti i volumi sull’Ottocento e sul Novecento: una delle più efficaci ed organiche sintesi di una materia ancora in fase di elaborazione.
Un’opera che occupa un posto di primo piano nella produzione storiografica contemporanea: e che doveva essere portata, in una edizione italiana, a contatto con il pubblico più aperto alle esigenze della cultura.

L’Inverno delle More

L’Inverno delle More

La parabola della mia vita

Autore/i: Mead Margaret

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

traduzione di Augusta Mattioli.

pp. 368, 22 ill. b/n, Milano

Oltre che una grande antropologa, Margaret Mead è anche uno straordinario personaggio pubblico che ha vissuto una vita tra le più intense: si è sposata tre volte e tre volte ha divorziato, ha scritto ventidue libri, ha girato dieci film, ha corso rischi innumerevoli presso tribù fra le più primitive della terra. Il suo attivismo, la sua onnipresenza rasentano l’incredibile, specie negli Stati Uniti, dove non c’è riunione, congresso, dibattito, simposio – sulla pediatria o sul femminismo, sull’alcolismo o sulla droga, sulla pace o sul futuro dell’umanità – in cui la Mead non intervenga o discuta. Nel 1975, per celebrare l’anno internazionale della donna, la FAO ha coniato una medaglia che porta la sua effige. Che l’autobiografia di un simile personaggio risulti di avvincente lettura non è poi molto strano. Ma L’inverno delle More offre qualcosa di più che un’autobiografia riuscita, offre anche una «parabola» per molti aspetti esemplare: la parabola di una donna americana che ha assistito allo sfaldarsi della grande famiglia patriarcale, con tutte le sue solide componenti di coesione; di una intellettuale che ha assunto un ruolo decisivo ed è vissuta a contatto con le grandi personalità contemporanee; e, infine, di un’antropologa che ha visitato il mondo e le popolazioni più diverse con un entusiastico impegno professionale, ma senza mai dimenticare tutte le domande che una donna oggi deve rivolgere a se stessa per capire che cosa sia in sostanza un «ruolo femminile». Così, tra Samoani e Arapesh, Ciambuli e Balinesi, Margaret Mead non si è limitata ad ascoltare, come altri prima di lei, il racconto di antiche tradizioni, ma ha saputo osservare, con intelligenza e freschezza nuove, lo spettacolo dei loro rapporti sociali. Ciò le ha consentito, fra l’altro, di rendersi conto come le differenze di temperamento fra maschi e femmine non siano biologiche ma culturali (vale a dire: variabili da società a società), e di demolire, in tal modo, uno dei più tenaci pregiudizi antifemministi. Ma se altre donne in prima linea hanno indagato sulle proprie lacerazioni e le hanno espresse con dolore, amarezza, sdegno, la Mead ha il merito di descriverle pacatamente, spesso come «incidenti» di viaggio o di lavoro nel contesto di una vita spesa a superare coraggiosamente – e senza autocommiserazione alcuna – innumerevoli difficoltà. Perciò il suo racconto, oltre che trascinare emotivamente chi legge, stimola pian piano un interesse profondo e duraturo.

Margaret Mead è nata a Filadelfia nel 1901. Fra le sue opere fondamentali ricordiamo: Adolescenza in Samoa (1926), Crescita di una comunità primitiva (1930), Sesso e temperamento (1935), Maschio e femmina (1949).

La Barriera Senza Porta

La Barriera Senza Porta

Insegnamenti di un maestro buddhista

Autore/i: Anonimo

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione e cura di Leonardo Vittorio Arena.

pp. 128, Milano

In questa raccolta di kung-an – cioè «casi pubblici», aneddoti, episodi esemplari – si ritrova la testimonianza di un cammino di illuminazione: il maestro Wu-men (1184-1260) dialoga con un discepolo, citando i classici del buddhismo e insegnandogli ad applicarli alle situazioni della vita quotidiana. Dato che scopo del testo era quello di aiutare i discepoli a fare propria la sostanza dell’insegnamento buddhista, ogni episodio è accompagnato da un commentario e da una poesia. Compito del lettore, nell’affrontare la questione di volta in volta esaminata, sarà di coltivare sempre il ’grande dubbio’ alimentato dalla riflessione stessa. Finché l’essenza della sua vita non sarà impregnata dello spirito di saggezza che promana dai ’casi’ e dalle loro a volte sorprendenti soluzioni, proposti per la prima volta in lingua italiana da Leonardo Vittorio Arena.

Gli Ittiti

Gli Ittiti

Autore/i: Lehmann Johannes

Editore: Garzanti Editore

traduzione dal tedesco di Gianni Pilone Colombo.

pp. 304, 31 tavv. b/n f.t., 8 disegni b/n, Milano

Fino a un secolo fa, quasi tutto quello che si sapeva degli ittiti era racchiuso in quei pochi versetti della Bibbia dove si parla delle trattative di Abramo con i «figli di Het» per acquistare il terreno per la sepoltura di Sara: quel terreno «situato a Mamre», oggi Ebron, nella terra di Canaan. Ora, invece, di questo popolo sappiamo varie e importanti cose. Sappiamo che fu signore di un grande impero, durato cinquecento anni, nel secondo millennio avanti Cristo; che conquistò Babilonia; che sconfisse il faraone egiziano Ramsete II; che, a differenza di altri, usò fare dei popoli sottomessi degli alleati anziché dei sudditi,e che era un popolo indoeuropeo, cioè parlante una lingua al cui ceppo appartiene anche la nostra.
La storia della caccia archeologica agli ittiti, e quella della decifrazione della loro lingua sono narrate, in termini semplici quanto seri, da Johannes Lehmann, il giornalista-scrittore cui si deve anche un gustoso libro sulle crociate di prossima pubblicazione in questa collana.
Il libro è reso più avvincente dal fatto che, se appena è possibile, l’autore cita larghi stralci di letteratura originale ittita ed egizia, restituendo così gli antichi smaglianti colori a figure di celebri personaggi storici altrimenti destinati a rimanere, nella memoria dei non addetti ai lavori, delle ombre, dei puri nomi.

Johannes Lehmann è nato in India.
Ha studiato ad Halle, a Berlino Ovest e ad Edimburgo,teologia, psicologia, filosofia e pubblicistica. Dal 1963 è redattore della Sfiddeutscher Rundfunk (radio della Germania meridionale) a Stoccarda. I suoi più noti bestseller sono Jesus Report (1970); Jesus GmbH (1972) e questi Ittiti.

Le Città dell’Apocalisse

Le Città dell’Apocalisse

Monumenti e testimonianze della dominazione romana in Asia minore

Autore/i: Giuliano Antonio

Editore: Newton Compton Editori

premessa e introduzione dell’autore.

pp. 176, nn. tavv. b/n f.t., ill. b/n, Roma

Una domenica, andando in estasi, udii dietro di me una gran voce come dì tromba che diceva: Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese che sono in Asia, a Efeso, a Smirne, a Pergamo, a Tiatira, a Sardi, a Filadelfia e a Laodicea. A queste «profetiche» parole dell’Apocalisse si potrebbe rispondere: «Questo è quel libro». Ma è evidente che Antonio Giuliano ha uno scopo ben diverso da quello religioso cui ammonisce la voce della Sacra Scrittura; egli esamina, quanto l’opera umana nell’architettura e nella scultura dell’età romana in Asia minore abbia, resistito al tempo. Oltretutto, se di Efeso e Pergamo abbiamo reperti notevoli, minori sono quelli di Smirne e ancora in gran parte inediti quelli delle altre «chiese»; pertanto il volume si sofferma su alcune città urbanisticamente meglio comprensibili e in grado di fornire un quadro più omogeneo dell’arte figurativa romana in Asia minore.

Efeso, Pergamo, Mileto, Hierapolis, Aspendos, Side, Termessos: sette città romane dell’Asia minore rivisitate alla luce delle antiche iscrizioni e di brani di scrittori latini e greci.

Antonio Giuliano è professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana nell’Università di Roma. È autore di volumi che investono i principali problemi della cultura formale del mondo antico come la pittura e la ceramografia etrusca, l’urbanistica e la glittica greca e romana, la scultura romana.

Civiltà di Motya

Civiltà di Motya

Autore/i: Titone Enzo

Editore: Antonio Vento Editore

pp. 180, nn. ill. e tavv. a colori e b/n, Trapani

«L’Opera, già pronta nel 1962, vede solo ora la luce nell’edizione originaria, senza, cioè, avere subito nessuna modifica sostanziale.
Alcune ipotesi da me avanzate fin da quel tempo, appoggiate, a mio parere, su valide argomentazioni scientifiche, hanno trovato conferma negli scavi eseguiti in questi ultimi due anni, com’è avvenuto, ad esempio, nel caso del santuario di Tanit (tophet), di cui allora avevo dato notizie circostanziate in un settimanale della mia città.
Altre novità di carattere storico, etnico e scientifico saranno riscontrate nel corso del libro.
Alla realizzazione del presente lavoro m’induceva un impulso fantastico che, attraverso tangibili testimonianze, mi rappresentava come vive ed attuali le vicende, le attività pratiche e razionali dei Moziesi, nucleo di coloni mercanti di origine asiatica, i quali, tutti tesi nella laboriosa costruzione della loro vita quotidiana, cosi profonde tracce avevano lasciato in quest’angolo della Sicilia.
Inoltre, poichè mancava una monografia, aggiornata con le più recenti scoperte effettuate nell’area punica del Mediterraneo occidentale, che abbracciasse integralmente i vari aspetti della civiltà moziese, risultanti «dalle venerande rovine e dai reperti del locale museo (messi in luce dall’opera infaticabile ed intelligente del gentiluomo J. Whitaker), ho avvertito la necessità di provarmi nel tentativo di svelare, entro i limiti delle mie facoltà, l’affascinante mistero archeologico che avvolge la leggiadra isoletta di Mozia, sulla quale, abbandonata dopo la distruzione di Dionisio, si era andata accumulando la polvere dei secoli.
Senza alcuna pretesa di avere risolto le numerose questioni che ancor oggi si agitano intorno alle origini e alla fisionomia della cittadella non solo perchè altri più dotati riusciranno meglio di me, ma anche perchè la maggior parte della superficie dell’isola rimane ancora inesplorata faccio voti affinchè si attribuisca finalmente l’importanza che merita alla civiltà punica in Sicilia, di cui Mozia rappresenta davvero il cardine fondamentale.[…]»