Segreti del Passato
Alla scoperta del mondo sepolto
Autore/i: Moscati Sabatino
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, prologo e premessa dell’autore.
pp. 320, nn. ill. b/n, Milano
Con questo libro Sabatino Moscati, l’archeologo-scrittore che si è già procurato vasta fama con i suoi precedenti volumi, invita il lettore a effettuare un giro del mondo di nuovo tipo. Seguendo il cammino del sole, che è quello stesso della civiltà, Moscati ci guida alla riscoperta delle nostre origini partendo dalla Cina, culla della specie umana, e terminando con il nuovissimo continente, l’Australia, in cui recenti scoperte archeologiche hanno messo in luce un passato che nulla ha da invidiare a quello di altre conclamate civiltà.
Una serie di brevi capitoli, adeguatamente illustrati, guida il lettore alla conoscenza delle più recenti scoperte del nostro passato, prossimo o remoto, illuminandolo sul tortuoso cammino che l’uomo ha compiuto per liberarsi da un retaggio di tenebre e paure fino a giungere alla sua piena realizzazione, progetto che, comunque, è ancora in atto.
Balzano così all’attenzione del lettore accorto le curiosità più stimolanti messe in luce dalla moderna archeologia, dagli imperatori ricoperti di giada per il loro viaggio nel paese delle ombre al primo disastro ecologico del passato, dalla torre di Babele alle ultime testimonianze sulla vita terrena di Gesù, dalla scoperta del carcere in cui Socrate venne costretto a bere la cicuta al ritrovamento delle iscrizioni dei Templari fino all’ipotesi, non ancora verificata come reale, della possibilità di uno sbarco fenicio (!) in America Latina.
Le qualità di scrittore di Moscati fanno si che il libro possa essere accostato da chiunque, mancandogli infatti quel filtro “scientifico” che allontana il lettore non specializzato: è un volume per quanti desiderano conoscere il cammino percorso dalla civiltà dai suoi esordi ai nostri giorni.
Sabatino Moscati, professore ordinario all’Università di Roma, è socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, socio effettivo della Pontificia Accademia di Archeologia, vicepresidente dell’Istituto per l’Oriente. Ha promosso e diretto missioni archeologiche nel Vicino Oriente, in Africa, a Malta, in Sicilia e in Sardegna, effettuando una serie di scoperte sulle antiche civiltà mediterranee.
Tra le sue opere principali, alcune delle quali tradotte in inglese, francese, spagnolo, svedese, polacco, ceco, giapponese, rumeno: Le antiche civiltà semitiche (Bari 1958), Scoprendo l’antico Oriente (Bari 1962), Antichi imperi d’Oriente (Milano 1963), Archeologia mediterranea (Milano 1966), Il mondo dei Fenici (Milano 1966), Avventure archeologiche (Roma 1968), I Fenici e Cartagine (Torino 1972), Italia archeologica (Novara 1973), Les Phéniciens (con A. Parrot e M.H. Chéhab, Parigi 1975), L’archeologia (Milano 1975), Apparenza e realtà. Arti figurative nell’antico Oriente (Milano 1976). In edizione Mondadori: Italia sconosciuta (terza edizione 1976), Le pietre parlano (seconda edizione 1976), Vita privata e vita sociale nell’antichità (2 voll., 1976), I Cartaginesi in Italia (1977).
Adriano
Un ventennio di cambiamento
Autore/i: Levi Mario Attilio
Editore: Rusconi
prima edizione, prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 208, Milano
Adriano «imperatore di pace»: la definizione nasce dall’illuminato lavoro di ricerca che Mario Attilio Levi compendia nel volume. Gli studi e le indagini consentono ora una valutazione complessiva del ruolo storico assunto da Publio Elio Adriano, console e generale, capo di stato maggiore nella guerra contro i Parti, governatore della Siria, acclamato Augusto dai suoi soldati nel 117 d.C.
Il Vallo di Adriano, la fortificazione costruita in Britannia per contenere la pressione delle tribù calèdoni, e simbolo e suggello di un imperatore romano che rinunciò a nuove conquiste per dedicarsi al consolidamento dei territori già acquisiti. Dopo le guerre civili e le devastazioni, un più sereno clima sociale permise ad Adriano di salire al potere e di svolgere un’efficace attività politica, economica e culturale.
Levi procede alla revisione critica delle testimonianze e documentazioni disponibili, sottolineando l’importanza delle iscrizioni di Lambesi in Numidia.
Con metodo scientifico delinea il profilo di un sovrano che promulgò l’Editto perpetuo, stabili un saldo rapporto con il Senato, diede vita a un severo controllo tributario, avviò un imponente programma di opere pubbliche.
Adriano, un ventennio di cambiamento rende giustizia a un personaggio che la storiografia ha spesso travisato.
L’imperatore, sostiene Levi, non fu un raffinato e crudele esteta filo-ellenico, ma un accorto statista educato alla dura disciplina militare. La vocazione di Adriano, aggiunge Levi, fu quella di riaffermare l’universalità della cultura latina e di esaltare quella pax romana che offriva un modello giuridico equo e giusto a tutte le province dell’impero.
Mario Attilio Levi (1902-1998) ha insegnato storia greca e romana nelle università di Torino e Milano. E stato animatore di forme divulgative di attività culturali, collaboratore e inviato speciale dei quotidiani «Il Resto del Carlino», «La Stampa» e «La Nazione». Ha tenuto lezioni, conferenze e seminari nelle università di tutto il mondo. Direttore del Centro Studi e Documentazione sull’Italia Romana (Ce. S.D.I.R.), ora Centro Ricerche e Documentazione sull’Antichità Classica (Ce.R.D.A.C.), è stato anche presidente del Comitato internazionale per lo studio delle città antiche (Strasburgo) e della Società internazionale neroniana per lo studio delle monarchie antiche (Clermont-Ferrand). Ha conseguito il Premio Marzotto nel 1956 e numerosi altri premi letterari. Ha scritto 42 volumi di storia greca, romana e del Vicino Oriente, fra cui La Grecia antica (Torino 1963) e, editi da Rusconi Libri, Alessandro Magno (1977), Pericle (1980) e Augusto e il suo tempo (1986).
La Religione Sommersa
Autore/i: Bo Vincenzo
Editore: Rizzoli
prima edizione.
pp. 256, Milano
Nell’«eclissi del sacro» alcuni sociologi hanno individuato una delle caratteristiche della cultura contemporanea. I computer, una tecnologia altamente sofisticata, l’industria, le macchine, l’esigenza di soddisfare sempre più i bisogni materiali spingerebbero gli uomini d’oggi ad avere un rapporto con la realtà essenzialmente razionale, dove tutto viene spiegato in termini di progresso della scienza e della tecnica. Ma è altrettanto vero che esistono (e sono sempre esistiti) bisogni non materiali che il godimento di sempre maggiori beni di consumo non riesce a soddisfare, anche se la cultura industriale li ha spinti ai margini, svalutati, soffocati, bollati col ridicolo.
Di questi bisogni di spiegazioni trascendenti emergono anche oggi tracce impensate e sempre trascurate nel loro significato umano: la superstizione, le credenze nella magia, l’astrologia, i riti che seguono lo scandire delle stagioni, i miti. Tutti sintomi di una tensione verso il sacro che il cristianesimo ha storicamente individuato da sempre e incanalato verso una religiosità autentica; tutti segni che, sia pure in modo confuso e oscuro, indicano la presenza viva nella società contemporanea di una tensione verso la rinascita del sacro nei termini di una religione positiva e genuina. Vincenzo Bo, sulla base dei documenti dei sinodi diocesani celebrati in Italia tra il 1534 e il 1878 e degli statuti comunali medievali rigorosamente confrontati con le più recenti acquisizioni delle scienze sociali, ha tracciato una mappa di questi gesti, riti, parole che l’umanità intera, per secoli, ha usato nei momenti fondamentali della vita – la nascita, il matrimonio, la malattia e la morte -, quando la razionalità non sembra poter dare risposte capaci di risolvere positivamente l’incertezza e l’angoscia. Un libro esemplare per chiarezza e leggibilità, dove l’erudizione è sempre finalizzata alla comprensione di un fenomeno contemporaneo, vissuto – anche se in alcuni casi inconsapevolmente – da tutti.
Vincenzo Bo, sacerdote, è nato a Sestri Levante nel 1922. Laureato in scienze sociali all’Università di Lovanio, ha pubblicato Religiosità popolare (1979), Feste, riti, magia (1983). Ha collaborato, inoltre, ai volumi di autori vari La festa (1980), Il pellegrinaggio e le tradizioni popolari (1982).
Paganini
La vita e le opere
Autore/i: Berri Pietro
Editore: Bompiani
prima edizione, introduzione e cura di Mario Monti.
pp. 592, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Fitto di notizie e di particolari spesso inediti sulla vita del più grande violinista di tutti i tempi, di cui ricorre nel 1982 il secondo centenario della nascita, questo “ritratto” si legge come un appassionante romanzo.
L’ha scritto un eccezionale cultore di Niccolò Paganini, il prof. Pietro Berri, che in anni e anni di ricerche, di consultazioni, di discussioni con amici studiosi, ha esplorato ogni angolo, anche il più oscuro, di una tra le più leggendarie e affascinanti esistenze del secolo scorso. Ciò che subito colpisce in questa vita di Paganini è il suo rapporto strettissimo col pubblico; questo virtuoso che vive in un’epoca di rivoluzioni e di moti sussultori in tutte le società, va per la sua strada dove si risente appena l’eco dei grandi mutamenti storici e politici: ma è sempre attento all’umore di chi deve ascoltare il suo violino. E relativa rimane anche l’influenza esercitata su di lui dalle donne; egli è un romantico per quanto riguarda l’eseguire e il comporre musiche, ma è del tutto pratico e scettico nei rapporti con la vita. Il celebre autore dei Capricci, delle Sonate e dei Concerti per violino e orchestra, conteso dai maggiori teatri d’Europa, è un uomo solo, avvolto in un alone di mistero, con quel pizzico di demoniaco che è prerogativa costante dei grandi geni. Completano il volume una dettagliatissima cronologia, un albero genealogico, il catalogo delle opere e una aggiornata discografia paganiniana.
Pietro Berri è il maggiore studioso italiano della vita e delle opere di Niccolò Paganini.
Insigne scrittore e critico letterario-musicale, oltre ad aver compilato la voce Paganini per la grande Enciclopedia UTET, ha pubblicato tra l’altro: La duplice lezione di Verdi (1939), Indice discografico vivaldiano (1953), Paganini, documenti e testimonianze (1962), Figure ed eventi, (1970). Il vasto materiale lasciato dal Berri alla sua morte, avvenuta nel 1979, è stato raccolto, adattato e curato da Mario Monti, romanziere e divulgatore di successo, autore tra l’altro di Passarono di qui. Duecento anni della vita e delle guerre degli Indiani del Nord America, da cui sarà tratto negli Stati Uniti un film kolossal.
The Tantric Way
Art • Science • Ritual
Autore/i: Mookerjee Ajit; Khanna Madhu
Editore: Vikas Publishing House Pvt. Ltd.
pp. 208, with 148 illustrations, 18 in colour, and 80 line drawings, Delhi
In recent years, the West has shown a wide and enthusiastic interest in tantra and its application to everyday life. Though its roots are in Hinduism, tantra’s goals are the universal ones of self-knowledge and liberated joy. Its methods and effects transcend geography and e
Basing its approach on a historical and explanatory survey, this book deals in a detailed way with astronomy, astrology, alchemy and cosmology in tantrism. In addition, there is discussion of the different viewpoints of «left-hand» and «right-hand» tantrikas and their respective attitudes towards human sexuality and its place in ritual. The drawings and illustrations serve further to explain and instruct, thus providing a unique opportunity for close contact with one of the world’s oldest practical methods of achieving an expanded and creative awareness of oneself.
Ajit Mookerjee has spent many years studying and living according to the tantric principles.
Madhu Khanna is a scholar of eastern and western philosophies.
Gli Archivi del Cosmo
Un paradossale repertorio dell’inspiegabile. Quello che «Il Mattino dei Maghi» non ha detto
Autore/i: Tarade Guy
Editore: Tattilo Editrice
unica edizione, traduzione di Ercole Arnaud.
pp. 312, Roma
Il rabbino e il mostro verde – XII secolo: bagliori celesti nel cielo di Chartres – Gli Hong – I fulminati della cappella Sant’Onorato – Bruce Heerzen e le bussole fossili – Il simbolo degli Stati Uniti minacciato dal DDT – Verso l‘uomo mandragora – Il grande segreto del «Caracol» di Chichen“ Itza – Il bolide numero 18 – Il suono «generatore del mondo» – La strana storia del serpente: la teoria di Hoerbiger confermata dal calendario cosmogonico dei sacerdoti maya – Mari sotterranei – La linguistica numerica – Le nuvole del diavolo – Einstein, i segreti della cabala e l’arma della fine del mondo – Semente di morte o fertilizzante per superuomini? – Un popolo degli oceani? – I giganti di pietra del tempio di Tula – Psicochirurgia e droga – Quando le pietre parleranno – Cronache della guerra nell‘ombra La scienza degli idoli – Creazione dell’egregore – Il pendolo perpetuo – Gli uomini dal cranio ovoidale – Influenze cosmiche e morti violente – Il caprone di Ciamanacce – La grande salamandra – Una spia astrale – Suono e magia.
La Pittura del Cinquecento a Napoli e nel Vicereame
Ritorna alla luce un intero secolo di pittura «rinascimentale» sepolto nell’oblio del Mezzogiorno.
Autore/i: Previtali Giovanni
Editore: Giulio Einaudi Editore
unica edizione, premessa dell’autore.
pp. XXIII-224, 173 illustrazioni b/n f.t., Torino
Una delle conseguenze del ritardo storico accumulato dal mezzogiorno d’Italia (sette regioni su diciotto) a partire dal Seicento, è stata, a livello della cultura, una dimenticanza quasi totale di un intiero secolo di pittura «rinascimentale».
Questo studio con la sua ricca documentazione dimostra che tale oblio è il frutto di una deformazione prospettica derivata dalla inconscia proiezione retrospettiva delle condizioni del sottosviluppo attuale da parte della storiografia moderna.
Una prima ricognizione sulla produzione pittorica dei territori del vicereame di Napoli (una delle regioni più floride e più colte dell’impero di Carlo V e di Filippo Il) ne ha rivelato, infatti, tutta l’insospettata ricchezza, aprendo la via a nuove ricerche e modificando in modo notevole il panorama della storia artistica italiana (e, in una certa misura, spagnuola) tra rinascimento e controriforma.
Giovanni Previtali, nato a Firenze nel 1934, è stato allievo di Roberto Longhi, con il quale ha collaborato dal 1961 al 1970. Dal 1975 dirige, insieme a Mauro Cristofani, per conto della Regione Toscana e dell’Università degli Studi di Siena, la rivista «Prospettiva». Ha pubblicato un volume su La fortuna dei primitivi dal Vasari ai neoclassici (Torino 1964) ed uno su Giotto e la sua bottega (Milano 1967, 1974) e curato l’edizione di alcuni classici della letteratura artistica (Vasari, Bellori, Panofsky).
Premessa
La pittura del Cinquecento a Napoli e nel vicereame
PARTE PRIMA Il regno di Carlo V (1516-54)
Capitolo primo
Dalla conquista spagnola di Napoli (1503) all’arrivo di Polidoro da Caravaggio (1524)
1. L’economia delTItalia meridionale nel Cinquecento
2. La cultura pittorica a Napoli nel primo quarto del Cinquecento: la lettera del Summonte
3. La situazione in Sicilia: Cesare da Sesto, Girolamo Aliprandi e Vincenzo da Pavia
4. Diffusione della maniera di Raffaello nell’Italia meridionale: Andrea Sabatini da Salerno e Giovan Filippo Criscuolo «neapolitanus»
Capitolo secondo
Dall’arrivo a Napoli di Polidoro da Caravaggio (1524) a quello di Marco Pino da Siena
1. Polidoro da Caravaggio nell’Italia meridionale, conseguenze del suo soggiorno
2. Seguaci di Polidoro a Messina e a Napoli: Mariano Riccio, Stefano Giordano, Marco Cardisco
3. La formazione di Silvestro Buono, il movimento di riforma religiosa a Napoli
4. Pietro Negroni detto lo Zingarello da Cosenza
5. L’ondata toscana: Vasari, Raffaellino del Colle e Gherardi
6. L’ondata toscana: Cecchin Salviad e Francesco Roviale
PARTE SECONDA Il regno di Filippo II (1554-98)
Capitolo terzo
Dalla venuta di Marco Pino a quella di Teodoro d’Errico Fiammingo (1574)
1. Marco Pino: premesse toscane e trasformazione «spagnuola»
2. Marco Pino neiritaliameridionale: 1557-71
3. Vitalità della tradizione espressiva polidoresca: Deodato Guinaccia
4. Vitalità della tradizione espressiva polidoresca: Michele Curia
5. Il «colorir delicato»: Silvestro Buono e Giovan Bernardo Lama
6. Il «colorir delicato»: Giovan Bernardo Lama e Giovann’Angelo Crisconio
Capitolo quarto
Dalla venuta di Teodoro d’Errico Fiammingo (1574) a quella di Michelangelo da Caravaggio (1607)
1. Introduzione
2. La «maniera doice e pastosa» e l’internazionale neoparmense
3. Cornelis Smet e il problema delle «Epifanie» meridionali
4. Teodoro d’Errico Fiammingo
5. Altri fiamminghi a Napoli: Rinaldo Fiammingo, Aert Mytens, Wenzel Cobergher
6. Teodoro d’Errico e Francesco Curia
7. Napoli 1591-92: il «Retablo Mayor» di Santa Maria de la Vid
8. La corrente «baroccesca»
9. Girolamo Imperato
10. Il rinnovamento della Certosa di San Martino
11. II baroccesco del Gesu delle Monache: Giovan Vincenzo Forli
12. Belisario Corenzio
13. Fabrizio Santafede e Giovan Bernardo Azzolino
14. Conclusione
Bibliografia
Indice dei luoghi e delle opere
Indice delle incisioni
Indice degli artisti
Indice dei nomi
Fleurs du Japon
Torii Kiyonobu – Harunobu Suziki – Toyonobu Ishikawa – Masanobu Kitao – Shunshô Katsukawa – Minamoto No Konomu – Kiyonoga Torii – Utamaro Kitagawa – Hokuba Makimono – Eizan
Autore/i: Autori vari
Editore: Les Éditions Nagel
pp. 120, avec 110 illustrations en noir de scènes érotiques japonaises, Genève (Suisse)
«L’univers artistique du XXᵉ siècle occidental est un univers asexué, au sens propre du terme. On ne peut pas appeler sexué un art qui se contente d’hypertrophier des formes plantureuses ou de les atrophier par castration de tout genre, à commencer par l’épilation. Si l’homme ne se réduit pas à un sexe, il n’en reste pas moins vrai qu’il est un produit du sexe et qu’il n’atteint sa stature d’homme qu’en assumant sa sexualité. Cette évidence psychanalytique n’est évidente qu’en laboratoire: la civilisation occidentale se charge de la confiner à ce stade, par pudibonderie, par tradition chrétienne, mais surtout par peur. L’univers technique rationnel a peur du sexe irrationnel. Il préfère lui substituer un érotisme sagement sirupeux dont la «pin-up-pour-page-de-couverture» est le symbole.
On est alors conduit à se poser des questions non seulement sur l’utilité des recherches sexologiques mais encore sur leur raison d’être, si elles doivent être le fait de petites castes d’initiés. Le rôle de l’art contemporain – si timoré en ce domaine – ne serait-il pas alors d’être la catharsis de la raison et de la passion? Comment se fait-il que le sexe, dont personne actuellement ne met en doute le rôle primordial, n’ait constitué le sujet d’inspiration déclarée d’artistes contemporains? Comment se fait-il que les créations artistiques de cet ordre restent le domaine priviligié de petits cercles d’intimes?
Cette attitude signifierait-elle que les artistes d’aujourd’hui acceptent et entérinent non seulement la notion du «sexe-tabou» mais encore celle du «sexe-péché»? Enfin, si ce siècle est celui de la libéralisation dans tous les domaines, comme il ne cesse de s’en targuer, comment se fait-il qu’aucune exposition des creations artistiques inspirées par la sexualité à travers les âges n’ait été encore réalisée?[…]»
I Solitari
Mille e un modo per ingannare il tempo e divertirsi da soli con le carte
Autore/i: Juma Bertil
Editore: Casa Editrice Meb
premessa dell’autore.
pp. 148, Padova
Le radici storiche dei giochi di Solitario con le carte sono molto remote. Di certo possono farsi risalire agli Egizi, anche se qualcuno le considera ancora più antiche. Nato come felice combinazione fra svago fine a se stesso e strumento divinatorio, il Solitario, nel corso delle epoche, è andato incontro ad alti e bassi a dir poco clamorosi: in auge nell’antichità, del tutto reietto nell’Evo Medio, ancora acclamato nell’età napoleonica, poi dimenticato, oggi nuovamente seguito.
La sua attuale fortuna, in un mondo caotico come l’odierno pieno di attrattive e divertimenti di gruppo, parrebbe un controsenso, ma in realtà ha una sua chiara ragion d’essere: certo, sono mutate le condizioni dell’individuo nella società, ma l’uomo solo è rimasto, come è rimasta la solitudine.
Gioco e divinazione al tempo stesso, dunque, fanno di un Solitario un’esperienza singolare: da un lato un mezzo per “ricaricarsi” divertendosi dopo le fatiche di una giornata o per ingannare il tempo; dall’altro uno strumento oracolare che consente spesso – sulla scorta di motivazioni psicologiche emergenti – di gettare una sonda esplorativa nell’inconscio, anche il più profondo, di ognuno di noi.
Wagner
Il Profeta della musica dell’avvenire
Autore/i: Gregor-Dellin Martin
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione di Bettino Betti.
pp. 808, Milano
«Fu il genio del secolo e lo scandalo del secolo» e proprio per questo era fatale che venisse – sia in vita sia, soprattutto, dopo la sua scomparsa – non capito, frainteso volutamente, strumentalizzato, arruolato sotto le bandiere più diverse, catalogato di volta in volta come «rivoluzionario» o come «musicante di Stato»; come sommo artista o come astuto amministratore della sua opera. A cent’anni dalla sua morte, avvenuta il 13 febbraio 1883 a Venezia, la figura e l’opera di Richard Wagner sono ancora al centro di un acceso dibattito. Idolatrato da alcuni, detestato da altri, il creatore dell’Anello del …Nibelungo è stato in ogni caso uno dei fenomeni più importanti dell’Ottocento, e non solo per la sua straordinaria attività di musicista, ma anche per i suoi scritti teorici, la sua vita pubblica e privata, i suoi rapporti col mondo e con la storia. D’altra parte, le sfaccettature della sua personalità erano così numerose e la sua vita era – almeno apparentemente – così ricca di contraddizioni che la pur sterminata letteratura wagneriana ha preferito sino a oggi approfondire di volta in volta un singolo elemento piuttosto che tentare di ricostruire nella sua completezza la figura di Richard Wagner. A tale grave lacuna rimedia ora questo libro di Martin Gregor-Dellin, costato quindici anni di lavoro e ormai a buon diritto considerato un «classico», che si propone di fare, una volta per tutte, giustizia dei «miti» wagneriani, sia nei loro aspetti positivi sia in quelli negativi. Gregor-Dellin, infatti, interpreta Wagner – uomo e artista – attraverso il tempo in cui visse, seguendone l’evoluzione sin dall’infanzia, l’esperienza rivoluzionaria del 1848, i diversi viaggi e soggiorni, via via sino alla fondazione del Reich e alla sua morte a Venezia. Grazie a un minuzioso lavoro di ricerca e soprattutto alla consultazione dei diari di Cosima Wagner (di cui è stato curatore), Gregor-Dellin ricostruisce nei minimi particolari la vita e l’attività artistica del grande musicista tedesco e l’unità di vita e opera viene spiegata come il risultato di un dramma personale che è nello stesso tempo il dramma di quel secolo. Una vita straordinaria, irripetibile, nella quale – accanto a Wagner – si muovono personaggi eccezionali: Meyerbeer, Heine, Nietzsche, Herweg, Luigi II di Baviera, Bismarck, Bakunin, Liszt, Hans von Biilow, Minna Planer (la prima moglie), Mathilde Wesendonck, Cosima von Bülow (figlia di Liszt e sua ultima compagna). Imponente per la quantità di documentazione, grandioso affresco storico, affascinante per la novità delle tesi esposte, appassionante come un romanzo, questa biografia ci rivela il dramma dell’esistenza di Richard Wagner, la sua opera e insieme la sua epoca.
Martin Gregor-Dellin è nato nel l926 a Naumburg an der Saale, è un romanziere, ha vinto numerosi premi letterari e da 15 anni si occupa di Wagner e ha curato un’edizione commentata della Ma vita di Wagner (1976) e l’edizione dei Diari di Cosima Wagner (1967-77, in collaborazione con D. Mach). In gioventù ha composto musica ed è stato violoncellista in un’orchestra di musica barocca.
Il Luogo Sacro
La più completa ricostruzione del mistero di Rennes-Le-Château
Autore/i: Lincoln Henry
Editore: Sperling & Kupfer Editori
prefazione dell’autore, traduzione di Bruno Amato.
pp. XV-224, nn. ill. b/n, Milano
Rennes-le-Château: un villaggio alle pendici dei Pirenei il cui mistero affascina da anni tutto il mondo. Un mistero che ha dato la stura a fiumi di pagine, ispirato tesi arditissime e fornito il materiale a libri di successo come Il Santo Graal e Il Codice da Vinci. In questo volume Henry Lincoln – a cui va il merito di aver intuito che il luogo custodisse un disegno occulto – racconta come ne portò alla luce il segreto. Nel 1969 l’autore, in vacanza in Francia, per pura curiosità si mise a investigare lo strano caso del curato di Rennes, che sul finire dell’Ottocento divenne improvvisamente ricco dopo il ritrovamento di alcune pergamene. Con ammirevole fiuto di segugio, Lincoln comprese che la storia della “mappa del tesoro” era una copertura e fu colpito invece da altri inquietanti indizi offerti dai documenti, messaggi cifrati che rinviavano ad altri enigmi. Di rimando in rimando, allargando il raggio d’azione ai villaggi limitrofi, la ricerca culmina, letteralmente, in un quadro sbalorditivo: formando un pentagono perfetto, si dispiega sulla cartina il perimetro di un gigantesco edificio ideale tracciato dalla mano dell’uomo, un immenso tempio geometrico che si estende per chilometri e chilometri sul territorio. Un luogo sacro di enorme significato e portata, per secoli invisibile a tutti tranne che agli iniziati, impenetrabile senza la decrittazione dei codici d’accesso, e ora svelato davanti ai nostri occhi. La lettura emozionante di un percorso unico, in cui gli interrogativi non cessano di stimolare l’intelletto.
Henry Lincoln è stato sceneggiatore e regista di diversi documentari di argomento storico fra cui spiccano quattro filmati dedicati al mistero di Rennes-le-Château, di cui rappresenta uno dei più autorevoli esperti al mondo. È autore e coautore di best-seller internazionali.
La Spiritualità dell’Imperfezione
La forza straordinaria dell’umana debolezza – Racconti, parabole, storie vere
Autore/i: Kurtz Ernest; Ketcham Katherine
Editore: Lyra libri
traduzione dall’americano di Maria Cristina Speciani.
pp. 264, Como
Solo Dio è perfetto. Le azioni dell’uomo sono fondamentalmente imperfette.
Un libro di storie vere, racconti in prima persona di ex alcolisti, “peccatori”, uomini comuni che hanno deciso di cambiare vita: perché la crescita interiore è Un’esperienza che si impara soprattutto dalla testimonianza degli altri. Un libro di storie raccolte nelle diverse tradizioni religiose (ebraismo, cristianesimo, islam, buddhismo, zen) e’ nella letteratura popolare di numerosi paesi: perché i bisogni profondi dell’uomo sono senza tempo e senza confini, e hanno trovato molteplici risposte. Tutti esempi di un cammino spirituale che prende il via dal riconoscimento dei propri limiti, degli inevitabili errori, delle zone d’ombra che ognuno reca con sé. Della propria umanissima imperfezione.
Un libro di storie dove la spiritualità non si manifesta dunque come desiderio di una realtà superiore o come bisogno di adeguarsi a ideali di perfezione umanamente irraggiungibili, ma piuttosto come capacità di convivere con la propria natura, limitata, fragile e oscura. E attraverso l’accettazione di questa condizione, ritrovare la pace, la serenità e l’umile comprensione degli altri.
«La spiritualità dell’imperfezione parla a coloro che cercano il significato nell’assurdo, la pace in mezzo al Caos, la luce nel buio, la gioia nella sofferenza, senza negare la realtà e la necessità dell’assurdo,” del caos, del buio e della sofferenza. Non è una spiritualità per i santi o gli dèi, ma per la gente che soffre… Questo libro racconta la storia Continua della possibilità di guarire dentro la sofferenza.»
Santi del Novecento
I grandi testimoni della fede del nostro tempo
Autore/i: Cattabiani Alfredo
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione di Marina Cepeda Fuentes Cattabiani, prefazione dell’autore.
pp. 308, Milano
Quali modelli per gli uomini del terzo millennio? Ecco un itinerario per incamminarsi sulle vie della santità ripercorrendo le vite di laici, religiosi e papi che con semplicità hanno seguito l’esempio evangelico. Non si tratta di intoccabili exempla che stanno sulle impervie vette della fede; sono persone vicine a noi: hanno vissuto nel nostro tempo e, spesso, nel nostro Paese. Sono martiri che hanno sacrificato la propria vita per l’ideale cristiano o per altruismo come valore universale: Massimiliano Kolbe volle morire al posto di un padre di famiglia ad Auschwitz; il vicebrigadiere Salvo D’Acquisto si addossò una responsabilità non sua per salvare un gruppo di civili durante la Seconda guerra mondiale. Sono cristiani infiammati dalla carità: il giovane e benestante Pier Giorgio Frassati dedicò il suo tempo ai poveri e ai malati; i coniugi Quattrocchi vissero il matrimonio nella fede, nel rispetto reciproco e nella costante attenzione agli altri; Maria Goretti fanciulla per resistere ai tentativi di violenza di un coetaneo morì accoltellata. Sono consacrati, mistici e fondatori di opere e congregazioni: il cappuccino padre Pio da Pietrelcina, madre Teresa di Calcutta, la mistica polacca suor Faustina Kowalska, la sivigliana Sor Angela de la Cruz, don Carlo Gnocchi, don Giacomo Alberione, Giovanni XXIII e tanti altri. Senza dimenticare Giovanni Paolo II, che seppe cogliere la filigrana della santità nel suo secolo e divenne promotore di numerosi processi di beatificazione e canonizzazione durante il suo pontificato. Queste vite di ordinaria e straordinaria fede sono tratteggiate da Alfredo Cattabiani con il tocco lieve e sensibile dello studioso che porge a credenti e non credenti un’occasione di riflessione in tempi tanto travagliati. E riaccende la speranza: in un’epoca di persecuzione religiosa e di declino della fede fioriscono comunque preziosi modelli per l’uomo di oggi.
C’era una Volta il Sogno Americano
Che fine hanno fatto gli anni d’oro?
Autore/i: Luttwak Edward N.
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione di Antonio Bellomi.
pp. 396, Milano
Un libro coraggioso che tenta la risposta a un quesito provocatorio: gli Stati Uniti stanno diventando un paese del terzo mondo?
Edward N. Luttwak dimostra, cifre alla mano, la realtà di un declino ogni giorno più palpabile nella vita quotidiana degli Stati Uniti, puntando l’indice contro il vero colpevole di questo stato di crisi: l’ideologia del libero mercato, relitto di epoche trascorse, immagine speculare, e altrettanto ingannevole, dell’ideologia marxista. La fine del sogno americano – maggiore prosperità possibile per il maggior numero di persone – appare ancora più amara dopo il collasso dell’Unione Sovietica, che sembrava dischiudere la prospettiva di un nuovo ordine mondiale basato sulla cooperazione pacifica tra le nazioni. Così non è stato anche perché ai conflitti geopolitici, decisi sul campo di battaglia tra due o più eserciti dichiaratamente contrapposti, si sono sostituiti i conflitti geoeconomici: qui gli stati hanno sostituito la potenza di fuoco dell’esercito con i capitali di investimento per l’industria, le innovazioni negli armamenti con lo sviluppo dei prodotti sovvenzionato dal denaro pubblico, e le basi e le guarnigioni militari sul suolo straniero con la penetrazione nei mercati sostenuta a spese dei contribuenti e con il protezionismo.
Sul fronte interno le sfide che determineranno il futuro dell’America riguardano l’istruzione pubblica, il fisco, la mancanza di investimenti e di risparmio, la politica industriale, il divario sempre più evidente tra ricchi e poveri, il legalismo, l’esplosione demografica dovuta all’immigrazione. Per Luttwak il primo passo verso la soluzione consiste nel riconoscere che le ragioni del declino del paese sono di ordine morale, perciò insite in ogni cittadino. Ma ogni rimedio risulterà vano se gli americani non prenderanno atto di quella guerra che gli Stati Uniti stanno perdendo senza neppure sapere che la stanno combattendo; le alternative che si offrono, nelle parole di Luttwak, sono tra una «riforma rivoluzionaria» o il declino, e tra «un vasto disarmo geoeconomico o una lotta geoeconomica con tutti i mezzi possibili, dove non scegliere vorrebbe dire perdere».
Edward N. Luttwak è direttore del Programma di geoeconomia presso il Center for Strategic and International Studies di Washington e un associato dell’Istituto di Politica Monetaria e Fiscale del Ministero delle finanze giapponese. Collaboratore di numerosi periodici americani e inglesi, è autore di vari volumi, molti dei quali pubblicati in Italia da Rizzoli: La strategia dell’impero romano, 1981; Strategia del colpo di Stato – Manuale pratico, 1983; La grande strategia dell’Unione Sovietica, 1984; Il Pentagono e l’arte della guerra, 1986; Strategia della vittoria, 1988; Strategia, 1989; La guerra moderna, 1992.
L’Arte dell’Amore in India e Nepal
La dimensione alchemica del mito di Śiva
Autore/i: Schwarz Arturo
Editore: Editori Laterza
unica edizione, premessa dell’autore, fotografie di Paolo Rosselli.
pp. 432, ricchissimo apparato di 514 foto e illustrazioni a colori e b/n nel testo e fuori testo, Bari
La gioia di vivere e di amare di tutto un popolo nella realtà sociale di una civiltà millenaria.
La scultura e la pittura, gli antichi testi e i templi che cantano gli dei dell’amore e gli amori degli dei.
La Coscienza Intelligente
Il quoziente spirituale: oltre l’intelligenza emotiva la facoltà di armonizzare ragione e sentimento
Autore/i: Zohar Danah; Marshall Ian
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Valeria Galassi, disegni di Kate Simunek.
pp. XI-340, nn. ill. b/n, Milano
Lottare contro le convenzioni per realizzare i propri sogni, correre il rischio del ridicolo per inseguire l’amore, esplorare il dolore per riaprirsi alla vita: prove sempre più difficili in una società che richiede soprattutto produttività ed efficienza. Ma conciliare le esigenze della ragione e i bisogni del sentimento, la strategia e la passione, il pragmatismo e il senso etico e forse l’unica via che consentirà alla specie umana di sopravvivere. La coscienza intelligente – ci spiegano gli autori di questo libro provocatorio – è la risposta alla necessità dell’uomo di unificare razionalità ed emotività, è la facoltà che ci permette di dare una risposta alle domande essenziali sulla nostra vita, e di compiere le scelte che meglio rispondono alla nostra sete di benessere interiore. Attraverso l’intelligenza spirituale l’uomo può riconquistare il dominio sul proprio lo, andato alla deriva alla ricerca di beni materiali e successi immediati. Infatti se l’intelligenza razionale e quella che interviene per risolvere i problemi logici e l’intelligenza emotiva ci rende consapevoli dei sentimenti propri e altrui, e soltanto l’intelligenza spirituale che ci ricollega al nostro lo profondo, facendoci affrontare con lucidità ed empatia le questioni di ordine morale, ma non solo. Attraverso una serie di test, questo saggio brillante e coinvolgente – basato su documentate ricerche scientifiche – ci avvicina alla nostra vera personalità e ci insegna a conoscerci meglio, a mettere a fuoco le nostre motivazioni, i nostri pregi e difetti – anche in campo professionale -, aiutandoci a cambiare e migliorare il nostro rapporto con noi stessi e con il mondo.
Danah Zohar si è laureata in fisica e filosofia al MIT di Boston, perfezionandosi in psicologia e teologia ad Harvard. Attualmente risiede con il marito Ian Marshall in Inghilterra, dove è membro della Cranfield School of Management ed è docente di leadership strategica all’Università di Oxford e alla Oxford Brookes University. Con Sperling & Kupfer ha già pubblicato con successo L’Io ritrovato.
Ian Marshall ha studiato all’Università di Oxford e di Londra. Psichiatra e psicoterapeuta, è autore di diversi saggi di psicologia.
Le Figure del Mito
Un grande itinerario illustrato nelle immagini mitologiche di ogni tempo e paese
Autore/i: Campbell Joseph
Editore: Red Edizioni
prefazione dell’autore, traduzione dall’americano di Augusto Sabbadini (Shantena).
pp. XV-524, ricchissimo apparato di foto e illustrazioni a colori e b/n nel testo e fuori testo, Como
«La tesi è, in breve, che i sogni aprono una porta sulla mitologia, poiché i miti sono della stessa natura del sogno. Come i sogni emergono da un mondo interiore sconosciuto alla coscienza di veglia, così avviene per i miti. Così avviene, in verità, per la vita stessa». Queste parole, che Joseph Campbell pone come premessa al suo lavoro, spiegano anche il senso e la direzione dell’itinerario che siamo invitati a comprendere. Partendo dall’esperienza dei sogni, infatti, Campbell distingue tra la mitologia propria delle culture orali e quella delle grandi civiltà che hanno conosciuto la scrittura. Segue poi gli sviluppi di queste mitologie (che culminano nelle tre grandi religioni: buddhismo, cristianesimo e islamismo) e ne analizza le sostanziali differenze. Propone un’interpretazione universale dell’esperienza mitica come esperienza dell’unità e torna infine all’analogia tra sogno e mito, accostando il tema del risveglio. Le figure del mito è anche il catalogo più compiutamente illustrato di questa esperienza universale. Sono oltre quattrocento le immagini prodotte nel libro e commentate in un sottile gioco di equilibri, dove il testo e la figura non prevalgono mai l’uno sull’altra, ma anzi si completano a vicenda: «Le figure invitano l’occhio a non essere precipitoso, bensì a soffermarsi nel godimento delle rivelazioni che offrono. I temi mitici delle figure vengono interpretati nel testo, che è concepito più come ambientazione delle immagini che come argomentazione a sé».
Dalla prefazione dell’autore:
“Le figure invitano l’occhio a non essere precipitoso, bensì a soffermarsi e a riposarsi nel godimento delle rivelazioni che offrono. Nel dar forma a questo libro perciò ho ritenuto di far sì che lo spirito delle figure regnasse sovrano e che il libro stesso fosse tale da consentire al lettore di aprirlo in qualsiasi punto. I temi mitici illustrati dalle figure vengono interpretati nel testo, che è concepito più come ambientazione delle immagini che come argomentazione a sé. Eppure il libro sviluppa anche una tesi; che il lettore non è tenuto a prendere in considerazione, ma che può, se vuole, aggiungere al godimento delle forme visive.
La tesi è, in breve, che i sogni aprono una porta sulla mitologia, poiché i miti sono della stessa natura del sogno. Come i sogni emergono da un mondo interiore sconosciuto alla coscienza di veglia, così avviene per i miti. Così avviene, in verità, per la vita stessa.
La prima parte del libro apre questa porta onirica verso il mito.
La seconda parte distingue due ordini di miti: il primo, relativamente semplice, appartiene alle tradizioni popolari orali; il secondo, infinitamente più complesso, è caratteristico delle grandi civiltà che hanno conosciuto la scrittura (particolarmente quelle dell’Europa, del Medio Oriente, dell’Estremo Oriente e dell’America Centrale e Meridionale). Questa parte identifica inoltre le strutture fondamentali di questa mitologia, che culmina storicamente nella triade delle grandi ’religioni mondiali’, Buddhismo, Cristianesimo e Islam, e che ha esercitato un’immensa influenza sull’umanità.
La terza parte illustra e discute alcune differenze importanti fra le versioni e interpretazioni orientali e occidentali di questo complesso mitico.
La quarta parte, che è il nucleo essenziale del libro, descrive in dettaglio un approccio orientale, derivante dallo voga, a una lettura psicologica del simbolismo mitologico. Tale lettura è tanto rilevante per le forme mitiche occidentali quanto per quelle orientali; e per sottolineare questo fatto nelle illustrazioni ho accostato capolavori dell’arte europea moderna a quelli delle arti antiche e orientali.
Segue (quinta parte) un’ampia rassegna comparativa di versioni popolari e colte della figura antica ed estremamente diffusa del dio sacrificato.
Infine, la sesta parte conclude il libro riprendendo il tema del mito come sogno e come vita e accostandosi al paradossale mistero del risveglio.[…]”
Joseph Campbell (1904-1987) è stato uno dei maggiori studiosi di mitologia e del pensiero religioso. Influenzato dalia psicologia junghiana, ha partecipato attivamente alle Conferenze Eranos e ha curato la pubblicazione americana delle opere di Heinrich Zimmer. È autore di numerosi libri, tra i quali, tradotti in italiano, ricordiamo L’eroe dai mille volti.
PREFAZIONE
I. IL MONDO COME SOGNO
Il Signore del Sonno
Il Signore della Morte e della Resurrezione
Il Bambino Portentoso
La Grande Dea
II. L’IDEA DI ORDINE COSMICO
Tradizioni scritte e orali
La Montagna del Mondo
La Montagna del Mondo in Mesoamerica
Il ciclo del calendario
La sfera rotante dello spazio-tempo
Il Centro della Trasformazione
III. IL LOTO E LA ROSA
Lo scettro di fiori
Il trono di fiori
Le acque inferiori e superiori
Il seme d’oro
IV. TRASFORMAZIONI DELLA LUCE INTERIORE
Psicologia e yoga
Il serpente guida
L’Uno Così Venuto
La Saggezza dell’Altra Sponda
La scala di loto
Il ritorno alla terra
V. IL SACRIFICIO
La vittima volontaria
Aspetti magici, morali e mistici del sacrificio
Altare di sangue
Il mito
VI. IL RISVEGLIO
NOTE
INDICE ANALITICO
Il Tantra dell’Amore
L’arte del piacere totale
Autore/i: Muir Charles; Muir Caroline
Editore: Sperling & Kupfer Editori
introduzione degli autori, traduzione di Alessandro Magherini.
pp. 156, Milano
In un mondo in cui il privato rischia di venir soffocato dalle esigenze sociali e professionali, e il sesso trema sotto la minaccia strisciante dell’AIDS, la coppia aspira comunque a un rapporto più soddisfacente e qualitativamente migliore. All’erotismo agonizzante e a un piacere sempre più trascurato le antiche discipline orientali tendono una insperata ancora di salvezza: il tantra. Il termine rimanda a una serie di testi esoterici indù che trattano rituali, esercizi e meditazioni di carattere sessuale. L’antico tantra è una concezione secondo la quale l’amore dei sensi e un sacramento, un sistema che può innalzare il ménage di coppia a livello d’arte. Non è un magico talismano che promette risultati istantanei e mirabolanti, ma una possibilità per attingere a una particolare energia, capace di infondere una stabile armonia e al tempo stesso un nuovo impulso ai momenti d’intimità. Chiaro ed esauriente, questo interessante volume si articola in due parti: la prima consiste in una iniziazione al tantra, ai suoi obiettivi, alla sua filosofia e alla scienza su cui si basa; la seconda espone i rituali specifici, lo yoga, cioè l’« unione », che . i partner devono mettere in pratica per approdare a un’appagante, totalizzante e meravigliosa intesa. A chi desidera arricchire la vita a due, la sapienza orientale offre la via per compenetrare la sfera fisica, spirituale ed emotiva e raggiungere una profonda unione.
Fondato sugli illuminanti seminari condotti da Charles e Caroline Muir, un libro che tutti dovrebbero leggere, assimilandone il rasserenante messaggio e abbandonandosi alla sua musica suggestiva e intrigante.
«Charles Muir […] ci invita a compiere con lui un salto di consapevolezza e a entrare nella Nuova Era. Qualunque sia lo sforzo necessario… ne vale sicuramente la pena!» (Yoga Journal)
«I Muir portano coraggiosamente all’attenzione del pubblico l’importanza del libero fluire dell ’energia sessuale per il benessere mentale e fisico – un rapporto che è stato troppo trascurato dalla moderna psicologia. Il loro lavoro sul risveglio del ‘punto sacro’ può rivelarsi come una delle più formidabili tecniche di guarigione: un metodo rapido e potente associato a un grande piacere.» (Dottoressa Janna Fineberg, psicologa)
Studioso di yoga fin dal 1965, Charles Muir ne è diventato insegnante nel 1967, dopo essere stato discepolo di famosi maestri. Dal 1969 al 1974 è stato codirettore delle Hittleman Yoga School di New York e del New Jersey e nel 1978 ha fondato le Source School of Yoga con varie sedi in California. Caroline Graham Muir è senior vice-president della Hawaiian Goddess Inc. Da vent’anni pratica lo yoga e lo insegna. Terapeuta professionista, specializzata in massaggi e in altre tecniche curative, è responsabile di corsi di gruppo femminili., Insieme, i due autori tengono lezioni di tantra nella loro sede di Kahului, alle Hawaii.
Arte Egea
Autore/i: Demargne Pierre
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prima edizione italiana, introduzione dell’autore, traduzione dal francese di Giulia Veronesi.
pp. 448, ricchissimo apparato di foto e illustrazioni a colori e b/n nel testo e fuori testo, nn. tavv. a colori e b/n ripiegate, Milano
Dall’introduzione dell’autore:
«Difficile sarebbe stato, ancora non molti anni or sono, immaginare la nascita e la prima infanzia dell’arte greca. Quando, nel 1764, J. Winckelmann pubblicava la sua Storia dell’arte antica, notava, giustamente, che la bellezza non appare subito, alle origini dell’arte greca; e che molte sono le tappe, prima di giungere a Fidia. Citava, in base ai testi, le statue in legno di Dedalo o di Smilide, ma era costretto a procedere ancora in modo scolastico, non potendo immaginare quella che oggi noi chiamiamo l’arte delle origini: conosceva soltanto le monete arcaiche di Atene e della Sicilia, nelle quali non scorgeva bellezza alcuna. Quella bellezza in cui egli ravvisava la legge stessa dell’arte greca, gli appariva d’altronde, nella sua compiuta espressione, non già nelle opere che noi oggi chiamiamo classiche, bensì in quelle per cui abbiamo creato il termine di ellenistiche; e persino nelle loro copie romane.
Durante tutto l’Ottocento, s’è continuato in generale a ritenere che non vi fosse vera arte greca prima delle sculture del Partenone, e che il solo linguaggio parlato dai Greci fosse quello della bellezza e della fedeltà alla natura. A poco a poco, tuttavia, l’arte arcaica si rivelava, facendo capire che la Grecia, come il Medioevo, aveva avuto i suoi primitivi, e che aveva avuto perfino un’arte rozza e barbara, l’arte geometrica, la quale diede scandalo fino al giorno in cui i moderni la riscopersero per proprio conto.
Appunto di queste prime età parlerà il nostro libro: anzi, proprio dell’infanzia dell’arte greca, poiché ci fermeremo alle soglie di quel VI secolo, che vide l’arcaismo raggiungere l’età adulta. E sarà evocata anche la vita precedentemente vissuta dall’arte nella medesima terra, cioè l’arte preellenica. Diremo, infatti, come una straordinaria introduzione all’arte greca sia stata offerta, quasi cento anni or sono, dagli archeologi, con la scoperta di un completo ciclo artistico precedente quello sino allora conosciuto. Venivano cosi arretrate prodigiosamente nel tempo le origini dell’arte antica, e noi apprendemmo che gli artisti avevano parlato, l’una dopo l’altra, le lingue più diverse.
Molti studi sono già stati dedicati a quelle origini; questo si propone tuttavia con una certa originalità, in quanto oltrepassa anzitutto i limiti sinora osservati, in duplice direzione, quella storica e quella geografica. È ormai nell’uso far risalire l’Età del Bronzo fino alla sua premessa neolitica, ma è assai più raro che uno studio sull’arte preellenica vada oltre i limiti del Bronzo per estendersi fino ai primi secoli dell’Età del Ferro, che già sono i secoli dell’arcaismo greco, sin verso la fine del VII secolo.[…]»
Introduzione
Prima parte – Arti preelleniche, arti micenee
I. La scoperta delle civiltà preelleniche
II. Quadro geografico e cronologico dell’arte egea
Tavola della cronologia preellenica
III. La preistoria egea: l’Età della Pietra, il Calcolitico e il Bronzo Antico
IV. Il Bronzo Medio e la civiltà dei primi palazzi di Creta
V. Il Bronzo Recente e la civiltà dei secondi palazzi cretesi
VI. Il Bronzo Recente e la civiltà micenea
VII. Espansione del mondo miceneo: nascita delle civiltà composite
VIII. Omero, Micene e le scritture micenee
Conclusione sull’arte preellenica
Seconda parte – L’alto arcaismo greco
IX. La scoperta dell’alto arcaismo geometrico e orientalizzante
X. Il quadro geografico e cronologico dell’alto arcaismo greco
Tavola della cronologia dell’alto arcaismo
XI. Dal miceneo al geometrico: eredità e novità
XII. La Grecia e l’Oriente
XIII. L’alto arcaismo greco: l’arte orientalizzante
XIV. L’alto arcaismo greco e le zone periferiche: orientalizzazione ed ellenizzazione
Conclusione
Terza parte
Indice analitico
Bibliografia
Documentazione archeologica
Carte geografiche
Le Origini Mediterranee della Seta
Autore/i: Bamonte Antonio
Editore: Arti Grafiche Fantoni & C.
unica edizione, premessa dell’autore.
pp. 244, XLVIII tavv. b/n f.t., Venezia
Sommario:
Premessa
CAPITOLO PRIMO
La communis opinio nella storia della seta
CAPITOLO SECONDO
L’asserita origine cinese dell’arte serica
I. – Se la Cina sia la patria della seta
II. – Se i Seres fossero i Cinesi
III. – L’Isola di Cos
CAPITOLO TERZO
La conoscenza e l’uso della seta nel mondo greco-romano
I. – Nella mitologia: Ercole e le Esperidi – Giasone e Medea Demetra e Panfila – Minerva ed Euripilo
II. – Nell’arte poetica – Omero: Il peplo di Elena – Il chitone di Ulisse – La porpora – Nell’arte figurativa: Scultura ionica – Dori e Attici – Fidia e la sua Scuola
III. – Nella scienza: Il bombylio di Aristotele – I seres di Virgilio – I seres ed i bombyces di Plinio – Le «agresti tignole» e la tela di Arakhne in Ovidio
CAPITOLO QUARTO
Dalla purpura di Plauto alle sericae vestes di Ulpiano
I. – La più antica menzione della seta nella letteratura latina
II. – Rapporto tra le vesti sericae con le bombycinae e le coae: Le affermazioni del Besnier – Il responso di Ulpiano
CAPITOLO QUINTO
L’Autarkia serica dell’Imperatore Giustiniano: Le contradizioni di Procopio – Terzo tempo
SINTESI
BIBLIOGRAFIA