Libri dalla categoria Cultura Araba
I Maya
Autore/i: Morley Sylvanus G.; Brainerd George W.; Sharer Robert J.
Editore: Editori Riuniti
edizione italiana a cura di Ugo Stornaiolo, prefazione di Robert J. Sharer, introduzione degli autori, traduzione di Carlo Bianchi.
pp. XII-610, riccamente illustrato in b/n, Roma
I tre studiosi che firmano questo libro figurano tra i più prestigiosi fra quanti in campo mondiale hanno indagato sull’epoca dei Maya.
Un capitolo straordinario di storia si apre davanti a noi grazie alle ricerche più complete e aggiornate che siano state intraprese per conoscere pienamente non solo i tratti fondamentali ma anche gli aspetti più diversi e i dettagli di quella civiltà singolarissima.
Confluiscono nell’opera di Morley, Brainerd e Sharer tutte le scoperte ottenute negli ultimi trent’anni. L’analisi abbraccia la formazione delle prime culture umane importanti, l’organizzazione sociale, la vita quotidiana, il territorio, i commerci, la cultura artistica, il pensiero ideologico e cosmologico, la lingua parlata e scritta, le conoscenze scientifiche e le applicazioni pratiche, per concludersi con l’arrivo dei conquistadores, che spazzarono via quel mondo. Se oggi è possibile mettersi sulle tracce di un grande passato, riportando sotto il controllo della investigazione scientifica tanta parte di ciò che si è tramandato finora come «leggenda» o «mistero», lo si deve a imprese di questo valore. Il consolidato successo, il crescente interesse per i «mondi perduti» dello sterminato continente americano fanno di questa grande opera un classico del genere: gli Editori Riuniti la ripropongono in veste rinnovata.
Tappeti
Autore/i: Autori vari
Editore: Club degli Editori
prefazione di John C. Hicks, disegni di Raffaello Segattini.
pp. 448, 350 illustrazioni a colori, Milano
Il tappeto, prodotto e oggetto d’uso, oltre che forma d’arte, tipicamente orientale, è ormai entrato nelle abitudini e negli usi della civiltà occidentale.
Questo volume vuol essere una guida pratica alla conoscenza e alla valutazione di questi manufatti divenuti ormai così familiari a tutti.
Nell’ampia introduzione viene esaminata la tecnica di produzione dei tappeti, si spiegano i procedimenti impiegati per la loro fabbricazione, i principali materiali e attrezzi usati nelle lavorazioni, le particolarità tecniche dei vari nodi, dell’ordito e delle possibili trame, con indicazione dei colori usati, vegetali e animali oltre che, più di recente, industriali.
Vengono.quindi trattati gli aspetti più propriamente culturali, l’area di diffusione del tappeto, le sue origini e i ritrovamenti più antichi, il valore del prodotto dal punto di vista storico e artistico.
L’introduzione è completata da consigli pratici per l’acquisto e la manutenzione del tappeto, e da un elenco delle più usate definizioni commerciali.
La parte a schede, che segue una classificazione geografica per grandi gruppi reca un’ampia scelta di capolavori dai quali il lettore, sia esso conoscitore o neofita, può trarre tutte le possibili indicazioni per quanto riguarda i motivi maggiormente usati nelle varie zone di produzione, il loro significato e il loro utilizzo nella produzione più comune.
Ogni scheda, che esamina in dettaglio il tappeto raffigurato descrivendone tutte le caratteristiche, è completata da simboli relativi ai materiali usati, al tipo di nodo e di decorazione, oltre che da una cartina che indica la zona o il luogo di origine del tappeto.
Chiudono il volume un glossario dei termini specialistici maggiormente in uso e un indice analitico che facilita la consultazione dell’opera.
Misteri Antichi
Un viaggio avvincente tra gli enigmi e i segreti che circondano gli albori della civiltà
Autore/i: Baigent Michael
Editore: Marco Tropea Editore
traduzione di Cossiga Anna Maria.
pp. 344, 27 tavv. b/n f.t., ill. b/n, Milano
Che cosa sappiamo realmente della nostra storia più antica? Perché alcune sconvolgenti scoperte sono passate sotto silenzio? Le origini dell’uomo rivisitate in un appassionante, imprevedibile percorso attraverso i millenni.
Quando nel 1989 un’équipe di archeologi israeliani rinviene, nel nord della Giordania, una tavola di legno lavorata con tecniche estremamente raffinate, le successive, sorprendenti analisi non sembrano lasciare dubbi: l’oggetto ha almeno 500 000 anni; risale cioè a un’epoca in cui, secondo gli storici, gli uomini vivevano ancora nelle caverne.
Michael Baigent riporta alla luce questa e altre vicende coperte dal silenzio della scienza ufficiale per insinuare il dubbio che ancora poco o niente si sappia sulle reali origini della civiltà. L’uomo non è il discendente diretto della scimmia, e l’evoluzione del genere umano non è stata un processo lento e graduale. Nel sud della Turchia, per esempio, sono state rinvenute tracce antichissime di una civiltà urbana perfettamente sviluppata, in una zona successivamente deserta. Ma l’autore offre interpretazioni inedite anche per gli enigmi riguardanti l’antichità più remota, come Atlantide, le Piramidi di Giza e la Sfinge.
Per completare il suo viaggio tra i Misteri antichi, Baigent ripercorre le vicende dell’ermetismo e dell’alchimia nel corso dei secoli, nonché i sospetti e l’atteggiamento persecutorio che le hanno accompagnate. Come si spiegano le origini degli insegnamenti alchemici e perchè le istituzioni religiose, politiche e accademiche hanno sempre cercato di coprire questa saggezza dietro un velo di silenzio?
Un appassionante percorso agli albori della civiltà, tra le controversie e i misteri che ancora avvolgono le nostre radici.
Michael Baigent è nato in Nuova Zelanda nel 1948 e dal 1976 vive stabilmente in Gran Bretagna, dove ha ottenuto la laurea in psicologia presso l’Università di Canterbury (Christchurch). Insieme a Richard Leigh ha pubblicato numerosi saggi, tra i quali ricordiamo i best seller Il mistero del Mar Morto, L’elisir e la pietra e, con Henry Lincoln, Il Santo Graal e L’eredità messianica.
Le Origini Culturali del Terzo Reich
Autore/i: Mosse George L.
Editore: Il Saggiatore
introduzione dell’autore, traduzione di Francesco Saba Sardi.
pp. 504, Milano
Come è stato possibile che, nel cuore della vecchia Europa, persone «perbene», intelligenti e istruite abbiano aderito in massa alla causa del nazismo, abbracciandone i valori? Molti vedono nell’ideologia nazionalsocialista il prodotto di poche menti squilibrate, o una mera costruzione propagandistica per conquistare il consenso popolare. Ma l’ascesa di Hitler non fu un incidente della storia.
Il Saggiatore ripropone al lettore italiano Le origini culturali del Terzo Reich, il primo saggio ad aver esaminato il nazismo come sistema di pensiero capace di comporre – attraverso il collante dell’antisemitismo – convinzioni e ideali che da tempo circolavano nella società tedesca: il misticismo naturalistico del Volk, l’irrazionalismo neoromantico, l’ossessiva riscoperta di un passato mitologico, il rifiuto del governo rappresentativo e dell’urbanizzazione, il razzismo. Un’ideologia «nazional-patriottica» che si era accesa nelle circostanze dettate dalla travagliata unificazione tedesca e dall’impatto della rivoluzione industriale su una società prevalentemente agricola, e che divampò in seguito al diktat del trattato di Versailles e all’enorme instabilità della Repubblica di Weimar. Il nazismo fu la tragica risposta a una crisi del pensiero e della politica che in Germania imperversava da decenni.
Per comprendere il passato, lo storico deve penetrare nella percezione che gli uomini comuni hanno del tempo in cui sono immersi. Guidato da questa premessa, George L. Mosse offre un contributo tuttora imprescindibile per ripercorrere la lunga strada che portò al potere il più vasto e terribile movimento di massa del Novecento.
George L. Mosse (1918-1999), tedesco di origini ebraiche naturalizzato statunitense, è stato uno degli storici più influenti della seconda metà del Novecento. Tra le sue opere più rilevanti, La cultura dell’Europa occidentale nell’Ottocento e nel Novecento (1974), La nazionalizzazione delle masse (1975), Il razzismo in Europa (1980).
L’Immaginazione Creatrice
Le radici del sufismo
Autore/i: Corbin Henry
Editore: Editori Laterza
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Leonardo Capezzone
pp. 358, 4 tavv. b/n f.t., Bari
«L’immaginazione attiva è essenzialmente l’organo delle teofanie, poiché essa è l’organo della Creazione, e quest’ultima è essenzialmente teofania. Nella misura stessa in cui l’Essere Divino è creatore poiché ha voluto conoscersi negli esseri che lo conoscono, è impossibile dire che l’immaginazione sia “illusoria”. Il nostro essere manifestato è l’immaginazione divina; la nostra immaginazione è immaginazione dentro la sua immaginazione.» (Henry Corbin)
Questo studio magistrale su Ibn’Arabî, uno dei più grandi filosofi e mistici sufi, ci fa conoscere aspetti essenziali e suggestivi della corrente esoterica dell’Islam. Ci imbattiamo così in un Dio ‘patetico’ piuttosto che onnipotente, venato di tristezza e nostalgia. La creazione, atto della sua immaginazione, proviene dal suo bisogno di essere conosciuto, e il cuore del mistico è il luogo in cui essa trova il proprio vero compimento. Dice Ibn’Arabî: «se egli, col suo essere, ci ha dato la vita e l’esistenza, anch’io do a lui vita conoscendolo nel mio cuore».
Henry Corbin (1903-1978) è stato tra i più originali interpreti del pensiero filosofico e mistico dell’Islam. Succeduto a Louis Massignon nella cattedra di Islamistica alla Sorbonne, l’influenza di Corbin ha varcato i ristretti confini disciplinari. Tra le sue opere pubblicate in Italia e più volte ristampate: Il paradosso del monoteismo; Storia della filosofia islamica; L’alchimia come arte ieratica ; Corpo spirituale e terra celeste.
Prefazione alla seconda edizione francese – Introduzione – Capitolo I. Tra Andalusia e Iran: lineamenti di una topografia spirituale – Capitolo II. La curva biografica di Ibn’Arabî e i suoi simboli – Capitolo III. Situazione dell’esoterismo – Parte prima Simpatia e teopatia – Capitolo I. Passione e compassione divine – Capitolo II. Sofiologia e “devotio sympathetica” – Parte seconda Immaginazione creatrice e preghiera creatrice – Prologo – Capitolo I. Della Creazione come teofania – Capitolo II. Immaginazione teofanica e creatività del cuore – Capitolo III. Preghiera dell’uomo e preghiera di Dio – Capitolo IV. La “Forma di Dio” – Note – Indice analitico
Il Primato della Chiesa di Roma
Documenti, riflessioni, conferme
Autore/i: Guarducci Margherita
Editore: Rusconi
premessa dell’autrice.
pp. 184, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Il primato della Chiesa di Roma rispetto alle altre Chiese cristiane è un problema secolare che fautori e oppositori hanno spesso vivamente e talvolta drammaticamente dibattuto. Innumerevoli pagine sono state scritte sull’argomento, quasi esclusivamente da teologi e da giuristi.
Con questo suo nuovo libro, Margherita Guarducci estende per la prima volta le ricerche ad altre e svariate discipline quali la filologia, la storia antica, l’archeologia, l’epigrafia, e giunge a dimostrare che anche queste discipline contribuiscono a chiarire ed a risolvere l’immane problema.
Ne risulta un quadro d’inattesa vivacità, che abbraccia oltre due millenni di storia, illuminato da certi «primati» di cristianità tuttora esistenti nella sola Chiesa di Roma e che qui per la prima volta vengono raccolti e valutati insieme: il possesso della più antica basilica cristiana (la Basilica Lateranense), del più antico ritratto di Cristo, della più antica icona di Maria, della più antica statua cristiana, e soprattutto della più antica reliquia sicuramente autentica, quella di Pietro nella Basilica Vaticana.
Esaminando col dovuto rigore scientifico il grande quadro nel suo complesso e nei suoi particolari, Margherita Guarducci mette in evidenza certe concatenazioni di eventi che, obbedendo quasi ad un arcano disegno, contribuiscono a confermare il primato della Chiesa di Roma.
L’antica universalità di Roma sopravvive tuttora nel primato spirituale della Chiesa romana, «cattolica» cioè universale. E la sopravvivenza è garantita per i secoli dall’eccezionale presenza in Vaticano degli autentici resti mortali di quell’Apostolo che Cristo stesso prescelse come suo vicario in terra.
Margherita Guarducci, fiorentina di famiglia e di nascita, si laureò nel 1924 presso l’Università di Bologna; segul poi corsi di perfezionamento a Roma, ad Atene e in Germania.
È socio nazionale dell’ Accademia dei Lincei e di varie altre accademie italiane e straniere, fra cui la British Academy in Inghilterra e la Mainzer Akadernie in Germania.
La sua vasta attività scientifica si è via via concretata in molti scritti (quasi quattrocento), pubblicati in Italia e all’estero. Emergono, fra l’altro, i quattro volumi di Inscriptiones Creticae (19351950), frutto di lunghe esplorazioni epigrafiche ed archeologiche nell’isola di Creta, i quattro volumi di Epigrafia Greca (1967-1978), cui si è aggiunto poi il volume singolo Epigrafia Greca (1987). Largo interesse hanno destato anche le ricerche epigrafico-archeologiche sulla casa di Properzio ad Assisi (1979-1985) e quelle sulla falsità della celebre «Fibula Prenestina» (1980-1987).
L’attività di Margherita Guarducci in Vaticano, svoltasi dal 1952 in poi, è culminata nell’ardua decifrazione dei graffiti cristiani sotto l’altare della Confessione (1958) e nel riconoscimento delle reliquie di Pietro (1965). La sua bibliografia su argomenti petriani (circa 40 scritti) si estende dal 1952 in poi ed è riportata nel libro La tomba di san Pietro (Rusconi, 1989).
Le Meraviglie del Cuore
(Kitâb ’aja’ib al-qalb)
Autore/i: Al-Ghazālī
Editore: Edizioni Il leone verde
a cura di Ines Peta.
pp. 184, Torino
Culla delle aspirazioni buone e malvagie dell’uomo, sede dello spirito e fonte della conoscenza, il cuore è l’essenza dell’uomo, e in quanto tale è in grado di cogliere, al termine di un arduo quanto affascinante percorso interiore, il Principio eterno. La religione si configura pertanto come esperienza intima, in cui la ricerca di Dio avviene attraverso l’introspezione, perché “chi ignora il proprio cuore ignora se stesso e chi ignora se stesso ignora il suo Signore”. Ma il cuore è come uno specchio: se è limpido, vi si riflettono i tesori del Mondo Celeste; se invece è arrugginito dal peccato, questi gli sono preclusi. La chiave per rendere lo specchio del cuore perfettamente polito è la lotta interiore: l’uomo deve imparare a guidare rettamente gli eserciti che Dio ha assegnato al cuore, e che ora sono a Lui fedeli e Lo servono spronando al bene, ora a Lui ribelli per istigazione del demonio. Questi eserciti sono appunto le “meraviglie del cuore”. Per combattere le tentazioni di Satana, l’uomo deve pertanto mondare e purificare la propria anima con i mezzi consigliati dai sufi, poiché la loro Via ha come meta suprema l’incontro con Dio.
Il Testamento di San Giovanni
La drammatica testimonianza di un apostolo che contribuì a manipolare il messaggio di Gesù
Autore/i: Benítez Juan José
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro
traduzione di Italia Bellinato.
pp. 240, Vicenza
73 anni dopo la morte e la resurrezione di Gesù, Giovanni di Zebedeo (San Giovanni Evangelista) scrive a Efeso la sua quarta e ultima epistola, rivelando quel che nessuno si è azzardato a rivelare fino a quel momento: lui e gli altri componenti del primo collegio apostolico hanno commesso degli errori, deformando e manipolando il messaggio cristico. Il più grave di tutti è aver fondato una Chiesa basandosi su un’interpretazione sbagliata delle parole di Gesù, il quale, in realtà, non intendeva creare nulla del genere. Per porre rimedio a questo e ad altri sbagli che hanno distorto la vera fede, Giovanni dà vita a una seconda “Apocalisse” (ovvero “Rivelazione”), alla scoperta di sublimi verità.
Basandosi su testi noti anche alla Chiesa Cattolica (che li tiene però nascosti), con “Il Testamento di San Giovanni”, Benítez ci offre una narrazione avvincente e profondamente significativa, in cui rivive lo spirito cristiano originario.
Juan José Benítez è un celebre giornalista investigativo spagnolo, conferenziere, scrittore e instancabile ricercatore. Da oltre trent’anni compie viaggi in ogni luogo del pianeta per indagare sui misteri della storia. Ha studiato a fondo frammenti della Bibbia e vangeli apocrifi, realizzando libri appassionanti e di grande successo (4 milioni di copie) come “Il Papa Rosso”.
Il Pensiero Esoterico di Leonardo
Autore/i: Vulliaud Paul
Editore: Edizioni Mediterranee
introduzione di Gianfranco de Turris, premessa dell’autore, traduzione di Barbara Pavarotti.
pp. 112, 2 tavv. b/n, Roma
Questo saggio di Paul Vulliaud è una interpretazione di carattere esoterico di due quadri di Leonardo, il Bacco e il Giovanni Battista, con lo scopo di rintracciarvi un messaggio «neoplatonico» ed un riferimento alla mitologia tradizionale e ai suoi «misteri». L’Autore si basa esclusivamente sul simbolismo pittorico, e ciò può apparire in contrasto con alcuni atteggiamenti dello stesso artista, oltre che con l’imposizione essenzialmente «scientifica» dei suoi studi e delle sue ricerche. Ma Vulliaud è convinto che questo grande uomo, dopo essere stato assorbito dai suoi progetti di ingegneria e dalle sue esperienze di saggio, abbia chiesto all’arte un mezzo per esprimere le sue idee mistiche. Recenti studi hanno portato ulteriore materiale e molte prove a sostegno di tale tesi, corroborando in tal modo le affermazioni del Vulliaud. L’incongruenza è quindi soltanto apparente, dal momento che il lato tecnico ed esteriore dell’opera evidentemente non incideva sulle idee, la filosofia e la «visione del mondo» intime di Leonardo. La sua opera è simbolica, o almeno il simbolo è il segno sensibile per mezzo del quale l’artista ha espresso il suo pensiero; e se noi decifriamo questo simbolo, tutto il mistero si dissolverà. A Leonardo, genio universale, inventore, scienziato e artista, va dunque la gloria di avere riunito in una sintesi ineguagliabile il «vero» e il «bello», realizzando una grandiosa armonia tra verità morale e verità artistica. E se i pittori mistici hanno fatto discendere il cielo in terra, è giusto dire che Leonardo ha innalzato l’elemento umano sublimandolo nel divino.
Paul Vulliaud (1875-1950) è stato scrittore, traduttore e pittore francese. Di religione cattolica si è però occupato di tradurre e commentare la Bibbia ebraica, lo Zohar, così come opere di Dante, Shakespeare e Salomon ibn Gabirol.
Le Nove Porte
I segreti del chassidismo
Autore/i: Langer Jiří
Editore: Adelphi Edizioni
prefazione di František Langer, traduzione dal cèco di Ela Ripellino.
pp. XXXV-268, Milano
«Dallo speciale mondo chiuso e anacronistico delle comunità chassidiche sperdute nelle grandi gelide pianure orientali non s’innalzerà mai più una voce. Il libro del ceco Jiří Langer Le nove porte è il documento meno mediato di cui oggi si possa disporre per avvicinare l’oscuro e luminoso regno dei chassidìm, cuore di quell’universo perduto». (Sergio Quinzio)
Libro della Guarigione
Le cose divine
Autore/i: Avicenna
Editore: Utet
a cura di Amos Bertolacci.
pp. 860, Novara
Scritto tra il 1020 e il 1027, il Libro della guarigione (Kitāb al-Šifā’) del medico persiano Avicenna è ancora oggi un punto di riferimento per chiunque voglia comprendere l’evoluzione del pensiero occidentale dopo Platone e Aristotele. Questo trattato, punto d’incontro tra la filosofia greco-araba e la teologia islamica, segna infatti il culmine di tutta la tradizione precedente e, insieme, l’inizio di una nuova fase della concezione e della prassi filosofica. Nell’opera, l’originario pensiero di Aristotele, dopo essere stato reinterpretato secondo le indicazioni degli esegeti greci, viene coniugato con una visione del mondo di matrice monoteista: è grazie a questa sintesi che il Kitāb al-Šifā’ ha goduto di grande fortuna non solo nel mondo arabo, ma anche tra i teologi e filosofi cristiani. Non è un caso che, all’interno della Divina commedia, Dante faccia sedere Avicenna – unico filosofo musulmano, assieme ad Averroè – nel “castello degli spiriti magni”: come scrive nell’introduzione al volume Amos Bertolacci, Avicenna è «l’esecutore materiale del progetto di rifacimento della filosofia di Aristotele che è insito nella tradizione precedente». Il Libro della guarigione è una pietra miliare che delimita il percorso compiuto dalla filosofia fino all’XI secolo.
Indice
7 Introduzione
11 1. Il Kitàb al-gifà’ e le altre opere filosofiche di Avicenna
18 2. Avicenna tra Occidente ed Oriente: l’appartenenza della
tradizione aristotelica e la «filosofia orientale»
26 3. Il Kitàb al-Sifà’: contenuto e stile
34 4. Avicenna e la tradizione aristotelica
42 5. L’Ilàhiyyàt: l’interpretazione avicenniana della Metafisica
di Aristotele
78 6. La ricezione latina dell’Ilàhiyyàt:
88 7. Conclusione
91 Nota biografica
93 Nota bibliografica
111 La presente edizione
131 Abbreviazioni usate nell’introduzione, note ed indici della traduzione
LIBRO DELLA GUARIGIONE
LE COSE DIVINE
136 Invocazione iniziale e titolo
137 Primo trattato
138 [1] Capitolo riguardante l’inizio della ricerca del soggetto
della filosofia prima, affinché risulti chiara la sua
qualità distintiva tra [i soggetti de] le scienze
151 [2] Capitolo riguardante la determinazione del soggetto di questa scienza
163 [3] Capitolo riguardante l’utilità di questa scienza, il suo rango
e il suo nome
175 [4] Capitolo riguardante tutto ciò di cui si discute in questa scienza
181 [5] Capitolo riguardante il [modo di] significare «esistente», «cosa»
e le loro prime divisioni tramite ciò che contiene una rammemorazione
di ciò che si intende [significare]
196 [6] Capitolo riguardante l’inizio della trattazione dell’Esistente
Necessario e dell’esistente possibile: l’Esistente Necessario non
ha nessuna causa, mentre l’esistente possibile è causato; l’Esistente
Necessario non è pari a nient’altro nell’esistenza e, quanto ad essa,
non dipende da nient’altro
205 [7] Capitolo riguardante il fatto che l’Esistente Necessario è unico
213 [8] Capitolo riguardante il chiarimento del vero e del veridico, e la
difesa della prima proposizione tra le premesse vere
227 Secondo trattato
228 [1] Capitolo riguardante la notificazione della sostanza e delle sue
divisioni in termini generali
235 [2] Capitolo riguardante l’accertamento della sostanza corporea e di
ciò da cui essa risulta composta
250 [3] Capitolo riguardante il fatto che la materia corporea non può
spogliarsi della forma [corporea]
261 [4] Capitolo riguardante l’anteriorità della forma rispetto alla
materia nel rango dell’esistenza
275 Terzo trattato
276 [1] Capitolo riguardante l’indicazione di ciò che occorre indagare
riguardo allo stato delle nove categorie ed alla loro accidentalità
281 [2] Capitolo riguardante la discussione dell’uno
290 [3] Capitolo riguardante l’accertamento dell’uno e del molteplice, ed
il chiarimento del fatto che il numero è un accidente
299 [4] Capitolo riguardante il fatto che le estensioni sono accidenti
311 [5] Capitolo riguardante l’accertamento della quiddità del numero,
la distinzione delle sue specie, ed il chiarimento dei suoi principi
318 [6] Capitolo riguardante l’opposizione tra l’uno ed il molteplice
329 [7] Capitolo riguardante il fatto che le qualità sono accidenti
337 [8] Capitolo riguardante la conoscenza ed il fatto che essa è un accidente
343 [9] Capitolo riguardante la discussione delle qualità che si trovano
nelle quantità e la prova della loro esistenza
353 [10] Capitolo riguardante il relativo
365 Quarto trattato
366 [1] Capitolo riguardante ciò che è anteriore, ciò che è posteriore e
l’iniziare ad esistere
376 [2] Capitolo riguardante la potenza e l’atto, la forza e la debolezza, e
la prova del fatto che ogni cosa che viene generata possiede una materia
400 [3] Capitolo sul perfetto, l’imperfetto, ciò che è al di sopra della
perfezione, il tutto e l’intero
409 Quinto trattato
410 [1] Capitolo riguardante le cose comuni e la modalità della loro esistenza
428 [2] Capitolo riguardante il modo in cui l’universalità appartiene alle
nature universali (completamento della discussione su questo tema), e
la distinzione del tutto e della parte dall’universale e dal particolare
438 [3] Capitolo riguardante la distinzione tra il genere e la materia
448 [4] Capitolo riguardante la modalità secondo la quale le nozioni
esterne al genere rientrano nella natura del genere
460 [5] Capitolo riguardante la specie
462 [6] Capitolo riguardante la determinazione e l’accertamento della
differenza specifica
471 [7] Capitolo riguardante la determinazione della relazione reciproca
tra la definizione e la cosa che viene definita
481 [8] Capitolo riguardante la definizione
489 [9] Capitolo riguardante la relazione reciproca tra la definizione e le
sue parti
497 Sesto trattato
498 [1] Capitolo riguardante i [vari] tipi di cause ed i loro stati
512 [2] Capitolo riguardante la soluzione delle obiezioni che vengono
mosse ai cultori del vero quando sostengono che ogni causa è
simultanea al suo causato; accertamento di ciò che si deve dire a
proposito della causa agente
520 [3] Capitolo riguardante la relazione reciproca tra le cause agenti ed
i loro causati
538 [4] Capitolo riguardante le altre cause: materiali, formali, finali
548 [5] Capitolo in cui si stabilisce [l’esistenza] del fine e si risolvono le
difficoltà che vengono sollevate per smentirne l’esistenza;
distinzione tra il fine e ciò che è necessario; determinazione del modo
in cui il fine è anteriore alle altre cause e del modo in cui è
posteriore ad esse
575 Settimo trattato
576 [1] Capitolo riguardante gli attributi dell’unità, cioè l’identità e le sue
divisioni, gli attributi della molteplicità, cioè la diversità e la
differenza, ed i tipi di opposizione noti
588 [2] Capitolo riguardante il resoconto particolareggiato delle dottrine
dei sapienti antichi a proposito delle idee e degli enti matematici
e della causa che [li] ha indotti a [sostenere] ciò; chiarimento
della ragione ultima dell’ignoranza che è loro occorsa, a causa
della quale hanno errato
600 [3] Capitolo riguardante la confutazione di ciò che è stato detto [dai
filosofi antichi] a proposito degli enti matematici e delle idee
613 Ottavo trattato, riguardante la conoscenza del Principio Primo di tutta
l’esistenza e la conoscenza dei Suoi attributi
614 [1] Capitolo riguardante la finitezza delle cause agenti e [delle cause]
ricettive
622 [2] Capitolo riguardante le obiezioni che vengono mosse a ciò che è
stato detto [nel capitolo precedente], e la loro soluzione
637 [3] Capitolo riguardante la chiarificazione della finitezza delle cause
finali e formali; la prova dell’esistenza del Principio Primo in
senso assoluto; la distinzione di ciò che si deve dire a proposito
della Causa Prima in senso assoluto da ciò che si deve dire a
proposito della causa prima in senso determinato; chiarimento del
fatto che ciò che è Causa Prima assoluta è causa delle altre cause
642 [4] Capitolo riguardante gli attributi primi del Principio [Primo che
è] l’Esistente Necessario
652 [5] Capitolo che è come una conferma ed una ripetizione di ciò che
è stato detto in precedenza riguardo all’unicità dell’Esistente
Necessario e riguardo a tutti i Suoi attributi negativi, a mo’ di
conclusione
660 [6] Capitolo riguardante il fatto che [l’Esistente Necessario] è perfetto,
anzi più che perfetto, buono e datore di ogni cosa che viene
dopo di Esso; che Esso è vero; che è un intelletto puro ed intende
ogni cosa; come ciò avvenga, come conosca Se stesso, come
conosca le cose universali e quelle particolari, e sotto quale
rispetto non si può dire che Esso le comprenda
674 [7] Capitolo riguardante la relazione degli intellegibili rispetto ad
Esso; chiarimento del fatto che i suoi attributi affermativi e
negativi non determinano in Esso alcuna molteplicità, e del fatto che
Esso possiede lo splendore supremo, la gloria somma e la maestà
infinita; resoconto dettagliato dello stato del piacere intellettuale
687 Nono trattato, riguardante la provenienza delle cose dall’ordinamento
primo ed il [loro] ritorno ad esso
688 [1] Capitolo riguardante l’attributo attivo del Principio Primo
703 [2] Capitolo riguardante il fatto che il motore prossimo delle cose
celesti non è una natura né un intelletto, ma un’anima, mentre il
[loro] principio remoto è un intelletto
721 [3] Capitolo riguardante il modo secondo il quale le azioni emanano
dai principi celesti, affinché con ciò si sappia ciò che occorre
sapere riguardo ai motori separati, intelligibili di per sé e
desiderati
736 [4] Capitolo riguardante l’ordinamento dell’esistenza delle intelligenze,
delle anime celesti e dei corpi superiori a partire dal Principio Primo
750 [5] Capitolo riguardante il modo in cui gli elementi si generano dalle
cause prime
759 [6] Capitolo riguardante la provvidenza; chiarimento del modo in cui
il male rientra nel piano divino
774 [7] Capitolo riguardante il ritorno [delle anime umane a Dio]
791 Decimo trattato
792 [l] Capitolo riguardante l’origine [delle cose dal Principio Primo] ed
il [loro] ritorno [ad Esso] in termini riassuntivi; le ispirazioni, le
preghiere esaudite e le punizioni celesti; gli stati della profezia; lo
stato dell’influsso degli astri [sulle cose terrene]
801 [2] Capitolo riguardante la prova dell’esistenza della profezia ed il
modo in cui il profeta predica Dio ed il ritorno a Lui [dopo la morte]
806 [3] Capitolo riguardante le azioni cultuali e la loro utilità nella vita
presente ed in quella futura
811 [4] Capitolo riguardante l’istituzione della città, l’istituzione della
casa, cioè del matrimonio, e le leggi universali che li regolano
818 [5] Capitolo riguardante il califfo e l’imam e l’ubbidienza dovuta loro.
Indicazioni riguardanti le modalità del governo, i rapporti
sociali ed i caratteri morali
INDICI
829 Indice dei principali termini filosofici arabi, con i corrispondenti
italiani e latini
835 Indice degli autori e delle opere citati da Avicenna
La Dottrina Segreta dei Rosacroce
Autore/i: Atkinson William Walker
Editore: Venexia
prefazione dell’editore, traduzione di Pierpaolo Mura.
pp. 240, ill. b/n, Roma
Partendo da un’analisi dell’antica tradizione e della dottrina segreta dei Rosacroce, l’autore ne approfondisce la simbologia più occulta attraverso alcuni aforismi fondamentali e l’interpretazione della loro rappresentazione grafica. Tra gli altri argomenti, esamina l’unità della materia, i piani di coscienza, la metempsicosi e i sette principi cosmici che governano l’Universo. Tali principi si rifanno alla tradizione alchemica più classica il cui insegnamento per analogia viene ripreso da Magus Incognito. “Così in alto, come in basso”, durante il proprio soggiorno sulla terra, l’anima umana progredisce in una sequenza il cui moto si evolve a forma di spirale e che conduce verso la propria evoluzione e liberazione.
Illustrato con i 12 simboli dei Rosacroce.
Magus Incognito – è uno dei tanti pseudonimi di William Walker Atkinson (1862-1932) avvocato americano di Chicago, prolifico autore di saggi sull’esoterismo occidentale e orientale.
Sogni Maestri
Indicazioni oniriche sulla strada della vita
Autore/i: Riedel Ingrid
Editore: Edizioni Scientifiche Ma.Gi.
prefazione dell’autrice, traduzione di Marina Pia Murrau.
pp. 168, Roma
Sogni, testimonianze dell’itinerario della vita presente nella nostra psiche.
Ognuno di noi, ogni sette o dieci anni, si trova di fronte a soglie che attendono di essere varcate. L’adolescenza, gli inizi della vita adulta o la vecchiaia sono alcune delle fasi di passaggio per eccellenza. Cosa contraddistingue ciascuna di queste transizioni? Per riconoscere le fasi della vita e per potersi orientare nei passaggi che tutti dobbiamo compiere, pochi strumenti risultano così utili quanto i sogni.
Con il loro aiuto è possibile comprendere le caratteristiche proprie di questi periodi particolarmente significativi e imparare a considerare le difficoltà come presupposti necessari per raggiungere lo stadio successivo della vita. Presupposti necessari per crescere. E quando si avvicina la fase di passaggio, i sogni compaiono copiosi. Avviano e accompagnano la transizione. L’attenzione nei loro confronti diventa rilevante per non restare bloccati nella fase precedente e per capire le possibilità intrinseche di quella nuova. Se il loro significato viene compreso, i sogni diventano – infondendo una grande forza d’animo – indicazioni preziose sulla strada della vita.
Proprio a questi sogni maestri è dedicato il libro di Ingrid Riedel.
Ingrid Riedel, nata nel 1935, psicoterapeuta e analista junghiana. Esercita la sua professione a Costanza. Professore onorario alla Facoltà di Psicologia delle religioni dell’Università di Francoforte, analista didatta dell’Istituto C.G. Jung di Zurigo, è autrice di numerose pubblicazioni tradotte in diverse lingue. Per i tipi delle Edizioni Magi è stato pubblicato il volume Colori.
Sogni Collettivi
L’immaginario comune dell’anima
Autore/i: Hark Helmut
Editore: Edizioni Scientifiche Ma.Gi.
prefazione dell’autore, traduzione di Barbara Lattanzi.
pp. 264, nn. ill. b/n, Roma
«Nulla del patrimonio di esperienze accumulate nella storia dell’umanità è andato perduto. Nell’inconscio collettivo sono custodite tutte le situazioni immaginabili e tutte le possibili soluzioni.» (C.G. Jung)
Lo stato profondo della psiche, denominato da Jung l’inconscio collettivo, racchiude in sé il patrimonio culturale dell’umanità. Oltre a contenere un polo biologico con tutti gli istinti ereditari e meccanismi innati, l’inconscio collettivo è costituito dagli archetipi, fattori ordinanti capaci di generare contenuti spirituali e immagini simboliche che incontriamo nelle fiabe, nei miti e nei sogni collettivi. I simboli archetipici, che in tutti i tempi, presso tutti i popoli e in tutte le religioni esprimono esperienze sovraindividuali o manifestazioni divine, sono tra i segni distintivi dei sogni collettivi. È il caso dei quattro elementi, dell’albero, della montagna… I contenuti dei sogni collettivi proiettano il sognatore in una dimensione cosmica, in comunione con la natura, con il mondo circostante e con l’universo intero. L’affermazione di Jung che l’inconscio collettivo serba in sé i semi di future situazioni psichiche e gli elementi utili per superare tutte le crisi esistenziali pone l’umanità di fronte a una vastissima gamma di possibilità. Per non continuare a ignorare i processi evolutivi che emergono ogni notte dagli strati profondi della psiche è necessario, secondo l’autore, una nuova cultura del sogno volta a prendere in seria considerazione i processi creativi dell’inconscio e i suoi insegnamenti.
Helmut Hark, nato nel 1936, analista junghiano, teologo, è autore di numerosi volumi in cui affronta temi importanti della psicologia analitica. Vive in Germania.
La Foto – Come si Compongono e come si Giudicano le Fotografie
Manuali Fotografici Ciapanna
Autore/i: Weber Ernst A.
Editore: Newton Compton Editori
traduzione di Augusto Baracchini Caputi.
pp. 160, interamente e riccamente ill. a colori e b/n, Roma
Se la bellezza di una fotografia può essere il risultato di una buona composizione, come sostiene l’autore, questo libro insegna a realizzare, sia a colori che in b/n, foto interessanti, belle e con un significato preciso. È noto che alcune belle fotografie sono spesso il risultato di semplice fortuna.
Qui la casualità, che può portare anche a buoni risultati, e lasciata completamente da parte e l’autore cerca di affinare il giudizio di chi osserva una foto dando consigli sul modo di valutare un’inquadratura, servendosi di numerosi diagrammi e illustrazioni. In questo modo il lettore potrà avvicinarsi alla fotografia in modo completamente nuovo sia dal punto di vista dell’osservazione che della composizione. L’analisi dell’immagine, che rappresenta la parte più consistente del volume, è facilitata mediante l’attribuzione ad ogni elemento di un simbolo specifico. 60 semplici esercizi finali insegnano a mettere in pratica le regole esposte nel libro.
Ernst A. Weber e insegnante di fotografia presso la Hochschule der Künste di Berlino. Ha scritto articoli sia per riviste fotografiche che tecniche. Dal 1973 è membro della Deutsche Gesellschaft für Photographie e dal 1977 della Bund Freischaffender Foto-Designer. È inoltre autore di diversi libri sulla fotografia.
Olografia
Guida teorica e pratica della fotografia tridimensionale
Autore/i: Wenyon Michael
Editore: Cesco Ciapanna Editore
prefazione di Franco Gori, introduzione dell’autore.
pp. 176, nn. ill. b/n, Roma
L’olografia si è trasformata in brevissimo tempo da scienza del futuro in scienza del presente e tutto lascia supporre che le sue applicazioni entreranno nella vita quotidiana con la stessa rapidità.
Tuttavia, pur essendo affascinati dagli ologrammi e dalla loro fedeltà di rappresentazione degli oggetti, di solito conosciamo ben poco del loro funzionamento.
|n Olografia Michael Wenyon illustra l’arte dell’olografia in modo piacevole e comprensibile al lettore comune e ai principianti. Inizia descrivendo le proprietà fondamentali della luce e il funzionamento e le applicazioni del laser, per poi passare a spiegare come funziona l’olografia e come differisce radicalmente dalla fotografia, non solo perchè le immagini sono veramente tridimensionali, ma anche per i processi fisici che implica. Descrive poi le affascinanti possibilità dell’olografia e degli ologrammi senza tralasciare però i limiti di questo procedimento. Dopo aver indicato i vari tipi di ologrammi, come funzionano e come possono essere impiegati, ne illustra l’utilizzazione nelle belle arti, nella pubblicità e nell’insegnamento, accennando ai futuri sviluppi, quali ologrammi a raggi X, da usarsi nella diagnosi medica e telefoni olografici, utili soprattutto per i partecipanti a conferenze internazionali che non intendono allontanarsi dal proprio paese. Descrive infine altre interessanti applicazioni dell’olografia che la rendono un prezioso giocattolo per scienziati e ingegneri in vari campi, tra cui collaudi non distruttivi e memoria computerizzata. Il capitolo finale del libro fornisce istruzioni dettagliate al dilettante affinché possa produrre ologrammi a casa propria con un costo simile a quello di una buona attrezzatura fotografica. È un libro interessante e stimolante, che tratta un argomento che non può non produrre un profondo effetto in tutti i campi dell’attività umana, nell’arte e nella scienza, nel commercio, nell’industria, nello spettacolo e persino nella criminalità e nella sua prevenzione.
Il Mio Guru
Autore/i: Isherwood Christopher
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, traduzione dall’inglese di Marco Papi.
pp. 272, Milano
Dopo una prima, magica visita a New York di ritorno dalla Cina, nel 1939 Isherwood e Auden sono di nuovo in America. Isherwood ha già scritto i suoi capolavori berlinesi, ma al contrario di Auden intende godere dell’anonimato offertogli dalla società americana. Da New York si trasferisce in California, tormentato da un crescente senso di vuoto interiore. È così che a Hollywood incontra il suo guru, swami Prabhavananda, un monaco induista che lo affascina con la sua religiosità profonda e priva di ogni senso del peccato. Nasce un rapporto destinato a durare un’intera vita. Eppure, anche quando lavora con Prabhavananda alla traduzione dei sacri testi dei Vada, Isherwood non riesce, o non vuole, arrivare a spegnere il desiderio sessuale, che torna dolce e prepotente ad ogni occasione, a dispetto dei tentativi di regolarlo. Isherwood non nasconde la propria natura di commediante, i dubbi sull’autenticità della sua vocazione, ma riesce a trovare nel teatro dei desideri e delle debolezze la voce franca e ironica che i suoi lettori conoscono.
Christopher Isherwood, nato nel Cheshire nel 1904, vive dal 1933 al 1936 a Berlino, dove assiste all’avvento del nazismo, che descrive nei romanzi Il signor Norris se ne va e Addio a Berlino (Garzanti). Poi si trasferisce negli Stati Uniti e prende la cittadinanza americana. Collabora con Auden per alcuni lavori teatrali e scrive per il cinema. Muore in California nel 1986. Tra i suoi romanzi ricordiamo ancora La violetta del Prater, Un uomo solo, Ritorno all’inferno (Garzanti).
La Storia Sociale dei Processi Cognitivi
Autore/i: Lurija Aleksandr R.
Editore: Giunti Barbèra
presentazione e cura di Maria Serena Veggetti, prefazione dell’autore, traduzione di Rossana Platone.
pp. XIV-256, Firenze
Dalla presentazione di Maria Serena Veggetti:
«La ricerca sperimentale di cui si espongono i risultati in questo volume può esser considerata forse il più interessante contributo del neurologo e psicologo sovietico Aleksandr Romanovič Luria allo studio dei processi cognitivi. Ciò che rende particolarmente interessante questa ricerca è, in un certo senso, il confronto che il lettore potrà essere in grado di attuare fra i risultati ottenuti qui con il « metodo storico» dall’A. e quelli delle tante altre indagini sperimentali, sia quelle che la psicologia aveva già acquisito quando, nel 1931, Luria iniziò la presente, che quelle più recenti. L’A. osserva, infatti, che sebbene gli psicologi abbiano dedicato molta attenzione allo studio della formazione di processi psichici nelle condizioni di culture diverse, tuttavia la maggioranza degli psicologi inglesi e americani non ha preso in considerazione lo studio delle caratteristiche della struttura dei processi cognitivi e della loro modificazione connessa con lo sviluppo storico-sociale, e cioè con il progresso delle condizioni sociali di vita dei popoli in rapida evoluzione. La tesi fondamentale che sottende questa ricerca è una delle acquisizioni considerate come fondamentali della cosiddetta scuola psicologica «storico-culturale », la cui fondazione in URSS è legata, com’è noto, al nome di L. S. Vygotskij, si tratta cioè della posizione relativa alla socio-genesi dei processi dell’attività conoscitiva umana e del nesso strettissimo che lega le condizioni dell’attività pratica, dell’attività lavorativa sociale, delle popolazioni, e la definizione delle caratteristiche della loro attività mentale ad ogni livello. L’insieme di concezioni elaborate da Vygotskij in collaborazione con i due più giovani studiosi A. N. Leont’ev e A. R. Luria fu definita successivamente come la «teoria storico-culturale dello sviluppo della psiche ». Prima di pervenire a una chiara formulazione di questa teoria, Vygotskij aveva già dedicato molta attenzione allo studio del problema della coscienza, che riteneva centrale anche per la psicologia. Sappiamo che, sebbene oggi pochi psicologi avanzerebbero obiezioni preliminari a questa idea, negli anni in cui Vygotskij parlava, e scriveva, della coscienza come di «un problema della psicologia del comportamento» la sua posizione destava un certo scalpore, che era dovuto proprio alla estraneità storica di questi due ordini di problemi: quello della psicologia della coscienza e quello della psicologia del comportamento, che si riferivano a due tendenze antitetiche dell’evolversi della scienza psicologica.»
Presentazione al lettore italiano
Prefazione
CAP. I. – PRESENTAZIONE DEL PROBLEMA
Sfondo storico
Il problema della formazrione storico-sociale della psiche
Tesi iniziali
La situazione della ricerca
Metodi di lavoro
Il progetto della ricerca
CAP. II. – LA PERCEZIONE
Il problema
Il metodo
Esperimenti sulla denominazione e la classificazione delle sfumature di colore
Esperimenti sulla denominazione e la classificazione di figure geometriche
Esperimenti sulle illusioni ottico-geometriche
CAP. III. – L’ASTRAZIONE E LA GENERALIZZAZIONE
Il problema
Il metodo
Preistoria dell’esperimento
Ipotesi
Risultati della ricerca
Prove di invenzione dell’analogia
Prove di definizione dei concetti
Importanza delle parole generalizzanti
CAP. IV. – LA DEDUZIONE E LA CONCLUSIONE
Il problema
Esperimenti con i sillogismi
CAP. V. – IL RAGIONAMENTO E LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI
Il problema
Il ragionamento nel processo della soluzione dei problemi
CAP. VI. – L’IMMAGINAZIONE
Il problema
Esperimenti con domande libere
CAP. VII. – AUTOANALISI E AUTOCOSCIENZA
Il problema
Esperimenti di autoanalisi e di autovalutazione
CONCLUSIONE
Bibliografia
Viaggio nella Vertigine
Autore/i: Ginzburg Evgenia Semionovna
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, traduzione dal russo di Aldino Betti.
pp. 608, Milano
“Se consideriamo i nomi celebri della cultura sovietica contemporanea” scriveva Claude Roy in un suo sconcertante rapporto russo apparso in un recente numero del “Nouvel Observateur”, “potremmo davvero credere a un destino eccezionale…” Ed elencava i legami di stretta parentela che uniscono i nuovi nomi della cultura sovietica contemporanea a genitori e fratelli, a consanguinei e congiunti, a una generazione di vittime di Stalin. “Il giovane scrittore Axënov è figlio di una coppia di deportati” scriveva Claude Roy. “Suo padre in un campo, sua madre in un altro, alla Kolymà dove centinaia di migliaia di deportati muoiono nelle miniere d’oro ai confini di ghiaccio della Jakuzia. Il bambino è ospitato a cinque anni sotto un nome diverso in un orfanotrofio per figli di deportati. Liberata ‘sul posto’, dopo dieci anni, la madre può farsi raggiungere dal figlio.
Questi passa quattro anni in una piccola città di forzati assediata per tre quarti dell’anno dai ghiacci, poi la madre viene di nuovo arrestata… Mi si dice che circoli in copie dattiloscritte a Mosca il testo di un libro mirabile che questa donna ha redatto sulla sua deportazione.” Il testo cui allude Claude Roy viene pubblicato per la prima volta nel mondo da Mondadori. È un documento straordinario, come il lettore potrà giudicare subito dalle pagine iniziali: è la storia di una donna russa travolta dalla bufera, schiacciata da accuse che non comprende, perché non sono comprensibili neppure a coloro che le formulano, perseguitata nella fede politica come negli affetti domestici e nella sua stessa femminilità, è la storia crudele di una lunga umiliazione e di una lunga offesa patite da un essere umano, ma è insieme anche la storia di una vittoria. Perché nella bufera, la protagonista non smarrisce mai le proprie convinzioni, i propri sentimenti, la propria dignità,e dagli avvenimenti atroci o infimi è sempre disposta a imparare. Il documento acquista di pagina in pagina un consistente valore letterario, a un tratto il lettore si scoprirà intento a leggerlo non più Con l’attenzione che può essere dedicata all’autenticità di una testimonianza, ma con la commozione che può essere ispirata dalla verità di una creazione artistica capace di durare oltre l’episodio, oltre le date. Un romanzo popolare nel vero senso dell’attributo, come è stato romanzo popolare Resurrezione di Tolstoj. Ed è per questo che Viaggio nella vertigine appare in una collana di narrativa, una collana che si propone di essere veramente nuova, e una novità, forse la novità maggiore, può essere offerta, oggi, in tempi di crisi del romanzo, proprio dal coraggio di narrare, Che si identifica, come in questo testo sorprendente, nel coraggio di vivere.
Evgenia Semionovna Ginzburg, moglie di un dirigente del partito comunista sovietico e madre dello scrittore Axënov, a quanto risulta, svolge un’attività pubblicistica, rivolta in particolare ai problemi di storia della scuola sovietica. Un suo articolo sull’argomento è apparso anche di recente nel numero II del 1965 della rivista “Junost”, dalla quale abbiamo tratto la fotografia che riproduciamo qui sopra.
La sua vita, comunque quella che conta per il lettore, è tutta in questo libro. Attualmente Evgenia Semionovna Ginzburg vive e lavora a Mosca.
L’Eletta del Dragone
Da sacerdotessa di satana a crocifissa in loggia
Autore/i: Bersone Clotilde
Editore: Edizioni Segno
nuova edizione riveduta, corretta e con sconvolgenti notizie di attualità.
pp. 320, ill. b/n, Udine
Questo scritto è desunto, quasi pagina per pagina, dalle Memorie inedite di Clotilde Bersone, che fu, a Parigi, dal 1877 al 1880, l’amante di I.A. Garfield, divenuto poi, nel 1880, Presidente degli Stati Uniti e assassinato nel 1881.
Garfield è stato per molti anni il capo dell’alta Loggia degli Illuminati di Francia, e Clotilde Bersone, stando alle sue Memorie, di questa potente loggia massonica fu Affiliata, poi Iniziata e, infine, l’Ispirata (del Dragone).
Secondo autorevoli pareri, questo capolavoro aprirà gli occhi a molte anime…
Nessuna pubblicazione sulla Massoneria è più efficace di questa fotografia a colori dal vero tremendamente rivelatrice.
Già l’Osservatore Romano del 1° ottobre 1893, facendo sue le parole di illustri Sommi Pontefici scriveva: “La Frassoneria è satanica in tutto: nella sua origine, nel suo organismo, nella sua azione, nel suo scopo, nei suoi mezzi, nel suo codice e nel suo governo”. Il presente libro dimostra la verità di queste parole…