Libri dalla categoria Dottrina Ortodossa
Io Ho Molte Vite
Le straordinarie esperienze del famoso sensitivo Peter Hurkos
Autore/i: Browning Norma Lee
Editore: Armenia Editore
pp. 256, Milano
Peter Hurkos è un sensitivo di fama mondiale, noto soprattutto per i suoi interventi a fianco della legge. Ha collaborato, tra l’altro, alle ricerche sullo Strangolatore di Boston e alle indagini per l’assassinio di Sharon Tate.
Per la prima volta, Hurkos rivela nei minimi dettagli le straordinarie vie attraverso cui gli è giunto il «dono» psichico di cui oggi gode. Nel 1941 egli era un povero, incolto imbianchino olandese; fu allora che precipitò da una scala ed entrò in un profondo coma. Rimase come morto, per quattro giorni, in ospedale. In realtà, egli «rinvenne» quasi immediatamente in un altro mondo, di fronte ad un gruppo di nove individui, ognuno dei quali era la spirito di un illustre personaggio.
Norma Lee Browning, autrice di questo libro, è riuscita ad identificare, fra i nove individui davanti ai quali si trovò Hurkos, Pitagora, Raspuntin, Beethoven, Nostradamus. Hurkos, grazie ad un’intensa comunione spirituale, comunicò con loro, e fu rimandato alla vita normale.
Da allora egli gode di strane doti: e pittore, sa suonare il piano, ha capacità paranormali, «viaggia» fuori del proprio corpo.
In queste pagine, nate da una serie di colloqui registrati su nastro, Hurkos svela i misteri della sua esistenza, lasciandoci intravvedere una nuova, misteriosa dimensione spirituale per l’uomo.
Statuti Generali della Società dei Liberi Muratori del Rito Scozzese Antico ed Accettato
Pubblicati in Napoli nel 1820 (1821)
Autore/i: Autori vari
Editore: Bastogi Editrice Italiana
prefazione di Aldo A. Mola.
pp. 112, Foggia
Il 23 febbraio 1821 lo spergiuro Ferdinando I, re delle Due Sicilie, intimò ai sudditi d’accogliere a braccia aperte l’armata asburgica che il generale Frimont, su mandato del congresso di Lubiana, guidava a reprimere il sistema costituzionale affermatosi in Napoli nel luglio dell’anno precedente. La rivoluzione liberale aveva le ore contate: di li a poco essa fu spenta nelle gole di Antrodoco, tra le brughiere di Novara e nelle carceri del Lombardo-Veneto e degli Stati pontifici. Lo stesso 23 febbraio 1821 Domenico Gigli, Tommaso Mazza e Orazio De Antellis datarono gli Statuti generali della Società dei Liberi Muratori del Rito Scozzese antico ed accettato, che – scrisse Ulisse Bacci un secolo dopo -, “sia pure con molte modificazioni decretate dalle successive Costituenti, sono ancora le basi fondamentali dell’Istituto”…
…Gli Statuti che qui si pubblicano posson dunque esser considerati, a buon diritto, il lascito dei massoni partenopei a quelli italiani delle venture generazioni: i quali perciò sarebbero tornati ripetutamente a ispirarsene per restituire ordine ai loro lavori, dopo decenni di dolenti peregrinazioni, senza bussola e senza mèta, costretti a “inventare” norme nuove per ignoranza delle antiche. (Dalla prefazione di Aldo A. Mola)
Dalla Terra del Silenzio
Autore/i: Alsop Joseph
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, introduzione e nota preliminare di sir Maurice Bowra, traduzione dall’inglese di Maria Attardo Magrini.
pp. 336, nn. tavv. e ill. b/n, Milano
Circa tremila anni fa avveniva una delle più misteriose catastrofi della storia: la civiltà del bronzo micenea crollava sotto l’invasione dei Dori armati di lance di ferro.
Ma chi erano i portatori di questa civiltà?
I Micenei di Schliemann o i Minoici di Evans, costruttori dei famosi palazzi di Creta? In altre parole, erano stati i Micenei a portare la civiltà nell’isola o i Minoici a diffondere il bronzo nel continente greco?
Evans sembrava il vincitore assoluto di questa guerra archeologica quando un americano, Blegen, scoprì a Pilo, tra le rovine del palazzo di Nestore, molte tavolette di argilla scampate all’incendio, e Ventris, architetto-archeologo dilettante, riuscì a decifrarle: erano scritte in un alfabeto grecoarcaico. La storia aveva fatto un passo avanti ma l’enigma un passo indietro.
Ora in questa guerra archeologica, divenuta guerriglia da quando la specializzazione e l’erudizione hanno insegnato a procedere con infinita cautela nella giungla di dati e di reperti, si è inserito un outsider, joseph Alsop.
Commentatore politico dei più quotati in America e insieme lettore appassionato di «quasi tutto quello che si è scritto in inglese e in francese sulla Grecia antica durante la mia generazione», Alsop sa evocare con lo stile immediato del moderno reporter queste civiltà perdute. Acuto osservatore di uomini e di istituzioni, dotato di un sicuro istinto storico, sa filtrare da conoscitore e da appassionato le mute testimonianze dell’età del bronzo greca, facendola parlare con parole accessibili a tutti. Il suo libro è più che un saggio sulla famosa controversia Grecia-Creta di Schliemann-Evans e seguaci: e una inchiesta vivace e penetrante sull’origine di questa civiltà del bronzo: Alsop non pretende di risolvere, di delucidare, di individuare il «colpevole» in questo «giallo» di millenni: egli si limita a proporre paralleli, a suggerire confronti, a vedere in chiave politica quello che gli specialisti pretendono di vedere in chiave erudita, sulla base dei reperti. Le sue non sono che ipotesi; ma – ammonisce Bowra, l’illustre archeologo che ha scritto la lunga introduzione – sono ipotesi che gli specialisti farebbero bene a tenere presenti.
Il libro è corredato da oltre cento fotografie, eseguite espressamente per questa edizione da Alison Frantz.
Joseph Alsop nacque ad Avon (Connecticut) nel 1910. Studiò a Groton e ad Harvard.
Entrò molto giovane nel giornalismo, collaborando alla Herald Tribune di New York per cinque anni. Ancora prima della guerra si arruolò in marina, poi passò all’aviazione, negli equipaggi delle famose «tigri volanti».
Scoppiata la guerra, rimase quasi un anno in un campo di concentramento giapponese a Hong Kong, poi ritornò in Cina e servi di nuovo nell’aviazione. Dal 1946 Alsop è autore di una rubrica politica, «Matter of Fact», di diffusione nazionale, ed è considerato commentatore politico dei più quotati.
Attualmente vive a Washington.
La Luna ti Influenza così…
Sulla natura e sulla nostra vita – Con tabelle di facile uso quotidiano per stabilire segno per segno i giorni più favorevoli
Autore/i: Moeller E. Lukas
Editore: Giovanni De Vecchi Editore
pp. 192, nn. ill. b/n, Milano
La straordinaria influenza della luna su salute, amore, denaro, umore, programmi ecc.
Sapete che:
- le fasi lunari determinano il carattere di un incontro e di un rapporto?
- chi nasce con la Luna in Leone è mentalmente molto equilibrato, mentre il Luna-Ariete non ha assolutamente pazienza?
- la Luna decide del potere curativo dei fitofarmaci?
Senza arrivare ai lupi mannari, ecco tutta una serie di manifestazioni insolite, curiose, impreviste di cui si dice comunemente: “È colpa della Luna”. E del resto, non chiamiamo “lunatico” chi è soggetto a improvvisi sbalzi di umore?
Che cosa c’è di vero? Giudicate voi, lunario alla mano.
Questo libro offre a ciascuno la possibilità di affrontare meglio e, se è il caso, di sfruttare le influenze lunari sulla propria vita.
Pratiche tabelle vi aiuteranno a calcolare sotto quale influsso lunare avete incontrato l’uomo o la donna dei vostri sogni; se la data della firma di un contratto importante era favorevole ecc. ecc.
E. Lukas Moeller, nata in Germania nel 1931, è astrologa professionista. Proviene da una famiglia di astrologi e applica, fra l’altro, tecniche poco conosciute in Italia.
Nel nostro Paese dal 1953, collabora con molto successo a varie riviste e trasmissioni radiofoniche.
Cristianesimo e Ragion di Stato – L’Umanesimo e il Demoniaco nell’Arte
Atti del II Congresso Internazionale di Studi Umanistici
Autore/i: Autori vari
Editore: Fratelli Bocca Editori
a cura di Enrico Castelli.
pp. XV-312, LX tavv. b/n f.t., Roma
Sommario:
Cristianesimo e Ragion di Stato
Programma: II° Congresso Internazionale di Studi Umanistici
- E. CASTELLI: Discorso inaugurale
- WIDAR CESARINI SFORZA: L’eterna ragion di Stato
- SANTINO CARAMELLA: «Ragion di Stato» in Giordano Bruno
- NICOLA CIARLETTA: Laicismo e riforma
- JEAN DANIÉLOU: Le démoniaque et la raison d’État
- AUGUSTO DEL NOCE: La crisi libertina e la ragion di Stato
- RODOLFO DE MATTEI: Il problema della deroga e la «ragion di Stato»
- AUGUST DEMPF: Die Rechtsphilosophie Campanellas und die Staatsraison
- MAURICE DE GANDILLAC: La politique de Nicolas de Cues
- HENRI GOUHIER: Le nouvel humanisme selon Descartes et la politique
- JEAN HYPPOLITE: Ruse de la raison et histoire chez Hegel
- GABRIEL MARCEL: L’éclatement de la notion de sagesse
- PIERRE MESNARD: Barbosa Homem et la conception baroque de la raison d’Etat
- EUGENIO d’ORS: La mythologie classique, une constante de l’histoire
- GIACOMO PERTICONE: La «ragion di stato» e la Scuola del diritto naturale
- ALBERTO PINCHERLE: La dignità dell’uomo e l’indigeno americano
- MIGUEL REALE: Cristianesimo e ragion di Stato nel Rinascimento lusitano
- LUIS WASHINGTON: Cristianismo e Estado no espirito da Filosofia burguesa renascentista
L’Umanesimo e il Demoniaco nell’Arte
- LUDWIG BALDASS: La tendenza moralizzante in Bosch e Bruegel
- ANDRÉ CHASTEL: L’Antéchrist à la Renaissance
- WILHELM FRAENGER: Hieronymus Bosch, der verlorene Sohn
- PIERRE FRANCASTEL: Mise en scène et conscience: le diable dans la rue à la fin du Moyen-Age
- DAGOBERT FREY: Mensch, Dämon und Gott
- EUGENIO GARIN : Considerazioni sulla magia del Rinascimento
- HANS R. HAHNLOSER: Du culte de l’image au Moyen-Age
- PETER HALM: Der schreibende Teufel
- HANS HAUG: Lexs origines de l’élément démoniaque dans l’art de Grünewald
- CARL LINFERT: Die Vermummmung, eine Figuration der Angst und der Lüge
- VALERIO MARIANI: Il demoniaco in Michelangelo
- ARTHUR PELTZER: Nordische and italienische Teufels and Hexenwelt
- CELESTINA RITA PICCINATO: Il significato divino dell’arte demoniaca dei pittori nordici dei secoli XV e XVI
- HANS SEDLMAYR: Art du démoniaque et démonie de l’art
- LUIGI STEFANINI: La componente cristiana delle estetiche rinascimentali
- ENRICO CASTELLI: Mostra del Demoniaco nell’Arte
Tavole
Giuda non Tradì Gesù
Traditore o vittima di una congiura storica? Ecco le prove della innocenza di Giuda
Autore/i: Ficarra Aldo
Editore: Sugar Editore
prefazione e premessa dell’autore.
pp. 272, Milano
Giuda Iscariota è tra i personaggi più esecrati della storia da quando l’autorità dei quattro Evangelisti gli ha stampato sulla fronte il marchio del traditore.
L’autore, avvocato, non ammette per “habitus” professionale certe condanne definitive. Giuda ha così eccitato la sua curiosità: scavando è arrivato alla conclusione che non solo non tradì Gesù, ma fu da questi strumentalizzato ai suoi fini. Naturalmente per giungere a questa conclusione ha dovuto esaminare tutta la vita e l’azione di Gesù per potere esattamente inquadrare Giuda nel ruolo che il Maestro – vero regista della propria morte – gli assegnava.
L’opera prende il nome dalla prima delle tre parti che la compongono.
In «Pietro non fu a Roma» e nella «Scheda anagrafica di Gesù» l’autore non è meno sconcertante che nella prima. Egli infatti sostiene che Pietro morì a Gerusalemme nel 48 d.C. e che la data di nascita e di morte di Gesù è da porre in tempi ritenuti «impossibili» dalla storiografia corrente.
Lo studio diretto delle fonti nei testi originali, latino, greco, ebraico, l’abbondanza delle opere consultate danno un carattere di estremo rigore scientifico ad un’opera che tuttavia è accessibile anche ai non specialisti grazie al «taglio» narrativo.
L’autore infatti riesce fin dalle prime battute a eccitare la curiosità del lettore che è indotto a continuare la lettura per vedere come «va a finire».
L’autore Aldo Ficarra, nato a Piana degli Albanesi il 7 settembre 1920, vive a Milano, dove esercita la professione di avvocato. È cultore da anni di studi storici e letterari.
L’Uomo e l’Invisibile
Saggio di etnologia
Autore/i: Servier Jean
Editore: Borla
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Giovanni Cantoni e Agostino Sanfratello.
pp. 440, 52 figure e tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Torino
Gli uomini occidentali hanno un alto concetto di se stessi e – tranne alcuni studiosi – sono convinti di possedere la civiltà tout-court, giudicando tutto quel che avviene in altre aree culturali alla stregua di tentativi infruttuosi oppure ancora imperfetti di giungere allo stato di cui essi godono.
Si considerano cioè come l’ultimo anello dell’evoluzione che, partita dalla scimmia, è giunta, secondo le ricostruzioni di tipo darviriniano e teilhardiano, all’attuale uomo occidentale.
Questa tematica, che rivela un sottofondo di razzismo latente, è tipica di una cultura di stretta derivazione ottocentesca. Jean Servier, giovane etnologo di molteplici competenze, affronta questi pregiudizi diffusi con un disincantato atteggiamento critico e vaglia miti e fatti alla luce delle indagini più aggiornate sui mondi extra-europei e premoderni. Egli ci rivela che gli uomini si dimostrano fondamentalmente eguali in qualsiasi epoca e regione. Ricercano tutti una dimensione trascendente; contro ogni esperienza sensibile, credono tutti alla sopravvivenza dell’anima dopo la morte carnale. Dappertutto Servier coglie la stessa volontà di considerare l’invisibile come la sola e vera «patria umana».
Sul filo di queste analisi egli critica ogni falsificazione dell’uomo preistorico e di quello «primitivo» e ripropone all’uomo occidentale moderno misure autentiche, capaci di liberarlo dall’orgoglio confortevole per offrirgli una necessaria umiltà e un vero equilibrio. Grazie agli argomenti che affronta in chiave etnologica, in un campo cioè che sta attirando sempre di più l’attenzione del pubblico preparato, «L’uomo e l’invisibile» è un libro di interesse generale, perché tutti possono ritrovarvi la descrizione e la critica di quei «sedimenti» culturali che limitano la loro libertà spirituale.
Jean Servier è nato a Costantina (Algeria) il 2 novembre 1918. È attualmente professore di etnologia e di sociologia alla facoltà di Lettere e Scienze umane dell’Università di Montpellier. Attualmente sta studiando le tradizioni orali di Israele.
Introduzione
Capitolo primo
L’uomo e l’animale
Capitolo secondo
Quel povero uomo preistorico
Capitolo terzo
Siamo uomini preistorici?
Capitolo quarto
L’ospite invisibile
Capitolo quinto
Itinerario verso l’invisibile
Capitolo sesto
La porta di sangue
Capitolo settimo
I cavalli degli angeli
Capitolo ottavo
La scala celeste
Capitolo nono
L’uomo e l’invisibile
Capitolo decimo
L’apprendistato dell’uomo
Capitolo undicesimo
Figure dell’anima
Capitolo dodicesimo
I frutti dell’albero
Capitolo tredicesimo
« …Sarete come dèi… »
Capitolo quattordicesimo
Al ritmo del mondo
Capitolo quindicesimo
L’uomo del desiderio
Capitolo sedicesimo
La casa divina
Capitolo diciassettesimo
Il tempo delle stelle
Capitolo diciottesimo
L’ombra bianca
Conclusione
L’Uomo e la Certezza
Saggi
Autore/i: Schuon Frithjof
Editore: Borla
prima edizione, traduzione di Giovanni Cantoni.
pp. 280, Torino
È ormai consueto elencare le tappe della mentalità moderna a partire almeno da Cartesio, quando non si risalga addirittura all’illuminismo greco. E di Cartesio non si esalta tanto la positività quanto il dubbio metodico, vera sorgente di ogni possibile negazione.
«L’uomo e la certezza» è la risposta non sistematica, ma da prospettive esistenziali diverse, al dubbio e all’affermazione dell’essere come mera proiezione del pensiero, una risposta che rovescia la proposizione famosa in un «sono, quindi penso», riconducendo alle sue proporzioni naturali la ragione, e riportando in luce l’elemento essenziale dell’intuizione intellettuale.
La posizione di Schuon affonda le sue radici nella millenaria saggezza orientale, oltre che nella metafisica classica. Essa non è il solito travestimento delle dottrine orientali, operato in maggiore o minore buona fede; anzi, Schuon è fra i pochissimi che abbiano, dal punto di vista extraeuropeo, analizzato autorevolmente il mondo occidentale, e sia in grado non soltanto di giudicarlo ma anche di istradare sulla via di ritorno all’autenticità, correggendo deviazioni tanto illuministiche come romantiche.
Proprio per il suo sovrarazionalismo dichiarato, l’autore affronta ogni oggetto della sua varia indagine con una razionalità ben salda ai dati dell’esperienza e agli elementi innati della conoscenza, partendo dalla nozione di Dio, che fonda quella di religione e quindi di vita ordinata a un fine che è il suo Principio. Passa cosi di volta in volta in rassegna psicologismo ed estetismo, ateismo ed esistenzialismo, nazionalismo e scientismo; e, sempre raffrontandoli a termini essenziali come Dio, uomo e mondo, ne indica la eventuale parte di verità e ne denuncia l’errore.
Frithjof Schuon è nato a Basilea da genitori tedeschi nel 1907. Ha vissuto a lungo a Parigi e quindi nell’Africa del Nord, iniziando così una lunga serie di viaggi e di soggiorni in Marocco, in Algeria, in Egitto, in India e fra gli Indiani dell’America del Nord. Ananda Coomaraswamy lo considerò fra i rari occidentali qualificati a interpretare autenticamente le dottrine orientali.
I suoi studi privati e il contatto costante e diretto con ambienti spirituali di tutta quell’area che oggi si suole indicare come «terzo mondo», fanno della sua opera un autentico ponte fra le cosiddette civiltà tradizionali ed il mondo occidentale moderno, cui l’autore si rivolge.
Nei suoi scritti egli riferisce anche il giudizio prezioso e severo, che quelle civiltà hanno dato della nostra.
T.S. Eliot ebbe a scrivere: «Non ho incontrato nessun’opera più imponente nello studio comparato delle religioni orientali e occidentali».
Schuon collabora a «Comparative Religions» e ad altre riviste di studi religiosi.
1. Discorso sull’ingenuità
2. Alcune difficoltà. dei testi sacri
3. Caduta e decadenza
4. L’argomento della sostanza
5. Sulle prove di Dio
6. Religio perennis
7. Il comandamento supremo
8. L’uomo e la certezza
9. Sguardi sui mondi antichi
10. Verità ed errori sulla bellezza
11. L’impostura dello psicologismo
12. Il liberato e l’immagine divina
13. Usurpazioni del sentimento religioso
14. Universalità e attualità del monachesimo
Incontri con Uomini Straordinari
Un grande maestro di spiritualità
Autore/i: Gurdjieff Georges Ivanovič
Editore: Bompiani
traduzione di Gisèle Bartoli, in copertina: uno yogi da un affresco del XVI secolo, Monastero di Thinkse (Ladhak).
pp. 390, Milano
Georges Ivanovič Gurdjieff, nacque nel 1877 ad Aleksandropol’ (in una provincia turca conquistata dagli eserciti dello Zar) e morì nel 1949 a Parigi. La sua particolare esperienza di vita – viaggiò per molti anni nell’Asia centrale, fu a Mosca e a Costantinopoli con seguito di allievi – lo indusse a fondare un Istituto per lo Sviluppo armonico dell’uomo, che ebbe sede al Prieuré, presso Fontainebleau. Ben presto il Prieuré divenne meta delle massime personalità della cultura internazionale, ed e attraverso le loro testimonianze – da René Daumal a Katherine Mansfield, a Frank Lloyd Wright – che si configura questo eccezionale maestro portatore di un messaggio di elevatissima spiritualità, ma di semplicità assoluta. In Incontri con uomini straordinari, Gurdjieff racconta i suoi anni di viaggio ed è l’eccezionalità delle situazioni, spesso anche dei luoghi descritti, che dà a queste vicende quasi un taglio di parabola, secondo prospettive molteplici e affascinanti, riconducibili a un senso orientale del vivere, a un costante cammino verso la conoscenza.
Sesso e Repressione Sessuale tra i Selvaggi
Autore/i: Malinowski Bronislaw
Editore: Bollati Boringhieri Editore
introduzione e traduzione di Tullio Tentori, prefazione dell’autore.
pp. 288, 10 ill. b/n f.t., Torino
Partito dalla scuola antropologica inglese e dalla psicoanalisi (rappresentate rispettivamente, in questa collana, da Il ramo d’oro di Frazer e Totem e tabù di Freud), Malinowski divenne il massimo esponente della scuola funzionalistica.
Il suo pensiero e il suo iter di studioso sono lumeggiati nel saggio introduttivo che Tullio Tentori premette a questa edizione con lo scopo di fornire al lettore un inquadramento generale della teoria funzionalistica della natura della società.
Malinowski fu uno dei non molti studiosi che non si accontentarono di ragionare a tavolino ma intrapresero lunghe ricerche in loco. I libri dove dà conto di queste sue dirette esperienze hanno una vivacità d’impressioni e di scoperte che ne fanno una gustosissima lettura. L’interesse scientifico è in lui alimentato da una curiosità e una sollecitudine soprattutto umane. Questo libro ci mostra Malinowski in uno dei suoi momenti più felici. Vivendo a tu per tu con gli indigeni delle isole Trobriand, parlandone i dialetti, assistendo alle loro feste e alla loro giornata, Malinowski ebbe modo di saggiare la concezione freudiana del “complesso edipico” sulle risultanze dirette dell’ethos indigeno, e questo inatteso punto di vista lo conduce a una costruttiva critica di tutta l’impostazione freudiana, critica che conclude con la costatazione dell’inesauribile ricchezza della realtà. Non c’è nulla di fatale nel destino psichico dell’uomo, nessun “complesso” è assoluto; mutando le istituzioni, mutano i complessi e le risposte della psiche umana al problema del proprio appagamento.
I Templari
La regola e gli statuti dell’ordine
Autore/i: Anonimo
Editore: ECIG – Edizioni Culturali Internazionali Genova
premessa, introduzione e cura di Jose Vincenzo Molle, traduzione di Massimo Ortelio.
pp. 256, ill. b/n, Genova
Le fiamme che avvolsero, la sera del 18 marzo 1314, Jacques de Molay e Geoffroy de Charnay, mettevano fine – per volere di Filippo il Bello, re di Francia – all’epopea che aveva portato i Templari dal ruolo di umili e casti protettori dei pellegrini in Terrasanta, a quello di una delle istituzioni economiche e militari più potenti e temute della Cristianità.
Custodi del tesoro dei Capetingi, ricchi in possedimenti e denaro, i “Fratelli del Tempio” erano retti da una rigida e minuziosa Regola, nata sotto l’influsso dell’ispiratore stesso delle Crociate, Bernardo di Chiaravalle. Segreta ma non arcana, la Regola getta una luce autonoma sulla vita quotidiana di questi cavalieri che, dopo aver accolto con monastico fervore la missione di garantire la sopravvivenza e la sicurezza degli Stati cristiani in Medio Oriente, esauritesi la fede combattente e la necessità sociale, furono le probabili vittime di superiori interessi e comuni viltà. I bagliori del frettoloso rogo sull’Ile-des-Javiaux, le accuse infamanti e infami rivolte contro i “Fratelli”, i forzieri ricolmi d’oro hanno sollecitato, favoriti dalla segretezza di un ordinamento essenzialmente militare, la fantasia di molti studiosi e sedicenti tali, di curiosi ed azzeccagarbugli. Di fronte ad accuse astruse, difese non richieste, esoteriche speculazioni ed azzardate “ricostruzioni”, è giunto il momento di cedere la parola a coloro che, delusi e silenti, affrontarono torture, abiure e ritrattazioni in un mondo ormai non più loro.
Il testo qui presentato in traduzione integrale (curata da Massimo Ortelio), rivisto e commentato da Jose Vincenzo Molle, è la cosiddetta Regola francese, la più completa fino a noi pervenuta. La pubblicazione del testo in antico-francese è stata curata nel 1886 a Parigi da Henri de Curzon, per conto della Società Storica di Francia. Essa si compone del testo originario (conosciuto come Regola primitiva), redatto in latino in seguito alle deliberazioni del Concilio di Troyes (1128) e volgarizzato in antico-francese fra il 1139 e il 1148, nonché delle successive ampie integrazioni (sempre in antico-francese), dettate dalle nuove e crescenti esigenze di coordinamento e controllo. Per la prima volta questi documenti storici sono offerti nella loro totalità al lettore italiano.
Premessa
Concordanze degli articoli della Regola latina primitiva con quelli della Regola francese
Introduzione
La regola primitiva
Statuti gerarchici
Punizioni
La vita conventuale
I capitoli ordinari
Altri particolari sulle punizioni
Come si entra nell’ordine
Postfazione – I guardiani della Terra Santa – Da René Guénon, L’esoterismo cristiano e San Bernardo, pubblicato su Le Voile d’Isis, Parigi, agosto-settembre 1929.
I Rosacroce
Le origini, i protagonisti, gli insegnamenti di una leggendaria confraternita
Autore/i: Ambesi Alberto Cesare
Editore: Armenia Editore
pp. 288, tavv. b/n f.t., Milano
È questo un volume nutrito di molti umori, anche corrosivi, ma non generato per suscitare sterili polemiche. È innanzitutto il resoconto di un cammino verso orizzonti per lo più ignorati e in cui risuonano inascoltate voci, ma nessuna pagina indulge alla descrizione letteraria fine a se stessa. Ha un’articolazione storica e tuttavia poco concede alla rievocazione di vicende esteriori, se non quando collegate a sommovimenti più profondi. Molti sono perciò i suoi risvolti. Rifiuta, ad esempio, gran parte delle consuete prospettive «occultiste», ma si discosta anche da ogni accademismo, reinterpretando una non comune messe di dati, appartenenti alla storia della cultura «ufficiale» e mal spiegati in quel contesto. Per l’autore, infatti, il termine Rosa + Croce designa quel «Cammino d’Amore» che nasce da un’ardente religiosità e si alza verso la conoscenza indefettibile, conciliando Misteriosofia pagana e Cristianesimo, Ebraismo e Islamismo, sotto il segno della devozione alla «Santa Sapienza» o «Eterno Femminino». È per tale motivo che nel libro s’incontrano diverse figure di «Fedeli d’Amore» e di qabbalisti, di pittori e alchimisti, di musicisti e letterati, ma ben pochi «maghi» nel senso stretto della parola. Né poteva essere altrimenti, quando si consideri che l’Ambesi indica nel quattrocentesco testo Il sogno di Polifilo, l’autentico «manifesto» dei nascosti Maestri della Rosa e della Croce.
Meditazioni Cartesiane
Autore/i: Husserl Edmund
Editore: Armando Editore
prefazione e cura di Enrica Natalini.
pp. 224, Roma
Come è noto, le Meditazioni cartesiane sono un’opera piuttosto ardua e complessa, sia per i temi trattati (come quello della fondazione della scienza, della costituzione statica e genetica della soggettività trascendentale, della questione della riduzione fenomenologica e trascendentale, della costituzione del mondo, della intersoggettività), Sia per il linguaggio usato; cionondimeno si ritiene che tale testo sia estremamente importante, e per ciò che riguarda l’economia interna della fenomenologia di Husserl, di cui le Meditazioni sono una introduzione, e perché costituisce un orientamento nei temi, nei metodi e nelle problematiche della filosofia del Novecento. Il punto che Husserl, nelle Meditazioni cartesiane, vuole mettere in luce è quello della possibilità di fondare la scienza, la filosofia, intesa come fondamento e unità del sapere, su basi certe ed evidenti. Tale riferimento, come è noto, viene rinvenuto nella soggettività trascendentale ed ottenuto attraverso il metodo della epoché fenomenologia co-esistenziale.
Enrica Natalini, laureata in Filosofia teoretica, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Filosofia e Scienze umane presso le Università di Perugia, Macerata e Chieti. È insegnante di ruolo presso il Liceo-Ginnasio Mariotti di Perugia. Ha partecipato a numerosi Seminari e Convegni in Italia e all’estero. Tra le sue pubblicazioni Il problema dell’identità in Heidegger, in «Studi filosofici», Bd. 24. anno 1991-92.
La Mia Vita
Autore/i: Christie Agatha
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, prefazione e introduzione dell’autrice, traduzione di Maria Giulia Castagnone.
pp. 566, 7 ill. a colori f.t., 22 ill. b/n f.t., Milano
Come si diventa la scrittrice più letta del mondo? Come Agatha Christie diventò Agatha Christie? Come è possibile che questa tipica dama anglosassone sia riuscita a superare, nella lista dei bestsellers, il suo fastoso e rutilante conterraneo William Shakespeare, e a insidiare le solide posizioni della Bibbia e di Karl Marx?
Pìinunziando a tramare un altro dei suoi astrusi intrecci criminali, Agatha Christie spese una parte dei suoi tardi anni a sondare questo incruento, ma elegante enigma. In altre parole, scrisse la propria autobiografia. Chi era Agatha Christie? È probabile che molti suoi lettori l’abbiano immaginata sotto le spoglie di Miss Marple, paradossale eroina di tutta una serie di romanzi: una signora inglese favolosamente convenzionale che, in un’aura di provincia e di presbiterio, perpetrava romanzi e pièces di teatro come si perpetrano marmellate. Niente di più falso. La figura che esce fuori da queste pagine è quella di una donna tutta diversa: indipendente, ardita, ricca di slanci, straordinariamente intelligente. Agatha Christie parla qui dei suoi libri (quelli polizieschi, con Poirot e con Miss Marple, e gli altri, non polizieschi, che pubblicò sotto pseudonimo), dei suoi due mariti, dei suoi viaggi intorno al mondo e in Oriente, con grande equilibrio e vivacità; ma soprattutto parla lungamente e meravigliosamente della sua infanzia e adolescenza. È raro, crediamo, trovare un affresco della borghesia tardo-vittoriana così esatto e affascinante come quello che Agatha Christie traccia nella prima metà della sua autobiografia; è raro anche trovare in un libro una così lieta e generosa penetrazione della psiche infantile e giovanile. Dopo tante «magie nere», dopo tanti meccanismi meticolosi e nefandi, Agatha Christie ha scritto il suo libro più bello ispirandosi alla «magia bianca» e sorprendente della gioventù, della vita, della felicità, degli intermittenti ricordi.
Saggezza e Poetiche degli Antichi
Autore/i: Diano Carlo
Editore: Neri Pozza Editore
prima edizione.
pp. 382, Vicenza
Malgrado gli intervalli di tempo e le differenze di forma e di argomento, i saggi raccolti in questo volume offrono lo sviluppo di una visione variamente articolata, ma sostanzialmente unitaria, dell’esperienza poetica e di pensiero degli antichi. Un posto particolare occupano il Dialogo sulla poetica di Epicuro e il saggio su Edipo. Il primo presenta i risultati di un decennio di ricerche filosofiche e storiche e di riflessione teorica, e indica i motivi che furono in seguito sviluppati nelle Linee per una fenomenologia dell’Arte. Il saggio su Edipo, nato da un problema di ermeneutica e dalla congiunta indagine semantica, costituisce il punto di partenza degli studi che portarono a Forma ed Evento. Sul piano storico esso ha un’importanza decisiva per la scoperta della posizione che Anassagora ha nella storia del pensiero greco e della rivoluzione che egli operò nella cultura attica del V secolo, rivoluzione che è ancora alla base della nostra civiltà. Da questo saggio, attraverso quanto di esso venne sviluppato nel Concetto della storia nella filosofia dei Greci, discende Teodicea e poetica nella tragedia attica, così come al Dialogo su Epicuro si ricongiunge la Poetica dei Feaci, che, insieme con le categorie da più parti cercate per la ricostruzione delle singole poetiche, offre, con l’analisi dell’VIII libro dell’Odissea, il parallelo dell’esempio storico a quello meramente teoretico della poetica implicita nella filosofia di Epicuro. Significativo per il rapporto tra le due poetiche è che l’una e l’altra muovono da una visione della vita che ha come fine il piacere. «Un dono della Tyche» è detto dall’autore il ritrovamento della teoria della catarsi tragica in un brano delle Supplici di Euripide.
Esso infatti è dovuto alla catena di testi che, legati da precise coincidenze verbali, gli si allinearono in margine a un verso contestato dell’Elena. Lo studio in cui l’Autore li espone, costituisce nella sua forma una specie di caso limite delle vie che un’indagine può prendere, ma offre anche l’esempio più scoperto di quello che in vario modo è Stato il cammino percorso dall’Autore dalle prime ricerche critiche e semantiche intorno al testo di Epicuro a quelle che l’hanno condotto alla ricostruzione dello sfondo storico dell’Alcesti, e alla sua interpretazione. Una delineazione dei principî di questo che più che un metodo possiamo chiamare l’esperienza di un metodo, e che, nelle forme acquisite dalla ricerca storica e filologica moderna, riprende l’ideale del Vico, è data nella prima parte del saggio sulla Poetica dei Feaci.
Carlo Diano è nato a Monteleone di Calabria (oggi Vibo Valentia) il 16 febbraio 1902. Si è laureato a Roma con una tesi su Leopardi nel 1923. Ha avuto come maestri Vittorio Rossi, Nicola Festa e Giovanni Gentile.
Titolare di latino e greco nei licei dal 1923; dal 1933 al 1940 lettore di italiano all’Università di Lund, Copenaghen e Gotemburgo ; titolare di letteratura greca all’Università di Padova dal 1950.
Socio effettivo dell’Istituto Veneto e dell’Accademia Patavina di Scienze lettere e arti.
È stato insignito della medaglia d’oro al merito della Cultura dal M. P. I. e della «Valentia aurea».
Tra le sue pubblicazioni scientifiche ricordiamo: l’edizione critica con commento latino dei testi etici di Epicuro; l’«editio princeps» di 15 lettere di Epicuro e dei suoi discepoli tratte dai papiri ercolanesi; l’edizione del «Selvatico» di Menandro.
Un momento decisivo nello sviluppo del suo pensiero di storico è segnato da «Forma ed evento». Tutto quello che è uscito posteriormente costituisce un’applicazione dei principî metodologici ed ermeneutici di questo studio, seguito a due anni di distanza dal «Concetto della storia nella filosofia dei Greci». Questo volume raccoglie i saggi pubblicati dal 1930 al 1968, salvo l’inedito «La catarsi tragica».
Al lettore
Orazio e l’epicureismo
Aristofane
Ritorno a Plutarco
La poetica di Epicuro
Edipo figlio della Tyche
L’Eros greco
La poetica dei Feaci
La catarsi tragica
La filosofia del piacere e la società degli amici
Il contributo siceliota alla storia del pensiero greco
Teodicea e poetica nella tragedia attica
I Sette a Tebe
Poesia e storia
Senso dell’Alcesti
Virgilio: dall’idillio all’epos
Pagine sull’Iliade
Il mito dell’eterno ritorno
Carlo Felice Crispo
Nota bibliografica
Il Libro della Mano
Autore/i: Gettings Fred
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Quirino Maffi.
pp. 216, interamente ill. a colori e b/n, Milano
«La mano, come il volto, è lo specchio dell’anima, ma la mano, a differenza del volto, non può mentire.» Da questo aforisma, che nella sua suggestiva secchezza riassume il senso dell’antichissima arte chiromantica, muove Fred Gettings per esporre al disincantato lettore moderno una credenza antica quanto l’uomo. La ricerca chirosofica del passato non esiste più essa è degenerata nella pura e semplice predizione del futuro e nella superstizione irrazionale. Ma un’eco della sua grandezza sopravvive ancora, ed emerge nella terminologia chiromantica, che presenta la mano come il microcosmo dell’uomo e l’uomo come il microcosmo del sistema solare. Far rivivere in noi con la stessa intensità il valore che la chiromanzia aveva un tempo è impossibile: a forza di dissezionare la natura per meglio conoscerla abbiamo dimenticato che essa esiste come un tutto; a forza di approfondire l’esame delle più minute particelle abbiamo perduto quel senso di stupore che si accompagnava un tempo alla conoscenza. Ma nonostante la nostra specializzazione e la nostra incapacità di meraviglia possiamo ancora attingere alla verità ed ai valori della chirologia quando essa venga concepita secondo un metodo che fonda comprensione emotiva e comprensione intellettuale. Questo è il merito dell’Autore che, pur riconoscendo la fondamentale importanza di uno studio chirognomico e scientifico della mano, sostiene che la chirologia deve essere essenzialmente oggetto di giudizio intuitivo, perché essa è insieme scienza ed arte. Le preziose incisioni tratte da manoscritti, incunaboli, antichi testi del British Museum di Londra, della Bibliothèque Nationale di Parigi, della Bodleian Library di Oxford, con quel loro ripetersi di formule simboliche intese a nascondere il significato esoterico dell’arte e con quella suggestiva rigidità dei disegni costellati di iscrizioni e di simboli planetari, e le numerose fotografie e le impronte di mani scelte nella collezione dell’Autore rendono il volume anche visivamente stimolante. Completa I’opera la prima storia scritta della chiromanzia occidentale, narrata attraverso le idee e le azioni dei cultori di questa arte dall’antichità ad oggi, da Nostradamus, Paracelso, Indagine, Cocleo fino all’inquietante figura del conte Louis de Hamon meglio noto con lo pseudonimo di Cheiro, che mescola autentici poteri chiromantici e mistificazioni prive di scrupolo.
Fenomenologia dell’Autodistruttore
Saggio sull’uomo occidentale contemporaneo
Autore/i: de Corte Marcel
Editore: Borla
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Roberto Antonetto.
pp. 288, Torino
Spesso un velo di utopismo acritico, inconsapevole, che pare affondare le sue radici nelle coreografie dell’ottocentesco balletto Excelsior, impedisce a molti nostri contemporanei di comprendere le crisi che sta attraversando la civiltà occidentale in tutti i suoi aspetti. Le diagnosi stesse, oggi diventate un prodotto di facile consumo dell’industria culturale, si presentano come parziali a causa di un’impostazione priva di veri riferimenti trascendenti, e le cure, non tenendo conto dell’autentica sostanza dei mali, contribuiscono ad aggravarli. Marcel de Corte, uno dei maggiori filosofi cattolici, di orientamento aristotelico-tomista, ha scritto questo libro per mettere in luce la vera natura dei mali che affliggono l’«homo atomicus». Il tema centrale del suo discorso è l’odio che l’uomo di oggi prova contro se stesso, rifiutando nel suo comportamento la propria natura di spirito incarnato in un corpo. Paradossalmente, il suo materialismo lo allontana sempre di più dalla stessa realtà visibile (già Mayakowsky diceva che da quando domina il materialismo è scomparsa la materia). Immerso nell’universo cittadino (che è pure quello della natura violentata), «si cerebralizza al limite estremo, senza per questo diventare più intelligente, pensa per schemi prefabbricati, percepisce soltanto più sensazioni violente, le sole accessibili al suo stato di disincarnata astrazione».
La mancanza di rispetto per l’ordine naturale, la riduzione dell’amore a erotismo, la degradazione della saggezza a ideologia, una deformata idea della libertà, la crisi del concetto tradizionale di élite, il mito della storia come strumento redentivo dell’umanità e conseguentemente quello del progresso, sono alcuni dei vari aspetti patologici del nostro tempo che l’autore anatomizza, cogliendo sempre la profonda unità degradante che collega l’uno all’altro.
Queste analisi non sono però fine a se stesse, bensì accompagnate da una riaffermazione di quei principi della filosofia perenne a cui l’uomo deve ricollegarsi se vuole trovare di nuovo se stesso: nell’opera di de Corte la terapia è chiara quanto la diagnosi.
Marcel de Corte è nato a Genappe (Brabant) il 20 aprile del 1905. Si è laureato in filosofia e lettere all’università di Bruxelles nel 1928.
Dal 1940 è professore ordinario all’università di Liegi.
Ha insegnato pure all’università di Santander, Quebec, Elisabethville. Collabora a varie riviste. È considerato uno dei maggiori filosofi cattolici viventi.
Prefazione
Capitolo primo
Le trasformazioni dell’uomo contemporaneo
Capitolo secondo
Patologia della libertà
Capitolo terzo
La crisi del buonsenso
Capitolo quarto
La crisi delle élites
Capitolo quinto
Il declino della felicità
Capitolo sesto
Machiavelli, espressione dell’uomo moderno
Capitolo settimo
Il mito del progresso
Capitolo ottavo
L’accelerazione della storia e la sua influenza sulle strutture sociali
Organizzazione & Mercato
Autore/i: Autori vari
Editore: Società Editrice Il Mulino
prefazione e cura di Raoul C.D. Nacamulli e Andrea Rugiadini.
pp. 652, ill. b/, Bologna
Nel dibattito economico più recente si sono confrontate due tesi contrapposte sintetizzabili negli slogan: «piccolo è bello» e «grande è bello». Coloro i quali si pongono nel filone «piccolo è bello» ritengono che l’inadeguato utilizzo delle risorse, largamente diffuso nella realtà attuale, sia causato dagli ostacoli posti all’agire da parte della «mano invisibile» delle grandi burocrazie private e pubbliche. I sostenitori dell’idea «grande è bello» postulano invece la superiorità assoluta della «mano visibile» della burocrazia focalizzando la propria analisi sui vantaggi economici conseguibili tramite l’espansione dei confini organizzativi in termini di economie di scala, di effetto esperienza e di economie di raggio d’azione. La prospettiva «Organizzazione & Mercato» contesta la validità assoluta di entrambi gli approcci considerati proponendo una visione integrata del tema delle strutture economiche più efficienti. Poiché mercato, burocrazia e altre strutture intermedie hanno una capacità di coordinamento limitata, risulta necessario disporre di strumenti di analisi e di valutazione che consentano di giudicare specificamente, nelle varie circostanze, quale assetto risulti il più valido. Il volume è suddiviso in due parti. La prima è rivolta ad inquadrare la logica «Organizzazione & Mercato» nel contesto più generale della teoria economica, mentre la seconda è dedicata a chiarire le potenzialità normative di questa prospettiva nel campo del management.
Indice del volume: Prefazione. – Parte prima: L’efficienza organizzativa fra economia e organizzazione. – Introduzione: L’efficienza fra economia e organizzazione, di Raoul C.D. Nacamulli (testi di C.E.
Lindblom, A.C. Hirschman, A.A. Alchian e H. Demsetz, O.E. Williamson, A.D. Chandler, P.B. Doeringer e M.J. Piore, R.R. Nelson). – Parte seconda: Scelte manageriali fra organizzazione e mercato. Introduzione: L’efficienza delle scelte manageriali fra organizzazione e mercato, di Andrea Rugiadini (testi di OE. Williamson, R.‘ Butler, J.B. Barney e W.G. Ouchi, R. Butler e M.G. Carney, E. Anderson e B.A. Weitz, H. Daems, D.J. Teece, R.M. Burton e B. Obel, R.G. Eccles, W.G. Duchi). – Riferimenti bibliografici.
Raoul C.D. Nacamulli e Andrea Rugiadini sono professori di Organizzazione nell’Università L. Bocconi, ove svolgono attività di ricerca nell’ambito del CRORA-Centro di Ricerca sull’organizzazione aziendale.
Pittura Zen
Dal secolo XVII al secolo XIX
Autore/i: Autori vari
Editore: Lorenzo Del Turco Editore
presentazione di Alberto Giuganino,
pp. 46, 35 illustrazioni b/n f.t., Roma
Catalogo dell’esposizione Milano, dicembre 1959 – Roma, gennaio 1960
The Tantric Way
Art • Science • Ritual
Autore/i: Mookerjee Ajit; Khanna Madhu
Editore: New York Graphic Society
pp. 208, 18 color, 130 black and white illustrations, 80 line drawings, Boston
An authoritative introduction to tantric history, theory, metaphysics and cultural expression by two authorities on the subject.
The life-affirming philosophy of tantra and its application to everyday life have created wide and enthusiastic interest in the West in the past decade. The Tantric Way is a practical guide to the creative mystery of this religious and mystical system to achieve awareness.
Derived from the essential tenets of Indian thought, tantra was nourished by radically different, even heretical, sources. It embraces the fullest acceptance of physical desires; it regards man as the embodiment of universal forces; it accepts the natural world. Contemplation must be active, and includes the use of meditative tools, group rituals, rhythmic breathing, and sexual union. Nor does it rule out the use of drugs to reach an expanded and creative awareness. The sexual component of tantra has long been misunderstood, obscured by the distaste of nineteenth-century scholars and the secrecy of the initiates; The Tantric Way explains the symbolism behind the forthright language of the texts and the erotic postures of tantric art.
The book is fully illustrated With paintings, drawings, and diagrams. The illustrations serve to explain and instruct, but the compelling work produced by tantric artists will also have strong visual appeal to the Western eye educated by Klee, Kandinsky, Mondrian, Rothko, and Noland.
Ajit Mookerjee, author of Yoga Art (NYGS, 1975), is an outstanding expert on tantric art and an important collector, and his deep knowledge of the West makes him an ideal interpreter.
Madhu Khanna is a distinguished scholar of Eastern and Western philosophies.