Libri dalla categoria Arte divinatoria
L’Uomo e i Suoi Simboli
Autore/i: Jung Carl Gustav
Editore: Raffaello Cortina Editore
a cura di Carl Gustav Jung e Marie-Luise von Franz, introduzione di John Freeman, traduzione dall’inglese di Roberto Tettucci.
pp. 320, più di 500 ill. a colori e b/n, Milano
Se non fosse stato per un sogno questo libro non sarebbe mai stato scritto: un sogno – di cui parla John Freeman nell’introduzione – che convinse il fondatore della scuola della “psicologia analitica” a presentare le sue idee fondamentali a quanti non avevano una specifica preparazione psicologica.
In un primo momento Jung aveva decisamente rifiutato l’idea di Freeman (che fu poi il coordinatore del lavoro) di scrivere un libro per il “lettore medio”: “[…] mi disse di no. Me lo disse nel modo più cortese ma con grande fermezza: in passato egli non aveva mai cercato di popolarizzare la sua opera e non era sicuro che ciò potesse esser fatto allora in modo soddisfacente; in ogni caso si sentiva ormai vecchio, piuttosto stanco e incapace di tener fede a un impegno così gravoso”.
Fu poi un sogno, come dicevamo, a convincere Jung, e i sogni hanno la massima importanza nella psicologia analitica. Il principale contributo di Jung alla conoscenza della psiche umana fu il concetto di inconscio come vero e proprio “mondo”, altrettanto reale e vitale del mondo conscio e “riflessivo” dell’ego, ma infinitamente più esteso e ricco: solo conoscendo e accettando l’inconscio l’uomo può realizzarsi completamente.
Il linguaggio e i “personaggi” dell’inconscio sono i simboli, e i sogni i suoi mezzi di comunicazione. Ogni sogno è una comunicazione diretta, personale e significativa rivolta al soggetto sognante, che fa uso di simboli comuni a tutti gli uomini, ma trasmessi con una modalità assolutamente personale perciò interpretabili solo in chiave individuale.
Jung non volle essere l’unico autore del libro: volle che esso costituisse lo sforzo collettivo di un gruppo di stretti collaboratori e discepoli ai quali egli aveva cercato di trasmettere i suoi metodi e il suo insegnamento: Marie-Louise von Franz, Joseph L. Henderson, Aniela Jaffé e Jolande Jacobi.
All’età di ottantatré anni Jung elaborò l’intero piano dell’opera e dedicò gli ultimi mesi della sua vita a scrivere il suo contributo e alla redazione delle parti scritte dai quattro collaboratori. Dopo la sua morte la dottoressa von Franz si assunse la responsabilità complessiva della conclusione del lavoro secondo le esplicite istruzioni date da Jung.
Più di 500 illustrazioni completano il testo e forniscono un eccezionale “commento” al pensiero di Jung: possiamo quindi considerarle una parte essenziale dell’opera.
Manuale delle Ore Magiche
C’è un’ora fausta per compiere cose mirabili in magia e nella vita quotidiana…
Autore/i: Rinaldi Roberto
Editore: All’Insegna Di Ishtar – Edizioni Librarie Franco Spinardi
presentazione di Franco Spinardi.
pp. 148, nn. ill. b/n, Torino
Tra le ore planetarie diurne e notturne c’é, per il magista, quella ideale per eseguire con successo una determinata cerimonia; e, per il curioso di esoterismo, l’ora fausta ”per fare la cosa giusta al momento giusto” (in amore, affari, professione, concorsi e altro ancora).
Inoltre, il Manuale delle Ore Magiche insegna a preparare, sacralizzare e rendere efficaci 16 pentacoli, utili in altrettante evenienze e preziosi per crearne altre praticamente dal nulla.
Con 53 tabelle di facile lettura. Primo ed unico testo di Magia oraria in Europa.
Trattato di Astrologia Magica
Autore/i: Crowley Aleister
Editore: Manilo Basaia Editore
introduzione di Giuseppe Jerace, premessa di John Symonds e Kenneth Grant, traduzione di Delia Sacco.
pp. 248, Roma
Crowley iniziò gli studi di astrologia all’età di ventitrè anni, i suoi interessi verso questa disciplina erano fondamentalmente magici, poichè egli non era completamente un astrologo, bensì un mago che usava l’astrologia come tecnica, per questo non era interessato tanto alla sua valenza divinatoria ma la vedeva come uno strumento della magia interpretativa. Questo «Trattato di astrologia magica» fu chiamato da Crowley «Liber 536» equivalente numerico nella Cabala dello Zodiaco, ed analizza con particolare rilievo gli aspetti magico erotici dell’oroscopo permettendo quindi al lettore che abbia già una conoscenza sia pur minima dell’astrologia di affrontare tale disciplina da un punto di vista che non mancherà, in un periodo come il nostro caratterizzato da un vivace dibattito sull’argomento, di fornire spunti e argomenti estremamente interessanti.
Aleister Crowley (1875 – 1947) è una delle figure più discusse tra i «maghi» del nostro secolo. Dotato di una vitalità straordinaria, nemico dichiarato del cristianesimo, appassionato alpinista, dopo aver vagabondato per diversi anni alla ricerca della «verità» tornò in Inghilterra, sua terra d’origine, dove entrò a far parte della Golden Dawn. Cominciò anche a fare uso massiccio di droghe, abitudine che lo accompagnerà per tutta la sua vita. Staccatosi dall’Alba d’oro fondò prima L’Astrum Argentinum poi L’Ordo Templi Orientis dando vita a comunità esoteriche che crearono notevole scandalo tanto da costringerlo a cambiare continuamente la sede dell’Ordine.
Lilith la Sposa di Satana nell’Alta Magia
Autore/i: Rendhell Fulvio
Editore: Mastrogiacomo Editore
pp. 288, nn. ill. b/n, Padova
Dal capitolo “La Dea del male nella concezione magica ortodossa”:
«Una donna la cui bellezza enigmatica affascina sia gli uomini che le stesse donne, con un corpo perlaceo splendido, avvolto da una fuliggine cinerea spettrale che fa intravedere il seno eretto, da cui gocciola invece che latte sangue, nutrimento di mostruosi vampiri astrali. Capelli lunghissimi neri e sottili che si muovono nella notturna brezza come propaggini animate vischiose.
Il suo volto è biancastro, e su di esso sono tagliati due occhi come due fessure azzurro-verdognole, che durante le possessioni si trasformano in color rosso vivo facendo sparire ogni traccia delle sue pupille cupe e senza fondo.
La bocca è tagliente e sensuale, con labbra nero-violacee, e denti perfetti simili a una doppia collana di perle.
Due nere ali incorniciano il suo corpo nudo con una corona funerea, da cui occhieggiano, invece che fiori, fosforescenti pupille di pipistrelli.
Le dita delle mani, affusolate, sono provviste di lunghe unghie argentee che tracciano solchi nella fuliggine trasparente che l’avvolge, come rapide stelle cadenti in cielo di luna nuova.
Non raramente le gambe si trasformano in una coda di serpente, che funge da attributo maschile quando vuole possedere le donne.
La sua vagina è pronta ad un amplesso mai consumato, perché, pur travolgendo i sensi degli uomini e dando ad essi la finzione di un amplesso avvolgente e distruttivo, rimane sempre vergine.
Questa l’immagine della Lilith nella tradizione magica stregonesca.
Nei rari trattati dell’occulto che affrontano questa misteriosa entità, Lilith è considerata regina delle streghe e dei vampiri, e sposa di Satana, ma sarebbe meglio ritenerla quale metamorfosi femminile di Satana stesso, o antispirito femmineo del Maligno.
Alcune tradizioni magiche pongono Lilith come protettrice dei negromanti durante evocazioni dei fantasmi dannati, o come guida sulla terra degli spettri assetati di vapori sanguigni, o come dominatrice delle larve o vampiri astrali che spinge a carpire le energie vitali degli esseri umani durante il sonno.
Ma Lilith, tra gli occultisti più sensibili, è intesa come entità che influenza gli esseri umani nel loro aspetto sessuale-cerebrale, provocando in essi un forte eccitamento intellettuale e una ipersensibilità erotica, indice spesso di genio e sregolatezza, ma anche di alterazioni sessuali quali il sadismo e ogni altra deviazione patologica.
In ogni modo Lilith è vista sempre come forza bipolare che può provocare attraverso le sue manifestazioni ambivalenti (femminili e maschili) infestazioni che posso condurre spesso a gravi squilibri, disarmonie, fino a follia distruttrice e autodistruttrice.
Ma Lilith è stata, e resta ancora, un personaggio misterioso, per lo più dimenticato dagli studiosi, il più delle volte eluso o perché non capito o perché provocante terrore: un elemento quindi sepolto nel più profondo della coscienza.
Indubbiamente la complessità di Lilith e la difficoltà di interpretazione della sua essenza, l’hanno spesso relegata in pochi brevissimi accenni nei testi occulti, se non addirittura esclusa.[…]»
L’Esoterismo di Dante
Autore/i: Guénon René
Editore: Editrice Atanòr
pp. 80, Roma
Attraverso l’esame delle manifestazioni della tradizione iniziatica occidentale, dagli ordini di cavalleria ai rosacroce ed alla massoneria, il Guénon con questo interessantissimo saggio contribuisce ad apportare una notevole luce su un lato poco conosciuto di Dante.
Sintesi di Dottrina della Razza
Autore/i: Evola Julius
Editore: Editore Ulrico Hoepli
introduzione dell’autore, con un’appendice iconografica di 52 fotoincisioni.
pp. 312, 52 fotoincisioni b/n, Milano
Sommario:
Introduzione
PARTE PRIMA
LA RAZZA COME IDEA RIVOLUZIONARIA
1. Il razzismo come antiuniversalismo
2. Il razzismo come antiindividualismo. Razza e personalità
3. Il razzismo come antirazionalismo. La teoria dell’ambiente
4. Razza e storia. Il razzismo come antievoluziomsmo
5. Razza e cultura. Superamento della concezione neutra della cultura
6. La psicologia in profondità e la scienza della sovversione
7. Sull’idea di razza pura
PARTE SECONDA
I TRE GRADI DELLA DOTTRINA DELLA RAZZA
1. Diversi significati della razza
2. I tre gradi della dottrina della razza
3. Razze di natura e razze superiori
4. La razza dello spirito come forza formatrice. Senso dell’ideale classico
5. Sulle razze superiori e sul pregiudizio antiascetica
6. Sulla dottrina della razza di primo grado
7. La razza iperborea e le sue ramificazioni
8. Il gruppo delle razze “arie”
9. Sui limiti delle leggi dell’ereditarietà
10. Il problema degli incroci
11. Tre modi di apparire della razza. La razza superiore nell’uomo nordico e in quello mediterraneo
12. La razza interna e l’ereditarietà. Profilassi della eredità tarata
13. I sessi e la razza
14. La razza maschile e la razza feminile
PARTE TERZA
LA RAZZA DELL’ANIMA E DELLO SPIRITO
1. Razzismo di secondo grado. La razza dell’anima
2. La razza dell’anima e la cultura. Luogo del problema-ebraico
3. Origine delle razze dell’anima
4. Possono nascere razze nuove?
5. La razza dell’anima e il “mito”. Limiti del “mito”
6. Il mistero della nascita. L’eredità storica e l’eredità dall’alto
7. La razza, l’etica classica e l’etica romantica
8. L’elemento “demonico” nell’antirazza
9. La dottrina della razza di terzo grado. Valore del simbolo. La razza eterna
10. Le razze dello spirito. La razza solare. La razza demetrica
11. La razza tellurica e la razza dionisiaca
12. La razza amazzonica, la razza afroditica e la razza “eroica”
13. Le razze dello spirito nel Mediterraneo arcaico e l’Ebraismo
PARTE QUARTA
LA RAZZA ARIA E IL PROBLEMA SPIRITUALE
1. Che cosa voleva dire “ario”
2. L’elemento. solare ed eroico dell’antica razza aria
3. Ex Occidente lux. Il problema religioso
4. L’equivoco del nuovo paganesimo razzista
5. Altre confusioni “pagane” sulla visione del mondo
6. Cristianesimo, razza, spirito delle origini
7. La razza e la morte
8. Il diritto e la razza. Il concetto anticollettìvi. stico della comunità nazional-razziale
PARTE QUINTA
LA RAZZA E IL PROBLEMA DELLA NUOVA “ÉLITE”
1. La “razza italiana”. Senso della sua arianità
2. La selezione interrazziale nella gente mediterranea
3. Rettificazione dell’uomo mediterraneo
4. Altri elementi di stile di vita per l’anima mediterranea
S. Rettificazione delle relazioni mediterranee fra i sessi
6. L’Italia nuova. La razza e la guerra
7. Condizioni per il risveglio della razza
8. La razza dell’uomo fascista. Sul nuovo fronte ario-occidentale
APPENDICE ICONOGRAFICA
Indice dei nomi e dei testi
I Signori degli Orizzonti
Una storia dell’impero ottomano
Autore/i: Goodwin Jason
Editore: Giulio Einaudi Editore
introduzione e prologo dell’autore, traduzione di Norman Gobetti.
pp. XII-356, 1 cartina b/n, ill. b/n, Torino
Quella degli ottomani fu una storia di espansione e declino durata seicento anni. Cominciò ai piedi delle montagne dell’Anatolia, si nutrì delle energie delle zone di frontiera per poi travolgere il potere bizantino e portare alla costruzione di un impero che all’epoca del suo massimo splendore si estendeva dal Danubio al Nilo.
L’impero era islamico, ma molti dei suoi sudditi non erano musulmani e nessuno cercava di convertirli. Controllava le più importanti vie commerciali tra Oriente e Occidente, ma non era particolarmente interessato al commercio. Era un impero turco, ma molti dignitari, funzionari e soldati erano slavi dei Balcani. Chi viveva fuori dai suoi confini lo temeva, i popoli che ne facevano parte lo consideravano un miracolo di dinamismo e organizzazione.
Prodigioso anche nella decadenza, nonostante la crescente corruzione, l’inconcludenza di alcuni sultani e l’inettitudine dei comandanti militari, smentì per trecento anni continui pronostici di imminente collasso e riuscì comunque a sopravvivere ai suoi più acerrimi nemici: lo zar di Russia e l’imperatore asburgico.
Jason Goodwin accompagna il lettore in un viaggio dilatato nel tempo e nello spazio in cui capitoli narrativi si alternano ad altri dedicati ad aspetti particolari, come il ritmo di vita all’interno dell’impero o il modo in cui gli ottomani combattevano o andavano per mare. Sempre senza perdere di vista la vita vera, che pulsa negli aneddoti e nelle osservazioni dei contemporanei e dà al lettore l’impressione di trovarsi davvero nel regno dei «signori degli orizzonti».
«Da Eger, attraversando le monotone pianure dell’Ungheria orientale, le colline della Transilvania e i bastioni dei Carpazi, ci ritrovammo a camminare a un ritmo diverso. La musica era cambiata; il tè era diventato caffè, nero e oleoso; le chiese cattoliche e calviniste dell’Ungheria – che ci diedero asilo per diverse settimane – si intrecciavano ai tondeggianti funghi delle chiese ortodosse, con le loro icone e le loro pareti affrescate. Forse il più lo facevano gli zingari, con i loro tessuti colorati e le gonne e l’aritmico batter di mani e le estemporanee improvvisazioni; o i seminomadi che incontravamo sulle catene montuose, con le loro cappe impermeabili dalle incredibili fogge; o magari l’improvvisa proliferazione di cappelli: cappelli alti, tondi, senza tesa, piatti, di feltro. Oppure era – in Romania e Bulgaria – l’impulso a commerciare, e occultare, a disputare? Avevamo, credo, colto l’Europa in un momento di chiarezza, e quel che vedevamo era un mondo che inclinava verso Istanbul. Questo libro ha il suo germe in quell’esperienza».
Jason Goodwin ha studiato Storia bizantina a Cambridge e dopo lunghi viaggi e soggiorni in Oriente vive ora nella campagna del Dorset con la moglie e i quattro figli. Goodwin ha raggiunto il successo mondiale con la sua serie di gialli storici che vedono protagonista Yashim, il detective eunuco – che ama le donne – nella Istanbul dell’Ottocento, in un impero ottomano ormai decadente. In Italia sono tutti pubblicati da Einaudi Stile libero: L’albero dei giannizzeri (vincitore dell’Edgar Allan Poe Best Novel Award), Il serpente di pietra, Il ritratto Bellini, L’occhio del diavolo e I cospiratori del baklava.
Le Arti Magiche
Testimonianze di magia rossa e nera – Segreti per diventare maghi – Amuleti – Filtri, ricette e formule magiche
Autore/i: Autori vari
Editore: Casa Editrice Bietti
prefazione di Paolo Toschi.
pp. 332, nn. ill. b/n, Milano
Questa opera è presentata di proposito in veste editoriale di lusso e con evidente destinazione “Strenna ”. Si tratta infatti di una raccolta di antichi testi a carattere popolare che offrono testimonianza curiosa e suggestiva sull’arte della magia.
Evidentemente l’iniziativa esclude qualsiasi proposito scientifico e va esclusivamente intesa come testimonianza di un certo genere di tradizione popolare.
I testi ai quali si è attinto sono diversi; tra gli altri hanno offerto pagine pittoresche e fonti cospicue “Il libro infernale” e “L’antico trattato dell’indovino, e del negromante”. Con essi “Il tesoro del fattucchiero” (che la tradizione vorrebbe redatto dal gran Mago Cipriano poi convertito al Cristianesimo) che dedica descrizioni particolari e precise all’iniziazione dell’aspirante mago, alle sue vesti, agli strumenti necessari alla sua arte; e “Il segreto dei segreti di Salomone”. Da queste antiche opere sono derivate per lo più le numerose ricette per preparare amuleti e talismani, le istruzioni per ricavare oroscopi, la tecnica per pronunciare invocazioni, formulare sortilegi, predisporre filtri e fattucchierie d’ogni genere e sorta. Vi si suggerisce il modo di ottenere protezione dagli spiriti maligni, i sistemi “sicuri” per farsi amare, per guadagnare, per vendicarsi del coniuge infedele, per difendersi da qualsiasi nemico.
Alcune formule appaiono sufficientemente curiose se non altro per la eccezionalità del fine proposto: quale quella suggerita “per far nascere due diavoli da due occhi di gatto nero” oppure “per far cadere i capelli”, oppure ancora “per diventare robusto atleta in amore” o “per diventare invisibile”. Vi sono poi le forme di divinazione: quelle individuate e illustrate sono ben ventidue e appaiono varie ed eccentriche (a mezzo dell’aria, di uccelli, di rospi e rane, delle piante, dei sogni, degli specchi, dei fondi di caffè, dell’acqua, del fuoco; e chi più ne ha più ne metta!).
Se poi alcuno desideri suggerimenti per far fiorire, o per mantenere, la bellezza, ecco i “Segreti della regina Cleopatra”: considerando i meriti in materia della illustre proponente, si dovrebbe andare sul sicuro!
Insomma: C’è un po’ di tutto e per tutti i gusti.
La dotta prefazione di Paolo Toschi, docente universitario e appassionato studioso di etnologia, Vale a dare una visione più scientifica del problema in generale.
Questa messa a punto è quanto mai opportuna prima di immergersi nell’atmosfera magica e rarefatta che questi antichi testi sanno pur sempre con suggestione quasi incredibile suscitare.
I Misteri dell’Antico Egitto
Dodici conferenze tenute da Rudolf Steiner a Lipsia dal 2 al 14 settembre 1908
Autore/i: Steiner Rudolf
Editore: Manilo Basaia Editore
pp. 224, Roma
Rudolf Steiner (1861-1925), rara figura di indagatore, durante la sua intensa vita si occupò di molteplici campi dell’esperienza umana ai quali seppe dare carattere di originale unità. Nell’indagine soprasensibile come in quella volta al sensibile lo Steiner impresse la chiarezza di un pensiero che può definirsi «magico» per la sua capacità di penetrare ogni fenomeno così da intuirne l’occulta legge.
L’uomo deve superare se stesso, qui è l’essenza di ogni progresso sulla Via dell’evoluzione. Ma come sviluppare ciò che è predisposto solo come tendenza?
Partendo da questo problema lo Steiner esamina, nel testo che presentiamo, le più antiche ed affascinanti civiltà fiorite nel corso di migliaia di anni. Dalla misteriosa Atlantide alle sue derivazioni caldaiche, egizie, atzeche l’autore spazia con l’occhio del veggente gli arcani che sono all’origine di queste remote civiltà.
Steiner divide la storia in sette periodi nel quinto, in cui stiamo vivendo, assisteremo al rifiorire della civiltà egizia, per questo il dottore ci prepara, nel difficile viaggio che ci aspetta, a rispondere alle inquietanti domande che la Sfinge riproporrà al moderno indagatore della scienza dello spirito.
Il Domenicano Bianco
Un romanzo da incubo ispirato alla dottrina taoista della «soluzione del cadavere»
Autore/i: Meyrink Gustav
Editore: La Bussola Editrice
prefazione di Spartaco Proietti.
pp. 208, Roma
Gustav Meyrink, noto al grande pubblico come autore di «romanzi da incubo» – fra cui celebre è Il Golem – è considerato uno dei più grandi scrittori moderni di scienze esoteriche. Ne è un esempio questo libro che trae ispirazione da una dottrina taoista. Allo scrittore va quindi il merito di aver reso note singolari credenze: le opere taoiste parlano infatti di «trasformazioni» come mezzi per raggiungere il più alto scopo della sublimazione alchimica. Così la «soluzione del cadavere» indica lo stato in cui la forma di un «dipartito» (di chi cioè ha dissolto il suo corpo fisico) diviene invisibile, mentre l’adepto consegue l’immortalità. Altrettanto dicasi della «soluzione della spada», ciò che resta nella bara, per una misteriosa alchimia, al posto del cadavere.
Questi gli enigmatici segreti che le leggende del «Tao» nell’Estremo Oriente espongono in modo oscuro e fantasioso, e che divengono, per il nostro autore, temi di una narrazione affascinante.
La Gnosi e il Mondo
Raccolta di testi gnostici
Autore/i: Autori vari
Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati
introduzione e cura di Luigi Moraldi.
pp. 128, Milano
L’ambizioso progetto di conoscenza del mondo, dell’uomo e della salvezza, espresso con miti singolarmente eloquenti nei tre fondamentali trattati dello gnosticismo: l’Apocrifo di Giovanni, la Natura degli Arconti e l’Origine del Mondo.
Chuang-Tzu
Autore/i: Autori vari
Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati
a cura di Fausto Tomassini, introduzione di Lionello Lanciotti.
pp. 296, Milano
Uno dei tre fondamentali testi taoisti.
Dall’antintellettualismo di Chuang-tzu nasce quello che può considerarsi il libro più profondo di tutta la produzione filosofica cinese classica: «Che la sapienza si arresti a ciò che non può sapere è il culmine».
Induismo e Buddismo
Autore/i: Coomaraswamy Ananda K.
Editore: Rusconi
avvertenza e introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Ubaldo Zalino.
pp. 184, Milano
Spesso, in questi ultimi tempi, l’induismo e il buddismo sono stati presentati in modo illegittimo da molti «orientalisti» che ne hanno deformato i lineamenti. Questo libro di Ananda K. Coomaraswamy restaura la verità su tali argomenti ed è una introduzione indispensabile allo studio corretto delle religioni indiane. Coomaraswamy nacque a Colombo, nel 1877, da un giurista di origine indiana e da una inglese. Compì gli studi in Inghilterra, dedicandosi dapprima alle» discipline scientifiche. Nel 1903 fu nominato direttore delle ricerche mineralogiche nell’isola di Ceylon. Dopo aver cercato inutilmente di creare un movimento per la costituzione di un insegnamento nazionale in India, si dedicò allo studio dell’arte indiana. Nel 1911 divenne direttore della sezione artistica degli United Provinces Exhibits ad Allahabad. Durante la prima guerra mondiale fu chiamato al Museum of Fine Arts di Boston, dove rimase fino all’ultimo occupandosi della sezione di arte islamica e medio-orientale. Si preparava a rientrare in India quando la morte lo colse improvvisamente, il 9 settembre 1947. La sua vastissima produzione comprende una quarantina di libri e parecchie centinaia di saggi pubblicati su riviste americane, indiane ed europee, ed è dedicata soprattutto all’interpretazione simbolica dell’arte buddista: non è possibile infatti occuparsi di arte orientale senza porsi il problema del «senso» delle sue forme; e per risolverlo occorre conoscere i miti e le Scritture. Conoscitore del pensiero di René Guénon, sostenne la tesi di una verità tradizionale unica, confortato dai risultati stessi delle sue ricerche. Tra i molti argomenti che trattò nelle sue opere rivestono una particolare importanza la lotta fra dèi e titani, l’Albero rovesciato e quello del Sé e della trasmigrazione. Quest’ultimo argomento gli fornì lo spunto per proporre il vero, originario insegnamento del buddismo che era stato snaturato dagli orientalisti. Induismo e buddismo (1943), che viene considerato il testamento spirituale di Coomaraswamy, riunisce le più importanti conclusioni delle sue ricerche.
Psicologia dell’Inconscio
Autore/i: Jung Carl Gustav
Editore: Bollati Boringhieri Editore
introduzione di Mario Trevi, prefazioni dell’autore, traduzione di Silvano Daniele.
pp. 192, Torino
Nella Psicologia dell’inconscio, la cui prima stesura è del 1916, sono chiaramente delineati per la prima volta i temi fondamentali del pensiero di C. G. Jung. Qui si trovano i primi accenni alla teoria dei tipi psicologici e le prime formulazioni dei concetti essenziali della psicologia analitica: inconscio personale e inconscio collettivo, Animus e Anima, l’Ombra e gli archetipi. Da ciò deriva la costante attualità di quest’opera, testimoniata dalle numerose edizioni e dai molteplici aggiornamenti che l’autore vi apportò in un arco di tempo che ha visto la nascita delle opere maggiori dello studioso svizzero.
Dopo un primo capitolo dedicato alla “nuova scienza”, la psicoanalisi, Jung espone sinteticamente i risultati delle ricerche di Freud sull’origine delle nevrosi e la dottrina della volontà di potenza enunciata da Adler, esaminando poi uno stesso caso clinico alla luce delle due opposte teorie. Eros e Volontà di potenza – è il pensiero di Jung – sono entrambi principi attivi nella psiche del paziente, e come tali chiavi interpretative di grande importanza. Il valore primario o addirittura esclusivo che vi attribuiscono rispettivamente Freud e Adler è però ingiustificato. L’oggettività della psiche può trovare delle spiegazioni nei princìpi sopra ricordati; ma, se mai, la psiche è per definizione soggettività, cioè qualcosa di più complesso.
Da quest’ultimo punto di vista, il dato di cui occorre tener conto è piuttosto l’esperienza vitale delle generazioni che ci hanno preceduto in millenni di evoluzione della specie, esperienza che a noi si trasmette nel cosiddetto “inconscio collettivo”. La nostra personalità si realizza in pieno solo se riusciamo a riconciliarci con l’inconscio che è in noi. Come infatti Jung non manca di sottolineare, “l’inconscio è negativo e pericoloso soltanto perché noi siamo disgiunti e quindi in contrasto con esso”.
I Tarocchi
Come leggerli, come interpretarli, come meditarli
Autore/i: Mattiuzzi Antonia Olivia
Editore: Rizzoli
prefazione dell’autrice, disegni di Agata Benedetti.
pp. 272, nn. ill. b/n, Milano
«Perché si consultano i Tarocchi?» Bisognerebbe chiedersi: «Perché si ricorre alla divinazione?». Alla prima domanda si può rispondere: «Perché i Tarocchi sono un mazzo di carte, un libro a pagine staccate, che racchiudono tutte le possibili verità della vita dell’uomo. Saperli interpretare e uno studio affascinante e inesauribile; ogni giorno si può scoprire nei 78 Arcani qualcosa che non si era rivelato prima». Ricorrere alla divinazione, quindi, è un tentativo di decifrare il presente più che il futuro. Il consultante vuole capire se stesso e la realtà che lo circonda. Vuole sapere se il suo amore è corrisposto; come può difendersi dalle insidie; se concluderà un affare; se la sua salute o quella delle persone care e buona.
In questo libro, Antonia Olivia Mattiuzzi, ha raccolto, con un’attenta e minuziosa ricerca, tutti i possibili significati divinatori contenuti nei 22 Arcani Maggiori e nei 56 Arcani Minori e tutte le possibili analogie con altri metodi divinatori, compresi i significati dei numeri. Un manuale di chiara lettura e di agevole consultazione, in cui l’autrice guida con semplicità il lettore alla ricerca delle risposte che egli chiede sul proprio destino, attraverso quelle straordinarie immagini che sono i Tarocchi.
Antonia Olivia Mattiuzzi è una studiosa di astrologia e appassionata ricercatrice di antichi metodi divinatori. Ha pubblicato un libro sulla divinazione cinese «I King» (1982). Collabora con la rivista «Bella». Vive e lavora a Milano.
Maestri di Umanità
Teologia e letteratura in Thomas Mann, Hermann Hesse, Heinrich Böll
Autore/i: Küng Hans
Editore: Rizzoli
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Giovanni Moretto.
pp. 240, Milano
«I letterati, gli artisti in genere, possono essere i sismografi delle scosse, manifeste o nascoste, che interessano una società»: così Hans Küng inizia la sua appassionata e illuminante riflessione sulla letteratura dal punto di vista della teologia.
Per questa lucida e costruttiva analisi, ha scelto di parlarci di tre grandi scrittori di lingua tedesca – tre premi Nobel: Thomas Mann, Hermann Hesse, Heinrich Böll – che, in anni e circostanze differenti, hanno avvertito con particolare sensibilità gli interrogativi che il nostro secolo ha posto all’umanità: «Come hanno concepito e interpretato la crisi della modernità europea? Quale fu la loro diagnosi e la loro terapia?
Come queste si sono riflesse nella loro vita e nella loro opera letteraria?».
Per Küng, conoscere il ruolo della letteratura e degli scrittori nell’universo spirituale contemporaneo è indispensabile per chiunque creda che il cristianesimo costituisca una sfida spirituale al proprio tempo.
Il dialogo tra cristianesimo e cultura rivela, in questa prospettiva, una traccia affascinante e feconda: Mann, Hesse e Böll hanno saputo infatti superare le loro personali tradizioni religiose (rispettivamente il protestantesimo secolarizzato, il pietismo e il cattolicesimo) e il loro contesto istituzionale, per risalire alle radici dell’umanesimo europeo e delle grandi religioni universali. Nell’arte come nella vita, questi tre grandi scrittori si sono dunque fatti portavoce della nostra comune responsabilità – individuale e collettiva – di fronte alla storia, alle sue tragedie e alle sue speranze.
Ancora un volta, Küng riesce a cogliere e interpretare l’emergere di una nuova sensibilità religiosa, ecumenica e continuamente arricchita dal confronto con il presente. Allargando i confini della teologia, interroga le coscienze di tutti noi – credenti e non credenti – e lancia la sua scommessa sul futuro della chiesa e della cultura del ventesimo secolo.
Hans Küng è nato nel 1928 a Sursee, in Svizzera. Dal 1960 insegna all’università di Tubinga. Tra le sue numerose opere teologiche, dedicate alla riflessione critica sul cattolicesimo, ricordiamo: La giustificazione (1957), Riforma della chiesa e unità dei cristiani (1960), La chiesa (1967), Infallibile? (1970), Incarnazione di Dio (1970), Essere cristiani (1974), Dio esiste? (1978), Vita eterna? (1982), Teologia in cammino (1987).
Manava Dharmasastra
Raccolta delle leggi di Manu – Il libro religioso dell’India primitiva
Autore/i: Anonimo
Editore: Editrice Atanòr
testo riveduto, con una premessa e un glossario sanscrito di Angelo Moretta.
pp. 272, Roma
Il testo sacro più venerato e vetusto dell’India, ove si parla della creazione, del rinnovarsi dei mondi e della trasmutazione delle anime, con l’esposizione delle regole di vita per l’astinenza, la purificazione e i doveri dell’anacoreta e dell’asceta.
Ogni civiltà ha il suo codice morale prima ancora d’esser formulato per iscritto; il Codice di Hamurabi, il Vecchio Testamento, Le Leggi di Manu, le Regole di Confucio, il Tao di Laotze, il Diritto Romano e il Codice di Napoleone. Sono tutti e in complesso lo specchio fedele dei modi di vita e di pensiero della propria società, dei “complessi” psicologici e degli ordinamenti che hanno come sottofondo la loro filosofia particolare. Ma nel caso dell’India, è inutile ricercare la precisa data storica e le origini libresche d’un testo come Le Leggi di Manu: la sua cultura fondata per intero sulla trasmissione orale renderebbe arduo, se non impossibile, il compito di seguire attraverso il succedersi di centinaia di generazioni i commenti e i sottocommenti ramificantisi all’infinito. Gli antichi Dharma-sutra hanno senz’altro alle sorgenti i quattro Veda, come si scorge dal magnifico poema. Il Purusha Sukta in cui già sono riuniti i basilari concetti dell’induismo. E se la storia, anche in occidente, sprofonda nel mito, noi ora sappiamo quanto sotto quelle vesti si nasconda una realtà più complessa ancora; ciò vale in maggior modo per le produzioni della tradizione indiana che sin dall’inizio impostò i suoi valori umani su una concezione spirituale dell’esistenza, valori perfino oggi ostici alla nostra comprensione intellettuale.
Gli Indoeuropei
Origini e migrazioni
Autore/i: Romualdi Adriano
Editore: Edizioni di Ar
nota introduttiva di Giovanni Monastra, premessa dell’autore.
pp. 240, Padova
Sommario:
Nota introduttiva
IL PROBLEMA INDOEUROPEO
Premessa
I – Il problema indoeuropeo dal punto di vista filologico e etnologico
II – L’età neolitica: origini e prime migrazioni indoeuropee
III – L’età del bronzo e l’età del ferro: la formazione delle nazionalità indoeuropee
IV – Il problema indoeuropeo e l’antropologia
V – Gli Indoeuropei e la razza nordica
Conclusione
LA CULTURA DELLE ANFORE GLOBULARI E DELLA CERAMICA A CORDICELLA
LE ORIGINI DEI LATINI
Le affinità europee della lingua latina
Il vocabolario settentrionale del latino
Latino e germanico
La cultura dei campi d’urne e lo indogermanisches Restvolk
I campi d’urne in Italia
I Colli Albani e Roma
FRANZ ALTHEIM E LE ORIGINI DI ROMA
I «campi d’urne» in Italia
Il contributo di Giacomo Devoto
Le incisioni rupestri della Svezia e della Valcamonica
Le iscrizioni latine della Valcamonica
La migrazione illirica e la «Dorische Wanderung» in Italia
Dalle incisioni scandinave al geometrico greco
Fisionomia stilistica e contenuto culturale
Popol Vuh
Il libro sacro dei Quiché
Autore/i: Anonimo
Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati
introduzione e cura di Tullio Tentori.
pp. 166, Milano
Il racconto della creazione del mondo, le leggende e le tradizioni dei discendenti degli antichi Maya. Un documento straordinario e un libro affascinante.
Sesso Magico nell’Africa Nera
Autore/i: de Rachewiltz Boris
Editore: Manilo Basaia Editore
prefazione dell’autore.
pp. 112, Roma
Sesso magico nell’Africa nera è il frutto di lunghe ricerche che l’autore ha condotto in loco. Le tematiche vengono suddivise in due settori in cui cadono i riti sessuali: quelli che caratterizzano la vita di un particolare gruppo etnico quali la nascita, la pubertà il matrimonio, ecc., che seguono un filone tradizionale in armonia coi ritmi della natura, e quelli, avvolti nel massimo segreto, che hanno determinate finalità iniziatiche e di affiliazione a sette, talvolta con riflessi anche politici. Qui si rompono le regole della Natura, ricreando un «Caos» dal quale si evocano le potenze ctoniche ed infere, sovvertendo ogni legge ed ogni morale. Lo studio di queste” varie manifestazioni è fondamentale per chiunque voglia comprendere la dicotomia presente nelle culture negro-africane che, pur avendo assimilato elementi delle civiltà colonizzatrici «occidentali», tentano in parte di rigettarle, facendo appello alle proprie concezioni ancestrali. Dai risultati che proverranno da tale frizione dipende molto del futuro del Continente Nero.
Boris de Rachewiltz. Docente di Egittologia e di Archeo-Etnologia, ha insegnato in Università di più Paesi e collabora con l’Institut Fondaméntal de I’Afrique Noire. Ha diretto importanti missioni archeologiche ed etnologiche in Medio Oriente ed in Africa ed è autore di oltre 25 opere in più lingue. E stato introdotto nel campo della etnografia comparata, particolarmente dei Bela, i «Caucasoidi d’Africa, dal proprio Maestro, il Prof. L. Keimer di cui fu assistente al Cairo sino alla sua morte. La «Field Foundation» ha patrocinato una sua importante missione tra tale gruppo pubblicandone i risultati nella «World Book Encyclopedia». Boris de Rachewiltz è entrato in contatto con gli aspetti meno noti delle culture medio—orientali e africane ed e stato ammesso a partecipare a cerimonie e rituali con cui gli «extra moenia» possono assai difficilmente venire in contatto.