Libri dalla categoria Viaggio
Il Romanzo della Vita
Autore/i: Ducrocq Albert
Editore: Giulio Einaudi Editore
traduzione di Paola Luraschi.
pp. 206, Torino
Come e perché si è sviluppata la vita sulla Terra: un «romanzo» avvicente, in cui si muovono «personaggi» imprevedibili. Il francese Albert Ducrocq, matematico, ingegnere, pioniere della cibernetica del suo paese, ha al suo attivo una ormai lunga e fortunata attività di divulgatore scientifico, ed è già noto ai nostri lettori per il suo Cibernetica e universo. Il romanzo della materia, apparso in questa stessa collana nel 1967, che «racconta» come, perché è nato e si è sviluppato il Cosmo, sulla base di regole rigorose che ne determinano l’evoluzione. In questo volume, Ducrocq passa alla fase successiva di questa affascinante vicenda: la comparsa della vita sul pianeta Terra non è stata il prodotto del caso, ma della stessa logica ineluttabile che presiede alla nascita delle stelle. Le tecniche di simulazione ci consentono infatti ormai di ripercorrere quasi per intero il cammino – obbligato – che vide l’aggregazione degli atomi dell’atmosfera primitiva in associazioni molecolari dapprima semplici e via via piú complesse (proteine e nucleotidi) e capaci di stabilire il «duetto fatato a cui dobbiamo la sinfonia della vita». Sulla base di queste premesse si dipana un nuovo, imprevedibile romanzo di «avventure», nei cui scenari si muovono «personaggi» inconsueti: l’energia del Sole; la foglia; il muscolo; il sangue; il codice genetico; il sesso, che, pur con le sue evidenti complicazioni, ha «permesso tutto»; ed infine il cervello, nato da un accumulo di cellule nervose, che «potrà tutto».
Inchiesta sul Demonio
Marco Tosatti Incontra Padre Amorth
Autore/i: Tosatti Marco; Amorth Gabriele
Editore: Edizioni Piemme
introduzione degli autori.
pp. 224, Milano
Possessioni diaboliche. Sortilegi del maligno. Sacrifici umani in onore di satana. Ossessi, invasati, indemoniati. Con questi e altri fenomeni padre Amorth combatte da tempo e in queste pagine racconta la sua più che trentennale esperienza di quotidiana battaglia contro il demonio. Nel resoconto sconvolgente vengono descritte le manifestazioni di satanismo più frequenti e accertate dalla Chiesa, ma vengono anche smascherati i molti casi di false vessazioni demoniache e di plagio, di cui sono vittime oggi molte anime, disturbate da patologie di varia natura e da inquietudini psicologiche diverse. L’inchiesta si avvale delle testimonianze di alcuni esperti di fama: Simone Morabito, medico psichiatra, specialista di malattie nervose, che da molti anni collabora con gli esorcisti; Rolando Lucchetta, veggente e guaritore, impegnato nella lotta contro l’avversario e i suoi emissari; Massimo Introvigne, studioso di queste tematiche e acuto indagatore del fenomeno delle sètte sataniche in Italia.
Gabriele Amorth, nato a Modena da una famiglia religiosa legata allAzione Cattolica, è stato membro della FUCI.
Laureato in giurisprudenza, è entrato a far parte della Società San Paolo e quindi ordinato sacerdote nel 1954.
Ha pubblicato molti articoli sulla rivista cattolica Famiglia Cristiana.
Appassionato di mariologia, è stato per molti anni direttore del mensile Madre di Dio. È membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale.
Dal 1986 è esorcista nella Diocesi di Roma per mandato del cardinale vicario Ugo Poletti.
Nel 1990 ha fondato lAssociazione internazionale degli esorcisti, di cui è stato presidente fino al 2000. Attualmente ne è presidente onorario.
Ha scritto vari libri di successo: Esorcisti e psichiatri (2004), Memorie di un esorcista (Piemme, 2010). Con Paolo Rodari ha pubblicato il bestseller internazionale L’ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana (Piemme, 2012) e Il segno dell’esorcista (Piemme, 2013)
Marco Tosatti, nato a Genova nel 1947, è giornalista. Dal 1981 ha seguito gli avvenimenti religiosi per il quotidiano “La Stampa”, di cui è collaboratore. Autore di numerose opere, per Piemme ha scritto, tra l’altro, La profezia di Fatima (2007) e Inchiesta sulla Sindone (2009).
Intervista sulla Destra
Autore/i: Prezzolini Giuseppe
Editore: Ciarrapico Editore
a cura di Claudio Quarantotto, prefazione alla nuova edizione di Marcello Veneziani.
pp. XV-264, Roma
Questo volume raccoglie il testo di una lunga intervista con Giuseppe Prezzolini, esaminando per la prima volta, ed in maniera discorsiva e divulgativa, tutti i temi e problemi connessi con questa parola: Destra. In queste pagine si esaminano la Destra politica, quella ideologica e quella culturale: da Cavour a Croce, da Mussolini a Gentile, da Pareto a Tomasi di Lampedusa.
I Letterati e lo Sciamano – Il Pellerossa come Cattiva Coscienza del Branco
(1969)
Autore/i: Zolla Elémire
Editore: Bompiani
introduzione e prefazione dell’autore, in copertina: sciamano Navaho, Denver Public Library.
pp. XVII-398, Milano
«… è il risultato d’una vita di cura e di erudizione, le sue dimensioni sono straordinarie. Per la prima volta sono raccolte in sintesi le idee che resero possibile un programma di genocidio che durò secoli… È un volume importante che sarà letto, goduto e contemplato dal pubblico via via crescente interessato a far si che il futuro dell’indiano non sia una ripetizione del suo passato… un libro di consultazione che sarà usato dagli studiosi, indebitati verso un grande dotto europeo» A.H. De Rosier Annual of American Academies, luglio 1974.
«La pura estensione dello sforzo stupisce il lettore… ma ancor più della mole fantastica dell’erudizione è importante l’effetto complessivo che il libro avrà sul lettore attento… si può cogliere nell’opera un punto di vista nascosto che dovrebbe essere riconosciuto sia dai bianchi che dagl’indiani… Zolla sceglie un’indagine che stabilisce che cosa è di fatto avvenuto, e forse questo è soltanto possibile per un europeo… Zolla è in grado di fornirci intuizioni che di solito non comprenderemmo… Se si leggerà I letterati e lo sciamano credo che si comprenderà meglio e più profondamente la natura del conflitto» Vine Deloria jr. Boston Sunday Herald, 2 marzo 1974.
La Montagna Hira
Titolo originale: Tōgyū. Ryōjū. Hira No Shakunage
Autore/i: Yasushi Inoue
Editore: Bompiani
nuova edizione riveduta e corretta a cura di Giovanna Baccini, traduzione dal giapponese di Atsuko Ricca Suga.
pp. 176, Milano
Se vi è, oltre a quello cronologico, un altro filo conduttore che collega questi tre racconti, esso va rintracciato in uno dei due moduli narrativi che, secondo il critico Kenkichi Yamamoto, hanno costantemente sorretto l’ispirazione di Yasushi Inoue: il lirico e l’epico. Al primo di essi vanno infatti ricondotte le risonanze poetiche evidenti nella lingua e nello stile, e soprattutto nell’insistita scelta tematica della solitudine come destino ineludibile dell’individuo. Ambientato nell’atmosfera inquieta e disorientata del dopoguerra, il primo dei tre racconti, La lotta dei tori, descrive con allusioni marcatamente autobiografiche la vicenda di un giornalista votato allo scacco, le cui sfide tracotanti si traducono in un patetico annaspare nel vuoto. La narrazione si dipana seguendo passo passo le drammatiche fasi organizzative della gara in cui sono coinvolti interessi d’ogni genere e svelando via via come avidità, spregiudicatezza e ambizione non siano altro che ossessioni attraverso cui gli uomini cercano maldestramente di riscattare il loro smarrimento per la perdita di solide linee di condotta. Affermazione sociale e sfacelo dei rapporti umani vengono messi a fuoco alternativamente su uno stesso sfondo, come in dissolvenza incrociata. E lo scontro frontale dei tori, evento culminante e risolutivo delle tensioni, appare un emblema che doppia e suggella la quotidianità degli scambi umani.
La vena lirico-passionale di Inoue viene precisandosi e accentuandosi nel Fucile da caccia, dove l’espediente narrativo dello spiazzamento continuo del punto di vista è inserito in una cornice che lo riannoda al tema metafisico caro a Inoue dell’ambiguità dei rapporti fra contingenza e predestinazione. Capita infatti all’io narrante di venir invitato a comporre un poemetto sul tema della caccia e di scegliere come soggetto la solitaria figura di un cacciatore intravisto di spalle molto tempo addietro. Ma, quasi per una magia da teatro No, il testo poetico interferisce sulla realtà e l’ignoto cacciatore, affiorato dal suo mondo immaginario, fa recapitare al narratore tre lettere che racchiudono la chiave del mistero del suo desolato vagare col fucile in spalla. Se da un lato lo scambio di piani tra reale e immaginario addita nella poesia il sentiero che può condurre al senso più riposto delle cose, dall’altro la circolarità che viene postulata tra evento occasionaI e e destino già scritto rinvia apertamente alla concezione buddhista della reversibilità del tempo. E, non a caso, l’esordio di Inoue era avvenuto proprio col romanzo Ruten (Metempsicosi).
Sulle orme solitarie dei personaggi dei primi due racconti si muovono anche i passi dello scienziato Shuntarō Miike, ennesima citazione autobiografica dell’autore (dietro cui si adombra la figura del suo stesso suocero, luminare dell’anatomia) ed eroe tragico della Montagna Hira. Ormai alla fine della vita, l’indomabile vecchio fugge da casa e torna, come già altre volte, ai piedi del monte Hira per consolare con l’immacolato candore di nevi e rododendri, sempre vagheggiato di lontano e sempre rimasto inaccessibile, la propria insaziata e insaziabile sete di purezza e di verità. Ripercorrendo nella memoria le vicende che in circostanze cruciali l’avevano sospinto a tornare laggiù, egli ricompone il tessuto della sua vita, ne rilegge la sostanziale inconsistenza e ne individua l’antidoto nell’etica vitalistica dell’agire puro, dell’impegno nella ricerca disinteressata e inesausta che è premio a se stessa. (Giovanna Baccini)
Yasushi Inoue è nato ad Asahikawa nel 1907. Laureatosi in estetica all’università di Kyōto nel 1936, ottenne lo stesso anno il premio Kameo Chiba con il romanzo storico Ruten (Metempsicosi) e venne assunto ai servizi culturali del quotidiano Mainichi di Ōsaka. Impostosi all’attenzione del mondo letterario con alcuni racconti, fra cui i tre presentati in questo volume, Inoue abbandona nel 1951 l’attività giornalistica per dedicarsi esclusivamente alla narrativa. Autore assai prolifico e versatile, ha legato la sua fama a racconti brevi di intonazione lirica e a romanzi storici incentrati su personaggi ed episodi della tradizione cinese e giapponese oltre che alla serie di seiikimono, racconti esotici ambientati nei paesi lungo “la via della seta”. Per la sua attività letteraria e il suo impegno nelle relazioni culturali internazionali ha ottenuto nel 1984 il premio Asahi. Attualmente è presidente del PEN Club.
Una così Lunga Lettera • Romanzo
Titolo originale: Une si longue lettre
Autore/i: Bâ Mariama
Editore: Giovane Africa Edizioni
traduzione di Antonella Beri.
pp. 96, Pontedera (PI)
Mariama Bâ è la voce dolente delle donne del Senegal. Sebbene sveli con assoluta precisione le iniquità della poligamia vigente nel suo paese, anche gli uomini dalle molte mogli la onorano, perché lei è la più grande scrittrice dell’Africa nera.
L’amicizia, l’educazione dei figli, la dignità femminile, l’amore e i temi di una lunga lettera scritta da un’amica ad una amica, Nasce così un romanzo straordinario, dai ritmi incalzanti, pieno di sorprese e di emozioni.
Una continua scoperta per il lettore europeo.
Mariama Bâ nasce nella città di Dakar. Rimasta orfana, la educano i nonni materni secondo canoni tradizionali che non prevedono obbligo di proseguire negli studi scolastici. Ma, così straordinaria è la sua intelligenza che, spronata dai suoi professori, ottiene la Laurea in Pedagogia. Amica del poeta Senghor, partecipa da protagonista al riscatto culturale del Senegal che si è liberato dal colonialismo francese. Madre di nove figli, prende dolorosamente coscienza dello stato di subordinazione in cui è tenuta la donna nel suo paese dove la poligamia è praticata all’eccesso e l’uomo può avere fino a quattro mogli. Mariama capisce che senza l’emancipazione delle donne non c’è futuro per l’Africa perché: “Dove soffre una donna, soffre l’intera umanità.” Mariama è attiva nelle associazioni femministe ma è con i suoi due romanzi che riscatta completamente la condizione femminile. Dopo il grande successo editoriale di “Una così lunga Lettera” nel 1981 fu pubblicato, postumo, il libro “LA sposa bianca di Ousmane”. Mariama Bâ è scomparsa nel 1980, appena cinquantenne. Oggi, in Senegal, i suoi scritti sono libri di testo nelle scuole.
Favole Arcane
Autore/i: Foglia Serena
Editore: Armenia Editore
pp. 160, Milano
Queste favole, sotto un anacronistico aspetto d’innocenza, pongono sul tappeto le questioni, maliziose e amare, della vita. Scrivendole, Serena Foglia ha fatto compiere all’espressione scritta un movimento che è insieme in avanti, indietro e fuori del tempo. Nella sua tastiera ritroviamo note umane che oggi farebbero felice un poeta e un romanziere, un elzevirista e un sociologo. La scelta della favola, dell’autentica favola spensieratamente narrata, stabilisce un punto d’approccio insolito tra realtà e letteratura di questo momento, reso ancor più sorprendente – si direbbe esplosivo – dal ricorso a una forma deliberatamente riduttiva e infantile, quasi elementare.
Tiritere baciate, filastrocche ritmate, giocano continuamente con versi tronchi e sordi, con suoni e significati che ammoniscono: così sottile è la crudeltà, cosi beffardo il caso, che niente di ciò che ridi è risibile, niente che ti rattristi è solo triste.
Per realizzare questa irridente rappresentazione di difetti generali e particolari virtù, di situazioni concrete o sentimentali, di rapporti che per solito ironicamente si osservano e tragicamente si vivono, questa raccolta di favole per bambini adulti si serve del contrasto tra contenuti e strumenti espressivi, dando vita a uno spettacolo esaltante in cui il documento umano si vela e si maschera sotto la continua invenzione di un estro piacevole, profondo, inesauribile. E il lettore divertito, richiamato a una riflessione che continuamente lo provoca e lo coinvolge, potrà ritrovare in queste fantasie libere fino al paradosso e all’astrazione non pochi aspetti a lui ben noti: scoprirà incuriosito, incoraggiato, forse trasalendo un poco, di poter essere anche lui, pur in questo tempo, come altri, come tutti, il protagonista di una favola arcana.
Serena Foglia è nata a Trieste, vive e lavora a Milano. Ha pubblicato «L’alfabeto delle Stelle» (Mondadori); «Il segno della Vergine» (Armenia).
Dio Solo e Gesù Crocefisso
Teologia di un carisma
Autore/i: Barsotti Divo
Editore: Rusconi
prima edizione, presentazione di M. Elide Testa, in copertina: Maddalena di Canossa (1774-1835), fondatrice della Famiglia Canossiana Figlie e Figli della Carità.
pp. 244, Milano
«La rivelazione suprema di Dio è, come vuole il Vangelo di Giovanni, Gesù Crocifisso. Il pensiero umano non si spinge oltre il mistero della croce.
Dio nella infinità, nella eternità, nella trascendenza della sua natura non ha volto, ma questa infinità e trascendenza si rivelano a noi nell’amore crocifisso: Dio solo è Gesù Crocifisso.
«In Maddalena questa unità si è realizzata in un modo stupendo.»
«Dio solo e Gesù Crocifisso» era il motto di Maddalena di Canossa, fondatrice della Famiglia Canossiana Figlie e Figli della Carità. Sotto questo titolo, Divo Barsotti ha raccolto e commentato le meditazioni di Maddalena, presentandone il volto carismatico alla luce di una profonda teologia spirituale.
«Dio solo» è la formula che mirabilmente sintetizza la spiritualità maddaleiana: indica il cammino dell’anima nella purezza assoluta che le sue figlie sono chiamate a vivere ; insegna il mezzo fondamentale nella totale confidenza che esse debbono avere in Dio, e finalmente riconosce in lui la felicità dell’anima. E il Gesù Crocifisso che Maddalena di Canossa contempla è la rivelazione suprema e il dono dell’amore divino, come vuole il Vangelo.
L’amore scambievole è dunque per Maddalena – ci fa osservare Divo Barsotti – anche la condizione perché le sorelle possano impegnarsi nelle opere di carità e nel servizio dei poveri. La carità non ha bisogno di grandi gesta per essere grande, vuole al contrario l’umiltà di chi ignora se stesso e quello che fa.
Questo libro stimola quindi ogni lettore a contemplare con gli occhi di Maddalena – a un secolo e mezzo dalla sua morte – il mistero più sconvolgente del cristianesimo. Ha detto magnificamente Pio XI: «La caratteristica più bella e più squisita di questa gran donna, di questa purissima vergine, è proprio questa: l’umiltà nella carità».
Nato a Palaia (Pisa) nel 1914, Divo Barsotti è uno dei teologi e mistici contemporanei più importanti e degni di attenzione. Ordinato sacerdote nel 1937, dopo gli studi compiuti nel Seminario di San Miniato (Pisa), vive dall’immediato dopoguerra nella «Casa San Sergio» di Settignano (Firenze), dove è anche la sede principale della Comunità da lui fondata e che è presente in molte città italiane. Vastissima è la produzione bibliografica barsottiana, gran parte della quale è stata tradotta in tedesco, fiammingo, polacco, inglese e spagnolo. Oltre ai quattro volumi del « Diario» (La fuga immobile, Parola e silenzio, L’acqua e la pietra, Ebbi a cuore l’eterno: dei quali Battesimo di fuoco è la continuazione), Barsotti ha pubblicato: Cristianesimo russo, Il mistero cristiano nell’anno liturgico, Il mistero cristiano e la parola di Dio, La dottrina dell’amore nei Padri della Chiesa, Il Signore è uno, Meditazione sull’Apocalisse, Meditazione sull’Esodo, Meditazione sul libro di Giona, Il mistero della Chiesa nella liturgia, Meditazione sul libro di Sofonia, Verso la visione, La fede nell’amore, La legge è l’amore, Con parola umana, La religione di Giacomo Leopardi, Itinerario dell’anima a Dio, La preghiera di Santa Teresa d’Avila, Diario giapponese, Credo nella vita eterna, Tre mistici. Molti altri suoi libri minori riguardano argomenti di spiritualità, o testi e persone dell’esperienza religiosa orientale. Divo Barsotti, che è anche singolare e profondo poeta, svolge intensa attività di predicatore (e memorabili furono i suoi «Esercizi spirituali» predicati alla presenza di Paolo VI in Vaticano) e di guida spirituale in molte comunità religiose italiane e straniere.
Le Grandi Strade di Roma nel Mondo
Una rete di formidabili arterie per la costruzione d’un impero
Autore/i: von Hagen Victor W.
Editore: Newton Compton Editori
prefazione dell’autore, fotografie di Adolfo Tomeucci, carte geografiche di Dino Rigolo, traduzione di Maria Martone Napolitano riveduta e aggiornata.
pp. 288, 53 tavv. b/n f.t., ill. b/n, cartine b/n, Roma
I monumenti più durevoli dell’antica Roma non sono le rovine del suo impero, ancora sparse in gran parte dell’Europa e dell’Asia, ma le onnipresenti strade, autentiche arterie vitali, 372 grandi strade per un totale di 53.000 miglia. Queste grandi vie lastricate, che s’irradiavano in tutto il mondo allora conosciuto, attraversando con sicurezza prodigiosa monti, paludi e perfino il deserto del Sahara, congiunsero lungo remoti «limites» fortezze, città ed avamposti dei popoli più diversi. In tal modo le strade romane rappresentano segni tangibili della storia e della geografia antiche, e costituiscono oggetto di ricerca archeologica di grande rilievo. Ripercorrendole oggi ci si rivelano ancora una fonte viva di traffici, specchio di Roma che attraverso esse diffuse la propria civiltà in una inconfondibile impronta di unità.
Il resoconto di una spedizione archeologica durata sette anni attraverso la magica intelaiatura delle strade romane nel mondo: lungo i territori del Reno e del Danubio, nelle terre degli Sciti sulle rive del Mar Nero, e di qui in Africa e in Asia fino alle remote terre dell’India.
Victor W. von Hagen è nato a St. Louis nel 1908. Esploratore, etnografo, archeologo, naturalista, scrittore, è popolare in ltalia per opere in cui confluiscono tutti i suoi molteplici interessi: «La grande strada del sole» (Einaudi), «L’Eldorado» (Rizzoli) e in questa collana «L’impero degli Incas», «Il mondo dei Maya», «Civiltà e splendore degli Aztechi» e «Gli imperi del deserto nel Perù precolombiana)».
La Notte
Autore/i: Wiesel Elie
Editore: Editrice la Giuntina
prefazione di François Mauriac, traduzione di Daniel Vogelmann.
pp. 120, Firenze
Ciò che affermo è che questa testimonianza, che viene dopo tante altre e che descrive un abominio del quale potremmo credere che nulla ci è ormai sconosciuto, è tuttavia differente, singolare, unica. (…) Il ragazzo che ci racconta qui la sua storia era un eletto di Dio. Non viveva dal risveglio della sua coscienza che per Dio, nutrito di Talmud, desideroso di essere iniziato alla Cabala, consacrato all’Eterno. Abbiamo mai pensato a questa conseguenza di un orrore meno visibile, meno impressionante di altri abomini, ma tuttavia la peggiore di tutte per noi che possediamo la fede: la morte di Dio in quell’anima di bambino che scopre tutto a un tratto il male assoluto? ( dalla Prefazione di François Mauriac)
Nato nel 1928 a Sighet, in Transilvania, Elie Wiesel venne deportato ad Auschwitz e Buchenwald. Dopo la guerra ha fatto per alcuni anni il giornalista in Francia e poi si è trasferito a New York. Nel 1986 ha ricevuto il premio Nobel per la pace. Oggi, con la sua fondazione difende i diritti dell’uomo nel mondo, lavora per la pace e contro la povertà. Di lui la Giuntina ha pubblicato La notte, Credere o non credere , Il testamento di un poeta ebreo assassinato, Il processo di Shamgorod, L’ebreo errante, Il quinto figlio, La città della fortuna, Cinque figure bibliche e Il Golem.
Il Mistero delle Beatitudini
Autore/i: van Rijckenborgh Jan
Editore: Edizioni Lectorium Rosicrucianum
introduzione dell’autore.
pp. 120, Milano
Gesù, il simbolo dell’Anima divina risvegliata, è il maestro della Gnosi, l’alta conoscenza che cerca di elevare un gruppo di uomini affamati di verità, di giustizia e di pace autentiche, fin sulla vetta della Montagna dell’iniziazione. I Vangeli non sono perciò dei semplici racconti storici e le Beatitudini – che occupano nel “Sermone sulla montagna” un posto del tutto speciale – si rivolgono solo a dei discepoli sulla via della risurrezione dell’anima. Il compito degli Iniziati gnostici, quale fu anche Gesù, è di formare il nucleo di una Fraternità universale che possa ricondurre tutti i veri Viventi nella loro patria, il Regno dei Cieli.
Miliardi e Miliardi – Riflessioni di Fine Millennio sulla Terra e i Suoi Inquilini
Titolo originale: «Billions & Billions»
Autore/i: Sagan Carl
Editore: Euroclub
traduzione dall’americano di Erminia Ferrara.
pp. 344, nn. illustrazioni b/n, Milano
Carl Sagan, ancora una volta – l’ultima, purtroppo – ci mette a disposizione la sua esperienza (e le sue conoscenze) per vedere il mondo sotto una prospettiva diversa. Questa volta tuttavia, le domande a cui vuole dare risposta non sono soltanto scientifiche ma anche, soprattutto, umanistiche.
Con gli occhiali dello scienziato, ma il cuore appassionato dell’uomo, Sagan affronta i temi che condizioneranno i nostri prossimi anni, dai piccoli – ma sorprendenti – problemi di ogni giorno, fino alle grandi domande sul futuro del Pianeta. Così, partendo dai servizi televisivi di Monday Night Football – una sorta di Domenica sportiva americana – Sagan ci accompagna fra le tribù dei cacciatori-raccoglitori che un tempo popolavano la Terra per arrivare a guardare da vicino il fragile equilibrio su cui poggia la vita. Allo stesso modo, prendendo spunto dall’invenzione degli scacchi, ci troviamo di fronte ai temi dell’esplosione demografica, della diffusione dell’Aids e a tutti quei fenomeni dove una piccola unità (un atomo, un virus, un fiore, un uomo) riesce, se raddoppiata miliardi di volte, a originare i grandi misteri della vita e dell’universo.
E naturalmente della morte.
Giocando tra matematica e vita quotidiana, Sagan ci porta a spasso tra storia e biologia, tra scienza e religione, in quello che è un godibilissimo viaggio per capire, non tanto il futuro che ci aspetta, quanto lo spirito con cui affrontarlo.
Nell’ultimo capitolo, scritto dopo aver saputo di essere affetto da una forma incurabile di cancro, Sagan dichiara la sua intenzione, come individuo, ma anche come componente della specie umana, di combattere fino in fondo la morte. Una testimonianza toccante a conclusione di un libro appassionato e intelligente: il testamento spirituale di un grande scienziato. O forse, semplicemente, di un uomo.
Elenco delle illustrazioni
Parte prima – La forza e la bellezza della quantificazione
1. Miliardi e miliardi
2. La scacchiera persiana
3. I cacciatori del lunedì notte
4. Lo sguardo di Dio e il rubinetto che gocciola
5. Quattro interrogativi cosmici
6. Così tanti soli, così tanti mondi
Parte seconda – Che cosa conservano i conservatori?
7. Un mondo arrivato per posta
8. L’ambiente: dov’è finita la prudenza?
9. Creso e Cassandra
10. È scomparso un pezzetto di cielo
11. La trappola: il surriscaldamento del pianeta
12. Sfuggire alla trappola
13. Religione e scienza: un’alleanza
Parte terza – Dove il cuore e la mente entrano in collisione
14. Il nemico comune
15. Aborto: è possibile essere al tempo stesso «per la vita» e «per la libera scelta»?
16. Le regole del gioco
17. Gettysburg e oggi
18. Il XX secolo
19. Nella valle dell’ombra
Epilogo
Ringraziamenti
Riferimenti bibliografici
L’ultima Messa di Padre Pio – L’Anima Segreta del Santo delle Stigmate
Autore/i: Gnocchi Alessandro; Palmaro Mario
Editore: Edizioni Piemme
pp. 238, numerose tavole b/n f.t., Milano
Dicono che quando celebrava messa lui, il frate delle stigmate, il tempo si fermasse, per lasciare spazio al mistero. E doveva essere davvero così se le funzioni presiedute da Padre Pio duravano addirittura tre ore, al punto da indurre i suoi superiori a richiamarlo all’ordine, se così si può dire. Che cosa accadeva veramente durante quelle estasi interminabili che parevano rapire il frate dal mondo che lo circondava? Come si lega il misterioso fenomeno della bilocazione alla spiritualità di Padre Pio? Quali misteri erano svelati nell’anima del frate di Pietrelcina durante i momenti di profonda preghiera in cui pareva davvero unito a quel Cristo Crocifisso cui voleva tanto somigliare? A un certo punto della sua vita, Padre Pio venne messo alla prova: dai fedeli, che iniziarono a criticarlo; dal demonio, che continuamente lo vessava; dalla Chiesa, che lo mise sotto processo, addirittura proibendogli di celebrare pubblicamente. Dinnanzi a tutto questo, il religioso rispose nell’unico modo che conosceva: con silenzio e obbedienza. Ma accadde ben altro, come testimoniano documenti e carteggi inediti: Dio, che ama gli umili, ricompensò Padre Pio, svelandogli i misteri del cielo, e affidandogli particolari compiti di espiazione e intercessione per le anime, una missione di cui il santo delle stigmate si fece carico fino alla fine, fino all’ultima messa.
UFO ESP – Storie dell’Impossibile
Autore/i: Gianfranceschi Luciano
Editore: Rusconi
prima edizione.
pp. 264, Milano
È possibile la vita oltre la morte? Esiste la vita su altri pianeti? Quali nuove forme di vita umana sta creando la natura sotto i nostri occhi? È davvero impossibile creare la macchina del tempo? Come funziona la fabbrica dei fantasmi? Le piante hanno un linguaggio? Chi ci parla dallo spazio cosmico: gli extraterestri da un altro pianeta o gli ultraterrestri da un’altra dimensione? A questi e ad altri quesiti, apparentemente difficili e apparentemente indecifrabili, risponde, basandosi su fatti veri anche se incredibili e per la maggior parte accaduti in Italia, questo dettagliatissimo e documentatissimo libro di Luciano Gianfranceschi, che propone, per la prima volta, una valutazione d’insieme dei rapporti tra ufologia e parapsicologia.
Luciano Gianfranceschi, Sagittario, del 1944, è nato a Fucecchio. (Firenze) ave vive e lavora. Giornalista di professione, esperto di Ufo e Esp, ha ricevuto il «Mistero d’oro» quale divulgatore parascientifico più letto d’Italia. In questa stessa collana ha pubblicato UFO, ohe è stato uno dei successi editoriali del 1977.
Confucio nel Computer
Memoria accidentale del futuro
Autore/i: Colombo Furio
Editore: Rizzoli
pp. 360, Milano
La repubblica elettronica ha grandi finestre, territori sconfinati, osserva con occhi virtuali una realtà che cambia continuamente secondo il software del momento.
Questo libro è un thriller con un finale a sorpresa. E una inchiesta intorno a qualcosa che avrà un ruolo capitale nel nostro futuro: il cyberspazio, la Rete, Internet, la vita «dentro» il computer, le autostrade elettroniche, la realtà virtuale. Che cosa vogliono i seguaci della nuova civiltà digitale e perché parlano con toni appassionati di un nuovo stato dell’esistenza? Perché si propongono come i profeti di una fase nuova della storia, della politica, dell’economia, riferendosi continuamente, in modo quasi martellante, alla nostra vita interiore, e quindi all’anima?
Furio Colombo lascia la sponda sicura della riflessione logica (il computer è una macchina nuova, intelligente, potente, utile) per addentrarsi nel territorio della Rete: il cyberspazio, secondo la felice definizione dello scrittore di fantascienza William Gibson.
Lo fa partendo da una constatazione al tempo stesso elementare e allarmante: questa è la prima macchina della civiltà industriale che interferisce con la nostra mente, un fatto poco notato di cui non conosciamo le conseguenze.
Furio Colombo dice di essersi accorto che non tutto – nella Rete, in Internet, in questo mondo «reale» e «virtuale» – è disinteressato, è soltanto pura ed esaltante avventura. Qualcuno senza volto entra con noi «dentro» la macchina, ci segue, ci accompagna, ci spia, ci facilita, forse ci dirige. Si tratta di un gioco? E pura immaginazione? E una nuova forma di governo?
Da queste domande, che interessano direttamente il nostro futuro e , quello dei nostri figli, ha inizio un viaggio ricco di sorprese, di colpi di scena, con alcune risposte. Non tutte piacerebbero a Nicholas Negroponte, ad Alvin Toffler e agli altri ispirati predicatori «dell’essere digitali».
Come saranno la vita, le scelte, il destino del mondo digitale dei bits, che non e fisico però è reale, lungo percorsi labirintici popolati da apparizioni improvvise, nelle chat rooms piene di promesse e piene di rischi?
È la narrazione inquietante di eventi nuovi, non ancora esplorati. Il nuovo, ammonisce il libro, non sempre e il meglio, però è inevitabile.
Non possiamo più ritirarci da questa avventura. Dunque, meglio saperne di più.
Furio Colombo scrittore e giornalista, insegna alla Columbia UniVersity (Italian Studies), è editorialista del quotidiano «la Repubblica» e del settimanale «L’Espresso»; è il direttore responsabile de «La rivista dei libri». Fra i suoi libri più noti God in America (Columbia University Press 1984); Cosa farò da grande? (Mondadori 1987); Carriera vale una vita?
(Rizzoli 1989); I l Terzo Dopoguerra (Rizzoli 1990); Gli altri – Che farne (Rizzoli 1994); Ultime notizie sul giornalismo (Laterza 1995). Con Elie Wiesel, Umberto Eco e altri è autore di Droit de la personne et raison d’Etat (Grasset 1995).
Mistici e Maestri Zen
Titolo originale: Mystics and Zen Masters
Autore/i: Merton Thomas
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Franco Bernardini Marzolla.
pp. 264, Milano
Il misticismo non è un fenomeno esclusivo del cristianesimo, come spesso ritiene la scarsa informazione religiosa degli occidentali. Perciò Merton, che in tante opere ha studiato il misticismo cristiano, va ora alla ricerca delle matrici non cristiane – religiose, filosofiche, culturali, storiche – dalle quali è scaturito per l’uomo lo stimolo all’elevazione. Così accanto al tentativo di dare un’idea dell’enigmatico contenuto ideologico dello zen e del pensiero classico cinese, possiamo trovare una riesumazione polemica della celebre «questione dei riti» o una interpretazione della «peregrinatio» medievale come prassi penitenziale; e poi note storiche sui mistici inglesi e russi, talora ai margini dell’ortodossia; uno sguardo al monachesimo presso i protestanti (Taizé); qualche divagazione su l’esistenzialismo cristiano (Rilke) e sul buddismo nel mondo moderno (i roghi umani nel Vietnam). Sono tutti saggi piuttosto sparsi, nati in tempi e circostanze diversi, nei quali prevale l’informazione su l’approfondimento; ma la materia è così poco conosciuta presso il grande pubblico dell’Occidente che anche un’informazione elementare rappresenta un utilissimo servizio reso al lettore. Il filo conduttore che dà unità al volume e rappresenta il motivo dominante della ricerca di Merton è sempre l’interesse per tutto ciò che nella storia dell’umanità dice comunque slancio metafisico, affermazione del trascendente, fuga dal mortificante e materialistico dato quotidiano. Che è quanto dire ricerca di quella vita spirituale nella quale Merton ha creduto come a valore supremo, unico capace di dare un senso alla esistenza terrena dell’uomo.
Thomas Merton nacque a Prades, nei Pirenei francesi, da padre neozelandese ma di origine inglese, e da madre americana, ambedue pittori. Passò parte della sua infanzia in America, a Bermuda, studiò in Inghilterra e viaggiò per l’Europa, finché a vent’anni si iscrisse alla Columbia University di New York, laureandosi in lettere. Irrequieto, pieno di aspirazioni e di ideali, fece prima parte di un gruppo comunista, quindi si convertì al cattolicesimo abbandonando l’insegnamento. Concluse la sua esistenza di secolare entrando, con il nome di Frater M. Louis, nell’Abbazia di Gethsemani nel Kentucky, appartenente all’Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza. Quivi cominciò a scrivere. Il suo libro La montagna dalle sette balze divenne in breve uno dei libri di maggior successo in tutto il mondo. Si spense improvvisamente a Bangkok il 10 dicembre 1968. Le sue opere principali – pubblicate in edizione italiana da Garzanti – sono : La montagna dalle sette balze (1950, 1966), Le acque di Siloe (1951), Semi di contemplazione (1951), Che sono queste ferite? (1952), Il segno di Giona (1953), Ascesa alla verità (1955), Nessun uomo è un’isola (1956), Il pane nel deserto (1957), Il pane vivo (1958), Pensieri nella solitudine (1959), Diario secolare (1960), Poesie (1962), Problemi dello spirito (1962), L’uomo nuovo (1963), Vita e santità (1964), Direzione spirituale e meditazione (1965), Nuovi semi di contemplazione (1965), Semi di distruzione (1966), Tempo di celebrazione (1967), Diario di un testimone colpevole (1968), Mistici e maestri zen (1969).
Prefazione
- Mistici e maestri zen
- Il pensiero classico cinese
- L’amore e il Tao
- I gesuiti in Cina
- Dai pellegrinaggi alle crociate
- Verginità e umanesimo nei padri occidentali
- I mistici inglesi
- L’esame di coscienza in Gertrude More e Augustine Baker
- I mistici russi
- Il monachesimo protestante
- Pleasant Hill
- Contemplazione e dialogo
- Il monachesimo buddista zen
- Il koan zen
- L’altro lato della disperazione
- Il buddismo e il mondo moderno
Note
Una Giovinezza Americana
Titolo originale: How I Grew
Autore/i: McCarthy Mary
Editore: Società Editrice Il Mulino
unica edizione, introduzione all’edizione italiana di Guido Fink, traduzione di Nicola Rainò.
pp. 272, numerose fotografie b/n f.t., Bologna
All’ultimo libro, scritto poco prima di morire, Mary McCarthy ha consegnato il ricordo della propria giovinezza: otto anni, fra i tredici e i ventuno, ripercorsi in cerca degli elementi fondatori della personalità, delle tappe che segnarono il suo apprendistato alla vita. E’la storia di un’adolescenza dei tratti comuni: la scuola, l’università, le recite, le feste, gli amori furtivi in automobile, la sete di esperienze e il desiderio di piacere; niente di notevole se a viverla non fosse un’intelligenza già pienamente consapevole di sé, uno spirito ’fuorilegge’ presto inteso a diseducarsi, ovvero a seguire una via autonoma e a salvare la propria orgogliosa anomalia nel mezzo di una provincia americana conformista e superficiale, intessuta di pregiudizi e manie. Nel lungo, divagante monologo che dà corpo a queste pagine la McCarthy segue però i passi di quell’adolescente con l’appuntita ironia che le è propria: non v’è compianto di sé nel ricordo degli anni in cui visse, orfana, sotto la rigida tutela dei parenti, non v’è elegia per il passato né, in definitiva il compiacimento dell’artista che componga il proprio “ritratto da giovane”; se ricorda le sue fantasie (quando sognava di farsi monaca o di diventare regina di Francia) o un tentativo di suicidio, i boy-friends o le ragazze del «gruppo», è piuttosto uno sguardo senza indulgenza, felicemente feroce, quello che si posa su quel teatro d’ombre. Ciò che ne risulta è un libro straodinariamente vero, e una testimonianza singolare da cui riaffiora il brusio di un’epoca, le passioni, i sogni, le liturgie e i valori di un mondo scomparso.
La Psicologia Contemporanea – Analisi Critica
Autore/i: Pavlov Ivan Petrovič
Editore: Newton Compton Editori
traduzione e cura di Luciano Mecacci.
pp. 208, Roma
Questa antologia di scritti di Pavlov presenta per la prima volta al lettore italiano una scelta delle famose «Conversazioni del mercoledì», in cui il grande fisiologo russo discuteva con i suoi allievi alcune delle correnti più significative della psicologia occidentale. Le «Conversazioni» e gli altri articoli raccolti mostrano come le critiche di Pavlov al comportamentismo ed alla psicologia della forma ne avessero individuato perfettamente gli aspetti teorici e sperimentali più deboli, che avrebbero infine indotto gli psicologi europei ed americani a dare in questi ultimi venti anni una nuova impostazione allo studio dei rapporti tra psicologia e neuroscienze.
L’opera di Pavlov offre dunque l’esempio di una scelta metodologica precisa che nella prudenza e nel rigore della concreta ricerca sperimentale ha trovato la più valida alternativa ad ogni forma di arbitraria generalizzazione.
I Riflessi Condizionati
Autore/i: Pavlov Ivan Petrovič
Editore: Newton Compton Editori
traduzione di Celso Balducci.
pp. 240, Roma
«Il più eloquente dei linguaggi», scrive Ivan Petrovič Pavlov in apertura del volume, «è quello dei fatti». In vivace contrasto con le scuole occidentali di psicologia, il grande fisiologo russo, fondatore della teoria dei riflessi condizionati, si faceva sul primo scorcio del secolo inflessibile polemista in nome di un rinnovato rigore scientifico nell’interpretazione della realtà: «I cosiddetti fenomeni psichici … si distinguono, è vero, da quelli puramente fisiologici, ma solo per la loro maggiore complessità … Il biologo ha il dovere di accostarsi ad essi esclusivamente dal lato obbiettivo, senza prendere, per nessuna ragione, in considerazione il problema della loro essenza. Non è forse evidente che il vitalismo contemporaneo, che è come dire animismo, confonde due modi di vedere diametralmente opposti: quello del biologo e quello del filosofo? … Per il biologo tutto sta nel metodo e nella possibilità che esso offre di pervenire a una verità salda e durevole, ed è solamente sotto questo punto di vista – per lui inderogabile – che l’anima, considerata come principio naturale gli appare non solo non necessaria, ma addirittura nociva al suo lavoro, in quanto verrebbe a porre incongrue limitazioni al suo coraggio e alla profondità della sua analisi».
In una ricca e articolata selezione, gli scritti che costituiscono il fondamento della teoria riflessologica di Pavlov, alla quale ancora oggi, in così larga misura, non possono non riferirsi la psicologia e la fisiologia contemporanee.
La Crisi dell’Italia Liberale – Politica Economica e Finanziaria 1914-1922
Titolo originale: The Crisis of Liberal Italy
Autore/i: Forsyth Douglas J.
Editore: Edizioni Corbaccio
unica edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Annalisa Agrati.
pp. 496, Milano
Dall’Introduzione:
«Questo studio si basa sul presupposto che un’analisi critica della politica monetaria e finanziaria – dallo scoppio della prima guerra mondiale alla marcia su Roma – sia in grado di illuminare aspetti importanti e forse cruciali della crisi dell’Italia liberale. La politica monetaria e finanziaria costituisce un prisma particolarmente utile attraverso il quale esaminare il conflitto politico. Oggetto della discussione sono le molteplici forme di intervento statale sull’economia, compreso il ruolo del governo nell’accumulazione e nella distribuzione delle risorse e il ruolo della banca centrale come stabilizzatore macroeconomico – alcuni degli aspetti fondamentali, dunque, dell’interazione tra Stato e società.»
Douglas J. Forsyth non è certo il solo studioso che abbia indagato sulle cause economiche della crisi dell’Italia liberale. Egli stesso, nelle conclusioni di questo libro, ricorda come alcuni storici di formazione marxista abbiano già messo in evidenza i rapporti tra la recessione economica del primo dopoguerra e l’avvento del fascismo. Ma la maggior parte degli storici, italiani e stranieri, preferisce dedicare la propria attenzione al contesto politico e sociale, al lungo braccio di ferro tra moderati e riformatori, tra riformisti e massimalisti. Forsyth invece adotta una prospettiva esplicitamente economica e va molto più in là di coloro che lo hanno preceduto su questa strada. Anziché limitarsi a ricostruire il clima economico-finanziario dell’Italia negli anni che vanno dalla fine della guerra alla for-mazione del primo governo Mussolini, lo studioso americano colloca l’avvento del fascismo al termine di un lungo tragitto che inizia alla fine del secolo. I fenomeni di medio termine a cui occorre prestare attenzione sono i deficit di bilancio e l’impossibile riforma del sistema fiscale, la debolezza del sistema bancario, i conflitti tra le banche e la mancanza di un vero «governo della moneta», le aspirazioni di una classe politica che vuole fare dell’Italia una grande potenza e non riesce a «quadrare il cerchio». Nel corso del decennio giolittiano alcuni di questi problemi sono stati affrontati e parzialmente risolti. Ma Giolitti è il primo a conoscere la fragilità del sistema economico italiano e delle sue strutture finanziarie. Comprendiamo meglio quindi perché egli cerchi d’impedire l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale. Il conflitto e l’anomalo sviluppo dell’industria italiana durante la guerra esasperano gli handicap e i vizi nazionali. La recessione sgonfia pericolosamente una «bolla» industriale che si era troppo rapidamente ingrossata. I governi tentano inutilmente di conciliare le ambizioni (l’Italia ha vinto la guerra, vuole essere grande potenza) e le esigenze (la guerra ha creato pesanti debiti, strutture industriali sproporzionate alle condizioni del paese, attese sociali). Dietro il grande arazzo della storia politica nazionale vi è una trama, non meno importante, composta da vicende economiche e finanziarie. Le guerre e le battaglie di cui si parla in questo libro sono la crisi della bilancia dei pagamenti, l’abolizione del prezzo politico del pane, l’assalto alle banche, la tassazione dei profitti di guerra, la nominatività dei titoli, i debiti di guerra, la ricerca di finanziamenti e prestiti sul mercato internazionale. Intelligente osservatore di problemi economici Forsyth è troppo storico per spingersi a confronti anacronistici con altre situazioni italiane. Ma il lettore troverà in questo libro, insieme alla crisi dell’Italia liberale, alcuni dei mali che affliggono da sempre l’economia e la finanza italiane.
Douglas J. Forsyth, nato nel 1942, è professore di Storia al Massachusetts Institute of Technology e socio del Centro di Studi Europei all’Harvard University.