Libri dalla categoria Storie di Vita
Il Canto dello Spirito
Aneddoti del Maṯhnawī – L’opera fondamentale di un maestro persiano del sufismo
Autore/i: Gialâl ad-Dîn Rûmî
Editore: Mimesis Edizioni
introduzione, traduzione, note e cura di Anna Maria Martelli.
pp. 206, Milano
«O Dio, rivela all’anima quel luogo dove finisce il discorso senza parole: uno spazio immenso, ampio, aperto, del quale si nutre lo spazio di queste nostre fantasie di quest’essere. Il Regno della Fantasia è più stretto del regno del Nulla, e per questo le fantasie son causa di pena e dolore. E, ancora, l’esistenza reale è più angusto spazio di quello della fantasia, in questa esistenza la luna piena di quello spazio diviene esile falce. E, ancora, l’esistenza del mondo dei sensi e dei colori è più stretta, è una cupa angusta prigione!»
Questa è una citazione del Mathnavi, amplissimo commentario della spiritualità del Corano, di Galal al-Din Rumi, che viene qui presentato sotto forma di estratto. Per il suo insegnamento religioso, Rumi ricorre ad aneddoti che presentano una peculiare costruzione subconscia ed associativa che apparentemente sembra disordinata, ma che in realtà possiede una unità che la trascende. Il poeta inizia una storia, poi sembra dimenticarla. Quindi, appigliandosi magari a una parola, vi torna, in un detour nel regno dello spirito. Il Mathnavi è un’opera ricca di contenuto dottrinale e costituisce uno dei più significativi capolavori della letteratura mistica persiana.
Galal al-Din Rumi, grandissimo poeta e mistico Sufi, nacque nel 1207 a Balkh, in Persia, e morì nel 1273 nell’attuale Turchia, dopo avervi fondato una famosa confraternita mistica. Tra le sue opere, sono edite in italiano un’antologia del suo Diwan (Canzoniere) Trecento quartine di Rumi, (Casamassima, 1986) e L’essenza del Reale, (Torino, 1995).
Anna Maria Martelli, laureata in Lingue e letterature straniere, nonché diplomata in Lingua e letteratura araba all’ISMEO, è cultrice della materia presso l’Università degli Studi di Venezia. Collabora con varie riviste specializzate.
Il Nodo del Sagace
’Uqla al-Mustawfiz
Autore/i: Ibn Arabi Nuhyi al-Din
Editore: Mimesis Edizioni
a cura di Carmela Crescenti.
pp. 200, Milano
Lo ’Uqla al-Mustawfiz, qui presentato come “Il nodo del sagace”, è un’opera molto nota a chi ha qualche dimestichezza con gli scritti di Muhiddin Ibn Arabi, ma poco studiata direttamente, al di fuori degli ambiti del sufismo di lingua araba. Il testo, mai tradotto prima in una lingua europea, è esposto con una prosa preziosa e ricercata, inframmezzata da brani poetici. Tratta di metafisica e cosmologia, di macrocosmo e perfezione umana, a un livello che trova paragone soltanto nella Divina Commedia. Come Dante è noto quale Sommo Poeta, così Ibn Arabi è passato alla storia come al-Shaikh al-Akbar, cioè “Sommo Maestro”.
Figura discussa nell’ambito dell’islam, vittima di animoso ostracismo da parte di letteralisti di ogni genere, Ibn Arabi è oggetto di ammirazione profonda da parte dei Sufi e da chi si interessa a vario titolo della spiritualità tra Oriente e Occidente; Nato a Murcia, in Andalusia, al tempo del Saladino e di San Francesco, morì a Damasco nel 638 dell’egira (1240 d.C.). Trascorse la sua vita tra illuminazioni ultraterrene e insegnamento spirituale, in una lunga peregrinazione attraverso i paesi islamici, dalla Spagna alle coste meridionali del Mediterraneo, fino alla Persia, lasciando, ovunque passasse, la sua profonda eredità spirituale.
Carmela Crescenti, curatrice e traduttrice di questo testo, è laureata in Lettere e Lingua araba presso l’Università La Sapienza di Roma. Si occupa da anni di studi medievali in parallelo alla lingua e cultura islamica. Ha periodicamente soggiornato in diversi paesi islamici per approfondire le tematiche del sufismo presso eminenti maestri.
Dio non Perdona
Autore/i: Creti Marcello
Editore: Kennedy Editore
prefazione di Don Franco Natangeli, introduzione di Santi Barbera.
pp. 96, ill. b/n, Roma
Dall’introduzione di Santi Barbera:
«Ho ritenuto utile, per coloro che credono in Dio, di far stampare questi scritti di Marcello Creti, che per la prima volta, nella letteratura, mette in luce quale può essere per noi Esseri Relativi, la spiegazione Coerente, sempre relativamente alle nostre possibilità, di penetrare nel Concetto, di chi può essere considerato Dio.
Ho trovato che le affermazioni non sono azzardate, in quanto dettate dagli unici Ragionamenti Coerenti, concessi alla Nostra Specie, senza sconfinare nelle Illusioni o nelle affermazioni gratuite.
Questo scritto, è specifico per i Significati Essenziali di ciò che è dichiarato.
Per cui, il lettore non dovrà dare importanza nè alla forma letteraria, nè tantomeno alla punteggiatura, che è stata di proposito sostituita con delle barrette, o pause di lettura, per la migliore comprensione dei Significati Essenziali.»
Vita Privata di H. P. Lovecraft
Documenti e testimonianze per una biografia
Autore/i: Autori vari
Editore: Luigi Reverdito Editore
traduzione, postfazione e cura di Claudio De Nardi.
pp. 312, nn. foto e ill. b/n, Trento
Questo volume, pubblicato in occasione del cinquantesimo della morte di Lovecraft, raccoglie alcune delle più importanti testimonianze – mai presentate prima in versione italiana – sull’uomo Lovecraft, sulla sua dimensione più quotidiana, sulle architetture non mitizzate dei suoi giorni e, contemporaneamente, chiarisce diversi aspetti della sua opera, rivelandone particolari inediti, dettagli significativi, spunti e retroscena determinanti. Da tutte queste testimonianze – dalla moglie Sonia Davis agli amici, fra i quali Fritz Lieber, Frank Belknap Long e Donald Wandrei – risulta un mosaico cui ognuno contribuisce con un tassello diverso, un caleidoscopio d’immagini che coprono l’intera esistenza di Lovecraft. La prima impressione che se ne ricava è quella di un uomo vivo e vitale, che mangia, beve, dorme, viaggia, ama, odia, piange, sorride, coltiva bizzarre eccentricità, si sfoga, si arrabbia, si commuove, si diverte, posa, fa sul serio: insomma, una persona fuori dal mito che le si costruì intorno, sia in vita che dopo la morte. Un Lovecraft resuscitato dall’imbalsamazione cui lo sottoposero fans e lettori; un’immagine vivida che spezza ogni polverosa cristallizzazione, sì che vacilla persino una delle più celebri definizioni di HPL: “Il recluso o il solitario di Providence”. Nell’appendice è data traduzione del fondamentale saggio di Lieber, un Compernico letterario. La cura dell’intero volume e il ricco apparato costituito dalle annotazioni ai singoli testi sono di Claudio De Nardi.
La Volpe di Inari e lo Spirito Giapponese
Autore/i: Marazzi Antonio
Editore: Sansoni Editore
introduzione dell’autore.
pp. 210, Firenze
Paese lontano e ancora poco conosciuto, il Giappone va imponendosi sempre più all’attenzione degli occidentali, e gli studi sulla società giapponese e la sua cultura possono quindi aprirsi a un pubblico ben più ampio di quello degli specialisti.
La volpe, che compare nel titolo di questo libro, è un personaggio mitico, messaggero degli spiriti secondo le credenze tradizionali. Ad essa è affidato il primo compito di aprire a un lettore italiano alcuni aspetti segreti, e spesso nascosti, del pensiero giapponese. Riti antichi e moderni che scandiscono la vita degli individui e, definiscono le attività collettive nelle metropoli cosi come nei villaggi, principi etici, credenze spirituali e modelli logici particolari, cosi come regole di comportamento, vengono quindi presentati, al termine di una lunga ricerca sul campo, nella convinzione che occorra risalire ad essi per trovare le radici di una società che appare tutta proiettata verso il futuro, in una spericolata competizione con l’Occidente.
Antonio Marazzi è professore ordinario di Antropologia culturale e direttore del Corso di perfezionamento in antropologia culturale e sociale presso l’Università di Padova.
Ha compiuto ricerche in Giappone con il contributo del Consiglio nazionale delle ricerche e con una borsa di ricerca della Japan Foundation presso il Museo nazionale di etnologia di Osaka. E membro della International House of Japan e autore di numerosi saggi di argomento giapponese.
Per i nostri tipi ha pubblicato Mi Rai. In Giappone il futuro ha un cuore antico (1990).
Il Caso Majorana
Epistolario, documenti, testimonianze
Autore/i: Recami Erasmo
Editore: Di Renzo Editore
pp. 280, nn. tavv. b/n f.t., Roma
Sebbene siano passati molti anni dalla scomparsa di Ettore Majorana – uno dei “ragazzi di via Panisperna”, insieme a Enrico Fermi, Emilio Segrè, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti e Bruno Pontecorvo – è sempre viva la curiosità intorno a questo caso. Erasmo Recami ha ricostruito l’intera vicenda, ha condotto ricerche che lo hanno impegnato per anni, ha allacciato rapporti con numerosi scienziati di tutto il mondo per raccogliere testimonianze e trovare risposte. Tutto questo con estremo rigore e con grande capacità espressiva.
Erasmo Recami si è laureato in Fisica a Milano ottenendo successivamente i gradi R-S e R-3 dell’INFN, e la libera Docenza in Fisica Teorica nel 1971. La sua attività di insegnamento, iniziata nel 1968, si è svolta soprattutto presso l’Università di Catania (dove ha tenuto corsi di Teoria delle Reazioni Nucleari, Fisica I e Fisica II, Fisica Molecolare, Fisica Superiore e Storia della Fisica), e si svolge ora presso l’Università Statale di Bergamo (dove insegna Fisica e Struttura della Materia). Ha insegnato anche presso l’Università Statale di Campinas (Stato di San Paolo del Brasile). Per le sue ricerche su Majorana ha ottenuto il premio “Storia della Fisica – 2000”.
Tattva – Chiaroveggenza – Viaggi Astrali
Autore/i: Fra Peregregius
Editore: Casa Editrice Astrolabio
premessa dell’autore, traduzione dal tedesco di Luciano Bartoli.
pp. 144, contiene orologio tattvico e 6 simboli in cartoncino, nn. ill. b/n, Roma
Dalla premessa dell’autore:
«Ho tratto il contenuto di questo volume da parecchi documenti rosacruciani, ufficiali e non ufficiali, tramandatimi parte in iscritto e parte come insegnamento orale. Ho cercato sempre di attenermi alle tecniche insegnate ed applicate dall’Ordine. Il nostro mondo è il palcoscenico di una grande varietà di anime umane di ogni tipo, ma il mondo naturale, costituito da materia, energia e spirito, è anche domicilio di esseri di ogni genere, specie di quegli spiriti elementali, noti fin dai tempi remotissimi come spiriti animici primevi, molto affini all’anima umana. Sono di tenuità eterica, riempiono perciò ogni spazio del mondo materiale e compenetrano tutta la materia. Anche se generalmente non possono vedere l’uomo, alcuni di essi possono scorgerlo attraverso i vuoti della materia medesima, proprio come l’uomo “veggente” può scorgere il loro mondo. La potenza di questi spiriti e limitata a quel determinato campo della natura cui essi appartengono, pure sono sempre pronti ad entrare in contatto con l’uomo e a compiacerlo. L’esperto li può facilmente usare dopo averli attratti a sé con le sue conoscenze magiche.
Le forze occulte dipendono dall’uomo e cioè dal suo dominio di se stesso e dalla sua preparazione. Tutti gli esseri umani sono magicamente dotati e posseggono innata una forza che può essere sviluppata. I mezzi per giungere allo scopo sono tre: 1) intensa meditazione per attrarre le forze celesti e spirituali, 2) volontà forte ed addestrata, concentrata esclusivamente sull’oggetto desiderato, 3) vivace immaginazione, affinché le impressioni tratte dal mondo spirituale possano entrare ed essere trattenute nell’anima e nella mente.[…]»
Esplorazioni Psichiche in USA – 2 Volumi
Una provocazione per la scienza
Autore/i: Mitchell Edgar D.
Editore: Casa Editrice Meb
a cura di John White, premessa e prefazione di Franco Bosco, presentazione dell’autore, prefazione di Gerald Feinberg, traduzione di Franco Ossola, Giancarlo Tarozzi, Guido Dalla Casa.
vol. 1 pp. 408, vol. 2 pp. 344, nn. tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Torino
Volume 1:
Edgar D. Mitchell: il suo nome è inserito nell’albo dei conquistatori della luna; egli, infatti, fu pilota del modulo lunare nella missione spaziale Apollo 14. Tornato dal cosmo Edgar D. Mitchell lasciò la NASA e diede vita alla E.D.M.A. (Edgar D. Mitchell and Associates) una Fondazione per lo studio dei fenomeni paranormali.
Uno dei primi risultati concreti della E.D.M.A. fu la pubblicazione del volume «Psychic Exploration» (di cui il presente libro raccoglie le prime due parti: «Parapsicologia: fondazione di una nuova scienza» e «L’espansione del campo della ricerca psichica»). Esso è un monumentale lavoro investigativo sulla odierna situazione della parapsicologia: più di trenta famosi studiosi hanno contribuito, con articoli, comunicazioni, saggi e sperimentazioni alla stesura del presente volume. In «Esplorazioni psichiche» sono esaminati tutti i campi della ricerca psichica: dalle più recenti scoperte sulla telepatia, chiaroveggenza, precognizione e psicocinesi, alle ricerche sullo «psichismo» vegetale e ai viaggi fuori dal corpo: tutto il mondo paranormale è illustrato con fotografie, carte, diagrammi che, accompagnati da un testo estremamente chiaro, rendono questo volume comprensibile a tutti, pur nel suo altissimo valore scientifico. «Esplorazioni Psichiche»» è un vero e proprio simposio delle più alte autorità in campo parapsicologico che si incontrano per la prima volta per dare origine ad un unico volume.
Per gli studiosi di parapsicologia, per gli appassionati, per i semplici interessati e per i cultori di scienze esatte, «Esplorazioni Psichiche» è un compendio senza precedenti che non può mancare in nessuna libreria.
In questo primo volume dell’edizione italiana compaiono saggi di: Edgar D. Mitchell, Gerald Feinberg, Martin Ebon, Alan Vaughan, Gertrude Schmeidler, Stanley Krippner, Rex G. Stanford, E. Douglas Dean, Helmut Schmidt, Rhea A. White, Robert L. Morris, Montague Ullman, Robert L. Van De Castle, Marcel Vogel, Jule Eisenbud, Andrija (Henry K.) Puharich, Charles T. Tart, D. Scott Rogo e William G. Roll.
L’opera è curata da John White direttore dell’Istituto di Scienze Noetiche di Palo Alto in California.
Volume 2:
Con questo secondo volume si conclude la più ponderosa, aggiornata ed importante opera sulla parapsicologia che mai sia stata pubblicata in Italia.
In questo secondo volume dell’edizione italiana sono raccolte le parti terza e quarta dell’edizione originale così come nel primo volume erano raccolte le parti prima e seconda.
Se il primo volume trattava delle basi della parapsicologia e del continuo espandersi del suo campo d’indagine, questo secondo volume si occupa delle nuove ricerche nel campo della parafisica e, più in generale, del supernaturale nonchè delle svariate conseguenze che possono derivare dall’incontro-scontro tra la parapsicologia e la nostra civiltà e società.
Esplorazioni Psichiche in USA (vol. 1° e 2°) è uno strumento di studio, di lavoro e d’informazione che non può mancare in nessuna biblioteca di scienza e di cultura.
Edgar D. Mitchell è Presidente dell’Istituto di Scienze Noetiche e della EDMA (Edgar D. Mitchell & Associates) e come tale è stato il promotore di questo «Esplorazioni Psichiche in U.S.A.» che costituisce una vera e propria summa delle conoscenze attuali in parapsicologia. Edgar D. Mitchell si diplomò nel 1952 al Carnegie Institute of Technology ed immediatamente dopo si arruolò nella marina militare. Nel 1964 egli, dopo aver seguito un corso di guida inerziale e navigazione interplanetaria, si laureò al Massachusetts Institute of Technology e fu poi assegnato al U.S. Air Force Manned Orbiting Laboratory Program dove rimase fino al 1965 quando entrò a far parte dell’équipe di astronauti statunitensi. Nel febbraio del 1971 Mitchell fu il sesto uomo a porre piede sulla Luna durante la Missione Apollo 14 in cui era pilota del modulo lunare. Nell’ottobre del 1972 si congedò dalla Marina col grado di capitano, fondò la EDMA e nel marzo dell’anno seguente l’Istituto di Scienze Noetiche di Palo Alto in California.
Gli Dei e gli Eroi della Grecia – 2 Volumi
Volume 1: Gli Dei – Volume 2: Gli Eroi
Autore/i: Kerenyi Karoly
Editore: Garzanti Editore
prefazioni dell’autore, traduzione dal tedesco di Vanda Tedeschi.
vol. 1 pp. 280, vol. 2 pp. 424, Milano
“Quest’opera nasce dalla convinzione che e giunto il momento di scrivere un libro di «mitologia greca» destinato semplicemente agli adulti, quali che siano i loro interessi: per la cultura classica, , la storia delle religioni o l’etnologia; un libro che tenga conto soprattutto dell’interesse per l’uomo”.
È la voce di un colto abitante delle isole greche che in questo libro racconta le antiche tradizioni e i miti foschi e ridenti della sua terra. Lieve finzione, che ha permesso a un grande filologo e storico delle religioni di rinarrarci, con semplicità e schiettezza, Gli Dei e gli Eroi della Grecia è un libro di mitologia «per il lettore adulto»: per chi è mosso da specifici interessi – verso il mondo classico, la storia, le religioni, la psicologia profonda che si rivela e si maschera nei miti… – e per chi, avendo presentito in qualche smilzo manuale ginnasiale la ricchezza poetica e umana del mito greco, vuole conoscere tutte le storie che esso ci ha trasmesso e le loro varianti: desiderio che questo libro del Kerényi è forse oggi l’unico a soddisfare. Karoly Kerényi non è un puro erudito, ma un uomo che ha vissuto le maggiori esperienze intellettuali del secolo (celebre è il suo carteggio con Thomas Mann): se qui ha inteso limitarsi a narrare miti, evitando di offrirei qualsiasi interpretazione, nell’inflessione del suo narrare è tuttavia possibile cogliere il nostro modo moderno di accostarci a quelle antiche invenzioni e la nostra coscienza delle loro complessità.
Karoly Kerényi, ungherese, è nato a Temesvar nel 1897; si trasferì nel 1943 in Svizzera, dove rimase fino alla morte (1973). Con le sue opere ha recato un originale contributo allo studio e alla critica della mitologia antica.
Gesù Visto da un Musulmano
L’opera di fraternità di un irriducibile apostolo della tolleranza e del dialogo religioso, oggi più che mai necessaria.
Autore/i: Amadou Hampâté Bâ
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, prefazione di Monsignor Laurent Yapi, traduzione di Giovanni Niccoli.
pp. 112, 1 tavv. b/n, Torino
Nel contesto di un incontro interconfessionale promosso dalla Conferenza episcopale nigeriana, Hampâté Bâ illustra il posto eminente che «Gesù il Messia, Parola di Verità e Spirito di Dio», occupa nella rivelazione coranica, nella dottrina musulmana ortodossa e nella tradizione mistica, L’intento è quello di contribuire al dialogo fra le tre grandi fedi monoteistiche di origine semitica – ebraismo, cristianesimo, islam – all’insegna di un ecumenismo «senza vincitori né vinti», strenuamente teso alla convergenza ma del pari nemico della conversione e del sincretismo: «Nell’incontrare un credente – si tratti del mio fratello cristiano, ebreo, buddhista o delle religioni tradizionali – il mio ruolo è anzitutto quello di mettermi in ascolto. È tempo, io credo, di dimenticare le nostre divergenze per scoprire un terreno di valori comuni e cercare di costruire, su questa base, quella che potrebbe essere la società religiosa di domani. Ma attenzione! Non si tratta di realizzare una qualche specie di sincretismo, una più o meno vaga mescolanza di forme e figure religiose, che d’altronde resterebbe inoperante. Ognuno deve conservare la propria identità e accedere a Dio seguendo la via che gli è propria, con le specifiche energie spirituali di cui essa è portatrice. Se una sola è la vetta in cima al monte, diverse sono le vie per raggiungerla»,
Amadou Hampàté Bai nacque nel 1900 a Bandiagara (Mali), nella regione dell’antico impero peul-musulmano del Macina. Qui, nella locale scuola coranica, ebbe luogo l’esperienza decisiva della sua vita, l’incontro con Tierno Bokar, figura eminente dell’africanismo tradizionale e grande conoscitore della dottrina islamica, sia essoterica che esoterica.
Fondatore dell’Istituto di scienze umane di Bamako (Mali) e, insieme a Boubou Hama del Niger, del Centro regionale di documentazione per la tradizione orale di Niamey, Hampàté 351 si consacrò alla salvaguardia delle culture africane, soprattutto quelle peultekrur e bambara del suo paese d’origine, svolgendo un ruolo di primo piano nel Consiglio esecutivo dell’Unesco. Morì ad Abidjan il 15 maggio 1991.
Accessibili al lettore italiano: Aspetti della civiltà africana (Emi, 1975), la biografia di Tierno Bokar Il Saggio di Bandiagara (L’Ottava, 1986), i racconti iniziatici peul Kaidara (Rusconi, 1971), L’interprete divino (Lavoro, 1988) e Koodal (Coletti, 1989).
Omeopatia Medicina del Terreno
Trattato di Medicina Omeopatica
Autore/i: José Barros-St. Pasteur
Editore: Fratelli Palombi Editori
prefazione di Antonio Negro, prologo Ernesto Feo Codecido, introduzione dell’autore, traduzione di Pietro Federico medico omeopatico.
pp. 224, 1 tavv. b/n, Roma
La medicina omeopatica amplia il panorama del medico determinando un maggiore sviluppo e dominio clinico e terapeutico.
È la medicina che tratta dello studio, della diagnosi e del trattamento del terreno umano malato, in conformità alla «Legge di Similitudine».
La medicina omeopatica si definisce quindi medicina del terreno: il medico formula la diagnosi del terreno malato per ristabilirne l’equilibrio: la prescrizione omeopatica quindi è diretta a normalizzare la perturbazione dinamica del terreno.
Appunti di un’Opera Ermetica
Manoscritto di anonimo pubblicato postumo finito di scrivere in Ferrara il 21 dicembre 1963
Autore/i: Anonimo
Editore: Edizioni della Terra di Mezzo
prefazione dell’editore, prefazione dell’autore.
pp. 126, Milano
Di solito si ritiene che l’Alchimia sia una specie di chimica primitiva, quasi del tutto priva di criteri operativi logici e scientifici, che in un certo senso diede origine alla chimica moderna.
Forse in certi casi le cose potrebbero essere realmente andate in questo modo, ovvero potrebbe essere avvenuto che alcuni individui, cercando di ottenere dei metalli preziosi attraverso operazioni del tutto illogiche e prive di senso dal punto di vista della chimica moderna, abbiano fatto delle scoperte, che furono utili per venire a conoscenza delle leggi scientifiche della chimica.
Però potrebbe anche essere che costoro non fossero i veri Alchimisti, ma quelli che dell’Alchimia avevano una concezione errata. Che avevano ritenuto cioè che le operazioni descritte nei molti testi medioevali che trattavano di questo argomento fossero effettivamente finalizzate ad un arricchimento profano, ottenuto per mezzo di utopistiche trasformazioni di metalli poco costosi in metalli preziosi. Forse invece i veri Alchimisti non avevano bisogno di alcuna sostanza esterna a loro stessi per operare. Potrebbe appunto essere che l’Alchimia altro non fosse che una segreta Scienza di trasformazione, che operava solamente sull’interiorità animica e spirituale dell’individuo.
Forse essa usava il concetto di trasformazione del Piombo in Oro come simbolo di un cambiamento ontologico interiore, che poteva avvenire in colui che tale tipo di Scienza praticava.
Forse l’Alchimista, per mezzo di pratiche ascetiche complicate e prolungate, poteva diventare sempre più perfetto e radioso, proprio come chi fosse riuscito a diventare spiritualmente leggero e luminoso, da pesante ed oscuro che era, così come appunto è pesante il Piombo e radioso l’Oro.
Se le cose stessero in questo modo, si potrebbe ritenere che l’Alchimia sia stata una Scienza iniziatica segreta, occultatasi nel periodo medioevale per mettersi al riparo dai rigori dell’inquisizione, che prese origine da quegli insegnamenti sapienziali dell’antico Egitto, che potrebbero essere riferiti appunto alla misteriosa scuola di Ermete, l’emblematico personaggio che diede appunto origine alla Tradizione ermetica.
Il presente piccolo libro, che l’Editore ricevette in circostanze misteriose, afferma appunto quanto appena detto.
Pur essendo caratterizzato da un linguaggio complesso ed in certi punti poco comprensibile, esso svela molti simboli della trasformazione ermetica, che in alcuni casi sembrerebbero quasi assimilabili a certe tecniche iniziatiche caratteristiche di quelle discipline orientali che sono così seguite ed apprezzate oggi in occidente.
Ma forse proprio così deve essere, dato che le vere tecniche di trasformazione interiore dovrebbero puntare tutte nella stessa direzione e di conseguenza potrebbe non esserci una gran differenza essenziale, ma solo esteriore, nei modi operativi delle varie tecniche di vera trascendenza.
Tale piccolo libro potrebbe inoltre dimostrare che ancora oggi in occidente vi sono dei seguaci della Tradizione Alchemica, che in gran segreto e disdegnando ogni riconoscimento ed ogni approvazione da parte dei cultori dell’esoterismo, e forse disprezzando la banalizzazione degli insegnamenti iniziatici che è avvenuta negli ultimi decenni nel mondo, continuano a ricercare i Misteri della Scienza ermetica.
Alcuni brani:
“Ai pochi che invece potrebbero ancora ritenere che la Tradizione ermetica fosse un insegnamento privilegiato, tutelato particolarmente da quelle Entità luminose che furono da certi autori chiamati gli Ermeti, ovvero da coloro che si trasformarono interiormente fino a rendersi del tutto simili alla mitica figura di quell’Ermete Trismegisto che in tempi antichissimi diede origine a quella Tradizione, vorrei dire che è invece possibile trasformare il piombo in Oro, ovvero la Materia volgare in Materia nobile.”
“I seguaci dell’Arte potranno amare solamente la Donna dei Filosofi che è appunto la Luna, ma che sarà tale e che ad essi si concederà solo se essi saranno riusciti ad essere il Sole, ovvero a ritrovare dell’Oro nella loro Materia.”
“Tale Luna sarà in loro e fuori di loro, nella bellezza del mondo e del cosmo che li circonda, e di certo sarebbe risibile chi, avendo conosciuto tale meravigliosa Donna, rinunciasse ad essa per una donna normale.”
“Infatti quando gli opposti si congiungono si genera un Amore per mezzo del quale essi si integrano, si completano e si fondono l’uno nell’altro fino a diventare un solo nobilissimo Essere che nulla ha di caduco e di mortale e che riempie di indicibili bellezze la materia, così come la primavera dona gioia ed armonia al mondo dopo il triste e rigido inverno.”
“Questo Amore, che ha il potere di rianimare ciò che sembrava morto e di rendere nuovamente giovane e bello ciò che appariva vecchio e cadente, è l’Amore che genera le meraviglie del mondo e dell’universo, è quello che fa brillare il sole e le stelle, è quello che ricopre la terra di fiori, di foglie e che riempie di gioia tutti gli animali che vivono nel mondo.”
La Mela di Adamo e la Mela di Newton
Autore/i: Sermonti Giuseppe
Editore: Rusconi
pp. 152, Milano
La mela di Adamo e il simbolo di un evento mitico, narrato dall’antico Testamento, che definisce la condizione morale dell’uomo e la sua posizione nella natura e nel cosmo. La mela di Adamo allude alla caduta originale, è il fondamento di qualsiasi “riflessione sulla condizione umana e sulla storia”.
Invece la mela che, cadendo, ispirò a Newton il principio della gravitazione universale, inaugura il mondo delle astrazioni matematiche, il mondo della scienza esatta, nel quale l’uomo, con le proprie qualità, è un estraneo e un intruso. In quest’opera, che riprende e sviluppa il discorso iniziato con Il crepuscolo dello scientismo, pubblicato nel 1971 nella stessa collezione, Giuseppe Sermonti, biologo di notorietà internazionale, esclude che la scienza possa offrirci indicazioni etiche. Essa non tende neppure a.farci comprendere il mondo; né si presta a soddisfare le richieste pratiche dell’uomo. Anzi, essa diviene «pura» e «matura» nel momento in cui il suo linguaggio diviene specialistico ed essa volta le spalle ai bisogni dell’uomo.
Quando la scienza moderna disumanizzata torna a rivolgersi verso il mondo, lo fa per riversarvi i suoi prodotti non richiesti, trasformando la vita in un gioco meccanico e la natura in un immenso laboratorio sperimentale.
Quando poi si assume il compito di amministrare la società, la scienza esatta realizza la sua vocazione statistico-matematica nel mondo impersonale e imperturbabile della burocrazia.
Liberata la scienza dai luoghi comuni e dalle sue indebite ingerenze nella società, Sermonti si impegna a ricondurla alla sua originale altitudine, in una «valle senza lacrime», dove il pensiero astratto può giungere ma la vita non può trovare dimora, dove l’uomo, a dire di Einstein, «cerca di formarsi un’immagine del mondo semplice e chiara e si sforza di trionfare sul mondo reale sostituendolo con questa immagine».
Il Crepuscolo dello Scientismo
Critica della scienza pura e delle sue impurità
Autore/i: Sermonti Giuseppe
Editore: Rusconi
prefazione dell’autore.
pp. 256, Milano
Uno dei falsi miti del nostro tempo è lo scientismo, cioè l’illusione di poter conoscere la realtà nelle sue varie dimensioni servendosi esclusivamente della scienza moderna, e di risolvere ogni problema umano grazie ad essa e alle sue applicazioni tecniche. Sermonti critica questo pregiudizio con un discorso di grande interesse perché non proviene da un teologo o da un filosofo, ma da un addetto ai lavori, da uno scienziato coraggioso che attraverso una sorprendente autocritica è giunto a conclusioni felicemente libere dall’opprimente conformismo oggi dominante. Nato a Roma nel 1925, si è laureato prima in agraria e poi in biologia, ed è considerato uno dei fondatori della genetica dei microrganismi di uso farmaceutico. Dal 1966 è professore di genetica presso l’università di Palermo. In un linguaggio volutamente accessibile ad ogni tipo di lettore, egli spiega come lo scientismo moderno si basi su due postulati: che la sola realtà sia quella misurabile e quantificabile, e che il progresso delle conoscenze scientifiche e della tecnologia liberi a poco a poco l’umanità dalle tenebre metafisiche avviandola verso un l destino radioso. Di conseguenza esso non ha circoscritto la sua azione al campo specifico della ricerca scientifica, ma ha tentato di estendere la sua giurisdizione a tutta la realtà. dileggiando e combattendo quel che sfuggiva ai suoi strumenti. Ma i risultati che ha ottenuto non sono molto confortanti; se ha riempito il mondo di ogni tipo di macchine, ha impoverito la vita umana, degradandola al livello del puro soddisfacimento di bisogni fisiologici. Non solo: ma la sua pretesa di gettare come rifiuti e scorie gli elementi che non interessavano i procedimenti scientifici ha avuto la sua drammatica e logica manifestazione nell’inquinamento ambientale che rivela chiaramente la mancanza di riguardo, se non l’ostilità, dello scientismo per la natura e il naturale, e la sua predilezione esclusiva per l’artificio e l’artificiale. Soltanto sottoponendo radicale critica lo scientismo moderno, si potrà arrestare l’attuale «Progresso» verso il suicidio collettivo.
Repertorio Sinico-Giapponese
Parte prima: Registro alfabetico delle voci contenute nel Wa Ken Won Seki – Siyo Ken Si Kau – Setu You Siu e nel compendio di esso Faya Fiki Yei Tai Setu You Siu.
Autore/i: Severini Antelmo; Puini Carlo
Editore: Le Monnier
unica edizione rimasta ferma a questa prima parte.
pp. XV-380, Firenze
“Di quest’opera, di cui già sono in preparazione tre parti, e che potrà forse contenerne anche altre, noi ci proponiamo di dare in mano agli studiosi poc’altro più che un sottilissimo filo, buono solo a salvarli dallo smarrirsi in quel vasto e intricato laberinto che è la letteratura dell’estremo Oriente.[…]”
La Condizione dell’Uomo
Autore/i: Mumford Lewis
Editore: Etas Kompass
introduzione dell’autore, traduzione di Alberto Mondini.
pp. 520, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Dall’introduzione dell’autore:
“Cos’è l’uomo? Che significato ha la sua vita? Quali sono le sue origini, la sua condizione, il suo destino? A qual punto è egli una creatura di forze al di là del suo sapere e del suo controllo, balocco della natura e trastullo degli dei? In quale misura è egli un creatore che prende le materie prime dell’esistenza, il calore del sole, le pietre e gli alberi della terra, il suo stesso corpo con i suoi organi e rimodella il mondo cui natura lo ha legato, sì che una buona parte di esso riflette l’immagine di lui e risponde al suo volere e al suo ideale? Queste domande sono vecchie quanto la capacità di esprimerle in tali parole; e forse di più. E nel formulare le risposte ogni epoca della natura umana, ogni generazione lascia la sua impronta caratteristica.
Tutte le domande che l’uomo pone sulla sua vita sono moltiplicate dall’esistenza della morte: poichè l’uomo differisce da tutte le altre creature, almeno sembra, perch’egli è conscio della propria morte, e mai completamente s’adatta a dividere il fato naturale di tutti gli organismi viventi. L’albero della conoscenza, con la sua mela che dette all’uomo la nozione di bene e di male, produsse anche un frutto molto più amaro che l’uomo staccò dai suoi rami: la coscienza della brevità della vita individuale e dell’inevitabilità della morte. Nella sua resistenza alla morte l’uomo ha spesso raggiunto la massima affermazione della vita: come un fanciullo che sulla riva del mare lavori disperatamente ad’erigere le mura del suo castello di sabbia prima che l’onda veniente vi irrompa, così l’uomo ha fatto spesso della morte il centro dei suoi sforzi più validi, erigendo in templi le rocce, elevando piramidi alte sul deserto, trasformando la risibile potenza umana in visioni di onnipotenza simile a quella degli dei[…]”
Compendio di Storia della Cultura Giapponese
dalla Età Arcaica alla Restaurazione del Meigi (1868)
Autore/i: Auriti Giacinto
Editore: Vallecchi Editore
pp. XV-496, riccamente illustrato in b/n, 1 tavv. a colori f.t., Firenze
«Di storie della cultura giapponese, scarsissime negli altri paesi di Occidente, non ve ne è nessuna, che io sappia, in Italia. Da questa considerazione sono stato mosso a scrivere la presente, il cui contenuto è tratto in parte dalle opere generali e speciali qui citate, e in parte da mie osservazioni dirette, compiute in un soggiorno ininterrotto di sette anni nell’impero del Sol Levante. So che il risultato non corrisponde alla mia non breve e non facile fatica, resa più disagevole, nella lontananza, dalla guerra e dalle sue varie conseguenze.
Ciò tuttavia non mi ha trattenuto dal dare il libro alle stampe, sembrandomi che, pur così come si trova, questo primo modesto tentativo di offrire ai nostri studiosi un compendio di storia della cultura giapponese possa riuscire loro, nel suo complesso, di qualche utilità.
Benché io abbia cercato di restringermi a quanto consideravo essenziale, non ho voluto fare un’esposizione troppo succinta del vasto argomento, anche perché non abbiamo in Italia nessun notevole lavoro nemmeno su qualcuna delle varie parti di questo compendio, eccetto per quanto riguardi la religione. Esso va dall’Età Arcaica a quella che è chiamata la Restaurazione del Meigi nel 1868, fino cioè all’inizio del Giappone moderno, e comprende politica e religione, letteratura e arte. Ho dovuto tacere della musica, così diversa da quella occidentale, a cominciare dalla scala che è pentafona come la cinese, giacché sarebbero accorse speciali conoscenze che non ho. La parte letteraria è accompagnata da una raccolta di passi che studiosi, spesso assai noti, di vari paesi hanno tradotti dalle opere di maggior pregio, e la parte artistica dalle riproduzioni delle più belle architetture sculture e pitture, e dei più begli oggetti delle arti applicate.
Per dare un’idea delle difficoltà che s’incontrano a conoscere l’arte del Giappone, della quale fino a quando ne partii, nella primavera del 1940, non vi erano colà ampi testi, dirò che nei suoi pochi musei le pitture sono esposte solo in parte e sostituite a intervalli più o meno lunghi;[…]»
Storia del Sufismo
Autore/i: Mandel Gabriele
Editore: Bompiani
pp. 304, ill. b/n, Milano
I Sufi sono i maestri spirituali del vero Islam: la loro dottrina, il Sufismo, ha avuto origine nel VII secolo, quasi contemporaneamente alle grandi comunità monastiche cristiane, ed è la più esoterica e interiore di tutta l’area musulmana. Espressione e vertice della spiritualità islamica, i Sufi hanno creato le prime Università, dalle quali sono derivate quelle dell’Europa cattolica. Hanno sempre condannato l’integralismo e le cosiddette “guerre sante”, predicando invece l’equilibrio che deriva dall’avere fatto pace con se stessi e con Dio, la tolleranza, il rispetto reciproco, l’amore per la cultura e per l’arte (Sufi sono stati infatti i più grandi poeti, artisti, filosofi, e uomini di scienza dell’Islam, dalla Cina all’Andalusia, come Averroè, Avicenna, Rùmi e Omar Khayyam, e mille altri ancora). “Il Sufismo ha infuso il suo spirito in tutta la struttura dell’Islam, sia nelle manifestazioni sociali, sia in quelle intellettuali”, ha detto Seyyd Hossein Nasr, uno dei massimi esperti della materia. In effetti, non è possibile compiere uno studio approfondito della storia islamica senza considerare la funzione fondamentale svolta nel corso dei secoli dai Sufi, questa “società entro la società” la cui disciplina spirituale comporta un’educazione totale dell’uomo, al fine di farlo giungere alla perfetta realizzazione di tutte le sue possibilità. Complessa, densa di contrasti e di vicende, di maestri e confraternite, la storia del Sufismo è stata nei secoli la realtà trasversale di tutto l’Islam; in questo libro per la prima volta un autore, Vicario generale della Confraternita dei Sufi Jerrahi-Halveti in Italia, ne traccia un panorama completo ed esaustivo grazie alle sue plurime conoscenze dirette.
Gabriele Mandel ha ricevuto la laurea Honoris Causa in Scienze Islamiche dall’Università Statale del Konya (Turchia). Già docente al Politecnico di Torino e direttore dell’Istituto di storia d’Arte all’Università IULM di Milano, è direttore della Facoltà di Psicologia dell’Università Europea UET di Bruxelles e co-fondatore dell’Università Islamica Ibn Roshd di Cordoba (Spagna). È inoltre artista versatile: l’European Who’s Who (1988) lo cita come “il più importante ceramista islamico contemporaneo”. Espositore alla Biennale di Venezia, ha tenuto mostre personali in numerosi musei. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Il Corano senza segreti (1991), Saggezza Islamica (1992), I 99 nomi di Dio nel Corano (1995), Teatro Sufi (1995), La saggezza del Sufi (1999).
Fototerapia e Diario Clinico
Guida all’uso della fotografia e della scrittura in ambito psicoterapeutico
Autore/i: Giusti Edoardo; Proietti Maria Claudia
Editore: Franco Angeli Editore
pp. 192, 63 foto b/n, ill. b/n, Milano
La fotografia è contemporaneamente mezzo espressivo e linguaggio specifico, dotato di un proprio codice, al pari della parola e del prodotto artistico. Da questa considerazione, discendono i possibili rapporti tra foto e arteterapia.
Le immagini assumono valenza guaritrice e svelano il contenuto inconscio della mente.
Inserendosi nel vasto campo della produzione che ha come riferimento la psicologia umanistica e l’arteterapia, questo volume presenta gli aspetti teorici e metodologici per un utilizzo terapeutico della fotografia e della scrittura.
Terapeuti e pazienti troveranno nel libro spunti, idee e suggerimenti coni quali arricchire le sedute di un ulteriore strumento di lavoro e conoscenza.
Tuttavia anche il fotografo, professionista o dilettante, può trovare nel testo una chiave di lettura per la personale “passione” che nutre nei confronti dell’immagine fotografica; servendosi delle tecniche proposte, egli potrà acquisire nuove prospettive nello scattare fotografie, nell’esserne soggetto o nel guardarle, comprendendo come tutto ciò influisca sul suo percorso di sviluppo psicologico. Infine, la propria dinamica relazionale e la qualità del rapporto con i soggetti fotografati, ne risulterà grandemente arricchita.
Il linguaggio utilizzato, in sintonia con il contenuto, è semplice e scorrevole in modo che concetti complessi quali “alleanza terapeutica” e “processo proiettivo” risultino di immediata comprensione anche per non specialisti.
Largo spazio viene lasciato per esercizi e tecniche che illustrano in che modo possano concretamente essere applicate le fotografie e gli scritti, sia in contesti formali, come quello terapeutico, che nel corso di un personale processo di crescita nell’autoconsapevolezza. Per illustrare le diverse implicazioni psicologiche della fotografia e della scrittura in terapia, ci si serve anche di una ricca iconografia che documenta altresì il possibile uso combinato delle due tecniche attraverso collage, libri o diari fotografici. Per la cura con cui sono state scelte le immagini e per la loro capacità evocativa, questo libro può essere incluso tra i testi artistici in cui la parte visiva è essenziale, agevolandone e chiarificandone la lettura, anche al di là dell’intento puramente didascalico.
Edoardo Giusti, psicologo clinico, direttore e supervisore didatta della Scuola di formazione per psicoterapeuti dell’Aspic, è autore di vari saggi rivolti sia al largo pubblico che agli specialisti.
Maria Claudia Proietti, medico psicoterapeuta, è didatta associato presso l’Aspic. Si è specializzata in medicina preventiva in ambito pubblico dove è dirigente sanitario di un servizio territoriale. Ha presentato varie relazioni scientifiche in Convegni nazionali e pubblicato diversi articoli su riviste del settore.
Ideogrammi della Salute
Nei segni dell’alfabeto cinese il segreto del benessere psicofisico
Autore/i: Berera Fabrizia
Editore: Red Edizioni
prefazione di Emilio Minelli, introduzione dell’autrice.
pp. 208, nn. ill. b/n, Milano
Questo libro, a partire da alcune nozioni della Medicina Tradizionale Cinese, invita il lettore a fare un cammino interiore con l’aiuto di millenari principi di saggezza; in essi è riposto un sapere vivo e attuale, un insegnamento sulle corrispondenze tra uomo e universo, tra psiche e soma. Ogni capitolo del libro presenta alcuni ideogrammi che, come pietre miliari, indicano all’uomo che cerchi di vivere in pienezza e salute la sua vita un percorso da seguire. l caratteri cinesi antichi sono simboli che conservano un’energia particolare: capirne il profondo significato è come assumere un ricostituente per la mente e per il corpo.
Fabrizia Berera, esperta di medicine naturali, si occupa in modo particolare di medicina tradizionale cinese e di filosofia taoista. Si è formata all’Istituto Ricci di Parigi, con cui collabora sistematicamente, e alla Scuola europea di agopuntura. E docente di Filosofia taoista e di Storia della Medicina Tradizionale Cinese del Corso di perfezionamento in agopuntura presso l’Università degli Studi di Milano.