Libri dalla categoria Pre-Morte ed Esperienze NDE
I Bassifondi dell’Antichità
Prostitute, ladri, schiavi, gladiatori: dietro lo scenario eroico del mondo classico
Autore/i: Salles Catherine
Editore: Rizzoli
prefazione dell’autrice, traduzione di Rosanna Pelà.
pp. 336, nn. tavv. b/n f.t., ill. b/n, Milano
Neera, la piccola prostituta di Corinto, la lupa della Suburra accompagnata dal suo lenone, il gladiatore diventato lo scagnozzo di un uomo politico corrotto, o lo schiavo fuggitivo nascosto nella fumosa sala sul retro di una lurida taverna, sono i personaggi muti senza i quali la nostra visione del mondo antico sarebbe incompleta. Forse è più appagante ammirare le colonne del Partenone, le speculazioni filosofiche di Platone o di Lucrezio, gli edifici monumentali di Roma. Tuttavia, lo splendore delle civiltà greca e romana maschera troppo spesso le sordide realtà sulle quali queste si basavano.
Nel brulicare di popolo nei quartieri bassi di Atene, di Alessandria 0 di Roma troviamo una testimonianza crudele degli squilibri insiti nella struttura delle società antiche. Più della miseria vera e propria, è il “vuoto sociale” quello che ci appare come l’elemento caratteristico dell’esistenza condotta da queste migliaia di individui, esclusi dalla società e fuorilegge, nel senso stretto dei termini. Niente è previsto per dar loro uno status, e nella società organizzata essi hanno un’esistenza reale soltanto a titolo di oggetti decorativi o utilitari.
Questo “vuoto sociale” ci consente di capire quali difficoltà incontrino gli storici per far uscire dall’ombra questa popolazione equivoca e patetica di emarginati, di diseredati o di canaglie. Gli antichi non si sono curati di parlare di questo universo, e soprattutto i Greci, nelle loro opere letterarie hanno messo raramente l’accento su tali realtà conturbanti. Pure, attraverso una paziente lettura dei testi classici, e di frammenti dispersi in opere antiche dagli argomenti più disparati, l’autrice di questo libro giunge a ricostruire un’immagine coerente e articolata di un mondo che apparirà sconcertante anche ai più agguerriti cultori delle civiltà greca e romana.
Nato dalla violenza, generatore di violenza, nell’antichità il piacere non esiste che grazie a queste migliaia di individui miserabili e sfruttati, che vegetano nei quartieri bassi delle città. Piacere e violenza, ricchezza e miseria costituiscono l’immagine contraddittoria di un mondo in cui l’uomo è esaltato soltanto in disprezzo di altri uomini.
Nel momento in cui viene gettata una passerella tra la società organizzata e questa umanità reietta, l’organizzazione del mondo sembra vacillare. Piaceri scandalosi dei generali di Alessandro, “vita inimitabile” dell’aristocrazia romana, orge, parodie sacrileghe: tutti atteggiamenti estremi, che in sostanza rivelano una concezione pervertita della civiltà, e accentuano crudelmente lo squilibrio interno delle società antiche.
Immaginate lo scenario di una tragedia classica: colonnati, un tempio, una reggia. Vi recitano generali, oratori, re e regine: conflitti di doveri e racconti di combattimenti sono l’argomento dei loro discorsi. Ma di tanto in tanto un tendaggio si scosta e al pubblico si presenta per un attimo uno spettacolo del tutto diverso: non più palazzi ma catapecchie, non più uomini d’arme e sovrani, ma una plebaglia misera e turbolenta. Questa scena contraddittoria e il mondo classico; l’avventura intellettuale della nostra civiltà ce ne ha reso familiari le glorie e gli splendori, ma insieme ha condannato al silenzio le frange marginali di questo mondo: gli ambienti del vizio, dell’emarginazione, della criminalità. Nelle pagine di questo libro di straordinario successo, rivivono girovaghi e schiavi, etere raffinate e prostitute d’infimo rango, gladiatori e briganti, nani da circo e biscazzieri: i bassifondi di Atene, di Corinto, di Alessandria, di Roma.
Nata nel 1940 ad Alès (Gard), Catherine Salles ha conseguito il dottorato di ricerca in letterature classiche con una tesi dal titolo «Scrittori, libri e pubblico nell secolo della nostra era».
Fra i suoi libri pubblicati, ricordiamo: «Tibère: le second César» (1985), «Spartacus et la révolte des gladiateurs» (1990), «Lire à Rome» ( 1992).
Oltre Supernatura
Una nuova storia supernaturale
Autore/i: Watson Lyall
Editore: Edizioni Mediterranee
prefazione all’edizione italiana di Giuseppe Sermonti, introduzione dell’autore.
pp. 272, Roma
Ad oltre dieci anni dall’aver sbalordito una generazione con il suo libro “Supernatura”, l’autore torna a varcare le frontiere della scienza e del conosciuto. È infatti vero che la scienza ha permesso all’uomo di sbarcare sulla luna, di suddividere e studiare l’atomo nelle sue più minute particelle, di raggiungere gli stessi limiti del segreto della vita. Ma la stessa scienza non sa ancora spiegare numerosi fenomeni comunemente noti come “paranormali”. Essa si limita a considerarli semplici trucchi, o allucinazioni collettive, oppure sciocchezze; ma Lyall Watson sostiene che esistano argomenti ben più solidi a favore di tali fenomeni insoliti.
Con il suo metodo di ricerca semplice e chiaro, Watson affronta e chiarisce numerosi argomenti, tra i quali: Selezione naturale, Bioelettricità, Campi mentali, Biofeedback, Trascendenza, Possessione, Sensazione a distanza, Oltre il corpo, Miracoli, Poltergeist, Psicocinesi, Piegamento dei metalli, Paranormale, Parantropologia, Parapsicologia, Parafisica, Pararcheologia, Parabiologia, Magia, e molti altri.
Lyall Watson è laureato in biologia marina, in antropologia e (con la supervisione di Desmond Morris) in comportamento animale. Vive in Irlanda occidentale, ma praticamente è uno scienziato giramondo. Nato in Africa, ha studiato in Olanda e Germania e si è laureato a Londra. Ha partecipato come antropologo a viaggi in Giordania, Nigeria, Indonesia e Brasile; come archeologo a scavi in Israele, Turchia e Perù; come paleontologo in Africa; come biologo marino nell’Oceano Indiano; come botanico nei deserti di Sonora e come ricercatore medico nelle Filippine. Ha rappresentato le Seychelles nella Commissione Internazionale della Caccia alle Balene. Oltre ad aver intrapreso spedizioni scientifiche, Lyall Watson è stato anche produttore televisivo per la BBC e direttore di zoo. Negli ultimi dieci anni si è dedicato alla ricerca del paranormale, viaggiando costantemente.
Guida al Carattere
Come capire gli altri dai tratti del volto, dalle mani, dai gesti
Autore/i: Talamonti Leo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione dell’autore.
pp. 320, ill. b/n, Milano
I tratti del volto, le mani, i gesti, in una parola il portamento dell’uomo, sono lo specchio del suo io interiore e servono da guida allo «studio anatomico» della personalità. Talamonti, autore del fortunato Universo Proibito, dopo aver tracciato un rapido disegno storico delle ricerche compiute nell’ambito della caratterologia, dimostra le analogie e le notevoli convergenze tra i vari «archetipi» umani, come furono definiti dai diversi sistemi di classificazione. Basandosi sulle dottrine della cosiddetta scuola di Groninga e facendo largo uso dei più moderni concetti di psicologia, costruisce una personale interpretazione, illustra i vari «tipi», le loro caratteristiche psicosomatiche, le inclinazioni, le loro debolezze, quali sintomi più sicuri per riconoscerli. Al lettore capiterà di fare incontri inaspettati con personaggi famosi, di ieri e di oggi, ma certamente l’incontro più emozionante sarà quello con se stesso.
Messaggi dal Mondo dello Spirito
Il mistero della creazione, il Karma, la reincarnazione, la vita dopo la morte, nelle rivelazioni di entità celesti
Autore/i: Gruppo A 7
Editore: Armenia Editore
introduzione degli autori, il Gruppo A 7 risiede a Bologna e opera sotto la guida della signora Marzia De Giorgi Manuelli.
pp. 256, Milano
Questo volume non è stato scritto per iniziativa di una persona, ma sotto suggerimento del meraviglioso e paziente coordinatore N.A.: si perché gli autori di quest’opera sono entità celesti, come amano definirsi, che usando lettere alfabetiche al posto dei nomi si susseguono ognuno per trattare o approfondire l’argomento a loro più congeniale.
I misteri della Creazione, il karma, lo Stato Celeste, l’incarnazione, cosa accade dopo il trapasso, vengono rivelati agli uomini attraverso l’unico e insostituibile canale di colei che è stata in epoche remote l’amata nipote dell’antichissimo N.A. e ora è nostra contemporanea: la medium Marzia.
Ne scaturiscono pagine di sereni e profondi insegnamenti diretti non a chi ricerca verifiche scientifiche ma a chi vuole dare corpo a una speranza, per capire che c’è tutta un’altra vita da vivere, un altro mondo da esplorare, che non esiste la fine ma una continuità che è migliore di ogni nostra aspettativa.
La Via dei Quattro Accordi
Padroneggiare il sogno della vita – Un libro di saggezza tolteca
Autore/i: Ruiz Don Miguel; Mills Janet
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro
introduzione dell’autore, traduzione di Gianpaolo Fiorentini.
pp. 190, Vicenza
Uno strumento di trasformazione che ci permette di abbandonare il nostro bisogno di giudicare, soprattutto noi stessi, per iniziare a mettere in pratica un nuovo modo di vivere. Un codice di condotta semplice ma potente per conseguire libertà personale e vera felicità. Un viaggio alla riscoperta della consapevolezza e della saggezza insite nel nostro sé autentico. Un testo essenziale per chiunque sia pronto a lasciarsi alle spalle la sofferenza e a padroneggiare l’arte di vivere nel nostro stato naturale: la felicità.
“Se avete letto I quattro accordi, sapete che ogni volta che qualcuno parla di voi parla di se stesso, e io penso sia la pura verità”. (Bill Clinton)
“Il libro di don Miguel Ruiz è una mappa verso l’illuminazione e la libertà”. (Deepak Chopra)
Don Miguel Ruiz appartiene a una famiglia di guaritori messicani: sua madre era una nota curandera e il nonno era un nagual tolteco. Completati gli studi di medicina, don Miguel ritorna in Messico, dove riscopre gli antichi insegnamenti della sua infanzia. Oggi unisce le moderne conoscenze e l’antica saggezza per guidare le persone al di là della paura e delle credenze che limitano la libertà e l’amore. Miguel ritiene che la libertà sia il primo passo nella realizzazione delle profezie degli antichi Toltechi per portare il paradiso sulla terra.
La Magia della Camera Oscura
Autore/i: Ghedina Oscar F.
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, introduzione dell’autore.
pp. 240, nn. ill. b/n, Milano
Le immagini ci sommergono. E le immagini, oggi, sono quasi al cento per cento fotografie. Le vediamo scorrere sotto i nostri occhi con indifferenza. Solo di tanto in tanto qualcuna ci colpisce e ci fa esclamare: «Ma questa non è una fotografia!» Eppure lo è. E se potessimo vedere la negativa e la stampa di partenza la troveremmo normale, a volte addirittura banale.
Si tratta di una fotografia elaborata in camera oscura, di una trasfigurazione radicale voluta dal fotografo. Non c’è niente di magico: i procedimenti di elaborazione sono in sostanza gli stessi che usiamo per il normale sviluppo e la normale stampa, solo che li applichiamo per un fine diverso. Sviluppare e stampare non è in fondo più difficile che far cuocere un uovo al guscio: i procedimenti di elaborazione sono quindi accessibili anche ai dilettanti che da poco hanno iniziato a sviluppare e a stampare le loro fotografie. Quello che occorre e precisione, pazienza e, soprattutto, oltre che la conoscenza specifica di alcuni procedimenti, chiarezza di propositi e visione dei risultati che si intende conseguire.
Questo manuale, che è forse il più completo esistente sull’argomento, spazia dalla sovrapposizione di immagini alle solarizzazioni, dalle stampe bitonali alla separazione dei toni, dai grafismi lineari al pseudo-rilievo in bianco e nero o a colori; completando per così dire «dal di dentro» i lavori di A. Feininger che tanto successo hanno riportato presso il pubblico.
Le definizioni precise, le spiegazioni minuziose e l’aiuto di grafici e fotografie, anche a colori, accompagnano passo per passo il dilettante.
Le tecniche speciali di elaborazione sono esposte tutte. Le possibili variazioni, combinazioni, permutazioni sono invece, come è giusto, lasciate alla fantasia o al genio del fotografo.
Oscar Fedele Ghedina è uno dei massimi esperti italiani di fotografia.
Formatosi in Germania, è autore di parecchi libri di tecnica fotografica, pubblicati presso Hoepli e le edizioni specializzate il Castello.
Ha collaborato alle più autorevoli riviste fotografiche italiane e ha perfezionato e affinato la propria esperienza didattica dirigendo per anni una delle più quotate scuole fotografiche per corrispondenza e insegnando tecnica fotografica e applicazioni della fotografia in vari istituti di tecnica e di pubblicità.
Credere per Guarire
Autore/i: Milingo Emmanuel
Editore: Edizioni Mediterranee
a cura di Anna Maria Turi.
pp. 136, 20 foto b/n f.t., Roma
Alle Messe di Guarigione di Liberazione celebrate dal Monsignor Milingo assistono abitualmente non meno di tre-quattromila persone. In tali occasioni, alcuni malati sono risanati, molti miscredenti o tiepidi credenti sono convertiti, tutti sono coinvolti, in un’esperienza collettiva che è tra le più forti della loro vita. Questo libro, che ci fa sentire il palpito del ministro di Dio partecipe di tutte le sofferenze umane e teso a lenirle, è un’immersione nell’oceano della fede: le tre guarigioni, quella corporale, la psichica e la spirituale, possono cominciare anche da qui. L’uomo, per la sua crescita e per la sua salvezza, si muove sempre nell’invisibile, come in un accidentato percorso di guerra. La sua lotta è contro il male, contro le potenze malvage, contro il Maligno, prima che con il malessere e le malattie, che possono essere viste come una sorta di creazione della mente. Perciò Milingo invita, nell’attuale “società senza gioia”, popolata di “ammalati che camminano”, a ricorrere, per smascherare l’Avversario, alla fede cattolica intesa non come vuoto formulario ma come fonte di vita, a una terapia illuminata che attinga alla sapienza tradizionale dei popoli. Quest’opera non è una semplice autobiografia, né una esaltazione dei metodi terapeutici e di preghiera propri alla personalità dell’Autore, quanto un libro-inchiesta che cerca di raccontare e di spiegare in termini di linguaggio quotidiano eventi che non sarebbe improprio definire “miracoli”.
Mons. Emmanuel Milingo Arcivescovo di Lusaka, è nato nel 1930 nello Zambia, in un villaggio del distretto di Chipata, provincia Est. Ha compiuto gli studi sacerdotali nel suo Paese dal 1942 al 1958, anno in cui venne ordinato sacerdote. Successivamente ha frequentato, negli anni 1961-62, la Scuola Internazionale delle Nazioni, a Roma, conseguendo il diploma in Dottrina Sociale. Ha quindi conseguito il diploma in “Education” all’Università di Dublino, ha seguito corsi di “screen writing” per Radio e TV. Nel 1969 è stato ordinato Arcivescovo di Lusaka. Dopo un’esperienza mistica avvenuta nel 1973, Mons. Milingo esercita il grande carisma di Guarigione e Liberazione che Dio gli ha donato in favore dei sofferenti e degli ammalati. Dal 1979 è entrato a far parte del Movimento Carismatico, di cui è divenuto una delle figure più emblematiche e rappresentative. Anna Maria Turi, scrittrice e giornalista, vive a Roma. Ha già pubblicato con le Edizioni Mediterranee i volumi: “La Levitazione, fenomeno mistico e parapsicologico” e “Stigmate e stigmatizzati, i segni del cielo”.
Saggezza Islamica
Le novelle dei sufi – Dio, l’uomo, la sapienza, l’onestà, la carità, l’equilibrio e la rettitudine, la bontà, l’ascesi dall’individuale all’universale
Autore/i: Mandel Gabriele
Editore: Edizioni Paoline
introduzione dell’editore.
pp. 128, nn. ill. monòcrome, Cinisello Balsamo (Milano)
I maestri sufi, o mistici dell’lslam, fin dalla loro comparsa – nell’VIII-IX secolo – avevano coltivato l’ascesi cercando di interpretare l’insegnamento del Corano in chiave ecumenica.
Nel cammino dell’uomo verso Dio essi diedero particolare importanza alle sedute di meditazione e di preghiera, ma anche agli apologhi, alle novelle intese come racconto immediato e, al tempo stesso, veicolo di ammaestramenti profondi.
Ogni maestro ne raccontò, con i suoi modi e il suo stile, sicché, attraverso i secoli, queste novelle diedero vita a un patrimonio vastissimo di saggezza popolare e di alta qualità dottrinale, redatto nelle principali lingue della cultura islamica (l’arabo, il persiano, il turco). È da questo deposito che Gabriele Mandel, sufi egli stesso, ha tratto gli esempi più convincenti e significativi, trascrivendoli in forma semplice e diretta. Possiamo così addentrarci anche noi nel mondo del misticismo islamico non inquinato da fanatismi faziosi e limitanti: un Islam puramente coranico, tollerante, aperto e improntato a un vero e proprio spirito ecumenico.
Gabriele Mandel, autore di numerosissimi volumi, sufi egli stesso, ha ricevuto la laurea honoris causa in scienze islamiche dall’Università Statale di Konya (turchia). Direttore dell’Istituto di Storia d’Arte all’istituto Universitario Lingue Moderne (|ULM) di Milano, già direttore della Facoltà di Psicologia dell’Università europea UET di Bruxelles e docente al Politecnico di Torino. Artista versatile, l’European Who’s Who lo cita come «il più importante ceramista islamico contemporaneo». Espositore alla Biennale di Venezia, ha tenuto, tra l’altro, mostre personali al Museu de Arte di San Paolo del Brasile, al Museo Dolmabahçe di Istanbul, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica «Leonardo da Vinci» di Milano, ai musei d’arte moderna di Konya, Ankara, Nuova Delhi, Tokyo, Parigi, al Civico Museo di Milano e in altri Musei Nazionali e Civici.
Introduzione
La lite dei cinque viandanti
L’Angelo del Signore e le tre prove
L’uomo che sapeva volare
Il cibo inviato da Dio
I due cappotti
La parola per camminare sulle acque
L’elefante nel buio
Chi ha più merito?
Il miracolo del ponte di terra
Imparare a insegnare
Il perché delle cose
L’apparenza inganna
Una furbizia
Ciò che è prezioso non vale e ciò che non vale è prezioso
Il principe e le pecore
L’anello magico
Le tre massime del pettirosso
Il fiume che attraversò il deserto
La morte a Samarkanda
Il libro del tesoro
Perché gli indovini indovinano
La prigioniera delle cose
Quanto ci separa
Come chi ha pane riconosce i meriti
Aver misura
Il giovane che voleva conoscere la Via
Il maestro e il cane
La storia dei sei fratelli
Quanto vale il valore?
L’elefante infuriato
Il foglio di carta macchiato
Quadrupedi
Il centesimo nome di Dio
Leggere e saper leggere
I tre giovani eguali
Il filo di ragno
I dieci piatti di porcellana
La goccia di minestra
Perché ringrazi?
Per avere il tesoro magico
La volontà del re
L’indeciso
La storia del re generoso
L’anello benedetto
La luce della candela
Il buon uso della formula
Colui che cercava la Via
Storia del profeta Elia
Il pedante e il sufi
La piccola luce azzurra
Possiamo accontentare tutti?
Il buon sistema
Ciò che ci si aspetta
La saggezza di Dio va capita
La Ricerca della Verità
Dalla fenomenologia alla filosofia cristiana
Autore/i: Stein Edith
Editore: Città Nuova Editrice
introduzione e cura di Angela Ales Bello.
pp. 256, Roma
Vengono qui riproposti testi significativi di Edith Stein – alcuni tradotti per la prima volta in italiano – che coprono un arco di tempo abbastanza ampio, dal 1924 al 1937, consentendo di rintracciare il cammino speculativo dell’Autrice dalla adesione alla fenomenologia al contributo che ella dà per una elaborazione della filosofia cristiana. Il suo iter rivela l’esigenza profonda di rispondere in modo convincente alla domanda relativa ai mezzi posseduti dall’essere umano per orientarsi e per comprendere il significato della sua esistenza e della realtà che lo circonda. In tal modo si pone il tema della verità come aspirazione verso un riempimento delle aspettative in sede conoscitiva ed una pienezza nella realizzazione della propria vita. Edith Stein ritiene che, fra le correnti del Novecento, la fenomenologia, in particolare quella proposta da Edmund Husserl, avvii questo tipo di ricerca, la quale, però, deve essere completata attraverso un riesame dei momenti più significativi della tradizione filosofica occidentale, con speciale riferimento al pensiero medievale.
Quest’ultimo ha saputo, infatti, fornire indicazioni decisive per armonizzare l’indagine razionale e l’adesione di fede alla Rivelazione ebraico-cristiana, senza confondere i due momenti, ma ritenendoli entrambi importanti dal punto di vista dell’essere umano che vive la duplicità di tali esperienze e sente l’esigenza di vagliare l’apporto da esse fornito in vista della comprensione di se stesso e delle cose. Rispetto alle domande che urgono, le risposte non debbono essere pregiudizialmente ricercate in una corrente di pensiero o in un autore in particolare; nella chiarificazione delle “cose stesse” si possono accettare i suggerimenti di chiunque abbia speculato mostrando di saper risolvere alcune questioni. Edith Stein, pertanto, non si rifugia nel passato, ma ascolta i suggerimenti anche del presente, stabilendo una peculiare sintesi fra fenomenologia e filosofia classica e proponendo una originale soluzione al problema della filosofia cristiana.
Angela Ales Bello e decano di Filosofia nell’Università Lateranense di Roma, dirige il Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche, affiliato a The World Phenomenology Institute, fa parte del comitato di redazione di numerose riviste italiane e straniere, fra cui Analecta Husserliana e Phenomenological Inquiry. Le sue pubblicazioni sono prevalentemente rivolte all’indagine sulla fenomenologia tedesca del Novecento e al suo rapporto con le altre correnti del pensiero contemporaneo sotto un profilo storico e teoretico, con particolare riferimento ai temi della storia (Husserl e la storia, 1972), delle scienze (Husserl e le scienze, 1986; L’oggettiuità come pregiudizio – Analisi di inediti husserliani sulle scienze, 1982) e dell’esperienza religiosa (Husserl – Sul problema di Dio, 1985).
Ha scritto numerosi saggi su Edith Stein (in particolare Fenomenologia dell’essere umano. Lineamenti di una filosofia al femminile, 1992) e cura per Città Nuova la pubblicazione in Italia delle opere della carmelitana tedesca vittima del Nazismo e già assistente di E. Husserl a Friburgo (Essere finito e essere eterno, 1992; La ricerca della verità, 1993; Una ricerca sullo Stato, 1993; Psicologia e scienze dello spirito, 1996).
Il Recupero dell’Anima
Tecniche sciamaniche per risanare il Sé frammentato
Autore/i: Ingerman Sandra
Editore: Edizioni Crisalide
nota e introduzione dell’autrice, prefazione di Michael Harner, traduzione di Alessandra Lanzoni.
pp. 248, ill. b/n, Spigno Saturnia (LT)
La perdita dell’Anima è una malattia dello spirito che causa disturbi emotivi e fisici. Abbiamo medici per il corpo, per la mente e per il cuore, ma a chi dobbiamo rivolgerci quando a soffrire è il nostro spirito? In molte culture, ad occuparsi dell’aspetto spirituale della malattia è lo sciamano, che la diagnostica e la cura, usa la divinazione per ottenere informazioni, comunica ed interagisce con il mondo spirituale, e a volte agisce da psicopompo, aiutando l’Anima a viaggiare nella realtà non ordinaria. In questo suo libro, Sandra Ingerman descrive gli importanti risultati da lei ottenuti combinando il metodo sciamanico del recupero dell’Anima con i concetti della psicologia moderna. Attingendo alla sua decennale esperienza di sciamana ed insegnante, illustra cosa succede quando la psiche o anima subisce un danno e perché questo danno, anche se ancora poco compreso, è causa di tante disfunzioni psicologiche.
Sandra Ingerman, una delle principali figure nel mondo dello sciamanismo, è la massima esperta nella tecnica del recupero dell’anima ed èresponsabile didattica della Foundation for Shamanic Studies. Sandra è una psicologa specializzata in counseling presso l’Institute of Integral Studies della California e tiene laboratori di sciamanismo in varie parti del mondo. È nota per aver saputo integrare nella cultura occidentale antichi metodi di guarigione provenienti dalle più disparate parti del mondo, rispondendo ad un preciso bisogno del nostro tempo.
Sandra Igerman è anche terapeuta della coppia e della famiglia ed è inoltre consulente di igiene mentale per lo stato del Nuovo Messico. È autrice, fra l’altro, di un classico testo sullo sciamanismo, Il recupero dell’anima – Tecniche sciamaniche per risanare il Sé frammentato (Edizioni Crisalide, 2001).
Queste Voci Vengono dal Mare
Le Ultime Lettere dei Piloti Suicidi Giapponesi
Autore/i: Autori vari
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, prefazione e cura di Jean Lartéguy, traduzione dall’inglese di Gianni Di Benedetto.
pp. 172, Milano
Innumerevoli libri, dal 1945 a oggi, ci hanno rivelato i segreti politici, militari, economici della seconda guerra mondiale: uomini di governo, generali, diplomatici sono andati a gara nel recar testimonianza delle loro esperienze, nel giustificare o esaltare il loro operato, nel raccontare e chiarire la «loro» guerra – una guerra vista dall’alto, dai grandi comandi, filtrata attraverso i silenzi ovattati delle sale di consiglio. È per questo che certe testimonianze dirette, certe confessioni dell’«uomo della strada» sono ben più illuminanti – sull’immane tragedia che abbiamo tutti vissuto – del libro di memorie d’uno statista o del saggio d’un comandante d’eserciti.
Questo libro è, sotto questo profilo, un documento unico, di inestimabile valore umano: è una raccolta di lettere scritte da studenti giapponesi combattenti su tutti i fronti dell’Estremo Oriente e appartenenti a tutte le specialità delle forze armate: «kamikaze» ossia piloti suicidi, «kaiten» ossia piloti dei siluri umani, fanti, marinai. Sono lettere indirizzate ai genitori, agli amici, alle mogli, alle fidanzate; alcune di esse rappresentano il testamento di giovani che sapevano di dover morire di lì a poche ore; una è stata scritta – con i moncherini carbonizzati – da un ragazzo di vent’anni colpito dall’atomica di Hiroshima, mezz’ora prima della morte; un’altra è di un «criminale di guerra» che sarà impiccato nella prigione di Singapore per crimini non commessi. Tutti gli autori di queste lettere sono morti. I testi sono spesso ingenui, talvolta banali, ma sempre commoventi. Non nascondono le atrocità compiute nè l’ottusità o l’intolleranza della casta militare. Ma soprattutto ci mostrano senza veli e reticenze la realtà umana e dolorante che stava dietro la facciata di un paese lontano e quasi mitico, la realtà di una gioventù che – attraverso le prove sofferte – prende coscienza dei grandi valori eterni: il rispetto dell’individuo, la libertà, la fraternità, l’orrore per il male.
La drammaticità di questa testimonianza, la patetica intensità di questo racconto «vero» e umanissimo fanno di Queste Voci vengono dal mare una lettura eccezionale.
L’Ultima Profezia
Dai segreti del vaticano al giudizio universale un viaggio per squarciare il velo della storia
Autore/i: Sitchin Zecharia
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, post scriptum dell’autore, traduzione di Fabrizia Fossati.
pp. 272, nn. ill. b/n, Milano
Quando Michelangelo raffigura il Serpente tentatore intrecciato all’Albero della Conoscenza e gli dà fattezze umane, rivela un’inaspettata familiarità con fonti non ortodosse e molto antiche. Perché il disegno ricorda il geroglifico che indica il dio egizio Ptah, composto da due serpenti intrecciati, e molto simile alla doppia elica del DNA.
Sono molti altri gli elementi che, nella Cappella Sistina, rimandano ad antiche conoscenze perdute. E dove, se non nelle più segrete stanze del Vaticano, Michelangelo poteva aver attinto a quei misteri?
Un filo rosso unisce il cuore della cristianità e le piramidi, la Sacra Sindone e Nazca, un filo che conduce alle origini divine dell’uomo.
Adamo, che in ebraico vuol dire “che già esisteva”, riceve dal Creatore il segreto per elevarsi al di sopra delle altre creature. Quale sia quel segreto Zecharia Sitchin lo ha svelato nei suoi studi, e ora ripercorre i luoghi chiave della sua ricerca, dalla Grande Piramide di Giza, dove è stata scoperta l’esistenza di una camera segreta mai svelata prima, alle vette delle Alpi, passando dalla culla dell’antichità, Roma.
Zecharia Sitchin è nato a Baku, in Azerbaijan, il 1º luglio 1922, si è laureato a Londra e ha vissuto a lungo negli Stati Uniti. È morto a New York il 9 ottobre 2010. Noto esperto di lingue semitiche, considerato l’esponente più autorevole della cosiddetta «archeologia misterica», è stato tra i pochi studiosi in grado di decifrare le iscrizioni cuneiformi.
I sette libri del ciclo Le Cronache Terrestri – Il pianeta degli dei, Le astronavi del Sinai, Guerre atomiche al tempo degli dei, Gli dei dalle lacrime d’oro. Gli architetti del tempo, Il codice del cosmo e Il giorno degli dei – tutti pubblicati in Italia da Piemme, hanno venduto milioni di copie e sono stati tradotti in più lingue.
Vietnam, la Pace Proibita
Un monaco buddista respinge l’alternativa o comunismo o guerra, perchè ritiene impossibile la vittoria di una parte
Autore/i: Thich Nhat Hanh
Editore: Vallecchi Editore
prefazione e messaggio di Thomas Merton, traduzione italiana a cura di Rita Imbellone e del movimento per la riconciliazione – Comitato Internazionale di coscienza per il Vietnam.
pp. 168, Firenze
Queste pagine rivoluzionarie non mancheranno di turbare molti lettori. In tal caso, il meno che possiamo dire è che essi hanno bisogno di tale turbamento. Dobbiamo tutti essere grati alla prima chiara articolazione di opinioni e rivendicazione di diritti da noi sinora totalmente ignorati. Sono le opinioni ed i diritti di masse di persone che non conosciamo, che non abbiamo mai tentato di comprendere, per le quali non abbiamo mai provato reale interesse, ed i cui interessi reputiamo di poter difendere esclusivamente ricorrendo all’impiego delle armi su vasta scala, anche a rischio di una terza guerra mondiale. Prepariamoci dunque ad ascoltare pazientemente uno di loro, che ha la bontà di dirci come i nostri sforzi non gli sembrino perfettamente coerenti.
Questa è l’essenza del suo messaggio: «Perseverando sulla via che avete intrapreso, non farete che creare comunisti sempre più numerosi non solo nel Vietnam, ma in tutta l’Asia, l’Africa e l’America Latina. Pensateci bene finché ne avete il tempo!».
Purché non sia già troppo tardi.
Mio fratello Nhat Hanh appartiene al meno «politico» di tutti i movimenti del Vietnam. Non è strettamente legato ai buddisti che tentano manipolazioni politiche per salvare il loro paese. Non è affatto un comunista.
Suscita profonda ostilità fra i Vietcong. Non vuol saperne del governo costituito, che lo detesta e lo tiene in sospetto. Rappresenta i giovani, gli inermi, le nuove leve che hanno tutti contro, salvo i contadini ed i poveri, coi quali faticano. Nhat Hanh è veramente il portavoce del popolo vietnamita, se ancora possa dirsi che sopravvive un «popolo», nel Vietnam.
Ho detto mio fratello Nhat Hanh, ed è vero. Siamo ambedue monaci, abbiamo vissuto Io stesso numero di anni di vita monastica. Siamo ambedue poeti. Ho molto in comune con lui, ben più che con molti americani, e non esito ad affermarlo. È essenziale ammettere questi legami. Sono i legami di una nuova solidarietà e di una nuova fraternità che va delineandosi nei cinque continenti, al di sopra delle frontiere politiche, religiose, culturali, per congiungere i giovani di ogni paese in qualcosa che è più concreto di un ideale e più vivace di un programma. Questa unità dei giovani è la sola speranza del mondo. (Thomas Merton)
Forse abbiamo già dimenticato del tutto l’emozione suscitata dalle notizie dei buddisti che si bruciavano per le strade di Saigon. Questo libro inquietante, estremamente lucido e pacato, per nulla frutto di esaltazione misticizzante, offre un quadro della situazione vietnamita, visto con occhi totalmente vietnamiti, liberi dalle ombre delle opposte propagande. Ed è un quadro che – aiutandoci a comprendere quei terribili sacrifici – non corrisponde in nessun modo agli schemi di solito considerati soddisfacenti e persuasivi. Una prima parte fa una rapidissima sintesi storica delle varie forze culturali e ideali attive nel Vietnam: il buddismo, il cattolicesimo, il nazionalismo e il comunismo. Nella seconda viene esposta una diagnosi sul conflitto attuale, molto severa nei confronti dell’America e dell’Occidente in genere. Nhat Hanh spiega le ragioni della crescente barriera psicologica – incomprensione spinta fino all’odio – fra i contadini vietnamiti e i soldati americani; e come la tremenda. spirale di errori politici e militari abbia permesso ai comunisti di monopolizzare il sentimento nazionale di opposizione allo straniero, il quale diventa sempre più «invasore» e sempre meno «salvatore».
Nel Vietnam del Sud il conformismo governativo—americano non consente di parlare di pace se non in termini di vittoria totale; mentre la realtà guardata senza paraocchi esclude, secondo Nhat Hanh, che una vittoria totale di uno dei due contendenti sia da considerare possibile. Per questo egli sostiene la necessità di battere una via diversa, quella che passa non da Hanoi o da Pechino ma attraverso il cuore dei contadini vietnamiti; una via che riesca a superare l’alternativa o comunismo o proseguimento della guerra, cioè sterminio dell’intero popolo. Uno dei fattori che possono contribuire all’apertura di questa via diversa, pensa Nhat Hanh, va riconosciuto nella capacità di «rivoluzione interna» del buddismo e del cattolicesimo.
Thomas Merton apre e chiude il libro, con la prefazione e con un messaggio («Nhat Hanh è mio fratello») nel quale invoca la salvezza e la libertà del confratello buddista, monaco come lui, quando tornerà in patria.
Thich Nhat Hanh è nato nel Vietnam centrale più di 40 anni fa. Entrò giovane in monastero, studiò all’Università di Saigon e all’Istituto Buddista. Fra il 1961 e il 1963 ha insegnato in alcune Università degli Stati Uniti, fra cui la Columbia University a New York. Poeta, professore di filosofia delle religioni, fondatore (insieme ad altri confratelli) dell’Università buddista Van Hanh a Saigon e direttore della Scuola di servizio sociale, autore di varie opere, venne chiamato nella primavera 1966 dalla Carnell University per una serie di conferenze. Il nuovo soggiorno negli Stati Uniti si prolungò poi in un giro nei principali paesi europei. Il 13 luglio 1966 venne ricevuto in udienza da Paolo VI. Le idee di Thich Nhat Hanh – sostenute in frequenti occasioni pubbliche – si scostano notevolmente da quelle del governo di Saigon: per questo, cioè per i pericoli che egli vi incontrerebbe, il monaco ha dovuto rinunciare, almeno per ora, a tornare in patria. Attualmente vive a Parigi dove è la sede centrale della Associazione dei buddisti vietnamiti di oltremare.
La Vita Quotidiana degli Dei Greci
Autore/i: Sissa Giulia; Detienne Marcel
Editore: Editori Laterza
introduzione degli autori, traduzione di Claudia Gaspari, in sovracoperta: Tiziano, Venere e Adone (1553-54).
pp. XVIII-264, nn. tavv. b/n f.t., ill. b/n, Bari
Anche gli dèi, almeno quelli greci, avevano una vita quotidiana. Lo sappiamo tutti, dall’Iliade in poi, che Zeus e compagniavevano una residenza abituale, l’Olimpo, dove insieme vivevano, e compivano da dèi tutte le azioni che i miseri mortali compivano ogni giorno. Dormivano e si svegliavano, si lavavano e si profumavano, si riunivano a banchetto.
In questo libro gli dèi vivono non solo sull’Olimpo ma anche nel cuore della polis greca, dove il rapporto quotidiano tra dèi e uomini è ricostruito al di fuori della splendida finzione poetica.
Giulia Sissa, ricercatrice del CNRS, fa parte del laboratorio di Antropologia sociale del Collège de France. Specialista di temi quali la rappresentazione del corpo, la sessualità e la parentela nell’antica Grecia, è coautrice di Madre Materia. Sociologia e biologia della donna greca (1983). Il suo Le corps virginal. La virginité féminine en Grèce ancienne (1987) è in corso di traduzione per i nostri tipi.
Marcel Detienne (Liegi, 1935) è direttore di studi presso l’Ecole pratique des hautes études di Parigi. Delle su, numerose opere sono state tradotte, per i nostri tipi: I maestri di verità nella Grecia arcaica (1977, 1983) ; Le astuzie dell’intelligenza nell’antica Grecia (con J.-P. Vermaut, 1978, 1984) ; Dioniso e la pantera profumata (1981, 1987); Dioniso a cielo aperto (1988). Ha curato, inoltre, per noi Il mito. Guida storica e critica ( 1977, 1989), e Sapere e scrittura in Grecia (1989).
Introduzione – Parte prima Omero antropologo – I. Una letteratura. Una antropologia – II. Gli dei, una natura, una società – III. L’impiego del tempo – IV. Fare il dio: uno stile di vita – V. Assaporare la dolcezza del vivere – VI. Ingerenze divine – VII. Paesaggi di sovranità – VIII. Gli dei e i giorni – Parte seconda Gli dei a discrezione della città – IX. Quando gli abitanti dell’Olimpo assumono l’abito del cittadino – X. Un giardino politeista – XI. Il commercio degli dei – XII. Dall’altare al territorio: l’”habitat” delle potenze divine – XIII. Affare degli dei, affari degli uomini – XIV. La forza delle donne. Hera, Atena, e le sue – XV. Un fallo per Dioniso – Note – Indice dei nomi – Indice delle illustrazioni
Storia e Costumi dei Pellirosse
Autore/i: Thévenin René; Coze Paul
Editore: Schwarz Editore
premessa degli autori, traduzione di Giorgio Galli.
pp. 240, 12 tavv. a colori f.t., 38 ill. b/n f.t., Milano
La storia e il folclore degli Indiani d’America ci accompagnano fin dalla prima infanzia, spesso travisati dalla leggenda e dalle storture commerciali.
Il cinema, ad esempio, ci costringe spesso a violente quanto superficiali scelte circa il nostro giudizio sui mitici guerrieri rossi.
Risalendo fino alle origini, ancora incerte (i wounds, i cliff-dwelling e i pueblos), gli Autori descrivono l’ambiente e i costumi dei cosiddetti «Pellirosse»; descrivono la flora e la fauna del loro teatro d’azione: i grandi laghi, le foreste, le pianure; il cavallo selvaggio e il bisonte, tragici compagni di un popolo infelice; i villaggi, le armi, i calumet e i tomahawk, le canoe, la forza magica degli shamans, l’ipersensibilità degli indiani, il loro spirito guerriero, La ricchezza spirituale di questi popoli nomadi sarà una vera sorpresa per molti lettori: la profonda religiosità mono-panteistica, i riti e le danze, l’educazione dei fanciulli, la bellezza del linguaggio figurato, la crudeltà o la mite dolcezza delle cerimonie religiose, il simbolismo stilizzato della pittura e, soprattutto, l’alto valore delle danze e dei canti che commentano tutti gli aspetti della loro vita.
La seconda parte del volume abbraccia la storia del popolo indiano, a partire dai pionieri spagnoli. A lungo, con lotte sanguinose, Francesi e Inglesi si contendono le colonie. Ai colonizzatori succedono, con la dichiarazione dell’indipendenza degli Stati Uniti, gli Americani. Inizia poi l’esodo degli «indesiderabili», dei rifiuti europei, verso il West, inizia la caccia all’indiano, la Strage del bestiame, la violazione dei trattati da parte dei bianchi, il commercio degli scalps, il vaiolo, l’acquavite, le ferrovie, l’oro, i fortini avanzati. È l’ultimo, il più terribile atto della tragedia.
La causa degli indiani è ormai perduta, ma intatto è il loro spirito di indipendenza e di lealtà. A questo periodo appartengono gli episodi più toccanti della disperata, meravigliosa resistenza: la strage dei Cheyennes di Lama Spuntata del 21 gennaio 1879 e quella degli Apaches nella caverna di Shunts nel 1872, e finalmente la pietosa morte di Toro Seduto nel 1890 e il massacro di Wounded Knee nel 1882. L’agonia di tutto un popolo si può considerare conclusa con la morte di Nuvola Rossa, spentosi tristemente nel 1909 nella riserva.
L’opera si chiude con la descrizione delle condizioni attuali dei sopravvissuti, delle loro squallide prospettive.
Questo volume sottolinea l’importanza della questione indiana, di gran lunga superiore all’entità numerica del popolo stesso, che permea di sé e della propria spiritualità la società americana, molto più profondamente di quanto possa apparire a un primo giudizio superficiale. Indimenticabile è la carica dei tre inermi guerrieri Cheyennes contro trecento soldati, il loro sconvolgente canto di morte. Il vergognoso genocidio è finito, ma il loro tragico fantasma ammonisce ancora contro tutti i razzismi e tutte le violenze.
Les Monuments du Groupe d’Angkor
Autore/i: Glaize Maurice
Editore: J. Maisonneuve – Librairie d’Amérique et d’Orient
5ᵉ édition avec notes et addenda, iconographie nouvelle, photos de l’E.F.E.O., M. Glaize, J. Nafilyan, G. Nafilyan, M. Ribaud, Ch. Souillé
pp. 280, 8 pages non chiffrées pour les index, 30 plans, cartes, dessins dans et hors-texte et refonte totale de l’iconographie, portée à 120 planches hors-texte, Paris
Publié en 1944 à Saïgon, réédité en 1948 et à Paris en 1963, l’ouvrage de Maurice Glaize demeure le Guide le plus complet et le plus directement accessible à un très large public. Ce guide reste encore aujourd’hui l’ouvrage de référence pour ceux qui veulent visiter ce site exceptionnel. M. Glaize a voulu faire comprendre au visiteur ce qui dans l’esprit des fondateurs a présidé à l’établissement de tels sites.
Les connaissance acquises depuis l’édition précédente, mais aussi les “zones d’ombre” qui subsistent, nous ont conduit à préférer faire connaître au lecteur par des notes et errata ces vues nouvelles.
Ce guide est le seul livre actuellement disponible rapportant le texte intégral de Maurice Glaize. Elaboré comme un guide de voyage, il propose plusieurs programme de visite possible en fonction du temps disponible.
Maurice Glaize : Elève à l’Ecole des beaux-arts de Paris, M. Glaize, passe son diplôme d’architecte en 1919. Recruté par l’Union immobilière d’Indochine, il participe au suivi de divers chantiers, puis exerce à Saigon en tant qu’expert-architecte auprès du Tribunal civil. En 1934, il part travailler à Dakar au Crédit foncier de l’Ouest africain.
En 1936 il se présente à l’EFEO et est affecté à la Conservation des monuments d’Angkor. Nommé Inspecteur du service archéologique et Conservateur des monuments d’Angkor, son activité multiforme va concerner de très nombreux édifices : dégagement et consolidation, remontages partiels etc… Ses travaux de restauration permettront souvent de mieux comprendre la chronologie ou le rôle des représentations architecturales dans la civilisation khmère.
Sa grande pratique professionnelle lui permet aussi de publier plusieurs monographies architecturales (Phnom Krom, Neak Pean, Preah Palilay) et de rédiger, après Henri Parmentier et Henri Marchal, un nouveau guide d’Angkor. Extrêmement complet ce guide connaît de très nombreuses rééditions officielles et pirates.
~ Note de l’éditeur – Préface de G. Coedes – Programmes de visite des monuments – Glossaire des mots usuels – Avertissement.
~ Part. I. Notions préliminaires : La race khmère, des origines à la période de déclin – Cambodge et Cambodgiens – Les sources de renseignements sur l’ancien Cambodge – L’histoire : tableau chronologique des anciens rois du Cambodge – Les religions – Les monuments d’Angkor :Sens et destination, implantation, structure et symbolisme – L’architecture – La construction – L’ornementation – Les sculptures en ronde-bosse – Chronologie des monuments: tableau chronologique – L’œuvre de l’E.F.E.O..
~ Part. II. Les Monuments : Angkor Vat – D’Angkor Vat à Angkor Thom – Angkor Thom – Petit circuit – Grand circuit – Monuments hors-circuit.
~ Notes et errata – Index des noms de sites et monuments – Tables des plans, cartes et dessins hors-texte – Table des photographie hors-texte.
Il Segreto della Memoria
Come sviluppare le facoltà della memoria
Autore/i: Atkinson William Walker
Editore: Libreria Vecchia Roma
prima edizione, prefazione dell’autore.
pp. 160, ill. b/n, Roma
Questo libro illustra gli esercizi atti a potenziare le capacità di percezione visiva e auditiva, i sistemi per facilitare le associazioni di idee, i metodi per ricordare date, luoghi e nomi. Applicando tali esercizi giungerete ad avere una memoria nuova: la certezza di poter usare in modo adeguato questo strumento darà sicuramente un senso diverso e una visione più ampia alla vostra vita.
Sincronia
I ritmi della natura, i nostri ritmi – L’ordine meraviglioso e segreto che governa la natura e la nostra esistenza.
Autore/i: Strogatz Steven
Editore: Rizzoli
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Carlo Capararo.
pp. 432, nn. ill. b/n, Milano
Ogni notte, lungo le sponde dei fiumi del sudest asiatico, migliaia di lucciole si radunano sugli alberi e lampeggiano per ore all’unisono, spegnendosi e accendendosi tutte insieme. In un raggio laser, miliardi e miliardi di fotoni identici marciano perfettamente al passo, dando luogo a un fascio sottile e intenso di luce monocromatica. Nel nostro cuore, l’attività elettrica coordinata di un gruppo di cellule ’pacemaker’ garantisce che le contrazioni ritmate di quella sofisticatissima pompa naturale ci mantengano in vita. Ciò che accomuna questi aggregati di unità elementari – insetti, fotoni, cellule – è l’incredibile fenomeno della sincronizzazione spontanea. Come enormi orchestre in grado di eseguire alla perfezione brani complessi pur senza la guida di un direttore, questi e altri sistemi naturali sembrano avere la facoltà magica di armonizzarsi da sé. Ma non c’è nulla di magico nelle loro performance: oggi la scienza della complessità ha cominciato a svelare le leggi fisiche e matematiche che sono alla base dell’emergere spontaneo della sincronia. In questo libro Steven Strogatz ci accompagna per mano attraverso i misteri di un fenomeno che – si sta scoprendo – pervade ogni ambito del mondo naturale. Analizzando esempi che vanno dai cicli circadiani umani (come i ritmi del sonno e della veglia) alla paradossale logica quantistica di strani fenomeni fisici come la superconduzione elettrica, Strogatz, uno degli scienziati più autorevoli e attivi in questo nuovo campo interdisciplinare, ci introduce in modo insieme semplice e rigoroso alla scienza della sincronia, allo studio dei meccanismi che trasformano il caos temporale in armonia e coordinazione. Ma “Sincronia” è anche la storia avvincente della nascita di una disciplina che ha avuto fra i suoi pionieri personaggi del calibro di Norbert Wiener, Albert Einstein e Richard Feynman, e che oggi comincia a trovare importanti applicazioni pratiche in ambiti diversissimi, dalla cura dell’insonnia alla prevenzione delle aritmie cardiache, dalla progettazione di reti di distribuzione elettrica efficienti all’analisi delle orbite di asteroidi che passano pericolosamente vicini alla Terra.
Steven Strogatz è professore di Matematica applicata alla Cornell University. Le sue importanti scoperte nell’ambito della teoria del caos e delle scienze della complessità ne hanno fatto. uno dei protagonisti della ricerca odierna in questi campi e gli sono valse riconoscimenti prestigiosi. È autore di moltissimi articoli scientifici e di un testo fondamentale sulla dinamica non lineare dei sistemi caotici. Sincronia è la sua prima opera di divulgazione. Vive a Ithaca, nello stato di New York, con la moglie Carol e le loro due bambine Leah e Joanna.
L’Arte della Guerra
Autore/i: Sun Tzu
Editore: Ubaldini Editore
prefazione, introduzione e cura di Thomas Cleary, traduzione di Giampaolo Fiorentini.
pp. 176, Roma
Il più antico, il più celebre e il più applicato “manuale per il successo personale” è in realtà un grande test proiettivo capace di illuminarci e di guidarci dialetticamente a gestire non soltanto la competizione esterna, ma soprattutto ogni gioco dinamico di forze in conflitto che possa sorgere nell’interiorità e nel lavoro spirituale.
L’arte della guerra di Sun Tzu, o Sun-tzu ping-fa, scritto all’epoca degli Stati Combattenti da un misterioso filosofo-guerriero cinese, rimane probabilmente il più prestigioso e influente testo di strategia del mondo, studiato e utilizzato, nel corso di oltre duemila anni, da guerrieri, capi militari e uomini politici, fino a Mao Tse Tung e Henry Kissinger.
Eppure questo aspetto di manuale strategico è solo una faccia, la più visibile, e forse non la più profonda, di questo classico. Concepito in un periodo travagliato da incessanti guerre civili, periodo a cui risalgono anche altri classici cinesi, quali il Tao Te Ching, l’I-ching, e il Chuang-tzu, L’arte della guerra è profondamente permeato dei principi umanisti del Taoismo. Proprio come l’I-ching ha preservato alcune idee filosofiche attraverso i più vari mutamenti socio-politici grazie alla sua popolarità come libro di oracoli, così il manuale di Sun Tzu ha preservato dalla distruzione l’essenza della filosofia pratica taoista grazie proprio alla sua antitesi: lo studio della guerra.
In generale, il Sun-tzu ping-fa è dunque un manuale di strategia profondamente impregnato della visione taoista, ma strategia per che cosa? Solo per la guerra e competizioni di ogni genere? 0 forse si tratta dell’eterno scontro-incontro delle due modalità di energia che tutto permeano, lo Yin e lo Yang? E la guerra, lo scontro, la competizione di forze rimanda solo a una dinamica sociale, collettiva, esterna, o anche a una interiore, in cui le forze in gioco possono essere le più varie, a seconda dei conflitti che ci agitano? O forse la vittoria suprema a cui questa pedagogia strategica intende guidarci è la vittoria sulle illusioni dell’Io?
Ciò che ha sempre costituito il fascino e la forza più grandi dei testi classici taoisti è che tutte queste domande sono pertinenti, tutte scoprono un aspetto del Ping-fa, e infinite altre ne possono nascere. Come l’I-ching, il testo base dell’Arte della guerra può, anzi, deve essere usato come un folgorante test proiettivo, e le sue istruzioni intese come una logica dialettica di profonda saggezza, applicabile a qualsiasi aspetto della realtà interna ed esterna che si presenti sotto la forma dinamica del conflitto.
Sun Tzu è stato un misterioso filosofo-guerriero cinese vissuto probabilmente fra il VI e il V secolo a.C. A lui si attribuisce uno dei più importanti trattati di strategia militare che nell’antichità siano mai stati scritti, “L’arte della guerra”. Le fonti delle notizie relative al presunto autore sono scarse e inattendibili, ad eccezione del breve episodio biografico riportato intorno al II secolo a.C. dallo storico Sima Qian, che cita “Sunzi” (Maestro Sun) come generale vissuto nello stato di Wu nel VI secolo a.C.
Il Cristallo e la Via della Luce
Sutra, tantra e Dzog-chen
Autore/i: Norbu Namkhai
Editore: Ubaldini Editore
nota e cura di John Shane, traduzione di Cristiana de Falco.
pp. 144, 28 tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Roma
Nell’odierno risveglio di interesse per i metodi diretti di realizzazione, lo Dzog-chen, rivelandoci lo stato naturalmente perfetto e puro della nostra natura intrinseca, ci apre una delle vie più misteriose e immediate all’illuminazione.
Nei vividi brani autobiografici de Il cristallo e la via della luce, Namkhai Norbu, maestro spirituale nato e allevato in Tibet, dà vita, in maniera brillante, alle profonde tradizioni spirituali del suo paese nativo. Egli ne svolge gli aspetti più complessi con la fluidità del racconto, inserendoli nella storia della propria vita, raggiungendo il duplice scopo di presentarli nel loro tradizionale contesto, e di rivelare la loro importanza nella società contemporanea.
Questa chiarissima esposizione dello Zògqen (Dzog-chen), o “Grande Perfezione”, l’essenza di tutte le tradizioni spirituali del Tibet, esamina i vari livelli del sentiero spirituale dal punto di vista del sommo insegnamento, comunicato direttamente dal maestro al discepolo sin dall’inizio del loro rapporto. Proprio in questo modo Namkhai Norbu ha ricevuto l’insegnamento dal suo principale maestro, in Tibet, com’egli racconta con dovizia di particolari. Sua Santità il XIV Dalai Lama ha considerato il contributo di Namkhai Norbu a una più profonda comprensione della cultura tibetana così importante che, durante il loro ultimo incontro, gli ha regalato una penna d’oro, esortandolo a scrivere il più possibile.
Il cristallo e la via della luce, ricco di informazioni e piacevole alla lettura, si rivolge sia al lettore generico sia allo studioso che abbia un interesse accademico per il Tibet e, naturalmente, a chiunque desideri impegnarsi nella pratica del Buddhismo. John Shane, che ne ha curato l’edizione, ha studiato e praticato sotto molti lama tibetani, prima di incontrare Namkhai Norbu e accompagnarlo come interprete nei ritiri e nei seminari da lui tenuti in Europa, Stati Uniti, India e Nepal.
Namkhai Norbu, nato nel 1938 nel Dégé, Tibet orientale, fu riconosciuto all’età di tre anni come la reincarnazione di un precedente grande maestro di Zégqen. Ricevette l’istruzione tradizionale di un “Tulku”, o lama reincarnato, che, oltre agli studi accademici, comprendeva gli insegnamenti di vari grandi maestri con cui praticò per molti anni, prima che gli eventi politici rendessero necessaria la sua partenza per l’India.
Qui Giuseppe Tucci lo invitò a Roma, come assistente e ricercatore presso l’I-SMEO, e in seguito divenne professore di Lingua e Letteratura Tibetana e Mongola presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Oltre a ciò la sua attività consiste nel tenere ritiri e seminari sull’insegnamento zògqen, in risposta alle richieste che gli giungono da ogni parte del mondo.
Di Norbu sono già apparsi in questa collana i libri: Dzog-Chen: lo stato di auto perfezione, Lo yoga del sogno e la pratica della luce naturale, La grande guarigione e La suprema sorgente, scritto in collaborazione con Adriano Clemente.