Libri dalla categoria Popoli delle Steppe
Detti di un Maestro Yoga
Autore/i: Rāmākṛṣṇa
Editore: Ugo Guanda Editore
introduzione, scelta, traduzione dal bengali e note a cura di Brunilde Neroni.
pp. 96, Parma
Il bengalese Śrī Rāmākṛṣṇa (1836-1886) non ha mai cessato di irradiare, con la sua saggezza, una luce salvifica e sacrale sull’anima indiana. E anche in Occidente il suo nome è celebre come quello del più grande yogin di tutti i tempi, sebbene le sue parole, soprattutto in Italia, non siano ancora state diffuse con il rilievo che meriterebbero. Tali parole non furono scritte dal maestro, ma raccolte dai suoi discepoli in numerosi volumi. Grazie alla scelta operata in questo libro (in cui, ai detti del guru, si affiancano le sue nitide e affascinanti parabole), il lettore italiano potrà accostarsi in modo originale all’esperienza dello yoga, cogliendovi un Universo di sapienza che racchiude, oltre a una purissima religiosità, norme essenziali per la vita sulla terra. La ricerca di Dio, la reincarnazione, ma anche l’amore e gli affetti, il lavoro, sono alcuni fra i temi che Rāmākṛṣṇa affronta secondo una visuale del tutto innovativa: fu lui il primo, infatti, a introdurre nella pratica dello yoga un’assoluta parità tra il guru e i suoi discepoli. A più di un secolo di distanza, questo messaggio ci stupisce per la sua modernità, per la sua ricerca dell’essenziale, per la sua illuminata tolleranza: «Ogni religione è un sentiero verso Dio».
Storia di Re Artù e dei Suoi Cavalieri
2 Volumi
Autore/i: Malory Thomas
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
a cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini.
vol. 1 pp. XXVII-354, vol. 2 pp. 355-732, Milano
Nel nono anno del regno di Edoardo IV, al tempo della Guerra delle Due Rose, ser Thomas Malory, un avventuriero condannato per violenza e rapine, riandando con la memoria al regno di un mitico sovrano e all’epoca ormai lontana dei grandi ideali cavallereschi, scriveva in carcere la Storia di Re Artù e dei suoi cavalieri. Pubblicata nel 1485 da William Caxton, il primo stampatore britannico, l’opera raggruppa otto romanzi in prosa che Malory trasse dal più celebre ciclo di leggende medievali – gli incantesimi di Merlino e di Morgana la Fata, gli amori di Lancillotto e Ginevra e di Tristano e Isotta, la ricerca del Sangrail, le avventure dei cavalieri erranti più famosi del mondo – e divenne ben presto popolarissima. Alla complessità strutturale delle narrazioni cicliche francesi, in cui i temi si alternavano l’uno all’altro rincorrendosi e ripetendosi, Malory sostituisce una prosa continua e coerente e uno stile terso e obiettivo, segnando così il passaggio dal romanzo medievale a quello moderno.
La Formula Segreta dell’Universo
Un codice numerico svela l’enigma di Dio e delle sue leggi
Autore/i: Plichta Peter
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, traduzione dal tedesco di Paola Canepari.
pp. 240, nn. ill. b/n, Casale Monferrato (AL)
L’origine e l’evoluzione dell’universo e delle sue leggi sono riconducibili a un codice numerico in grado di spiegare e prevedere tutti i fenomeni che lo regolano.
In principio non era il caos e il disordine, ma il codice dei numeri primi!
L’origine e l’evoluzione dell’universo e delle sue leggi sono riconducibili a un codice numerico in grado di spiegare e prevedere tutti i fenomeni che lo regolano.
Il decrescere e la distribuzione dei numeri primi sono stati un enigma per oltre 5.000 anni; anche i grandi matematici dell’era moderna come Leibniz, Eulero e Gauss, hanno tentato inutilmente di trovarne la soluzione.
Peter Plichta, fisico e matematico, ha risolto questo mistero trovando uno schema logico-matematico che descrive la successione dei numeri primi e al tempo stesso si pone come fondamento dell’universo.
L’oscura Legge del Tre, già intuita da molte filosofie esoteriche, è alla base di questa scoperta che trova conferme in discipline molto diverse, dalla chimica alla fisica, dalla biologia all’astronomia.
In un solo istante, seguendo la trama di un intricato labirinto, si giunge ad abbattere ogni teoria basata sulla casualità; come avrebbe detto Einstein «Dio non gioca a dadi».
Peter Plichta, nato nel 1939, ha studiato chimica all’università di Colonia, dove si è laureato nel 1966. Successivamente ha studiato chimica nucleare, fisica e diritto.
Nel 19?0 ha concluso una serie di ricerche sui composti dei silani le cui sintesi fino ad allora erano ritenute impossibili. Nel 1971 è riuscito a ottenere gli olii di silicio.
Dal 1981 è docente di logica e matematica, con particolare riferimento alla teoria dei numeri.
Autore di molte pubblicazioni, ha brevettato diverse scoperte scientifiche tra le quali, nel 1993, la sintesi di un carburante usato dalle navette spaziali.
L’Anima Scientifica
Autore/i: Sermonti Giuseppe
Editore: Dino Editori
prima edizione, nota dell’editore, premessa dell’autore.
pp. 222, nn. ill. b/n, Roma
La scienza moderna non è definita né dai suoi oggetti, né dalla sua metodologia. Si riconosce invece da una particolare predilezione che i suoi cultori hanno per la riduzione e il disincantamento della realtà e dalla loro aspirazione a privare ogni cosa di significato, a svuotarla della sua anima, a negarle un destino. La Scienza come rivolta contro il destino è miticamente inaugurata da Prometeo. Il titano ribelle non è un inventore, ma è l’autore di un furto mitico. Gli antichi strumenti del culto, privati di significato e di sacralità, sono trasferiti al mondo artigiano-industriale, e affidati ad un uomo riscattato dalla soggezione divina.
Il mondo scientifico si suole contrapporre a quello religioso, per il proprio dinamismo e la propria fondazione sperimentale, di fronte alla staticità e non verificabilità della fede. In questo volume questa opinione è ribaltata. La fede, si afferma, richiede di essere vissuta, sperimentata, verificata più di quanto lo pretenda la scienza, che invece è accettata passivamente e acriticamente dall’uomo comune.
L’aspetto moralistico-precettistico è solo una prospettiva temporale e minore della religiosità. Nonostante la sua asserita obiettività, la scienza soffre anch’essa di «moralismo» (l’Evoluzionismo discrimina i viventi in adatti e non adatti, il Positivismo sanziona la luminosità dello scientifico e l’oscurità del non-scientifico). Sublimate al di là del compito di «giudicare del bene e del male», affrancate dal peccato originale, scienza e religione si ritrovano. Esse si avviano ad offrirci, come già in tempi remoti, una rappresentazione unica del cosmo, della natura e dell’uomo, il riflesso dell’armonia e dell’ordine che governano la realtà, e un mondo aperto all’impegno, alla partecipazione e al vivere di tutti.
Il volume si chiude con alcuni brevi saggi su argomenti biologici e una serie di fiabe che nascondono in sé l’incanto della scienza.
Nato a Roma nel 1925, e laureato a Pisa, la città di suo padre, Giuseppe Sermonti ha tenuto la cattedra di Genetica a Palermo, la città di sua madre, dal 1965 al 1974 e da allora copre la stessa cattedra a Perugia.
Ha iniziato il campo della genetica degli antibiotici e oggi presiede la Commissione Internazionale per la Genetica dei Microorganismi Industriali. Per la sua attività in questo campo è stato chiamato alla Vice-presidenza dell’ultimo Congresso Internazionale di Genetica (Mosca, 1978).
Ha pubblicato Genetics of Antibiotic-producing Microorganisms (Wiley & Sons, 1969), un testo di Genetica Generale (Boringhieri, 1971, 1974) e un libro sulla Vita Coniugale dei Batteri (Zanichelli, 1972).
Dagli anni di Palermo i suoi interessi si ampliano ai problemi filosofici della Scienza e della Biologia. Nonostante la sua propensione alla riflessione pacata e interiore, i suoi scritti suscitano accese discussioni e polemiche. Il Crepuscolo della Scientismo (Rusconi, 1971, 1976) e La Mela di Adamo e la Mela di Newton (Rusconi, 1974) si appuntano contro l’assolutismo e il potere della scienza; Dopo Darwin (in collaborazione con R. Fondi, – Rusconi 1980) affronta una critica radicale all’evoluzionismo, provocando dibattiti sulla stampa e nelle aule universitarie. Le forme della vita (Armando, 1981) offre un’alternativa alle tesi evoluzioniste.
Dal 1979 è direttore, a Perugia, della Rivista di Biologia.
La Vergine Eterna
Romanzo
Autore/i: Ōe Kenzaburō
Editore: Garzanti Editore
traduzione dal giapponese di Gianluca Coci.
pp. 252, Milano
Un segreto e la sua musa.
Un segreto nascosto in una cupa foresta.
Una struggente storia di redenzione e nostalgia.
La pioggia cessa e il cielo diventa sereno all’improvviso, mentre qualche goccia continua a cadere. L’erba di un verde sfolgorante accarezza i piedi nudi di una bellissima fanciulla dai lunghi e lucidi capelli neri. Fin dalla sua prima giovinezza Kenzaburō Ōe è rimasto incantato dalla scena di questo film. Ma quello che più l’ha folgorato è stata lei, Sakura, attrice al suo debutto di fronte alla macchina da presa. La ragazza è poi diventata una stella del cinema hollywoodiano, specializzata nel ruolo di bellezza orientale, acclamata e adorata da registi e produttori famosi.
Molti anni sono passati. Le proteste politiche degli anni Settanta a favore dei diritti dell’uomo stanno infiammando le piazze e le aule universitarie giapponesi.
Sakura è ormai un’affermata artista internazionale, sposata a un professore di letteratura americano. Ma il Giappone e le cupe foreste dello Shikoku le sono rimaste nell’anima, insieme al desiderio di celebrarle in un film che la veda insieme protagonista e produttrice. Grande è la sorpresa di Kenzaburō Ōe nell’apprendere che è proprio lui, scrittore emergente, che la donna vuole come sceneggiatore della pellicola, ispirata a un famoso romanzo di Heinrich von Kleist. Un impegno prestigioso e lusinghiero, ma che diventa invece una discesa agli inferi per tutti coloro che vi lavorano. Prima fra tutte Sakura, che è costretta a fronteggiare i fantasmi del suo passato.
Kenzaburò Òe, premio Nobel per la letteratura, ci regala, con questa sua ultima fatica, una piccola perla. La vergine eterna e un romanzo di fronte al quale non ci si può che inchinare per la sublime maestria e la profonda commozione che esalano da ogni sua pagina.
Kenzaburō Ōe è nato nel 1935 nell’isola dello Shikoku, nel sud-ovest del Giappone. Scrittore di fama mondiale, ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1994, oltre a numerosi altri riconoscimenti, tra i quali il Premio Europalia nel 1989 e il Mondello nel 1993. Tra le sue opere Garzanti ha attualmente in catalogo Insegnaci a superare la nostra pazzia, Il grido silenzioso, Gli anni della nostalgia, Un’esperienza personale e Il salto mortale.
Tristi Tropici
Autore/i: Lévi-Strauss Claude
Editore: Club degli Editori
traduzione di Bianca Garufi.
pp. 430, 30 foto b/n f.t., 70 disegni b/n, Milano
Da decenni, ormai, non si può parlare di etnografia senza riferirsi all’insegnamento di Claude Lévi-Strauss, il maestro indiscusso della nuova antropologia.
Tristi tropici è il libro che lo segnalò all’attenzione degli studiosi e consacrò la sua vera vocazione scientifica.
Si tratta di un grandioso affresco dei costumi, pratiche religiose, tecniche agricole, commerci in uso presso alcune popolazioni indie del Brasile interno.
In piroga lungo fiumi difficili, con muli e portatori attraverso un altopiano desertico o nel folto della foresta amazzonica, Levi-Strauss raggiunge i gruppi dei primitivi, vive a lungo con loro, ne annota le abitudini e le esperienze, le compara di continuo alle nostre e a quelle di altri popoli dell’Asia tropicale, in un affascinante viaggio mentale dalle terre più recentemente scoperte a quelle più anticamente popolate.
Lo scienziato che in tal modo enuclea e seleziona le strutture di base di culture a noi sconosciute, scopre le sue verità spogliandole completamente dalle scorie dell’esotismo o dell’idealizzazione folclorica, ma arricchendole con uno stile di cristallina chiarezza che ha radici profonde nella tradizione culturale francese: a distanza di quarant’anni Tristi tropici non ha perso nulla del suo interesse e del suo valore.
Claude Levi-Strauss nasce a Bruxelles nel 1908 da famiglia francese. Dopo la laurea in filosofia nel 1931 alla Sorbona di Parigi, insegna per due anni in licei di provincia. Nel 1935 è chiamato in Brasile a ricoprire la cattedra di sociologia all’università di San Paolo: a quest’epoca risalgono le prime spedizioni scientifiche nel Mato Grosso e nell’Amazzonia meridionale. Tornato in Francia nel 1939, dopo l’armistizio si ritira negli Stati Uniti e insegna a New York dove rimane come addetto culturale presso l’ambasciata di Francia fino al 1947, quando decide di dedicarsi interamente alle ricerche scientifiche Professore di Etnologia all’École des Hautes Études di Parigi, dal 1959 insegna antropologia strutturale al Collège de France.
Tutte le sue opere principali sono tradotte in italiano.
Viaggio nella Magia
La cultura esoterica nell’Italia di oggi
Autore/i: Gatto Trocchi Cecilia
Editore: Editori Laterza
introduzione dell’autrice.
pp. 228, Bari
Alla scoperta dell’Italia delle sette segrete e dei culti esoterici.
Il racconto di un’avventura inconsueta tra tarocchi, mistiche extragalattiche, incanti, sortilegi, satanisti e cerchi magici.
Cecilia Gatto Trocchi, nata a Roma, è docente di Antropologia culturale presso le facoltà di Scienze politiche dell’università di Perugia. Ha compiuto ricerche sulla magia e sulla religione in Ghana e nel Sudan meridionale; sui rituali sincretici della «macumba» e del «condomblè» in Brasile e sulla «santeria» afro-cubana. Ha pubblicato, tra l’altro, Cultura come comunicazione (Roma 1985), Magia e esoterismo in Italia (Milano 1992) e Il talismano e la rosa (Roma 1993).
Introduzione
- Le stelle, la luna e il gatto
- Incanti e sortilegi
- La chiave d’oro
- Psicocibernetica degli Esseni
- Angeli sugli Ufo
- Giove in palestra
- La nazione Damanhur
- Esperienze nel bosco
- Mistica extragalattica
- Gnosi e antropologia
- Che fine hai fatto, al-Kindi?
- Il pantano satanista
- L’addio
- Magia e rivoluzione
- Il cerchio magico
- Lo sciamano dei cristalli
- Pitagora e le ondine
- Mahikari
- Il ritorno delle streghe
- Il tarocco psicologico
- Notizie dal Mistero
Glossario
Rasputin
Ascesa e caduta del monaco-avventuriero alla corte dello zar
Autore/i: Grillandi Massimo
Editore: Rusconi
pp. 352, Milano
Monaco o seduttore? Avventuriero o guaritore? Impostore o profeta? Mago o ciarlatano? Il trascinante racconto di Grillandi ripercorre tutte le tappe dell’«ascesa e caduta» del quasi mitico Grigorij Efimovič: Rasputin (1871-1916): dalla nascita nel villaggio di Pokrovskoe nel distretto siberiano di Tobol’sk alla morte violenta subita a Pietrogrado in casa del principe Feliks Feliksovič Jusupov; dall’iniziazione ai riti orgiastici della setta chlysty ai grandi conflitti di potere con il monaco ortodosso di corte Sergej Trufanov (Il’jodor) ; dalle avventure vagabonde dell’infanzia all’apoteosi di lussuria nei salotti metropolitani della Vryubova, della Golovina, della Lochtina, della Ignat’eva e delle granduchesse Alessandra e Militza; dalla povera vita di muìik della estrema provincia russa ai fasti della corte imperiale di Carskoe Selo dove visse come guaritore del principe Alessio, figlio emofiliaco dello zar Nicola II, e come confidente della zarina Alessandra Fëdorovna.
Nella Russia prerivoluzionaria in cui esplodevano eresie religiose e rivolte populiste, dove stavano per confrontarsi il socialismo moderato di Kerenskij e l’utopia rivoluzionaria di Lenin, Rasputin fu testimone connivente dello sfacelo dell’autocrazia zarista destinata ad affondare in una palude di ignoranza e strapotere, ma anche un inconsapevole e sincero libertario, un pacifista convinto.
Nella sua brillante e autorevole ricostruzione, Grillandi ce ne restituisce integra, viva e tremenda, la figura, che ha la forza e lo spessore di un personaggio shakespeariano.
Dotato d’una intelligenza grezza eppure intatta, ma privo di conoscenza filosofica, Rasputin si dà quel sistema morale che più gli conviene: un’etica personale che gli consente di gioire senza remore eccessive, di seguire ogni capriccio, schiavo tanto della sessualità più sfrenata quanto del misticismo più grezzo. Grazie alla sua personalità e alle doti di guaritore, acquista grande ascendente sulla zarina Alessandra Fëdorovna, e, attraverso di lei, si guadagna un’immensa influenza sulla corte. Apparse inutili le proteste della Chiesa e del parlamento per limitarne il potere, è ucciso da tre congiurati e il suo corpo, ripescato dalla Neva, poi arso sulla pira. Mentre le fiamme si alzano maestose, «un’alone azzurro disegna netto il profilo di Grigorij, sì che il suo volto riemerge per un istante… prima che colui che fu amato e odiato, ma che, angelo o demonio che fosse, non odiò mai nessuno, torni, come un eroe omerico, polvere, cenere e luce fra gli spiriti immortali della sua terra».
Massimo Grillandi (1921-1987) è autore di opere di poesia, narrativa e saggistica letteraria e storica.
Fra i romanzi biografici pubblicati presso Rusconi, ricordiamo La contessa di Castiglione (1978, Premio Bancarella 1979), La Bella Otero (1980), Mata Hari (1982), Lucrezia Borgia (1984), Madame de Pompadour (1986) e le Poesie per amore (1986).
Patologia in Energetica Tradizionale Cinese
Autore/i: Lanza Ulderico; Lanza Rudy
Editore: Scuola Agopuntura Lanza – Editoriale Espansione
prefazione degli autori.
pp. 150, nn. ill. b/n, Luserna San Giovanni (TO)
Sebbene vi siano punti di contatto tra la Medicina occidentale e l’Energetica tradizionale cinese, è senza dubbio evidente che quest’ultima pone in primo piano la visione olistica dell’essere umano nonché il suo rapporto con le influenze cosmo-ambientali.
La concezione energetica dell’essere vivente non va intesa come elemento marginale, bensì come il pilastro di un approccio autonomo rispetto alla Medicina convenzionale; infatti abbiamo volutamente proposto al lettore in un’altro testo (Fisiologia in Energetica tradizionale cinese) la chiave interpretativa dei meccanismi del funzionamento energetico, indipendentemente dalla fisiologia occidentale per creare così un corpus con una propria identità che si rifà all’antica tradizione.
Infatti, a nulla vale la stesura di, formule terapeutiche della Medicina cinese attuate sulla base di una fisio-patologia e di un’eziologia meccanicistica; tale soluzione si presenterebbe come riduttiva e non sarebbe altro che un ricettario sintomatico.
Dunque, esiste una “patologia delle Energie”: conoscerne le dinamiche, affrontando gli aspetti delicati del rapporto uomo-habitat e tutto ciò che sta a monte dell’aggressione di ipotetici virus o batteri, permetterà ad agopuntori, medici, naturopati, istruttori di Qi Gong, shiatsu-terapisti, riflessologi di intervenire sulle reali cause con le tecniche specifiche. (Dr. Ulderico Lanza, Dr. Rudy Lanza)
Anatomia in Energetica Tradizionale Cinese
Autore/i: Lanza Ulderico; Lanza Rudy
Editore: Scuola Agopuntura Lanza – Editoriale Espansione
prefazione degli autori, premessa di M. Duke.
pp. 224, nn. ill. b/n, Luserna San Giovanni (TO)
Sebbene vi siano punti di contatto tra la Medicina occidentale e l’Energetica tradizionale cinese, è senza dubbio evidente che quest’ultima pone in primo piano la visione olistica dell’essere umano nonché il suo rapporto con le influenze cosmo-ambientali.
La concezione energetica dell’essere vivente non va intesa come elemento marginale, bensì come il pilastro di un approccio autonomo rispetto alla Medicina convenzionale; infatti abbiamo volutamente proposto al lettore, in un altro testo (Fisiologia in Energetica tradizionale cinese) la chiave interpretativa dei meccanismi del funzionamento energetico, indipendentemente dalla fisiologia occidentale per creare così un corpus con una propria identità che si rifà all’antica tradizione.
Infatti, a nulla vale la stesura di formule terapeutiche della Medicina cinese attuate sulla base di una fisio-patologia e di un’eziologia meccanicistica; tale soluzione si presenterebbe come riduttiva e non sarebbe altro che un ricettario sintomatico.
Il testo di “Anatomia” ha significo didattico affinché lo studente possa evidenziare i circuiti energetici (meridiani e punti) grazie a schemi e disegni.
Naturopati, agopuntori, medici, riflessologi hanno modo di apprendere con precisione i siti anatomici che coincidono con le aree sulle quali applicheranno poi le singole tecniche. (Dr. Ulderico Lanza, Dr. Rudy Lanza)
Fisiologia in Energetica Tradizionale Cinese
Autore/i: Lanza Ulderico; Lanza Rudy
Editore: Scuola Agopuntura Lanza – Editoriale Espansione
prefazione degli autori.
pp. 120, nn. ill. b/n, Luserna San Giovanni (TO)
Sebbene vi siano punti di contatto tra la Medicina occidentale e l’Energetica tradizionale cinese, è evidente che quest’ultima pone in primo piano la visione olistica dell’uomo, nonché i rapporti con le influenze cosmo-ambientali. Il testo propone una chiave interpretativa del “movimento delle energie” nel corpo, indipendentemente dalla fisiologia occidentale.
La lettura dei fenomeni energetici, dell’attività del Qi e le sue manifestazioni rivelano un aspetto sconosciuto dall’uomo occidentale, concentrato su valutazioni spesso meccanicistiche e dunque lontane da una visione vitalistica. Del resto, ricondurre la vastità dottrinale energetica all’universo medico convenzionale significherebbe escludere teoremi fondamentali e irrinunciabili.
Della stessa collana: “Anatomia in Energetica” e “Patologia in Energetica” dove sono affrontati rispettivamente i percorsi dei meridiani e l’eziopatogenesi degli squilibri energetici. (Dr. Ulderico Lanza, Dr. Rudy Lanza)
Tecniche del Corpo
In Cina, Giappone, India
Autore/i: Huard Pierre; Wong Ming
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prefazione degli autori.
pp. 344, interamente e riccamente illustrato b/n, Milano
Il libro, corredato da numerose illustrazioni, è un compendio delle varie discipline ginniche e delle tecniche di ginnastica medica, cosmetologia, balneoterapia, massaggi e pratiche ascetiche sviluppatesi in seno alle grandi civiltà di Cina, Giappone e India.
Tutto un capitolo, inoltre, è dedicato al pensiero occidentale e alla cura della salute e della bellezza dai primordi ai giorni nostri.
Dalla saggezza delle antiche civiltà orientali una raccolta di consigli, seria e documentata, su come “curare il corpo per rasserenare la mente”.
Che Cosa Significa Pensare? – 2 Volumi
Volume 1: Chi è lo Zarathustra di Nietzsche? – Volume 2: Qual è l’essenza nascosta della tecnica moderna?
Autore/i: Heidegger Martin
Editore: SugarCo Edizioni
prefazione di Gianni Vattimo, traduzione di Ugo Ugazio e Gianni Vattimo.
vol. 1 pp. 144, vol. 2 pp. 160, Roma
Chi è lo Zarathustra di Nietzsche?
Che cosa annuncia veramente questa figura simbolo? Il definitivo trionfo della metafisica – quell’oblio dell’essere che costituirebbe il pensiero di tutto l’Occidente da Platone fino al nostro secolo? Ovvero, come una recente interpretazione del pensiero negativo suggerisce, il dispiegarsi incontrastato della tecnica ormai finalmente libera da ogni residua nostalgia metafisica? Che cosa significa pensare?, in cui la tremenda attualità (del pensiero) di Nietzsche viene attraversata dalla tremenda attualità (del pensiero) di Heidegger, è un testo chiave per “pensare” il “significato” del nostro tempo.
Qual è l’essenza nascosta della tecnica moderna?
Perché questa essenza è rimasta nascosta? In che modo, agli albori della filosofia occidentale, e segnatamente dopo Parmenide, l’oblio dell’essere in cui consiste la metafisica, coinciderà con il disperdersi del dominio tecnico sul mondo? Perché l’essere dell’essente rinvia al tratto fondamentale del pensiero? Che cosa significa propriamente pensare? Questi interrogativi, che compaiono in questa seconda parte di Che cosa significa pensare?, sono decisivi non solo per la storia della filosofia ma per il significato stesso della nostra civiltà.
Martin Heidegger (1889-1976) è considerato uno dei massimi filosofi del Novecento. Assistente di Husserl e poi professore all’università di Marburgo e di Friburgo, ha fondamentalmente influenzato, con il suo pensiero, la cultura del nostro tempo. Opere principali tradotte in italiano: Essere e tempo, L’essenza del fondamento, Kant e il problema della metafisica, Sentieri interrotti.
Il Buddismo
Autore/i: Humphreys Christmas
Editore: Ubaldini Editore
prefazione di T. H. C., introduzione dell’autore, traduzione italiana dalla terza edizione inglese (1962) di Aldo Philipson.
pp. 248, Roma
La superficie del mondo su cui si estende il Buddismo è immensa, come è immensa l’antichità di questa religione. L’ampiezza degli argomenti che il Buddismo abbraccia non è meno vasta. Esso è, infatti, la scuola più antica, più profonda e comprensiva di conquista spirituale che la storia conosca.
Il Buddha nacque da stirpe ariana, nella casta degli Kshatriya, nel clan dei Sakya, la cui terra giaceva lungo il confine meridionale del Nepal. La capitale era Kapalivattu, e fu durante un viaggio da tale città che sua madre, Maya, lo diede alla luce nei Giardini Lumbini, situati giusto oltre l’odierno confine del Nepal Terai. Il padre, Suddhodana, era il Raja del clan dei Sakya e se non era un re (come spesso venne detto) era, tuttavia, un principe dotato di notevoli ricchezze.
Il bambino fu chiamato Siddharta; Gotama era il nome della famiglia. Le date principali della sua vita sono ancora controverse, ma è probabile che sia nato nel 563 a.C., che abbia lasciato la casa paterna quando aveva 29 anni, che abbia raggiunto l’Illuminazione Spirituale all’età di 35 anni, e che sia morto nel 483 a.C., all’età di ottant’anni. Ma nessuna sua biografia fu scritta, per diversi secoli dopo la sua morte.
In questa incarnazione, la sua ultima in terra, fu dotato di indole mirabile. Di grande bellezza fisica, il suo spirito era di pari beltà.
Il suo fascino era magnetico. «Il venerabile Gotama, di nobile lignaggio da parte paterna e materna, è bello, ispira fiducia: il suo colorito è soave, la sua presenza nobile e maestosa».
Figlio di un principe, si trovava tuttavia, a suo agio con tutti: bramini d’alta casta, re e principi, filosofi, guerrieri, mercanti, mendicanti e prostitute. La sua compassione era totale e almeno in un caso, che ora riferirò, si espresse con parole adoperate da un altro Maestro di Pietà. Un discepolo gravemente ammalato era stato abbandonato dagli altri che lo ritenevano ormai inutile all’Ordine; «Fratelli – disse il Buddha a coloro che lo circondavano – voi non avete né padre né madre che si prendan cura di voi; se non prendete cura l’uno dell’altro, chi lo farà? Fratelli, chi vuole assistermi assista gli ammalati».
La sua dignità era incrollabile, la sua serenità immutabile. Era infinitamente paziente, come uno che conosce l’illusione del tempo. Quando gli fu chiesto cosa fosse la durata di un leone (periodo cosmico), rispose: «Fratello, è come se ci fosse un’immensa montagna lunga e ampia, ed alta quattro leghe senza spacco o fessura, non cava, ma solida massa di roccia, ed al termine di “ogni secolo, giungesse un uomo con un panno di Benares e ogni volta con esso strofinasse tale montagna una sola volta. Ebbene, fratello, farà più presto a logorarsi ‘ quel monte che un eone a trascorrere».
Christmas Humphreys, del quale è apparso in questa stessa collana il libro sullo ZEN, è il presidente, e fu il fondatore, della Buddhist Society di Londra.
Tutta la sua vita è stata dedicata allo studio della grande religione-filosofia, e in questo libro il Buddismo è considerato nei suoi fondamenti, nei suoi sviluppi, nella sua diffusione e ramificazione geografica e ideologica, nonché nell’ispirazione fornita, per millenni, alla vita e all’arte dell’Oriente.
Questa sua opera è di importanza capitale ed esauriente, poiché, come egli stesso dice, «coloro che considerano il Buddismo “semplice”, o atto a essere riassunto in poche parole, non lo hanno mai studiato».
Le Vesti di Luce
Leggere l’aura e curare per mezzo dell’Amore
Autore/i: Meurois-Givaudan Anne; Meurois-Givaudan Daniel
Editore: Edizioni Àrista
prologo degli autori.
pp. 206, nn. tavv. a colori f.t., ill. b/n, Torino
Le Vesti di Luce è uscito in Francia nel settembre 1987 ed ha già riscosso molto successo; è forse il primo testo chiaro sulla lettura dell’aura, frutto di un’esperienza più che decennale in materia.
La realtà dell’aura e delle sue radianze sottili è ancora misconosciuta se non del tutto ignorata nella società occidentale, malgrado essa sia il fedele barometro dell’anima ed un esatto testimone della salute dell’uomo, testimone che può rivelarsi un prezioso ausiliario nel campo della prevenzione delle malattie e in quello terapeutico. Con questo libro Anne e Daniel Meurois-Givaudan propongono ad ognuno di noi un metodo di lavoro per riuscire a vedere le aure, e quindi a guardare le manifestazioni della vita con occhi nuovi.
Ma più che un semplice manuale tecnico per imparare a leggere le VESTI DI LUCE, questo testo è materia di riflessione e poi d’azione: infatti viene dato molto spazio alle cure di natura spirituale, che si fondano su una forza troppo spesso trascurata, quella dell’Amore.
Ecco dunque un libro che è contemporaneamente una guida alla lettura dell’aura ed un compagno di viaggio per chi sente sorgere in sé la vocazione di trasformare la disarmonia curando le anime ed i corpi.
Sotto le Ali degli Angeli
Per essere guidati e protetti dalle creature celesti – Libro + 44 carte
Autore/i: Marooney Kimberly
Editore: Euroclub
prefazione dell’autrice, traduzione di Adria Tissoni.
pp. 192, 44 carte a colori, Milano
Debilitata da una lunga malattia Kimberly Marooney giaceva a letto da diverse settimane quando ebbe una vividissima visione.
Un angelo apparve davanti a lei, ai piedi del letto, per comunicarle un importante messaggio.
Fra stupore e grande gioia l’Autrice venne a sapere di essere stata “prescelta” dagli angeli quale loro portavoce. La sua missione sarebbe stata quella di aiutare altri esseri umani a entrare in contatto con le creature celesti per lasciarsi guidare da queste ultime nella quotidianità e riceverne protezione, sostegno, saggezza e infinita serenità. È stato così che, ispirata dal proprio personale angelo custode, Kimberly Marooney ha scritto un libro in cui ciascuna figura angelica rappresenta un aspetto dell’esistenza: la salute, l’amicizia, l’unione coniugale, la verità, la fede, la sessualità, la creatività.
Oltre al libro l’Autrice ha creato un prezioso mazzo di quarantaquattro carte rappresentanti gli angeli suddivisi in base alla loro semplice schiera gerarchica.
Leggendo il libro il lettore stabilisce per prima cosa qual è o quali sono gli aspetti della propria esistenza che desidera migliorare o nei quali ritiene di avere bisogno di una guida, di protezione, e in seguito, attraverso le carte, può instaurare i primi contatti con il proprio angelo custode.
Entrando poi in perfetta sintonia con quest’ultimo potrà contare per sempre sulla sua illuminante presenza al proprio fianco.
Wilhelm Reich e il Segreto dei Dischi Volanti
Autore/i: Zabini Alessandro
Editore: Tre Editori
prefazione del prof. James DeMeo.
pp. XXI-242, 1 foto b/n f.t., Roma
La straordinaria avventura della guerra ai dischi volanti intrapresa, sul finire della sua vita, da uno dei grandi scienziati del nostro secolo: Wilhelm Reich, assistente di Freud e inventore dell’orgonomia.
Perseguitato per le sue teorie, che gli permisero tra l’altro di ipotizzare la propulsione gravitazionale e di costruire un cannone spaziale, con cui diede inizio a quella che definì “la battaglia dell’universo”, Reich morì in prigione dopo uno scandaloso processo, e i suoi libri vennero dati alle fiamme.
Dopo cinquant’anni di silenzio, un racconto sconvolgente che apre una porta sul futuro e rivoluziona per sempre le nostre idee sugli ufo e sull’universo.
Wilhelm Reich (1897-1957), laureatosi in medicina e specializzatosi in neuropsichiatria, fu uno dei principali collaboratori di Sigmund Freud alla clinica psicoanalitica di Vienna.
Genio poliedrico e figura controversa, si interessò di sessuologia, psicologia, pedagogia, biologia e fisica; elaborò la famosa teoria dell’orgasmo che lo portò alla scoperta dell’energia vitale cosmica e gli aprì una nuova visione dell’uomo e dell’universo.
Come conseguenza delle sue ricerche, Reich sviluppò un accumulatore orgonico che utilizzò per applicazioni mediche e sottopose alla verifica del più grande fisico dei nostri tempi, Albert Einstein. Sulla base degli stessi principi realizzò un rivoluzionario motore orgonico, un apparecchio in grado di provocare la pioggia e, infine, il cannone spaziale.
I piani di quest’arma incredibile vennero trasmessi alle autorità statunitensi in quanto Reich la riteneva l’unico mezzo di difesa contro gli ufo,che sospettava ostili.
Perseguitato e processato per le sue idee rivoluzionarie, Reich, che non volle mai rinnegare il frutto dei suoi studi, venne condannato e i suoi libri dati alle fiamme.
Morì in prigione mentre lavorava ad un’opera sulla creazione.
Certo che il mondo non fosse pronto a comprendere il suo pensiero in anticipo sui tempi e che fosse necessario preservare le sue ricerche dalla manipolazione, Reich volle, nel testamento, mettere i sigilli a tutto il suo archivio personale e scientifico fino al 2007. Ed è forse in queste carte che si cela il segreto, non ancora completamente svelato, di quest’uomo straordinario che aprì uno spiraglio sul mistero dell’universo e venne ricompensato con la morte e il rogo dei suoi libri, come una strega del ventesimo secolo.
Alessandro Zabini, 37 anni, è autore di opere a carattere storico.
Da tempo si interessa all’orgonomia di Wilhelm Reich e al fenomeno degli ufo. Vive e lavora a Bologna.
Il «Mistero» della Lingua Etrusca
Autore/i: Staccioli Romolo A.
Editore: Fratelli Melita Editori
prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 128, 43 foto b/n f.t., nn. ill. b/n, La Spezia
“Gli Etruschi, come si sa, costituiscono per l’opinione corrente un mistero. Fra tutti i popoli dell’Italia antica (peraltro, e con molta disinvoltura, pressochè ignorati dai più) essi soli sono considerati. in maniera singolarmente astratta e fantasiosa, poco meno che «marziani», vissuti fuori del tempo e dello spazio, scomparsi lasciando dietro di sè enigmatiche testimonianze di una civiltà senza possibili confronti. Misteriose sono perciò ritenute le loro origini; misteriosa, per taluni, persino la loro fine.
A cosa è servito che gli studiosi si siano adoperati a contrapporre alle fantasie e alle teorie precostituite e semplicistiche il concetto che la nascita del popolo etrusco sia da riconoscere – come del resto nel caso della maggior parte degli antichi popoli italici – in un lento e complesso processo di formazione, verificatosi tra l’età del bronzo e l’età del ferro, nei territori che furono poi quelli dell’Etruria propria, e al quale debbono aver variamente concorso elementi indigeni preindoeuropei e indoeuropei e verosimilmente, gruppi di navigatori provenienti dall’Oriente mediterraneo?
E a cosa serve far osservare come, dopo un plurisecolare periodo di vita autonoma e indipendente, ma largamente e fecondamente integrata in quella di tutte la altre coeve comunità dell’Italia e del mondo mediterraneo dominato dall’impronta vivificante della grande civiltà greca (e di cui ci parla, con una evidenza addirittura «lapalissiana», una massa di documenti storici e archeologici), gli Etruschi siano «finiti» in quella nuova realtà politica, etnica, culturale rappresentata dall’Italia unificata da Roma e della quale quella etrusca fu tra le componenti principali e più incisive?[…]”
Il Tao: la Via dell’Acqua che Scorre
Autore/i: Watts Alan W.
Editore: Ubaldini Editore
premessa e collaborazione di Al Chuang-Liang Huang, prefazione dell’autore, calligrafia dei testi cinesi di Lee Chih-Chang, traduzione di Alessandra Mantici Lavagnino.
pp. 128, ill. b/n, Roma
Destinato a diventare per l’occidente l’opera fondamentale sul Tao, questo libro rimarrà anche come il perfetto monumento della vita creativa di un grande maestro dei nostri tempi.
Nella sua ultima opera, sul finire della sua prolifica e creativa esistenza, Watts si rivolge alla filosofia cinese del Tao così come prima si era rivolto al Buddhismo Zen nel suo classico La via della Zen. Dopo un capitolo sulla lingua cinese, che vorrebbe veder diventare la seconda lingua internazionale dopo l’inglese, Watts passa a spiegare cosa si intende per Tao (il flusso di natura), wu-wei (non forzare le cose) e te (il potere che viene da ciò). Attingendo alle antiche fonti di Lao-tzu, Chuang-tzu, il libro Kuan-tzu e l’I King, così come ai moderni studi di Joseph Needham, Lin Yutang e Arthur Waley, per fare solo qualche nome, Watts ci ha dato, nel suo stile inimitabile, un’opera fondamentale sul Taoismo, documentata con molti esempi tratti dalla letteratura e illustrata con una splendida calligrafia cinese.
Al momento della sua repentina scomparsa nel 1973, Watts progettava di completare il suo libro con un’aggiunta sulle implicazioni politiche e tecnologiche del Taoismo e sul senso che può avere per noi ai nostri giorni.
Non poté finire l’opera lui stesso, ma un suo amico e collega, il maestro Al Chung-hang Huang che assisteva e collaborava alle ultime lezioni e discussioni dalle quali aveva preso forma il libro, non solo è stato in grado di completare il testo ma ha fornito anche gran parte dei caratteri cinesi che illustrano meravigliosamente l’opera.
Libro che certo diventerà il testo base occidentale sull’argomento, Il Tao: la via dell’acqua che scorre resterà anche come il perfetto monumento di tutta la vita e la produzione letteraria di Watts.
Su richiesta di Watts, i caratteri originali delle citazioni cinesi sono stati tracciati da Lee Chih-chang, figlia di un mandarino della Dinastia Ch’ing.
Alan W. Watts è largamente noto nel mondo anglosassone e anche in Italia sono apparse traduzioni dei suoi libri. Anche se la sua solida formazione filosofica è d’impronta nettamente occidentale, e del miglior timbro, egli ha preso largamente in prestito dalle metafisiche asiatiche, soprattutto dal Buddhismo e dal Taoismo, pur riconoscendo che le loro forme di pensiero sono difficilmente assimilabili dall’anima occidentale. Di Watts sono già usciti nella presente collana Il significato della felicità e Il libro sai tabù; attualmente è in preparazione la traduzione di un altro suo libro fondamentale: Psychotherapy East and West.
Alessandra Mantici Lavagnino, che ha curato l’edizione italiana, insegna lingua cinese all’Università Orientale di Napoli. Ha vissuto due anni a Shanghai dove ha insegnato italiano e ha potuto perfezionare la sua conoscenza della lingua e della realtà cinese.
La Tranquilla Passione
Saggi sulla meditazione di consapevolezza
Autore/i: Pensa Corrado
Editore: Ubaldini Editore
prefazione dell’autore.
pp. 304, Roma
Come la mente è la base dei sensi, e la consapevolezza e la base della mente, così la liberazione e la base della consapevolezza.
Questo volume è composto da una serie di articoli pubblicati in quattordici anni di insegnamento, con l’eccezione del capitolo finale, “La consapevolezza: strumento, meta e mistero” scritto invece per questa occasione. La forma originaria di gran parte degli articoli che ora riveduti, sfrondati e disposti secondo un filo conduttore rappresentano i capitoli del libro, era quella di “discorsi di Dharma” tenuti nel corso di ritiri di meditazione. Perciò si tratta, per la maggior parte, di testi di un praticante che si rivolge a praticanti o comunque a persone interessate al lavoro interiore.
Di qui l’insistenza su alcuni temi di immediata rilevanza spirituale, temi che vengono presi, lasciati e ripresi di nuovo secondo angolazioni via via differenti.
Dalla pratica meditativa nella vita quotidiana alla pratica intensiva nei ritiri di meditazione; dalle tecniche volte a sviluppare la calma concentrata alla discussione circa il giusto sforzo nel cammino interiore. Dalla virtù trasformante della fede nuda al potere guaritivo dell’accettazione e dell’equanimità. Dall’investigazione meditativa alla saggezza che emancipa. Sullo sfondo, cenni frequenti di dialogo con la spiritualità cristiana e con la psicologia contemporanea.
La particolarità del libro sta in ciò, che tra questi vari passaggi da un tema all’altro corre un filo costante: la consapevolezza, o attenzione non giudicante, o presenza nel presente.
Nei discorsi del Buddha è detto che così come la mente è la base dei sensi e così come la consapevolezza e la base della mente, la liberazione è, a sua volta, la base della consapevolezza. E gli scritti che compongono questo volume vogliono, appunto, riflettere sul potere liberante della consapevolezza.
Corrado Pensa è insegnante di meditazione vipassana presso l’Associazione per la meditazione di consapevolezza (A.ME.CO.) di Roma e presso l’Insight Meditation Society di Barre, Stati Uniti.
Prima di far convergere in questa direzione tutta la sua attività, è stato ordinario di Religioni e Filosofie dell’India e dell’Estremo Oriente presso l’Università “La Sapienza” di Roma e socio ordinario dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica. È inoltre autore di L’intelligenza spirituale: saggi sulla pratica del Dharma, apparso in questa stessa collana.