Libri dalla categoria Fenomenologia
Tappeti d’Oriente
Arte e Tradizione
Autore/i: Taher Sabahi
Editore: Istituto Geografico De Agostini
pp. 464, interamente illustrato con un ricchissimo apparato di illustrazioni, foto e tavole a colori, Novara
L’Autore di questo libro, persiano, viaggiatore, estimatore e profondo conoscitore del tappeto – una delle più importanti e originali manifestazioni artistiche del suo paese – vuole trasmettere la sua conoscenza a quanti amano, per istinto, o per cultura il tappeto orientale: egli induce il lettore a trasformare l’iniziale, istintivo trasporto del gusto l’attrazione per una morfologia decorativa, per un accordo di colori, per le qualità tattili e sensuali della superficie, in una più razionale, profonda e organica conoscenza che arricchisca quel rapporto immediato senza tuttavia cancellarlo.
L’Autore ci accompagna nei molti villaggi, cittadine, città dove i tappeti vengono ancora tessuti secondo i canoni della tradizione, ci guida all’individuazione delle diverse tecniche di tessitura, tra i significati simbolici e i motivi fondamentali della decorazione. Chiarisce le funzioni “sociali” e “culturali” del tappeto nell’ambito degli usi e dei costumi delle popolazioni orientali. Ci conduce a ritroso nel tempo fino ai margini della preistoria per rintracciare le radici di un arte che perpetua nei secoli forme e tecniche antichissime. Ci rivela insomma, accanto a più sottili “distinguo” di carattere tecnico e formale, “l’anima” del tappeto, quest’oggetto pieno di fascino che più di ogni altro manufatto orientale ha conquistato la civiltà occidentale; fin dai tempi di Marco Polo, infatti, è entrato nelle case europee, è stato riprodotto nei dipinti dei grandi pittori fiamminghi, veneziani, toscani, ha occupato un posto insostituibile nell’arredo grazie alla sua capacità di assolvere al tempo stesso una funzione pratica e ornamentale ma, in fondo, non ha mai tradito il suo segreto: fra tutti i manufatti dell’arte orientale, infatti, è quello che la società occidentale non è mai riuscita a fare proprio, che non ha saputo assimilare ne’ imitare. Perché il tappeto non può “crescere” fuori dalle culture orientali che l’hanno generato, fuori da quel tempo “senza fretta” che fluisce con il naturale avvicendarsi delle stagioni sul quale regolano i propri ritmi di vita le tribù nomadi; perché il tappeto è frutto di una società basata sul gruppo tribale e non sull’individuo, una società che conserva i modelli tradizionali e li ripropone come valori stabili e immutabili, che nell’arte non esprime la personalità del singolo ma i simboli eterni del proprio passato culturale e religioso. L’Editore ha raccolto questo ricco materiale di idee e di immagini, l’ha trasformato in una “forma” definita, con la piena consapevolezza di proporre, oggi, un’opera unica per qualità grafica, documentazione e ricchezza di informazioni. (L’Editore)
- Storia ed evoluzione del tappeto orientale
- Tecniche e materiali
- La Persia
- La Turchia
- Il Caucaso
- Il Turkestan Occidentale
- L’Afghanistan
- Il Turkestan Orientale
- La regione cinese
- La regione indiana
- Altri centri di produzione
- Appendice
Il Doppio Libro del Comando
O l’Arte di Evocare gli Spiriti con tutti i Segreti dell’Arte Magica
Autore/i: Enrico Cornelio Agrippa
Editore: Giuseppe Brancato Editore
pp. 142, ill. b/n, Catania
Heinrich Cornelius Agrippa di Nettesheim (Colonia, 15 settembre 1486-Grenoble, 18 febbraio 1535) è stato un alchimista, astrologo, esoterista e filosofo tedesco. Divenne medico personale di Luisa di Savoia nonché storiografo di Carlo V; ritenuto principe dei maghi neri e degli stregoni, riuscì tuttavia a sfuggire all’Inquisizione. Il suo pensiero risiede essenzialmente nella sua opera più importante, la De occulta philosophia, scritta nell’arco di circa venti anni, dal 1510 al 1530: la filosofia occulta è la magia, considerata «la vera scienza, la filosofia più elevata e perfetta, in una parola la perfezione e il compimento di tutte le scienze naturali».
Mipam
Il lama delle cinque saggezze
Autore/i: Lama Yongden; David-Neel Alexandra
Editore: Arcana Editrice
traduzione di Piero Verni.
pp. 324, ill. b/n, Roma
Mipam, il lama delle cinque saggezze. Il primo libro di un monaco tibetano, Lama Yongden, per i lettori di cultura occidentale. Scritto in collaborazione con Alexandra David-Neel, esploratrice-etnologa e sua madre adottiva, costituisce un documento d’eccezione su uno dei più misteriosi e affascinanti paesi dell’Estremo Oriente. L’opera, che tratteggia con la ricchezza dell’inchiesta sociologica la cultura del Tibet, è scritta in forma di romanzo. Documento d’avventura dello spirito e manuale di liberazione. Sullo sfondo fantasmagorico di questa terra si stagliano le vicende del protagonista, Mipam, dalla sua prima infanzia fino al suo incontro con una giovane donna, Dolma, amore struggente e disperato che le ultime pagine del libro svelano nella sua divina fatalità. E intorno a loro, su questo palcoscenico magico, si muovono monaci dai poteri sovrannaturali e contadini, venerabili lama, padri dell’ortodossia religiosa, e stregoni «bon-pa», maestri delle antiche tecniche di liberazione sciamaniche.
Straordinario affresco di un Tibet non ancora contaminato dalla «Civilization» e dalla dominazione straniera sul quale prendono vita le strade misteriose di Lhassa, città sacra, capitale politica e religiosa del lamaismo fra gli sconfinati altopiani della regione himalayana con i loro silenzi drammatici. Altopiani sopra i quali la fede ha scavato i sentieri della saggezza che guidano il giovane Mipam verso il mistero delle cinque saggezze.
Dizionario degli Oli Essenziali
Descrizione, uso e indicazioni di oltre 80 oli essenziali
Autore/i: Rieder Beate; Wollner Fred
Editore: Edito in proprio
prefazione degli autori, traduzione di Paola Frugis.
pp. 120, Vienna
Questo libro è un valido aiuto per chi si avvicina per la prima volta agli oli essenziali, poichè, grazie alla descrizione delle caratteristiche di oltre ottanta oli e delle loro modalità d’uso, permette di capirne i molteplici effetti.
Per chi già conosce il mondo delle essenze, è un’opera di consultazione pratica ed esauriente. Contiene inoltre molte ricette e un utile prontuario terapeutico.
Gli Ori di Taranto
Autore/i: Autori vari
Editore: Italsider
pp. 88, interamente e riccamente ill. a colori e b/n, Genova
Sommario:
Prefazione
- Il segreto del Tarantino di Alberto Bevilacqua
- Taranto nel Mediterraneo di Sabatino Moscati
- L’urbanistica di Taranto antica di Felice Gino Lo Porto
- Leonida e la sua città di Marcello Gigante
Alla Ricerca degli Dei Solari
Le piramidi, i tepe sudamericani, il culto fallico, i cromlech, i menhir, i dolmen, l’adorazione del serpente: gli anelli di un’unica civiltà?
Autore/i: Homet Marcel
Editore: Sugar Editore
traduzione dal francese di Marisa Sanfelice.
pp. 320, nn. tavv. b/n f.t, Milano
Chi sono i Tapirapes ed i Gavioes? Perché i Caiapos sono gli indios più crudeli dell’amazzonia?
Cosa rappresentano i misteriosi affreschi risalenti ad oltre diecimila anni fa, della grotta di Formosa, nell’America del Sud?
Perché il culto del sole è sempre associato a quello del cigno, del serpente e del fallo?
Perché le stesse parole sacre si ritrovano ovunque, sia in America, che in Egitto, che in India?
Queste sono alcune delle domande alle quali l’autore risponde in questo libro.
Marcel Homet, dando una nuova interpretazione a fatti troppo a lungo costretti negli schemi della scienza ufficiale, giunge alla conclusione che circa 20.000 0 30.000 anni fa, si estendeva un continente tra quello che oggi chiamiamo l’Antico ed il Nuovo Mondo, i cui abitanti avevano già superato il grado di civiltà da noi attualmente conosciuto…
Il prof. Marcel Homet nato nel 1897 a Rochefort-sur-Mer, in Francia, ha compiuto numerose spedizioni in Africa, Medio Oriente, e nella America Centrale e Meridionale.
Da trent’anni lavora per conto della facoltà di archeologia dell’Università di Parigi ed ha scritto 17 libri, tradotti in tutte le lingue, ritenuti fondamentali in campo archeologico.
In Italia è stato pubblicato «I Figli del Sole».
Di prossima pubblicazione, per conto della casa editrice Sugar, «Chan-Chan, la misteriosa».
La Cultura Ellenistica – Le Arti Figurative
Storia e civiltà dei Greci – Volume quinto, 10
Autore/i: Autori vari
Editore: Bompiani
pp. 377-592-LXXXIV,nn. tavv. a colori e b/n f.t., Milano
La Storia e civiltà dei Greci si propone di offrire, in una esposizione sistematica della cultura e della storia civile ed economica, le fondamentali informazioni per l’acquisizione di un’aggiornata conoscenza di quei temi che fanno tuttora dell’antica Grecia un elemento fondamentale della civiltà moderna. Pur riaffermando questo riconoscimento, non si intende seguire in quest’opera la tradizionale interpretazione (cosiddetta «umanistica.») dell’antichità classica. Tale interpretazione, sorretta da una tecnica filologica espertissima e ancor oggi valida, ha servito (e talora in modo esplicito) concezioni derivanti dagli interessi di conservazione che erano prevalenti nel secolo XIX. La grandezza dell’antica-civiltà greca fu di essere animata, rispetto agli stati orientali e barbarici che la circondavano, da uno spirito di continua invenzione e innovazione, da un anticonformismo che si espresse in quasi tutte le sue manifestazioni. È il valore di questa ardita disposizione all’avventura, alla libera scelta, sia nell’azione che nel pensiero, che occorre riscoprire insieme ai dati obiettivi, economici e sociali, sui quali si fondava, e, accanto ad essa, il significato e i modi di quella tendenza alla riduzione di ogni nuova esperienza a sistema (mai a dogma), che caratterizzano l’antichità greca e la rendono diversa da ogni altra e sempre di nuovo feconda per le età successive. Anche per la nostra. (Ranuccio Bianchi Bandinelli – Roma, luglio 1974)
La Grecia nell’Età di Pericle – Le Arti Figurative
Storia e civiltà dei Greci – Volume secondo, 4
Autore/i: Autori vari
Editore: Bompiani
pp. 461-676-XLIV, nn. tavv. a colori e b/n f.t., Milano
La Storia e civiltà dei Greci si propone di offrire, in una esposizione sistematica della cultura e della storia civile ed economica, le fondamentali informazioni per l’acquisizione di un’aggiornata conoscenza di quei temi che fanno tuttora dell’antica Grecia un elemento fondamentale della civiltà moderna. Pur riaffermando questo riconoscimento, non si intende seguire in quest’opera la tradizionale interpretazione (cosiddetta «umanistica.») dell’antichità classica. Tale interpretazione, sorretta da una tecnica filologica espertissima e ancor oggi valida, ha servito (e talora in modo esplicito) concezioni derivanti dagli interessi di conservazione che erano prevalenti nel secolo XIX. La grandezza dell’antica-civiltà greca fu di essere animata, rispetto agli stati orientali e barbarici che la circondavano, da uno spirito di continua invenzione e innovazione, da un anticonformismo che si espresse in quasi tutte le sue manifestazioni. È il valore di questa ardita disposizione all’avventura, alla libera scelta, sia nell’azione che nel pensiero, che occorre riscoprire insieme ai dati obiettivi, economici e sociali, sui quali si fondava, e, accanto ad essa, il significato e i modi di quella tendenza alla riduzione di ogni nuova esperienza a sistema (mai a dogma), che caratterizzano l’antichità greca e la rendono diversa da ogni altra e sempre di nuovo feconda per le età successive. Anche per la nostra. (Ranuccio Bianchi Bandinelli – Roma, luglio 1974)
La Parola Segreta
L’insegnamento del maestro Sufi Rûmî
Autore/i: Sultân Walad
Editore: Libreria Editrice Psiche
introduzione di traduzione dal francese di Norge Russo, revisione di Gianpaolo Fiorentini.
pp. 240, Torino
Nessuno meglio di Sultân Walad, suo figlio e successore alla testa della Confraternita dei Dervisci danzanti, poteva trasmetterci l’insegnamento iniziatico di Jalâl-od-Dîn Rûmî.
Letta e meditata da secoli alla stessa stregua del Corano in tutto il mondo islamico, l’opera di questo poeta mistico persiano è una delle fonti più ricche del Sufismo.
Questo grande maestro spirituale era anche un veggente: non parlava forse nel XIII secolo dei pericoli della fissione nucleare e dei molti sistemi solari non ancora scoperti?
A causa della mancanza di traduzioni, il suo pensiero restò a lungo sconosciuto in Occidente. Djamchid Mortazavi e Eva de Vitray-Meyerovitch ci offrono la prima traduzione in lingua occidentale del Walad-Nâmeh, o Libro di Walad. Superbo documento sulla vita del maestro e dei suoi discepoli, questo testo ci trasmette lo spirito del suo insegnamento e lo commenta.
Sultân Walad si fa interprete fedele del padre e della più universale delle verità: “Il senso dell’Unità è perdere se stessi per trovare ciò che È”.
Djamchid Mortazavi, Dottore in Lettere, docente di filosofia dell’Università di Tabriz, in Iran, ha pubblicato Le symbolisme des contes soufis, L’unité absolue en mystique persane, Le trésor des secrets de Nezâmi de Gandjeh, e Dévoilement des voiles de Huywiri.
Eva de Vitray-Meyerovitch, Dottore in Lettere, membro del C.N.R.S., ha insegnato all’Università di Alazhar e del Cairo. Autrice di una Anthologie du soufisme e di Mystique et poésie en Islam, ha tradotto perla prima volta in francese le opere di Rûmî e un altro testo di Sultân Walad, Maître et disciple.
Il Buddhismo Tibetano
Una breve introduzione
Autore/i: Powers John
Editore: Ubaldini Editore
introduzione dell’autore, traduzione di Francesco Cardelli.
pp. 172, Roma
Le origini indiane della Via del diamante, l’ideale del bodhisattva, i concetti di karma e rinascita. Le quattro classi di tantra, l’offerta di mandala, lo yoga della divinità, il bardo. Le quattro scuole e il movimento non settario. La straordinaria ricchezza e complessità di un’antica tradizione spirituale in una trattazione concisa, chiara e dettagliata.
A cinquant’anni dall’invasione e dall’annessione forzata alla Cina, non si placano le proteste dei dissidenti tibetani, soffocate nel sangue dall’esercito cinese.
L’esilio di tanti lama dalla loro terra ha prodotto tuttavia una maggiore conoscenza del buddhismo tibetano, il Vajrayana. Libri, dischi, filmati, centri di meditazione guidati da lama di varie scuole, hanno reso accessibile a tutti la possibilità di studiare e praticare il buddhismo tibetano, mentre termini come “tantra”, “lama” o “mandala” sono diventati parole d’uso comune. Tutta questa massa di informazioni rischia però di creare molti fraintendimenti se non viene inquadrata in una cornice storica: cos’è il buddhismo tibetano? Quali sono le sue origini e le sue dottrine principali?
Qual è la differenza tra le varie scuole?
Come si è evoluto e quali sono state le figure più rappresentative? Quali sono le correnti più recenti?
Questo libro, molto accessibile anche al lettore non specialista, si propone appunto di rispondere a queste domande.
Nei primi due capitoli Powers delinea le origini indiane del Vajrayana, soffermandosi in particolare sulla figura del Buddha storico, sulle dottrine del Mahayana, la scuola indiana che si è diffusa in Tibet, e sull’ideale del bodhisattva.
Quindi, nel terzo capitolo, esamina i due concetti chiave di “karma” e di ‘rinascita’ e l’insegnamento buddhista dell’origine dipendente di tutti i fenomeni.
Il quarto capitolo spiega in dettaglio il ruolo fondamentale svolto dalla meditazione nel buddhismo di matrice indiana e tibetana e la differenza tra la meditazione stabilizzante e quella analitica.
Con il quinto capitolo, “Il tantra”, si entra nel cuore del buddhismo tibetano, in cui le pratiche tantriche sono considerate il sentiero più rapido ed efficace verso la buddhità. Powers esamina in dettaglio le quattro classi di tantra, l’iniziazione, le pratiche preliminari, lo yoga della divinità, l’offerta di mandala, il guru yoga e le pratiche legate al momento della morte e al bardo. L’ultimo capitolo considera somiglianze e differenze dei quattro lignaggi principali, Nyingma, Kagyu, Sakya e Geluk, e del Rime, il “movimento non settario”. L’autore illustra in dettaglio la nascita di ciascuna scuola, il pensiero delle sue figure più significative, i testi sacri maggiormente seguiti e le pratiche distintive.
John Powers, studioso di filosofia indo-tibetana e di teoria della meditazione, insegna all’Australian National University di Canberra dove tiene corsi di misticismo, pensiero indiano moderno e buddhismo. Tra i suoi libri più recenti, ricordiamo History as Propaganda: Tibetan Exiles versus the People’s Republic of China (2004), Buddhism (2000) e Scriptnres of the World’s Religions, scritto in collaborazione con James Fieser (1997).
Un’Aringa in Paradiso
Enciclopedia della risata ebraica
Autore/i: Loewenthal Elena
Editore: Baldini&Castoldi
illustrazioni di Emanuele Luttazzi.
pp. 248, nn. ill. b/n, Milano
Rabbi Meir ha lasciato questo mondo. Sale in paradiso. Gli viene subito servito un piatto freddo di aringhe con patate. Sorpreso e un po’ deluso, il rabbino mangia senza dire nulla. Poi lancia per caso un’occhiata verso l’altro «settore » e vede i dannati gozzovigliare ingurgitando minestre vellutate, sformati, arrosti, pasticcini. Il rabbino continua a tacere. Al pasto successivo, di nuovo qualche aringa con patate, e una tazza di tè. Il rabbino getta di nuovo, questa volta non per caso, un’occhiata all’altro «versante»: crespelle, cacciagione, funghetti e via di seguito… Pasto successivo, stessa solfa, cioè aringhe e tè.
E di là: oca al forno, caviale, ricche torte. Il rabbino ha taciuto abbastanza, chiama il primo angelo che vede e indaga: «Non capisco. Questo dovrebbe essere il paradiso, e si mangia sempre solo aringa fredda. Di là, che dovrebbe essere il contrario, se non mi sbaglio, ci si abbuffa a piú non posso».
L’angelo sorride imbarazzato, abbassa lo sguardo e dice: «Eh, lo so. Sa qual è il problema, rabbi. Che non vale la pena di cucinare per una persona sola…»
Le barzellette ebraiche, e meglio sarebbe dire storielle, parabole comiche o apologhi contengono sempre un di più, un’ulteriore possibile comprensione che le rende affascinanti anche a chi detesti il genere: non hanno niente insomma della comicità immediata e diretta dell’avanspettacolo condotto da un abile dicitore, né delle raccolte di editoria improvvisata legate a una categoria, a una situazione. E questo di più potrebbe essere anche motivo in qualche modo di presupponenza o di svisamento, se nascesse dal contesto di un patrimonio privato e inalienabile, come la certezza di appartenere a una minoranza intellettualmente elitaria e di comunicazione carbonara, come sembra indicare quel detto di lontana origine che asserisce che la barzelletta ebraica e quella cosa che gli ebrei conoscono già e gli altri non capiscono. Per fortuna, da Sigmund Freud a Woody Allen, da Groucho Marx a Moni Ovadia, la massima ha un’immediata smentita, anche se probabilmente contiene un suo germe di verità che nasce da una differenza. Che è soprattutto una provenienza: queste non sono barzellette sugli ebrei ma degli ebrei. Quindi non specchio deformante, irrisione più o meno benevola, sguardo altrui sul diverso o alieno di cui si colga subito il lato debole, ma la risata anche crudele e impietosa che spesso le persone intelligenti hanno nei confronti di se stesse; nella fattispecie una comicità che nasce da un sostrato comune, un patrimonio che la storia e le tradizioni hanno arricchito di personaggi, atmosfere e situazioni nate spesso dal disagio e dal dolore ma anche dalla spensieratezza o dal ritegno consapevolissimo di un legame, non razziale ma etico ed etnico e ancestrale; anche trascurando quello religioso.
Elena Loewenthal ha qui abbandonato (anche se solo apparentemente) la sua cultura giudaica, si è divertita a rovistare l’immensa materia dell’umorismo ebraico, eliminando quei settori «ortodossi» di difficile comprensione, privilegiando invece quel mondo che le vicende e la letteratura hanno rivelato a tutti, una realtà intrisa di molte sofferenze e gioie rare, ma anche di una grande volontà di sopravvivere. E se il riso non scoppia sempre irrefrenabile ma come meditato, questo forse nasce dalla consapevolezza non poco amara che quell’universo tanto raccontato non esiste più. (Piero Gelli)
«Caro Signor Dio, sei stato molto gentile a sceglierti gli ebrei cioè noi come popolo eletto, ma visto come stanno le cose, non è che potresti sceglierti ogni tanto anche qualcun altro, anche per poco tempo, così, giusto per cambiare.» (Tevye il Lattivendolo)
Elena Loewenthal (1960), dottore di ricerca in Ebraistica, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica e traduce letteratura d’Israele. Firma sull’inserto culturale de Il Sole 24 Ore una rubrica di Judaica. Ha pubblicato fra il resto: Favole della tradizione ebraica (Arcana 1989 e 1995), Il libro di Eldad il Danita (fattoadarte 1993), Figli di Sara e Abramo. Viaggio fra gli ebrei d’Italia (Frassinelli 1995), e insieme a Giulio Busi Mistica ebraica.
Testi della tradizione segreta del giudaismo dal III al XVIII secolo (Einaudi 1995). Ha curato il primo volume dell’opera di Louis Ginzberg, Le leggende degli ebrei (Adelphi 1995) e l’edizione italiana dell’Atlante storico del popolo ebraico (Zanichelli 1995). Nel 1996 sono inoltre usciti Gli ebrei questi sconosciuti. Le parole per saperne di più (Baldini&Castoldi) e I bottoni del signor Montefiore e altre storie ebraiche (Einaudi Ragazzi).
Tabuletta gratulatoria
Avvertenza – o avvertimento
Aperitivo
In famiglia
Al ristorante, in bottega, per via, dal dottore, insomma in società
In sinagoga e sopra i libri
In terra e in cielo e anche a metà strada
La mamma: be’, questo è un discorso a parte
In fatto di soldi naso e altro, siamo i primi a riderci su
Il dialogo interconfessionale
Paradossi e assurdità
Tutto il mondo è paese …
Citazioni citabili
Ridere, per non piangere
L’aringa
Parolario
Bibliografia ragionata (ma non troppo)
Tarocchi
Conoscere i Tarocchi attraverso i Maestri dell’occultismo – Una chiave di lettura tra psicologia e magia
Autore/i: Cella Maria Grazia
Editore: Fabbri Editori
introduzione dell’autrice, disegni di Oliviero Ciriaci.
pp. 128, Milano
Gioco di origine molto antica e controversa, costruito sull’interpretazione di una ricca simbologia: 78 carte – 22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori – utilizzate sia per conoscere il futuro sia per individuare le caratteristiche, le potenzialità, le problematiche, i pregi, i difetti e i limiti di chi le consulta.
Esaminati nel dettaglio i 22 Arcani Maggiori e una volta chiariti i significati delle carte, saranno proposti giochi che permettono la loro lettura: sistema a croce, sistema delle 12 case zodiacali, il gioco delle sette carte, il gioco del Karma.
Testo sacro, libro divinatorio, antologia pittorica di immagini popolari medioevali, ricerca filosofica, via… di ascesi intellettuale: sono solo alcune delle tante definizioni che il lettore, seguendo le proprie inclinazioni, potrà attribuire ai Tarocchi.
L’estrema malleabilità delle allegorie e la possibilità di piegarne i significati alle più diverse interpretazioni, rendono infatti questo suggestivo libro per immagini estremamente adattabile a differenti utilizzazioni.
Maria Grazia Cella, laureata in pedagogia, gemmologa diplomata presso l’Istituto Gemmologico Italiano, da anni si interessa di Cristalloterapia e di Esoterismo, argomenti che ha trattato su diverse riviste specializzate.
Ha collaborato all’enciclopedia medica “Vivere sani”, edizione Rizzoli; nella collana Successi Sonzogno ha pubblicato “La magia delle pietre preziose”.
Viaggio di una Parigina a Lhasa
A piedi mendicando dalla Cina all’India attraverso il Tibet
Autore/i: David-Neel Alexandra
Editore: Edizioni Voland
introduzione dell’autrice, edizione e traduzione a cura di Emilia Gut.
pp. 250, con 6 foto b/n, ill. b/n, Roma
Nell’autunno del 1920 Alexandra David-Néel lascia Kum-Bum pensando di aggirare tutto il nord-est del Tibet e di raggiungere Lhasa, la capitale. Attraverso quelle immense solitudini erbose ci sarebbero voluti solo tre mesi.
Diventeranno tre anni, durante i quali Alexandra vagherà in balia del tempo, degli eventi e degli incontri. Ma niente e nessuno riesce a fermare questa donna che, a piedi ed elemosinando, con eroica e ammirevole lentezza, raggiunge finalmente la meta prefissata. È la prima donna europea a entrare nella Città proibita agli stranieri.
Alexandra David-Néel (1868-1969) orientalista, conferenziera e instancabile viaggiatrice, ha raccolto le impressioni dei suoi viaggi in numerosi libri. Per le edizioni Voland sono già usciti: Il lama dalle cinque saggezze, Nel paese dei briganti gentiluomini, Mistici e maghi del Tibet.
Tempo di Fermenti – Autobiografia
Il figlio di una serva • Tempo di fermenti
Autore/i: Strindberg August
Editore: Sugar Editore
prefazione di Valerio Fantinel, traduzione di Franco Moccia.
pp. XI-320, Milano
Nato nel 1849 a Stoccolma, August Strindberg non ebbe vita felice.
Di natura estremamente irrequieta, viaggiò moltissimo, specialmente in Francia e in Svizzera. Trattò di tutto: dalla linguistica all’occultismo, dalla scienza alla critica letteraria. Di queste esplorazioni fa fede l’Autobiografia, un vasto disegno della sua evoluzione spirituale che va dall’infanzia fino a pochi anni prima di morire e che comprende dei veri capolavori. All’Autobiografia arrivò nel 1885, stanco – come lui stesso disse – di scrivere delle “Konstruktionsnovellen”, cioè dei romanzi di fantasia, che risentivano ancora di un certo naturalismo.
Scrisse moltissimo per il teatro, forma di espressione a cui Strindberg deve la sua fama: un teatro che doveva distruggere l’ottica drammaturgica allora in voga, dando inizio al dramma espressionista. La vita matrimoniale di Strindberg fu un continuo errore, si sposò tre volte, non riuscendo mai a trovare la tranquillità cui tanto agognava. A peggiorare le cose fu senz’altro anche una specie di mania di persecuzione che lo indusse sempre a fuggire le persone conosciute e amate. Morì in Svezia nel 1912.
Opere principali: prosa – Il figlio di una serva, Tempo di fermenti, La stanza rossa, L’autore, L’autodifesa di un folle, Inferno, I diari occulti; teatro – La signorina Giulia, Il padre, Il sogno, La sonata degli spettri, Verso Damasco, Mastro Olaf, La danza dei morti.
La sua biografia Strindberg l’ha data in pasto ai lettori con una spietata sincerità che è difficile trovare in altri poeti o confessori o dopo di lui. La comicità infernale che vi domina (e che è qualcosa di molto più profondo e spaventoso del cosiddetto umorismo) e… un prodotto del suo feroce dissidio con la società borghese che lo circondava e nella quale egli si sentiva ombrosamente un estraneo. (Thomas Mann)
È un autore soggettivo: un “io” autonomo, instabile ed esplosivo, che si trova ad aver scelto la letteratura come mezzo di distensione, di decompressione ma anche di rivincita. (Jules Romains)
Questa terribilità di Strindberg. Questa furia, queste pagine conquistate in una dura lotta faustiana. (Franz Kafka)
Strindberg ricostruisce l’Autobiografia con la potenza e la vitalità della sua immaginazione più matura. (Brita Mortensen)
La Macchina del Tempo
L’oscura vicenda degli uomini che avrebbero voluto cambiare il mondo
Autore/i: Nava Alessandro
Editore: Urania Editoriale
prima edizione.
pp. 192, Milano
Furono veramente filmate le ultime ore e la morte di Cristo?
Tra la metà degli anni Cinquanta e la fine degli anni Sessanta, in Italia venne ideata un’impresa scientifica ai limiti dell’incredibile, ossia la realizzazione di uno strumento scientifico che andava aldilà anche della fantascienza corrente: il cronovisore, una macchina in grado di muoversi nel passato come una telecamera capace di frugare in ogni andito della storia dell’umanità, dai primordi a oggi. Tale misteriosa scoperta, guidata da un monaco benedettino, è scomparsa misteriosamente.
Questo studio è il primo che si pone il problema di fare la storia del cronovisore basandosi sui documenti storici sopravvissuti e disponibili, e naturalmente senza cadere nelle sabbie mobili della parapsicologia da rotocalco, della pubblicistica sensazionalistica o, peggio, della teologia applicata alla fantastoria contemporanea.
Le domande salienti a cui qui si cerca di dare una risposta sono chiare, e sono le stesse del lettore. Fu veramente ideato il cronovisore? È esistito un gruppo di scienziati che pensarono questa macchina del tempo? Dove avvennero le ricerche? Con quali aiuti? Chi decise che la scoperta dovesse rimanere segreta? Chi fu veramente Padre Pellegrino Ernetti, il monaco mansueto, geniale e insieme ambiguo che sta nella fondamenta di questa esperienza umana e tecnologica?
Alessandro Nava (1955) è autore de Il terzo uomo di Mussolini (2002), Sindrome Meetic ( 2009) e di testi teatrali di varia natura, tra i quali la versione scenica de Il settimo sigillo di Ingmar Bergman e l’originale Vita e scorni di Falsastaffa, cavaliere.
Ha fondato e diretto diverse Case discografiche indipendenti, tutte del settore di Musica Classica.
La Miseria del Cristianesimo
Autore/i: Kahl Joachim
Editore: Edizioni il Formichiere
prefazione di Ambrogio Valsecchi, prefazione di Gerhard Szczesny, introduzione dell’autore, traduzione di Anneliese Wolf Belfiore.
pp. 216, Milano
Il frutto più immediato di questa lettura è lo stimolo a ripensare con coraggio al problema del rapporto fra cristianesimo e storia, o in termini più ridotti tra chiesa e politica. Il pesante inventario di fatti e dottrine, in cui l’autore allinea con ruvido accanimento le prove della collusione della chiesa con i potenti e il tradimento da essa consumato nei confronti degli ideali che predicava, ha come esito di creare nel lettore “credente” un atteggiamento singolare: la riluttanza cioè a considerare ciascuna di quelle testimonianze, nel tentativo di confutare o di ridimensionare l’una o l’altra; e la disponibilità invece, alla luce di quanto egli stesso conosce della storia del suo tempo, a lasciarsi interpellare e provocare dal loro complesso, come segno dell’enorme frattura apertasi tra l’ufficialità cristiana (non delle parole, ma delle opere) e le aspirazioni più profonde dell’uomo. Sarà già un risultato se la meditazione di queste pagine servirà a smantellare i residui di quel mai spento trionfalismo cattolico: anche e soprattutto in Italia, ove la contrapposizione ecclesiastica (ma solo verbale) al potere laico dello stato ha cooperato a costruire un’immagine della chiesa come sola depositaria e tutrice dei valori morali; ove, a dispetto del dettato egualitario della costituzione, il cattolicesimo può ancora ammantarsi dei suoi privilegi di “religione di stato”; ove la collusione fra potere ecclesiastico e istituzioni civili ha addirittura creato una classe politica che svolge, o presume di svolgere, le funzioni di subdolo instrumentum regni; ove le dispute su problemi di convivenza civile, comuni in ogni paese democratico, come quelle sul divorzio, sulla limitazione delle nascite, sull’aborto, rischiano ogni volta di trasformarsi in guerre di religione. (Ambrogio Valsecchi)
Joachim Kahl è nato nel 1941. Si è laureato all’università di Marburg (facoltà evangelico-teologica) con una tesi sul pensiero di Friedrich Gogarten. Dopo essere uscito dalla chiesa nel 1967, ha studiato filosofia e sociologia presso l’università di Francoforte sul Meno.
La Metafisica come Esigenza nel Bergson e l’Esigenza della Metafisica nel Fazio-Allmayer
Autore/i: Giambalvo Epifania
Editore: Tumminelli
unica edizione, prefazione di Bruna Fazio-Allmayer.
pp. 108, Palermo
Sommario:
Prefazione
- Cap. I – Cenni sulle correnti dello spiritualismo francese contemporaneo a Bergson
- Cap. II – Libertà e durata
- Cap. III – Scienza e metafisica
- Cap. IV – Dalla metafisica allo storicismo; dall’esigenza della metafisica alla storicità
Conclusione
Nota bibliografica
La Vita Quotidiana in Cina alla Vigilia dell’Invasione Mongola
1250-1276
Autore/i: Gernet Jacques
Editore: Rizzoli
introduzione dell’autore, traduzione di Edoarda Masi.
pp. 306, nn. ill. b/n, Milano
Siamo alla metà del Duecento a Hangzhou, nel cuore dell’impero dei Song meridionali (1127-1279). Nella bellissima città costiera l’imperatore aveva trasferito la capitale e la corte fin dal 1127, quando si era rifugiato a sud dello Yangzi sotto la pressione dei Jürchen. Scesi dalla steppa, questi avevano occupato gran parte della Cina del Nord e qui fondato una loro dinastia; ma nel 1250, insieme con ogni altro regno barbarico minore, sono già stati liquidati dai mongoli, che minacciano ormai paurosamente l’impero cinese del Sud. Non e più il tempo della grande potenza politica e militare, che ha toccato l’apogeo sotto i Tang (618-907). Con la conquista mongola (1276-1279) qualcosa si spezzerà nell’evoluzione di quella cultura in modo definitivo e nonostante i futuri tentativi di rinascita sotto i Ming (1368-1644). Ma prima del suo lunghissimo tramonto e sotto l’incombente pericolo dell’invasione barbarica la civiltà cinese conosce una fioritura estrema e raffinatissima nel costume nelle arti e nelle lettere; e nell’evolversi delle istituzioni, delle tecniche e dell’economia, quasi il preannuncio di un lontano futuro. Jacques Gernet, storico eminente della Cina medioevale, ci accompagna per le vie di Hangzhou, ci fa penetrare nelle case, dentro le istituzioni, nei monasteri e nelle botteghe, nelle scuole, alla corte. Dall’articolarsi della società nelle varie classi ai sistemi di costruzione e di amministrazione pubblica, fino alle forme private dell’economia; dalla struttura urbanistica agli usi che dalla nascita alla morte accompagnano gli individui, dalle credenze religiose agli abiti ai cibi, dal divertimenti del popolo e della corte alle lettere e alle arti: nessun aspetto della «vita quotidiana» sfugge a questo osservatore attento e scrupoloso, che verifica i dati delle fonti cinesi confrontandoli con quelli forniti da viaggiatori occidentali, arabi, giapponesi. I risultati di una ricerca approfondita sono esposti qui in termini semplici e con tono scorrevole, non solo comprensibili ma offerti in piacevolissima lettura. Perciò questo libro merita di essere considerato un classico.
Gli UFO e la CIA
Majestic 12 – Il segreto della retroingegneria aliena – invasori da Zeta Reticuli
Autore/i: Lissoni Alfredo
Editore: M.I.R. Edizioni
pp. 224, ill. b/n, Montespertoli (FI)
Esiste una cospirazione mondiale tesa a nascondere il fenomeno degli UFO? È vero che il governo americano conosce la verità sugli alieni, ed anzi ne studia la scienza, con un’operazione di “ingegneria inversa” ma tende ad occultare le prove del passaggio dei visitatori sulla Terra, per non perdere di autorità? La risposta è affermativa, e ci giunge dalla meticolosa, puntigliosa ricostruzione della storia “segreta” dell’ufologia, ricostruita per la prima volta da Alfredo Lissoni e caratterizzata da documenti e reperti occultati da misteriosi gruppi di potere dai nomi altamente evocativi: Majestic 12, Men in Black, Revealers.
Dopo una ricerca iniziata nel 1993, e durata ben nove anni, l’autore mette assieme le tessere di un gigantesco mosaico che ha visto la costituzione delle prime commissioni americane di studio, il governo USA tentò di impadronirsi della tecnologia degli E.T. e vi riuscì.
L’Autore, in questo libro, esplora per noi i segreti della tenebrosa Area 51, il cinquantunesimo Stato degli Stati Uniti, il tabernacolo di tutti i misteri della tecnologia aliena; ricostruisce le operazioni di debunking (discredito) e cover up (insabbiamento) dei presidenti americani da Truman a Bush junior; svela i retroscena dell’incidente aereo a Walesville, che portò il Governo Ombra statunitense ad armarsi contro gli alieni e a siglare, nel 1995, un patto segretissimo di cooperazione antialiena con i “nemici” dell’Unione Sovietica. Ancora, si esamineranno, finalmente spiegati ed inseriti in un contesto logico, alcuni dei più inquietanti misteri ufologici degli ultimi decenni: le mutilazioni animali, le morti misteriose di scienziati, le “rivelazioni” pilotate dell’Intelligence, i carteggi segreti ottenuti tramite la Legge sulla Libertà di Informazione, gli UFO-crashes, i dischi volanti terrestri, il Nuovo Ordine Mondiale, la tattica puntiforme.
Un libro inquietante che, grazie alla mole di documentazioni inoppugnabili, getta finalmente una nuova luce sulla cospirazione mondiale della CIA sui dischi volanti.
Alfredo Lissoni è giornalista, insegnante di religione e scrittore, socio del Centro Ufologico Nazionale, si occupa da molti anni di ufologia;
milanese, già collaboratore del Nuovo Giornale di Bergamo, ha al suo attivo diverse collaborazioni per le principali riviste del settore: Notiziario UFO, Dossier Alieni, Giornale dei misteri, X-files, UFO dossier X, UFO Notiziario del CUN, Oltre la conoscenza, Oltre l’ignoto.
Autore di programmi radiotelevisivi e consulente esterno per trasmissioni RAI e Mediaset, spesso in tv, Alfredo Lissoni, ha realizzato diverse opere multimediali per Peruzzo; autore dell’enciclopedia Misteri e verità, ha altresì gestito un videotel ufologico ed è autore di 17 libri sugli UFO e coautore del programma tv “Altri mondi”.
Il Tao dell’Amore
L’Armonia sessuale secondo l’antica saggezza cinese
Autore/i: Chang Jolan
Editore: Edizione Club del Libro
introduzione e poscritto di Joseph Needham, prefazione dell’autore, traduzione di Paola Campioli.
pp. 192, ill. b/n, Milano
L’India ha stupito l’Occidente con il suo KAMASUTRA, la Cina lo stupisce ora con il suo TAO DELL’AMORE.
Fra tutte le religioni e le filosofie, nessuna ve n’è libera e sconcertante quanto il taoismo. Oltre 2000 anni fa, i saggi taoisti dedicarono pagine venerabili e ridenti alle arti amorose e alle tecniche dell’amplesso. Un taoista moderno, Jolan Chang, ha riassunto in questo libro le loro idee, le loro scoperte. «Se riuscirete a fare l’amore cento volte senza eiaculare, potrete vivere una lunga vita», disse il grande medico taoista Sun S’Sû-Mo.
Il «coitus reservatus», la cosiddetta «continenza maschile», praticata in certe comuni americane dell’800, la karezza propagandata in Europa negli anni ’20, infine alcune forme tantriche di unione e le tecniche arabe dell’Imsak (cioè del «trattenere») non sono, secondo Chang, che echi parziali e distorti di questa singolare teoria dell’antica Cina.