Libri dalla categoria Terra Santa
Dizionario dei Simboli – 2 Volumi
Miti, Sogni, Costumi, Gesti, Forme, Figure, Colori, Numeri
Autore/i: Chevalier Jean; Gheerbrant Alain
Editore: Rizzoli
edizione italiana a cura di Italo Sordi, introduzione di Jean Chevalier, traduzione dal francese di Maria Grazia Margheri Pieroni, Laura Mori e Roberto Vigevani.
vol. 1 pp. XXXVII-568, vol. 2 pp. 612, nn. ill. b/n, Milano
Tutte le civiltà, dall’antica Mesopotamia all’Estremo Oriente, dal mondo classico al medioevo cristiano, dalle culture tribali dell’Africa e dell’Oceania ai popoli dell’America precolombiana, si sono nutrite di simboli: e simboli antichissimi riaffiorano nelle metafore quotidiane e nelle immagini dei nostri sogni, formano l’essenza stessa del pensiero astrologico, della magia, dell’occultismo.
Storia delle religioni, mitologia, antropologia, psicologia offrono le diverse chiavi interpretative dei simboli, degli emblemi, delle allegorie, degli archetipi di ogni paese e di ogni epoca, attraverso 1600 voci stese da un gruppo internazionale di ricercatori di alto livello scientifico, in un’opera che non ha precedenti, fornita di un ricco corredo illustrativo e di una vasta bibliografia.
Introduzione alla Storia delle Religioni
Autore/i: Brelich Angelo
Editore: Edizioni dell’Ateneo
avvertenza dell’autore.
pp. XII-368, Roma
«Che cosa sono le religioni e come si può fare la loro storia? Il plurale “le religioni” presuppone un concetto di “religione”: ma solo un concetto e non necessariamente qualcosa di realmente esistente che si possa chiamare “la religione” senza che sia questa o quella religione concreta. Questa constatazione è necessaria, perché esistono correnti di studi che operano con il concetto “la religione”, come se esso avesse anche una esistenza concreta. […]
Il nostro concetto di “religione” è esso stesso un prodotto storico: infatti, sia nelle lingue dei popoli “primitivi” che in quelle delle civiltà antiche (compreso il latino, classico in cui religio indicava soltanto determinati atteggiamenti – interdizioni, timori, tradizionalismi religiosi e non “la religione” nel senso moderno del termine) manca ogni termine che possa equivalere a “religione”.
Il termine latino cominciò ad assumere un senso più largo in seguito all’urto tra il cristianesimo e le religioni del mondo antico.
Perciò sarebbe inutile cercare una definizione valida “in sé” della religione: le definizioni deduttive (astratte) sarebbero storicamente inutilizzabili, mentre ogni altra definizione è legata ad esperienze storiche particolari e perciò soggetta a modifiche. Ma se è cosi, tanto vale, ai nostri fini, partire, anziché da una definizione, da una sommaria analisi del concetto corrente di religione che vige tra noi occidentali moderni; tanto più che una partenza così empirica non esclude che, in base alla confrontazione con i fatti, il concetto iniziale possa esser modificato o precisato.[…]»
Gli Dei e gli Eroi della Grecia – 2 Volumi
Volume 1: Gli Dei – Volume 2: Gli Eroi
Autore/i: Kerenyi Karoly
Editore: Garzanti Editore
prefazioni dell’autore, traduzione dal tedesco di Vanda Tedeschi.
vol. 1 pp. 280, vol. 2 pp. 424, Milano
“Quest’opera nasce dalla convinzione che e giunto il momento di scrivere un libro di «mitologia greca» destinato semplicemente agli adulti, quali che siano i loro interessi: per la cultura classica, , la storia delle religioni o l’etnologia; un libro che tenga conto soprattutto dell’interesse per l’uomo”.
È la voce di un colto abitante delle isole greche che in questo libro racconta le antiche tradizioni e i miti foschi e ridenti della sua terra. Lieve finzione, che ha permesso a un grande filologo e storico delle religioni di rinarrarci, con semplicità e schiettezza, Gli Dei e gli Eroi della Grecia è un libro di mitologia «per il lettore adulto»: per chi è mosso da specifici interessi – verso il mondo classico, la storia, le religioni, la psicologia profonda che si rivela e si maschera nei miti… – e per chi, avendo presentito in qualche smilzo manuale ginnasiale la ricchezza poetica e umana del mito greco, vuole conoscere tutte le storie che esso ci ha trasmesso e le loro varianti: desiderio che questo libro del Kerényi è forse oggi l’unico a soddisfare. Karoly Kerényi non è un puro erudito, ma un uomo che ha vissuto le maggiori esperienze intellettuali del secolo (celebre è il suo carteggio con Thomas Mann): se qui ha inteso limitarsi a narrare miti, evitando di offrirei qualsiasi interpretazione, nell’inflessione del suo narrare è tuttavia possibile cogliere il nostro modo moderno di accostarci a quelle antiche invenzioni e la nostra coscienza delle loro complessità.
Karoly Kerényi, ungherese, è nato a Temesvar nel 1897; si trasferì nel 1943 in Svizzera, dove rimase fino alla morte (1973). Con le sue opere ha recato un originale contributo allo studio e alla critica della mitologia antica.
I Due Volti del Mondo
Storia di Fengyangshu
Autore/i: Su Tong
Editore: Neri Pozza Editore
traduzione e cura di Fiorenzo Lafirenza.
pp. 144, Vicenza
Ambientate a Fengyangshu, un luogo immaginario dietro il quale si cela Suzhou, la città del Jiangsu in cui Su Tong è nato nel 1963, le storie narrate in queste pagine ridestano un «volto del mondo» perduto: quello della Cina rurale, dove la crudele innocenza degli animi era un tempo in perfetta armonia con la durezza e l’incanto del paesaggio. Come la Yoknapatawpha di Faulkner, Fengyangshu è qui la casa dei «fantasmi familiari rimasti sconosciuti», il «luogo dell’origine» che non esiste più, se non nel desiderio che alimenta la scrittura.
La bella Liù dal braccio mozzato, il vecchio Dong, tutte le straordinarie figure che compaiono in questi racconti appartengono allo spazio eterno del mito e della poesia. Lo stesso villaggio, «con il suo cielo, i suoi campi, le sue montagne e il suo fiume», non è solo un testimone reale di destini umani, ma è «il luogo ideale dove riportare in vita i fantasmi dei propri antenati e recuperare la vicenda umana, perduta nel flusso ambiguo e inarrestabile della Storia»
«La Cina rurale dove la brutale innocenza di uomini e donne… si specchia in una natura nemica e indifferente.» (Il Secolo XIX)
Su Tong (1963) è considerato uno dei grandi scrittori cinesi contemporanei. Autore di Mogli e concubine, il racconto da cui Zhang Yimou ha tratto il film Lanterne rosse, e della Casa dell’oppio, vive oggi a Nanchino. Presso Neri Pozza ha pubblicato Quando ero imperatore (2004).
La Zona Grigia di Minerva
Sogni e visioni del grande mistico del settecento
Autore/i: Swedenborg Emanuel
Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati
scelta antologica, prefazione e introduzione a cura di Dorotea Medici, in copertina: William Blake, Los entering the grave, illustrazione per il frontespizio di Jerusalem the Emanation of the Giant Albion (1804-1827).
pp. 242, Milano
Letterato, filosofo e scienziato, ma soprattutto teosofo e mistico, Emanuel Swedenborg (1688-772) ha lasciato un vasto complesso di opere che hanno esercitato una sotterranea ma costante influenza sulla cultura dell’Ottocento e del Novecento. Questa antologia di brani tratti dai suoi scritti più significativi (Il diario dei sogni, Le corrispondenze, Il Cielo e l’Inferno tra gli altri), offre un saggio esemplare del suo stile visionario e un panorama completo del suo sistema di pensiero dominato dalla centralità dell’uomo in un universo fitto di corrispondenze occulte, dilaniato da scontri tra bene e male e attraversato dalla costante corrente del mutamento.
Al Paese dei Tarahumara
E altri scritti
Autore/i: Artaud Antonin
Editore: Adelphi Edizioni
avvertenza dell’autore, a cura di H. J. Maxwell e Claudio Rugafiori.
pp. VII-248, 1 tavv. b/n f.t., Milano
Antonin Artaud nacque a Marsiglia nel 1896 e morì a Ivry-sur-Seine nel 1948. Fu scrittore, poeta, attore teatrale e cinematografico. Iniziò la sua carriera sul palcoscenico con Dullin e in seguito, per molti anni, fu vicino a Jouvet e a Barrault. Apparve molto spesso sullo schermo tra il 1924 e il 1935, in film francesi e tedeschi (memorabile la sua interpretazione nella Giovanna d’Arco di Dreyer). È autore di un testo, Il Teatro e il suo Doppio, che teorizza un ribaltamento completo dei fondamenti dell’arte drammatica. Le sue idee in questo campo, la sua intuizione di un nuovo linguaggio scenico, hanno esercitato una notevole influenza sul teatro contemporaneo, e continuano a esercitarla, come è dimostrato dal recente affermarsi di quel «teatro della crudeltà» di cui egli è il diretto ispiratore. Artaud partecipò inoltre al movimento surrealista, a cui fornì i testi più spregiudicati e radicali. Nel 1936 abbandonò il teatro per compiere un viaggio al Messico che costituì l’avvenimento decisivo della sua vita. Il ritorno in Francia, un anno più tardi, segnò la rottura con «questo mondo, in cui, a parte il fatto di avere un corpo, di camminare, di coricarsi, di vegliare, di dormire, d’essere nell’ombra o nella luce (e anche la luce è dubbia), tutto è falso». È una rottura, ma soprattutto una ribellione, un rifiuto sistematico di ogni realtà concreta, che lo condurrà, dopo un breve soggiorno in Irlanda nel 1937 e una serie di avvenimenti rimasti misteriosi, a essere internato per alcuni anni come pazzo. La sofferenza, le privazioni di questo periodo, durato fino al 1945, contribuirono a rendere più esacerbate e violente le ultime manifestazioni di un’introspezione che egli conduceva da anni con insolito rigore.
La raccolta che presentiamo contiene la testimonianza più sconvolgente che Artaud ci abbia lasciato: gli scritti sul suo soggiorno al Messico, fra le tribù primitive dei Tarahumara, e sulla sua iniziazione al rito del peyotl. Completano il volume sei altri testi essenziali, che forniscono al lettore la traccia per seguire, nella sua drammatica parabola, la vita di un uomo d’eccezione. In questi scritti bisogna vedere altrettanti documenti di una ricerca che resta al di fuori della «letteratura», altrettante testimonianze della lotta intrapresa da Artaud per mutare radicalmente la propria esistenza, soggetta a troppo gravi mutilazioni. Per Artaud patire fino in fondo le proprie debolezze fisiche e psichiche, «una erosione mentale» sentita come malattia, è l’unica strada per tentare di raggiungere quell’arricchimento della coscienza che potrebbe permettergli di intervenire sulla propria vita. Egli vuole esaurire tutte le possibilità che ci sono date di conoscerci per mezzo del corpo, e la sua perlustrazione diventa, attraverso la scrittura, una specie di bollettino di guerra, una guerra per conquistarsi il diritto di mettere al mondo se stesso, cioè il proprio vero essere.
Siamo così posti di fronte a un’esperienza assolutamente autentica, che illumina con dolorosa crudezza la situazione di un uomo del nostro secolo che non intende scendere a compromessi né con l’arte né con la vita, un’esperienza la cui unicità appare, col tempo, sempre più evidente. Ne sono prova la pubblicazione delle sue «Opere complete» (che, eccezionalmente, l’editore Gallimard programmò quando l’autore era ancora in vita), e i costanti echi suscitati nella giovane critica francese – anche per la mediazione di Maurice Blanchot – e nella più vivace letteratura contemporanea, soprattutto americana.
Irradiazioni
Diario 1941 – 1945
Autore/i: Jünger Ernst
Editore: Ugo Guanda Editore
traduzione di Henry Furst, in copertina: Alberto Savinio, Fin de tempête, 1931.
pp. 538, Parma
Nel 1939, allo scoppio della guerra, Ernst Jünger viene richiamato alle armi come comandante di compagnia, col grado di capitano. Successivamente, alla fine della campagna di Francia, è inviato presso lo stato maggiore del comando militare a Parigi. Ha cominciato intanto a prendere forma quel diario, in cui lo scrittore registrerà riflessioni ed eventi fino ai giorni della sconfitta e dell’occupazione: l’invio al fronte orientale, nel Caucaso; il secondo soggiorno parigino fra il 1943 e il 1944, mentre le sorti del conflitto volgono al peggio per la Germania; il trasferimento a Kirchhorst, dove trascorrerà il resto della guerra, tra sventure private (l’annuncio della morte del figlio sul fronte italiano) e un distacco sempre più marcato dal regime e dai suoi capi militari.
«Irradiazioni: con ciò s’intende prima di tutto l’impressione che il mondo e i suoi oggetti hanno provocato sull’autore, il sottile intreccio di luci e di ombre che questi oggetti formano.» Così l’autore delle Tempeste d’acciaio spiega il titolo dato ai diari della seconda guerra mondiale. E aggiunge: «Esistono anche irradiazioni chiare e scure. Completamente scure sono quelle zone di terrore che, con la fine della prima guerra mondiale, cominciarono a gettare la loro ombra sul nostro tempo, e si allargarono paurosamente». In quale posizione si è messo, lo scrittore, per osservare tutto questo? E in stesso afferma di avere inseguito immagini di «completa aderenza». Lo sguardo esatto, impavido di Jünger sa cogliere nello stesso modo, con la stessa esemplare precisione, luci e ombre: le zone di terrore (il fronte caucasico dove non vi è più regola di guerra e si giunge fatalmente a «colpire gli inermi», le stanze di tortura da cui salgono le urla dei prigionieri, i centri di comando da cui si trasmette una violenza cieca…) e quei luoghi in cui, per qualche istante, l’antica civiltà d’Europa ha saputo ancora esprimersi in una discussione intellettuale, in un paragone colto, nel piacere di una battuta, in un gesto sorprendentemente urbano. Sono, questi, i rari momenti di pausa nel procedere implacabile della catastrofe. E la loro descrizione non appare certo come una momentanea e forse colpevole evasione; al contrario, rende ancora più visibile – anzitutto agli occhi dell’autore – l’orrore. È stato scritto che questi diari danno una sensazione di fredda impassibilità, di sovrano distacco, di ostentata percezione intellettuale di eventi e di cose. Chi oggi li legge può invece riconoscere in essi una ferma volontà di chiarezza. Jünger parla, nella sua introduzione, di «allenamento alla giustizia», di una personale «educazione». Noi vediamo un doloroso esercizio alla verità, il coraggio e l’energia di tutto guardare. La lucidità della visione, il «distacco», sono il risultato di uno sforzo supremo, e hanno per effetto una straordinaria incisività.
Per questo Irradiazioni, che Jünger definisce il suo «contributo intellettuale alla seconda guerra mondiale», rappresenta una ineguagliabile testimonianza del disastro, oltre che uno dei suoi libri più belli.
Ernst Jünger è nato a Heidelberg nel 1895. La sua straordinaria vicenda letteraria e umana ha attraversato l’intero secolo, toccando i momenti più cruciali durante la prima guerra mondiale (in cui combatté volontario) e la seconda (è l’esperienza descritta in questi diari). Le sue opere nel catalogo Guanda: Nelle tempeste d’acciaio, Sulle scogliere di marmo, Due volte la cometa, L’operaio, La pace, Rivarol, massime di un conservatore. Guanda ha anche pubblicato le Conversazioni con Ernst Jünger di Julien Hervier.
La Tradizione Politica di San Marino
Dalle origini dell’indipendenza al pensiero politico di Pietro Franciosi
Autore/i: Autori vari
Editore: Società Editrice Il Lavoro Editoriale
introduzione e cura di Elisabetta Righi Iwanejko, presentazione di Fausta Morganti.
pp. 616, Ancona
Il piccolo Stato autonomo di San Marino ha da sempre rappresentato nel contesto internazionale un simbolo di libertà e di autonomia. Questo volume ripercorre la storia, così esemplare, della tradizione politica sammarinese, dallo studio delle fonti giuridiche delle sue origini fino a ricostruire, nel contesto dello sviluppo della dottrina politica di San Marino, il pensiero di Pietro Franciosi, figura storica del Socialismo sammarinese e ispiratore della sua moderna organizzazione politica.
Logica e Linguaggio
Autore/i: Heidegger Martin
Editore: Christian Marinotti Edizioni
traduzione e cura di Ugo Ugazio.
pp. 256, Milano
«Logica: non “addestramento ad un migliore o peggiore procedere del pensiero”, ma il “misurare con i passi dell’interrogazione gli abissi dell’essere”, non “arida collezione di leggi eterne del pensiero”, ma la “sede della dignità accordata all’interrogazione dell’uomo” – con questo appello Heidegger svolse il corso di lezioni Logica come domanda sull’essenza del linguaggio, di due ore settimanali, tenuto nel semestre estivo del 1934. […] Questo corso costituisce una decisiva pietra miliare nel cammino che porta il pensiero heideggeriano dalla fase dell’ontologia fondamentale a quella della storia dell’essere. Ma esso è anche importante per un’adeguata comprensione della situazione di Heidegger all’Università di Friburgo, subito dopo l’abbandono della carica di Rettore. Molto di quel che è stato scritto troppo in fretta sull’impegno nazionalsocialista di Heidegger, dovrà essere rivisto e sottoposto ad una nuova interpretazione in base a queste lezioni.» (Günter Seubold)
Di Martin Heidegger, celebre pensatore tedesco morto nel 1976 all’età di 87 anni, e considerato forse il maggior filosofo di questo secolo, si parla ormai frequentemente. Generalmente con toni accesi per via della sua presunta adesione ai primissimi anni del regime hitleriano, benché se ne sia distaccato quasi subito e comunque assai prima dello sterminio razziale e della guerra mondiale. Tuttavia, al di là di ogni polemica politica, egli viene riconosciuto da più parti, sia da destra sia da sinistra, come il filosofo più interessante e problematico del ’900. Un autore ancora da scoprire fino in fondo e del quale sono stati pubblicati sino ad ora meno della metà dei suoi scritti.
Lilith la Luna Nera e l’Eros Rifiutato
Autore/i: Colonna Maria Teresa
Editore: Edizioni del Riccio
introduzione di Liliana Cavani.
pp. 116, ill. b/n, Firenze
Un antico ci narra che Adamo prima di Eva ebbe un’altra compagna fatta come lui di polvere, Lilith, che presto lo abbandonò, poiché «egli voleva sempre giacere su di lei». Fuggita sul Mar Rosso, divenne demone e visse in promiscuità con demoni ed animali selvaggi. Il mito di Lilith, che si ripresenta incessantemente attraverso la storia impersonando via via la grande meretrice, la strega, l’isterica, la pazza, ecc., ci propone il recupero di un lato creativo ed oscuro della psiche e di quell‘eros rimosso censurato dalla storia e dalla cultura patriarcale. Preceduta da un saggio introduttivo di Liliana Cavani arricchita di illustrazioni e di un utile glossario, l‘analisi del mito ci offre qui alla luce della psicologia del profondo e con un linguaggio particolarmente chiaro, un suggestivo recupero di quella misteriosa ed oscura zona sommersa del femminile che è ancora tutta da scoprire, da definire e dalla quale dovrà scaturire la nuova coscienza dei nostri tempi.
Corso di Filosofia Occulta
Autore/i: Elifas Levi
Editore: Fratelli Melita Editori
pp. 258, nn. ill. b/n, Genova
Éliphas Lévi ( Alphonse-Louis Constant) (1810-1875).
Figlio di un ciabattino, studiò in seminario che abbandonò alla vigilia del sacerdozio. Nel 1854 a Londra si affiliò ai Rosacroce. A Parigi, assunse il nome di Éliphas Lévi Zamed e fondò la Revue philosophique et réligeuse, che fu soppressa nel 1858.
Togu Na
La casa della parola – Un documento ormai classico sull’architettura e sulla società dogon
Autore/i: Spini Tito; Spini Sandro
Editore: Bollati Boringhieri Editore
nuova edizione, premessa di Enrico Guidoni, presentazione di Geneviève Calame-Griaule, fotografie e rilievi di Tito Spini e Sandro Spini; ricerche, interviste, testi di Giovanna Antongini e Tito Spini.
pp. 360, riccamente e interamente illustrato b/n, Torino
«Gran riparo», casa della parola degli uomini, il togu na è presente in tutto il paese dogon (Mali), perfettamente integrato nel paesaggio a segnalare il villaggio di cui è la «testa», il luogo a cui fa capo la vita sociale tradizionale. Sede specifica della parola «seduta», calma e ponderata, ispirata da quella degli antenati simboleggiati dai pilastri che lo sostengono, il togu na è il centro dal quale emanano le decisioni che governano il villaggio. In tal modo l’edificio si inserisce nella realtà sociale e costituisce, secondo gli autori, «l’elemento emblematico di questa necessaria e perfetta organizzazione comunitaria». Pubblicato per la prima volta nel 1976, questo libro, subito qualificato come «eccezionale» da una studiosa come Geneviève Calame-Griaule, documenta senza concessioni a un superficiale estetismo un tipo di edificio che è nello stesso tempo la proiezione di una struttura sociale. Un libro memoriale di fronte ad una società in mutamento: misura delle permanenze e degli adattamenti, documento di riferimento e di confronto.
Tito Spini (Milano 1923) laureato in architettura al Politecnico di Milano, ha insegnato Tecniche espressive delle tradizioni popolari all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila.
Giornalista, critico d’arte, inviato speciale e corrispondente di quotidiani e riviste italiani e stranieri, è membro della Société des Africanistes, Musée de l’Homme (Parigi) e dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (Roma). Per l’UNESCO ha curato l’iscrizione dei palazzi reali di Abomey (Benin) nel patrimonio dell’umanità ed è responsabile del restauro del palazzo di Re Behanzin. Per l’Ecole du patrimoine africain (EPA) è architetto-urbanista incaricato della riabilitazione del patrimonio storico di Porto Novo, capitale del Benin.
Sandro Spini (Bergamo 1950), laureato in architettura” a Venezia si occupa, tra l’altro, di restauro e progettazione territoriale per uno sviluppo compatibile. Già responsabile CNR, ha insegnato in varie università straniere ed è attualmente professore a contratto di Antropologia visiva all’Università Ca’ Foscari a Venezia. E membro della Société des Africanistes, Musée de l’Homme (Parigi), e dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (Roma).
Satana nei Sobborghi
Autore/i: Russell Bertrand
Editore: Longanesi & C.
traduzione dall’originale inglese di Raffaella Lotteri.
pp. 240, Milano
Premio Nobel 1950, famoso filosofo, sociologo tra i più autorevoli, scrittore e saggista politico tra i più chiari ed efficaci, gran divulgatore dei problemi che interessano l’uomo moderno, Bertrand Russell è conosciuto in tutto il mondo per la sua versatilità. Ma nessuno si sarebbe mai aspettato di vederlo cimentarsi anche nella narrativa. Eppure negli ultimi mesi dello scorso anno, quando aveva appena celebrato il suo quarto matrimonio, egli annunciò un libro di racconti: Satana nei sobborghi. Richiesto da noi di spiegare perchè e come mai l’avesse scritto, Lord Bertrand ha così risposto: «Rischiare una strada nuova ad ottant’anni è forse insolito, ma non eccezionale; tuttavia, avete ragione: sono necessarie alcune parole per mitigare la sorpresa, sebbene non creda che la vostra sia maggior della mia propria. Ai racconti non ci ho mai pensato in tutta la mia vita; all’improvviso, per qualche ragione a me sconosciuta, m’è venuta la voglia di scriverne. Non so ancora perchè. Tutto quel che so è che ci ho provato gusto e perciò suppongo che la gente ci proverà gusto a leggerli.
Questi racconti son tutto meno che realistici (temo che una grave delusione aspetti quel lettore che cercherà di trovare dei castelli ghibellini in Corsica e dei diabolici filosofi a Mortlake), nè hanno alcun serio proposito. Mi spiacerebbe se qualcuno pensasse che devono illustrare qualche dottrina o che contengono una morale. Ciascuno di essi è stato scritto per sè; il suo unico fine è interessare o divertire il lettore.»
Più Salute con il Magnesio
Le proprietà terapeutiche di uno straordinario minerale
Autore/i: Vergini Raul
Editore: Red Edizioni
pp. 112, Milano
Ignorato fino a pochi anni fa dalla medicina ufficiale, il magnesio ha rivelato straordinarie qualità, indispensabili alla salute del nostro organismo. L’insufficienza di magnesio, infatti, può provocare numerosi disturbi: stanchezza cronica, ansia, insonnia, depressione, crampi e contratture, problemi respiratori, mal di testa, dolori muscolari…
Questo libro spiega quale ruolo svolge il magnesio nel funzionamento dei diversi apparati, in quali alimenti è presente in maggiore quantità e come ovviare a una sua carenza.
Presenta inoltre in modo pratico e completo la terapia a base di cloruro di magnesio ideata da Pierre Delbet che ci aiuta a curare e prevenire molte malattie.
Raul Vergini e medico omeopata, esperto di nutrizione ortomolecolare. Da anni propone l’uso del cloruro di magnesio in terapia e su questo argomento ha tenuto conferenze e pubblicato articoli su riviste specializzate in Italia e negli Stati Uniti.
Guarirsi da Dentro
Le rivoluzionarie terapie sul rinnovato rapporto tra mente e corpo
Autore/i: Chopra Deepak
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Laura Sgorbati Buosi.
pp. 272, ill. b/n, Milano
Uno straordinario approccio al problema della guarigione proposto da un grande medico. Un libro percorso dalla speranza di quanti sono miracolosamente guariti da malattie ritenute incurabili. Come, e perché, sono avvenute simili remissioni? A che cosa si può attribuirne il merito? Esiste la dimostrazione scientifica di un rapporto mente-corpo capace di agire sulle nostre cellule? Il dottor Chopra si è posto queste domande quando, nel corso della propria attività, ha incontrato pazienti ritenuti allo stadio terminale e che poi si erano invece del tutto ristabiliti. Alla ricerca di una spiegazione, è quindi tornato in India, il suo paese natale, per analizzare a fondo l’Ayurveda, il metodo di guarigione più antico del mondo, traendo infine dai suoi studi una felice sintesi fra medicina occidentale, neuroscienza, fisica e teoria ayurvedica, che rimette in discussione la nostra nozione del rapporto di causa-effetto. In questo testo affascinante, Deepak Chopra ne illustra con chiarezza e semplicità i principi, offrendo al lettore la possibilità di accostarsi a una dottrina scientifica nuova e profondamente umana, che ha ormai un vasto seguito in tutto il mondo.
Deepak Chopra ha studiato e fatto pratica in India e negli Stati Uniti, dove vive e lavora. Specializzato in endocrinologia, è stato primario del New England Memorial Hospital di Stoneham, nel Massachusetts. È membro dell’American College of Physicians e direttore medico dello Sharp HealthCare Institute for Human Potential and Mind/Body Medicine di San Diego in California. Fondatore e presidente dell’Association of Ayurvedic Medicine, che ha centri in diversi paesi, ha scritto libri che sono stati tradotti in numerose lingue e tiene conferenze in tutto il mondo. Sperling & Kupfer ha pubblicato con successo i suoi saggi Guarirsi da dentro, La vita senza condizioni, Benessere totale (anche in edizione economica) e Corpo senza età, mente senza tempo.
Il Ritorno del Grande Saggio
Un cammino spirituale per ottenere l’equilibrio tra mente e corpo
Autore/i: Chopra Deepak
Editore: Sperling & Kupfer Editori
introduzione dell’autore, traduzione di Alessandro Magherini.
pp. XV-224, Milano
Alla scoperta dell’Ayurveda, il sapere degli antichi maestri orientali che guarisce e apporta felicità, lasciandoci guidare da una testimonianza d’eccezione: l’autobiografia spirituale e professionale di Deepak Chopra, endocrinologo conosciuto in tutto il mondo. In una rosa di quindici appassionati fotogrammi il libro racconta la storia di questo «uomo di frontiera», privilegiato indubbiamente dal fatto di aver attinto a due culture – quella orientale e quella occidentale – con approcci e tecniche diversi e complementari: dai ricordi d’infanzia alla scelta di diventare medico in India, all’esperienza americana in vari ospedali e nel suo studio di Boston, un itinerario che lo ha portato ad abbinare le pratiche della medicina occidentale ai millenari insegnamenti dell’Ayurveda, grazie alla conoscenza del maggior medico ayurvedico vivente, un rishi che gli ha tramandato il suo sapere. La sfida raccolta è quella di divulgare questa «scienza della vita» che accorda ampio spazio alla componente spirituale e «attiva» del paziente, visto non solo come un corpo ammalato ma come mirabile sintesi di mente e organismo fisico, superando così l’impasse occidentale che tende a scindere le due sfere. In quest’ottica allargata la via di ogni guarigione non può che passare attraverso la riscoperta della dimensione personale nella cura della malattia e dell’individuo nella sua interezza perché, sempre secondo l’Ayurveda, guarire le persone significa renderle perfette, recuperarle alla felicità. E con la guida giusta ognuno può incamminarsi sulla strada della perfezione e, mediante la profonda consapevolezza del proprio essere, raggiungere il momento in cui, dentro di noi, si risveglia il rishi, il sapiente addormentato.
«Con la giusta guida, ognuno può essere posto sul cammino della perfezione semplicemente conoscendo il Sé. Nel momento in cui si risveglia in qualsiasi persona, il rishi, il sapiente che prevalica il tempo, proclama: “Devo sopravvivere, devo creare, devo essere”. Quello è il momento in cui la vita umana comincia davvero.»
Deepak Chopra ha studiato e fatto pratica in India e negli Stati Uniti, dove vive e lavora. Specializzato in endocrinologia, è stato primario del New England Memorial Hospital di Stoneham, nel Massachusetts. È membro dell’American College of Physicians e direttore medico dello Sharp HealthCare Institute for Human Potential and Mind/Body Medicine di San Diego in California. Fondatore e presidente dell’Association of Ayurvedic Medicine, che ha centri in diversi paesi, ha scritto libri che sono stati tradotti in numerose lingue e tiene conferenze in tutto il mondo. Sperling & Kupfer ha pubblicato con successo i suoi saggi Guarirsi da dentro, La vita senza condizioni, Benessere totale (anche in edizione economica) e Corpo senza età, mente senza tempo.
La Storiografia Contemporanea
Autore/i: Topolski Jerzy
Editore: Editori Riuniti
introduzione dell’autore, traduzione di Lionello Costantini.
pp. 368, Roma
Questo libro dello storico polacco Jerzy Topolski, largamente noto in Italia, affronta in maniera rigorosa e coerente la vasta problematica metodologica della ricerca storica contemporanea. Sono cosi presi in esame, in una visione unitaria, i problemi teorici della fonte storica, del fattore di classe e del metodo dei modelli, le questioni relative alla teoria marxista del processo storico e le moderne teorie storiografiche, dalle concezioni della scuola francese delle Annales, a quelle strutturalistiche e psicoanalitiche, a quelle ispirate dall’antropologia culturale.
Accanto a questo nucleo teorico, il volume comprende studi più particolati sulle rivoluzioni nella storia moderna e contemporanea, sui problemi connessi con la formazione delle nazioni, sui diversi aspetti della storia regionale e sui rapporti tra sociologia e storia.
Jerzy Topolski (1928), professore dell’università Adam Mickiewicz di Poznan, è membro dell’Accademia polacca delle Scienze e dell’Associazione internazionale di storia economica. Tra le sue numerose opere ricordiamo quelle già tradotte in italiano; Metodologia della ricerca storica (Bologna, 1975), La nascita del capitalismo (Torino, 1979).
Alla Scoperta di Noi Selvaggi
Simboli e storia: giornale di un’antropologa
Autore/i: Magli Ida
Editore: Rizzoli
unica edizione.
pp. 216, Milano
L’antropologia è una scienza che può studiare qualsiasi gruppo umano, qualsiasi epoca storica, qualsiasi cultura: non solo quelle primitive, ma anche la nostra. Ida Magli, che a questo lavoro si è applicata negli ultimi anni, tenta di « leggere» con gli strumenti dell’antropologia la società contemporanea, la sua storia, i suoi miti: dalla condizione della donna, al problema dell’aborto, alle radici rituali delle feste apparentemente più «laiche» come il Ferragosto. Piccoli e grandi sintomi del complesso tessuto culturale su cui poggiano, spesso senza che noi ce ne rendiamo conto; anche le nostre scelte apparentemente più ovvie. Analizzarle è importante per prendere coscienza della nostra cultura e viverla in modo attivo, decifrando, attraverso il passato, il nostro presente.
Ida Magli ha insegnato psicologia sociale a Roma presso l’Università degli studi sociali; attualmente è docente di antropologia culturale all’Università statale. È stata tra le fondatrici della rivista «DWF – Donna Woman Femme» ed è collaboratrice del quotidiano «La Repubblica». Ha pubblicato tra l’altro Gli uomini della penitenza (1967); Donna, un problema aperto (1974); Matriarcato e potere delle donne (1978); Introduzione all’antropologia culturale (1980).
La Visione Celeste
Autore/i: Böhme Jacob
Editore: Fratelli Melita Editori
pp. 272, Genova
Figlio di contadini e apprendista calzolaio, il giovane Jacob Böhme scoprì il pensiero filosofico grazie a un’illuminazione mistica che, da un lato, lo fece diventare uno dei più autorevoli mistici occidentali e, dall’altro, lo rese oggetto di persecuzioni e ostracismo da parte dell’ortodossia protestante. Durante la sua esistenza, Böhme si vide pubblicare soltanto un testo (“Christosophie, oder Weg zu Christo”), mentre la maggioranza dei suoi scritti circolò in Germania attraverso circuiti clandestini attivati dai numerosi seguaci della sua concezione. In “La visione celeste”, considerato da molti il vero e proprio testamento spirituale, Böhme si interroga sul significato nascosto insito negli oggetti, cui l’Ordinatore Supremo ha impresso un segno caratteristico, e ne emerge un mondo che parla un linguaggio fatto di simboli, di analogie e di metafore alchimistiche.
Vita di Milarepa
Il più grande mistico, mago e santo del Tibet – I suoi delitti, le sue prove, la sua liberazione
Autore/i: Anonimo
Editore: Bompiani
introduzione e cura di Jacques Bacot, traduzione di Anna Devoto.
pp. XVI-238, Milano
“Allora Rechung disse: ’Maestro, ci hai detto che in principio hai compiuto cattive azioni. In che modo, ti prego, le hai commesse?’
’Ho accumulato i peccati per mezzo della magia e della grandine.’ Allora il Maestro continuò…”
Classico della letteratura buddhista, Vita di Milarepa è l’autobiografia di uno straordinario personaggio, mago, poeta, eremita, ancor oggi venerato dai Tibetani e rappresentato nei loro dipinti sacri. Autore dell’opera, scritta nel XII secolo, è il discepolo Rechung, che incontra il Maestro solo quando questi è arrivato alla santità, alla fine della sua vita di durissime prove. Il fascino di questo libro è universale: è un vivo, accostamento al buddhismo, alle sue teorie dell’armonia cercata e trovata nell’ascesi, è un racconto di grande umanità, è uno specchio della ricerca mistica orientale, così diversa da quella cristiana, essendo la prima condizionata da una fatica solitaria e tremenda, perseguita con la forza di volontà fino all’estasi.
La prefazione è di Jacques Bacot, famoso tibetologo, che analizza e semplifica per gli occidentali questo grande testo.
In copertina: Particolare di un affresco tibetano. l tra animali (maiale, gatto e serpente) simboleggiano la passione, l’odio e la stupidità umana.