Libri dalla categoria Cultura Popolare
Dalle Sacre Reliquie all’Arte Moderna
Venezia – Chicago dal XIII al XX secolo
Autore/i: Pomian Krzysztof
Editore: Il Saggiatore
premessa dell’autore, traduzione di Alessandro Serra.
pp. 384, Milano
Modalità del sacrificio che i vivi offrono, prima all’aldilà, poi, e sempre più con il passare del tempo, alle generazioni future, la collezione è studiata da Krzysztof Pomian soprattutto come fatto storico, nell’arco di un millennio che l’ha vista cambiare due volte di forma: da tesoro, di tempio o di palazzo, essa diviene, a partire dal XIV secolo, collezione privata; quindi, alla fine del Cinquecento, museo. Insieme alla forma, cambiano i contenuti: alle reliquie e ai mirabilia – anch’essi reliquie, a loro modo – si sostituiscono gli oggetti curiosi e quelli naturali, le antichità classiche, greche e romane, insieme alle produzioni artistiche che le prendono a modello; infine, le antichità etniche e le opere d’arte moderna e contemporanea. La collezione diventa nel contempo una sorta di autoritratto intimo del suo proprietario, espressione del suo statuto e della sua ricchezza così come della sua interiorità.
Rottura con la tradizione e deciso orientamento verso il futuro, secolarizzazione della mentalità, affermarsi della prospettiva nazionale nello studio e nell’appropriazione del passato, democratizzazione della cultura e nuova importanza delle donne: sono queste le tendenze che l’antropologia storica degli oggetti attuata da Pomian nel presente libro scopre e mostra all’opera nell’evoluzione degli atteggiamenti che gli individui e le società assumono nei confronti del sacro, della natura, della storia e dell’arte, dalla Venezia del Medioevo e della prima modernità sino agli Stati Uniti tra Otto e Novecento, dalla Firenze medicea sino alla Nuova Inghilterra e alle nuove capitali dell’universo museale.
Krzysztof Pomian, nato a Varsavia nel 1934, risiede a Parigi dal 1973. Filosofo e storico, è autore di numerose opere pubblicate anche in italiano, tra cui L’ordine del tempo (Einaudi, 1992) e Che cos’è la storia (Bruno Mondadori, 2001). Presso il Saggiatore sono usciti i volumi Collezionisti, amatori e curiosi. Parigi-Venezia. XVI-XVIII secolo (1989), L’Europa e le sue nazioni (1990) e, a cura sua, Sul determinismo: la filosofia della scienza oggi (1991).
Premessa – Collezioni pubbliche e private a Venezia dal XIII al XVIII secolo – A proposito dei vasi dei Medici – Genova, Napoli, Venezia. Tre città e l’arte – I due poli della curiosità antiquaria – Venezia nell’Europa artistica del XVIII secolo – Mariette e Winckelmann – Una collezione al crepuscolo dei Lumi – Lezioni italiane. I musei visti dai viaggiatori francesi nel secolo XVIII – L’arte viva, i collezionisti e i musei – Le donne nell’età d’oro delle collezioni d’arte americane – Collezioni: una tipologia storica – Note – Indice dei nomi.
Storia della Letteratura Greca – 3 Volumi
Autore/i: Lesky Albin
Editore: Il Saggiatore
introduzione dell’autore, traduzione di Fausto Codino.
vol. 1 pp. 448, vol. 2 pp. 449-804, vol. 3 pp. 805-1132, Milano
Volume I: Dagli inizi a Erodoto
Volume II: Dai sofisti all’età di Alessandro
Volume III: L’ellenismo
La Medicina Taoista
Autore/i: Chee Soo
Editore: Xenia Edizioni
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Luciana Meazza.
pp. 188, nn. ill. b/n, Milano
La medicina taoista si perde nella notte dei tempi e risale a mitici maestri chiamati «Figli della Luce Riflessa». Lungo i secoli essa è rimasta quasi immutata. Oggi come allora poggia sulla conoscenza del Tao e dell’equilibrio di maschile (Yang) e femminile (Yin), da cui sono discesi «gli Otto Fili di Broccato», cioè le otto arti taoiste della salute: la dieta naturale, l’uso delle erbe, la terapia con il calore, il massaggio, la terapia respiratoria, le tecniche di agopuntura e agopressione, la ginnastica e infine la Via dell’Occlusione, che è una tecnica meditativa per risvegliare l’energia interna.
Grazie all’uso di queste otto arti il taoismo insegna a ristabilire la salute fisica e psichica, a ritornare in armonia con l’ordine universale del Tao e con le forze viventi dello Yin e dello Yang.
Chee Soo, discepolo del prof. Chan Kam Lee, è il presidente della Società internazionale taoista, che ha sedi in molte città d’Europa, dove diffonde gli insegnamenti taoisti degli «Otto Fili di Broccato».
L’Evasione dell’Umanità
Autore/i: Green Celia
Editore: Ubaldini Editore
premessa di R. H. Ward, traduzione di Duccio Valori.
pp. 96, Roma
Chiunque legga questo libro (e non si limiti a guardare le parole che ci sono scritte) deve essere preparato a sentirsi turbato, scosso, ed anzi a vedervi l’immagine riflessa di se stesso; il che, se gli riuscirà, finirà per tornargli utile.
In questo libro, a tratti provocante, Celia Green, ha esaminato numerosi aspetti del pensiero contemporaneo. Le sue armi sono quelle dello spirito e dell’ironia piuttosto che quelle dell’analisi logica: in effetti, l’autrice dice delle cose dure a proposito di alcune tecniche analitiche moderne. La sua delicata ironia è applicata alla società, alle scienze fisiche, e alla religione. Scrive di religione, filosofia, fisica e biologia, ignorando senza timore l’ortodossia. La chiave per comprendere il suo punto di vista è la conclusione, che consiste in un dialogo con un uomo il quale, aderendo alle opinioni empiriche convenzionali, mette in dubbio qualsiasi affermazione che si riferisca a sfere al di là dell’esperienza quotidiana.
L’Evasione dell’umanità e un attacco ai modi di pensare dell’uomo del XX secolo, attacco che rivela i pregiudizi alla base delle opinioni più rispettate e sacrosante; e di ciò si deve avvertire il lettore fin dall’inizio affinché, aprendo una pagina a caso, non sospetti di essere preso in giro.
È un libro adatto a chi conosce bene le moderne preoccupazioni intellettuali; spaventerà e stimolerà, sarà forse imbarazzante ma non certo noioso.
Celia Green è nota come studiosa dei fenomeni paranormali; due suoi recenti libri, Lucid Dreams e Out-of-the-Body Experiences, costituiscono un notevole contributo alle ricerche psichiche.
Breviario di Soto Zen
Traduzione del Shobogenzo Zuimonki del Maestro Dogen
Autore/i: Reiho Masunaga
Editore: Ubaldini Editore
introduzione, nota e raduzione italiana di Giulio Cogni.
pp. 124, Roma
Il Sbobogenzo Zuimenki non si occupa di alcuna sottigliezza filosofica, ma è tutto volto a creare il clima emotivo per la ricerca della Via.
Molti occidentali – studiosi, artisti, e interessati alle cose esoteriche – guardano oggi al Buddhismo Zen come ad una forma di misticismo. I più non sanno che, in realtà, esistono due scuole principali del pensiero Zen: il Rinzai ed il Soto Zen. In ultima analisi entrambe cercano l’illuminazione in questa esistenza, ma si può dire che sono quasi diametralmente opposte nel loro modo di tendere a questa mèta.
Lo Zen ha raggiunto una popolarità in occidente sopratutto attraverso gli scritti del dottor Daisetz Suzuki, che seguiva la scuola del Rinzai Zen. Quantunque sia relativamente sconosciuto in occidente, il Soto Zen e la corrente che ha finito per attrarre il più gran numero di seguaci in Giappone. Con il suo modo di fare affabile, e di natura più intellettuale, il Soto Zen si fonda su una profonda meditazione – su “sedute di consapevolezza” – piuttosto che sul modo “istantaneo” diretto, che procede con koan e mondo, come avviene nel Rinzai Zen.
Il Sbobogenzo Zuimonki consiste soprattutto di brevi aneddoti, annotazioni e rilievi esortatori, e commenti istruttivi e ammonitori del Maestro di Soto Zen, Dogen (1200-1253). Essi vennero annotati dal suo discepolo, Ejo (1198-1280) e più tardi pubblicati dai discepoli di quest’ultimo dopo la sua morte.
Shohogenzo significa “L’occhio della Pura Legge”. Zuimonki ha all’incirca il senso di “facile a comprendere dagli orecchi”, o semplificato.
Lo Zuimonki non presenta il panorama completo dei principi del Soto Zen.
Per questo bisogna far ricorso al monumentale Shohogenzo dello stesso Dogen, considerato da molti la più grande opera filosofica mai scritta in Giappone. E tuttavia lo Zuimonki offre uno sguardo intuitivo sul tipo di Buddhismo che Dogen cercò di propagare, e fornisce i dati essenziali dei requisiti che egli considerò indispensabili per una condotta feconda della vita monastica. Nello Zuimonki i commenti di Dogen sono molto spesso indirizzati ai principianti dello Zen e a seguaci laici.
In questo senso, esso resta un’eccellente introduzione allo studio del Soto Zen, espressa dalle parole del fondatore della scuola.
Reiho Masunaga, professore ed ex vicepresidente della Komazawa University di Tokio, è oggi Direttore in carica dell’Associazione Giapponese per la Storia delle Religioni. La sua opera in lingua giapponese comprende: Dogen, Eihei Shohogenzo (Ricerche sui Fondamenti del Buddhismo) e, in lingua inglese, The Soto Approach to Zen, Zen Beyond Zen e Zen for Daily Living. A Primer of Soto Zen, qui presentato con il titolo Breviario di Soto Zen, e il primo suo libro pubblicato in occidente.
Interpretazioni Fenomenologiche di Aristotele – Introduzione alla Ricerca Fenomenologica
Autore/i: Heidegger Martin
Editore: Guida Editori
introduzione e cura di Eugenio Mazzarella, traduzione di Massimo De Carolis.
pp. 240, Napoli
Compresa tra gli anni friburghesi di Heidegger (1919-1923), questa lezione dedicata alle Interpretazioni fenomenologiche di Aristotele costituisce un’introduzione di eccezionale significato a quello che è il maggior laboratorio filosofico del Novecento.
Cercando di comprendere l’Io storico nel suo stesso spazio mondano, Heidegger ripercorre le esperienze fondamentali del suo tempo: l’ermeneutica di Dilthey e il metodo fenomenologico di Husserl.
Dilthey e Husserl costituiscono anche il punto di vista storico attraverso cui Heidegger tenta di accedere alle fonti greco-cristiane del suo problema: l’antropologia cristiana (paolina-agostiniana) e quella greca (aristotelica).
Traversata dalla ricerca di un’antropologia dello spirito vivente, questa lezione schiude i primi frutti dell’eredità che Heidegger lascia alla filosofia del Novecento: l’idea cioè che tra vita e vita storica si situi l’originario stare, l’ampio Come in cui si configura l’esistenza umana.
La Logica della Fisica Moderna
Autore/i: Bridgman Percy Williams
Editore: Giulio Einaudi Editore
prefazione e introduzione dell’autore, prefazione e traduzione di Vittorio Somenzi.
pp. 208, Torino
Dall’introduzione dell’autore:
“Una delle novità più notevoli della fisica recente è il cambiamento di atteggiamento verso quello che si può chiamare l’aspetto interpretativo della fisica. Si va riconoscendo sempre più, sia negli scritti che nelle conversazioni dei fisici, che il mondo degli esperimenti non è comprensibile senza un esame dello scopo della fisica e della natura dei suoi concetti fondamentali. Non è nuovo il tentativo di una maggiore comprensione critica della natura della fisica, ma fino a poco fa tutti i tentativi del genere sono stati considerati con un certo sospetto ed anche, talvolta, con disprezzo.
Il fisico medio tende ad evitare di interessarsi a tali questioni ed a liquidare le speculazioni dei colleghi definendole «metafisiche».
Questo atteggiamento ha trovato indubbiamente una certa giustificazione nella totale incomprensibilità, da parte del fisico, di molte speculazioni metafisiche e nella sterilità di queste per quanto riguarda risultati fisici. Tuttavia la crescente reazione in favore di una maggiore intelligenza dei fondamenti interpretativi della fisica, non rappresenta un’oscillazione pendolare della moda del pensiero verso la metafisica, in seguito al potenziamento dei valori morali prodotto dalla guerra mondiale, né nient’altro del genere, ma rappresenta invece una reazione cui siamo stati obbligati da una serie rapidamente estendentesi di crudi fatti sperimentali.[…]”
Bagno di Sangue
Preceduto da «Arcipelago Bloodbath» di Jean Pierre Faye
Autore/i: Chomsky Noam; Herman Edward S.
Editore: Edizioni il Formichiere
terza edizione, nota dell’editore, prefazione di Richard A. Falk, introduzione degli autori, traduzione di Sergio Mancini.
pp. 188, Milano
Che questo libro sia stato sequestrato negli Stati Uniti non sorprende. Chomsky e Herman hanno raccolto una serie di documenti, la maggior parte rapporti ufficiali, che mostrano come gli Stati Uniti abbiano “amministrato” i più efferati bagni di sangue degli ultimi decenni. Inoltre – e per questo la loro analisi rimane unica ed esemplare – smontano con implacabile rigore la gigantesca macchina ideologica che ha permesso di legittimare e rendere “accettabile” all’opinione pubblica la politica estera americana. L’attenzione si sposta su vari luoghi del pianeta fino a toccare il punto cruciale: il Vietnam. Ma prima passa per il Guatemala, San Domingo, il Brasile, la Grecia, la Thailandia, le Filippine, la Corea, ecc. I bagni di sangue si succedono, “benigni”, “costruttivi” e sotto l’egida della “pacificazione”, ma tutti come effetti di un’unica causa, la politica del “mondo libero” costretto a esportare la morte per sopravvivere.
Noam A. Chomsky è nato a Baltimora nel 1928 da una famiglia di immigrati russi. Allievo di Roman Jakobson, ha pubblicato nel 1957 Syntactic structures dove furono espressi i principi della linguistica generativa trasformazionale. Autore di numerosi saggi specialistici e di analisi della realtà americana, insegna linguistica al Massachusetts Institute of Technology.
Edward S. Herman è professore di economia all’University of Pennsylvania di Filadelfia. Autore di saggi di economia, ha pubblicato anche un saggio sull’intervento americano in Asia, Atrocities in Vietnam.
Sogni
Autore/i: Cardano Girolamo
Editore: Marsilio Editori
prima edizione, a cura di Agnese Grieco e Mauro Mancia, traduzione di Silvia Montiglio e Agnese Grieco.
pp. 192, Venezia
L’onirocritica del grande mago rinascimentale Gerolamo Cardano si esprime compiutamente in questa seconda parte del suo trattato sul sonno e sul sognare. Si tratta di una vera e propria «scienza», che ha bisogno di interpreti acuti e scrupolosi, capaci di leggere i sogni come manifestazioni del divino, ma anche come cifra delle passioni e dei desideri del sognatore. L’attività onirica ci rivela il mondo interno di chi sogna, la struttura della sua phantasía, il suo modo di conoscere il mondo e la natura mediante le immagini. Il sogno non è mai, come si dirà più tardi, in età barocca, matrice dell’errore, sintomo di debolezza intellettuale, oppure, come pretendevano i padri della Chiesa, inganno di matrice demoniaca. Esso esprime infatti la verità nascosta del soggetto, e consente ai suoi interpreti – agli indovini – di elaborare una complessa e sofisticata dottrina dell’immaginario.
Simile a un geroglifico, il sogno va indagato nelle sue due componenti essenziali: l’immagine e la narrazione. L’indovino, libero dalle passioni, esplorerà la natura, la funzione, la genesi delle immagini, e al tempo stesso la logica narrativa che le collega, formando un insieme ricco di significati.
Per queste ragioni il trattato di Cardano, inquadrato storicamente da Agnese Grieco, viene qui riletto da Mauro Mancia, con l’occhio rivolto alla psicoanalisi freudiana e ai suoi sviluppi più recenti.
Gerolamo Cardano (1501- 1576), professore di medicina a Padova e poi a Bologna, riassume gli aspetti complessi e affascinanti del mago rinascimentale, impegnato contemporaneamente sui fronti di filosofia e medicina, matematica ed etica. La sua produzione scientifica (Ars magna, De sanitate tuenda, De rerum varietate, De subtilitate) lo porta fatalmente a incorrere nei fulmini della censura ecclesiastica: accusato di eresia e imprigionato, viene infine costretto ad abiurare.
Agnese Grieco si è laureata in filosofia morale presso l’Università degli studi di Milano dove collabora alle attività della cattedra di filosofia della scienza. Attualmente svolge studi di perfezionamento presso la Freie Universitat di Berlino.
Mauro Mancia è professore di fisiologia all’Università di Milano e membro della Società Psicoanalitica Italiana. Tra le sue pubblicazioni: Il sogno come religione della mente (Roma-Bari 1987), Nello sguardo di Narciso (Roma-Bari 1990), Neurofisiologia (Milano 1993). Per Marsilio ha curato con Agnese Grieco, di Gerolamo Cardano, Sul sonno e sul sognare (Venezia 1992).
La Funzione dell’Immaginario
Letteratura e psicanalisi
Autore/i: Mannoni Octave
Editore: Editori Laterza
introduzione di Emilio Garroni, traduzione di Paola Musarra e Luigi M. Cesaretti, sulla sovracoperta: Metamorfosi di Corrado Cagli.
pp. XV-192, Bari
Il campo di interessi e di ricerche che si delinea in questo libro di Mannoni si colloca ben oltre la psicanalisi della letteratura o la psicocritica, dominando qui l’idea della «funzione dell’immaginario» in un incontro tra la letteratura e la psicanalisi. Già Freud tentò in modo geniale tale strada; soprattutto negli ultimi decenni molti sono stati gli studi in tal senso; ma quasi nessuno è riuscito a fornire dati accettabili sotto quel profilo antropologico che è il contributo più originale del Mannoni.
Attraverso un esame di alcuni momenti più significativi della letteratura, del teatro, delle istituzioni religiose, rituali e educative, l’Autore delinea infatti una teoria antropologica generale sulla base di un approccio psicanalitico che si allarga via via dalla sfera individuale alla sfera interpersonale e collettiva.
L’analisi delle opere letterarie – Mallarmé, Rimbaud, Salinger, Sartre, James, Pirandello, Proust – diventa ricerca della scrittura del «desiderio», in cui il gioco misterioso delle lettere dell’alfabetdspesso non è che la cornice di uno specchio in cui si riflette il volto del lettore.
Nei capitoli dedicati al teatro, infine, vengono analizzati alcuni aspetti sconcertanti, strettamente legati alla follia.
Octave Mannoni, laureato in filosofia, si è accostato alla psicanalisi dopo un’esperienza con i problemi e i metodi dell’etnologia. Attualmente è psicanalista alla Ecole Freudienne di Parigi diretta da Jacques Lacan. Abbiamo pubblicato, nella «Universale Laterza», Freud ( 1970).
Il Volto di Dioniso
Filosofia e arte in Julius Evola
Autore/i: Melchionda Roberto
Editore: Manilo Basaia Editore
nota di Giano Accame, presentazione dell’autore.
pp. 238, Roma
La filosofia di Julius Evola è qui esposta e vagliata non con il distacco freddo del critico imparziale, bensì con la partecipazione di chi vi vede un coerente itinerario critico percorribile anche esistenzialmente, una sorta di via filosofica all’«autorealizzazione». Per tale motivo l’autore ha prestato massima attenzione al momento cruciale in cui il discorso della ratio filosofica trapassa in movimento e iniziativa interiore, principio occulto – secondo Evola – di ogni vera azione. A questo punto la filosofia conclude, avendo esaurito il suo compito. È per meglio comprendere l’enigmatico rapporto ragione-azione che l’autore, andando a ritroso nel tempo, analizza, per la prima volta, gli antecedenti artistici della filosofia di Evola. Sono così presi in esame gli anni in cui, durante e subito dopo la prima guerra mondiale, giovanissimo, si formava e si distruggeva alla scuola di Rimbaud, Stirner, Tzara, Weininger, Nietzsche. Anni di disincanto e di fuoco, di estremo nichilismo, di rarefatte e spregiudicate esperienze, coltivate anche con uso di droghe. Pittore e poeta Dada, teorico dell’arte astratta, esponente dell’avanguardia radicale, egli rifiuta qualsiasi «ritorno all’ordine» che non sia superamento del nulla che l’ordine nasconde. E attraverso prove dissolutive e disperate, come per caso giunge a specchiarsi in quello che già Nietzsche aveva indicato come il volto di Dioniso.
Julius Evola, nato a Roma il 19 maggio 1898 e ivi morto l’11 giugno 1974, è, con Guènon, il massimo esponente dell’indirizzo «tradizionale», autore di fama mondiale ma, ancora ben lungi dall’essere veramente conosciuto. Per la prima volta, con questo saggio di Roberto Melchionda , andiamo direttamente alle origini della sua avventura spirituale, alle esperienze artistiche e filosofiche compiute in gioventù, qui ricostruite ampiamente come mai prima e in modo che forse svela il segreto della personalità di questo pensatore italiano destinato ad occupare nel futuro della cultura europea più spazio di quanto un’avara critica oggi non gli conceda.
Melchionda, saggista e giornalista si e occupato in diversi lavori di Evola, personalmente conosciuto fin dagli anni Cinquanta.
Psichiatria e Fenomenologia
Opere IV
Autore/i: Galimberti Umberto
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
nuova edizione, introduzione dell’autore, in copertina: Herbert List, Antica testa di giovane, Atene 1939..
pp. 392, Milano
La psichiatria è una scienza delle persone entrate in quella notte buia e così poco rassicurante che è l’esperienza della follia. L’ansia della psichiatria di accreditarsi come scienza, sul modello delle scienze della natura, ha portato all’oggettivazione del folle nella più completa rimozione della sua soggettività. Quello che per un greco antico era un “invasato dal dio”, per un medioevale un “posseduto dal demonio”, per la scienza psichiatrica è diventato un “malato”. Questo giudizio, che ha la pretesa di essersi affrancato da ogni pregiudizio culturale, è invece espressione di quel pregiudizio scientifico che pensa di curare le persone con teorie e pratiche di spersonalizzazione. Ma se la follia è proprio la disgregazione della persona, la sua lontananza dagli altri, la sua estraneità al mondo, come si può pensare di “curarla” applicando una dottrina i cui principi sono l’esatta riproduzione delle componenti della follia? Come si può pensare di condurre all’unità della sua esistenza un uomo “a pezzi” servendosi di una dottrina che non ha mai conosciuto l’unità, ma sempre e solo la giustapposizione dei “pezzi”? Termini come mente e corpo, apparato psico-fisico, psico-somatico, bio-psico-logico, psico-pato-logico dicono che la psichiatria non ha mai conosciuto l’unità dell’esistenza, ma solo la composizione delle parti che la scienza ha già consegnato ai vari sistemi di riferimento. Il suo sforzo di ricostruzione assomiglia allo sforzo disperato dello schizofrenico per ricomporre il suo io e il suo mondo disgregati. A questo scenario, così spersonalizzante, la fenomenologia vuol porre rimedio sostituendo al dualismo anima e corpo la relazione del nostro corpo con il mondo della vita, da cui emerge che la follia non è tanto una deviazione dalla norma, ma l’estremo tentativo, da parte del folle, di essere comunque al mondo e di progettare, nonostante tutto, un mondo.
Umberto Galimberti insegna Filosofia della storia e Psicologia dinamica all’Università di Venezia.
Tutti i Racconti
Autore/i: Kafka Franz
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
premessa e cura di Ervino Pocar.
pp. 456, Milano
In questo volume sono raccolti tutti i racconti di Kafka, uno dei più grandi interpreti della crisi del nostro tempo. Voler riproporre ancora una volta il problema del significato del suo messaggio può ormai apparire ozioso. Tutte le interpretazioni sono state infatti tentate, in tutte le chiavi possibili, nihilista, espressionista, esistenziale, marxista, cristiana, ebraica. Ma se, per evidenti ragioni artistiche, la simbologia di Kafka non è trasparente, d’altra parte il tono di certe narrazioni, la conclusione tragica di quasi tutti i suoi racconti, l’evidente compiacimento delle figurazioni paurose e infine anche il suo disperato attaccamento alla realtà, segnano chiaramente un’interpretazione completa dell’esistenza: l’uomo è in mano a una potenza misteriosa, di cui non può conoscere le leggi che infrangendole e subendone le pene; ma quando arriva a intuirle è già troppo tardi per salvarsi dalla condanna più dura: la morte.
Il Meccanismo della Mente
Autore/i: de Bono Edward
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Leo Nahon e Alberta Bacci.
pp. 312, nn. ill. b/n, Milano
Che si pensi, è un dato scontato. Uno pensa come cammina o respira, si crede. Ed è questo il guaio, perché se invece pensassimo come, per esempio, si gioca a bigliardo, saremmo tutti più intelligenti. Questa è l’opinione di Edward de Bono, esperto di organizzazione di sistemi biologici, inventore del concetto di «pensiero laterale», demistificatore dell’aura mistica che circonda la creatività del pensiero.
Il «pensiero laterale», in contrasto col tradizionale pensiero verticale che entra in funzione quando uno ha accettato idee prefisse, è un movimento di fianco per generare nuove idee e sfuggire alle vecchie, è un tentativo di rendere la creatività tangibile e di scoprire nuove vie d’aver torto o ragione, vie diverse dai trucchi, schemi e abitudini usati nel pensare quotidiano.
La mente umana non è quell’astrazione filosofica o quel mistero medievale senza soluzione che abbiamo creduto fin qui, ma un sistema tutto particolare di elaborazione delle informazioni creato dal concorso delle cellule nervose del cervello. La mente cioè è qui intesa come il funzionamento prevedibile di un meccanismo complesso che è tangibile quanto un computer, ma fondamentalmente diverso. E il suo comportamento – dalle unità più semplici fino alla strutturazione di tutto il complesso del meccanismo mentale – viene spiegato senza ricorrere al gergo o alla matematica, ma attraverso analogie, con una gradualità di esposizione che rende il testo compiutamente accessibile anche a chi abbia conoscenze matematiche solo elementari e a chi non possegga una cultura specialistica in campo psicologico.
De Bono esplora fenomeni mentali come l’intuizione, l’apprendimento, l’umorismo, l’autocoscienza, e i quattro tipi di pensiero: naturale, logico, laterale e matematico. E, partendo da nozioni scientificamente accettabili, arriva a conclusioni sorprendenti: il comportamento del cervello è, sì, molto efficiente, ma questa efficienza trascina con sé difetti inevitabili: una tendenza polarizzante e separatrice della mente, una catena di miti, uno schematismo di pensiero che sfocia spesso nel preconcetto e nell’«arroganza». Per neutralizzare questi difetti l’autore propone una parola nuova, «po», con una funzione non meno essenziale del «no», l’equivalente linguistico dello zero matematico, senza valore in sé ma tale da rendere possibile, con la sua presenza, operazioni impossibili. Assumere questa parola nel linguaggio e nella cultura può voler dire imparare a pensare in modo differente, vuol dire puntellare il meccanismo ancora così fragile dell’intuizione, ristrutturare l’informazione, lasciare spazio e respiro a nuove interpretazioni, a tutto un universo in cui sono messi in crisi, a ogni livello, schemi, etichette, classificazioni rigide, idee preconcette, dogmatismi, un universo in cui, uno più uno potendo anche non fare due, si è costretti continuamente a un liberatorio servizio creativo.
Edward de Bono, nato a Malta nel 1933, si è laureato in medicina, con specializzazione in psicologia e fisiologia. Ha insegnato nelle università di Oxford, Londra, Cambridge e Harvard. Collaboratore di «Science Journal», è autore di The Use of Lateral Thinking, di The Five Day Course in Thinking e di The Mechanism of Mind (Il meccanismo della mente).
I Caratteri Sessuali Psichici
Autore/i: Ellis Havelock
Editore: Newton Compton Editori
introduzione di Paul Rom, traduzione di Cecilia Galassi.
pp. 264, Roma
Nel quadro della vasta trattazione dei suoi Studi sulla psicologia del sesso, Havelock Ellis passa a considerare in questo volume uno dei problemi più aperti e discussi dell’intera materia: la definizione delle fondamentali differenze tra i due sessi nell’area propriamente psichica, e l’individuazione, all’interno di questa, del limite tra le componenti congenite e quelle acquisite attraverso la sedimentazione dei fattori sociali e culturali che intervengono a formare la personalità di ogni individuo.
Il discorso, nel suo complesso, è dunque filtrato attraverso le varie acquisizioni e testimonianze messe insieme dall’autore in un ampio arco di tempo, tra l’inizio della sua storica battaglia perla liberazione dell’uomo vittoriano dai vecchi tabù ed il più recente, contrastato, scambio di idee con Sigmund Freud (verso il quale preferì mantenere, da ultimo, un atteggiamento di imparziale critica).
Quest’opera su i caratteri sessuali psichici si pone così come un’ulteriore pietra nella costruzione del dialogo radicale che Havelock Ellis intendeva polemicamente imbastire con gli uomini del suo tempo, al di là della comune falsa moralità, porgendo loro uno strumento positivo dl conoscenza, sotto forma d’una esemplificazione descrittiva quanto possibile esauriente, empirica, spregiudicata.
L’Astrologie Chinoise
Tout ce que l’astrologie chinoise peut vous apprendre sur vous-même et votre avenir
Autore/i: White Suzanne
Editore: Tchou Éditeur
traduit de l’américain par Simone Hilling.
pp. 352, ill. b/n, Evreux
Êtes-vous agressif, charmeur, brillant en société ? Alors vous êtes un Rat. Prenez vous des décisions mûrement réfléchies, le travail est-il le moteur essentiel de votre existence ? il se peut qu’alors, vous soyez un Buf têtu et fidèle. Si vous avez l’élégance du geste et l’aisance de la parole, le contact rapide, vous êtes un distingué Dragon. Si vous êtes un rat-verseau du sexe féminin, vous êtes sensiblement différent de Monsieur rat-verseau ? Comment vous servir de l’horoscope chinois par année et par mois ? Quels sont les signes par année chinoise ? De quel co-signe êtes-vous ? Etes-vous un taureau-rat ou un taureau-cheval ? Quelles sont les implications pour votre tempérament que vous soyez un homme ou une femme? Quels sont les signes ou co-signes avec qui vous vous entendez sur le plan amoureux, social, professionnel et familial ? Comment savoir quel est le signe de votre amour, de votre pire ou meilleur collègue de travail, de votre patron ? Et surtout êtes-vous fait pour vous entendre ? Ce livre pratique, instructif, drôle et plein d’anecdotes nous décrit le système astrologique chinois et ses douze signes d’animaux.
Le Nostre Ore Felici
Romanzo
Autore/i: Gong Ji-young
Editore: Baldini Castoldi Dalai Editori
traduzione dal coreano di Vincenza D’Urso.
pp. 368, Milano
«Le ore dei nostri incontri, il caffè solubile che abbiamo bevuto insieme, i dolci che abbiamo condiviso, e grazie a quelle poche ore alla settimana che sono riuscito a sopportare gli insulti, a superare le difficoltà, a perdonare i miei nemici, a pentirmi sinceramente e a confessare a Dio le mie colpe. Grazie a lei ho trascorso ore preziose, piene di calore umano… Ore felici.
Avrei dato la mia stessa vita per guarire le ferite della sua anima. Se Dio lo permettesse, vorrei tornare in vita per poterle dire le parole che ho sempre desiderato dirle, almeno una volta, con queste mie labbra… Vorrei poterle dire che l’amo.»
Dopo aver tentato il suicidio per tre volte, Mun Yujŏng, giovane professoressa universitaria, accetta l’invito della zia, Suor Monica, di accompagnarla nelle visite a un detenuto rinchiuso nel braccio della morte, sperando che questo incontro possa in qualche modo spingerla a vivere. L’uomo, Chŏng Yunsu, ha alle spalle un’infanzia tormentata: dopo il suicidio del padre e l’abbandono della madre, cresce in un orfanotrofio e poi per la strada, fino a quando, coinvolto nell’omicidio di tre donne, viene condannato. E attraverso un piccolo taccuino che tiene in cella che conosciamo il suo passato: ricordi di una voce dapprima sconosciuta che a poco a poco assume il volto dell’uomo in cui Mun Yujŏng si perderà. Anche lei, pur provenendo da un famiglia agiata, è prigioniera di eventi traumatici mai superati. Con grande scetticismo, accetterà di incontrarlo ogni giovedì dalle 10 alle 13, per un mese: diventeranno le loro ore felici. Uno davanti all’altra, ed entrambi di fronte alla morte, le loro anime si apriranno lenendo ferite profonde e scoprendo quell’intimità e quella comprensione che la vita non ha concesso loro. Solo così Mun Yujŏng ritroverà una motivazione per vivere, riconciliandosi con quella rigida educazione cristiana cui si era ribellata con tutta se stessa; solo così riconoscerà la forza dell’amore e del perdono, abbracciando la colpa di Chŏng Yunsu, altrimenti destinata a non trovare mai pace.
Ji-young Gong (1963) è una delle più acclamate scrittrici coreane contemporanee.
Autrice di numerosi romanzi, nel 2001 ha vinto il 21 Segi Munhaksang (Premio XXI secolo) e il Han’guk Sosŏlga Hyŏphoe Han’guk Sosŏl Munhaksang, il premio per il miglior romanzo coreano assegnato dall’associazione degli scrittori coreani. Ha ricevuto inoltre l’O Yŏngsu Munhaksang (Premio Oh Young-soo) nel 2004 e nel 2006 l’Amnesty Ŏllon T’ŭkpyŏlsang, conferito da Amnesty International, e l’Han’guk Kat’ollik Munhaksang (Premio letterario cattolico: sezione romanzo). Nel 2007, per BCDe, ha pubblicato Come una sorella. Da Le nostre ore felici e stato tratto un film per la regia di Hae-seong Song che in Corea ha riscosso molto successo.
I Segni
Diluvio unifamiliare
Autore/i: Pincherle Mario
Editore: Filelfo
introduzione dell’autore.
pp. 224, Ancona
Alla fine del secondo decennio di questo secolo un bambino si nutre col latte di una balia etrusca e vive in mezzo alle tombe di una antichissima necropoli. È circondato da nonni, genitori, parenti che gli sembrano gli dei di un olimpo familiare. Vive a Siena anni felici, come in un eden. Ma avviene la «Cacciata».
Andrà, come un esule, nella nebbiosa pianura padana e, a dieci anni, scorgerà i primi segni dell’approssimarsi del diluvio.
Mario Pincherle è nato a Bologna nel 1919. Ha fatto studi classici si è laureato in ingegneria e si interessa alla «paleotecnologia». A lui si debbono fondamentali scoperte all’interno del «Tempio del Sole», la Grande Piramide d’Egitto Scrive libri di Archeologia. Collabora a riviste di archeologia italiane e straniere; scrive sui Rendiconti dell’Accademia dei Lincei.
Yoga per la Gravidanza e la Nascita
Autore/i: Barbira Freedman Françoise
Editore: Fabbri Editori
traduzione e edizione italiana a cura di Donatella Volpi, fotografie di Russell Sadur.
pp. 160, interamente e riccamente illustrato a colori, Milano
Lo yoga è fonte di grandi benefici per il corpo e per la mente e può arricchire l’esperienza della nascita e della maternità. Questa guida identifica e illustra gli aspetti positivi dello yoga per la madre e per il bambino.
Posizioni yoga adattate ai diversi stadi della gravidanza sono illustrate fase per fase e guidano a partorire “in leggerezza”, con il minimo stress.
Sequenze yoga, esercizi di respirazione e di rilassamento sono studiati per potenziare lo stato di benessere dal concepimento alla fase postnatale e per favorire il recupero dei livelli di energia e di efficienza.
Medico e antropologa dell’Università di Cambridge, l’autrice di questo manuale ha fondato l’associazione Birthlight, che promuove attraverso la pratica dello yoga un atteggiamento innovativo nei confronti della gravidanza, del parto e della prima infanzia. Lo yoga è infatti fonte di grandi benefici per la mente e per il corpo e può arricchire l’esperienza della nascita e della maternità. Fotografie a colori e didascalie spiegano ogni singolo esercizio per prepararsi a diventare mamme.
La Tradizione Ermetica
Nei suoi simboli, nella sua Dottrina e nella sua «Arte Regia»
Autore/i: Evola Julius
Editore: Edizioni Mediterranee
prefazione dell’autore.
pp. 240, Roma
L’opinione corrente, secondo la quale l’alchimia non sarebbe che una chimica allo stato infantile prescientifico, può valere al massimo per aspetti di essa da considerarsi secondari o deviati. L’alchimia è strettamente connessa con l’ermetismo, e la tradizione ermetico-alchemica, che dal periodo alessandrino si è continuata fin sulle soglie del mondo moderno, riguarda essenzialmente un insegnamento iniziatico esposto usando il simbolismo di metalli e di trasmutazioni dei metalli.
Il presente libro espone in modo sistematico, con costanti e numerosissimi riferimenti alle fonti, la tradizione ermetico-alchemica secondo questo aspetto essenziale. Esso si distingue nettamente da alcuni tentativi di interpretazione non chimica dell’alchimia, quali quelli dello Jung e del Silberer, perché non si tratta di interpretazioni psicologiche e quanto meno psicanalitiche, ma si considerano realtà ben più profonde, per intendere le quali bisogna riportarsi soprattutto agli insegnamenti tradizionali e alla concezione generale del mondo e dell’essere umano che fece da base all’insieme delle dottrine esoteriche e misteriosofiche, occidentali non meno che orientali.
Il libro comprende due parti, la prima delle quali tratta delle dottrine e del simbolismo ermetico-alchemico (offrendo al lettore una chiave indispensabile ove egli si interessasse eventualmente ad uno studio dei testi); la seconda parte espone i procedimenti operativi i quali, nei termini di una scienza a suo modo positiva, e non di divagazioni mistiche, perseguono il fine essenziale di una tramutazione e di una integrazione dell’essere umano. A questi procedimenti è stata data anche la designazione di Ars Regia. Uno degli intenti del presente libro è di indicare in quest’arte una formulazione speciale della via iniziatica, caratterizzata da un orientamento affermativo attivo, «regale» in senso traslato, più che contemplativo o soltanto intellettuale o sapienziale.