Libri dalla categoria Retorica
Mi Ami?
Nuove situazioni intrapsichiatriche e interpersonali
Autore/i: Laing Ronald D.
Editore: Giulio Einaudi Editore
traduzione di Floriana Bossi.
pp. VII-92, Torino
R. D. Laing, teorico e maestro riconosciuto dell’antipsichiatria, invita nuovamente il lettore a rivedere quelli che sono i parametri di comprensione di una biografia, la sua, che non cessa di esercitare fascino ed influenza sulla cultura contemporanea.
Seguito naturale della raccolta di poesie Nodi, questi scritti delineano l’abbandono della forma teorica nel discorso lainghiano e il suo tuffo nella realtà psichica «dall’interno». Dopo l’indagine linguistica, psichiatrica, filosofica sul corpo «malato», schizofrenico, psicotico, ora emerge un Laing produttore diretto di una scrittura calata nella malattia, nella schizofrenia, nella psicosi.
Giocati su poli soggettivi (vecchio-giovanotto, padre-madre-figlio, medico-malato, lei-lui, io-corpo), questi «borbottii», dialoghi, brevi poemi, grovigli discorsivi circolano come calcoli matematici, rimandi continui di domande senza risposte, o come percorsi mentali in cui si affaccia sempre il baratro dell’Altro e dove l’angoscia minaccia sempre di invadere e allagare la labile trama della scrittura.
R. D. Laing ha studiato medicina all’Università di Glasgow, e ha fatto le sue prime esperienze di lavoro presso il Royal Mental Hospital della città. In seguito ha fatto parte della Tavistock Clinic e più tardi è stato nominato direttore della Langham Clinic di Londra. Dal 1961 al 1967 ha svolto ricerche sui gruppi familiari, ed ora esercita privatamente come psicoanalista. Tra le sue opere: I o e gli altri (Sansoni, 1969); La politica dell’esperienza (Feltrinelli, 1971); e, in edizione Einaudi, L’io diviso (1969), Normalità e follia nella famiglia (in collaborazione con A. Esterson, 1970), La politica della famiglia (1973), Nodi (1974) e I fatti della vita (1978).
Pianto di Sirena
E altri racconti
Autore/i: Tanizaki Junichiro
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
traduzione dal giapponese e cura di Adriana Boscaro.
pp. 128, Milano
Scritti tra il 1910 e il 1917, i sei racconti raccolti in Pianto di sirena sono tra i più significativi della produzione giovanile di Tanizaki. Filo conduttore essenziale dei racconti, nei quali affiora insistente una tensione tra il fascino esercitato dalla cultura europea e il permanere dei valori estetici coltivati dalla tradizione giapponese, è la ricerca di una bellezza il cui godimento non può prescindere dal ricorso alla perversione e alla crudeltà. Per attingere a questa bellezza difficile e raffinata un artista, dopo aver sadicamente tatuato la schiena di una donna seducente, si fa succube della crudeltà della sua ex vittima; o ancora, un travestito, che anela a carpire il segreto della differenza sessuale, deve stabilire con una donna un legame che è al contempo erotico e concorrenziale. Sono temi che poi Tanizaki riprenderà in romanzi come L’amore di uno sciocco, La chiave e Diario di un vecchio pazzo, ma che qui acquisiscono un tono particolare nel quale riconosciamo echi del grande decadentismo occidentale. Adriana Boscaro, nella postfazione, precisa: “Come sempre arte e bellezza sono al di sopra della vita: Tanizaki tesse il suo mondo irreale di perfezione dove non c’è posto per la realtà e la morale, un mondo dove estetismo (Wilde) e soprannaturale (Poe) si fondono con l’innato senso del bello e del mistero della sua matrice culturale, un mondo quindi che rifugge dal quotidiano.
Jun’ichirō Tanizaki, nato a Tokyo nel 1886 e morto ad Atami nel 1965, è considerato tra i maggiori scrittori giapponesi. Esordì nel 1910 con Il tatuaggio, compreso nella raccolta Pianto di sirena (Feltrinelli, 1985, 2009). I suoi racconti e romanzi colpiscono per il culto raffinato di una bellezza perversa e crudele, la complessità della psicologia sessuale, intrisa di sadismo, masochismo e feticismo. Feltrinelli ha pubblicato anche Il dramma stregato (1990) e Morbose fantasie (1999, 2013).
I Nostri Poteri Paranormali
Un autorevole studioso spiega come sviluppare e usare le potenzialità paranormali – Come svilupparli • Come usarli
Autore/i: Rogo D. Scott
Editore: Edizioni Mediterranee
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Massimo Biondi.
pp. 216, Roma
I recenti progressi della parapsicologia sono una conseguenza diretta del fatto che un numero sempre crescente di persone è in grado di sperimentare direttamente lo sviluppo della propria paranormalità… Gli stessi parapsicologi avevano ritenuto, fino a qualche tempo fa, che le facoltà paranormali fossero doti particolari di pochi individui; oggi, però, sono convinti, in seguito a prove evidenti, che tali capacità – dalla telepatia alla precognizione, alla psicocinesi – siano piuttosto delle «potenzialità che tutti posseggono e che tutti potrebbero ragionevolmente sviluppare.
E questo il tema del presente volume, nel quale l’autore si propone di spiegare chiaramente a ciascun lettore come imparare a controllare, usare e sviluppare tali capacità fino a un livello superiore.
Attraverso graduali insegnamenti e spiegazioni, si scoprirà come servirsi delle potenzialità paranormali, per mezzo di tecniche ed esercizi ideati e finalizzati a tale scopo.
Il testo è diviso in varie sezioni: dopo i resoconti di persone che hanno effettivamente sviluppato le proprie facoltà ESP, vengono presentati i risultati delle ricerche svolte nei laboratori parapsicologici degli Stati Uniti. Successivamente, vengono approfonditi i sistemi per lo sviluppo psichico, svolgendo un vero e proprio corso di addestramento all’ESP, con l’indicazione di «come» usare personalmente tali potenzialità.
L’Autore sottolinea il fatto che questo sia l’unico testo nel suo genere che si basi su una sofisticata documentazione di laboratorio, piuttosto che su un insieme di speculazioni teoriche e «mitologiche» relative alla parapsicologia.
D. Scott Rogo è docente di parapsicologia alla Scuola Superiore di Studi della Coscienza, alla John F. Kennedy University di Orinda, in California. È uno dei più noti e autorevoli studiosi di Parapsicologia nel mondo. Oltre a numerosi articoli. ha scritto oltre venti libri dedicati a tale argomento.
Aforismi sulla Saggezza della Vita
(Dall’Opera “Parenga und Paralipomena”)
Autore/i: Schopenhauer Arthur
Editore: Fratelli Bocca Editori
versione di Oscar Chilesotti
pp. 268, Milano
Sommario:
Introduzione
I. Divisione fondamentale
II. Di ciò che si è
- La salute dello spirito e del corpo
- La bellezza
- Il dolore e la noia. L’intelligenza
III. Di ciò che si ha
IV. Di ciò che si rappresenta
- Dell’opinione altrui
- Il grado
- L’onore
- La gloria
V. Parenesi e massime
- Massime generali
- Circa la nostra condotta verso noi stessi
- Circa la nostra condotta verso gli altri
- Circa la nostra condotta di faccia all’andamento del mondo ed alla sorte
VI. Sulla differenza delle età della Vita
L’India e il Nazismo
Autore/i: Savitri Devi
Editore: Edizioni all’Insegna del Veltro
nota introduttiva dell’autore.
pp. 64, Parma
Il titolo di Khan (parola turca significante «Signore») venne attribuito, già dal Medioevo, a sovrani orientali di stirpe mongolica e turco-tartara, cosicché gli Occidentali videro nel misterioso e lontano Imperatore asiatico una mitica figurazione del Re del Mondo.
Fu probabilmente in base all’affinità fonetica fra Khan e cane che il simbolo del Veltro – il cane levriere – venne assunto dall’Antelami e da Dante per indicare il vendicatore che avrebbe dovuto restaurare i diritti dell’Impero contro la Chiesa e contro le prevaricazioni di un potere politico degradato e laico: il primo collocò l’immagine del Veltro nella parte finale dello zooforo che circonda il Battistero di Parma (si veda la riproduzione in copertina), a indicare il ruolo risolutivo rivestito dal principio che il simbolico animale rappresenta; il secondo vide nel Veltro colui che «caccerà per ogni villa» la lupa guelfa.
Coi brevi scritti che troveranno posto in questa serie dei «Quaderni del Veltro» intendiamo contribuire a comporre una panoramica delle testimonianze e degli interventi di cui furono protagonisti, nella storia e nella lotta politica, uomini e movimenti animati da uno spirito radicalmente diverso da quello moderno.
Ci proponiamo, insomma, di fornire «documenti» circa l’intervento della Tradizione nella storia – o, se si preferisce, contro la storia -, circa i fenomeni di opposizione alle contraffazioni del principio spirituale e di quello guerriero, circa i tentativi di imporre un ordine politico ancorato a valori «reali», ossia metastorici.
A causa del loro esteriore abito «moderno», talune immagini del movimento controcorrente su cui si è appuntata la nostra attenzione potrebbero suscitare il dubbio che esse risultino affatto prive sia di sostanza metastorica come di radice tradizionale. Queste immagini, che un tradizionalismo «canonico» e bigotto (tanto intransigente quanto alibistico) indicherebbe come «sovversive», a nostro parere invece rivelano – se considerate non nella superficialità dei motivi che le esprimono o nella angustia degli effetti che esse determinano, ma nei significati «lontani» delle cause e dei fini: cioè delle origini riflesse e delle direzioni segnalate – un giusto e valido orientamento spirituale. Nella nostra valutazione, quindi, le tendenze espresse dagli uomini e dai movimenti storici che proporremo altro non importano che figurazioni e segni diversi – più o meno consapevoli, più o meno compiuti, più o meno ordinati all’archetipo originario – dell’idea compresa nel Veltro ghibellino.
Vivere una Vita di Consapevolezza
Meditazioni quotidiane sulla via tolteca
Autore/i: Ruiz Jr. Don Miguel
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro
introduzione dell’autore.
pp. 254, Vicenza
“L’amore è accettare te stesso così come sei, con tutti i tuoi difetti e il tuo sistema di credenze in continua evoluzione. Non sei nient’altro che ciò che sei. Non sei la persona che eri un anno fa. Non sei la persona che sarai tra un anno. Non sei nemmeno la persona che ritieni di essere ora. Semplicemente sei, e questo deve bastarti”. (Don Miguel Ruiz Jr.)
Don Miguel Ruiz Jr. condivide con noi le lezioni tolteche sull’amore, la fede, gli accordi e la consapevolezza. Scopo di ogni meditazione è guidarci verso una profonda comprensione di noi stessi e del mondo in cui viviamo.
Lasciare andare il bisogno di perfezione, togliersi la maschera, seguire il proprio cuore e apprezzare la vita come un’opera d’arte rappresentano i pilastri su cui si basano gli insegnamenti e le meditazioni di questa antica saggezza.
La «Melanconia» dell’Uomo di Genio
Autore/i: Aristotele
Editore: Il Melangolo
a cura di Carlo Angelino e Enrica Salvaneschi.
pp. 56, Genova
“Una volta essendo io Porfirio entrato in pensiero di levarmi di vita, Plotino se ne avvide: e venutomi innanzi improvvisamente, che io era in casa; e dettomi, non procedere si fatto pensiero da discorso di mente sana, ma da qualche indisposizione malinconica; mi strinse che io mutassi paese” (Giacomo Leopardi – Dialogo di Plotino e di Porfirio)
Il Cuore Avventuroso
Figurazioni e Capricci
Autore/i: Jünger Ernst
Editore: Ugo Guanda Editore
prefazione, traduzione e cura di Quirino Principe.
pp. XXVII-182, Parma
In una prima versione, divenuta mitica nella memoria dello stesso autore, Il cuore avventuroso vide la luce nel 1929, pochi anni prima dell’Operaio. Se in quest’ultimo libro il terrore nasce dalla trasformazione e dalla velocità, Il cuore avventuroso fissa l’occhio sull’immagine ferma e sovente bella e incantata del mondo. Ma qui l’inquietudine, che può giungere fino all’angoscia e allo spavento, sorge da quel che si vede negli angoli morti della realtà: è come quando, in una limpida goccia d’acqua, un microscopio rivela un brulicare di orridi germi. Una seconda versione del libro, uscita nel 1938 e riveduta nel 1950, sente l’influenza del clima in cui Junger stava scrivendo Sulle scogliere di marmo. Ricompaiono, come fantasmi, alcuni sinistri personaggi di quel romanzo, con la stessa funesta e raggelante precisione di contorni. Ne Il cuore avventuroso, tuttavia, il tempo è fermo, e domina uno spazio in cui Jünger colloca visoni che si vorrebbero disperatamente fossero soltanto sogni: fiabe crudeli come Il cavaliere nero in cui una giovane bionda è straziata da una sorella bruna; il quartiere che in una città appare e scompare, abitato da ciechi, in cui danzatrici non vedenti eccitano la sessualità degli uomini con il loro volto inespressivo; magici sobborghi di Berlino che si aprono ad avventure verso l’ignoto celato in un’innocua bottega. A simili pagine si alternano momenti di luce accecante, in cui Junger enuncia con formule memorabili le geometrie e le trasparenze dell’universo, costruendo un’emozione incontenibile nell’osservare petali di fiori o cristalli. Esiste poi il suono, che in una pagina come «L’orrore» rivela se stesso nelle proprie inattese vibrazioni, mediante l’incredibile sequenza di una persona lillipuziana precipitante attraverso un’abissale pila di fogli di lamiera. E con un suono si chiude il libro: col richiamo di un pescivendolo, in cui, accanto al grido sonoro e invitante, permane un lamentoso e misterioso sussurro.
Mitologia e Religione
Autore/i: Autori vari
Editore: Istituto Geografico De Agostini
prefazione, introduzione e cura di Richard Cavendish con la consulenza di Trevor O. Ling, traduzione di Teobaldo Cortevesio Del Tanaro.
pp. 304, interamente e riccamente illustrato a colori e b/n, Novara
Dalla prefazione di Richard Cavendish:
«I miti sono fioriti tra gli uomini di tutti i tempi e sotto tutte le latitudini; dalla fonte magica del mito, che “stimola i più profondi centri creativi, sono scaturite la religione, le arti, i sogni, le filosofie. L’uomo, quindi, non solo costruttore e fornitore di beni materiali, ha ritenuto di aver ricevuto, attraverso i suoi eroi, un segno soprannaturale, vissuto poi nella vita di ogni giorno. E così, benché molti esaminino razionalmente e talvolta squalifichino i “sacra” altrui, si chinano riverenti ai propri santuari, costruiscono motivi mitologici selezionati, organizzati, interpretati e ritualizzati a seconda delle necessità locali. In tal modo, le concezioni dell’universo, della vita, del destino, dell’aldilà trovano un’espressione che, se fantastica e incredibile agli estranei, è rivelazione di verità assoluta per la società che l’ha formulata.
Il mito è quindi una realtà culturale complessa, che si presta ai più diversi approcci.
Per uno dei più noti studiosi di questo settore, Mircea Eliade, e per moltissimi altri, il mito è un racconto sacro che basa la sua credibilità sulla fede, che narra gli avvenimenti accaduti in tempi primordiali, all’epoca favolosa degli inizi: storia di come, grazie a esseri soprannaturali, si è posta in essere una realtà, il cosmo, o un frammento del cosmo; irruzione del sacro nel mondo, che lo fondò e lo creò così come è oggi. Essendo dunque storia sacra, i miti sono veri, prova dell’esistenza stessa del mondo, modello esemplare di significative attività umane. La sacralità del mito è dovuta anche al fatto di non avere autori: nell’attimo in cui essi sono percepiti come tali, esistono solo in quanto incorporati in una tradizione.
Quando un mito viene narrato, i singoli recepiscono un messaggio che non proviene da nessun luogo e al quale viene quindi attribuita un’origine soprannaturale.
L’azione del mito si svolge in condizioni tutte particolari. I suoi protagonisti vivono in una dimensione temporale astratta, permeata di religiosità, antecedente la realtà storica ordinata e misurabile degli uomini. É un tempo in cui il tempo non esiste, teatro di personaggi preumani, preesistenti alle norme del vivere sociale, così come le conosciamo.
Questi personaggi “anormali” compiono imprese meravigliose, singolari, “anormali”, che costituiscono la “conditio-sine-qua-non” del mondo e delle società attuali, delle quali fondano le leggi che gli uomini normali’, viventi in un tempo storico, devono seguire.
Lo studio comparato dei miti ha portato alla luce molte analogie che stimolano a considerare, almeno in parte, la storia culturale umana come omogenea. Temi come il Diluvio, la Morte, la Terra senza Male, l’Eroe, hanno una distribuzione pressoché mondiale, apparendo in numerosissime società con nuove varianti e nuove combinazioni, ma con un tema di base sostanzialmente uguale. Certo, non è affatto trascurabile il processo culturale della diffusione, ma esso non è sufficiente a spiegare la presenza di miti analoghi in regioni tanto diverse del mondo. Basti un esempio comune anche a noi: il citato mito del Diluvio Universale, presente nella Bibbia, nella mitologia babilonese, in Asia, in Oceania, nell’intero continente americano, in alcune regioni africane.[…]»
Dio e Noi
Autore/i: Daniélou Jean
Editore: Rizzoli
prefazione dell’autore, traduzione di Franca Zambonini.
pp. 224, Milano
«Lo scopo che mi prefigge con questo libro non è di dire ciò che io penso di Dio, ma ciò che Dio ha detto di se stesso: questo giustifica la presente opera e ne costituisce il piano.» (Jean Daniélou)
In questa nostra epoca di relativismo e di conflitto dei saperi è ancora di grande attualità lo studio di Jean Daniélou sui molti modi in cui Dio si è fatto conoscere. Quali e quante sono le vie per arrivare a Dio? Esiste un Dio dei filosofi, diverso da quello delle religioni, o della Chiesa, o dei mistici? Daniélou ripercorre le tappe della storia religiosa dell’umanità, mostrando come la progressiva penetrazione nel mistero divino sia passata, nei secoli, attraverso approcci differenti, complementari, tutti validi a loro modo e ancora attuali, e ci suggerisce il modo in cui possiamo ritrovarlo. Nella convinzione che nessun discorso su Dio possa esaurirne l’essenza, né racchiuderlo definitivamente in un concetto, Daniélou indica nella figura di Gesù la vera, suprema, e definitiva rivelazione per ogni cristiano.
Jean Daniélou (1905-1974), gesuita, teologo, storico e saggista di fama, è stato docente di Storia delle origini cristiane e poi rettore presso la Facoltà Cattolica di Teologia di Parigi. Ordinato cardinale nel 1969, ha scritto numerosi testi tradotti in varie lingue, tra cui Il segno del tempio (1942), Il cristiano e il mondo moderno (1959), Miti pagani, mistero cristiano (1966).
Filosofia e Scienza
Autore/i: Russell Bertrand
Editore: Newton Compton Editori
introduzione e cura di Bruno Widmar.
pp. 198, Roma
I sette saggi che compongono i PHILOSOPHICAL ESSAYS di Bertrand Russell, che qui presentiamo, hanno acquisito nel tempo, sul piano teorico, il significato ed il valore di una tappa obbligata nello sviluppo del pensiero dell’autore.
Essi tratteggiano il suo sforzo di liberarsi, sotto l’azione del filosofo Moore, delle influenze hegeliane, ed in generale idealistiche, che andavano di moda nella cultura inglese del primo scorcio di questo secolo.
Il passaggio dall’idealismo al nuovo Realismo era stato caratterizzato in Russell da una viva polemica contro la dottrina delle opposizioni interne, contro il monismo metafisico e la conseguente teoria monistica della verità, e soprattutto contro la dottrina negativa della matematica, in favore d’un’impostazione empiristica, fondata sul senso comune, e sulla riduzione al minimo – suggerita dal noto rasoio di Occam – dei postulati e delle inferenze, al fine di gettare le basi di quel metodo logico-analitico che costituisce la caratteristica di fondo del suo discorso filosofico.
Bertrand Russell nacque a Trellick, nel Galles, nel 1872. Considerato uno dei massimi filosofi e matematici del nostro tempo, si distinse per il suo impegno sociale e politico che gli causò aperti contrasti con le autorità. Nel 1950 ricevette il Premio Nobel. Morì nel 1970. Di Bertrand Russell la Newton Compton ha pubblicato Introduzione alla filosofia matematica e I princìpi della matematica.
Nichilismo ed Etica
Autore/i: Caracciolo Alberto
Editore: Il Melangolo
pp. 264, Genova
Il fatto d’essere diventato un termine di moda entro e oltre il mondo accademico non toglie che il nichilismo resti un incontro ineludibile per chiunque cerchi una qualche luce sulla struttura dell’esistere e sul momento della storia in cui si colloca e si determina, con il nostro destino, la nostra destinazione etica.
I saggi raccolti nel volume, nell’enucleare e delineare i problemi ontologici e storici che si raccolgono sotto quel termine, cercano di discernere quali tra le vie di soluzione tentate o tentabili risultino vicoli ciechi, quali invece strade o almeno sentieri non senza qualche speranza percorribili.
Alberto Caracciolo, nato nel 1918, è ordinario di Filosofia teoretica presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Genova.
Scritti principali: L’estetica e la religione di B. Croce, Arona-Brescia 19582; Arte e pensiero (Lettura della “Critica del giudizio”), Milano 1953 (rev. 1977); La persona e il tempo, Brescia 1955; Studi jaspersiani, Milano 1958; La religione come struttura e come modo autonoma della coscienza, Milano 1965; Religione ed eticità, Napoli 1971; Karl Löwith, Napoli 1974; Pensiero contemporaneo e nichilismo, Napoli 1976. , Traduzioni: E. Troeltsch, L’assolutezza del Cristianesimo e la storia delle religioni, Napoli 1968; M. Heidegger, In cammino verso il Linguaggio, Milano 1973, 19792 (in collaborazione con Maria Perotti Caracciolo); W. F. Otto, Theopbania. Lo spirito della religione greca antica, Genova 1983 (in collaborazione con Maria Perotti Caracciolo).
L’Uccello che Girava le Viti del Mondo
Romanzo
Autore/i: Murakami Haruki
Editore: Baldini&Castoldi
traduzione dal giapponese di Antonietta Pastore.
pp. 744, Milano
Lui, il protagonista e voce narrante di questo romanzo caleidoscopico e intrigante, è un giapponese di oggi. Trent’anni, felicemente coniugato con una donna in carriera, nullafacente (o bisognerebbe dire casalingo tuttofare?), il nostro, un tranquillo abitante di Tokyo, si trova all’improvviso, anche se del tutto involontariamente, al centro di una rete intricata di vicende passate e presenti più grandi di lui, che lo attirano in una spirale vorticosa di avventure ed emozioni, incubi in bilico tra sonno e veglia, flashback.
Tutto prende il via da due episodi all’apparenza insignificanti: la scomparsa del gatto di casa e una misteriosa telefonata anonima.
“Vorrei dieci minuti del tuo tempo”, gli sussurra una sensuale voce femminile, “vedrai che riusciremo a intenderci perfettamente.” Attratto e respinto, sedotto e sgomento, trasformato suo malgrado in detective freelance, l’uomo inizia un duplice viaggio, surreale e disorientato, nella geografia della megalopoli giapponese e nei labirinti delle passioni amorose. Lungo il percorso – via via ad attenderlo, metterlo in scacco, illuminarlo – troverà i fantasmi del passato di una nazione che non si è ancora riconciliata con la propria storia, le ombre della guerra e del militarismo, il peso e/o la sicurezza della tradizione. Muovendosi con spericolatezza e indemoniata agilità fra il registro leggero della commedia metropolitana e i toni gravi del romanzo storico, fra le minimalità di un cronista dei sentimenti allevato a fumetti e televisione e la densità e il pathos di uno story teller benjaminiano, Murakami ci dà un’immagine complessa e irresistibile del Giappone contemporaneo. E i disagi, le idiosincrasie, le ossessioni, le smanie imitative di un popolo e di una civiltà si riverberano su di noi, mettendo inesorabilmente a nudo le défaillance del modello occidentale.
Nato a Kobe nel 1949, Haruki Murakami è uno dei più significativi rappresentanti di quella giovane generazione di scrittori giapponesi tra cui si annovera Banana Yoshimoto.
Prima di diventare scrittore a tempo pieno, Murakami ha gestito un locale jazz a Tokyo e tradotto vari autori statunitensi contemporanei. La passione per la musica jazz e rock e per la cultura nordamericana è uno dei marchi forti della sua opera.
Di Murakami sono stati tradotti in italiano: Sotto il segno della pecora (Longanesi, 1992), Tokyo Bluer (Feltrinelli, 1993) e Dance, Dance, Dance (Einaudi, 1998).
Murakami, che è stato tradotto in quattordici lingue e ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, vive fra Tokyo e gli Stati Uniti.
I Favolosi Rothschild
Autore/i: Morton Frederic
Editore: Rizzoli
prefazione dell’autore, traduzione di Elena Spagnol Vaccari.
pp. 256, 1 tavv. ripiegata b/n f.t., Milano
Seguire l’evoluzione di questa favolosa, compatta, organizzata Famiglia, uscita dal ghetto di Francoforte alla conquista delle capitali europee, significa percorrere lo storico cammino – sconosciuto, sotterraneo, Clandestino – della nuova Europa, e incontrarvi personaggi d’eccezione: Napoleone, il duca di Wellington, la regina Vittoria, Napoleone III, il ferreo Bismarck, e Himmler e Göring.
Nell’avvincente narrazione si trovano decine di episodi che illustrano il grande lavoro dei Rothschild i quali, dominando le Borse di Londra, Parigi, Vienna e Francoforte quasi per due secoli – hanno controllato, limitato o favorito i disegni di illustri regnanti e decisi uomini di stato, Basterebbe dire che hanno quasi regalato alla corona britannica il canale di Suez e che hanno addirittura «cominciato» lo stato d’Israele. E sono stati ancora i Rothschild a iniziare una campagna d’investimenti rivoluzionari: finanziarono la costruzione delle strade ferrate: aprirono la via al mostro d’acciaio «che rendeva sterili le mandrie», che «rovinava i raccolti».
Infinite volte, contrastando il passato, i Rothschild hanno finanziato il futuro. Ma il passato lo hanno anche saputo conservare, nelle loro incredibili dimore dove hanno raccolto e protetto collezioni d’arte, di mobili e quadri, di statue e tabacchiere e tappeti, al di là di ogni immaginazione, anche la più sfrenatamente fastosa, anche la più ambiziosamente selettiva.
In queste «reggie» la voce di Mayer Amschel, già in tempo ormai remoto, sonante fra le anguste pareti di una botteguccia di robivecchi, riesce ancora a’ farsi udire.
Sembra ricordare ai suoi discendenti che ogni grandezza comincia con un sogno e che il loro cominciò due secoli fa nella Jugendasse di Francoforte. Qui è la storia, la realtà umana, il mito noto al mondo come «Rothschild».
Frederic Morton nato a Vienna nel 1925 e trasferitosi negli Stati Uniti nel 1938, ha parzialmente raccolto una quantità di materiale, dall’aneddoto al fatto di cronaca, e ci ha dato in queste pagine un’immagine inedita della bicentenaria Famiglia «fatale».
Ha già pubblicato quattro romanzi e numerosi articoli su The Nation, The Reporter, Esquire e altre pregiate riviste americane.
Gli Svevi in Italia Meridionale
Guida alla mostra
Autore/i: Autori vari
Editore: Adda Editore
redazione a cura di Consiglia De Venere, presentazione di Riccardo Mola, introduzione di Cosimo D. Fonseca.
pp. 144, nn. tavv. b/n, Bari
Dalla presentazione di Riccardo Mola: “Per tradizione ormai consolidata, il periodo di massimo splendore per l’arte in Puglia si identifica con l’epoca in cui la regione fu sede preferita dell’imperatore Federico II.
In quel tempo, le molteplici esperienze ed i contributi di civiltà diverse pervenuti già prima dell’avvento della casa di Svevia ed innestatisi su un substrato culturale in continua evoluzione, maturarono un processo di assimilazione che si giovò in modo particolare della presenza di Federico II.
Dalla eccezionale personalità dell’imperatore, nel quale l’interesse per le arti e le scienze non fu secondo all’impegno del politico e alle qualità del condottiero e che si mostrò sensibile al passato quanto al presente ed aperto al nuovo, vennero gli impulsi che consentirono l’esplosione di una creatività le cui radici affondano nello spessore di un passato millenario. I castelli e le cattedrali, che costituiscono le testimonianze più appariscenti nelle quali solitamente si riconoscono in modo tangibile i segni di un periodo storico complesso e decisivo sono tuttavia solo una parte di un quadro molto più ampio cui appartengono meno noti, ma certamente significativi aspetti di una realtà ricca ed articolata.
Se controverso e il giudizio degli storici sull’opera di Federico per quanto attiene lo sviluppo sociale e civile della Puglia, unanime è il riconoscimento del livello al quale pervennero le capacità creative espresse nel campo dell’arte e della cultura.
Le stesse precarie condizioni sociali cui furono sottoposte le popolazioni dal rigido dominio dell’Imperatore contribuirono a sviluppare doti di umanità che sono alla base della successiva formazione dell’indole e delle capacità dei pugliesi. Per consentire una più complessa comprensione del «fenomeno» svevo, il Centro Studi Normanno-svevi ha organizzato questa mostra che si propone, attraverso la presentazione di documenti, opere originali e copie, di delineare in termini più precisi un quadro storico ed una realtà noti, ai più, in modo convenzionale e sommario, offrendo elementi per un approfondimento della conoscenza di quanto costituisce una vera e propria matrice culturale della Puglia e di gran parte dell’Italia meridionale, oltre a penetrare più a fondo nella straordinaria personalità dell’imperatore svevo.[…]”
I Cinque Livelli dell’Attaccamento
Stai usando la conoscenza o è la conoscenza che usa te?
Autore/i: Ruiz Jr. Don Miguel
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro
prefazione di Don Miguel Ruiz, introduzione dell’autore, traduzione di Gianpaolo Fiorentini.
pp. 174, Vicenza
Dalla conoscenza tolteca, lungo la via della trasformazione, don Miguel Ruiz jr. condivide uno straordinario percorso verso la libertà interiore.
«Tutti noi abbiamo “sottoscritto” involontariamente degli accordi su come scegliamo di vivere e su quali riteniamo siano le nostre credenze. Ma ciò che potremmo non capire è che ciascuno di questi accordi rappresenta un attaccamento, un filtro limitante su chi pensiamo di essere e su cos’abbia in serbo per noi il futuro. Questi attaccamenti li chiamiamo “conoscenza”, senza neppure chiederci se questa cosiddetta conoscenza sia necessariamente valida. Ma possiamo liberarcene, comprendendo una volta per tutte come abbiamo sviluppato e consolidato la struttura di ciò in cui crediamo». (Don Miguel Ruiz junior)
Don Miguel Ruiz junior, figlio di don Miguel Ruiz, a quattordici anni ha iniziato il suo apprendistato con la nonna paterna, madre Sarita, una famosa guaritrice spirituale. Dopo dieci anni di addestramento, il padre ne intensificò il processo fino a far raggiungere a Miguel jr. una fase decisiva, nel corso della quale lo condusse alla soglia della libertà personale.
In uno stato di pace con tutta la creazione che ormai perdura da oltre sei anni, oggi don Miguel jr. prosegue la sua missione di nagual, aiutando gli altri a raggiungere la libertà e la salute fisica e spirituale.
Gli Strumenti Musicali
Di ogni epoca, di ogni paese
Autore/i: Autori vari
Editore: Fabbri Editori
a cura del Diagram Group, traduzione dall’inglese e cura di Giampiero Tintori.
pp. 320, interamente e riccamente illustrato a colori e b/n, Milano
Dai fischietti di osso dell’Età della pietra ai più sofisticati equipaggiamenti elettronici. Questa presentazione di strumenti musicali, sicuramente fra le più complete, è modulata su più di 4.000 disegni che con una tecnica estremamente raffinata ne evidenziano la struttura e le più minute particolarità. Di ogni strumento vengono anche descritte le tecniche di esecuzione, la corretta posizione del suonatore, la nomenclatura delle varie parti. Gli strumenti sono suddivisi a seconda di come viene prodotto il suono: aerofoni, idiofoni, cordofoni, membranofoni, meccanici ed elettrici. A loro volta gli strumenti sono anche raggruppati per epoche storiche e aree geografiche: vi è infine una sezione dove sono presentati i ritratti biografici dei personaggi che hanno più contribuito alla storia degli strumenti musicali.
Andrej Tarkovskij
Il castoro del cinema – 48
Autore/i: Frezzato Achille
Editore: La Nuova Italia
pp. 108, Firenze
Sommario:
Avvertenza per la lettura dei nomi russi
Risponde Tarkovskij
ANDREJ TARKOVSKIJ
- L’infanzia di Ivan
- Le mele: L’infanzia di Ivan, Il rallo compressore e il violino
- Fra novità e tradizione
- Temi del cinema sovietico degli anni Sessanta
- La figura e i tempi di Andrej Rublëv
- La pienezza dei valori umani
- Un Paese e il suo popolo
- Il cavallo, la neve, l’acqua
- La campana e la donna biancovestita
- Il bianco, il rosso, l’oro
- Il Cristo, San Giorgio, il drago, la sintesi
- Le vicissitudini di Andrej Rublëv
- Il cinema sovietico dopo Andrej Rublëv
- La “science fiction” e Solaris
- Il romanzo e il film
- Dubbi e timori dopo la felicità creativa
- L’acqua, la vegetazione, la “imago” materna
- Il combattuto sganciamento dalla realtà: Lo specchio
- La realtà è incomprensibile
- fiducia, rinuncia, “fuga”
- Dürer, Bosch, Brueghel e l’incertezza del futuro
- Una crisi senza luce
Filmografia
Nota bibliografica
D’Annunzio Post-Mortem – Il Poeta e lo Spiritismo
Autore/i: Regard Nino
Editore: Solfanelli & Vecchioni Editori
pp. 432, Milano
Sommario:
I – D’ANNUNZIO POST-MORTEM
Introduzione
D’ANNUNZIO POST-MORTEM
AVVERTENZA
UNA FORTUNATA SCOPERTA
- Preliminari
- La fede religiosa
- Il mondo etérico
SPIRITISMO ED ARTE
- Letteratura medianica
- Dal libro al teatro
LO SPIRITISMO E LA SCIENZA
- Gli aspetti scientifici
- Il sogno e la realtà
DELIBAZIONE DEL «LIBRICCINO»
- Analisi preliminare
- La forma e la sostanza
TRE COLLOQUI DANNUNZIANI
- Con Mario Better
- Con Umberto Corrado
- Con Eugenio Coselschi
II – IL POETA E LO SPIRITISMO IL POETA E LO SPIRITISMO
- Dal Salotto Polosow al «Natale di sangue»
- Dalla «fine del mondo» ai «difficili incontri»
- «Chi parla entro di me…»
ESAME DEL «LIBRICCINO»
- Ulteriori premesse indispensabili
- Esame critico degli scritti
LIRICHE PREGEVOLI E PROSE ARMONIOSE
CONCLUSIONE
III – L’EREDITÀ DI D’ANNUNZIO
CIO’ CHE RESTA DI LUI
Indagine sul Dio Sole
Il Culto, i Simboli, la Swastika
Autore/i: Ceccarelli Emilio
Editore: Albatros
prima edizione, presentazione dell’autore.
pp. 290, nn. ill. b/n, Roma
Culture ed etnie, differenti e lontane nei luoghi e nel tempo hanno espresso con il linguaggio grafico principi religiosi e del pensiero molto simili tra loro. L’uomo sin dai primi giorni ha cercato di conoscere l’essenza del divino e si è affidato alla fede in un elemento “tangibile” che è vissuto con lui, quotidianamente. In questo volume sono trattati tutti i simboli e gli Dei solari nei quali l’uomo ha creduto dal Paleolitico ai nostri giorni. Dal cerchio alla svastica, da Ra al culto solare dell’inizio del 1900. Aspetti e passaggi, che possono apparire incomprensibili e oscuri nella penombra della storia, sono inseriti nell’ambito religioso, sociale e del pensiero dei popoli che hanno adorato l’astro e i suoi simboli. Nel contesto del tema principale è inserita un’immaginaria, ma non impossibile, saga degli Elios che inizia dai lontani adoratori del Sole giungendo ai nostri giorni.
Emilio Ceccarelli, ingegnere, e stato fra i primi a promuovere e diffondere la cultura e l’applicazione pratica della qualità tecnologica e sistemica in Italia, conseguendo premi e attestati di merito. Autore di numerosi articoli e pubblicazioni, è stato vicepresidente e membro dei CD di numerose Associazioni e Comitati scientifici e tecnici italiani e stranieri, di cui alcuni come co-fondatore.
Ha rivolto grande interesse e passione alla pittura, alla geologia e all’archeologia che ha approfondito con studi e ricerche e con viaggi in quattro continenti, ponendosi in contatto con diversi ambienti culturali.