Libri dalla categoria Mitraismo
L’Arte e lo Spazio
Autore/i: Heidegger Martin
Editore: Il Melangolo
testo originale a fronte, introduzione di Gianni Vattimo, traduzione di Carlo Angelino.
pp. 48, ill. b/n, Genova
“Queste osservazioni sull’arte, sullo spazio, sul gioco di rapporti che li coinvolge entrambi, anche se espresse in forma affermativa, sono e restano problemi. Esse si limitano all’arte figurativa e, per l’esattezza, tra le varie forme in cui quest’ultima si manifesta, alla scultura”.
L’Idea della Fenomenologia
Cinque lezioni
Autore/i: Husserl Edmund
Editore: Il Saggiatore
avvertenza e cura di Marino Rosso, introduzione di Andrea Vasa.
pp. 128, Milano
Tra il 1906 e il 1907, attraverso queste cinque famose lezioni, si delinea una svolta cruciale nell’opera di Husserl: la filosofia della matematica e della logica, su cui fino ad allora si erano concentrati i suoi interessi, lascia luogo alla filosofia della conoscenza, discoprendo per la prima volta, quasi all’improvviso, il nuovo orizzonte della fenomenologia. Dall’intenzionalità al problema del fondamento delle scienze, è sorprendente rinvenire in queste pagine pressoché l’intero programma che Husserl avrebbe sviluppato negli scritti successivi.
L’idea della fenomenologia deriva la sua singolarità non solo da queste circostanze decisive, rappresenta anche l’unica esposizione d’insieme, in forma, divulgativa, che l’autore abbia lasciato del proprio pensiero.
Il pensiero di Edmund Husserl (Prossnitz 1859 – Friburgo 1938), importante sia per la filosofia della scienza e la logica, sia per la filosofia generale, è tuttora al centro di un vivo dibattito.
Nelle edizioni del Saggiatore: Ricerche logiche, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale.
L’Arte Etrusca
Autore/i: Bianchi Bandinelli Ranuccio
Editore: Editori Riuniti
a cura di Luisa Franchi dell’Orto, introduzione di Mario Torelli, in copertina: Sarcofago degli sposi, Museo Archeologico Nazionale di Valle Giulia, Roma.
pp. 354, ill. b/n e 83 figure b/n f.t., Roma
Gli scritti etruscologici di Ranuccio Bianchi Bandinelli coprono l’intero arco dei cinquant’anni della sua attività di studioso: dal 1925, quando venne pubblicata la sua tesi di laurea su Chiusi, fino al 1973, quando apparve l’ultima sua monumentale opera “Etruschi e Italici prima del dominio di Roma”. I saggi raccolti in questo volume sono disposti cronologicamente e servono a documentare il percorso critico e intellettuale di Bianchi Bandinelli, caratterizzato da un lato da una costante continuità di interesse per il fenomeno artistico etrusco-italico, dall’altro da un fondamentale e profondo rinnovamento delle sue posizioni negli anni successivi al 1960. Si verifica in queste pagine un ulteriore processo di «storicizzazione» del fenomeno figurativo etrusco: viene messa a fuoco la discontinuità della produzione artigianale e artistica dell’Etruria e vengono esplorate le ragioni di fondo di quelle sue caratteristiche di «freschezza e di forza», di «immediatezza», di «vivacità espressiva» e di «improvvisazione», attraverso l’analisi delle peculiari strutture della società etrusca e del complesso rapporto di essa con le maestranze greche.
Ranuccio Bianchi Bandinelli (1900- 1 975 ), archeologo di fama mondiale, ha insegnato Storia dell’arte greca e romana nelle università di Cagliari, Groningen, Pisa, Firenze e Roma. Dal 1945 al 1948 è stato direttore generale delle antichità e belle arti. Ha diretto la Scuola nazionale di archeologia e la pubblicazione dell’Enciclopedia dell’arte antica classica e orientale. E stato membro dell’Accademia nazionale dei Lincei e direttore della rivista Dialoghi di archeologia. Fra le sue opere ricordiamo: Storicità dall’arte classica, Etruschi e italici prima del dominio di Roma, L’arte romana nel centro del potere, La fine dell’arte antica, Dal diario di un borghese, Dall’ellenismo al medioevo, La pittura antica, Archeologia e cultura.
Cavalcare la Tigre
Orientamenti esistenziali per un’epoca della dissoluzione
Autore/i: Evola Julius
Editore: Edizioni Mediterranee
nota del curatore, con un saggio introduttivo di Stefano Zecchi.
pp. 232, Roma
Julius Evola tratta in quest’opera del problema dei comportamenti che per un tipo umano differenziato si addicono in un’epoca di dissoluzione, come l’attuale. E “orientamenti esistenziali per un’epoca della dissoluzione” è il sottotitolo esplicativo che l’Autore stesso dettava per la prima edizione del 1961. Il libro, però, venne pensato all’inizio degli Anni Cinquanta per poi essere adattato allo svilupparsi della situazione contingente una decina d’anni dopo insieme a Gli uomini e le rovine, che uscì nel 1953. I due saggi dunque, non devono essere considerati in contrapposizione, ma viceversa come complementari. Per essi è possibile adottare la definizione che Evola diede per i suoi due libri sulla sapienza orientale, Lo yoga della potenza e La dottrina del risveglio: così, Gli uomini e le rovine è analogamente al primo l’indicazione della “via umida”, cioè della affermazione e della realizzazione in atto; Cavalcare la tigre illustra come il secondo la “via secca”, cioè quella intellettuale, interiore, personale. Partendo da una decisa opposizione a tutto ciò che è residuale civiltà e cultura borghese, viene cercato un senso dell’esistenza di là del punto-zero dei valori, del nichilismo, del mondo dove “Dio è morto”. Il detto orientale “cavalcare la tigre” vale per il non farsi travolgere e annientare da quanto non si può controllare direttamente, mentre è possibile così evitarne gli aspetti negativi e forse anche ipotizzare una possibilità di indirizzo: esso quindi comporta l’assumere anche i processi più estremi e spesso irreversibili in corso per farli agire nel senso di una liberazione, anziché come per la grande maggioranza dei nostri contemporanei in quello di una distruzione spirituale. Cavalcare la tigre può dunque venire considerato, come scrive Stefano Zecchi nel suo saggio introduttivo, quasi uno speciale “manuale di sopravvivenza” per tutti coloro i quali, considerandosi in qualche modo ancora spiritualmente collegati al mondo della Tradizione, sono costretti però a vivere nel mondo moderno.Un libro complesso, fra i più importanti del suo autore, che durante gli anni della “contestazione” venne contrapposto alle opere di H. Marcuse. Un libro spesso anche oggetto di equivoci e fraintendimenti di due generi opposti: da un lato accusato di aver indotto molti a chiudersi in una torre d’avorio; dall’altro, viceversa, di aver spinto altri ad una lotta concreta e violenta.
Julius Evola (19 maggio 1898 – 11 giugno 1974), nasce a Roma da famiglia siciliana di nobili origini. Formatosi sulle opere di Nietzsche, Michelstaedter e Weininger, partecipa alla prima guerra mondiale come ufficiale di artiglieria. L’esperienza artistica lo avvicina a Papini e a Marinetti, a Balla e a Bragaglia, ma è l’incontro epistolare con Tzara che lo impone come principale esponente di Dada in Italia: dipinge ed espone i suoi quadri a Roma e a Berlino, collabora alle riviste Bleu e Noi, elabora testi teorici (Arte astratta, 1920, definito da M. Cacciari “uno degli scritti filosoficamente pregnanti delle avanguardie europee”); scrive poemi e poesie (La parole obscure du paysage intérieur, 1921). Iscrittosi alla facoltà di Ingegneria, giunto alle soglie della laurea, vi rinuncia per disprezzo dei titoli accademici. Il dadaismo di cui oggi viene considerato il maggior esponente italiano è però solo un primo passo per “andare oltre”: completa un suo ampio lavoro filosofico iniziato nelle trincee del Carso, che intende presentarsi come un superamento dell’idealismo classico e lo fa precedere da una raccolta di scritti (Saggi sull’idealismo magico, 1925; Teoria dell’Individuo assoluto, 1927; Fenomenologia dell’Individuo assoluto, 1930). Attira l’attenzione di Croce, Tilgher e Calogero. Contemporaneamente scopre le dottrine di realizzazione estremo-orientali, cura una versione italiana del Tao-tê-ching (Il Libro della Via e della Virtù, 1923) e pubblica la prima opera italiana sui Tantra (L’uomo come potenza, 1926), seguita da un libro molto polemico sui rapporti tra fascismo e cristianesimo (Imperialismo pagano, 1928). Diviso tra l’elevazione spirituale dell’Io e gli interventi nella vita culturale del tempo, collabora (1924-6) a Ignis, Atanòr, Bilychnis ma anche a Il Mondo e Lo Stato democratico, e pubblica i quaderni mensili di Ur (1927-8) e Krur (1929), dove scrivono Reghini, Colazza, Parise, Onofri, Comi, Servadio; poi il quindicinale La Torre (1930), chiuso d’autorità per le sue interpretazioni troppo eterodosse del fascismo. Continua la sua indagine sulle forme di realizzazione interiore e si interessa quindi di alchimia (La tradizione ermetica, 1931), di neo-spiritualismo (Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo, 1932), di leggende cavalleresche ed esoteriche (Il mistero del Graal, 1937), intese come vie iniziatiche occidentali. Alla base della sua Weltanschauung antimoderna, antimaterialista, antiprogressista che gli faceva criticare sia bolscevismo che americanismo, considerati due facce della stessa medaglia nel profetico saggio omonimo apparso sulla Nuova Antologia (1929) c’è Rivolta contro il mondo moderno (1934), la sua opera più importante e famosa, ampio panorama della civiltà tradizionale contrapposta alla civilizzazione contemporanea. “Dopo averlo letto ci si sente trasformati” scrisse Gottfried Benn, che ne divide anche la traduzione tedesca (1935). Cerca d’introdurre queste tematiche nel dibattito di quegli anni curando la pagina “Diorama filosofico” (1934-1943) del quotidiano Il Regime Fascista di Cremona, che ospitò tutte le migliori firme degli intellettuali conservatori dell’epoca. Sviluppa anche contatti personali con questi ambienti tenendo molte conferenze, soprattutto in Germania, e viaggiando nella Mitteleuropa (Vienna, Praga, Bucarest, Budapest). Fa conoscere in Italia autori come Spengler, Guénon, Meyrink, Bachofen. Fra il 1933 e il 1943 s’interessa ben prima che l’argomento diventasse d’attualità allo studio ed all’esame dei problemi delle razze, “respingendo ogni teorizzazione del razzismo in chiave esclusivamente biologica” (R. De Felice); e scrive: Tre aspetti del problema ebraico (1936), Il mito del sangue (1937), Indirizzi per una educazione razziale (1941), che suscita l’interesse di Mussolini il quale lo convoca a Palazzo Venezia nel settembre di quell’anno: “È il libro che ci occorreva”, gli disse. In piena guerra, quasi l’indicazione di una via da seguire, pubblica un saggio sull’ascesi buddhista: La dottrina del risveglio (1943). Dopo l’8 settembre raggiunge fortunosamente la Germania: ed è presente all’arrivo di Mussolini al Quartier Generale di Hitler. Ritorna quindi in Italia e lascia definitivamente Roma quando gli americani entrano nella capitale (4 giugno 1944). Nel 1945, a Vienna, poco prima dell’ingresso dei sovietici, si trova coinvolto in un bombardamento e, in seguito ad una lesione al midollo spinale, subisce una paresi permanente agli arti inferiori. Rientra in Italia nel 1948 ed è ricoverato a Bologna, quindi soggiornerà fra la città petroniana e la capitale, sino a stabilirsi definitivamente nella sua abitazione romana dalla fine del 1951. Ma non è rimasto inattivo, perché tra un ospedale e un altro rivede il giovanile L’uomo come potenza, già riscritto negli Anni Trenta, che diventa Lo Yoga della potenza (1949), rielabora ed adatta i testi apparsi in Ur e Krur nei tre volumi di Introduzione alla Magia quale Scienza dell’Io (1955-6), rivede anche Teoria dell’Individuo assoluto (che in questa forma uscirà solo nel 1973) e riprende le collaborazioni giornalistiche che gli procureranno anche una avventura giudiziaria da cui uscirà completamente scagionato (il cosiddetto “processo dei FAR”, 1950-1). L’opuscolo Orientamenti (1950) contiene in nuce tutte le posizioni poi sviluppate in tre libri successivi, dove sono esposte le sue idee per vivere nel mondo del post-1945 che sempre più Evola vede come espressione dell’età ultima, il Kali-yuga, l’èra oscura: quelle sulla politica in Gli uomini e le rovine (1953), sull’erotismo in Metafisica del sesso (1958) e sugli orientamenti esistenziali in Cavalcare la tigre (1961). Nel 1963 viene riscoperto come dadaista: Enrico Crispolti organizza una mostra dei suoi quadri alla Galleria “La Medusa” di Roma. Seguono un’autobiografia attraverso i suoi libri (Il cammino del cinabro, 1963), un saggio d’interpretazione storico-ideologica (Il fascismo, 1964), due volumi miscellanei (L’arco e la clava, 1968; Ricognizioni, 1974), la raccolta di tutte le sue poesie (Raâga Blanda, 1969). Fonda e dirige per le Edizioni Mediterranee dal 1968 al 1974 anno della sua scomparsa la collana “Orizzonti dello Spirito”, nella quale inserisce opere e autori dei più ampi e diversi orientamenti spirituali e tradizionali. L’ultima fase della vita vede Julius Evola nella insospettata veste di un anti-Marcuse: il nascere della “contestazione” anche in Italia (1968) fa riscoprire il suo pensiero non solo a “destra” ma anche a “sinistra”, talché nel periodo 1968-1973 una dozzina di suoi libri vengono ristampati una o anche due volte, mentre suoi interventi sono richiesti da varie riviste. Pochi mesi prima della morte detta lo statuto della Fondazione che porta il suo nome. Dopo la sua scomparsa sono state pubblicate numerose scelte antologiche a tema e non di suoi articoli e saggi. Quadri e disegni di Julius Evola sono presso musei e collezioni private (Paesaggio interiore ore 10.30 è alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma). I suoi saggi e i suoi libri sono stati tradotti e pubblicati in Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Svizzera, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti, Messico, Canada, Romania, Argentina, Brasile, Ungheria, Polonia, Turchia.
Nota del Curatore
Evola, o una filosofia della responsabilità contro il nichilismo, di Stefano Zecchi
ORIENTAMENTI
1. Mondo moderno e uomini della Tradizione
2. Fine di un ciclo. «Cavalcare la tigre»
NEL MONDO DOVE DIO È MORTO
3. Il nichilismo europeo. Dissoluzione della morale
4. Dai precursori alla «gioventù bruciata» e alla «contestazione»
5. Coperture del nichilismo europeo. Il mito economico-sociale e la «contestazione»
6. Il nichilismo attivo. Nietzsche
7. «Essere se stessi»
8. La dimensione della trascendenza. «Vita» e «più che vita»
9. Di là da teismo e da ateismo
10. Invulnerabilità. Apollo e Dioniso
11. L’agire senza desiderio. La legge causale
IL VICOLO CIECO DELL’ESISTENZIALISMO
12. Essere e esistenza inautentica
13. Sartre: la prigione senza muri
14. L’esistenza, «progetto gettato nel mondo»
15. Heidegger: fuga in avanti e «essere per la morte». Collasso dell’esistenzialismo
DISSOLUZIONE DELL’ INDIVIDUO
16. Duplice aspetto dell’anonimia
17. Distruzioni e liberazioni nel nuovo realismo
18. L’«ideale animale». Il sentimento della natura
DISSOLUZIONE DELLA CONOSCENZA – IL RELATIVISMO
19. I procedimenti della scienza moderna
20. Copertura della natura. La «fenomenologia»
IL DOMINIO DELL’ARTE – DALLA MUSICA «FISICA» AL REGIME DEGLI STUPEFACENTI
21. La malattia della cultura europea
22. La dissoluzione nell’arte moderna
23. Musica moderna e jazz
24. Parentesi sulle droghe
LA DISSOLUZIONE NEL DOMINIO SOCIALE
25. Stati e partiti. L’apolitìa
26. La società. La crisi del sentimento di patria
27. Matrimonio e famiglia
28. Le relazioni fra i sessi
IL PROBLEMA SPIRITUALE
29. La «seconda religiosità»
30. La morte. Il diritto sulla vita
APPENDICE: Interviste 1964-1972
Cattivi maestri, cattivi discepoli, cattivi esegeti, di Gianfranco de Turris
Le interviste di Julius Evola 1964-1972
Indice dei nomi e dei testi anonimi
L’Uomo a Rischio
Autore/i: Eibl-Eibesfeldt Irenäus
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Giorgio Panini.
pp. 240, nn. foto e ill. b/n, Torino
Il pioniere dell’etologia umana si pone qui domande cruciali: abbiamo ancora un futuro? Che cosa impedisce all’Homo sapiens di prendere in mano il proprio destino attuando comportamenti davvero razionali?
Il mondo è un sistema in continua evoluzione e gli organismi si adattano ai cambiamenti. Anche l’uomo, ovviamente, è soggetto alle leggi di natura, ma a differenza degli altri animali non è costretto a imparare da una qualche catastrofe, per correggere i propri errori. Tuttavia la vita di ogni giorno e la storia mostrano che siamo ben poco disponibili a far tesoro dell’esperienza e perseveriamo nei nostri comportamenti distruttivi (sfruttamento dissennato delle risorse, degrado ambientale, imbarbarimento etico nella lotta di tutti contro tutti).
Ma qual è il significato vero di questa «irrazionalità»? La risposta – afferma Eibl-Eibesfeldt – è nell’uomo stesso, in una componente arcaica, iscritta nei nostri geni, evolutasi come strategia di sopravvivenza nei piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico. Un’eredità capace di condizionare ancora oggi il nostro comportamento, il nostro modo di pensare, le nostre percezioni, la nostra sfera emotiva.
Nel prendere la parola su temi scottanti quali i conflitti etnici, le guerre, la conservazione delle culture, la condizione femminile, l’autore invita a sgomberare il campo dalle ipoteche ideologiche: solo se riusciremo a far luce sugli «a priori» biologici e culturali che insidiano la nostra sopravvivenza, potremo creare i presupposti per l’indispensabile correzione dirotta e raccogliere con qualche speranza di successo le sfide del terzo millennio.
Irenäus Eibl-Eibesfeldt è nato a Vienna nel 1928. Insegna zoologia all’Università di Monaco e dal 1970 dirige il gruppo di ricerca per l’etologia umana presso il Max-Planck-Institut di Andechs. Di Eibl-Eibesfeldt la casa editrice Bollati Boringhieri ha pubblicato Etologia della guerra.
Al di là dell’Umano
Autore/i: Tocquet Robert
Editore: Edizioni Dellavalle
premessa dell’autore, traduzione di Guido Schiavoni.
pp. 256, Torino
La materializzazione di fantasmi, la telecinesi, le case stregate, la levitazione, la psicogenesi… Un universo a più «piani» circonda l’uomo e rende possibili fenomeni straordinari. La loro esistenza è reale, ma la scienza può spiegarli? Lo scopo del presente libro è precisamente di dare una risposta razionale a questi straordinari fenomeni, al di là di ogni pregiudizio di credulità o di incredulità. Robert Tocquet, uomo di scienza e appassionato di scienze occulte, analizza e «racconta» tutte le più grandi esperienze in fatto di metapsichica, svelandone i trucchi o sottolineandone l’autenticità. Un libro chiaro, oggettivo e sincero che ci dice finalmente tutto sui fenomeni più straordinari e controversi della natura.
Introduzione all’Osteopatia
Arte, filosofia e scienza di una medicina complementare sempre più diffusa
Autore/i: Arioli Massimo; Vozzella Nicla
Editore: Red Edizioni
premessa degli autori.
pp. 128, Milano
Questo volume contiene alcune informazioni importanti sull’Osteopatia: quando è nata, come e perché funziona, quando può essere utile e in quali casi non è indicata.
Inoltre, nel libro sono descritte le possibili applicazioni dell’Osteopatia nelle diverse fasi della vita: dalla nascita, gravidanza e puerperio, alla crescita, infanzia e adolescenza, sino alla vecchiaia. Ma soprattutto, il volume è centrato sull’uso dell’Osteopatia a scopo preventivo per ritrovare l’equilibrio mente-corpo prima che si instaurino disturbi conclamati.
Il modo con cui si viene introdotti alla conoscenza di questo metodo di prevenzione e di cura è quello del dialogo fra il terapeuta e la paziente.
Gli autori del libro, un osteopata e una giornalista, si sono messi in gioco in prima persona per riuscire a spiegare che cosa succede nella pratica di una seduta e per mostrare anche quali vissuti personali vengono coinvolti.
Massimo Arioli è osteopata, fisioterapista, posturologo, esperto in kinesiologia applicata.
Nicla Vozzella, giornalista, è specialista in bioetica e in antropologia medica.
Manuale Pratico di Numerologia
Autore/i: Alessandrini Alessandra
Editore: Editrice l’Airone
introduzione dell’autrice.
pp. 128, Roma
Come scoprire il destino e la fortuna con la spiegazione simbolica dei numeri e le loro affascinanti relazioni con passato e futuro.
Della Vita e delle Gesta di Cagliostro
Che si è estratta dal processo contro di lui formato in Roma l’anno 1790
Autore/i: Autori vari
Editore: Casa Editrice Parva Favilla
ristampa dall’originale, nota dell’editore.
pp. 218, Roma
Compendio della vita, e delle gesta di Giuseppe Balsamo denominato il conte Cagliostro.
Che si è estratto dal Processo contro di lui formato in Roma l’anno 1790.
E che può servire di scorta per conoscere l’indole della Setta de’ Liberi Muratori.
I Superdei
Autore/i: Cotterell Maurice M.
Editore: Edizione Mondolibri
prologo dell’autore, traduzione di Pietro Ferrari.
pp. 270, nn. tavv. a colori f.t., nn. ill. b/n, Milano
Con l’abilità di un detective professionista e la passione e l’audacia di un novello Indiana Jones, Maurice Cotterell si mette alla ricerca degli incredibili nessi tra le rappresentazioni maya e i messaggi universali che da più parti chiedono di essere rivelati.
Il suo viaggio avventuroso lo porta ad esplorare il tempio del nobile Pacai nella Piramide delle Iscrizioni a Palenque per dare risposta agli enigmi che, fin dall’antichità, hanno entusiasmato e sconcertato esploratori e scienziati.
E quegli enigmi sembrano adesso sciogliersi rivelando come l’«uomo con la maschera» fosse diverso da tutti gli altri e capace di incredibili imprese sovrumane.
Con un procedimento appassionante l’autore decodifica i segreti celati nell’architettura, nelle incisioni, nei gioielli, nei dipinti della civiltà maya, dimostrando, per la prima volta, che esiste un messaggio universale destinato alla nostra epoca.
Ma come potevano i maya aver codificato tutto un complesso sistema di notizie sul futuro del pianeta?
Cosa vogliono dirci le misteriose iscrizioni che ci hanno lasciato? E qual’è il rapporto tra il loro veneratissimo signore e gli altri apportatori di conoscenza conosciuti in altre culture, in altre civiltà, in altri tempi, come Gesù, Krishna, e Buddha? E dunque giunta l’ora di rivelare chi sono questi «superdei» venuti a salvare l’umanità.
La Quintessenza del Vedanta
Compendio della metafisica del Vedanta
Autore/i: Sankaracarya
Editore: Ubaldini Editore
a cura di Swami Tattwananda, traduzione del Sharva-Vedanta-Siddhanta-Sarasangraha di Sri Sankaracarya
pp. 148, Roma
Il Vedanta non si fonda sulla fede, né è pessimista in spirito, il suo fine è l’eterna felicità. Quando attira la nostra attenzione verso i dolori e le sofferenze del mondo, è solo per deviare la mente dell’uomo verso la Beatitudine eterna.
Biografia di Sri Sankaracarya
Saluto a Brahman
La Quattro qualificazioni indispensabili
Discriminazione
Non-attaccamento
Tranquillità
Serenità
Fede
Concentrazione
Il desiderio della liberazione
Sovrapposizione
Īśwara
Pratyagātman
Īśwara, la causa dell’universo
La creazione dei cinque elementi
Il corpo sottile
L’organo interno
Vijñānamaya kośa, la guaina di coscienza
Manomaya kośa, la guaina della mente
Prānamaya kośa, la guaina dei Prāna
La quintuplicazione degli elementi
Le divinità che presiedono sui sensi
La creazione dell’universo grossolano
I quattro differenti tipi di esseri
Descrizione della natura dell’Ātman
La conoscenza distrugge l’ignoranza, non l’azione
Alcune false dottrine riguardanti l’Ātman
La dottrina che il proprio figlio è il Sé
La dottrina che i sensi sono il Sé
La dottrina che il prana è il Sé
La dottrina che la mente è il Sé
La dottrina che l’intelletto è il Sé
La dottrina che l’ignoranza è il Sé
La dottrina che conoscenza e ignoranza sono il Sé
La dottrina che il vuoto è il Sé
La confutazione vedantica della dottrina del vuoto
L’eterna natura dell’Ātman
L’intelligente natura dell’Ātman
La beata natura dell’Ātman
La refutazione della teoria che quanto non è Ātman può apportare felicità
La natura non-duale dell’Ātman
Il significato delle parole ’quello’ e ’tu’
Il significato diretto della parola ’quello’
Il significato indiretto accertato
Il senso unificato
L’idoneità dell’aspirante
Samādhi, relativo e assoluto
La natura interna del Samādhi
La concentrazione profonda associata con la Śruti
Nirvikalpa Samādhi o la concentrazione profondanel piano assoluto
Yoga, o unione con Brahman
Gli ostacoli allo Yoga
La diretta esperienza realizzata per mezzo della giusta conoscenza
I sette piani della mente
La natura della conoscenza
Videha-Mukti, o la liberazione senza corpo
Glossario dei termini sanscriti
Storie di Giochà
Racconti popolari giudeo-spagnoli
Autore/i: Anonimo
Editore: Sansoni Editore
a cura di Matilde Cohen Sarano, prefazione di Cesare Segre, postfazione di Tamar Alexander.
pp. XX-202, ill. b/n, Firenze
Giochà è l’eroe – o l’antieroe – di una serie di storie popolari fiorite nel bacino del Mediterraneo e diffuse in particolare nella diaspora giudeo-spagnola e orientale: se le più antiche testimonianze risalgono infatti a racconti arabi anonimi del IX secolo, è nelle famiglie ebraiche di Turchia, Grecia, Jugoslavia, Bulgaria, Israele e Marocco, che si tramandano oralmente, di generazione in generazione, le gesta eroicomiche di questa figura popolare.
Giochà è un ragazzo – ma è anche un adulto – che è tutto e il contrario di tutto: intelligente e stupido, furbo e credulone, onesto e disonesto, triste e allegro, povero e ricco, credente e miscredente. Lo si ritrova in ogni situazione possibile: realistica, fantastica, assurda. Non sa comprare nemmeno un pomodoro, ma sa vendere una pecora brutta e magra a un prezzo favoloso. È figlio di un ricco, ma non ha neppure una camicia. Non ha da mangiare, ma nutre gli affamati. Insomma è un saggio, ma di una saggezza che non si riconosce a prima vista.
La raccolta di questi racconti, fedelmente trascritti da fonti orali giudeo-spagnole e tradotti in italiano con la cura di conservarne il particolare registro linguistico, ricostruisce il rapporto, tutto speciale, del narratore che parla al suo pubblico, identificandosi, insieme con lui, nello stesso gruppo, nella stessa etnia, condividendone usi, valori, norme di comportamento.
La comicità di queste «storie», spesso basata su fraintendimenti semantici, sull’esecuzione di ordini ricevuti, intesi, scioccamente, nel loro significato letterale, è, a volte, davvero esilarante.
Ma Giochà incarna anche il ribelle alle convenzioni sociali, il burlone che si fa gioco di tutto e di tutti, che irride l’autorità, la paura, la morte stessa; e in questa sua incontenibile, clownesca provocazione sta forse l’effetto catartico che contagia il lettore e lo induce a sorridere.
I Buffoni Sacri d’America
Autore/i: Mazzoleni Gilberto
Editore: Bulzoni Editore
pp. 222, Roma
COME È NATO QUESTO LIBRO
I BUFFONI SACRI D’AMERICA
Introduzione al problema
Capitolo I:
I buffoni sacri: testimonianze di una presenza
Capitolo II:
I buffoni sacri: il problema di una presenza
Capitolo III:
Buffoni sacri e culto Kachina
Capitolo IV:
Buffoni sacri e identità culturale
Capitolo V:
I buffoni sacri d’America: proposte e sintesi
Presentazione sintetica dei capitoli
Appendice
Mappe
IL RIDERE SECONDO CULTURA
Premessa
a) Gli approcci infecondi
b) Gli eroi che ridono
c) Un adulterio anomalo
d) Lo sciamano inetto
e) Conclusioni
HOMO RIDENS
INDICE DEI NOMI E DEGLI AUTORI CITATI
Sul Sentiero di Guerra
Scritti e testimonianze degli Indiani d’America
Autore/i: Autori vari
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
introduzione e cura di Charles Hamilton, traduzione dall’inglese di Adriana Dell’Orto.
pp. 344, 10 disegni nel testo, Milano
In questa eccezionale antologia gli ultimi uomini dell’Età della Pietra descrivono la loro eroica lotta coi primi uomini dell’Età della Macchina, i loro riti e costumi, avventure di caccia e di guerra, e infine i loro patetici sforzi per assimilare le strane usanze dell’invasore bianco. Da queste pagine parlano ancora una volta i grandi guerrieri che guidarono i pellirosse delle praterie americane: Falco Nero, Toro Seduto, Geronimo… Gli scritti degli autori indiani qui raccolti hanno un’enorme importanza perché, fornendoci un’interpretazione dei fatti visti dal punto di vista degli indiani, ci permettono, tra l’altro, di mettere più precisamente a fuoco la reale natura del conflitto tra il pellerossa e l’invasore bianco. L’indiano vi spiega perché abbia tanto aspramente conteso l’avanzata all’uomo bianco e perché spesso abbia preferito morire piuttosto che cedere i suoi territori di caccia. Entro i confini degli Stati Uniti esistevano centinaia di tribù, ma fu il valoroso indiano delle praterie, con la sua colorata acconciatura di guerra e la lancia piumata, quello che diventò il simbolo del pellerossa, come dimostra anche una copiosa produzione cinematografica: la lunga lotta che sostenne e la dignità con cui seppe sopportare la sconfitta gli hanno meritato il ruolo principale in questo straordinario libro.
Patì Sotto Ponzio Pilato?
Un’indagine sulla passione e morte di Gesù
Autore/i: Messori Vittorio
Editore: SEI – Società Editrice Internazionale
pp. 368, Torino
«Che rapporto c’è tra ciò che i vangeli raccontano e ciò che è davvero successo?»
«Il Nuovo Testamento può stare ancora sullo scaffale della storia o dobbiamo trasferirlo fra i testi di poesia, di mitologia?»
«Che pensare delle teorie (da tempo sostenute anche da specialisti cristiani) secondo le quali i detti e i fatti di Gesù sarebbero stati manipolati a tal punto dalla primitiva gravità cristiana che sarebbe ingenuo prenderli per storici?».
Vittorio Messori ha cominciato a rispondere a domande come queste sin da Ipotesi su Gesù: pubblicato in sordina, quel libro si rivelò come uno dei più clamorosi e più duraturi successi della storia editoriale, con più di un milione di copie in Italia e una quindicina di traduzione nel mondo. Dopo altri cinque saggi dedicati a vagliare le ragioni del cristianesimo, Messori riprende adesso il discorso iniziato con quelle clamorose Ipotesi: con questo libro («costruito» mese per mese, per anni e pubblicato in una prima versione su «Jesus», sotto il titolo Il caso Cristo), la sua indagine sulla storicità dei vangeli si appunta sui racconti di passione e morte del Nazareno.
Ne è derivato uno straordinario «giallo», dove il lettore ritrova le caratteristiche che hanno reso Messori noto e seguito in tutto il mondo: la chiarezza e la vivacità del giornalista e la solida preparazione dello studioso informatissimo e aggiornato.
Vittorio Messori (Sassuolo di Modena, 1941) si è laureato a Torino in scienze politiche con una tesi in storia. Giornalista professionista, ha lavorato a lungo presso il gruppo de «La Stampa» e poi presso i «Periodici Paolini» e il quotidiano «Avvenire».
È consulente di molte case editrici.
Presso la Sei ha pubblicato i seguenti volumi: Ipotesi su Gesù (1976), Scommessa sulla morte (1982), Inchiesta sul cristianesimo (1987).
Presso le Edizioni Paoline sono usciti: Rapporto sulla fede. A colloquio con il card. Ratzinger (1985), Un italiano serio. Il beato Faà di Bruno (1990), Pensare la storia. Una lettura cattolica dell’avventura umana (1992).
Questi libri – tutti ancora in catalogo e continuamente ristampati – sono diffusi in tutto il mondo, accompagnati da entusiasmi e da polemiche.
L’Amante Invisibile
L’erotica sciamanica nelle religioni, nella letteratura e nella legittimazione politica
Autore/i: Zolla Elémire
Editore: Marsilio Editori
pp. 144, nn. tavv. b/n f.t., Venezia
«Quando mi imbattei nel mio marito-spirito per la prima volta, ero sveglia e come. Ero per faccende in cucina, quando eccolo lì davanti, lo vedo chiaramente. Ma come fu come non fu, non ci feci attenzione. Anzi, me lo scordai.
Poi uscii di casa e la vicina mi gridò dietro, chi era l’uomo che aveva visto entrare da me. Lo descrisse proprio come l’avevo visto io, per, filo e per segno. Allora mi tornò in mente. Lei aggiunse che quando lui era entrato, il gallo aveva cantato. Strano, la mattina tardi. E anche quel particolare mi tornò in mente».
Così incomincia il racconto che una donna della Costa d’Avorio fa a Zolla della sua vita con l’amante invisibile. La fede in questa presenza erotica soprannaturale è ancor viva oggigiorno fra molti popoli ed è ancora coltivata da alcune religioni; fra noi pare tornare brevemente in vita quando si alzano i sipari sui balletti classici: La Silfide, Il lago dei cigni.
Zolla ne ripercorre la lunga storia, dallo sciamanesimo ai grandi regni basati sull’investitura d’una dea padrona della terra (Cesare vantava l’investitura in virtù dell’amplesso del suo avo Anchise con Venere).
La presenza dell’archetipo nelle varie religioni e nelle varie letterature (da Beatrice a Laura, al Giovane Vezzoso dei sonetti di Shakespeare) ne fanno una tradizione universale, ora dominante ora marginale, a seconda dello statuto che nelle varie epoche ebbe, accanto a quello di veglia, il mondo del sogno.
L’archetipo dell’amore con esseri viventi invisibili è quasi obliato, ma fu uno dei più potenti. Ne sono impregnati episodi, atmosfere, opere che quasi sfuggono alla nostra attenzione. Quanti leggendo l’Orestiade s’accorgono che tutto dipende dai misteriosi amori di Cassandra con l’invisibile Apollo? (Il dialogo fra Cassandra e il coro nella versione di Severino suona: «CASSANDRA. Una volta, il pudore mi impediva di dirlo. CORO. Infatti, come può insuperbire chi ha sorte felice? CASSANDRA. Egli era ardente e il suo incanto spirava su di me.
CORO. Siete giunti anche voi a generare figli? CASSANDRA. Sì, glielo promisi, ma poi ingannai il dio».
Elémire Zolla (Torino 1926) insegna all’università di Roma. Ha pubblicato L’eclissi dell’intellettuale (1959), Volgarità e dolore (1961), Storia del fantasticare (1963), l’antologia I mistici dell’Occidente (1963), Le potenze dell’anima (1968), I letterati e lo sciamano (1969), Che cos’è la tradizione (1971), Le meraviglie della natura. Introduzione all’alchimia (1974), Aure. I luoghi e i riti (Marsilio 1985, terza edizione 1986) e, scritti in inglese, uscivano in Inghilterra e negli Stati Uniti Archetypes (1981) e The Androgyne (1982).
La Via per Kabul
Turchia, Persia, Afghanistan 1939-1940
Autore/i: Schwarzenbach Annemarie
Editore: Il Saggiatore
a cura di Roger Perret, traduzione di Tina D’Agostini.
pp. 160, nn. ill. b/n, Milano
Inquieta, androgina, nomade in fuga da se stessa, icona eterea e trasgressiva: Annemarie Schwarzenbach è tutto questo, un romantico Ulisse senza Itaca. In un nefasto 1939, lasciandosi alle spalle un’Europa sull’orlo della guerra e l’amore tormentato con Erika Mann, Annemarie prende la via dell’Oriente a bordo di una Ford con l’amica scrittrice Ella Maillart. Due donne sole scoprono l’Afghanistan, un paese ai confini del mondo dove il tempo è rarefatto e brevi tragitti diventano peregrinazioni di giorni interi. Annemarie racconta quello che vede e sente in un quaderno di viaggio che lascia stupiti per la sua incredibile modernità: quei paesaggi scomparsi, distrutti dalle recenti guerre, dilaniati dalle tensioni etniche, attraverso le parole di Annemarie si mostrano ancora nella loro purezza, in un riverbero di colori polverosi, sguardi profondi, voci lontane.
Prende forma un viaggio che è dura scuola di vita, abitudine all’incontro e alla perdita, apertura all’altro e alla parte più in ombra di se stessi. Dalla Turchia alla Persia, fino agli altopiani afghani, Annemarie si interroga sulla condizione delle donne col chador, si ferma a bere il tè nelle tende giallo ocra delle tribù pashtun, attraversa tempeste di sabbia e deserti di cardi. Nomi come Pamir, Hindu Kush e Mazar-i-Sharif, molto più che indicazioni geografiche, nel suo taccuino divengono suono e colore, ricordo e mistero. Il Saggiatore ripubblica quel prezioso quaderno di viaggio, un diario personale che è anche un reportage da territori remoti e lo specchio di un’epoca: le pagine di Tutte le strade sono aperte, già uscito come La via per Kabul, raccontano con immagini e parole il coraggio e lo smarrimento, le prove e i pericoli superati, le emozioni e le idee nate da un’esperienza che ancora oggi può dirsi del tutto straordinaria.
Annemarie Schwarzenbach, scrittrice, giornalista e fotografa svizzera, nacque a Zurigo nel 1908 e morì a soli trentaquattro anni per le conseguenze di un incidente in bicicletta. Il Saggiatore ha pubblicato Dalla parte dell’ombra (2001), Oltre New York (2004), Ogni cosa è da lei illuminata (2012), La notte è infinitamente vuota (2014).
La Repubblica
2 Volumi – Volume I, Libri I-IV – Volume II, Libri V-X
Autore/i: Platone
Editore: Rizzoli
testo greco a fronte, introduzione di Francesco Adorno, traduzine di Francesco Gabrieli.
vol. 1 pp. CXX-158, vol. 2 pp. 159-396, Milano
Il pensiero di Platone si affaticò sempre attorno al problema dello stato e della giustizia. La giustizia è la salute dell’anima. Poiché esiste una simmetria tra la struttura dell’anima e la struttura dello stato (di tre parti è composta l’anima e di tre classi corrispondenti è costituito lo stato) Platone ebbe la trovata metodologica che era più facile leggere e studiare lo stato (che per i Greci era la città) piuttosto che l’anima, come in una specie di ingrandimento. Alla giustizia dentro l’anima corrisponde la giustizia dentro lo stato. La «Repubblica» di Platone e il primo e più affascinante libro sulla giustizia, sul potere e sullo stato, con vertiginose teorie utopistiche (il comunismo dei beni, l’educazione delle donne, la funzione dell’arte) che nel lungo corso della storia spesso hanno incrociato la realtà. Alla base dell’appassionata convinzione etica di Platone sta la famosa ardita proposizione: «A meno che i filosofi non regnino nelle città, o quelli che oggi han nome di re non prendano a nobilmente filosofare, e non vengano a coincidere la forza politica e la filosofia, non avran tregua alcuna dai mali le città, anzi credo neppure il genere umano».
Platone nasce nel 427 a.C. da genitori aristocratici. La data è fissata da Apollodoro nella sua “Cronologia”. Vive in un’Atene che aveva già perso la sua egemonia politica e culturale. In gioventù si dedica alla poesia ma accostatosi alla filosofia decide di distruggere tutte le opere precedenti. Discepolo di Socrate, lo pone al centro dei suoi Dialoghi socratici in cui è presentato l’insegnamento del Maestro. Nel 399 va a Megara e, dieci anni dopo, soggiorna in Italia meridionale e in Sicilia. Nel 387 acquista un terreno e vi fonda la famosa Accademia (dal nome del parco detto di Accademo) , un centro di studi filosofici. Va nel 367 a Siracusa come pedagogo del sovrano Dionigi II, torna una terza volta a Siracusa nel 361. Muore ad Atene nel 347 a.C. durante la guerra della città contro Filippo il Macedone.
Manuale di Training Autogeno
Autore/i: Widmann Claudio
Editore: Piovan Editore
premessa dell’autore, in allegato il «Vademecum di Training Autogeno».
pp. 216, Abano Terme
Il presente Manuale di Training Autogeno si distingue per una caratteristica saliente: quella della praticità, del costante vincolo con la realtà applicativa.
L’opera si articola in quattro sezioni.
La prima tratta del ciclo inferiore del Training Autogeno, proposto nella sua forma più ortodossa. Vengono presentate le modalità di applicazione sia nell’età adulta che nell’infanzia, sia a livello individuale che di gruppo, la seconda offre una ricca rassegna di particolarità e difficoltà che compaiono nel ciclo inferiore, accanto ai principi tecnici che deve tenere presente chi insegna il Training Autogeno (T.A.), e alle norme per la strutturazione di formule specifiche da adattare al caso singolo.
La terza sezione tratta del ciclo superiore del Training Autogeno, offrendo, per la prima volta in lingua italiana, una chiara presentazione della tecnica applicativa. L’Autore prospetta due direzioni fondamentali d’impiego: l’una sintomatologica e di sostegno («di coprimento»), l’altra causale e interpretativa («di discoprimento»).
Infine viene presentata l’abreazione autogena, modalità psicoterapica che l’attuale presidente dell’I.C.A.T., Wolfgang Luthe, ha sviluppato sulla base dei suoi studi sul T.A. e della sua collaborazione con J.H. Schultz.
Il Vademecum (Il Training Autogeno, utile quaderno allegato al presente volume, si rivolge direttamente a chi apprende il T.A., guidandolo con linguaggio semplice e chiaro attraverso tutto il ciclo inferiore e affrontando le più comuni difficoltà e perplessità.
Claudio Widmann, laureato in pedagogia e in psicologia, ha seguito un training di formazione personale presso la Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica (S.I.P.T.). Ha approfondito la conoscenza del T.A. con stadi e Seminari seguiti nei Paesi mitteleuropei sotto la guida ili Allievi e Collaboratori dello stesso Schultz. È Socio Fondatore e Didatta dell’Italian Committee for the Study of Autogenic Training (I.C.S.A.T.).
Astrologia di Relazione
Autore/i: Dottoressa Horus
Editore: Casa Editrice Astrolabio
prefazione e introduzione dell’autrice.
pp. 136, nn. ill. b/n, Roma
Uno degli argomenti più importanti per la vita individuale e collettiva, la vita di relazione, è anche astrologicamente rilevabile e molti interrogativi cui la scienza razionale non sa rispondere possono invece essere affrontati con interesse da questa antichissima metodologia, che non a caso riscuote consensi sempre più allargati in tutti i ceti sociali.
La dottoressa HORUS, autrice dell’INTRODUZIONE ALL’ASTROLOGIA prosegue in questo testo di facile lettura ma di contenuto profondo l’esame di una lettura astrologica di fatti che Coinvolgono l’equilibrio della personalità.
L’A. è una astrologa di fama internazionale, ed ha tenuto per un decennio rubriche di corrispondenza con i lettori su settimanali di grande tiratura, come TEMPO ILLUSTRATO e AMICA, ed in questo libro è sintetizzata la sua esperienza di verifica dell’ipotesi di lavoro astrologico basata su migliaia e migliaia di casi.
Nella seconda parte del libro”l’A. espone con chiarezza il metodo più aggiornato dell’interpretazione astrologica, basato su casi del tutto ignoti all’astrologo, o su un caso clamoroso degli anni 70, il caso Casati. Le sue spiegazioni non soltanto costituiscono un serio contributo alla formazione degli studiosi, ma possono anche fornire utili spunti anche per chi voglia soltanto imparare a muoversi con maggiore efficacia in quella complicata selva di contraddizioni che è la vita di relazione al giorno d’oggi.
L’A. ha fondato e dirige una affermata scuola di astrologia per corrispondenza.