Libri dalla categoria Scienze Esoteriche
Nostalgia della Madre
Autore/i: Tanizaki Junichiro
Editore: Se
a cura di Lydia Origlia.
pp. 128, Milano
La malia delle donne, l’ambiguo fascino di morbide forme, di occhi luminosi, di sinuosi movimenti, di suadenti voci che celano un’indole feroce conferiscono all’opera di Tanizaki un incanto che finisce con l’avvincere anche il lettore più critico e razionale. La passione per le donne non fu infatti soltanto un ideale artistico per lo scrittore, bensì ne animò i settantanove anni di vita con una veemenza inconsueta negli intellettuali giapponesi. Ad essa egli sacrificò ogni altro affetto, ogni ideale, ogni norma morale, alienandosi la stima e il rispetto di molti suoi connazionali.
Più una donna appariva fedele al suo archetipo di primordiale crudeltà, più appariva in un bozzolo di felice, innocente egocentrismo, più appariva impermeabile a ogni sollecitazione etica e sentimentale e più stregava la morbosa sensibilità dello scrittore, stimolandone il masochismo amoroso.
La donna di angelico aspetto ma di animo demoniaco – come è stigmatizzata in alcuni passi dei sutra buddhisti – lo sfiora con la sua candida immagine nel dormiveglia come un delicato fruscio d’ali d’uccello, ossessiona i suoi sogni, pervade la sua vita con un acuto, insaziabile desiderio.
Al pari di un mistico Tanizaki è tormentato da una perenne ansia di fondersi con l’oggetto del suo amore, di stringere tra le braccia il «seno turgido, caldo, dal dolce profumo di latte» della madre, della moglie o della prostituta. Purché non sia minata dall’intelletto e dalla virtù, qualsiasi bella donna possiede per Tanizaki il più prezioso carisma, il potere di riscattare l’uomo dal limitato mondo della razionalità, di condurlo in un cangiante, vivido universo, dominato dalla grazia di una nuca, dal delicato profilo di un naso, dal candore di un piede, in un’apoteosi di eteree voluttà. Esse saranno tuttavia un tramite per pervenire all’illuminazione, ossia alla finale consapevolezza che «la donna è un arcobaleno nel vuoto del cielo, una effimera illusione». (Lydia Origlia)
Di Jun’ichirō Tanizaki (1886-1965) SE ha pubblicato Il dramma stregato (1992) e Morbose fantasie (1994).
Rubaiyyat
Autore/i: Omar Khayyam
Editore: Libreria Editrice Psiche
prefazione e a cura del Sayyed Omar Ali-Shah, traduzione italiana di Amelita Jorio Stacy, revisione di Alessandro Boella e Antonella Galli, illustrazioni di Elisabetta Rausch.
pp. 80, nn. ill. a colori, Torino
Il mondo occidentale conobbe per la prima volta le Rubaiyyat di Ornar Khayyam nel 1859, grazie alla traduzione inglese di Edward Fitzgerald. Costui era soltanto uno studioso dilettante di lingua persiana, senza pretese di erudizione, nè una minima conoscenza del simbolismo sufi. Gran parte della sua traduzione è parafrasata, quando non è mera invenzione. Apparvero in seguito molte versioni in diverse lingue occidentali, in cui vi erano purtroppo tali e tante imprecisioni, che il significato spirituale originano si perse completamente. Crebbe invece una sorta di mitologia riguardo a Ornar Khayyam e ai suoi presunti atteggiamenti atei e blasfemi, che dura ancora ai giorni nostri. Generalmente i traduttori occidentali e gli specialisti di cultura persiana traducono impropriamente i “termini tecnici” sufi che figurano sin dai primi scritti di dottrina sufi, arabi o persiani, filosofici o poetici; le Rubaiyyat sono invece un vero e proprio manuale di insegnamento sufi, da ammirare anche per l’estrema bellezza della loro poesia. Se si leggono con mente aperta è impossibile non essere affascinati dalla conoscenza profonda e dalla fede intensa che scaturiscono da ogni verso. Questa versione di Ornar Ali-Shah, maestro sufi di madrelingua persiana, si basa su di un manoscritto calligrafato del 1153, in possesso della sua famiglia. È fedele al linguaggio, al simbolismo e alla filosofia che distinguono particolarmente gli scritti di Khayyam. Ha inoltre lo scopo di dimostrare che le traduzioni errate sono state dannose riguardo alla possibilità di comprensione reciproca, sia culturale che spirituale, fra Oriente e Occidente.
Quartine 21-28
21.
Non anticipare mai le pene del domani;
Vivi sempre in questo paradisiaco Ora
Presto destinato tuttavia a raggiungere
Gli altri partiti in questi settemila anni”:
22.
I miei compagni di taverna scompaiono uno dopo l’altro,
Vittime innocenti del furtivo colpo mortale.
Tutti erano onesti bevitori, ma nessuno riuscì
A vuotar la propria coppa due giri prima dell’ultimo.
23.
Alzati, perché dolersi di questo caduco umano mondo?
Trascorri tutta la vita in gioia e gratitudine.
Se l’umanità fosse libera dal grembo e dalla tomba,
Quando verrebbe il tuo turno per vivere e amare?
24.
Non permettere che l’ombra del rimpianto ti offuschi,
Né che assurdo dolore oscuri i tuoi giorni.
Non rinunziare a canti d’amore, ai prati, ai baci,
Finché l’argilla tua con più vecchia argilla si fonda.
25.
Gli uni ponderano a lungo dottrine e credi,
Gli altri tentennano fra dubbio e certezza.
Spunta ad un tratto dal suo nascondiglio la Guida
Dicendo: “Sciocchi, la Via non è questa né quella”.
26.
Molti di loro, partiti innanzi a noi, mio Saki,
Sonnecchiano nel polveroso letto d’orgoglio, mio Saki.
Bevi ancora, e ascolta infine la verità:
“Qualsiasi parola da loro detta era vento, mio Saki”.
27.
Ma quelli che provarono di essere i perfetti tra noi
Montarono la volante Buraq dei loro pensieri.
Studia la tua essenza: come il Firmamento
La tua testa girerà e girerà, vertiginosamente.
28.
Un tempo, da piccoli, sedevamo davanti al maestro,
Crescendo, nel tempo, appagati dal suo insegnamento;
Come finisce la storia? Cosa ci accadde poi?
Come l’acqua giungemmo, e come il vento ce ne andammo.
Che cos’è la Filosofia?
Autore/i: Heidegger Martin
Editore: Il Melangolo
testo originale a fronte, traduzione di Carlo Angelino.
pp. 56, Genova
«La filosofia è la fatica più radicalmente libera della finitudine dell’uomo, perciò è nella sua essenza più finita di ogni altra fatica».
Racconti
Autore/i: Hoffmann Ernest Theodor Amadeus
Editore: Editori Riuniti
traduzione, nota al testo e cura di Ferruccio Masini.
pp. 420, Roma
Notti paurose e pleniluni cari ai fantasmi, figure malefiche e straziate creature innocenti.
Nelle pagine di Hoffmann il mondo reale e il mondo apparente diventano tutt’uno.
Il Mistero della Morte
Autore/i: Singh Kirpal
Editore: Edizioni Mediterranee
presentazione di Wulfing Von Rohr, premessa di Radha Krishna Khanna, prefazione dell’autore, introduzione di Maulana Rumi.
pp. 136, 4 foto b/n, Roma
In questa sua opera, Sant Kirpal Singh dimostra con un linguaggio semplice e chiaro che la morte – da sempre angoscia e terrore dell’umanità – non è che uno degli aspetti illusori del mondo fisico in cui attualmente ci troviamo. In realtà, «in natura la morte segue la vita e la vita procede dalla morte».
Attraverso innumerevoli citazioni tratte dai testi sacri di tutto il mondo e di poeti e filosofi, il grande maestro del nostro tempo ci ricorda che l’anima è immortale e se desidera ritrovare la pace, la gioia e la beatitudine perenne, deve ritornare alla sua vera dimora, percorrendo il sentiero mistico della reintegrazione nel potere divino. Ciò può avvenire qui e ora, senza attendere la morte fisica, realizzando così la religione nel suo più profondo significato etimologico (re-ligio: collego di nuovo).
Un maestro competente, un viaggiatore abituale sulla via, è in grado di condurre con sicurezza lo spirito attraverso le innumerevoli regioni o piani spirituali che si dispiegano oltre il mondo fisico, regioni di crescente e affascinante bellezza – ma anche infide e pericolose per chi vi si avventuri da solo – fino alla salvezza: la fusione ultima con Dio.
Esplorando le regioni interiori, diventiamo migliori, diffondendo intorno a noi pace e serenità, aiutando perciò il mondo nella sua evoluzione verso la pace e l’amore.
La morte così perde il suo aspetto spaventoso, quando realizziamo praticamente e non solo intellettualmente che lo spirito vitale che si cela in ogni creatura non muore mai.
Il messaggio di Sant Kirpal Singh, come quello di tutti i grandi mistici e maestri di ogni tempo, è perciò un messaggio di gioia e di speranza, un invito alla ricerca interiore delle nostre qualità divine che aspettano di tornare a brillare nella loro luce originaria.
Seguendo le sue istruzioni, qui e ora, ci rendiamo conto che vale veramente la pena di sapere chi realmente siamo, da dove veniamo, dove andiamo e soprattutto qual è lo scopo e il significato della vita.
La Chiaroveggenza nel Passato
Autore/i: Pagenstecher Gustav
Editore: Fratelli Melita Editori
presentazione di Stefano Beverini, introduzione di Hans Driesch, prefazione di Walter Prince, introduzione dell’autore.
pp. 238, tavv. b/n f.t., ill. b/n, Genova
Dalla presentazione di Stefano Beverini:
«Anche la parapsicologia più rigorosa e scientifica – la “scuola americana”, per intenderci, nata con Joseph Banks Rhine negli anni trenta, alla Duke University – include la Chiaroveggenza nel passato, definita pure retrocognizione, fra le quattro fondamentali manifestazioni dell’E.S.P. Ciò che in termini forse anacronistici potremmo anche definire divinazione nel passato, affianca le più note telepatia, chiaroveggenza e precognizione.
In particolare, trai fenomeni retrocognitivi, la psicometria è senz’altro uno dei più interessanti e suggestivi. A dir la verità, il termine è un po’ infelice. Significa “misura dell’anima”, tanto che in psicologia designa il settore che comprende: test d’intelligenza, attitudinali e sulla personalità, tecniche proiettive, ecc.; perciò, nulla di paranormale. Che poi, dal greco “psyché”, sia derivato l’attuale “insieme delle funzioni psicologiche dell’uomo”, cioè il concetto di psiche, è un altro aspetto del problema etimologico. Quando, nel 1849, il medico americano Joseph Rhodes Buchanan divulgò, nel Journal of Man, alcune sue “strane esperienze”, usando, per la prima volta in metapsichica, la parola psychometry, l’uso di questo termine si diffuse. Gli esperimenti del Buchanan erano in parte analoghi a quelli successivi del nostro Autore, che all’epoca addirittura non era ancora nato. Siamo di fronte a un fenomeno di retrocognizione che viene definito psicometria, se un sensitivo, toccando degli oggetti (detti “induttori”), descrive episodi a cui l’oggetto fu presente, o racconta la storia dell’oggetto stesso, o narra avvenimenti di persone che lo hanno posseduto. In tempi più recenti, alcuni studiosi preferiscono distinguere la casistica con altri due vocaboli: psicoscopia e chiaroveggenza tattile. Il primo indica l’oggetto che “narra la propria storia”: ed è proprio il contenuto di codesto libro.[…]»
Il Colpevole • L’Alleluia
Autore/i: Bataille Georges
Editore: Edizioni Dedalo
traduzione di Angela Biancofiore.
pp. 232, Bari
Straordinariamente provocatori e paradossali, i due testi qui presentati in prima traduzione italiana (entrambi parte della Summa Ateologica) esaminano il rapporto tra letteratura e psicoanalisi, attraverso i temi della nudità, del riso, della violenza, della morte.
Lontano da ogni fede, privo di ogni speranza… porto in me stesso, mio malgrado, e come una carica esplosiva, una domanda: “Che cosa può fare in questo mondo un uomo lucido…portando in sè un’esigenza senza riferimenti?” La questione che Bataille poneva al centro della sua Somma ateologia (L’esperienza interiore, Il colpevole, Su Nietzsche ne formano il trittico) negli anni della guerra ha una “carica esplosiva” che interroga eticamente il soggetto solo se questo vi riconosce, nella stretta dell’angoscia, il problema di conferire espressione alla pulsione di morte, di strutturare il godimento senza più delegarvi un sintomo, o quella sorta di insensibilità indifferente a tutto in cui riconosciamo, oltre l’angoscia e il dolore, il tratto apatico della perversione.
Georges Bataille fu poeta, filosofo e scrittore; uomo singolare nato a Brillon nel 1897, visse da protagonista in Francia l’epoca dei grandi movimenti politici e culturali degli anni ’30 per raggiungere con gli ultimi suoi scritti la contemporaneità degli anni ’60. Morì nel 1962 a Orléans.
Anna Katharina Emmerick
Che condivise la passione di Gesù
Autore/i: Bouflet Joachim
Editore: Edizioni Paoline
avvertenza e premessa dell’autore, traduzione dal francese di Beppe Gabutti.
pp. 392, Milano
Quest’opera di J. Bouflet – a rigore reputato il migliore specialista sui fenomeni delle stigmate e delle visioni – è di alto interesse perché si muove nei toni di una biografia storica, basata sulle fonti, dando vita a una delle più grandi mistiche di tutti i tempi: Anna Katharina Emmerick (1774-1824), suora agostiniana di Diilmen in Germania, visionaria della vita della Vergine Maria e di quella di Cristo di cui ha portato le stigmate.
In essa, al di là dei dati ufficiali delle inchieste ecclesiastiche, balzano in primo piano le testimonianze del dottor Wesener, suo medico curante e amico, e del grande poeta tedesco Clemens Brentano. Il primo, miscredente, sente parlare di lei nel fumo di una taverna e si avvicina ad Anna Katharina con un fardello di prevenzioni, ma quando la sente parlare di dettagli di cui lui solo è a conoscenza, capisce di trovarsi di fronte a una creatura eccezionale, baciata da Dio, che lo riporterà alla fede. Il suo Diario, di ben duecentonovantotto fogli, e di primaria importanza per la sua attendibilità, perché segue con affetto e attenzione, nel corso di undici anni, il cammino della sua paziente e le vere e proprie sevizie che dovrà sopportare, in convento e fuori da esso. Diversamente, il secondo, C. Brentano, colpito dalla personalità straordinaria a livello naturale e dei fenomeni soprannaturali di Anna Katharina Emmerick, la trasferisce nel suo olimpo romantico, infiorando le testimonianze dirette con le sue istanze letterarie nella sua famosa opera La dolorosa passione di nostro Signore Gesù Cristo, pubblicata in Germania nel 1833. Ma C. Brentano scriverà anche delle visioni di Anna Katharina circa La vita della santa Vergine Maria, opera completata dal fratello Christian.
Il testo, che è un’indagine documentata sul percorso esistenziale di Anna Katharina Emmerick, tende a dimostrare che ci troviamo di fronte a una creatura umana che ha esercitato le virtù in modo eroico, al di là e a prescindere dal fenomeno delle stigmate e della sua identificazione con la passione di Cristo. La lettura e scorrevole e nelle pagine si ribalta l’universo straordinario di una creatura umana che, estremamente semplice, porta le impronte del Dio fatto uomo, come segno di redenzione e speranza di eternità.
Joachim Bouflet, storico, si dedica alla ricerca e allo studio delle differenti mentalità religiose. Consulente presso alcuni postulatori della Congregazione per le cause dei santi, e autore di opere su diverse figure spirituali e sulla fenomenologia mistica. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: Encyelopédie des phenomenes extraordinaires de la vie mystique (t. 1, Paris 2001; t. 2, Paris 2002; t. 3, Paris 2003); Agnès de Langeac (Paris 1994); Lumières et ténèbres dans l’expérience mystique de sainte Véronique Giuliani (1660-1727) (Grenoble 1995); Les stigmatisés (Paris 1996); Les upparitions de la Vierge (Paris 1997); Edith Stein, philosophe crucifiée (Paris 1998; tr. it., Paoline Editoriale Libri, Milano 2001); Un signe dans le ciel, les apparitions de la Vierge (Paris 1997); Therese Neumann o la paradoxe de la sainteté (Paris 1999); Medjugorje ou la fabrication du surnaturel (Paris 1999); Padre Pio (Paris 2002); Les faussaires de Dieu (Paris 2000).
La Libertà del Volere Umano
Autore/i: Schopenhauer Arthur
Editore: Editori Laterza
introduzione di Cesare Vasoli, traduzione di Ervino Pocar.
pp. 160, Bari
Contro l’ottimismo delle filosofie ideologiche liberali, in questo saggio Schopenhauer sottopone a una critica distruttiva ogni credenza nella libertà dell’individuo, riconducendo la stessa nozione di libertà all’impulso cieco che produce e domina ogni esistenza.
La premiazione nel 1838 della Libertà del volere umano – vent’anni dopo l’insuccesso editoriale del Mondo come volontà e rappresentazione – da parte della Reale Accademia di Trondheim, ebbe per Schopenhauer molto valore. Finalmente un’istituzione accademica “ufficiale” riconosceva pubblicamente la sua grandezza speculativa.
Introduzione di Cesare Vasoli – I. Definizioni – II. La volontà davanti all’autocoscienza – III. La volontà davanti alla coscienza di altre cose – IV. Predecessori – V. Conclusione e visione più alta – Appendice a completamento del primo capitolo
Il Nido dell’Amore
Riflessioni per una vita serena
Autore/i: Tagore Rabindranath
Editore: Edizioni Paoline
introduzione di Laura Santoro Ragaini, in copertina Il fiore di loto, inserito in un quadrato che rappresenta il mondo da trascendere, schiude i suoi petali verso le otto regioni dell’universo: i quattro punti cardinali principali e i quattro intermedi.
pp. 376, ill. b/n, Milano
«Là dove tutto il mondo si incontra in un solo nido» è il versetto sanscrito che Robindronath Tagore scelse come motto per la sua Vishva Bharoti, l’università internazionale da lui fondata a Santiniketon (Città della pace), e tuttora attiva, perché le nuove generazioni potessero incontrarsi nel rispetto delle diverse culture e imparare a riconoscersi fratelli e sorelle al di là delle razze, delle lingue e delle religioni.
Parte delle riflessioni, rivolte dal poeta bengalese ai propri allievi, vengono qui proposte per la prima volta in traduzione italiana.
Esse sono una vera e propria scuola di umanità per quanti desiderano riflettere e confrontarsi con la profonda spiritualità di un grande maestro come Tagore.
Freud sul Femminile
Autore/i: Freud Sigmund
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, prefazione, introduzione e cura di Elisabeth Young-Bruehl, traduzione di Maria Antonietta Schepisi.
pp. 408, ill. b/n, Torino
Esiste una sessualità infantile, anche per le bambine: le donne sperimentano il desiderio sessuale così come gli uomini, e fin dall’infanzia sono frustrate per essere prive di pene: le concezioni di Freud sulla psicologia della femminilità hanno suscitato accese discussioni, alcune delle quali ancora vive.
Questo lavoro è il primo a raccogliere tutto ciò che Freud scrisse sul tema della femminilità. L’ordinamento cronologico permette di ripercorrere il sorgere delle sue idee, e le successive precisazioni, sistematizzazioni, revisioni. Infatti alcune ipotesi freudiane, come quella di una generale bisessualità di tutti gli esseri umani, sono state mantenute, altre hanno subito modifiche, di pari passo con l’evolversi della teoria psicoanalitica nel suo insieme. L’introduzione della curatrice e i suoi commenti nel corso del volume chiariscono tali aspetti teorici, di cui vengono individuati gli elementi centrali.
In margine all’odierno dibattito sulla teoria psicoanalitica della femminilità, e alle relative contestazioni di matrice femminista, la Young-Bruehl ha scelto di presentare al lettore, nella loro completezza, i testi freudiani «incriminati», perché possa formarsene un’opinione personale.
Elisabeth Young-Bruehl è stata allieva di Hannah Arendt a New York.
Docente alla Wesleyan University di Middletown, nel Connecticut, è autrice di saggi filosofici e delle biografie di Hannah Arendt (Bollati Boringhieri, 1990) e di Anna Freud.
Scrivere sull’Acqua
Cirillo, Metodo, l’Europa – Introduzione alla lettera apostolica «Egregiae Virtutis»
Autore/i: Veselý Jiří Maria
Editore: Editoriale Jaca Book
prima edizione, carte geografiche di Cesare Sacconaghi.
pp. 206, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Nell’ultimo giorno dell’anno 1980 papa Giovanni Paolo II con la lettera Egregiae Virtutis proclamava i santi Cirillo e Metodio compatroni d’Europa.
La decisione trova le sue radici, attraverso tutta la storia degli slavi, nell’opera dei due santi, che non solo svolsero con grande successo la missione di evangelizzazione, ma unirono nella loro azione le due capitali d’allora, Costantinopoli e Roma. Essi seppero proporre agli slavi un cristianesimo che non latinizzasse né grecizzasse, rispettoso del buono che era presente alle radici di quei popoli, e per fare questo inventarono anche una scrittura adatta alle lingue slave.
Dopo alcuni secoli di parziale dimenticanza in occidente, l’opera dei due santi acquista nuova importanza per tutti i cristiani europei, grazie anche alla mole di materiali inediti che le ricerche paleografiche, storiche ed archeologiche degli ultimi decenni hanno prodotto.
Padre Jiří Maria Veselý, che ha partecipato di persona ad alcune delle maggiori scoperte, con questo libro rende ampia e documentata ragione storica ed archeologica della proclamazione fatta da Giovanni Paolo II.
Padre Jiří Maria Veselý O.P. è nato il 15 novembre 1908 a Protivanov, in Moravia (Cecoslovacchia). Fattosi domenicano viene inviato all’Angelicum di Roma, dove nel 1934 consegue la licenza in filosofia e fa la definitiva professione religiosa. Consacrato sacerdote, diviene professore di filosofia ad Olomouc.
Espatria dalla Cecoslovacchia occupata dai nazisti; nel 1944 in Italia passa nella resistenza. L’anno seguente è arrestato a Verona sotto l’accusa di alto tradimento; portato a Praga viene prosciolto e decorato al valor militare. Nel 1947-48 può pubblicare un libro sulla resistenza (La resistenza cecoslovacca in Italia, 1944-1945, ed. it. Jaca Book 1975). Dal 1950 al 1955 è internato senza processo a Broumov e a Zeliv.
Liberato, dal 1957 al 1968 è operaio agli scavi archeologici di Velegrad, dove realizza importanti scoperte archeologiche.
Dal 1968 è a Roma, alla Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino (Angelicum) dove tuttora è docente di archeologia cristiana e di spiritualità cristiana slava. Dal 1978 collabora alle ricerche archeologiche nella zona di Ocrida (Macedonia jugoslava), centro di rifugio dei discepoli di Cirillo e Metodio. Nel 1981 fa parte della “Commissione centrale per la celebrazione dei compatroni d’Europa Cirillo e Metodio”, organizzata dalla S. Congregazione per la Chiesa Orientale, quale co-redattore del Bollettino della Commissione.
L’Eterno Fanciullo
L’Archetipo del Puer Aeternus
Autore/i: Von Franz Marie-Louise
Editore: Red Edizioni
prefazione di Ida Regina Zoccoli Francesini, traduzione di Maria Cristina Baldi.
pp. 320, ill. b/n, Milano
Un testo classico della scuola analitica junghiana che conserva una grande attualità nella società odierna, in cui la condizione di eterni bambini è diventata un dato di fatto per molte persone, dal momento che diventare adulti è ormai un processo difficile e di lunghissima durata.
L’Eterno Fanciullo è una figura individuata da Jung come immagine dell’inconscio collettivo che prende forme diverse attraverso i miti e le religioni di molte civiltà. Elementi caratteristici di questa personalità sono la carica di energia, di creatività, di gioiosa irresponsabilità, il fascino, l’intelligenza, il coraggio; per contro, altri tratti sono l’irresponsabilità, la mancanza di concretezza e costanza, l’egoismo affettivo, l’instabilità nei rapporti. L’autrice ci fa scoprire l’Eterno Fanciullo nelle persone reali, a cominciare da Antoine de Saint-Exupery e il suo Piccolo principe, per ritrovarlo in chi ci è vicino e imparare a individuarlo in noi stessi.
Marie-Louise von Franz è stata per trent’anni una stretta collaboratrice di Jung, di cui fu l’allieva più apprezzata. Psicologa analista, ha insegnato a lungo presso l’Istituto C.G. Jung di Zurigo.
Iniziazione all’Energia Tachionica
Guarigione senza frontiere attraverso l’infinitamente piccolo
Autore/i: Wagner David; Cousens Gabriel
Editore: Edizioni Mediterranee
traduzione dall’inglese di Milvia Faccia.
pp. 144, 45 disegni e disegni b/n, Roma
Il tachione è una particella subatomica recentemente scoperta, che si muove ad una velocità superiore a quella della luce. Da oltre dieci anni alcuni scienziati americani ne stanno studiando le potenzialità terapeutiche, e sono giunti a formalizzare una vera e propria teoria che amalgama insieme concetti scientifici e spirituali: questa promette il raggiungimento del benessere totale e una trasformazione personale e planetaria. Il processo di formazione della materia è la condensazione di un substrato di sottile energia vibratoria universale, detta punto zero. Cerniera di questo passaggio dalla non-forma alla forma è proprio l’energia tachionica, una energia leggermente contratta che cerca di diventare una particella; a sua volta essa verrà trasformata in frequenza dai Campi di energia organizzativa sottile (SOEF), creando, in tal modo, tutte le varietà della forma. L’applicazione di energia tachionica attraverso sostanze tachionizzate (celle di vetro di silice, dischi di silice, tessuti naturali, liquidi, particolari cibi organici, erbe e sostanze nutirienti) consente di ristabilire l’allineamento generale corpo-mente-spirito, favorendo il passaggio disordine-ordine, l’armonia, e quindi conducendo alla guarigione. Una simile terapia è più efficace delle altre medicine vibrazionali (terapia orgonica, magnetoterapia, terapia dei campi radianti, biorisonanza, omeopatia, cristalloterapia, cromoterapia ecc.) perché l’energia tachionica non è una frequenza ma la fonte di tutte le frequenze. Il libro espone i presupposti scientifici sui quali si basa la teoria dei tachioni, e offre una dettagliata relazione degli esperimenti fino ad oggi condotti in laboratorio; riferisce inoltre le testimonianze di coloro i quali si sono sottoposti ad applicazioni tramite elementi tachionizzati riportandone sorprendenti effetti benefici. L’energia tachionica sta aprendo una nuova frontiera della guarigione olistica, e una rivoluzionaria strada per sperimentare la gioia della luminosità divina: un progressivo raggiungimento dell’ordine e dell’armonia che parte dalla conoscenza e dall’accettazione del caos, del disordine.
David Wagner è nato nel 1959 a Torrance, California, si è specializzato in tecnologia degli infrarossi e apparecchiature diagnostiche computerizzate, nella nascente industria dei computer. Ha lavorato anche nel campo dei software e degli hardware inventando nuovi procedimenti e metodi di verifica che lo misero particolarmente in luce nella sua azienda. Oggi è considerato uno scienziato di talento, inventore, imprenditore, scrittore, guaritore e assistente spirituale. È amministratore delegato della Advanced Tachyon Technologies e insegna i tre livelli del corso Quality of One formando e abilitando altri ispirati educatori.
Il Pappagallo dalle Sette Lingue
Autore/i: Jodorowsky Alejandro
Editore: Giunti
prefazione dell’autore, traduzione di Antonio Bertoli.
pp. 512, nn. ill. b/n, Firenze
Cile, anni quaranta. 22 personaggi (22 come gli arcani maggiori dei Tarocchi) incarnano gli archetipi umani ispirati a personalità reali: il poeta comunista, il militare sanguinario, l’omosessuale erudito, l’atleta nazista, il filosofo italiano… Tutti vogliono ignorare il mondo in cui vivono, ma si trovano invischiati nelle vicende che sconvolgono il paese. Con il loro sguardo però trasformano il Cile dell’epoca in una galassia visionaria abitata da clown, poeti, ratti intelligenti, anziane guerriere in lotta contro sconosciute entità negative e un pappagallo che ripete incessantemente le parole di una lingua primordiale sconosciuta. Con una narrazione che replica assurdamente gli schemi dei romanzi di fantascienza e i cliché dei romanzi noir, Jodorowsky ricrea un universo coinvolgente, fantastico e drammatico allo stesso tempo che evoca i mondi di Borges e Castaneda. Titolo originale: “El loro de siete lenguas” (2005).
Alejandro Jodorowsky è nato a Iquique (Cile) nel 1929. Trasferitosi a Parigi nel 1955, nel 1962 fonda con Arrabal e Topor il movimento Panico. Regista di film di culto (El Topo, La montagna sacra e Santa Sangre), soggettista e sceneggiatore di fumetti di successo internazionale, Jodorowsky è famoso anche per l’applicazione della creatività e dell’arte alla cura dell’anima (Tarocchi, Psicogenealogia e Psicomagia). Come scrittore si è imposto in tutta Europa e in America latina con romanzi, racconti e raccolte poetiche. In Italia i suoi libri più conosciuti sono Il figlio del giovedì nero, Solo de Amor, Il Tesoro dell’ombra, Io e i Tarocchi, Tutto il teatro, Quando Teresa si arrabbiò con Dio, Psicomagia, I vangeli per curare, La Danza della Realtà.
Amazzonia
I popoli della foresta
Autore/i: Aymone Tullio
Editore: Bollati Boringhieri Editore
introduzione dell’autore.
pp. 232, 1 cartina ripiegata b/n, Torino
Risultato di una ricerca condotta “sul terreno” da più anni e di consolidati rapporti con alcune realtà cooperative locali, il libro non è solo un’appassionata e appassionante descrizione di una realtà spesso conosciuta solo per sentito dire, ma anche un documento importante della nuova realtà mondiale e nello stesso tempo una indicazione di come la cosiddetta “mondializzazione” degli scambi possa giovare anche ai poveri che sappiano organizzarsi e ritrovare un rapporto positivo con il loro ambiente. Il contrario insomma delle solite lamentele sulla miseria delle popolazioni indigene o anche della occasionale indignazione per i torti da esse subiti che, com’è noto, vanno fino all’etnocidio. Naturalmente, l’indignazione – e forte – muove anche Aymone, tra l’altro amico personale di Chico Mendes, l’organizzatore sindacale dei raccoglitori di lattice della gomma, fatto uccidere nel 1988 da alcuni grandi proprietari. Ma al centro del libro non è una facile compassione per i popoli della foresta, efficacemente descritti nella loro pittoresca origine e varietà (non si tratta solo di indios ma anche d’immigrati di vecchia e nuova data, accomunati ormai dagli stessi problemi); al centro del libro è l’indicazione della capacità di un numero crescente di questi abitanti di autorganizzarsi e stabilire un nuovo equilibrio tra il loro ambiente minacciato e il mercato mondiale.
Relatività e Conoscenza a Priori
Autore/i: Reichenbach Hans
Editore: Editori Laterza
introduzione e cura di Paolo Parrini, traduzione di Simonetta Ciolli Parrini e Paolo Parrini.
pp. 188, Bari
La teoria della relatività non è stata solo una rivoluzione scientifica di portata gigantesca.
Essa ha avuto conseguenze radicali perle leggi stesse del pensiero, minando alle fondamenta i concetti di spazio e tempo assoluti, di causalità, di sostanza: ossia le premesse stesse dei giudizi sintetici a priori.
Reichenbach dimostra come è possibile procedere oltre Kant, con l’introduzione di nuovi principi generali del pensiero, all’altezza della rivoluzione einsteiniana.
Hans Reichenbach [Amburgo, 1891 – Los Angeles, 1953), insegnò Filosofia della fisica all’università di Berlino dal 1926 al 1933, e a Los Angeles, presso l’università della California, dal 1938 alla morte. Tra le sue opere tradotte in italiano: I fondamenti filosofici della meccanica quantistica (Torino 1954), La nascita della filosofia scientifica (Bologna 1961), Filosofia dello spazio e del tempo (Milano 1977).
Cristianesimo e Democrazia
Antologia di Civitas
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni «Civitas»
pp. 312, Roma
«Civitas», rivista mensile di studi politici, fondata nel 1919 da Filippo Meda, soppressa dal fascismo, ha ripreso, nel 1950, una nuova serie di pubblicazioni, sotto la direzione di Paolo Emilio Taviani.
Al compimento del quindicesimo anno della nuova serie, l’editore ha ritenuto non inutile raccogliere in antologia molti degli articoli – o parte di essi – pubblicati dalla rivista durante il quindicennio trascorso.
Ognuno dei volumi antologici ha una sua autonomia tematica. Il presente volume comprende 33 articoli apparsi durante il quindicennio, interamente o parzialmente ripubblicati. Essi trattano direttamente, o comunque si riferiscono al tema di Cristianesimo e Democrazia nel suo aspetto dottrinale: riguardano, cioè, i principi e le impostazioni ideologiche.
In un altro volume, dedicato al movimento politico dei cattolici, saranno ripubblicati articoli che trattano dell’azione politica ispirata, o che intende ispirarsi, ai principi del Cristianesimo e al metodo democratico.
Incontri con Gurdjieff
Trascrizione integrale degli insegnamenti trasmessi a Parigi in Rue des Colonels-Renard 1941-1943
Autore/i: Gurdjieff Georges Ivanovič
Editore: Edizioni Tlon
traduzione di Arianna Formentin, Matteo Trevisani e Maura Gancitano.
pp. 208, Roma
«Le dirò un segreto: lo sforzo personale non è mai possibile tutto in una volta: è necessaria una preparazione. Fare fatica è necessario. Finché non ci riesce, uno dimentica, ricorda, dimentica, ricorda. Ma quando lei è seduta, calma, può pensare e cominciare a fare».
È il 1941, in una Parigi devastata dalla guerra, Gurdjieff continua a insegnare nonostante i pericoli e le difficoltà del periodo.
Col gruppo di lavoro che gli è stato presentato da madame De Salzmann, il maestro armeno tiene regolari incontri nel suo appartamento, durante i quali risponde su questioni pratiche del Lavoro e dà consigli specifici, esercizi e direttive.
“Stai per entrare all’interno di un gruppo di studio degli insegnamenti di Gurdjieff, e all’inizio potresti trovarti disorientato. Non avrai indicazioni sull’aspetto fisico, sulla professione o sulla formazione degli studenti, né sulle idee a cui si allude. Al contrario, tutto potrebbe sembrarti astruso e incomprensibile.” (Dalla Guida alla lettura di Maura Gancitano)
Georges I. Gurdjieff è stato un filosofo, scrittore, mistico e “maestro di danze” armeno. Il suo insegnamento combina sufismo, scuola mistica dell’Islam e altre tradizioni religiose ed esoteriche, in un sistema sincretico di tecniche psicofisiche e meditative che cerca di favorire il superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali.
Fiabe Ebraiche
Fiabe e leggende da tutto il mondo
Autore/i: Autori vari
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
a cura di Israel Zwi Kanner, traduzione di Maria Teresa Giannelli.
pp. 240, Milano
È un panorama delle più belle fiabe del popolo ebraico: da quelle della creazione del mondo, fino alle storie che hanno per protagonisti piante e animali. Vi sono compresi solo testi che non si trovano presso altri popoli e che rivelano alla fine un intento morale; le fonti si estendono dal Talmud e dai Midrashim fino ai racconti del chassidismo. Sono stati esclusi i racconti favolistici della Bibbia non solo perché sufficientemente conosciuti, ma anche in conformità alla legge della Cabbala: “Guai a chi afferma che la Bibbia racconta favole”.