Libri dalla categoria Geometria Sacra
Tantra
O il Risveglio dell’Energia
Autore/i: Nayak Anand
Editore: Edizioni Paoline
introduzione dell’autore, traduzione dal francese di Tamara Montali.
pp. 136, ill. b/n, Cinisello Balsamo (Milano)
Considerato in Occidente con molto sospetto anche dal mondo colto, almeno fino ai primi decenni di questo secolo, il tantrismo – cioè l’insieme delle dottrine spirituali fiorite in margine al puro brahmanesimo dei testi vedici nell’India del V secolo d.C. – è andato soggetto in questi ultimi anni a una riscoperta ambigua. Sulla scia di un mutamento radicale del costume e della morale si è giunti infatti a esaltare nel tantra quella medesima attenzione per la sfera sessuale che era stata alla base dell’ostracismo di un tempo. A giudizio di Anand Nayak, il tantrismo, come ogni altra religione, non può essere giudicato per frammenti sparsi. L’individuo, le sue pulsioni, le sue aspirazioni al benessere fisico e psichico non esauriscono dunque le ricchezze del tantra, che è soprattutto un’ampia sinfonia di energie cosmiche, un connubio di opposti principi creatori nell’Anima universale da cui discendono tutte le cose, e un’attitudine religiosa, infine, una disciplina rituale che a quella fonte originaria riconduce mediante un complesso simbolismo iniziatico. Una cultura come quella occidentale, stanca del proprio appagamento materiale e sempre meno incline a confidare nelle sicurezze della ragione, può trarre vantaggi, secondo Nayak, da un rispettoso confronto con la lezione di spiritualità impartita dalle scuole tantriche.
Il Principe e il Paranormale
La Famiglia Reale inglese e il mondo della parapsicologia
Autore/i: Dale John
Editore: Mediolanum Editori Associati
prefazione di Oscar Cairoli, traduzione di Maria Grazia Zuffi.
pp. 256, Milano
Da anni l’interesse per i fenomeni paranormali manifestato dal Principe Carlo d’Inghilterra, erede al trono di Gran Bretagna, ha suscitato infinite polemiche e lo scandalo dei benpensanti. Le smentite ad opera dei portavoce della Corte di San Giacomo e dello stesso Carlo non sono servite a nascondere il fascino profondo che esercitano sul Principe quegli eventi straordinari e razionalmente inspiegabili che rientrano nel novero della parapsicologia. Ciò spiega, quindi, fatti singolari come il tentativo di contattare i fantasmi di personaggi storici del passato nelle stanze più segrete del Castello di Windsor, le sedute spiritiche, la fiducia nelle terapie alternative, il viaggio solitario in Kenya sulle tracce di C.G. Jung ispirato da Laurens van der Post.
Carlo, in ogni caso, non è il solo componente della Famiglia Reale inglese a occuparsi del mondo dell’inesplicabile. La sua passione per le entità spirituali si riallaccia, quasi per un fattore genetico, a quella manifestatasi da generazioni e generazioni nella Casa di Windsor.
A proposito della Regina Vittoria e del suo amore per le sedute spiritiche si racconta, ad esempio, un aneddoto significativo.
Quando la sovrana informò l’ex primo ministro Disraeli, in fin di vita, del desiderio di fargli un’ultima visita, il celebre uomo politico commentò: “Meglio di no. C’è il rischio che venga solo per darmi un messaggio da consegnare al Principe Alberto.”
John Dale è un giornalista professionista, che collabora con testate prestigiose come Daily Mail Observer e Sunday Standard. Oltre a questo volume, che ha suscitato enorme risonanza e non poche polemiche in Gran Bretagna, ha scritto The World Beneath My Bicycle Wheels (Il mondo sotto le ruote della mia bicicletta).
Sviluppare la Memoria
In 15 lezioni facili e divertenti
Autore/i: Forno Guido
Editore: Casa Editrice Meb
prefazione dell’autore.
pp. 168, Padova
Volete «costruirvi» una memoria infallibile? Volete imparare a ricordare con facilità e prontezza? È sufficiente leggere con attenzione e mettere in pratica gli elementari consigli contenuti nelle 15 lezioni di questo libro. In breve, vi accorgerete di riuscire a rammentare anche le cose più strane, oltre naturalmente a tutto ciò che di utile desiderate tenere a mente: cifre, numeri telefonici, carte da gioco, indirizzi, nomi, date, statistiche, orari.
Saprete come grandi personaggi del passato potevano dare dimostrazioni della loro stupefacente memoria e li potrete imitare, esercitando la vostra memoria e divertendovi!
Miracolo della Rosa
Non sarò né marinaio, né esploratore, né gangster, né ballerino, né pugile.
Autore/i: Genet Jean
Editore: Il Saggiatore
a cura di Alberto Capatti, introduzione e traduzione di Dario Gibelli.
pp. 384, Milano
Una prima descrizione di “Miracolo della rosa” la dà Genet stesso, nel 1943, in una lettera al suo editore, scritta dal carcere della Santé: “Si tratta della merivigliosa avventura degli ultimi quarantacinque giorni di un condannato a morte. E poi, le mie memorie romanzate”. Ambientato a Fontevreault, antica abbazia dei re di Francia degradata da Napoleone a carcere, la storia centrale di Arcamone, il condannato a morte, fiorisce con il vigore di un ciclo mitico abbracciando le storie dei compagni di pena di Genet e trasfigurandosi in leggenda di santi e poema cavalleresco. E l’universo carcerario, fortemente segnato dall’erotismo omosessuale, diventa figura paradossale di un ordine monastico con le sue regole crudeli.
Scritto in carcere nel 1943-44 sui fogli forniti ai detenuti per la confezione di sacchetti di carta, Miracolo della Rosa è ambientato nel penitenziario di Fontevrault durante l’inverno 1940-41, in piena occupazione tedesca, e alterna al resoconto della vita di prigionia del protagonista “Jean Genet” la rievocazione della colonia penale di Mettray, dove l’autore sedicenne era stato internato per furto, tessendo tra i due istituti una serie di analogie destinate a sottolinearne la continuità e a dare origine a una doppia fantasia: quella del colono adolescente ipnotizzato dalla celebre fortezza in cui sono rinchiusi i suoi predecessori – eroi o “santi” promessi all’adorazione, all’emulazione e al canto – e quella del detenuto adulto intento a rivivere nostalgicamente il paradiso perduto della propria infanzia. A Fontevrault, infatti, il protagonista ritrova altri reduci di Mettray: il giovane Bulkaen, oggetto di una passione febbrile, Divers, lo “sposo” dei suoi sedici anni, ma soprattutto Harcamone, il “fidanzato mistico” che, in attesa dell’esecuzione capitale, domina sul penitenziario manifestandosi in una serie di apparizioni miracolose. Autobiografia poetica e visionaria, il Miracolo trasfigura la materia sordida da cui trae origine e la sublima in leggenda. Inizialmente praticata per salvarsi dall’isolamento, la scrittura diviene così strumento di un’autentica invenzione di sé, capace di trasformare la vittima sociale in libera soggettività grazie a una lingua classica, sontuosa e solenne, ironicamente contestata, al proprio interno, dal gergo e dagli eccessi dell’immaginario erotico.
Jean Genet (1910-1986) è una delle figure più complesse e provocatorie della letteratura del Novecento.
Dopo un’infanzia di abbandono e miseria, i primi furti, la sua vita si è svolta fra la colonia penale a Mettray, la legione straniera in Siria e Marocco, i vagabondaggi omosessuali, il ritorno in Francia e di nuovo il carcere. Il Saggiatore ha già pubblicato i romanzi Notre-Dame-des-Fleurs, Pompe funebri, Querelle di Brest, Splendid’s e Diario del ladro, tradotti dalle edizioni originali fuori commercio, oltre alla biografia Ladro di stile di Edmund White.
Charles Darwin : «Storia» ed «Economia» della Natura
Autore/i: Pancaldi Giuliano
Editore: La Nuova Italia
premessa dell’autore.
pp. 218, Firenze
Questo libro presenta una delle prime indagini sistematiche sulla formazione della teoria darwiniana alla luce dei numerosi manoscritti, di argomento filosofico e antropologico oltre che biologico, lasciati dal naturalista inglese e rinvenuti o pubblicati di recente. Vi si esaminano, inoltre, alcuni aspetti dell’interpretazione marxiana dell’opera di Darwin e si compie una prima ricognizione della diffusione del darwinismo nella cultura italiana del secolo scorso.
Una delle ipotesi interpretative adottate, cui si allude nel titolo, privilegia lo studio dei rapporti che si stabilirono fra le diverse scienze, e in particolare fra scienze naturali e scienze umane, in condizioni storiche determinate. Ma il titolo allude anche a un‘altra chiave di lettura, presente nel libro. Essa si esprime nel proposito di individuare l’oggetto della teoria darwiniana prescindendo dalla apparente omogeneità della tradizione evoluzionistica. È possibile così constatare quale ruolo limitato svolge, nell’opera di Darwin, la ricerca delle origini e delle genealogie, e quale parte importante vi ha, invece, l’indagine sullo stato attuale della natura e sulle leggi di trasformazione sue proprie, cui rinvia l’espressione darwiniana di una «storia orizzontale» della natura.
Giuliano Pancaldi svolge attività di ricerca nel campo della storia delle scienze, con particolare interesse per la biologia nel ’700 e nell’800.
È autore di studi sulla generazione spontanea [Pisa 1972], sulle teorie evoluzionistiche («Rivista di filosofia», 1973 e 1975), e ha curato un’antologia intitolata Evoluzione: biologia e scienze umane [Bologna 1976).
Attualmente è incaricato di Storia del pensiero scientifico nell’età moderna presso l’Università di Bologna.
Marxismo e Nonviolenza
Autore/i: Autori vari
Editore: Editrice Lanterna
pp. 256, Genova
La violenza è a tutti i livelli della nostra esistenza individuale e sociale. La Conosciamo: è la Violenza istituzionalizzata dell’oppressione e dello sfruttamento socio-economico…; è la violenza? del capitalismo, dei vari imperialismi, dei totalitarismi, dei regimi polizieschi, delle false democrazie è dei falsi socialismi…; è la violenza della censura, delle discriminazioni, delle ingiustizie, della tortura, della guerra…; è la violenza «giusta» di chi si rivolta contro le ingiustizie e quella repressiva che si abbatte sui ribelli, in una spirale sempre più micidiale…
Come possiamo contrastarla e uscire dalla sua spirale? Se è vero – come affermava Gandhi – che i fini sono nei mezzi come l’albero è nel seme, la violenza non può servire da mezzo di liberazione perché corromperebbe gli stessi obiettivi di giustizia che intendiamo» perseguire, tra i quali c’è la sua stessa eliminazione.
L’unica alternativa è data dalla nonviolenza, che è accordo perfetto tra mezzi e finì.
Ma qual è la sua strategia, quali sono le sue tecniche, quali le condizioni della sua efficacia? Se la nonviolenza ha un fine rivoluzionario, cioè mira ad un cambiamento radicale della situazione attuale, il problema è sapere come essa potrà attuarlo.
La collana intende rispondere a questi interrogativi e anche soddisfare un bisogno, assai sentito, di informazione e di approfondimento della teoria e della prassi della nonviolenza. In essa si cercherà di dare delle risposte politiche al nostro problema; si metteranno a confronto teorie, strategie, esperienze che hanno in comune la ricerca, di efficaci alternative al metodo della violenza nella lotta per il cambiamento sociale. Ma non ci illudiamo: la nonviolenza non potrà dare ’una’ risposta a tutto. Ci basterà che le sue proposte non vengano più ignorate, ma siano sinceramente meditate da quanti si adoperano per la liberazione dell’uomo.
Il Movimento Nonviolento, che ha curato la pubblicazione di questo volume, si augura che esso serva a sviluppare ulteriormente il dibattito tra «Marxismo e nonviolenza», soprattutto su due punti che nel volume si frammischiano, e cioè:
1) l’uso della violenza e della nonviolenza in generale in tutti i processi di trasformazione da un sistema sociale ad un altro, e le conseguenze che l’uso di questi mezzi ha, poi, sul tipo di «governo» emergente e sulla stessa conformazione del nuovo Sistema somale;
2) il valore di forme di democrazia di base (comitati di base, consigli, ecc.) e di metodi «nonviolenti» di lotta (oltre allo sciopero ed al voto, già usati tradizionalmente, anche la non collaborazione, il boicottaggio, l’occupazione, la disobbedienza civile, ed altri) nella specifica esperienza del nostro paese per la costruzione di una via autenticamente italiana di transizione ad un socialismo «dal volto umano».
La Stregoneria in Italia
Scongiuri, amuleti e riti della tradizione
Autore/i: Romanazzi Andrea
Editore: Venexia
prefazione di Selene Ballerini, introduzione dell’autore, fotografie dell’autore.
pp. 232, nn. foto b/n, Roma
Sin dai tempi più arcaici gli uomini hanno cercato di contrastare le manifestazioni più estreme della Natura attraverso un’azione magica, che si è evoluta nei secoli generando credenze, riti e tabù. In Italia, in particolare, è sorta così una religione popolare di antica origine pagana in grado di proteggere dalla Natura ma soprattutto di rispondere alle esigenze terrene e materiali del devoto. Il libro affronta le espressioni di stregoneria popolari e rurali italiane, in un viaggio tra i rituali e gli scongiuri che sanciscono i momenti di passaggio della vita umana in un attento quadro degli antichi usi e costumi della nostra penisola.
Gli Strumenti del Mago
Come realizzare e dove trovare gli strumenti indispensabili alle pratiche e ai rituali di magia
Autore/i: Cunningham Scott; Harrington David
Editore: Armenia Editore
prefazione di Scott Cunningham, introduzione degli autori, traduzione di Lucia Panelli.
pp. 256, nn. ill. b/n, Milano
Chi vuole dar luogo a cambiamenti positivi nella propria vita segua i consigli di Scott Cunningham e David Harrington, maestri nella realizzazione di tutti quegli oggetti che costituiscono parte essenziale dei rituali magici.
Oltre a spiegare nei dettagli come procedere per creare con le proprie mani ghirlande fatate, amuleti di legno o di metallo, pentacoli, nonché pozioni miracolose per chiamare a sé amore, salute e denaro, i due autori svelano anche i segreti per trasferire su tali strumenti l’energia positiva che è insita in ciascuno di noi.
Proponendo con originalità ed estro antichi rituali appartenenti a lontane civiltà, Cunningham e Harrington insegnano dunque a cercare dentro di sé quell’atteggiamento positivo che, debitamente sostenuto da oggetti propiziatori, aiuta a realizzare qualunque sogno.
Le più Antiche Storie del Mondo
Resuscitati da un sonno plurimillenario miti ed epopee delle più remote civiltà
Autore/i: Gaster Theodor H.
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
premessa dell’autore, prefazione di Giorgio Levi Della Vida, traduzione di Nicoletta Coppini.
pp. 224, 8 tavv. b/n f.t., Milano
«Sono tutte narrazioni splendidamente fantasiose ed emotive… Il legame con l’amico, l’amore per fa bellezza femminile, l’avido desiderio del segreto di vita eterna, la perduta speranza del ritorno di giovinezze che cosa . sono se non l’universale umano? Ebbene; circa cinquemila anni or sono, già questi temi si facevano poesia.» (Franco Antonicelli)
Composte oltre quaranta secoli fa da popoli che vivevano nel vicino Oriente – Babilonesi, Assiri, Ittiti e Cananei – queste storie furono graffite su tavolette d’argilla e recuperate soltanto verso la metà del secolo scorso (o, in alcuni casi, solo negli ultimi decenni) dalle rovine di città inghiottite dal tempo, dove gli archeologi trassero alla luce antichissime biblioteche, come quella di Assurbanipal a Ninive o quella del tempio di Ugarit. Il professor Theodor H. Gaster, insigne studioso inglese delle letterature primitive, per la prima volta ha portato al livello di lettura corrente i testi pazientemente decifrati da scritture sillabiche, ideografiche, cuneiformi. Queste storie, che erano destinate ad essere lette ad alta voce o recitate, sono epopee di eroi, grottesche narrazioni familiari degli dèi, interpretazioni mitiche dei fenomeni naturali, racconti tragici, favole di animali e di mostri.
I loro simboli riportano il lettore a un’arcaica visione del mondo piena di ansie, incubi e speranze.
L’Armonia delle Donne
Trattato medievale di cosmesi con consigli pratici sul trucco e la cura del corpo
Autore/i: Trotula de’ Ruggiero
Editore: Piero Manni Editore
a cura di Piero Manni, interventi di Eva Cantarella e Andrea Vitali, in copertina: Piero Di Cosimo, Ritratto di Simonetta Vespucci, 1490 ca.
pp. 136, San Cesario di Lecce
De ornatu mulierum, qui tradotto e presentato con testo a fronte, è il primo manuale di cosmesi del mondo occidentale. A scriverlo è Trotula de’ Ruggiero, allieva e poi magistra, nel secolo XI, presso la Scuola Medica Salernitana, autrice anche del De passionibus mulierum in, ante et post partum, trattato di ostetricia e ginecologia che ebbe grande autorità e fortuna per tutto il Medioevo.
In L’armonia delle donne Trotula dà indicazioni su come conservare e migliorare la bellezza femminile attraverso la preparazione di creme e infusi naturali.
Oltre ad insegnamenti sul trucco, suggerisce come eliminare le rughe, il gonfiore dal volto, le borse sotto gli occhi, i peli superflui, come donare candore alla pelle, nascondere lentiggini e impurità, lavare i denti ed eliminare l’alitosi, e ancora tingere i capelli, curare screpolature di labbra e gengive, e anche “ut virgo putetur que corrupta fuit”, ossia come, con le erbe, riacquistare la verginità.
La cura estetica non rappresenta un aspetto frivolo, anzi: la bellezza di una donna ha a che fare con la filosofia della natura cui si ispira l’arte medica del tempo, ed è il segno di un corpo sano in armonia con l’universo.
In Appendice le piante officinali citate da Trotula: ancora oggi si trovano nelle campagne e in erboristeria.
Trotula de’ Ruggiero conosciuta anche con il nome di Trottula, Trotta, Trocta o Troctula, è stata una medichessa che nell’XI secolo operò nell’ambito della Scuola Medica Salernitana.
Nata a Salerno dalla nobile famiglia de’ Ruggiero, sposò il medico Giovanni Plateario, da cui ebbe due figli, Giovanni e Matteo, che proseguirono l’attività dei genitori e i quali, insieme al padre, sono ricordati come Magistri Platearii.
A lei è attribuito, pur con qualche controversia, il trattato De passionibus mulierum ante, in et post partum, edito a stampa solo nel 1544, a Strasburgo, nell’edizione tarda di George Krant, che segna la nascita dell’ostetricia e della ginecologia come scienze mediche.
Inoltre scrisse De ornatu mulierum (Sui cosmetici delle donne) e Practica secundum Trotam (La pratica medica secondo Trotula).
Confessioni di un Musicista Romantico
Autore/i: Liszt Franz
Editore: Edizioni Ripostes
introduzione e cura di Luigi Cortese.
pp. 144, Salerno
Le Confessioni di un musicista romantico (Franz Liszt, 1811 – 1886) apparvero sotto forma di “lettere” sulla Revue et Gazette Musicale. Tradotte in tedesco, formarono il secondo volume della raccolta degli scritti lisztiani. La prima pubblicazione in volume, nell’originale francese (Lettres d’un bachelier ès musique), è dovuta a Jean Chantavoine, biografo e studioso di Liszt, che nel 1912 curò la ristampa delle presenti lettere, precedute dal saggio De la situation des artistes et de leur condition dans la société, e dalla Lettre d’un voyageur à M. George Sand (usciti anch’essi sulla Gazette Musicale nel 1835) sotto il titolo di Pages Romantiques. Queste pagine riflettono con tale evidenza le caratteristiche del periodo romantico, da aver indotto lo stesso Chantavoine a considerarle “appartenenti al loro tempo non meno, e talora forse più, che al loro autore”. Già nel suo lungo scritto Sulla situazione degli artisti il ventiquattrenne Liszt si era assunto con baldanzosa fierezza il compito di combattere con la maggiore energia tutti i pregiudizi che intralciavano il cammino degli artisti e dei musicisti in particolare, e di affermare il loro diritto – ch’egli considerava troppo a lungo trascurato e misconosciuto – ad esser posti sullo stesso piano dei filosofi, degli scienziati, dei politici. Ma tutto ciò non toglie che traverso le lettere di Liszt si colga la potenza universale, e modernissima, anzi postmoderna, del “pubblico”, della dimensione informazionale, che permea la cultura. Sì che si possa una volta di più osservare: quanto più romatico, tanto più postmoderno…
Acque Sacre
Il pellegrinaggio alla sorgenti del Gange
Autore/i: Alter Stephen
Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati
traduzione di Stefano Beretta, Luisa Corbetta, Sergio Mancini e Marina Visentin.
pp. 332, 1 cartina b/n, Milano
“Sin da quand’ero bambino la mitologia del Garhwal fa parte del mio immaginario, anche se non dichiarerei mai di essere un indù. Mi vedo invece come un pellegrino che non segue le dottrine prescritte da una fede particolare, ma va alla ricerca dei legami sottili e misteriosi tra l’esperienza umana, le narrazioni mitologiche e la storia naturale.” Il Char Dham Yatra è un pellegrinaggio verso le sorgenti del Gange, il fiume sacro dell’india, intrapreso a piedi ogni anno da milioni di fedeli indù. Raramente gli occidentali hanno avuto occasione di parteciparvi o di assistervi da vicino. Stephen Alter, americano, nato e cresciuto in India, qualche anno fa ha deciso di percorrere quegli stessi sentieri e attraversare quei luoghi sacri nella regione del Garhwal, rinunciando alle solite comodità per raggiungere una comprensione più vera di quella realtà. Un viaggio durato mesi, segnato da faticose arrampicate sui monti, discese lungo i fiumi, soste sotto la pioggia, ma anche e soprattutto un viaggio spirituale, in cui l’autore, pur non rinunciando alla prospettiva laica, descrive un percorso di conoscenza e maturazione a contatto di una natura spesso inospitale e violenta.
Shravan
I La ricerca RISHIKESH – YAMUNOTRI
Sentieri e carrozzabili
Esilio nella foresta
I figli di Sagara
Il lago degli dèi
Yamuna Devi
II Esperienze YAMUNOTRI – GANGOTRI
Dicembre
Sentieri perduti
Solstizio d’inverno
Fuoco e ghiaccio
III Riflessione GANGOTRI-KEDARNATH
La bocca della vacca
La forma di una pietra
La Dea e il bufalo
Il sentiero del paradiso
IV Trascendenza KEDARNATH – BADRINATH
I veicoli degli dèi
L’ombelico di Shiva
Chipku
Il regno di Vishnu
Soliloquio
Epilogo
Glossario
Ringraziamenti
Morte di Mezza Estate
E altri racconti
Autore/i: Mishima Yukio
Editore: Ugo Guanda Editore
prefazione di Alberto Moravia, traduzione di Marco Amante.
pp. 252, Parma
Scrittore aggressivo, emblematico di una cultura elegante e basata sul rituale, Yukio Mishima uniformò il suo stile di vita ai precetti degli antichi samurai, eccellendo nelle arti letterarie e in quelle marziali. Eppure Mishima fu il più “occidentale” degli intellettuali giapponesi proprio per aver saputo cogliere il dualismo, la contraddittorietà di una civiltà in cui accanto al neocapitalismo coesiste una visione del mondo di tipo tradizionale.
L’intreccio di arte e di azione – che richiama alla memoria modelli ben noti della cultura decadente occidentale – non basta a spiegare la tragica coerenza del personaggio, né la sua posizione di primo piano nella letteratura giapponese del Novecento. A questo fine i dieci racconti di Morte di mezza estate – il meglio di Mishima – si rivelano illuminanti: introducono ai temi fondamentali della sua opera (primo fra tutti l’indagine sulle dimensioni interiori dell’uomo) e ad una ricerca estetica che dà vita ad un linguaggio ora prezioso ora freddo e lineare. Tra i racconti e da segnalare Patriottismo, profetica anticipazione letteraria del suicidio di Mishima, avvenuto con l’antico rito del seppuku.
Yukio Mishima nacque a Tokio nel 1925. Laureatosi in giurisprudenza, si dedicò presto ad una fecondissima attività di romanziere, commediografo e saggista. Fu Kawabata a consacrare la sua notorietà. Compì numerosi viaggi in Occidente e fu candidato al Nobel. Fondatore di un raggruppamento giovanile nazionalista, Mishima si uccise a 45 anni, nel 1970, per protesta contro l’abbandono dei valori tradizionali e l’asservimento del Giappone alle potenze straniere.
I Paesi del Benessere e gli Altri
La pianificazione negli Stati di Benessere e le sue implicazioni internazionali
Autore/i: Myrdal Gunnar
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Maria Grazia Bandini.
pp. 272, Milano
Integrazione, disintegrazione: sono questi i termini che più frequentemente ricorrono nel presente libro, già familiari del resto ai molti lettori che il Myrdal conta anche nel nostro paese. Essi si riferiscono al grado di unione, di compattezza, di omogeneità, ai vincoli interni di tipo positivo, che una comunità – sia essa nazionale o internazionale o addirittura quella mondiale complessivamente presa – riesce o non riesce” a raggiungere. Convinto seguace della politica dello Stato di Benessere, l’economista svedese ne sottolinea il valore ai fini del conseguimento della integrazione delle società nazionali in cui essa viene attuata. Questa politica, attraverso la quale lo Stato si assume compiti crescenti nella vita economica, diventando un “organisational state,” e adotta forme sempre più estese di pianificazione, comporta però, sul piano internazionale, conseguenze opposte a quelle che ottiene sul piano interno. Alla tendenza positiva verso la integrazione all’interno fa riscontro una tendenza negativa verso la disintegrazione della comunità mondiale presa nel suo complesso: questo perché la politica dello Stato di Benessere e stata storicamente un fenomeno di tipo sostanzialmente nazionalistico. È necessario, si chiede il Myrdal, che sia cosi? Assertore, come si è detto, dello Stato di Benessere, l’autore è altresí un valido esponente della scuola del neo-internazionalismo economico. Cardine delle idee di questa corrente è il principio che i problemi di politica economica vadano impostati nel senso di un allargamento e non di una restrizione dei rapporti fra i paesi. Questo principio, che fu proprio della grande tradizione classica, richiede però per la sua realizzazione condizioni che vanno al di là di una somma di reciproci atti di fiduciosa apertura delle barriere doganali, come si riteneva nell’Ottocento. Esso pone problemi di coordinamento che vogliono trasferita l’idea della pianificazione dall’ambito nazionale a quello mondiale.
Gunnar Myrdal, nato nel 1898 a Dalecarlia in Svezia, ha studiato a Stoccolma, dove si è laureato nel 1923, e dove fu per molti anni allievo di Gustav Cassel, al quale successe nel 1933. Membro del Partito Laburista Svedese, fu eletto nel 1934 al Senato e prese viva parte all’attività riformatrice del suo paese. In questo dopoguerra il Myrdal è stato per vari anni Segretario esecutivo della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite. Tra le sue opere più note ricordiamo L’elemento politico nella formazione delle dottrine dell’economia pura; An American Dilemma: the Negro Problem and Modern Democracy; An International Economy.
Vita e Arte di Veggente
Autore/i: Robin Françoise
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, traduzione di Andrea D’Anna.
pp. 368, ill. b/n, Milano
Raccontate in prima persona le esperienze umane, emozionali e psicologiche di una donna come tutte le altre che, coltivando e imparando a dominare certe facoltà paranormali che in modi e gradi diversi tutti possediamo, ha raggiunto eccezionali capacità nell’arte della veggenza e nelle pratiche della divinazione. «Sono nata a Lione, la città della magia, delle società segrete, delle scienze occulte. Ma questo non ha avuto nessuna influenza su di me, mi sono sempre rifiutata d’interessarmi al mondo dell’aldilà, alle case infestate dagli spiriti, alle messe nere. È stato ben altro a traumatizzarmi…» scrive Françoise Robin, e nel suo libro spiega con linguaggio semplice e immediato il lungo e duro tirocinio compiuto per distinguere il vero dal falso in un mestiere che si presta a fin troppi equivoci e da taluni è guardato con estrema diffidenza mentre da altri viene accettato con acritica fiducia. Col bilancio senza indulgenze della sua singolare esistenza, la più famosa veggente della Francia d’oggi espone una ricchissima serie di casi, che le sono capitati, di persone con cui è entrata in contatto a causa della sua professione: con grande delicatezza, descrive i problemi più intimi, le debolezze più segrete, le perversioni più occulte di un vasto ed esemplare campionario di umanità che va da divi cinematografici a coniugi infelici, da adolescenti inquieti a uomini politici in declino, da malfattori a capitani d’industria in difficoltà, da gente della strada stravolta e angosciata a personalità del teatro e della letteratura vittime delle più diverse forme di ansia. Ma Vita e arte di veggente non è solo uno straordinario libro di confessioni: è anche un vero e proprio manuale di iniziazione pratica ai “segreti del mestiere”, fino a oggi gelosamente custoditi o volutamente resi oscuri. Françoise Robin fa cadere il muro di mistero, che circonda la sua professione, e sotto la sua guida semplice e precisa diventa facile per tutti leggere la mano e le carte, interpretare i tarocchi, le macchie d’inchiostro, i fondi di caffè e i sogni, presagire il futuro con l’aiuto dei numeri e degli spilli. È un libro che si legge d’un fiato, sia che lo si accetti come una porta aperta sul mondo della parapsicologia sia che lo si prenda come guida per trascorrere piacevoli serate alle prese con la decifrazione dei labirintici segni che regolano le vie del nostro destino.
Il Libro dei Miracoli
Istruzioni per l’uso
Autore/i: Buongiorno Teresa
Editore: Edizioni Corbaccio
disegni di Grazia Nidasio, in copertina: Beato Angelico, «Un miracolo dei SS. Cosma e Damiano», particolare, Firenze, Museo di San Marco.
pp. 176, ill. b/n, Milano
«Prima o poi ciascuno di noi deve fare i conti con i miracoli, in questa fine millennio in cui le madonne piangono e i vescovi impongono le mani. Per saperne di più ho cercato invano in libreria un testo che non fosse di parte. Così, per venirne a capo, ho raccolto le mie impressioni in un taccuino di viaggio, lungo un percorso compiuto in un territorio controverso e scarsamente noto. Molte volte sono stata tentata di desistere: ho incontrato fantasmi dimenticati, ricordi rimossi, esperienze inquietanti. Perché, come dice san Paolo, “ci sono più cose in cielo e in terra di quante ciascuno di noi possa immaginare”.»
Abbiamo tutti bisogno di miracoli, ma questi sono davvero possibili? E come fare a riconoscere quelli autentici tra gli imbrogli dell’imbonitore di turno? In questo viaggio nei territori del miracolo Teresa Buongiorno, oltre a raccontare alcuni fatti straordinari di cui è stata testimone, ne rintraccia altri lungo la storia del mondo, tornando ai tempi dell’Antico Testamento, fermandosi tra gli etruschi, mescolandosi ai discepoli di Gesù in Palestina, peregrinando dall’una all’altra Madonna, addentrandosi tra le nebbie lucenti della new age e le faticate conquiste della scienza.
Questo è comunque un libro che non disdegna il sorriso e che non pretende di essere esauriente.
Vuole offrirvi soltanto un filo rosso per districarvi nel labirinto della vita, e trovare nuove serenità, magari disegnando mandala sull’onda di Aurobindo.
Affascinante, divertente, commovente e pieno di sorprese, e il primo manuale di istruzioni per l’uso dei miracoli: un viaggio nell’incredibile, la mappa di un territorio inquietante e romanzesco, nascosto dietro le apparenze della normalità quotidiana.
Teresa Buongiorno, giornalista e scrittrice, studiosa di mass media e di Medioevo, ha vinto numerosi premi per le sue opere, che sono state tradotte in spagnolo, tedesco, portoghese, polacco e trascritte in braille. Ricordiamo il Dizionario della letteratura per ragazzi, il Dizionario della fiaba e, tra i romanzi, editi da Salani, Olympos, diario di una dea adolescente (1995), La stella di Tramontana (1996) e Camelot, l’invenzione della Tavola Rotonda (1997).
L’Immagine del Mondo
Autore/i: Schrödinger Erwin
Editore: Bollati Boringhieri Editore
presentazione di Bruno Bertotti, la presente raccolta è stata eseguita su indicazione dell’autore per l’edizione italiana, traduzione di Adolfo Verson.
pp. 388, nn. ill. b/n, Torino
Questo libro presenta una raccolta di saggi, eseguita su indicazione dell’autore stesso, che abbraccia un periodo compreso tra il 1929 e il 1958; essa include il discorso tenuto da Schrödinger in occasione del conferimento del premio Nobel, in cui egli espone “L’idea fondamentale della meccanica ondulatoria”. Tre sono i motivi guida che ricorrono in questo libro, e nel pensiero dell’autore. Innanzitutto, il grande dibattito sui fondamenti della meccanica quantistica, rispetto alla quale Schrödinger, che pure ne fu uno dei creatori, mantenne una posizione critica, con un’inflessibilità filosoficamente motivata. In un secondo gruppo di saggi, l’autore ritrova le radici della comprensione razionale del mondo nel pensiero greco classico, del quale mette in luce lo straordinario sforzo teorico e individua alcuni caratteri essenziali, comuni ai Greci e a noi, in terzo luogo, egli dedica la propria riflessione all’impossibilità di sottoporre il soggetto a indagine scientifica: emergono qui le sue più vaste conoscenze filosofiche (e religiose) sulla coscienza individuale e sulla natura del reale.
Accessibili anche al lettore sprovvisto di conoscenze tecniche, questi saggi tratteggiano una figura affascinante di scienziato filosofo, e sono illuminanti per l’originalità delle concezioni e per la chiarezza incisiva dello stile.
Disintossicarsi con l’Olio di Girasole
Autore/i: Wolfram Katharina
Editore: Macro Edizioni
introduzione dell’autrice, traduzione di Enrica Albites-Coen.
pp. 112, Diegaro di Cesena (FC)
Le tante sostanze tossiche presenti nell’aria, nell’acqua, nel terreno, nel cibo, in molti materiali da costruzione… e le tensioni ed emozioni negative che ogni giorno proviamo ci attaccano senza tregua.
Allergie, stanchezza cronica, impurità della pelle sono alcuni sintomi dell’avvelenamento in atto nel nostro organismo.
Tenere dell’olio di girasole in bocca, “masticarlo” e utilizzarlo per risciacquare a lungo la cavità orale è una facilissima cura casalinga che offre risultati sensazionali, soprattutto per quanto riguarda la salute dei denti e delle gengive, i problemi digestivi, la libertà di respiro a livello di naso e gola, la capacità di concentrarsi e, naturalmente, la difesa dalle infezioni.
In Disintossicarsi con l’olio di girasole trovate le informazioni necessarie per sperimentare con successo questa cura che si adatta a qualsiasi problema dell‘apparato respiratorio, digestivo e urogenitale e in particolare:
- le diverse sostanze oleose vegetali utilizzabili (l’olio di semi di girasole e di sesamo e il gel d’aloe vera);
- ogni singolo aspetto di questa terapia disintossicante;
- suggerimenti preziosi per trovare la formula che meglio risponde alle vostre esigenze personali.
Katarina Wolfram è autrice e giornalista freelance; esperta di salute olistica e medicina alternativa, si occupa principalmente di salute, terapie alternative e spiritualità. Ha all’attivo diversi libri sull’argomento.
Labirinti
Forme e Interpretazioni • 5000 Anni di Presenza di un Archetipo • Manuale e filo conduttore
Autore/i: Kern Hermann
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
terza edizione riveduta e aggiornata, prefazione dell’autore, traduzione dal tedesco di Libero Sosio.
pp. 434, 550 illustrazioni a colori e b/n, Milano
Nel linguaggio comune il labirinto è una situazione complessa, ingarbugliata, spesso inestricabile, dalla quale non si intravede una via d’uscita.
“Nel labirinto entrai, ne veggio ov’esca”, scriveva il Petrarca con riferimento alle pene d’amore; “al laberinto et al camin d’errore” furono traviati dal desiderio amoroso due personaggi dell’Ariosto che sarebbero stati altrimenti “sempre di laude degni e d’ogni onore”; la gioia della perdizione “in mezzo un giardin del labirinto / che par che da ogni fronda amore spiri” stilla invece dai versi del Tasso. E D’Annunzio sospira: “Oh di roseti / profondi laberinti / ove i poeti / in giacigli segreti / stanno alle belle avvinti!” Uno scienziato come Galileo vede nella matematica una sorta di filo d’Arianna per orientarsi nella comprensione della natura; senza gli strumenti della matematica “e un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto”. Nella “leggenda del labirinto può essere ravvisata”, secondo Freud, “la rappresentazione di una nascita anale: i corridoi aggrovigliati sono l’intestino, il filo di Arianna il cordone ombelicale”. Nietzsche denuncia la dissennata crudeltà psichica dell’uomo nel volersi trovare “colpevole e riprovevole fino all’impossibilita d’espiazione … per tagliarsi una volta per tutte la via d’uscita da questo labirinto di ’idee fisse’ e di acquistare una tangibile certezza della propria assoluta indegnità” dinanzi a Dio. L’immagine del labirinto è spesso usata per esprimere la complessità della natura umana: di “labirinti dell’animo” parla Tecchi, di “laberinto dell’io” Papini, di “labirinti del cuore” Calandra, di “labirinti del cervello” De Amicis, di “labirinto della memoria” Gadda (per non parlare di quello splendido cultore di labirinti della memoria e dell’immaginazione che è Borges).Ma dietro questo ricorrere quasi ossessivo della nozione di labirinto (le citazioni del labirinto nella letteratura si potrebbero moltiplicare facilmente all’infinito) c’è una precisa e millenaria tradizione figurativa che Kern ha ricostruito magistralmente in questo libro e nella mostra sui labirinti, ricomponendo pazientemente i tasselli di un mosaico grandioso e variopinto di cui si cominciano a vedere le grandi linee.
Il labirinto è prima di tutto una figura che fa la sua comparsa nel bacino mediterraneo in epoca protostorica e che ha origine forse a Creta, la mitica patria del labirinto cretese. Una figura che ha però un’incredibile tenacia e persistenza, che supera secoli e millenni passando da una cultura all’altra ed evolvendosi come un organismo vivente, modificandosi e mutando di significato, ma conservando sempre un fascino misterioso e una segreta rispondenza a bisogni profondi. La storia del labirinto è una storia che presenta vari motivi di interesse e il suo studio ci consente fra l’altro di renderci conto di aspetti della tradizione culturale che spesso sfuggono alla nostra percezione orientata sul presente. Una storia ricca di significati e di simboli, di implicazioni magiche e religiose, in cui si esprimono una coscienza primordiale dell’uomo e della sua unità profonda col grembo della madre terra e le sue aspirazioni a trovare un riscatto da una situazione di estraneità e di disperazione. La storia del labirinto, dai graffiti rupestri e dal labirinto cretese ai labirinti romani, ai labirinti medievali dei manoscritti e delle chiese, ai labirinti da giardino, alle “Trojaburg” e ai labirinti extraeuropei, è una storia intessuta di elementi culturali di vario genere, un viaggio nella coscienza stessa dell’uomo.
Hermann Kern (1941-1985) è stato direttore del Kunstraum München e.V. e ha organizzato a partire dal 1973 più di 40 mostre di arte d’avanguardia internazionale (con ampi cataloghi) e di storia della cultura, come “Disegni preistorici sul terreno in Perù” (1974) e “Costruzioni calendariali. Grandi strumenti astronomici antichi dell’India. Messico e Perù” (1976). Per cinque anni ha lavorato alla preparazione della mostra “In labirinto”, presentata per la prima volta in Italia al Palazzo della Permanente (Milano 1981), della quale questo libro si presenta come il “manuale e filo conduttore”. Ha pubblicato numerosi articoli sull’arte contemporanea, la teoria dell’arte e la storia della cultura.
Prefazione
1. Generalità sui labirinti. Risultati, ipotesi, interpretazioni
Definizione – Principi formali – Forma di movimento – Possibilità di costruzione – Storia del vocabolo – Storia del concetto – Diffusione e luogo d’origine – Cronologia – Forme/canali della tradizione – Interpretazioni – Iniziazione, morte, inferi e rinascita – Nozze sacre? – Città, magia apotropaica e iettatura – Aspetti di cosmologia e di simbolismo astrale
2. Il labirinto Cretese
Il Palazzo di Cnosso – Il (nuovo) Labirinto di Cnosso – La caverna di Cortina – La caverna di Skotino – Edificio o forma di danza? – Il luogo della danza di Arianna – La danza della gru – Interpretazione della danza del labirinto – Interpretazione storico-politica – Iniziazione
3. I labirinti nell’architettura antica
Il labirinto egiziano – Il labirinto a Lemno/Samo – Chiusi: Il labirinto italico – La tholos di Epidauro – Didima – Il labirinto di Nauplia
4. Incisioni rupestri e graffiti
5. Il Troiae lusus
La brocca di Tragliatella – Interpretazione del Troiae lusus – 1) Le esequie funebri – 2) Fondazione di città
6. I labirinti nei mosaici romani
Catalogo dei mosaici romani con labirinti
7. I labirinti nei manoscritti
Sviluppo formale – 1) Il tipo cretese – 2) Il tipo di Otfrid – 3) Il tipo di Chartres – Orientamento –
Posizione dell’ingresso – Relazioni fra figura e testo
Catalogo dei disegni e miniature di labirinti nei manoscritti
Labirinti con significato religioso – Figure di labirinti in contesti storico-topografici – Illustrazioni e commenti ad autori classici – Il labirinto di Salomone – I labirinti di Corico – 1) Città lunare – 2) Città labirintica – 3) Tipologia – 4) Le sette mura di Corico – 5) Dal cerchio al labirinto – 6) Labirinti di Gerico cristiani
8. Labirinti delle chiese
Tipi – Forme – Interpretazioni – 1) Il labirinto come mondo del peccato – 2) Via della redenzione –
3) La danza pasquale – 4) Influenza normanna? – 5) Immagine del mondo? – 6) La via di Gerusalemme –
7) Casa di Dedalo
Catalogo dei labirinti delle chiese
9. I labirinti su prato in Inghilterra
Catalogo dei labirinti su prato inglesi
10. La rinascita dell’Antichità classica
11. Il simbolismo del centro
12. Labirinto e idea di sé
Il labirinto come marchio dell’architetto – I Gonzaga a Mantova – Imprese, gemme e ritratti emblematici
13. Il labirinto del mondo
Mandante cristiano – Maestri di calligrafia, labirinti di scrittura e labirinti spirituali – Emblemi morali e polemici – 1) Il labirinto come divisa del silenzio – 2) Polemica sul labirinto – Labirinti d’amore
14. Feste e giochi
15. Labirinti da giardino e Irrgarten
16. Trojaburg e danza della vergine
Forma e orientamento – Area di diffusione – Datazione – Usanze connesse alle Trojaburg – Nomi
17. Labirinti extraeuropei
Funzioni del labirinto in India – 1) Cakra’vyūha – 2) Protezione magica – 3) Magia del parto – 4) Il Vessantara
jātaka – Irradiazioni dall’India verso Giava e verso Sumatra – America
18. Epilogo
Bibliografia
Indice dei luoghi
Indice dei nomi
L’Oro Interiore
Alla ricerca della gioia e di altri tesori
Autore/i: Grün Anselm
Editore: Edizioni Paoline
introduzione dell’autore, traduzione dal tedesco di Giuliana Lupi.
pp. 192, Milano
Come in natura l’oro e presente nei luoghi più disparati, così possiamo trovarlo in diverse forme anche nella nostra interiorità: in superficie o in profondità, nella luce o nell’oscurità.
Poniamoci dunque alla ricerca dei tesori che rendono preziosa ogni esistenza.
Primo fra tutti la gioia, forza terapeutica e stimolante, in grado di svelare ciò che di bello e splendente è disseminato nel nostro oggi.