Libri dalla categoria Conoscienze Scientifiche
L’Arte della Guerra
L’Edizione completa dell’antica arte cinese della guerra
Autore/i: Sun Tzu; Sun Pin
Editore: Neri Pozza Editore
traduzione, introduzione storica e commento di Ralph D. Sawyer, con la collaborazione di Mei-chün Lee Sawyer, saggio introduttivo di Alessandro Corneli, traduzione di Stefano Di Martino.
pp. 384, Vicenza
Tra gli scritti fondamentali del pensiero cinese, accostabile per importanza a «un grande classico confuciano» (The Times), l’Arte della guerra di Sun Tzu, composta più di 2.500 anni fa, è stata a lungo ritenuta una gemma solitaria, un’opera preziosa e unica dell’antica filosofia cinese del conflitto e della lotta. La scoperta poi dei Metodi militari, l’opera di Sun Pin, nipote o probabilmente bisnipote di Sun Tzu, un testo successivo di un centinaio d’anni circa all’Arte della guerra, ha svelato che in Cina è esistita per un periodo nient’affatto breve una fiorente letteratura «strategica», una scuola della condotta in guerra e della teoria del conflitto che ha avuto più di un maestro.
Nella sua opera, Sun Pin non si limita, infatti, a commentare e arricchire i concetti fondamentali dell’Arte della guerra del suo illustre predecessore e antenato, da quello di chi , l’energia, lo spirito combattivo, a quello di «potenza strategica», ma elabora anche un originale pensiero della «forma» e del «senza-forma» che illumina la sublime arte di vincere in guerra adattandosi alla «forma» del nemico.
Come due capitoli originali e, insieme, complementari di un’unica Arte della guerra, i due scritti di Sun Tzu e di Sun Pin sono stati perciò raccolti e presentati da Ralph Sawyer in questo libro.
Accostando i due testi, e mostrandone i palesi e i nascosti richiami alla grande tradizione del pensiero cinese, Ralph Sawyer ci consente così per la prima volta non soltanto di cogliere la profondità di una filosofia della lotta e del conflitto in cui la suprema abilità consiste «nel piegare il nemico senza combattere la guerra», ma di capire anche l’attualità di un’opera amata da Mao Zedong e Lin Biao, da Ho Chi-minh e dal generale Vo Nguyen Giap, dagli uomini d’affari e dalle spie d’Oriente e d’Occidente, da tutti coloro, insomma, per i quali tutto ciò che racchiude il termine mou (complotto, trama, progetto, calcolo astuto) costituisce una sublime regola di vita e di condotta.
«L’edizione di riferimento per molti anni a venire». (Robin D.S. Yates)
«Un’edizione che non solo ci fa capire il pensiero strategico orientale, ma ci restituisce anche la sua dimensione culturale». (Foreign Affair)
«La più accurata, concisa, chiara traduzione di due grandi classici della strategia». (Military Review)
«Sawyer ci mostra come Sun Tzu non sia un genio solitario ma il prodotto di un’originale e ricca cultura del conflitto». (John Keegan)
Storia dell’Ebreo Errante
Dalla distruzione del Tempio di Gerusalemme al Novecento
Autore/i: Calimani Riccardo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prologo dell’autore.
pp. 570, Milano
Chi sono gli ebrei? Perché sono stati perseguitati? Come sono riusciti a sopravvivere dispersi per duemila anni? Com’è nata la leggenda dell’ebreo errante? In questo libro di bruciante attualità Riccardo Calimani ripercorre venti secoli di diaspora, dalla conquista romana della Giudea alle soglie del Novecento, raccontando una storia di uomini, idee, lotte e sconfitte, sfide intellettuali ed esistenziali. Sullo sfondo di pestilenze, espulsioni, autodafé, pogrom, ghetti, una millenaria vicenda di solidarietà e tradimenti, orgoglio e disperazione, da cui emerge in controluce anche un insolito ritratto dell’Europa cristiana. Un libro per comprendere la condizione psicologica dell’ebreo di ieri e di oggi e le mille contraddizioni del mondo cristiano; una lettura che non offre risposte definitive, ma aiuta a capire il senso dei terribili avvenimenti del Novecento.
Riccardo Calimani (Venezia, 1946) si è laureato in ingegneria elettrotecnica all’Università di Padova e in filosofia della scienza all’Università di Venezia. Fra le sue opere principali ricordiamo: il romanzo Una di maggio (1975), Storie di marrani a Venezia (1991), e da Mondadori: Destini e avventure dell’intellettuale ebreo (1996, Premio Tobagi), Gesù ebreo (1998), Capitali europee dell’ebraismo (1998), Paolo (1999), Storia del ghetto di Venezia (1995; nuova edizione illustrata 2000, Premio Costantino Pavan), Ebrei e pregiudizio (2000), Storia dell’ebreo errante (2002), L’inquisizione a Venezia (2002). Ha pubblicato inoltre alcuni testi di argomento scientifico, fra cui, con Antonio Lepschy, Feedback (1990). Ha curato nel 1984 il Dialogo sull’ebraismo del rabbino veneziano Simone Calimani (1699-1784) e nel 1998 il catalogo della mostra, svoltasi a Trienste, Le vie del mondo. Nel 1986 ha ottenuto il premio cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel 1997 il premio europeo per la cultura.
Corano Senza Segreti
Il libro sacro dei musulmani appartiene, come ogni altro libro sacro, al patrimonio dell’umanità. È una guida per tutti coloro che cercano un’espressione spirituale valida anche senza l’adesione alla religione specifica, ai suoi rituali, ai suoi eventuali limiti.
Autore/i: Mandel Gabriele
Editore: Rusconi
prima edizione, premessa dell’autore, in sovracoperta: Composizione Calligrafica, Arte Ottomana, Akka (Palestina), 1889-1890. Inchiostro, guazzo e oro su carta, Milano, Tekke dei Sufi Jerrahi-Halveti.
pp. 280, nn. tavole b/n f.t., illustrazioni b/n, Milano
Che significato ha oggi il Corano? Quale il suo valore, a fronte delle esigenze degli uomini nel XX secolo? Il Corano senza segreti, scritto da un musulmano per i non musulmani, ci aiuta ad addentrarci sino in fondo nel mondo affascinante e complesso dell’Islam.
Lettura moderna e completa del Libro sacro, lo studio di Gabriele Mandel dà una risposta a quesiti di estrema attualità, ed in modo ortodosso ma obiettivo ripercorre le tappe della composizione, del destino storico e dell’affidabilità dei testi tramandati. Dopo aver tracciato la biografia di Maometto, l’autore affronta i temi essenziali del Corano, con una sintesi di tutti i contenuti: il concetto di Dio, la creazione del Mondo, il Giudizio finale, il significato anche emblematico del Paradiso. Due capitoli sono dedicati ai profeti, ed altri spiegano il digiuno di ramazan, il pellegrinaggio alla Mecca, la preghiera rituale, le disposizioni della Legge, le imposizioni riguardanti l’uomo, la donna e l’unione coniugale.
Un aspetto fondamentale del Corano senza segreti (i cui molti passi citati son qui tradotti con la massima aderenza all’originale) è la schiettezza con la quale Gabriele Mandel affronta temi scabrosi o errori radicati in Occidente come i «versetti satanici», il velo delle donne, le quattro mogli, la «guerra santa». L’autore, offrendoci le molte “letture” che dal Corano hanno tratto i fanatici o i sufi (liberali mistici dell’Islam), fa luce su integralismi ed equivoci e, ristabilendo la verità, conclude che per l’Islam, in definitiva «nessuna guerra è santa».
Gabriele Mandel Vicario generale (khalyfa) dei Sufi Jerrahi-Halveti in Italia. Laurea Honoris Causa in Scienze Islamiche dell’Università Statale di Konya (Turchia). Membro fondatore del Direttivo dell’Università Internazionale Islamica Ibn Roshd di Córdoba (Spagna).
Direttore della Facoltà di Psicologia dell’Università Europea del Lavoro di Bruxelles.
Già docente della Facoltà di Architettura di Torino, e all’Università Iulm di Milano, quale direttore di Istituto. Artista versatile, l’European Who’s Who lo cita come il «più importante ceramista islamico contemporaneo».
Espositore alla Biennale di Venezia, ha tenuto mostre personali in numerosi musei del mondo. Autore di parecchi volumi, presso Rusconi ha pubblicato anche Storia dell’harem (1992) e Storia del Sufismo (1995).
Roma Bimillenaria
Pietro e Cesare
Autore/i: Braccesi Lorenzo
Editore: «L’Erma» di Bretschneider
premessa dell’autore.
pp. 188, Roma
Sommario:
Premessa
Prima Parte
- Aeternitas. Il mito della prima Roma
- Translatio imperii. Dalla seconda alla terza Roma
Parte Seconda
- Exempla potestatis. La leggenda di Alessandro e il mito di Roma
- Claustra Italiae. Dal pomerio al pomario
- Aemulatio Scipionis. La riscoperta di Roma repubblicana
- Imitatio Caesaris. La riscoperta di Roma imperiale
Nota bibliografica
Indice analitico
Il Dramma del Bambino Dotato e la Ricerca del Vero Sé
Riscrittura e continuazione
Autore/i: Miller Alice
Editore: Bollati Boringhieri Editore
postfazione dell’autrice, traduzione di Maria Anna Massimello.
pp. 136, Torino
A quale prezzo psicologico si ottiene un “bravo bambino”? Di quali sottili violenze è capace l’amore materno? Per l’autrice, il dramma del “bambino dotato” – il bambino che è l’orgoglio dei suoi genitori – ha origine nella sua capacità di cogliere i bisogni inconsci dei genitori e di adattarvisi, mettendo a tacere i suoi sentimenti più spontanei (la rabbia, l’indignazione, la paura, l’invidia) che risultano inaccettabili ai “grandi”. In tal modo, viene soffocato lo sviluppo della personalità più autentica, e il bambino soffrirà di insicurezza affettiva e di una sorta di impoverimento psichico. Da adulto, sarà depresso, oppure si nasconderà dietro una facciata di grandiosità maniacale. Numerosissimi esempi documentano la sofferenza inespressa di questi bambini e, al tempo stesso, le difficoltà dei genitori, incapaci di essere disponibili verso i figli.
Alice Miller vive e lavora a Zurigo dove per vent’anni ha esercitato come psicoanalista. Si è andata progressivamente distaccando dalle istituzioni e dalle posizioni teoriche e tecniche della psicoanalisi tradizionale, impostando un proprio modo di concepire e di praticare la psicoterapia. Oltre alla prima edizione del Il Dramma del Bambino dotato ricordiamo, nella stessa collana, La persecuzione del bambino e il bambino inascoltato.
Ipnosi e Autoipnosi
In 13 lezioni facili per tutti
Autore/i: Airaudi Oberto
Editore: Casa Editrice Meb
prefazione dell’autore.
pp. 192, illustrazioni b/n, Padova
Questo libro nasce dalle «tesi d’ipnosi» di decine di allievi dei corsi tenuti dall’autore, corrette ed ampliate dall’insegnante stesso. Si è avuta cura di utilizzare le intuizioni e le esperienze dirette degli ipnotisti, al fine di risolvere quei punti, particolarmente importanti, che spesso «mettono in difficoltà» gli allievi. Troverete cosi un testo facile da seguire ma completo, un vero e proprio «maestro in casa» che vi dirà tutto quanto è veramente utile per divenire ipnotisti.
Oberto Airaudi è nato a Balangero (Torino) il 29 maggio 1950.
Già da bambino comincia a mostrare insolite capacità che coltiva per molti anni. Innumerevoli sono gli episodi, riportati da vari settimanali, che lo riguardano e nei quali si manifestano i suoi «poteri paranormali».
Svolge l’attività di guaritore, ha fondato una scuola ove si applicano i suoi metodi curativi (gli studi della «Scuola Airaudi»), è presidente-fondatore del Centro di Ricerche Parapsicologiche ed Esoteriche Horus, che conta sedi in tutta Italia ed è oggi uno dei maggiori centri d’Europa.
Inoltre è uno dei fondatori della Comunità di Mamanhur, dove si applicano, esperimentano ed insegnano particolari filosofie di vita.
Da molti anni insegna ipnosi al centro Horus ed i suoi corsi sono affollatissimi (anche se la selezione è rigorosa) in quanto i metodi impiegati nell’insegnamento riescono a trasformare chiunque in un valido ipnotista.
Alla Ricerca di Spinoza
Emozioni, sentimenti e cervello
Autore/i: Damasio Antonio
Editore: Adelphi Edizioni
traduzione di Isabella Blum.
pp. 432, nn. illustrazioni b/n, Milano
Completando la trilogia iniziata con L’errore di Cartesio e proseguita con Emozione e coscienza, Damasio inserisce nell’arco che si tende fra Cartesio e Spinoza la sua interpretazione della coscienza, fondata sulla distinzione tra le emozioni, quali manifestazioni comportamentali di natura fisiologica e materiale, e la loro percezione consapevole, i feelings, o sentimenti, di carattere mentale (qualsiasi cosa questo voglia dire). Laddove Cartesio separava l’intelletto dalle passioni, giudicate di natura inferiore, Spinoza, in una premonizione biologica di inquietante modernità, vi riconobbe una medesima sostanza: «La mente è l’idea del corpo». Per usare il linguaggio di Damasio: dietro la mente vi è un feeling brain, un cervello che «sente» i messaggi del corpo.
Attingendo ai risultati più recenti delle neuroscienze cognitive – in parte conseguiti dal suo stesso gruppo di ricerca allo University of Iowa Medical Center -, Damasio propone una risposta a vertiginosi interrogativi: da dove nascono i sentimenti? A che servono? E infine: che cosa sono? In questa analisi, insieme fenomenologica e neurobiologica, l’esperienza clinica e scientifica di Damasio si fonde, soprattutto nella esposizione dei casi clinici, con una vena narrativa affine a quella di Oliver Sacks.
Summa della più avanzata ricerca sulla coscienza, questo libro sposta su un nuovo terreno il dibattito mente-corpo, che è la prima sfida del pensiero scientifico in questi anni. Avviata quasi per caso con il controllo di una citazione, relitto di ormai offuscate letture giovanili, la «ricerca di Spinoza» consente al Damasio maturo di rimeditare la metafisica spinoziana: e dalle insondabili ambiguità del Deus sive natura nasce per lui – e per tutti noi – un quadro interpretativo affascinante, che comprende la totalità della natura, includendovi la mente che la osserva.
«Qual è il vantaggio di considerare la mente nella prospettiva del corpo, invece che in quella del solo cervello? Il vantaggio è che così facendo perveniamo a una spiegazione razionale della mente che non otterremo se la considerassimo unicamente in relazione al cervello. La mente esiste per il corpo: è impegnata nel raccontare la storia dei molteplici eventi che interessano il corpo, e si serve di quella storia per ottimizzare la vita dell’organismo nel suo complesso. Sebbene io detesti le frasi che richiedano un’analisi laboriosa, qui sono tentato di offrirne una come sommario delle mie idee: la mente del cervello – alimentata dal corpo e al corpo attenta – è utile al corpo nel suo complesso».
Antonio Damasio è nato a Lisbona e si è laureato in Medicina. È professore di Neurologia e preside del Dipartimento di Neurologia presso il College of Medicine della University of Iowa, nonchè professore incaricato presso il Salk Institute for Biological Studies di La Jolla. Di lui sono già apparsi presso Adelphi L’Errore di Cartesio (1995) e Emozione e coscienza (2000). Alla ricerca di Spinoza è stato pubblicato per la prima volta nel 2003.
Il Sabba
Romanzo – Titolo originale : Le Sabbat
Autore/i: Sachs Maurice
Editore: Sugar Editore
prima edizione italiana, traduzione di Marco Amante.
pp. 336, Milano
Pochi anni prima della morte, avvenuta nel 1945, Maurice Sachs inviò al suo editore francese un manoscritto Le Sabbat, uno scandaloso testamento letterario.
Scritto in uno stile modellato su quello di Stendhal e di Gide, per i quali l’unico peccato riconosciuto è l’ipocrisia, il Sabba di Sachs rappresenta la denuncia di certi ambienti (dai collegi e la caserma agli entourages di Jean Cocteau e Jacques Maritain negli anni Venti) sui quali scrittori più rispettabili hanno esitato a parlare in prima persona. Sulla scia di quel continuo scandalo che fu la sua vita durante gli anni della maturità, Sachs deliberatamente si accinse a redimere il proprio nome macchiato con l’unico mezzo e strumento che la sua movimentata storia gli aveva lasciato: la ricerca della verità sull’esempio dei grandi moralisti francesi.
Come Sachs stesso scrisse all’inizio del Sabba «Io mi considero un cattivo esempio capace di dare buoni consigli».
E un cattivo esempio lo era di certo… Infatti Sachs, oltre a essere un omosessuale dedito a seduzioni forzose sin dai tempi di scuola, era un ebreo convertito al cattolicesimo, per un certo periodo addirittura seminarista, quindi un rinnegatore della religione, un ladro, un alcolizzato, un mercante d’arte poco scrupoloso, un parassita senza pudore, un perdigiorno inveterato e, probabilmente, anche un collaborazionista.
Morì ad Amburgo in circostanze misteriose (forse suicida) alla fine della guerra.
Già autore di un romanzo Alias, 1935 , di un famoso saggio su André Gide, 1936, e di vari libelli letterari e politici, Sachs divenne celebre soprattutto con le opere apparse dopo la sua morte. Fra le altre: Chronique joyeuse et scandaluse, 1948; La Chasse à courre, 1949; La décade de l’illusion, 1950; Derrière cinq barreaux, 1952; Tableaux des moeurs de ce temps, 1953.
Buddhismo in Cina
Autore/i: Ikeda Daisaku
Editore: Bompiani
prima edizione, traduzione di Daniela Sagramoso, in sovraccoperta: Kweilin, Cina 1982 (foto di Bruno Tomai).
pp. 176, nn. cartine b/n, Milano
La storia della diffusione del buddhismo in Cina è anche l’affascinante cronaca dell’incontro di due grandi civiltà asiatiche: quella dell’India, la terra dove nacque il Buddha ed ebbe origine la religione, e quella della Cina, dove il buddhismo poté trasformarsi in una religione universale e da cui gli insegnamenti del Buddha vennero tramandati in Corea e Giappone.
Dopo aver ripercorso l’arrivo del buddhismo in Cina tramite i viaggiatori e i monaci lungo la Via della Seta, attraverso l’Asia centrale, l’autore esamina le prime traduzioni dei testi buddhisti realizzate dai monaci provenienti dalla Parti a e dalla Sogdiana; una materia su cui si sofferma anche a proposito della carriera e dell’opera del grande Kumarajiva, celebre per le sue straordinarie versioni dei sutra e dei trattati filosofici primo fra tutti, il Sutra del Loto – che costituiscono il nocciolo della letteratura buddhista dell’Estremo Oriente.
I pellegrinaggi dei monaci cinesi in cerca della Legge buddhista in terra indiana rappresentano uno dei più pregnanti momenti nella storia del buddhismo cinese; la fase di intenso studio che seguì – quando la massa enorme delle opere recate in Cina venne organizzata e ordinata – viene descritta con grande vivacità, e perfino alcune sottili distinzioni dottrinarie vengono presentate in modo da risultare di facile comprensione anche per il lettore non specialista.
Particolare attenzione è devoluta al Sutra del Loto e alla nascita della scuola T’ien-t’ai; in un linguaggio chiaro e incisivo vengono tracciate la vita e le opere dei grandi patriarchi del T’ient’ai, Hui-ssu e Chan-jan, così da rendere disponibile anche a chi ne è ancora digiuno un’utilissima introduzione alla scuola di buddhismo destinata a’ esercitare un profondo influsso sul Giappone, e segnatamente sulla dottrina di Nichiren Daishonin.
La storia del buddhismo cinese viene conclusa con le persecuzioni effettuate dalla dinastia T’ang e con l’ultima, definitiva sfida affrontata dalla comunità buddhista. Daisaku Ikeda mette in rilievo le ragioni di quanto avvenne, illuminando il ruolo giocato dal buddhismo nella società cinese e, per estensione, in tutta la società umana: così da render chiaro che la religione buddhista sa andare incontro ai bisogni dell’umanità, oggi come nella Cina del X secolo. Le appendici (contenenti fra l’altro una lista dei termini tecnici, delle opere buddhiste e dei nomi propri redatta in cinese, giapponese e italiano) rendono il libro uno strumento utilissimo per chi voglia occuparsi del buddhismo.
Daisaku Ikeda è nato a Tokyo nel 1928. Nel 1960 è succeduto a Toda nella presidenza della Soka Gakkai, un’organizzazione buddhista laica per lo sviluppo dell’educazione, della cultura e della pace che conta dieci milioni di membri in Giappone e mezzo milione nel resto del mondo. Dal 1975 è presidente della Soka Gallai Intemational e nel 1983 ha ricevuto il premio delle Nazioni Unite per la Pace. Ha fondato organizzazioni culturali quali il Fuji Art Museum e la Minon Concert Association nonché l’università Soka e le scuole ad essa collegate. Per favorire gli scambi culturali e la pace nel mondo, ha visitato trentasette paesi incontrando leader politici e uomini di cultura. Tra le sue opere tradotte in varie lingue: The Human Revolution, Songfrom My Heart, On the Japanese Classics, A Lasting Peace, The Living Buddha (La Vita del Buddha, Bompiani 1986), Buddhism. The First Millennium (Buddhismo. Il primo millennio, Bompiani 1986), Life: an Enigma, a Precious Jewel, Choose Life (con Arnold Toynbee), Before it is too Late (con Aurelio Peccei) (Campanello d’allarme per il XXI secolo, Bompiani 1985), Human Values in a Changing World (con Bryan Wilson).
La Saggezza della Cina
I fiore della letteratura cinese dal libro del tao agli epigrammi di Lu-Sin
Autore/i: Lin Yutang
Editore: Bompiani
introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Rachele Sgobio, titolo originale «The Wisdom of China», illustrazione sovracoperta di Lu Kuei-Meng «ritratto di donna seduta di Sü-Fang» XVII secolo.
pp. 544, XXIV tavole b/n f.t., Milano
Dopo averci offerto, nella Saggezza dell’India, una visione profonda e rivelatrice di quella parte d’Oriente che è anche nostra, della nostra civiltà e della nostra poesia, in questa Saggezza della Cina Lin Yutang ci introduce a un incontro quasi vergine, aprendoci nella sorprendente varietà della letteratura cinese una prospettiva altrettanto ricca quanto meno conosciuta. Dal naturalismo mistico di Lao Tzû e di Chuang Tzû all’umanesimo socratico di Confucio, da Mencio a Mo Tzû, dalla filosofia e dalla politica dei «classici» alla polemica religiosa contro il buddhismo, per la prima volta 2000 anni di letteratura cinese giungono a noi senza alcuna mediazione europea, integri nella lettera e vicini nello spirito, sciogliendo la rigidezza archeologica nel calore della vita. L’umanità cinese, con tutte le sue virtù liriche e riflessive, si raccoglie nelle pagine di questa antologia come un alto messaggio.
Mangia Muoviti Ama
Uno psicologo e un medico insieme per insegnarti la nuova scienza dello stile di vita
Autore/i: Nardone Giorgio; Speciani Luca
Editore: Ponte alle Grazie
introduzione e premessa degli autori.
pp. 308, Milano
Come si fa a costruire e mantenere la propria salute e il proprio benessere? E cosa si deve fare se questi due beni preziosissimi vengono a mancare, anche di poco? Questo libro cerca di rispondere a queste due domande fondamentali e lo fa mettendo in campo un approccio nuovo, eppure assai antico, che sta rivoluzionando dall’interno tutta la medicina occidentale: l’importanza dello stile di vita che ha il compito di mantenere in equilibrio la salute della mente e del corpo. Quindi mangia: perché la salute dipende in gran parte dall’alimentazione; e poi muoviti, perché per sentirsi bene bisogna essere attivi e non passivi, in movimento nel senso più ampio del termine; e infine ama perché non si può essere felici senza provare piacere e vivere con passione. Come ci spiegano i nostri due esperti della mente e del corpo, il miglior medico che esista siamo noi stessi che coltiviamo la nostra salute, il nostro equilibrio, il nostro cuore.
La medicina e la psicoterapia offrono numerose forme di trattamento efficace per la stragrande maggioranza delle patologie, ma perché gli effetti della terapia si stabilizzino nel tempo è necessaria l’acquisizione di uno stile di vita che garantisca l’equilibrio dell’organismo e della persona. Spesso cambiare radicalmente le proprie attitudini all’agire, al relazionarsi e al nutrirsi rappresenta la migliore possibilità per ognuno di noi di trasformare le proprie dinamiche disfunzionali in sani equilibri biopsicologici.
Giorgio Nardone, allievo di Paul Watzlawick, ha alle spalle venticinque anni di attività terapeutica e 20.000 casi trattati con successo. Ha fondato e dirige il Centro di Terapia Strategica ed è presidente dello Strategic Therapy Center di Arezzo, che ha affiliati in tutto il mondo. Tra i suoi libri ricordiamo: Paura panico fobie, Cavalcare la propria tigre, Correggimi se sbaglio, Il dialogo strategico, Gli errori delle donne, Psicotrappole, L’arte di mentire, La paura delle decisioni, tutti pubblicati da Ponte alle Grazie.
Luca Speciani, medico e dottore in Scienze Agrarie con master in Nutrizione e dietetica, è il padre della medicina di segnale, che utilizza alimentazione e stile di vita come veri e propri farmaci. Presidente dell’Ampas (medici di segnale), è docente di master universitari a Milano e Roma. Runner e triathleta, è responsabile medico nutrizionale della nazionale di ultramaratona. Tra i suoi libri: DietaGIFT, dieta di segnale, Oltre, Prevenire e curare la depressione con il cibo, Basi di medicina per sportivi, Anoressia e bulimia.
Buddhismo
Il primo millennio
Autore/i: Ikeda Daisaku
Editore: Bompiani
prefazione dell’autore, traduzione di Daniela Sagramoso, in sovraccoperta rovine del Templio di Gandhara in Pakistan.
pp. 160, Milano
Per comprendere la storia delle origini del buddhismo occorre tenere conto sia dello spirito del suo fondatore sia dell’assommarsi di fatti e teorie. Le popolazioni dell’India non tenevano precisi resoconti storici, e Buddha stesso, al pari di altre grandi personalità religiose, non ha lasciato scritti. Manca cioè il materiale che sarebbe oggi di grande interesse e valore per gli studiosi.
Uno sforzo notevole per compilare il Canone buddhista si ebbe non molto tempo dopo la morte del Buddha, durante quello che ha preso il nome di Primo concilio. Sorsero in seguito differenti interpretazioni e scismi tra la comunità monastica e quella laica. Tuttavia il buddhismo è sopravvissuto e si è sviluppato. È entrato in contatto con l’Occidente mentre questo era sotto l’influenza della cultura greca e si è diffuso nell’Asia sud-orientale, in Cina, Corea e Giappone. Ciò si deve all’apporto determinante di alcune personalità eccezionali quali il re indiano Ashoka e il re-filosofo greco Menandro, oltre a monaci e zelatori laici come Vimalakirti, Nagarjuna e Vasubandhu. In tutto il processo di evoluzione troviamo, naturalmente, la legge del Dharma e le funzioni della vita universale.
L’autore ricostruisce gli eventi del passato con grande perspicacia, riuscendo a mettere in luce i motivi fondamentali che hanno consentito al buddhismo di affermarsi fra le più importanti religioni del mondo e l’importanza degli insegnamenti e dello spirito del Buddha, non solo nei confronti della società indiana del suo tempo, ma anche per gli uomini del mondo contemporaneo.
Daisaku Ikeda è nato a Tokyo nel 1928. Nel 1960 è succeduto a Toda nella presidenza della Soka Gakkai, un’organizzazione buddhista laica per lo sviluppo dell’educazione, della cultura e della pace che conta dieci milioni di membri in Giappone e mezzo milione nel resto del mondo.
Dal 1975 è presidente della Soka Gakkai International e nel 1983 ha ricevuto il premio delle Nazioni Unite per la Pace. Ha fondato organizzazioni culturali quali il Fuji Art Museum e la Min-on Concert Association nonché l’università Soka e le scuole ad essa collegate. Per favorire gli scambi culturali e la pace nel mondo, ha visitato trentasette paesi incontrando leaders politici e uomini di cultura. La sua produzione ammonta a più di quaranta titoli in giapponese. Tra le opere tradotte in varie lingue vi sono: The Human Revolution; Songs from My Heart; On the Japanese Classics; A Lasting Peace; The Living Buddha (La Vita del Buddha, Milano, Bompiani 1986); Life: an Enigma, a Precious Jewel; Choose Life (con Arnold Toynbee); Before it is too Late (con Aurelio Peccei) (Campanello d’allarme per il XXI secolo, Milano, Bompiani 1985); Human Values in a Changing World (con Bryan Wilson).
Appena Nato
Che cosa vede, sente, capisce un bambino sin dai primi giorni di vita
Autore/i: Mehler Jacques; Dupoux Emmanuel
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione degli autori, traduzione di Elena Molho, in sovracoperta foto di Barbara Campbell.
pp. VII-264, nn. figure e illustrazioni b/n, Milano
“L’affascinante avventura della scoperta di se stessi, del mondo, degli altri“.
L’uomo è figlio del suo ambiente, non esiste una natura umana. Tutta la produzione scientifica degli ultimi decenni ha preso le mosse da queste idee di fondo e si è concentrata sullo studio di ciò che costituisce l’unicità del singolo individuo, del singolo gruppo, della singola società.
Ma il recente entusiasmante sviluppo delle scienze cognitive e della psicologia sperimentale ha portato a un ribaltamento di prospettiva: sotto lo scintillio di.
superficie delle diversità giace un affascinante continente sommerso costituito dalle competenze di cui dispone fin dalla nascita ogni individuo. La chiave di accesso a questo mondo sconosciuto è stata lo studio del neonato. Il patrimonio genetico di cui ogni piccolo d’uomo è portatore mette a disposizione di ciascuno i mezzi per affrontare con successo quella complicatissima serie di problemi che è costituita dall’apprendimento. Come impara un neonato a vedere, a sentire, a distinguere colori, voci, suoni, melodie?
Come riesce un bambino piccolo nella non facile impresa di acquisire una lingua?
Gli autori, nel rispondere a queste domande, vengono a delineare una nuova e sorprendente visione dell’uomo, della sua natura, dei suoi orizzonti.
Un saggio affascinante, innovatore, del tutto accessibile anche ai non addetti ai lavori.
Jacques Mehler è direttore delle ricerche presso il CNRS (Centre National pour la Recherche Scientifique) e direttore di studi presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales. Emmanuel Dupoux è ingegnere e svolge attività di ricerca presso l’Ecole Nationale Supérieure des Télécommunications. Entrambi lavorano presso il laboratorio di scienze cognitive e di psicolinguistica del CNRS.
Cose che Capitano e Piccoli Misteri
Una raccolta di normali eccezioni alle norma che confermano l’impossibilità della vita quotidiana di essere del tutto routinaria
Autore/i: Del Moro Franco
Editore: Associazione Letteraria Ellin Selae
terza edizione arricchita di nuovi e incredibili accadimenti, in copertina disegno di Franco Del Moro, incisioni del testo di Gustave Dorè (1832-1883).
pp. 270, nn. illustrazioni b/n, Murazzano (CN)
Questo libro non contiene racconti eccezionali, o fatti memorabili, o profondi escursioni nelle regioni del pensiero, ma situazioni reali che un giorno hanno causato uno strappo al velo della quotidianità regalando qualche attimo di sorpresa al viaggiatore più annoiato del mondo: l’uomo comune.
In questo libro è anche raccontata, con tutte le sue paure e crisi, la scelta di un radicale cambiamento di vita che molti di noi sognano da sempre e che i protagonisti hanno avuto il coraggio di tentare: il passaggio dalla dimensione del lavoro dipendente in seno all’enorme formicaio della metropoli, alla dimensione “rurale” di una grande cascina circondata da colline e boschi, alla ricerca di una vita più semplice e dai ritmi più naturali. Senza soldi ma con tanta fiducia.
Il vero insegnamento dei fatti qui narrati è proprio la scoperta di una verità fondamentale: gli ideali e le cose più belle, quelle che danno il vero senso all’esistenza, si contrappongono a tutto ciò verso cui veniamo spinti da un modello di vita capitalistico, che crediamo di controllare e che invece ci controlla.
Riflettere su questi “episodi straordinari di vita ordinaria” significa riflettere sull’enorme varietà di interpretazioni del mondo che divide le persone, sulla possibilità di trovare eccezioni alle norme quando meno ce le aspettiamo dimostrando che la vita, anche la più piatta e routinaria, non lo è mai abbastanza per spegnere completamente l’estro, la curiosità, la follia o la speranza di un cambiamento, che si rivela sempre più necessario di fronte a un mondo che frantuma sistematicamente gli spazi destinati alla fantasia.
Al termine della lettura (e questo è l’effetto “pratico” del libro), ad ogni lettore verrà voglia di continuare da solo questo lavoro di supervisione della propria realtà, di reinterpretazione di ciò che solitamente si ritiene privo di più di un livello di lettura: il solito, cosiddetto, tran-tran…
Che se ne fa il mondo di una umanità tutta uguale che si accalca negli stessi posti spinta dalle mode del momento, sempre in coda per fare o vedere ciò che in quel momento tutti fanno e vedono? Se ai poteri forti e alle istituzioni totali queste masse ammaestrate e facilmente manipolabili sono sempre piaciute, all’Evoluzione, ossia quell’energia spirituale che spinge gli esseri viventi da una forma inferiore verso una forma superiore, il conformismo non è mai servito a niente.
È come usiamo i nostri talenti che ci rende unici e speciali rispetto a tutti gli altri.
È proprio partendo da riflessioni come queste che Franco Del Moro racconta – con grande leggerezza e senza mai perdere l’ironia – come sia difficile, ma non impossibile, trasformare la propria esistenza avvicinandosi passo dopo passo a una dimensione più affine alla nostra vera natura, senza rifuggire le sfide e senza nemmeno sopravvalutarsi troppo e, naturalmente, riavvicinandosi alla natura e riscoprendo una esistenza più in armonia con i ritmi del pianeta.
«Un libro scorrevole e coinvolgente che parla di cose importanti ma in modo divertente, e scende in profondità senza mai perdersi nell’abisso. Una lettura che induce all’ottimismo e riduce l’ansia anche nel lettore più preoccupato dello stato generale delle cose…»
I fatti qui narrati, pur non essendo stati registrati da nessuna cronaca, sono sintomi di un mondo che alimenta negli strati più profondi idee rivoluzionarie, germi di una anarchica ribellione all’ordine costituito delle cose (come il tizio che si mette improvvisamente a urlare nel metrò), di un mondo in continuo cambiamento (come gli incontri con i mendicanti gentili) e dell’insopprimibile desiderio di ritrovare valori ed ideali più vicini alla dimensione naturale e spirituale dell’esistenza (come la scelta del protagonista di abbandonare la città e trasferirsi in una antica cascina immersa nella natura)…
Oltre che di nuovi e incredibili accadimenti, questa terza edizione di Cose che capitano a piccoli misteri è arricchita anche di una guida pratica, ricca di suggerimenti e consigli, utile a chi sta meditando di cambiar vita e andare a vivere in campagna.
La Paura degli Altri
Dalla timidezza agli attacchi di panico – Un libro che può aiutare milioni di persone
Autore/i: Marshall John R.
Editore: Longanesi & C.
prologo dell’autore, traduzione dall’originale americano di Elena Campominosi, in copertina foto di Gianni Berengo Gardin.
pp. 272, Milano
«I pazienti che hanno paura degli altri manifestano le stesse preoccupazioni fondamentali. In parole povere temono di rendersi ridicoli in pubblico.
Naturalmente tutti noi, fino a un certo punto, condividiamo la stessa preoccupazione: provare occasionalmente ansia in situazioni sociali è normale.
Ma l’intensità, la persistenza e gli effetti inabilitanti della profonda paura di un’umiliazione di cui soffrono questi pazienti distinguono la vera fobia sociale dalla timidezza.»
Già Shakespeare sosteneva che «tutto il mondo è un palcoscenico», e oggi questa affermazione è più valida che mai. Nella società contemporanea, infatti, siamo sempre più spesso chiamati a mostrarci, a competere, a confrontarci con gli altri sia sul lavoro sia nelle occasioni di svago. E se è normale che queste «esibizioni» suscitino disagio e timore, non lo è altrettanto se la timidezza, il nervosismo e l’insicurezza prendono il sopravvento e giungono fino a provocare una concreta e irrefrenabile paura degli altri, una paura eccessiva e «anormale».
Quante persone non riescono a parlare in pubblico? Quanti rinunciano a una brillante carriera soltanto perché incapaci di affrontare un superiore?
Quanti evitano di fare la spesa perché si sentono «braccati» dai commessi?
Quanti hanno difficoltà a fare nuove conoscenze perché si sentono immediatamente «giudicati» dal prossimo? Quanti bambini vengono considerati inetti o addirittura minorati soltanto perché schivi e taciturni? Sottovalutata in passato, oggigiorno la paura degli altri (la cosiddetta « fobia sociale ») è ritenuta invece sintomo di una vera e propria malattia (diagnosticabile e curabile), nonché la probabile causa primaria dell’alcolismo, dei disordini alimentari (dall’anoressia alla bulimia), della dismorfofobia (l’eccessiva preoccupazione per i «difetti» del proprio corpo), dell’incapacità di avere rapporti sociali rilassati. La paura degli altri descrive appunto cause, sviluppi e trattamenti di tale malattia, attraverso una penetrante e appassionata analisi di numerosi casi clinici (alcuni dei quali riferiti a personaggi «insospettabili» quali Laurence Olivier, Barbra Streisand, Carly Simon e Vladimir Horowitz) arrivando a dimostrare che una cura adeguata è spesso possibile e risolutiva, e consentendo così a chiunque soffra di questo impalpabile ma paralizzante timore di aprirsi nuovamente alla vita con serenità e con fiducia.
John Maeshall è docente di Psichiatria all’università del Wisconsin e direttore della Anxiety Disorders Clinic. È stato uno dei primi medici a occuparsi di fobia sociale, tema che ha studiato e approfondito per oltre un decennio.
La Nuova Classe
Una analisi del sistema comunista
Autore/i: Gilas Milovan
Editore: Società Editrice Il Mulino
introduzione di Spectator, prefazione dell’autore, traduzione di Luciano Serra.
pp. XXIV-236, Bologna
Una nuova edizione di un testo ormai classico: una analisi del sistema comunista e di quella che, inaspettatamente, ne è divenuta la caratteristica fondamentale: la burocrazia politica, ovvero la “nuova. classe”.
A più di dieci anni dalla pubblicazione, si può dire che «La nuova classe» del Gilas è ormai divenuto un testo classico per il rigore con il quale vi si analizza la rivoluzione comunista, che, pur condotta in nome dell’abolizione delle classi, ha portato inaspettatamente al potere una nuova classe, la burocrazia politica, privilegiata e dispotica.
Il coraggio e la abnegazione del Gilas, che ha affrontato il carcere pur di sentirsi un uomo libero, ne avvalorano la testimonianza. La situazione di oggi non è certo quella di dieci anni fa. Gradualmente, in Russia, e soprattutto negli altri paesi dell’Europa orientale, sta emergendo un «modello di società revisionista» alla cui formazione ha non poco contribuito la ferma denuncia di Gilas. Come dice Arrigo Levi ne «Il potere in Russia», il modello di un comunismo «revisionista» fa propria la critica gilasiana della «nuova classe», riconosce cioè che la «nazionalizzazione dei mezzi di produzione» non produce da sola il socialismo, ma soltanto il potere del gruppo privilegiato, e che sotto questo gruppo si muovono altri gruppi e ceti sociali differenti, che hanno interessi diversi e contrastanti.
Milovan Gilas è nato nel 1911 a Kolasin (Montenegro). A Belgrado inizia gli studi universitari equi ha le prime esperienze politico-letterarie.
Membro del P. C. jugoslavo dal 1932, conosce per la prima volta in quegli anni la prigione di Sremska Mitrovica.
Quando comincia la seconda guerra mondiale è già membro del Comitato Centrale del P. C. e del Politburo. Durante la occupazione nazista il Gilas organizza la resistenza nel Montenegro, poi entra a far parte dello stato maggiore centrale. Nel primo governo del dopo guerra rappresenta la repubblica montenegrina e giunge alla vicepresidenza dopo le elezioni del ’45. Dopo il 1953, la sua posizione critica nei confronti dell’ortodossia comunista. la pubblicazione de, «La nuova classe» e quella successiva delle «Conversazioni con Stalin» lo portano ad affrontare quattro processi e a scontare complessivamente, fino all’amnistia concessagli nel 1966, nove anni di carcere.
Conservare per Sopravvivere
Una strategia ecologica
Autore/i: Curry-Lindahl Kai
Editore: Rizzoli
introduzione dell’autore, traduzione di Lydia Magliano.
pp. 384, Milano
Nessuna specie, se si eccettua quella umana, distrugge così sistematicamente gli ambienti da cui dipende la sua stessa sopravvivenza. Il pianeta Terra rappresenta attualmente la sola speranza per la continuità dell’esistenza dell’uomo, poiché la probabilità di ”colonizzare” altri pianeti appare un’ipotesi sempre più seducente ma sempre meno realizzabile.
Eppure l’uomo si getta contro di esso con sempre maggior accanimento provocando una crisi ecologica senza precedenti che tocca l’atmosfera e le acque, il suolo e le piante, gli animali e l’uomo stesso contro cui, alla fine, tale crisi si ritorce.
Nonostante questa impressionante realtà, l’uomo prosegue, con audacia quasi folle, sulla strada delle uniformazioni forzate dell’ambiente sottoponendolo a manipolazioni spesso irreversibili. Di fronte a tale ostinata volontà di distruzione, la difesa della natura può assumere, secondo Curry-Lindahl, persino il senso di una nuova ”religione” o, quanto meno, di un’ideologia, basata su incontrovertibili fatti biologici.
«Se distruggiamo ciò che ancora resta della libera natura vivente» ci ammonisce l’autore «abdichiamo al diritto di definirci civili». Ed esempio di passione civile è il lavoro di Curry-Linda che prende in esame, per la prima volta in modo completo e organico, tutti quei fenomeni e quei problemi su cui di recente è venuto sempre più appuntandosi l’interesse non solo di una certa parte cosciente del mondo della cultura ma anche di chi, lettore veramente ”contemporaneo”, è sensibile agli aspetti più inquietanti del nostro travagliato secolo.
Al di là delle facili approssimazioni giornalistiche, Conservare per sopravvivere, pur essendo il libro di uno specialista, risulta affascinante per la chiarezza dell’informazione e per le prospettive che apre.
Ampie sezioni dedicate alla sorte degli animali e della vegetazione di fronte all’ ”attacco” multiforme dell’uomo, si uniscono a molte altre per comporre il quadro di un disastro, ma anche la mappa di una strategia ecologica. Attraverso una lettura emozionante, risulta così acquisita definitivamente una tematica, quella dell’ecologia, che all’interno di una società così pronta a circoscrivere i suoi interessi nell’angusto spazio dell’immediato, rappresenta un valore duraturo.
Kai Curry-Lindahl nato in Svezia, laureatosi all’Università di Lund, è uno dei massimi studiosi in campo mondiale di zoologia e di conservazione dell’ambiente. Su questi problemi ha pubblicato nume-’ rosi volumi e ha condotto ricerche scientifiche in tutto il mondo, dedicandosi in particolare allo studio di vertebrati, soprattutto uccelli e pesci.
È stato incaricato dall’Unesco di curare il problema della conservazione dell’ambiente e dei parchi nazionali in Africa. Recentemente è passato all’United Nations Environment Program con lo stesso incarico.
Il suo nome compare tra i fondatori del WWF; fa parte di nume-rose associazioni scientifiche tra cui il Comitato Ornitologico Internazionale di cui è membro effettivo. Risiede a Mombasa, nel Kenia.
Sotto Vetro – Frutta • Verdura • Funghi • Fiori
I segreti per conservare in tutta la loro freschezza e fragranza ogni tipo di frutta, verdura e fiori, in quasi 500 ricette e suggerimenti
Autore/i: Montecucco Rogledi Gianna
Editore: Longanesi & C.
premessa dell’autrice, le tavole a colori fuori testo riproducono acquarelli di Rudolf Meyer.
pp. 344, 24 illustrazioni b/n e 5 tavole a colori f.t., Milano
Davanti alla facilità con cui oggi, con pochi gesti e in pochi minuti, ci procuriamo un intero pasto, nasce per reazione il bisogno non solo psicologico, ma anche fisico, di usare le nostre mani, che per secoli, anzi, per millenni, sono state abituate a muoversi assecondando il pensiero e l’estro umano.
Anche se spesso non si può dimostrare con i fatti, la cura che accompagna la preparazione di un piatto dà la soddisfazione di un vero e proprio processo creativo.
Ecco perché, mai come oggi, nella morsa di una civiltà consumistica, che pur giustamente provvede a eliminare le difficoltà delle scelte e degli approvvigionamenti, si avverte il bisogno di riscoprire le vecchie leggi della gastronomia. In questo quadro si inseriscono, con elegante prepotenza, le ricette raccolte e chiaramente esposte nel presente volume da Gianna Montecucco, per conservare verdure, frutta e fiori secondo accorgimenti che consentono a tutti noi la soddisfazione di praticare un’arte antichissima. Quasi cinquecento ricette ci permettono non solo di offrire ai familiari e agli amici il frutto di un’ingegnosa pazienza, ma allo stesso tempo di rivivere la gioia delle forme e dei colori delle ordinate e rassicuranti dispense di una volta.
L’Uomo Neuronale
Autore/i: Changeux Jean-Pierre
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prefazione dell’autore, traduzione dal francese di Cesare Sughi, in copertina: un neurone fotografato al microscopio elettronico.
pp. 368, nn. illustrazioni b/n, Milano
Un grande neurobiologo, professore al Collège de France e all’Institut Pasteur di Parigi, fa il punto delle conoscenze attuali sul sistema nervoso e avanza delle ipotesi audaci sulla realtà materiale dello psichismo. Nella linea dei libri di François Jacob e di Jacques Monod, L’uomo neuronale è un’esplorazione appassionante del cervello e dei meccanismi del pensiero che sovverte lo statuto delle scienze umane e getta le basi di una moderna “biologia dello spirito”.
Così Jean-Pierre Changeux illustra il programma del suo libro: “Informare e, se possibile, interessare il lettore alle scienze del sistema nervoso, le cui conoscenze hanno registrato negli ultimi vent’anni uno sviluppo paragonabile, per importanza, a quello della fisica all’inizio del secolo” con la scoperta dell’atomo “o a quello della biologia molecolare verso gli anni cinquanta” con la scoperta del codice genetico. “Si delinea un nuovo mondo e sembra giunto il momento di aprire questo campo del sapere a un pubblico più vasto che non gli specialisti…”.
È un programma che L’uomo neuronale ha realizzato appieno, tanto da essere accolto in Francia come una sintesi finora mai tentata delle nostre conoscenze sul cervello e sui meccanismi che presiedono ai nostri comportamenti, e da essere già diventato un manifesto: contro tutti coloro che si ostinano a separare l’anima dal corpo, a trattare il pensiero, la coscienza come realtà che sfuggono alle leggi della biologia.
Il sogno, la memoria, le sensazioni del dolore e quelle del piacere, le differenze intellettuali tra l’uomo e gli animali, l’effetto delle droghe sui circuiti cerebrali, l’unicità e originalità di ogni cervello: “il Changeux” ci propone una maniera razionale e scientifica di guardare all’uomo e di riflesso ai suoi grandi tabù senza la pretesa di risolverli, utilizzando piuttosto come utensili l’anatomia, la fisiologia e la biochimica del sistema nervoso. Un approccio che dà un contributo formidabile a quella riconnessione tra materia e pensiero, sociale e cerebrale, scienze naturali e scienze umane che da sempre incontra ogni sorta di ostacoli ideologici.
Jean-Pierre Changeux (1936), neurobiologo e docente all’Institut Pasteur di Parigi, si è dedicato allo studio della struttura molecolare dei canali di membrana e dei recettori, e quindi alla comunicazione chimica nel sistema nervoso, all’apprendimento e alle funzioni cognitive. Con Feltrinelli sono usciti L’uomo neuronale (1983) e L’uomo di verità (2003).
Gandhi in Italia
Autore/i: Sofri Gianni
Editore: Società Editrice Il Mulino
premessa dell’autore.
pp. 164, Bologna
II 13 dicembre 1931, a Torino, l’Italia batteva l’Ungheria per 3 a 2.
Sulla prima pagina della «Stampa», accanto alle quattro colonne che davano notizia della partita, una colonna informava i lettori che Mohandas Karamchand Gandhi aveva lasciato Roma per imbarcarsi a Brindisi sul piroscafo italiano che lo avrebbe riportato in India. Non molti sanno che Gandhi venne, sia pure per un tempo brevissimo, nel nostro paese nel dicembre del 1931. Questo libro ricostruisce, con le premesse e le conseguenze che esso ebbe, il breve soggiorno che il teorico della non-violenza fece in un paese retto da un regime che della violenza aveva fatto uno dei propri pilastri. Perché Gandhi venne in Italia malgrado gli appassionati tentativi che Romain Rolland e altri fecero per dissuaderlo? Come trascorse i suoi tre giorni in Italia? Perchè il Papa non lo ricevette?
Cosa si dissero Mussolini e il Mahatma? Quanto influì questo incontro sulle convinzioni di Gandhi? E, per contro, perchè il Duce ritenne di incontrare un uomo che veniva definito da alcuni un «arruffapopolo», e «un santo» da altri? Qual era, infine, la conoscenza che l’italiano medio degli anni Trenta aveva dell’India e di Gandhi in particolare? A queste domande risponde con garbo e raffinatezza Gianni Sofri in un libro inconsueto, che diverte e suggerisce problemi.
Gianni Sofri insegna Storia dei paesi afroasiatici nella Facoltà di Magistero dell’Università di Bologna. E autore di numerose opere fra cui «Il modo di produzione asiatico» (Torino, Einaudi, 19732), «Corso di geografia» (Bologna, Zanichelli) e, insieme con Pier Cesare Bori, «Gandhi e Tolstoj» (Bologna, Il Mulino, 1985). È oggi in Italia uno dei maggiori conoscitori della figura e dell’opera di Gandhi.