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Mille Sentenze Indiane

Mille Sentenze Indiane

Autore/i: Autori vari

Editore: Sansoni Editore

scelte e tradotte dai testi originali, con introduzione e note a cura di Paolo Emilio Pavolini, in copertina: La dimora di un penitente, miniatura indiana da La Storia di Mogol di Nicolò Manuzzi.

pp. XXXIII-158, Firenze

Mille sentenze scelte tra le 19.000 che compongono il patrimonio della saggezza indiana, elaborato all’epoca del Mahabarata e del Ramayana.
Alcune di esse – come la celeberrima «Non voler bene al fratello, non fidarti dell’amico» – entrarono nella cultura occidentale attraverso gli Arabi e le ritroviamo persino in Machiavelli.
Le sentenze coprono tutti i casi della vita e tutti i settori di attività: la legge religiosa, quella civile e politica, quella morale e, soprattutto, la famiglia, dove spicca la figura della madre, veneratissima; della moglie, quasi sempre operosa, docile e fedele; della donna, oggetto di misoginia per gli asceti, di omaggio per i poeti, ardente di sana sensualità per gli amanti.

Fate

Fate

Cronaca degli incontri reali con il Piccolo Popolo

Autore/i: Bord Janet

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prefazione dell’autrice, traduzione di Silvia Calandra.

pp. 224, Milano

Gli “incontri” – veri o presunti – con fate, gnomi, creature paranormali vengono solitamente rifiutati o contestati come frutto di fantasie. Tuttavia innumerevoli persone affermano di aver visto quegli esseri indefinibili, avvolti nel mistero. Janet Bord, esperta di eventi soprannaturali, ha qui riunito per la prima volta racconti e testimonianze oculari, svolgendo altresì un’indagine approfondita su credenze e leggende radicate nella memoria popolare di cultura e popoli assai distinti tra loro. Sottolineando i legami diretti tra fate e folletti e gli esseri alieni “sbarcati” dai cosidetti UFO, l’autrice conduce il lettore nel misterioso mondo del Piccolo Popolo, svelando dove e come siano ipotizzabili incontri e avvistamenti e quali ne siano presumibilmente le sembianze e il linguaggio.

Janet Bord è coautrice di numerosi libri su aspetti e manifestazioni del paranormale. Dirige con il marito Colin la Fortean Picture Library, un fornitissimo archivio fotofrafico che accoglie le più svariate testimonianze visive di fenomeni inspiegabili e misteriosi. Vive a Clwyd, nel Nuovo Galles.

Dare Corpo Prendere Corpo : Donne che Creano

Dare Corpo Prendere Corpo : Donne che Creano

Rivista di psicologia analitica – Nuova serie – Volume 87/2013 n. 35

Autore/i: Autori vari

Editore: Editore Gruppo di Psicologia Analitica

a cura di Pina Galeazzi e Daniela Palliccia.

pp. 272, nn. illustrazioni a colori e b/n, Roma

Ci sono donne gonfie d’amore
sono spade e forcelle e assi
nella manica.
Vitalità si sporge
dal capezzoli per un latte piccolo
all’infante. Le condiziona la struttura celeste
quel tessere l’enigma
fino al velo scostato per pochissimo
fino alle sonde acute
di concentrazione.

Non sono donne in verità
ma passeri sporgenti su nidiate
inermi. L’estate entra
nei vestiti
e s’infila
in un sudore d’ossa delicate.

Sono qui. Portano parte del peso
una polvere di stelle primarie.
Soccorrono ridendo
le sponde d’un cielo
imperfetto che a volte cade.

Piangono. Ogni tanto.
Quel guastarsi del pane
il grave precipizio del tempo.
Sono che non c’è al mondo
bocca che rida meglio
di quella loro fiamma. O leggerezza
in sponda d’infante.

Niente c’è che perfori
come l’incendio a festa
di quel riso. Sono capanne
dove lo stanco pellegrino
piange
un poco
in sere cupe di gravità terrestre.

Dicono «Si nasce in avanti. Verso la fonte
di tutta una luce. Al qui.
Al tempo. Al niente. Càlmati ora».

Sono qui per questo. Portare la parola.
Ridere. Stare senza pensiero.
Dare da mangiare. Essere geniale svolta.
Pulire dove si sporca. Miracolare.
Sono opera intera d’un amore
trapuntato di stelle.

Mariangela Gualtieri, da Bestia di gioia

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Dare corpo prendere corpo: donne che creano di Pina Galeazzi e Daniela Palliccia

Accendere il buio. Creatività femminile tra cura di sé e cura dell’altro di Pina Galeazzi

Maria Maddalena, una passione iniziatica di Daniela Bonelli Bassano

Il gesto femminile e il suo senso di Benedetta Silj

L’importanza della memoria e della storia per la psicoanalisi e le donne di Nadia Neri

Semi di luce. Lettere tra Lou Andreas-Salomé e Anna Freud di Laura Branchetti

Eros e Thanatos in due racconti dell’Ombra e del Desiderio di Maria Teresa Colonna

Femmine un giorno e poi madri per sempre di Marzia Bisognin

Venire al mondo: la nascita della visione di Lella Ravasi Bellocchio

Qualche domanda sul nascere donna e la creatività di Stefania Salvadori

L’esperienza artistica femminile di Alessandra Porfidia

Etty Hillesum: la relazione con l’altro a partire dalla relazione con se stessi di Priscilla d’Alessandro

In voce di donna: analiste e filosofe parlano a cura di Daniela Pelliccia

recensioni

Patrizia Cupelloni (a cura di): Psicoanaliste. Il piacere di pensare
Franco Angeli, Milano, 2012
Federica Mazzeo

Giuseppe Andreetto, Pina Galeazzi (a cura di): Mondi in un rettangolo.
Il gioco della sabbia: aperture sul limite nel setting analitico
Moretti & Vitali, Bergamo, 2012
Vito La Spina

Bianca Gallerano, Lorenzo Zipparri: Adolescenza, Tradizione, Trasgressione
Vivarium, Milano, 2011
Giuseppe Pizzolante

Maria Ilena Marozza: Jung dopo Jung
Moretti & Vitali, Bergamo, 2012
Gianluigi Di Cesare

Adamo Vergine, Pia De Silvestris: Prendersi cura.
Sul senso dell’esperienza psicoanalitica
Franco Angeli, Milano, 2012
Donatella Cingolani

Franco Livorsi: L’avventura di Jung. Romanzo verità.
I Falsopiano, Alessandria, 2012
Patrizia Nosengo

Laura Montani, Giuseppe Leo (a cura di): Lo spazio velato.
Femminile e discorso psicoanalitico
Frenis Zero, Lecce, 2012
Nadia Neri

Romano Màdera: La carta del senso.
Psicologia del profondo e vita filosofica
Raffaello Cortina, Milano, 2012
Clementina Pavoni

gli autori

Il Ladro di Orchidee

Il Ladro di Orchidee

Storia vera di un’ossessione per la bellezza

Autore/i: Orlean Susan

Editore: Rizzoli

prima edizione, traduzione di Roberta Zuppet.

pp. 384, Milano

Questo libro è la storia di un’ossessione: l’ossessione per le orchidee. È un’ossessione pericolosa: il cacciatore di orchidee ha sempre cercato cose meravigliose in luoghi terribili, e nell’età eroica della ricerca e classificazione – tra la metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento – i luoghi terribili erano terribili davvero. Nel 1901, nelle Filippine, di otto membri di un gruppo di cacciatori, uno venne divorato da una tigre, uno fu cosparso d’olio e bruciato vivo, cinque sparirono nel nulla e solo uno uscì dalla giungla, portando con sé quarantasettemila piante di Phalaenopsis. Le ossessioni del protagonista di questo libro l’irresistibile John Laroche – sono appena meno rischiose. La sua ambizione e semplicemente quella di collezionare ogni specie di orchidea; in particolare, vuole trovare un’«orchidea fantasma», una pianta con un meraviglioso fiore bianco che fiorisce una sola volta all’anno nella riserva naturale di Fakahatchee Strand, in Florida. Inseguendo Laroche, la sua mania, e una schiera di personaggi che la condividono, Susan Orlean ci conduce in un mondo insolito e sorprendente: il mondo di coloro che forse non metteranno a repentaglio la propria vita per procurarsi un’orchidea sconosciuta, ma sono disposti a giungere al delitto. Il ladro di orchidee racconta una storia vera con il ritmo narrativo e lo stile di un brillante romanzo.
È un vivido ritratto di un’America tropicale e notturna. È una celebrazione della passione botanica. Soprattutto, è un’indagine avvincente e profonda sulla passione in sé, quella forza cieca che può riempire (o rovinare) la nostra vita.

«Vediamo scorrere nel libro un meraviglioso cast di personaggi bizzarri, tra i quali un capo indiano appassionato di musica country, un professore hippie che recita Milton alle sue piante, un nobile inglese che si lamenta perché le orchidee lo ignorano.
È difficile non essere travolti da tanta follia.» (Mail on Sunday)

«Affascinante… Gelosia, odio, avidità, follia, furti e pugnalate alle spalle: un viaggio entusiasmante.» (Los Angeles Times)

«Un’avvincente narrazione di una singolare forma di vita all’inseguimento di un’altra; e i fanatici collezionisti sono stupendi e incredibili quanto gli ibridi che rincorrono.» (London Review of Books)

Susan Orlean scrive sul «New Yorker» dal 1992. Ha collaborato anche con altre riviste come «Outside», «Esquire», «Rolling Stone» e «Vogue». Vive a New York con il marito.
Il ladro di orchidee, bestseller negli Stati Uniti e in Inghilterra, sarà presto un film di Spike Jonze, il regista di Essere John Malkovich.

La Cura dell’Acqua

La Cura dell’Acqua

Autore/i: Yogi Ramacharaka

Editore: Edizioni del Quadrifoglio

prefazione di Franca Avvisati.

pp. 160, Roma

La manifestazione più semplice della Natura è l’acqua e quindi da essa tutto deriva e tutto deve potersi ricondurre ad essa. Essendo l’acqua generatrice di vita, deve quindi possedere un’energia vitale che cederà a chi saprà opportunamente usarla. Questa energia vitale, il prana, sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà il movimento e l’areazione dell’acqua, per cui essendo l’uomo per l’ottanta per cento formato di acqua, le sue malattie non saranno altro che manifestazioni esteriori di mancanza o di diminuzione di prana. Di conseguenza è logico pensare, che si potrà ottenere o aumentare il prana deficitario prendendolo da ciò che in Natura ne è più provvisto: l’acqua. Da questo ragionamento è nata l’idroterapia.

Schiavo delle Mie Brame

Schiavo delle Mie Brame

Storie di dipendenza da droghe, gioco d’azzardo, ossessioni di potere

Autore/i: Cancrini Luigi

Editore: Edizioni Frassinelli

pp. 248, Milano

«Schiavo delle mie brame. Manifestazione naturale e inevitabile, a livello del più debole, di un male oscuro che riguarda anche i più forti o i meno deboli. Che su loro ritorna, come attacco e come domanda. Che ci richiama a quello che dovremmo sempre poter e saper essere: uomini adulti capaci di capire e di sentire l’umanità di un attacco che nasconde, dal tempo lontano dell’infanzia, una domanda di aiuto e di incontro che qualcun altro non ha saputo ascoltare.»

Schiavo delle proprie brame, dei propri desideri più profondi, e chi, cedendo a una qualche forma di dipendenza – l’alcol, una sostanza proibita, il gioco d’azzardo, un bisogno ossessionante di ammirazione e di potere – diventa vittima di una scissione particolarmente dolorosa. Questi individui hanno dentro di sé un nemico, una passione distruttiva che, collegata saldamente alla loro identità e alla loro storia, si contrappone tuttavia ai loro obbiettivi coscienti e si impadronisce della loro mente deformando giudizi e comportamenti. Una condizione che porta appunto a essere prigionieri di se stessi, a fissarsi in modo esclusivo sull’oggetto del desiderio, l’unico che sembra rispondere ai bisogni immediati e garantire, almeno temporaneamente, un pur fragile equilibrio. Il sollievo o il piacere legati ai farmaci, al gioco, alla ricerca del successo sono, d’altra parte, esperienze comuni di persone che conducono una vita normale: perché qualcuno vi rimane incatenato? Luigi Cancrini spiega, attraverso una serie di storie incontrate nel corso di una lunga esperienza di lavoro, che il motivo della dipendenza va cercato in un preesistente, importante disturbo della personalità solitamente radicato nell’infanzia e nei momenti più delicati dello sviluppo, in particolare nell’adolescenza. Dietro un adulto che, vinto dal nemico interno, distrugge la sua vita e i suoi affetti, c’è di solito un bambino sofferente, cresciuto con una disperata mancanza d’amore che continua a condizionare i suoi rapporti. E nella psicoterapia quell’adulto, o quel ragazzo, riesce a trovare se stesso e la mano amorevole e salda che da bambino aveva cercato, senza trovarla. La mano che rassicura, dà sollievo, guida i suoi passi fino al momento in cui può davvero camminare da solo.

Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica, ha fondato negli anni Settanta il Centro Studi di Terapia Famigliare e Relazionale del quale è presidente. La sua attività si è sviluppata inizialmente nel clima delle battaglie culturali contro l’emarginazione del diverso nelle scuole (le classi differenziali e speciali), nella psichiatria (gli ospedali psichiatrici), nel campo della dipendenza e dei comportamenti antisociali (il carcere). Di queste condizioni ha continuato a occuparsi collegando le manifestazioni della diversità al disagio della persona, tentando di allargare i confini tradizionali della pratica psicoterapeutica e impegnandosi, a livello politico e divulgativo, per il riconoscimento della sua importanza. È autore di lavori scientifici fra i quali Bambini diversi a scuola (1974), Quei temerari sulle macchine volanti (1982), Lezioni di psicopatologia (1997), La luna nel pozzo (1999), Psicoterapia: grammatica e sintassi (2002), e di opere di divulgazione fra cui Date parole al dolore (con Stefania Rossini) pubblicata da Frassinelli nel 1996. Dal 1995 è direttore scientifico delle Comunità terapeutiche di Saman e dal 1998 del Centro di aiuto al bambino maltrattato e alla famiglia, in convenzione con il Comune di Roma.

Il Mistero della Nascita e della Morte

Il Mistero della Nascita e della Morte

Ridefinire il sè

Autore/i: Ramtha

Editore: Macro Edizioni

nota dell’editore americano, introduzione dell’autore, traduzione di Irene Rizzoli e Bruna Dalponte.

pp. 272, illustrazione b/n, Diegaro di Cesena

“Perchè siamo qui?”
In Il mistero della nascita e della morte viene data in modo brillante e semplice la risposta a lungo tenuta segreta e riservata a pochi. Finalmente, la bellezza della nostra umanità e della nostra divinità viene compresa per ciò che veramente è e non è. Attraverso la rivelazione del vero sè trovano risposta le grandi domande sulla reincarnazione e sulla seduzione del corpo emozionale. È un libro straordinario, rivolto a chiunque si sia mai posto le fondamentali domande della vita.
(Linda Mc Callum, terapista e consulente motivazionale)

In questo libro finalmente abbiamo una meravigliosa presentazione del destino umano, in assoluta sintonia con le scoperte della meccanica quantistica e della teoria della relatività, nel contesto dei sette livelli della realtà. E vediamo che il tanto temuto giorno del giudizio ha in realtà molto più a che fare con i nostri pensieri e le nostre fantasie non risolte che con azioni giuste o sbagliate e la loro punizione da parte di un dio vendicativo. I milioni di persone religiose che per così tanto tempo hanno rivolto gli occhi al cielo senza come Gesù ha detto ottenere nutrimento alcuno, troveranno questo libro brillante e esaltante perché ricco di informazioni assolutamente nuove sulle dimensioni della nostra evoluzione spirituale. Questo è naturalmente il campo in cui tutte le chiese, nel corso della storia, sono state rigidamente dogmatiche e su cui ora è calato un totale silenzio.
(Dott. Miceal Ledwth, già professore di Teologia sistematica, membro della Commissione Teologica Internazionale, preside del Maynooth College, presidemte del Comitato dei Rettori delle Università Irlandesi e membro dell’ufficio dei presidi delle Università Europee.)

Come Creare la Propria Realtà

Come Creare la Propria Realtà

Titolo originale : A Beginner’s Guide to Creating Reality

Autore/i: Ramtha

Editore: Macro Edizioni

edizione aggiornata ed ampliata, nota dell’editore americano, prefazione di JZ Knight, introduzione dell’autore, traduzione Bruna Dalponte.

pp. 264, nn. illustrazioni b/n, Diegaro di Cesena

Questo insegnamento originale di Ramtha affronta i seguenti argomenti:

  • Consapevolezza ed Energia creano la natura della realtà
  • Le Origini del Sé
  • L’Energia, ancella della Consapevolezza
  • Gli Effetti degli insegnamenti sugli studenti della Grande Opera
  • Il Campo aurico
  • L’Energia della Kundalini e i sette sigilli

“Tra tutte le scuole e le organizzazioni su cui ho condotto le mie ricerche negli ultimi vent’anni, la Scuola di Illuminazione di Ramtha è la più esaltante. Essa combina la filosofia con l’applicazione pratica e con questo produce straordinari individui”. (Dott. J. Gordon Melton – Direttore dell’Istituto per lo Studio delle Religioni Americane)

“La Scuola di Illuminazione di Ramtha è l’istituzione educativa più straordinaria, stimolante e dinamica che io abbia mai incontrato”. (Dott. Joseph Bettis – Direttore del Nerthwest Research Group)

“Molte persone hanno paura di cambiare. Lo so perché anch’io l’ho avuta. Ho dovuto lasciar andare qualcosa che mi era familiare in cambio di qualcosa che mi era sconosciuto. Ramtha, essendo quel grande maestro che è, mi ha illuminata a lasciar andare e ad arrendermi a una realtà più grande. Con questa conoscenza riconosco che, quando esco dalla mia mente limitata, nulla può fermarmi. È splendido. Mi sono chiesta spesso come mai il successo e la fama siano stati per me una cosa così facile. Ora, dopo essere stata per molti anni in questa scuola, so esattamente che cosa ho fatto per ottenerli. Capisco come lavora la mia mente e dove sta il mio potere e come utilizzarlo per il mio maggior bene. A essere onesti con se stessi ci vuole coraggio, e con il coraggio la mente non conosce confini”. (Linda Evans – Attrice, difensore dell’ambiente e della salute delle donne)

Vie Regie per l’Inconscio

Vie Regie per l’Inconscio

Rivista di psicologia analitica – Nuova serie – Volume 91/2015 n. 39

Autore/i: Autori vari

Editore: Editore Gruppo di Psicologia Analitica

a cura di Angelo Malinconico.

pp. 260, nn. illustrazioni a colori, Roma

«Spesso s’impone la necessità di chiarire contenuti indistinti mediante una raffigurazione visibile.
È un risultato che si può raggiungere disegnando, dipingendo o modellando. Spesso accade che le mani sappiano svelare un segreto intorno a cui l’intelletto si affanna inutilmente.»

C.G. Jung (1957/58), La funzione trascendente, vol. 8, Boringhieri, Torino, 1976, p. 102.

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Empirici sperimentatori per statuto. Ovvero creativi psiconauti di Angelo Malinconico

Campo Analitico e Gioco della Sabbia. Alcune riflessioni di Franco Castellana

L’immagine: specchio e ponte delle relazioni di Annemarie Kroke

L’autonomia di un personaggio: l’immaginazione incarnata nel processo creativo di Robert Bosnak, Penny Busetto, Ellen Wolfe

Andando per gruppi, appunti e spunti di riflessione di Paola Russo

Mitologia della vita quotidiana: il transpersonale nello psicodramma analitico di Giulio Gasca

Psychodramatic Social Dreaming Matrix di Maurizio Gasseau

Un’esperienza di Etnopsicologia Analitica. Tutti i luoghi sono i nostri finché esistiamo e li abitiamo di Barbara Massimilla

La Frantumaglia di Lella Ravasi

In viaggio con Ahmed. Il trauma “migrante” tra ostracismi istituzionali e catastrofi ri-nominabili di Nicola Malorni

Metodologia clinica dell’arte-terapia junghiana di Vibeke Skov

In analisi con Jung: i diari di Emma von Pelet di Riccardo Bernardini

recensioni

Pietro Barbetta, Enrico Valtellina (a cura di):
Luis Wolfson. Cronache da un pianeta infernale
manifestolibri, Roma, 2014
Nicole Janigro

Alberto Angelini: Psicoanalisi e Arte teatrale,
Alpes Editore, Roma, 2014
Barbara Massimilla

Elena Caramazza (a cura di): C.G. Jung: Introduzione alla Psicologia Analitica.
Le conferenze di Basilea (1934). Trascritte da Roland Cahen.
trad. di E. Caramazza con S. Boschetti e S. Di Marzo,
Moretti & Vitali, Bergamo, 2015
Clementina Pavoni

gli autori

Ideologia e Utopia

Ideologia e Utopia

Autore/i: Mannheim Karl

Editore: Società Editrice Il Mulino

traduzione di Antonio Santucci.

pp. 344, Bologna

In questo libro, un classico del pensiero contemporaneo e il più famoso del sociologo di Budapest, è la diagnosi di una crisi e un programma di ricostruzione sociale. Mannheim scopre nella situazione della Germania – con l’eclissi della Repubblica democratica di Weimar e l’insorgere di movimenti estremisti quali il comunismo e il nazismo – i segni, chiari più che altrove, di un lungo e complesso processo della cultura europea, di un nuovo modo di concepire il pensiero e la verità. Alla sociologia del sapere affida il compito di accertare le implicazioni esistenziali del pensiero e di non lasciare gli uomini inerti dinanzi agli impulsi irrazionali o alle mistificazioni. Tende, Mannheim, allo smascheramento delle ideologie, delle deformazioni o delle parzialità delle idee. Ideologia e utopia sono concetti antitetici. La prima si caratterizza per la sua mancanza di progetti concreti, per l’impossibilità di trasformare le strutture economiche e sociali con le quali è in rapporto; ha quindi una funzione conservatrice. L’utopia, al contrario, consegue un effettivo mutamento del mondo reale, crea nuove forme di società e di comportamento, stabilendo dei valori originali. La scomparsa dell’utopia – sostiene l’autore – porta a una condizione statica in cui l’uomo non è più che una cosa. Il pensiero di Mannheim riflette, dopo il tramonto delle grandi metafisiche ottocentesche e negli anni più difficili della recente storia europea, l’ansia di molti intellettuali per nuove e più concrete forme di sapere.

Karl Mannheim nacque a Budapest nel 1893. Insegnò sociologia all’Università di Francoforte sino al 1933, quando, espulso dalla Germania nazista, riparò in Inghilterra. Tenne la cattedra di pedagogia all’Università di Londra, insegnò nella London School of Economics e nell’Institute for Education. Morì a Londra nel 1940.
Tra le opere principali segnaliamo: «Mensch und Gesellschaft im Zeitalter» (1943), «Freedom, Power and Democratic Planning» (1950).

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1. Introduzione al problema
2. Ideologia e utopia
3. Le prospettive della politica scientifica: le relazioni tra la teoria sociale e la pratica politica
4. La mentalità utopica
5. La sociologia della conoscenza
Indice dei nomi

Lo Spirito Assoluto come Apertura del Sistema Hegeliano

Lo Spirito Assoluto come Apertura del Sistema Hegeliano

Autore/i: Geraets Théodore F.

Editore: Bibliopolis

a cura di Arturo Martorelli, prefazione dell’autore.

pp. 112, Napoli

Sommario:

– Spirito assoluto e spirito del mondo
– Spirito assoluto e religione
– Spirito assoluto e filosofia
– Appendice: I tre sillogismi della filosofia

La Filosofia Ebraica Medievale

La Filosofia Ebraica Medievale

Secondo i testi editi e inediti

Autore/i: Sirat Colette

Editore: Paideia

premessa e introduzione dell’autrice, edizione italiana a cura e avvertenza di Bruno Chiesa.

pp. 632, Brescia

La filosofia ebraica medievale è di grande interesse sia per l’originalità di figure del pensiero ebraico quali Yehudah ha-Lewi, Maimonide e Gersonide, sia per il ruolo che personaggi impropriamente considerati minori, anche italiani, hanno svolto nella trasmissione del pensiero classico e tardoantico alla Scolastica e in genere all’Occidente.
Il volume di Colette Sirat introduce alla conoscenza di questo pensiero, concedendo per la prima volta ampio spazio anche a pensatori finora poco studiati, che operarono nell’Europa cristiana dei secoli XIII, XIV e XV. L’opera si distingue per accompagnare la presentazione dei singoli autori con ampi estratti delle loro opere, che il curatore italiano ha tradotto dai testi originali (in ebraico, giudeo-arabo e arabo), quasi sempre poco noti e spesso inediti. Questa storia della filosofia ebraica medievale ha conosciuto all’estero discreta fortuna: a una prima edizione (1975) in ebraico moderno sono seguite l’edizione francese rielaborata e ampliata (1983, 1988) e quella inglese ulteriormente migliorata (1985).
Grazie a un approfondito lavoro di revisione, l’edizione italiana può presentarsi a buon diritto come l’ultima e rinnovata versione dell’opera, che ai pregi delle precedenti assomma una ricchissima e aggiornata bibliografia.

Colette Sirat, docente all’École Pratique des Hautes Études di Parigi e all’Institut de Recherche et d’Histoire des Textes del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (CNRS), è coordinatrice per la Francia della ricerca patrocinata dall’Accademia Nazionale di Scienze e Lettere d’Israele e dal CNRS sui manoscritti ebraici datati, Di questo Sussidio fondamentale per la paleografia ebraica sono sinora usciti tre volumi.
Autrice di numerosi studi su testi ebraici, ha pubblicato, tra l’altro, Les théories des visions surnaturelles dans la pensée juive du Moyen Âge (1969); La Lettre hébraïque et sa significatin (1981); Les papyrus en caractères hébraïques trouvés en Egypte (1985).

La Fatica dell’Uomo

La Fatica dell’Uomo

Schiavi e liberi nel mondo romano

Autore/i: Mazza Mario

Editore: Edizioni del Prisma

premessa dell’autore.

pp. XVI-324, Catania

Un filo rosso collega i saggi raccolti nel presente volume e costituisce uno dei centri di interesse costante dell’attività scientifica dell’autore: il lavoro umano e le sue forme in momenti cruciali del mondo antico e tardoantico, dalla instaurazione del modo di produzione schiavistico nella Sicilia tardorepubblicana alla sua dissoluzione nel mondo della Tarda Antichità, dalla organizzazione del lavoro servile nell’economia agraria romana in età imperiale alle condizioni ed ai sommovimenti del proletariato delle città di Asia Minore, ai sussulti delle rivolte servili, viste attraverso l’ideologia del loro maggiore narratore, lo storico Diodoro Siculo.
E questa indagine di ampio respiro storico sulla fatica dell’uomo nel mondo antico è collegata ad una riflessione di ordine teorico e storiografico che si esprime nelle pagine dedicate all’analisi dell’approccio marxiano al modo di produzione schiavistico e alla ricostruzione, nell’analisi dei lavori della prof.ssa E. M. Štaerman, di un momento fondamentale della recente storiografia sovietica sul mondo romano.

Mario Mazza, nato a Catania nel 1936, è stato professore ordinario di Storia romana all’Università di Catania fino al 1982, insegna attualmente Storia della storiografia antica presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. i suoi interessi scientifici spaziano in campi diversi della storia del mondo antico e romano in particolare, dalla storiografia antica alla storia economica e sociale dell’impero romano, alla storia culturale e religiosa della Tarda Antichità. Particolare attenzione ha anche dedicato alla storiografia moderna sul mondo antico. Della sua vasta produzione scientifica segnaliamo soprattutto i volumi Storia e ideologia in Livio [Catania 1965, 19662), Lotte sociali e restaurazione autoritaria nel III secolo d.C. (Bari 19732), Governanti e intellettuali, popolo di Roma e popolo di Dio, I-VI secolo (assieme a P. Brown e L. Cracco Ruggini, Torino 1982) e Le maschere del potere. Cultura e politica nella Tarda Antichità (Napoli 1986) e l’ampia Introduzione a M.I. Rostovtzeff, Per la storia economica e sociale del mondo ellenistico-romano. Saggi scelti (a cura di T. Gnoli e J. Thornton), Catania 1995.

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Premessa
Abbreviazioni

Parte prima
1. Terra e lavoratori nella Sicilia tardorepubblicana. Genesi di un modo di produzione
2. Sul lavoro servile nella Sicilia romana. Ideologia e antropologia in un passo di Diodoro (34-35, 2, 28-30)
3. Sul proletariato urbano in epoca imperiale. Problemi del lavoro in Asia minore
4. Organizzazione produttiva e forza lavoro nell’agricoltura romana di età imperiale. Premesse economiche del colonato tardoromano

Parte seconda
5. Marx sulla schiavitù antica. Note di lettura
6. Economia antica e storiografia sovietica. La schiavitù nell’Italia imperiale secondo E. M. Staerman.

Indice analitico
Indice degli autori moderni

Il Dio della Felicità

Il Dio della Felicità

Una storia di Gesù

Autore/i: Del Bo Dino

Editore: Rizzoli

pp. 272, Milano

Questa è una vita di Gesù quale può essere scritta – se non fosse un luogo comune – da un cristiano d’oggi per un lettore d’oggi, cioè un lettore che, scaltrito e quasi diffidente, si difende male dal bisogno di credere. Proprio per questo Dino Del Bo s’è fatto come un dovere di rifuggire tanto dai presuntuosi arabeschi degli apparati critici – dei quali non si viene mai a capo – quanto dai devoti cimenti delle letture edificanti. Sono i due scogli che appaiono subito in queste acque, e che un buono scrittore, messosi alla bisogna, deve evitare, pena il totale naufragio dell’opera. L’erudizione non deve affatto apparire e neanche il troppo del colore e della fantasia, che han da essere, invece, disciplinati e come contenuti nella ragione prima del libro.
Trattandosi dell’Uomo-Dio, l’autore, a mano a mano che i fatti della vita, di Gesù gli vengono sotto la penna, ne espone la dottrina, traendola da quelli, e cogliendola nel suo nascere e nello stesso suo atteggiarsi dalle parole del Maestro negli animi dei discepoli. Questo è il punto dove debbono convergere le energie d’uno scrittore, il punto più difficile. Proprio qui appare la dote migliore del libro di Del Bo, quando le verità non appena uscite dalla bocca di Gesù vanno a comporsi negli abissi del cuore dell’uomo, perenne preda dei sofismi della cultura e dei demoni delle passioni.
Di più, e come in trasparenza, si scorge, via via, la dolente sorte di noi lettori, dopo le eresie vecchie e nuove e le critiche annoso, e dopo le vicende del Cristianesimo più sensibile e attuale, dell’idealismo al marxismo, alle problematiche più recenti, che hanno lasciato, e lasciano, nella vita dello spirito, inquietanti tracce e ferite non chiuse.
Pertanto, questo libro, scritto con curiosità e passione, e animo schietto e libero, ci viene dalla più chiara ed esatta anagrafe della biografia e della critica, come l’intendono oggi i lettori. Ad esso le esperienze di certo esistenzialismo, quale si può legittimamente derivare da San Paolo e da Sant’Agostino (e dalla lettura di Pascal) e lo spirito della filosofia classica danno un significato inedito e toccante; e lo collocano nello scaffale della nostra libreria più raccolta tra le vite scritte da Papini e da Mauriac, da Gabriel Marcel e dagli altri pochi che si son dati a correre, come Del Bo, il mirabile rischio di farci vedere Gesù vivo, tra noi mortali. (G.G.)

Dino Del Bo è nato a Milano il 19 novembre 1916. Ha, fra l’altro, pubblicato un libro di racconti Le mattine del mese di maggio con prefazione di Carlo Emilio Gadda. È, inoltre, autore di una serie di studi politici, tra i quali La volontà dello Stato, che ha ottenuto il premio Viareggio e La crisi dei dirigenti a cui è stato assegnato il premio Lanzara. L’ultima sua opera, alla quale è stato conferito il premio Sibari, è rappresentata da L’Adamo celeste, un commento a cinque lettere di San Paolo.

Incontri con gli Angeli

Incontri con gli Angeli

101 incontri ravvicinati realmente avvenuti

Autore/i: Moolenburgh Hans C.

Editore: Hermes Edizioni

prefazione dell’autore, tradotto dalla versione inglese da Livia Pietrantoni.

pp. 176, Roma

Da quanto il suo primo volume “Il Libro degli Angeli” è stato pubblicato nei Paesi Bassi, in Germania, in Inghilterra e in Italia, l’Autore riceve un costante flusso di “posta angelica”.
Oltre seicento persone gli hanno scritto, inviandogli anche libri, disegni, poesie, e cassette sull’argomento, angeli di paglia e di pietra. Il flusso di lettere e di doni è stato incoraggiato da articoli su giornali e riviste e da interviste radiofoniche e televisive. Egli scrive: “All’improvviso, sembrava che mi considerassero un esperto di angeli, certo con grande divertimento di questi ultimi”.
Le lettere descrivevano non meno di 140 autentici incontri con gli angeli, alcuni dei quali ripetuti, raccontati dagli stessi protagonisti. Sono loro dunque i veri esperti di angeli.
Molte di queste esperienze erano talmente straordinarie e istruttive che Moolenburgh, pensando di non avere il diritto di tenerle solo per sé, ha deciso di scrivere questo secondo libro.
In un’epoca in cui le persone sembrano pensare che non esista nulla al di là dell’ultimo programma televisivo o sondaggio di mercato, è bene tenere presente qual è il vero scopo dell’esistenza terrena: il risveglio dell’anima immortale e il suo gioioso ricongiungersi all’armonia delle sfere.

Hans C. Moolenburgh medico e psicoterapeuta olandese, ha raccolto durante la sua carriera professionale migliaia di testimonianze sui contatti angelici.

Duo

Duo

Qual è il male peggiore? Un tradimento per amicizia o per sensualità?

Autore/i: Colette

Editore: Marsilio Editori

con testo a fronte, traduzione dal francese e cura di Paolo Vettore, introduzione di Mariolina Bongiovanni Bertini.

pp. 256, Venezia

Qual è il male peggiore? Un tradimento per amicizia o per sensualità? Questo l’interrogativo posto da Michel, impresario teatrale protagonista di Duo, al quale un riflesso di luce viola ha svelato l’adulterio commesso dalla moglie Alice, «fiera dei suoi trentasette anni giovanissimi e indolenti». Michel, che è uno di quegli uomini superficiali capaci di profonde passioni segrete, non sa darsi pace e rifiuta, assieme alle ragioni della moglie, la possibilità di tornare a essere felice.
Pubblicato nel 1934 da una Colette sessantunenne, che per critica e pubblico è ormai «la grande Colette», Duo è un testo ambiguo fin dal titolo, che rinvia non tanto a una fusione di voci, quanto a un’irrimediabile stonatura, insita non solo nelle relazioni tra i due personaggi, ma anche all’interno di ognuno di essi. Il finale, inatteso e stridente, si chiude sul suicidio di Michel, e suggella così l’impossibile armonia della vita.

Mariolina Bongiovanni Bertini è docente di lingua e letteratura francese a Parma. Ha curato per Einaudi la riedizione della Recherche di Proust, per Bollati Boringhieri I piaceri e i giorni di Proust. Due monografie di Proust sono apparse presso Feltrinelli e Laterza. Si è occupata anche di Balzac e di Nerval.

Paolo Vettore, francesista di formazione, ha tradotto, tra l’altro, le Lettere dall’Italia di Jean-Marie Roland de la Platière, il dramma Hess di Gaston Salvatore, e testi di Jacques Mercanton e Charles-Albert Cingria.

Corpo a Corpo

Corpo a Corpo

Madre e figlia nella psicoanalisi

Autore/i: Autori vari

Editore: Editori Laterza

a cura di Gabriella Buzzatti e Anna Salvo.

pp. 304, Bari

Il rapporto madre-figlia, minaccioso senza saperlo né volerlo, è rimasto a lungo per la psicoanalisi un nodo irrisolto; eppure, ogni donna si è trovata prima o poi nel corso della vita di fronte al “materno”, nella duplice accezione di “avere una madre” e di poter “essere madre”.
Questo volume, interamente scritto da donne, si propone di colmare tale lacuna. Seguendo le due dimensioni, quella strutturale e quella evolutiva, le autrici decifrano la complessità e l’ambivalenza dei segni – convulsi, intricati, a tratti brucianti, altre volte lievi – che scandiscono le tappe di quell’intenso e conflittuale processo che conduce la figlia dal massimo di prossimità e specularità con la madre alla costruzione della propria personale identità femminile.

Gabriella Buzzatti si occupa della teoria e della prassi psicoanalitiche in relazione all’identità sessuata femminile. È tra le fondatrici del Centro documentazione donna di Firenze di cui ha curato i seminari annuali e la pubblicazione dei relativi quaderni dal 1981 ad oggi. Collabora con le riviste «Reti», «Lapis», «aut aut», «Rassegna italiana di Sociologia», «Fogli di informazione». Fra i suoi contributi, La Mascherata. La sessualità femminile nella nuova psicoanalisi (con Nadia Bassanese, Roma 1980); Maschile e Femminile: dell’identità e del confondersi (con altre, Bari 1984); Verso il luogo delle origini (con altre, Milano 1992) e, per i nostri tipi, un saggio nel volume, a cura di Silvia Vegetti Finzi, Psicoanalisi al femminile (1993).

Anna Salvo psicoterapeuta, svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università della Calabria, con particolare attenzione alle questioni dell’infanzia e del femminile. Collabora con numerose riviste.

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Introduzione di Gabriella Buzzatti e Anna Salvo

Il paradigma patetico di Ileana Chirassi Colombo

Il «corpo a corpo» con la madre: la scena psicoanalitica e la cultura delle donne di Gabriella Buzzatti

A proposito del «furioso attaccamento» al corpo materno di Anna Salvo

Paradossi della maternità e costruzione di un’etica femminile di Silvia Vegetti Finzi

La Voce – il Suono Madre di Suzanne Maiello

Il dolore della perdita: la depressione femminile di Adele Nunziante Cesaro

Seduzione del Padre, seduzione della Madre di Francesca Molfino

Le autrici

Il Regno dell’Anticristo

Il Regno dell’Anticristo

ed Altri Scritti

Autore/i: Guzzi Alessandro

Editore: Edizioni La Carmelina

nota editoriale.

pp. 230, nn. ill. a colori e b/n, Ferrara

“L’Anticristo verrà poco prima della fine del mondo. … dopo l’Anticristo segue immediatamente il giudizio finale “: così San Roberto Bellarmino descrisse la pericolosità di questa figura la cui ombra oggi sembra farsi più buia. Ad essa Alessandro Guzzi (artista già noto nell’ambito delle arti visive) ed ai proseliti che apparentemente ne preparano l’arrivo, ha dedicato studi approfonditi che sono testimoniati dalla presente raccolta di scritti. Il saggio che da il titolo allibro: Il regno dell’Anticristo, partendo dalle profezie contenute nelle Sacre Scritture, da Daniele all’Apocalisse, fino ad arrivare ad Adso di Montier-en-Der abbate del X secolo che scrisse un breve testo sull’argomento, disegna un percorso in ascesa del male, incarnato sostanzialmente nel satanismo, vero nucleo interiore abietto delle varie sette che di esso sono seguaci. Alessandro Guzzi, con un taglio molto personale, sposa la teoria di una cospirazione, attiva da tempi molto antichi e che si è potenziata fortemente nella “modernità”. Questa cospirazione è detta Nuovo Ordine Mondiale, ed Illuminati è chiamata l’elite satanica che lo rappresenta. Molte e tragiche condizioni visibili del mondo d’oggi sono solo apparentemente casuali, essendo in realtà il risultato di una sua intensa attività. Tra i suoi più grandi successi recenti: il Concilio Vaticano II, che di fatto ha aperto, persino nell’opinione di Paolo VI, le sante porte di S. Pietro al demonio, spingendo rapidamente la Chiesa verso l’apostasia, e l’Unione Europea. il cui potere centralizzato e satanico sull’intero continente, fonda la dannazione dei popoli. (…)

Alessandro Guzzi, studi classici e laurea in legge, è pittore e studioso di spiritualità. Al suo attivo numerose mostre e pubblicazioni. Vive e lavora Roma.

Note sulla Sintesi della Forma

Note sulla Sintesi della Forma

Titolo originale: Notes on the Synthesis of Form

Autore/i: Alexander Christopher

Editore: Il Saggiatore

introduzione dell’autore, traduzione di Sergio Los.

pp. 256, nn. illustrazioni b/n, Milano

L’urbanistica c’è sempre stata, ma solo dopo la rivoluzione industriale lo sviluppo tecnologico e l’espansione della partecipazione democratica, è diventata quello che è oggi: studio e intervento su tutto l’ambiente fisico.
Non si occupa più solo del decoro delle città o del funzionamento dei loro servizi tecnici oppure dei loro monumenti; si occupa di analizzare e comprendere i rapporti che intercorrono nel territorio urbanizzato tra i sistemi organizzativi e le forme, e di intervenire nel gioco complesso di questi rapporti per indirizzare sistemi organizzativi e forme verso obiettivi prestabiliti.
In questo senso l’urbanistica oggi comprende l’architettura – come suo caso particolare, più contingente nello spazio e nel tempo – e si affianca ad alcune scienze umane – la sociologia, l’economia, la geografia, l’antropologia – tendendo a diventare scienza umana essa stessa. Le contraddizioni tra quello che era in passato e quello che è portata ad essere oggi, tra la sua connaturazione espressiva e la sua aspirazione scientifica, tra l’attacco degli innovatori e la reazione dei regressori, rendono indecifrabile dall’esterno il dibattito che si è svolto nell’ultimo mezzo secolo e le direzioni verso cui esso punta attualmente per il futuro. Ma selezionando con paziente critica è possibile ricostruire la linea coerente e continua di una fertile ricerca, concatenata, anche alla lunga e anche in modo indiretto, ma orientata verso un unico scopo di rinnovamento teorico e operativo.
La collana «Struttura e forma urbana» si propone di mettere in luce questa linea ricuperandola in quanto è stato prodotto da alcuni protagonisti principali nel recente passato e in quanto viene prodotto oggi da studiosi che individualmente o in gruppo portano avanti la ricerca verso i più interessanti sviluppi. Lo scopo principale della collana, nei confronti della cultura urbanistica italiana, è di contribuire alla chiarificazione del problema mettendo in circolo una serie di precise informazioni che possano colmare almeno in parte il vuoto in cui attualmente sgusciano le diversioni della vecchia e della nuova accademia.
Ma la collana si propone di offrire informazioni, anche al di fuori del suo campo di specializzazione, a chiunque capiti di trovarsi di fronte all’urbanistica: ai politici e agli amministratori pubblici perché assumano consapevolezza delle conseguenze che possono avere le loro scelte sulla struttura e sulla configurazione dello spazio fisico; agli specialisti delle diverse scienze umane e delle discipline tecniche perché sappiano che cosa si può chiedere all’urbanistica e quali risposte essa può dare; ai lettori non specializzati perché possano individuare le ragioni della congestione funzionale, dell’inefficienza organizzativa, dello squallore di forme dell’ambiente in cui vivono e perché sappiano in nome di quali alternative ben concrete sia possibile rifiutarlo e chiederne uno migliore.

Christopher Alexander è nato in Austria ed ha studiato prima in Inghilterra a Cambridge dove si è diplomato in architettura e matematica, poi negli Stati Uniti a Harvard dove si è laureato architetto. A Harvard ha frequentato i corsi di Serge Chermaiefl e qualche tempo dopo ha scritto con lui Community and Privacy: Towards a New Architecture of Humanism, un libro che apparirà in questa collana. Si tratta di una acuta analisi degli squilibri dell’ambiente fisico contemporaneo e di una critica circostanziata alle insufficienze dell’architettura e dell’urbanistica, ancora incapaci di comprendere e affrontare i problemi del mondo moderno in termini scientifici e quindi non più (non ancora) umanistiche. Il lavoro successivo di Alexander parte da questo spunto e lo sviluppa in una serrata sequenza di ricerche condotte a Harvard, in India, in altre Università degli Stati Uniti ed ora a Berkeley presso la California University. Le Note sulla sintesi della forma costituiscono il compendio delle prime conclusioni teoriche derivate da quelle ricerche e possono essere considerate il tentativo più serio di questi ultimi anni – dopo il razionalismo tedesco – di liberare architettura urbanistica e design dall’antica rete di miti e di interessi castali aculturali accademici che avvolge il processo della creazione formale. Le due appendici sul villaggio indiano e sulla trattazione matematica espongono con estrema chiarezza un metodo che parte dalla ricostruzione del retroscena formativo di una configurazione urbana e arriva alla definizione di una strategia di intervento progettistico, calcolata scientificamente, facendo uso degli strumenti metodologici e operativi più avanzati. Il breve saggio «Una città non è un albero», pubblicato qualche tempo dopo il libro, è stato incluso in questa edizione italiana per dare idea della più recente evoluzione dell’autore verso settori di ricerca sempre più articolati e complessi.

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Introduzione
L’esigenza di razionalità

PARTE PRIMA
Corretta rispondenza
La base della corretta rispondenza
Il processo non-autocosciente
Il processo autocosciente

PARTE SECONDA
Il programma
L’attuazione del programma
Le definizioni
La soluzione

Epilogo

APPENDICI
Appendice 1
Un esempio sviluppato

Appendice 2
Trattazione matematica della scomposizione

Appendice 3
Una città non è un albero

Note

La Mia Via alla Storia e Altri Saggi

La Mia Via alla Storia e Altri Saggi

Autore/i: Huizinga Johan

Editore: Editori Laterza

prima edizione, a cura di Piero Bernardini Marzolla, introduzione di Ovidio Capitani.

pp. LIV-592, Bari

Sommario:

Introduzione di Ovidio Capitani

Nota bibliografica essenziale

Parte prima – La scienza storica
Per una definizione del concetto di storia
Lo stato attuale della scienza storica
I progressi della scienza storica dall’inizio del XIX secolo – Il processo della conoscenza storica – L’idea storica – Il valore della storia – Appendice

Parte seconda – Storia e civiltà
Sugli ideali di vita ispirati alla storia
Abelardo
Uno spirito pregotico: Giovanni di Salisbury
Per la storia del termine Medioevo
Erasmo sulla patria e le nazioni
Il problema del Rinascimento
Rinascimento e realismo
Piccola conversazione sui temi del Romanticismo

Parte terza – I Paesi Bassi e l’Europa
Dalla preistoria della coscienza nazionale olandese
I. Coscienza nazionale nel Medioevo – II. la potenza borgognona e la Francia – III. Denominazioni e simboli dell’unità statale borgognona – IV. L’elemento «dietsch» della potenza borgognona nel giudizio dell’elemento francese – V. Lo stato borgognone e il patriottismo borgognone dopo il 1477. La scissione in due popoli – Prospetto della nascita e dell’evoluzione del dominio borgognone

Il posto del Grozio nella storia dello spirito umano
Ugo Grozio e il suo secolo
La posizione mediatrice dei Paesi Bassi fra l’Europa occidentale e l’Europa orientale
L’influenza della Germania sulla civiltà dei Paesi Bassi
L’importanza del 1813 per lo spirito olandese
La formazione del tipo culturale olandese

Parte quarta – Autobiografia
La mia via alla storia

Indice dei nomi