Libri dalla categoria Restauro
Occultismo e Ragione
Autore/i: Fedi Remo
Editore: Fratelli Bocca Editori
introduzione dell’autore.
pp. 200, Milano
Sommario:
Introduzione
- Le tradizioni occulte
- Le leggi fondamentali dell’occultismo
- Relazioni dell’occultismo col pensiero filosofico in generale
- L’occultismo di fronte alla scienza empirica
- Conclusione
Appendice
- Osservazioni critiche sulla metapsichica
I Sogni e la Loro Interpretazione
Con la spiegazione di 500 simboli onirici
Autore/i: Aeppli Ernst
Editore: Casa Editrice Astrolabio
prefazione dell’autore, traduzione italiana di Adriana Carini.
pp. 280, Roma
«La maggior parte delle persone fanno sogni; ma ben pochi ne comprendono il senso. Questo libro si propone di avvicinarsi all’essenza del sogno e di trarne un’interpretazione feconda; in tal modo tenta di offrire un aiuto prezioso a tutti coloro che si sforzano di modellare la loro vita in modo cosciente e che, per questo motivo, non disdegnano di prestare ascolto a quella significativa comunicazione dell’anima che ci perviene attraverso il sogno.[…]»
Il Vero Libro delle Streghe
Ieri e oggi: le leggende, le tradizioni, i riti segreti, le maledizioni e gli scongiuri che tuttora vengono tenacemente praticati.
Autore/i: Fede Franco
Editore: Editoriale Albero
pp. 160, Milano
Per gli appassionati, ma non soltanto per essi, del mondo dell’occulto, della magia e dei suoi riti, ecco un libro dal fascino irresistibile: appunto “Il vero libro delle streghe”, le streghe di ieri e di oggi – come ben dice il sottotitolo – con le loro leggende, tradizioni, i loro riti segreti, le maledizioni e gli scongiuri. Un libro che si fa leggere d’un fiato, molto più di una fiaba affascinante, perché documentato, curato e accurato, con in più, a fantastico coronamento, una serie di magiche “ricette” per auspicare, favorire, raggiungere certi scopi…
Il Testamento di Dio
Autore/i: Lévy Bernard-Henri
Editore: SugarCo Edizioni
prefazione dell’autore, traduzione dal francese di Emilia Cerutti, Franco Baldini e Lenio Rizzo.
pp. 304, Milano
Dopo la Barbarie dal volto umano, ecco il nuovo libro di Bernard-Henri Lévy, del quale «Le Monde» ha detto: «Quando ci si invita ad aver ragione da soli contro l’Intera comunità, ad opporre l’inflessibilità del profeti, a testimoniare come sentinelle solitarie, quando si invoca l’esempio di Ezechiele, Saint John Perse, Camus o Solženlcyn, dubitare di questa parola significa privarsi di una bella occasione di credere e di sperare».
Il testamento di Dio va Infatti ben oltre i chiusi sentieri ormai isteriliti della cultura tradizionale di sinistra. Attraverso una analisi del totalitarismo nel suoi fondamenti «pagani e politeistici», attraverso lo smontaggio del paradossi su cui poggiano per esempio alcune posizioni della «autonomia» – libertaria e dogmatica insieme, negatrice dello stato e sua più fervida sostenitrice – il filosofo francese tocca questioni che coinvolgono anche il nostro Paese, con la sua abile spregiudicatezza che ha già destato tante polemiche. Così per Lévy i «nuovi comunisti», quelli italiani appunto, «non sono più gli ultimi professionisti della conquista del Politico ma i primi specialisti della gestione del sociale: l’altra faccia di questa gestione è la diffusione capillare degli avvertimenti, l’appiattimento del Politico sul civile, Il perfetto sposalizio tra l’apparato e la vita di tutti i giorni, insomma, la forma compiuta del terrore spirituale».
Il culto del Politico nasce dall’idolatria e dal nichilismo: allora il Politico giustifica tutti gli orrori, da Robespierre a Mao, da Hitler a Stalin al «fascista» Khomeini. «Il fatto che la Bibbia sia il libro della resistenza del nostro tempo vuol dire che la principale contraddizione entro cui questa nostra epoca si annoda e si mette in gioco è quella tra paganesimo e monoteismo». «Il monoteismo», conclude Lévy, «è il pensiero di resistenza della nostra epoca perché propone una definizione del male, una dottrina della giustizia, un’etica e una metafisica del tempo».
Bernard-Henri Lévy è nato nel 1948 ed è professore di filosofia. La barbarie dal volto umano, il suo primo libro, ha avuto un successo mondiale. Il testamento di Dio dal primi giorni dell’uscita in libreria è subito balzato alla testa del best-sellers.
Il rilancio della cultura nell’Europa occidentale passa oggi, nei testi e negli eventi inediti della nostra epoca, attraverso quei due bordi che non consentono a nessun discorso di totalizzarsi, a nessun percorso di volgersi in monismo costituiscono i bordi del linguaggio. Attraverso i due bordi corre una spirale fra rimozione e resistenza, fra estetica e poetica, fra logica del godimento e logica del desiderio. La pulsione è perciò duale, mai al servizio di una rivoluzione cosmologica, mai risolta nell’unità o nell’armonia nè soggetta alla promessa di un radioso avvenire. E sul bordo della resistenza – di una resistenza che Freud trova indistruttibile – s’instaura un processo di scrittura, quindi una scienza, con il suo sapere effettuale pertanto impossibile. Una scienza inventiva, matematica. Fra la teoria delle immagini semoventi, altre – nonostante il concetto di gruppo ne presupponga almeno una identica e immobile – e la pratica del linguaggio, si tratta qui in definitiva non solo delle indicazioni del discorso psicanallitico ma soprattutto di uno spazio d’intervento dei non analisti.
Guanciale d’Erba
Kusamakura – Romanzo
Autore/i: Soseki Natsume
Editore: BEAT – Biblioteca Editori Associati di Tascabili
traduzione dal giapponese di Lydia Origlia.
pp. 192, Milano
Guanciale d’erba narra di un giovane artista, pittore e poeta, che si avventura per un ameno sentiero di montagna di un piccolo villaggio giapponese. Lungo il cammino, in un’atmosfera incantata, incontra viandanti solitari, contadini, paesani, nobili a cavallo e ogni specie d’umanità, finché, sorpreso dalla pioggia, si rifugia in una piccola casa da tè tra i monti. Qui, dalla dolce voce della vecchia tenutaria, apprende la storia della fanciulla di Nakoi, che ebbe la sfortuna di essere desiderata da due uomini e andare in sposa a quello che lei non amava. Il giorno in cui partì, il suo cavallo si arrestò sotto il ciliegio davanti alla casa da tè, e dei fiori caddero qua e là, come macchie sul suo candido vestito…
Come un viandante qualsiasi, col suo guanciale d’erba – insieme, il cuscino di chi va per il mondo e una grande metafora del viaggio di ogni uomo alla ricerca di se stesso – l’artista raccoglie questa e altre meravigliose storie lungo il suo peregrinare, semplicemente per ubbidire al suo modesto e sublime compito: «rasserenare il mondo e arricchire il cuore degli uomini».
Dall’autore di Io sono un gatto una delle opere fondamentali della moderna letteratura giapponese.
«Qual è il suo libro preferito?»
«Guanciale d’erba di Soseki».
(Da un’intervista a Glenn Gould)
«Una vetta tra le grandi pagine lasciate da passeggiatori solitari e viandanti letterari: da Rousseau fino a Walser o Jünger o Giono». (Panorama)
Pseudonimo di Natsume Kinnosuke, Natsume Sōseki nacque nel 1867 a Edo da un samurai di basso rango, ultimo di sei figli. Nel 1905 pubblicò il suo primo libro: Io sono un gatto (BEAT 2010). Seguirono Il signorino (Neri Pozza 2007), Sanshiro eil cuore delle cose (Neri Pozza 2001). Morì nel 1916 a 49 anni.
La Fine della Natura
Il manifesto dell’altra ecologia
Autore/i: McKibben Bill
Editore: Bompiani
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Andrea D’Anna.
pp. 252, Milano
L’allarmante titolo e la tesi del libro non si riferiscono al regno del futuribile, ma a un evento che si è già verificato. L’olocausto nucleare non è avvenuto, scongiurato dall’intervento della ragione: è già “il giorno dopo”, e giorni ancora peggiori seguiranno se anche in questo frangente la nostra ragione non saprà arrestarci sull’orlo dell’abisso. La catastrofe non si è concretizzata in un’immane conflagrazione ma si sta consumando quotidianamente. Noi viviamo in un mondo che l’autore definisce, con un sinistro ma incisivo neologismo, “postnaturale”.
Una nuova “natura”, sintetica e minacciosa, ha soppiantato la buona, vecchia, cara natura che credevamo eterna. Gli scenari più foschi, soltanto elaborati da modelli computerizzati, potrebbero avverarsi nello spazio di poche generazioni. McKibben passa in rassegna, con implacabile lucidità, questi scenari e le varie teorie su cui essi si basano. Da qualunque parte la si consideri, insomma, la situazione del pianeta è sconfortante. Ma il mondo della natura sta a cuore a McKibben: il suo amore per una “natura incontaminata” trabocca da molte delle sue pagine e s’innesta nel filone di una pregnante tradizione letteraria e filosofica americana. Tutte le sue simpatie vanno quindi alla soluzione alternativa, quella “umile”, quella “biocentrica”, quella della deep ecology che non vede al centro di tutto l’uomo e il suo immediato tornaconto, ma si propone di salvare quanto resta di ogni sua forma. “Natura contro cultura”, dunque: contro la cultura dello spreco, contro l’ubriacatura consumistica, l’onnipresenza dell’artificiale e lo strapotere della tecnologia.
Bill McKibben è stato redattore e giornalista del “New Yorker” e ha pubblicato molti articoli sul problema ecologico. I suoi contributi compaiono di frequente nella “New York Review of Books”. Vive nella zona dei monti Adirondacks, a nord di New York.
Veniamo Tutte per Mare
Una fragile speranza di felicità – Il viaggio verso un mondo sconosciuto – Donne coraggiose unite da un destino comune
Autore/i: Otsuka Julie
Editore: Bollati Boringhieri Editore
traduzione di Silvia Pareschi.
pp. 144, Torino
«Da anni» ha dichiarato Julie Otsuka, «volevo raccontare la storia delle migliaia di giovani donne giapponesi – le cosiddette “spose in fotografia” – che giunsero in America all’inizio del Novecento. Mi ero imbattuta in tantissime storie interessanti durante la mia ricerca e volevo raccontarle tutte. Capii che non mi occorreva una protagonista. Avrei raccontato la storia dal punto di vista di un “noi” corale, di un intero gruppo di giovani spose».
Una voce forte, corale e ipnotica racconta dunque la vita straordinaria di queste donne, partite dal Giappone per andare in sposa agli immigrati giapponesi in America, a cominciare da quel primo, arduo viaggio collettivo attraverso l’oceano. È su quella nave affollata che le giovani, ignare e piene di speranza, si scambiano le fotografie dei mariti sconosciuti, immaginano insieme il futuro incerto in una terra straniera. A quei giorni pieni di trepidazione, seguirà l’arrivo a San Francisco, la prima notte di nozze, il lavoro sfibrante, la lotta per imparare una nuova lingua e capire una nuova cultura, l’esperienza del parto e della maternità, il devastante arrivo della guerra, con l’attacco di Pearl Harbour e la decisione di Franklin D. Roosevelt di considerare i cittadini americani di origine giapponese come potenziali nemici. Fin dalle prime righe, la voce collettiva inventata dall’autrice attira il lettore dentro un vortice di storie fatte di speranza, rimpianto, nostalgia, paura, dolore, fatica, orrore, incertezza, senza mai dargli tregua.
Un’altro scrittore avrebbe impiegato centinaia di pagine per raccontare le peripezie di un intero popolo di immigrati, avrebbe sprecato torrenti di parole per dire cos’è il razzismo. Jilie Otsuka ci riesce con queste essenziali, poche pagine.
«Eccezionale. La Otsuka ci racconta con straordinaria abilità un mondo diventato improvvisamente straniero. La prosa ipnotica, priva di sentimentalismo, è la forza più grande del libro».
(The New Yorker)
«La voce del romanzo è quiete come un sussurro…Una scrittura squisita, potente, essenziale, cristallina».
(The Oprah Magazine)
«Veniamo tutte per mare narra la prima immigrazione giapponese in America. È un racconto pieno e trascinante, splendido».
(The Guardian)
Julie Otsuka è nata in California. Si è laureata alla Yale University e ha conseguito un Master of Fine Arts alla Columbia University. È anche pittrice. Oggi vive e lavora tra New York e San Francisco. Il suo primo romanzo, When the Emperor Was Divine (2002), dopo aver scalato le classifiche con duecentossessantamila copie vendute negli Stati Uniti, è considerato un classico contemporaneo: con questo libro, unanimamente giudicato dalla critica un capolavoro, Julie Otsuka ha vinto l’Asian American Literary Award, lAmerican Library Association Alex Award e una Guggenheim Fellowship.
Il Tempo di Natale nella Roma di Gregorio Magno
Autore/i: Ghilardi Massimiliano; Pilara Gianluca
Editore: Società dell’Acqua Pia Antica Marcia
prefazione di Umberto Croppi, introduzione di Francesco B. Caltagirone, volume in tiratura limitata e numerata – nostro esemplare numero: 387.
pp. XIII-354, Roma
Il volume, dedicato al pontificato di Gregorio Magno e alla città di Roma tra la fine del VI e gli inizi del VII secolo d.C., è diviso in due sezioni, una dedicata agli aspetti storici e urbanistici della città, focalizzando l’attenzione sulle fasi più cruente del conflitto gotico-bizantino, l’altra volta a indagare l’importanza del Natale nell’opera letteraria ed esegetica del vescovo romano.
Massimiliano Ghilardi, archeologo tardoantichista, Direttore Associato dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, si occupa principalmente di storia e topografia di Roma tardoantica e del recupero ideologico, in ottica controriformista, delle antichità cristiane nella prima età moderna. Co-autore del libro I barbari che presero Roma sul sacco di Roma del 410.
Gianluca Pilara, storico del Medioevo e ricercatore presso l’Istituto Patristico “Augustinianum” (Pontificia Università Lateranense) di Roma, si occupa di questioni religiose e politiche legate alla città di Roma nel periodo tardoantico e medievale.
Lo Zen e il Tiro con l’Arco
titolo originale : Zen in der Kunts des Bogenschiessens
Autore/i: Herrigel Eugen
Editore: Adelphi Edizioni
introduzione di Daisetz T. Suzuki, traduzione di Gabriella Bemporad.
pp. 100, Milano
Questo piccolo libro è un illuminante, lucido e utile resoconto, scritto da un occidentale, di come un occidentale possa avvicinarsi allo Zen. Un professore tedesco di filosofia, Eugen Herrigel, vuole essere introdotto allo Zen e gli viene consigliato di imparare una delle arti in cui lo Zen da secoli si applica: il tiro con l’arco. Comincia così un emozionante tirocinio, nel corso del quale Herrigel si troverà felicemente costretto a capovolgere le sue idee, e soprattutto il suo modo di vivere. All’inizio con grande pena e sconcerto. Dovrà infatti riconoscere prima di tutto che i suoi gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le sue intenzioni, infine che proprio le cose su cui fa affidamento sono i più grandi ostacoli: la volontà, la chiara distinzione fra mezzo e fine, il desiderio di riuscire. Ma il tocco sapiente del Maestro aiuterà Herrigel a scrollarsi tutto di dosso, a restare vuoto per accogliere, quasi senza accorgersene, l’unico gesto giusto, che fa centro quello di cui gli arcieri Zen dicono: “Un colpo una vita”. In un tale colpo, arco, freccia, bersaglio e Io si intrecciano in modo che non è possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell’arciere e il bersaglio da colpire è l’arciere stesso.
Piccoli Atei Crescono
Davvero una generazione senza Dio?
Autore/i: Garelli Franco
Editore: Società Editrice Il Mulino
introduzione dell’autore.
pp. 232, Bologna
Ateo-agnostici, indifferenti, credenti:il rapporto delle nuove generazioni con la religione
Atei, non credenti, increduli: è la rappresentazione che sempre più spesso viene data delle nuove generazioni. In effetti la negazione di Dio e l’indifferenza religiosa tra i giovani sta crescendo sensibilmente, anche per il diffondersi di un «ateismo pratico» tra quanti mantengono un legame labile con il cattolicesimo. Tuttavia, la domanda di senso è vivace. Per molti il sentimento religioso si esprime nella propria interiorità personale, passando da una dimensione verticale (lo sguardo alla trascendenza) ad una orizzontale (la ricerca dell’armonia personale). Tenendo presente questo profondo mutamento, il volume mette in luce il «nuovo che avanza» a livello religioso.
Franco Garelli insegna Sociologia dei processi culturali e Sociologia della religione nell’Università di Torino. Tra i suoi libri con il Mulino «Sfide per la chiesa del nuovo secolo» (2003), «L’Italia cattolica nell’epoca del pluralismo» (2006),«La Chiesa in Italia» (2007) e «Religione all’italiana. L’anima del paese messa a nudo» (2011).
Introduzione
I. Ateismo in crescita e secolarizzazione dolce
1. Una generazione incredula?
2. Lo zoccolo duro della non credenza
3. La varietà della credenza e della non credenza. Confini porosi
4. I diversi tipi religiosi in Italia e forme di ateismo pratico
5. Credenti e non credenti a confronto. Idee e pratiche religiose
6. Quel che resta di una socializzazione religiosa diffusa
7. Famiglie religiosamente labili
8. Differenze di genere e territoriali
II. È plausibile per i giovani d’oggi credere in Dio?
1. Perché è possibile oggi credere in Dio
2. Le sorti della fede nella modernità avanzata
3. Ostacoli per il credere oggi
4. Occorre un outing della fede
5. Plausabilità della fede, ma… a precise condizioni
6. Una credenza passe-partout
7. Quelli per cui la fede è un vuoto da perdere
III. La fede religiosa al vaglio delle generazioni
1. Uno stile di generazione?
2. Il gap generazionale
3. Riserve sulla fede del passato
4. Tra genitori e nonni
IV. Lost in transition? Percorsi di socializzazione religiosa
1. Modelli di socializzazione religiosa
2. L’alieno
3. Il secolarizzato
4. Il naufrago
5. L’intermittente
6. Il convinto
7. Famiglia, ma non troppo
V. Io ballo da sola. Lontani dalla chiesa, non da Francesco
1. Andare in chiesa è da «sfigati»?
2. «Neanche un prete per chiacchierar»
3. L’ambivalente percezione della chiesa cattolica
4. Papa Francesco: molte luci e qualche dubbio
5. Fede senza chiesa?
IV. Una generazione «senza Dio»?
1. Il fenomeno dei giovani «senza Dio»
2. I profili della non credenza
3. Il panorama dell’indifferenza religiosa
4. La prima generazione incredula?
5. L’indifferenza religiosa, una moda culturale?
VII. La spiritualità del dio personale
1. Sulle tracce della spiritualità in Italia
2. Il milieu olistico dei giovani italiani
3. Il rompicapo del genere
4. Le ricerche spirituali non sono tutte uguali
5. Spiritualità, religione e ateismo. Così lontani, così vicini
Conclusioni. Il tempo delle religiosità instabili
Nota metodologica
Riferimenti bibliografici
Geronimo
Storia e leggenda dell’ultimo capo apache
Autore/i: Debo Angie
Editore: U. Mursia Editore
prefazione e introduzione dell’autrice, traduzione integrale dall’americano di Maria Elena Vaccarini.
pp. 368, 68 illustrazioni b/n f.t., cartine b/n, Milano
Geronimo fu l’ultimo grande guerriero della storia indiana. Strenuo difensore dei diritti del suo popolo, resistette fino allo stremo contro l’avidità, l’incomprensione e l’arroganza dell’uomo bianco.
Nemmeno una forza militare di cinquemila uomini al comando del famoso generale Miles riusci ad avere la meglio della sua banda apache: diciotto uomini, quattordici donne e sei bambini, che rappresentavano l’estremo baluardo contro un sopruso, diretto a privare gli indiani delle loro terre e della loro libertà. Solo con l’inganno, con accordi promessi e poi mai mantenuti, fu possibile sconfiggere Geronimo.
Proditoriamente «catturato», fu deportato sulla costa atlantica, in Florida, con tutta la popolazione apache dell’Arizona sotto la sua diretta influenza.
Venne rinchiuso in campi di prigionia per più di vent’anni, vagando tra la Florida, l’Alabama e l’Oklahoma. Ma gli Apache non si rassegnarono mai, sperando di poter tornare nelle loro alte montagne brulle del Sud-Ovest.
Geronimo, uomo dotato di una grande carica magnetica e prodigioso divinatore, pur non avendo mai ricoperto la carica di capo tribù, era un leader incontrastato. Abile guerriero, spietato in battaglia, inflessibile nelle sue opinioni e implacabile nel suo odio, fu uomo fondamentalmente onesto e profondamente religioso. Anche in cattività dimostrò lodevoli qualità e intelligenza, senza mai venir meno alla propria determinazione e indipendenza.
A sottolineare la straordinaria personalità di questo pellerossa, l’autrice scrive: «Un uomo di minor statura non avrebbe potuto scrivere il proprio nome cosi chiaramente nella storia del Sud-Ovest».
Angie Debo è ricercatrice presso l’Università dell’Oklahoma e vive a Marshall, in Oklahoma. Ha studiato a lungo la storia indiana, su cui ha scritto numerose opere: A History of the Indians of the United States, The Rise and Fall of the Choctaw Republic e Road to Disappearance: A History of the Creek Indians.
Faust e il Golem
Realtà e mito del Doktor Johannes Faustus e del Maharal di Praga
Autore/i: Neher André
Editore: Sansoni Editore
traduzione di Vanna Lucattini Vogelmann.
pp. 180, nn. tavole b/n f.t., Firenze
Tra Goethe e Thomas Mann, tra il Maharal di Praga, Norbert Wiener e Arnold Schönberg, Faust e il Golem, affascinanti miti del moderno e del postmoderno, si intrecciano in inquietanti percorsi della storia.
Il mito di Faust e il mito del Golem sono miti «giovani», nati simultaneamente intorno al 1580, nel pieno del rinascimento, da due figure storiche, il Dottor Johannes Faustus e il Rabbi Jehudah Loew ben Bezalel, detto il Maharal di Praga.
L’aspetto magico, romanzesco cela un nucleo filosofico che sembra trovare per entrambi l’interprete ineguagliato in Goethe (con il Faust e con L’apprendista stregone). Ma i due temi «metafisici» del patto con il diavolo e della creazione del Golem (o automa) proseguono il loro cammino verso il nostro secolo, in cui incarnano l’uno (Faust) il mito dell’uomo moderno, l’altro (il Golem) il mito dell’uomo postmoderno. E ora trovano nuovamente chi dà loro voce: Thomas Mann, autore del Doktor Faustus (1947), e Norbert Wiener, autore di Cybernetics (1948) e di God & Golem (1964).
Chi conosca la storia di questi due miti sa che il secondo è un mito ebraico, ed ebrei sono il Maharal e Wiener, che reggono i due capi del filo golemico. Ma un terminale ebraico potrebbe scorgersi anche nel romanzo di Mann – forma definitiva del mito faustiano – se egli non avesse attribuito l’invenzione della dodecafonia al suo protagonista (e al suo patto con il diavolo) anziché al vero inventore, l’ebreo Arnold Schönberg. Il quale – osserva Neher – si ispira in realtà all’altro filone, al pensiero dialettico del Maharal, e quindi può essere visto come la cerniera tra i due miti. Sul rapporto Mann-Schönberg, modello e sintomo dell’occultamento subito da quel filone di pensiero ebraico innervante da secoli la cultura occidentale, si interroga Neher, al termine di un discorso di incomparabile finezza e originalità, sostenuto dalla ermeneutica tutta ebraica degli accostamenti e dei riferimenti incrociati. In tale ordito i personaggi maggiori e minori – da Tycho Brahe a Keplero, da David Gans all’imperatore Rodolfo, agli altri già nominati – sono figure reali ma anche anelli dell’interpretazione che questo libro, quasi inseguendo una postmoderna Scienza Nuova, offre degli inquietanti percorsi della storia.
André Neher (1913-1988), alsaziano, già professore di lingua e letteratura ebraica all’Università di Strasburgo, e tra i più brillanti intellettuali francesi, dal 1967 visse a Gerusalemme. Delle sue numerose opere di storia e filosofia ebraica sono già apparse in italiano: Mosè (1961), L’esilio della Parola (1983), L’essenza del profetismo (1984).
La Relazione di Aiuto
Secondo l’indirizzo di Carl R. Rogers.
Autore/i: Giordani Bruno
Editore: La Scuola Editrice
presentazione di Roberto Zavalloni.
pp. 360, Brescia
Il volume si propone di presentare una modalità di impostazione della relazione di aiuto: quella che fu inaugurata da C. Rogers e che si ispira alla psicologia umanistico-esistenziale.
Usando il termine ampio di «relazione di aiuto» l’A. vuole estendere il discorso agli incontri tra due persone, caratterizzati da diverse finalità: terapeutica, educativa o rieducativa, scolastica, pastorale.
La eccessiva proliferazione delle più disparate modalità di approccio sorte in questi ultimi anni (già nel 1963 Rogers registrava un centinaio di metodi terapeutici!) finisce col disorientare chi si affaccia su questo settore della psicologia e screditare in blocco l’attività anche di chi si impegna seriamente in un’opera squisitamente umanitaria. D’altra parte la diversità metodologica non è che il riflesso del pluralismo esistente a livello teoretico nelle varie Scuole psicologiche nei confronti dei concetti di persona umana, di libertà, di valori, di immanenza, di trascendenza, ecc.
Per questo l’A. ha ritenuto necessario concedere ampio spazio alla presentazione della concezione umanistico-esistenziale della persona, quale viene propugnata da una Scuola sorta in questi ultimi decenni in America. Il nuovo orientamento e stato definito «Terza Forza», termine che vuol rilevare la netta distinzione con le due grandi correnti psicologiche dominanti: la psicoanalisi e il behaviorismo.
L’A. è convinto che il nuovo orientamento preso dalla psicologia è atto a correggere e a superare la concezione riduttiva, pessimistica e deterministica delle due Scuole tradizionali. L’ampia esposizione che egli fa dell’aspetto strutturale e dinamico della persona umana seguendo le linee della psicologia umanistica, introduce il lettore in una concezione nettamente positiva e ottimistica della natura umana. Tenendo presenti le più recenti intuizioni dovute ad alcuni esponenti di questa Scuola – tra cui V. Frankl – egli amplia l’orizzonte dei valori e dei fini ultimi dell’esistenza, superando la concezione immanentistica di Rogers per sfociare in una visione in cui l’autotrascendenza e presentata come «inerente all’esistenza umana». All’esposizione concettuale (Parte I), l’A. fa seguire la presentazione della relazione di aiuto descrivendone le dimensioni e i dinamismi (Parte II), soffermandosi ad analizzare le disposizioni di fondo da cui il terapeuta o il consulente deve essere animato, suggerendo indicazioni metodologiche per rendere operative ed efficaci tali disposizioni (Parte III).
Il lavoro serve anzitutto agli psicologi e ai terapeuti che seguono l’indirizzo qui esposto.
Per gli operatori in campo educativo o pastorale, non sufficientemente formati in psicologia, l’opera può rappresentare una guida per introdurli gradatamente in una visione positiva dell’uomo e per prepararli ad una metodologia efficace e rispettosa della persona.
L’Autore è laureato in Filosofia-Pedagogia alla Pontificia Univ. Salesiana. In seguito ha conseguito il Diploma di «Qualificazione in Psicologia clinica» presso il Ministero P.I., e quello di «Psychotherapy» rilasciato dall’International Circle of Personation and Psychotherapy».
Egli è docente di psicologia applicata nella Pont. Univ. Lateranense e nell’Ateneo Antonianum di Roma. Ha fatto degli «stages» in varie cliniche psichiatriche e in centri universitari (in particolare quello di Hamburg, diretto da R. Tausch) nei quali viene praticato il metodo di C. Rogers. Da alcuni anni applica tale metodo negli incontri individuali e di gruppo. E’ autore di vari lavori di natura psicologica.
Apocalisse Prossima Ventura
Crisi del mondo moderno
Autore/i: Bizzarri Mariano
Editore: Editrice Atanòr
prefazione di Michele C. del Re.
pp. 200, Roma
L’eutanasia, i bambini in provetta, il diffondersi delle sette, l’effetto serra, la droga, i danni della discoteca, la crescente incidenza dei tumori, il dilagare della violenza, il buco dell’ozono, il suicidio tra i giovani e tanti altri aspetti del nostro vivere quotidiano, cosa hanno in comune tra loro? E perché, tutti insieme, minacciano di moltiplicarsi ed accentuarsi in modo esponenziale predisponendo la terra, ad una catastrofe di proporzioni bibliche? Siamo sull’orlo di un collasso da tempo preannunciato, ma a cui nessuno sembra seriamente interessarsi. Sarà perché l’uomo non reagisce ai processi graduali, ma solo agli eventi brutali. Siamo ancora in tempo ad arrestare la parabola discendente del Kali Yuga? Il testo ripercorre le grandi tematiche del nostro tempo analizzate dal punto di vista scientifico, una prospettiva che molto significativamente, lungi dal contraddirlo, si armonizza e si completa con l’insegnamento della tradizione esoterica e delle grandi religioni monoteiste. Ne emerge uno scenario che, se da un lato ammonisce circa i pericoli non più futuri, ma già presenti, dall’altro non perde nulla del carattere propriamente iniziatico che la parola Apocalisse, cioè Rivelazione, cela in se stessa.
Mariano Bizzarri, medico e oncologo, è docente presso l’Università Tor Vergata di Roma, studioso delle discipline esoteriche. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui l’Oscar Europa 1989. È autore di circa 100 pubblicazioni scientifiche e di numerosi libri tra cui “Il Tramonto del Tumore” “Estate e Salute” “Il Caso del 228” “Sulle Tracce del Graal” (coll. con Scurria). In corso di pubblicazione “Melatonina e Cancro ” (coll. Laganà).
La Fonte e il Cuore
Cristianesimo e Iniziazione
Autore/i: Camici Alberto; Orlandi Alessandro
Editore: Edizioni Appunti di Viaggio
prefazione di Marco Guzzi, introduzione degli autori.
pp. 214, illustrazione a colori f.t., Roma
Stiamo per arrivare al giubileo dell’anno 2000 dopo Cristo in una situazione paradossale.
Questa nostra civiltà occidentale ormai planetaria, che accoglie ovunque il Papa con masse entusiastiche e plaudenti, vive uno dei momenti più drammatici e confusi della sua Vicenda millenaria.
Il cristianesimo sembra essere diventato un importante punto di riferimento etico-politico, ma non essere più in grado al contempo di animare, con una visione ispirata dalla fede, una cultura che ridia slancio e progettualità alle sempre più depresse popolazioni occidentali.
Come approfondire l’esperienza cristiana e occidentale di fede? Come ridare senso, sperimentabilità, concretezza emotiva ed esistenziale a parole come vita nuova, uomo spirituale, Dio in noi, rovesciamento di questo mondo e così via? Come sottrarle alla loro riduzione a formulette estrinseche, ripetute senza alcuna vibrazione del cuore o conseguenza pratica?
Come ritrovare la potenza iniziatica e sovvertitrice del cristianesimo?
È tra queste domande che si inserisce con forza e intelligenza il tentativo di risposta de “La fonte e il cuore”, che, approfondendo il tema generale dell‘iniziazione al mistero (prima parte) come penetrazione nel cuore della realtà e di noi stessi (seconda parte), arriva, come percorrendo un itinerario a cerchi concentrici, fino a riscoprire il mistero cristiano della nascita di Cristo in ciascuno di noi (terza parte).
Padre Alberto Maria Camici, barnabita, nato a Livorno nel 1962, è specializzato in Antropologia teologica. Attento alla Tradizione, coltiva da anni lo studio e la pratica della meditazione in chiave interreligiosa. Con padre Antonio Gentili ha pubblicato nel 1994 per l’Editrice Ancora “Padre Nostro. Mistagogia della preghiera del Signore”. Esperto del pensiero di padre Giovanni Maria Vannucci osm, di cui ha curato ricerche e pubblicazioni, pubblica articoli e tiene corsi di esercizi spirituali. Dal 1995 lavora al Centro di formazione alla Meditazione cristiana del Vicariato romano – sezione catechesi.
Alessandro Orlandi è nato a Roma nel 1953. Laureato in matematica, ha svolto ricerche in questa disciplina presso l’università di Pisa, per conto del C.N.R. Dal 1 986 insegna matematica e fisica presso il liceo E. Q. Visconti di Roma, ove cura la realizzazione di un Museo della Didattica delle Scienze. Conduce da molti anni ricerche sulle religioni comparate e sugli aspetti esoterici della tradizione occidentale. Su tali temi ha tenuto numerose conferenze.
Nuove Frontiere della Psicoterapia – Conversazione con Leo Zeff
Gli psichedelici come strumenti di espansione della consapevolezza – MESCALINA, PSILOCIBINA, MDMA, IBOGA, LSD
Autore/i: Stolaroff J. Myron
Editore: Edizioni Spazio Interiore
nota introduttiva di Claudio Naranjo, prologo di Stanislav Grof, prefazione di Albert Hoffman, epilogo di Alexander T. Shulgin, traduzione di Jonas Iaffaldano Di Gregorio ed Elisa Picozza.
pp. 144, fotografie b/n f.t., Roma
Scritto a partire da una conversazione fra Leo Zeff e Myron J. Stolaroff, due pionieri della terapia psichedelica, questo libro è una testimonianza, viva e toccante, dell’amore per gli stati non ordinari di coscienza e per il loro valore terapeutico. A partire dagli anni ’60, Leo Zeff ha utilizzato con i suoi pazienti un’ampia varietà di psichedelici, fra cui lsd, funghi sacri, mescalina, mda, mdma, armalina (alcaloide contenuto anche nell’ayahuasca) e ibogaina, ognuno dei quali porta a fare esperienza di mondi distinti dell’essere, sviluppando metodi innovativi per il loro utilizzo in ambito clinico. Con i contributi originali di Stanislav Grof, Claudio Naranjo, Albert Hoffman, Alexander Shulgin.
I risultati terapeutici ottenuti con questo metodo costituiscono un argomento davvero importante nell’ambito dell’attuale e crescente discussione sulla possibilità che gli psichedelici vengano nuovamente utilizzati nella pratica psicoterapeutica.
(Albert Hofmann)
Leo Zeff ha dolorosamente soppesato i pro e i contro, e ha preso la decisione di sfidare la legge, continuare il suo lavoro con gli psicedelici e assumere su di sè la responsabilità della sua attività. (Stanislav Grof)
È giusto che si sia voluto commemorare l’esistenza di Leo Zeff, e questo mi pare coerente con la gratitudine che suscitò in molti di noi che beneficiammo della sua anonima ed eroica dedizione.
(Claudio Naranjo)
Ringraziamenti
Introduzione alla seconda edizione di Myron J. Stolaroff
nota introduttiva di Claudio Naranjo
Prologo di Stanislav Grof
Tributo a Leo di Ann Shulgin
Prefazione di Albert Hoffman
Introduzione di Myron J. Stolaroff
Capitolo 1 – I primi tempi
Capitolo 2 – Selezione e preparazione
Capitolo 3 – L’esperienza individuale
Capitolo 4 – L’esperienza di gruppo
Capitolo 5 – Sostanze e dosaggi
Capitolo 6 – Risultati
Conclusione di Myron J. Stolaroff
Epilogo di Alexander T. Sulghin
Tributi a Leo Zeff
MAPS – Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies
Il Potere Naturale della Guarigione
Semplici insegnamenti e tecniche per guarire se stessi e coloro che vivono intorno a noi
Autore/i: Hua Ching Ni
Editore: M.I.R. Edizioni
introduzione di Silvio Calzolari, introduzione dell’autore.
pp. 160, Montespertoli (FI)
Tutti gli uomini desiderano vivere in buona salute. Quando siamo giovani, per lo più prendiamo la salute come una cosa naturale; invecchiando spesso cerchiamo di curarci o di prevenire le malattie con metodi diversi, come la ginnastica o le diete. Questo libro identifica nel proprio spirito la fonte primaria della salute. Esiste un processo terapeutico naturale, inerente all’essenza stessa della vita; capire questo può aiutarci a vivere bene e con successo, a risolvere i problemi della nostra vita, a capire cos’è la vita e cos’è la morte.
C’è una differenza profonda fra trattare la propria salute dall’esterno oppure mediante una consapevolezza e una coscienza interiore. Tutto nella natura si rinnova continuamente, ed osservando i principi della natura possiamo imparare a rinnovare il nostro corpo, la nostra mente e il nostro spirito. La vera terapia implica un rinnovamento mentale, emozionale e fisico.
Hua-Chin Ni, fondatore della Università Yo San di Medicina Tradizionale Cinese, fornisce in questo libro un ampio panorama sugli antichi metodi e sui principi terapeutici sviluppatisi in Cina dai tempi preistorici ai giorni nostri. La vita, egli ci ricorda, è una continua mutazione. Solo quando siamo disposti ad accettarla così com’è, possiamo cominciare a capire, e a fare nostre, le verità più profonde che costituiscono il segreto della salute e della longevità. In questo libro troverete una chiara esposizione degli insegnamenti Taoisti e di semplici tecniche che persone di ogni età e condizione possono usare per curare se stessi, e anche per curare la salute e la felicità di coloro che vivono intorno a loro. Imparate questi principi e queste tecniche, scoprirete di avere in voi il potere naturale della guarigione naturale.
La Lanterna Magica
Ottocento strumentale nella vita pubblica e privata della Superba
Autore/i: Cantù Alberto; Tanasini Gino
Editore: Sagep Editrice
appendice di Alberto Cantù, introduzione di Gino Tanasini.
pp. 200, Genova
La lanterna magica e il titolo di una raccolta di valzer per pianoforte pubblicata da Ricordi nel 1844. Magica, senz’altro caleidoscopica appare la vita musicale di Genova ottocentesca che vede, sotto la sua lanterna, il nascere ed il dipanarsi di molteplici attività: una tradizione violinistica – dal ’500 fino al nostro secolo – con i frutti più straordinari in Paganini e Sivori; una delle prime scuole civiche gratuite di musica da cui trae origine l’attuale Conservatorio; pionieri della musicologia quali Desimoni e Remondini; un fervore concertistico pubblico e privato in cui si coniugano fecondamente aristocrazia e borghesia, colto e popolare, palazzo e teatro con Toscanini che, nel 1891/92, dirige al Carlo Felice la sua prima importante stagione d’opera.
Alberto Cantù, genovese, è docente di Storia della Musica nel Conservatorio della sua città e critico musicale de «Il Giornale», scrive su riviste specializzate e rientra fra i fondatori di «Civiltà Musicale».
Componente il Comitato scientifico del Civico istituto di Studi Paganiniani di Genova, collabora, per lavori musicologici e conferenze, con Ricordi e Henle Verlag, istituzioni e teatri italiani e stranieri e con la RAI.
Studioso delle fasi storico-estetiche del violino, ha pubblicato: I 24 Capricci e i 6 concerti di Paganini (Torino, EDA 1980), Le opere di Paganini (in collaborazione con Danilo Prefumo; Genova, Sagep 1982), Respighi compositore (Torino, EDA 1985), Ottorino Respighi (AA.VV.; Torino, ERI 1985) e Invito all’ascolto di Paganini (Milano, Mursia 1988). Assieme a Renato De Barbieri ed Ernst Herttrich ha curato l’Urtext dei 24 Capricci e delle Variazioni sul Barucabà di Paganini (Monaco, Henle Verlag 1990; in corso di pubblicazione).
Gino Tanasini, genovese, diplomato in corno e in pedagogia della musica al Conservatorio «N. Paganini», svolge attività didattica e collabora per la critica musicale con il «Corriere Mercantile», «Gazzetta del Lunedì» e «Il Giornale». Ha pubblicato «I palcoscenici della lirica dal Falcone al Carlo Felice» (in collaborazione con Roberto Iovino ed Ileana Mattion). Si è dedicato in modo particolare allo studio critico e alla divulgazione della prassi esecutiva del repertorio musicale antico, soprattutto genovese.
I Racconti di Belzebù al suo Piccolo Nipote – 2 Volumi
Titolo dell’opera originale: Récits de Belzébuth à son petit-fils
Autore/i: Gurdjieff Georges Ivanovič
Editore: L’Ottava Edizioni
traduzione dal francese di Letizia Comba e Igor Legati.
vol. 1 pp. 240, vol. 2 pp. 241-472, 1 foto b/n f.t., Milano
Volume 1
I Racconti di Belzebù al Suo Piccolo Nipote costituiscono la “prima serie” di un’opera monumentale, che avrebbe dovuto essere composta di tre parti. L’autore le assegnava il compito di “estirpare dal pensiero e dal sentimento del lettore, spietatamente e senza il minimo compromesso, le credenze e opinioni radicate da secoli nello psichismo degli uomini, riguardanti tutto ciò che esiste al mondo”.
Gurdjieff espone le sue idee utilizzando una forma comune alle grandi tradizioni, cioè il racconto mistico su “scala universale” centrato sul problema essenziale: il significato della vita umana.
Volume 2
Questo secondo volume de I Racconti di Belzebù al suo Piccolo Nipote completa la “prima serie” di un’opera monumentale che avrebbe dovuto essere composta di tre parti.
Gurdjieff prosegue, qui, il suo straordinario insegnamento, la sua infinita affabulazione mistica. Dove si toccano luoghi geografici (ad esempio, la Russia, la Francia, l’America) e luoghi della mente, attraverso un dire che è sempre implacabile, tenerissimo e rigoroso insieme, visionario e preciso.
Il nome di George Ivanovitch Gurdjieff è stato circondato da leggende fantastiche. In realtà la sua vita è quella d’un uomo interamente consacrato alla ricerca di una conoscenza perduta e all’arduo compito di farla rivivere ai nostri giorni.
G.l. Gurdjieff nacque ad Alessandropoli, in Russia, vicino alla frontiera persiana. Suo padre discendeva dai Greci Ionici di Cesarea. Allevatore di grandi mandrie, egli aveva ereditato la tradizione orale di un’antichissima cultura, e grazie a lui l’infanzia di G.I. Gurdjieff fu tutta impregnata di racconti e poemi di un lontano passato.
Distintosi ben presto agli occhi dell’arciprete della cattedrale di Kars, egli fu anche in seguito guidato da uomini capaci di risvegliare in lui il gusto dei valori essenziale e ricevette insieme una formazione scientifica moderna e una profonda educazione religiosa.
Nella zona a sud del Caucaso, dove la mescolanza di vari popoli russi, greci, iraniani, tartari, armeni, porta all’incrocio di civiltà e costumi diversi numerosi avvenimenti lo convinsero che in passato era esistita una conoscenza reale dell’uomo e della natura, la cui traccia era stata cancellata e tuttavia doveva ancora essere possibile ritrovarla.
Tutta la sua esistenza fu orientata da tale convinzione, ed egli si prodigò a condividerla con uomini animati dal suo stesso desiderio di comprendere il senso della vita umana. Coi “Cercatori di Verità”, che annoveravano fra l’altro geografi, archeologi e medici, G.I. Gurdjieff, superando inaudite difficoltà, riuscì ad entrare in contatto con alcune comunità isolate d’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia Centrale, e a raccogliere in seno ad esse frammenti sparsi di un insegnamento tradizionale. Poi, sottomettendoli al fuoco delle più rigorose discipline interiori, riuscì a viverli e a ricostruire per sè l’unità della conoscenza che cercava.
Nel 1912, un uomo completamente diverso sbarca in Europa. Un nuovo compito lo attende: dove trovare i mezzi con cui trasmettere questa conoscenza, creando le condizioni in cui altri possano farne a loro volta l’esperienza. Ha circa quarant’anni. A Mosca prima, poi a Pietroburgo, intorno a lui si formano gruppi di uomini in ricerca. Uno dei suoi primi allievi P.D. Ouspensky, avrebbe in seguito testimoniato, nel libro “Frammenti di un insegnamento sconosciuto”, del valore di quello che Gurdjieff portava: “Non si tratta di un mosaico, come sono tutti gli altri sistemi filosofici, ma di un tutto indivisibile “.
La guerra prima, poi la rivoluzione, lo spinsero a spostare in Francia la sua residenza. Egli vi si stabilì nel 1922 al Prieuré di Avon, vicino a Fontainebleau, dove raccolse numerosi allievi specialmente inglesi e americani. Nel 1924 un grave incidente d’automobile lo costrinse a cambiare l’orientamento della sua attività, ed egli decise di scrivere una serie di opere, e di tenere al suo fianco solo un piccolissimo gruppo di allievi.
Morì il 29 ottobre 1949 nell’Ospedale Americano di Neuilly; ma il suo pensiero era stato trasmesso e la conoscenza per cui egli aveva lottato continuava a vivere.
La Misteriosa Sapienza dell’Antico Egitto
Massime di eterna saggezza
Autore/i: Jacq Christian
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione dell’autore, traduzione di Alessandra Benabbi.
pp. 176, nn. illustrazione b/n, Milano
“Fare ciò che è giusto, cercare l’eccellenza in ogni cosa, non fuggire la responsabilità“. Più vivo che mai, il messaggio di pace e di armonia della più antica sapienza del mondo.
Li immaginiamo sempre solenni e cupi, e invece sapevano sorridere così bene! La loro saggezza era concreta, libera, armoniosa: non ammettevano né confini né tabù nella ricerca della verità e amavano sopra ogni cosa la gioia della conoscenza. Questa gioia è la più grande rivelazione degli antichi Egizi: lo splendore dei loro monumenti e la vivezza di colore dei loro dipinti lo testimoniano da sempre, ma noi, moderni stiamo imparando a scoprirlo solo adesso. Christian Jacq, che con i suoi fortunatissimi romanzi ha posto una nuova luce su questa dimensione, traccia ora una mappa completa della saggezza all’epoca dei faraoni. Ne raccoglie le espressioni più belle e profonde, traendole da iscrizioni e opere famose (come i Testi delle piramidi, i Testi dei sarcofagi e il Libro dell’uscita alla luce), da memorie nobiliari, ma anche da papiri di umili scribi. L’idea della giustizia, i misteri degli Dei, i segreti della natura, la pratica della felicità nei rapporti umani, le vie misteriose dell’oltretomba: lungo queste tappe, Jacq guida il lettore nel «regno di Maat», ovvero lungo il cammino della rettitudine, e ci porta a scoprire le radici più remote della nostra cultura.
Egittologo appassionato, saggista e romanziere, Christian Jacq è noto al pubblico di tutto il mondo per la saga del faraone Ramses, pubblicata in cinque Volumi nel 1997. Nato a Parigi nel 1947, dottore in egittologia e fondatore dell’Istituto Ramses, Jacq ha al suo attivo più di quaranta opere fra saggi e romanzi di successo, dedicati agli splendori e ai misteri dell’antico Egitto.