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Le Colline, i Maestri, gli Dei

Le Colline, i Maestri, gli Dei

Autore/i: Bàrberi Squarotti Giorgio

Editore: Editrice Santi Quaranta

premessa dell’autore, in copertina «S. Fiorenzo, Miracolo del grano» (particolare) Bastia Mondovi.

pp. 278, Treviso

Il moto pendolare contraddistingue la struttura critico-letteraria di Giorgio Bàrberi Squarotti. L’oscillazione costante e dettagliata si risolve in sintesi incisiva, in mappa esauriente e forte. È come osservare una carta geografica con città, pianure, fiumi, monti, colline, fino alle minuscole vallate, ai piccoli «nei». Il critico letterario torinese si serve di molti strumenti di analisi per giungere alla sua penetrante esplorazione: l’architettura è maestosa, i giudizi acuti e illuminanti, la lingua creativa.
Le colline, i maestri, gli dei comprende una serie di ampi e preziosi saggi dedicati a: Getto, Rostagni, Benvenuto Terracini, Mazzantini, Godetti critico di teatro, Gozzano, Tarchetti, Roberto Sacchetti, Giacomo Debenedetti narratore, Augusto Monti narratore, Pavese, Fenoglio, Arpino, Calvino, Primo Levi. Essi sono preceduti da una Premessa introduttiva, seguita da Il paesaggio dell’anima, che «canta» le Langhe eterne, suscitate probabilmente da antichi dei ancestrali. Quasi al centro, a motivare profondamente le ragioni del discorso critico, sta il saggio Antropologia e polemica: l’area piemontese.
L’opera, che Bàrberi Squarotti consegna al lettore, è polivalente, a suo modo organica; umanissima pur nell’indagine «obiettiva» e minuziosa. Si tratta di un affresco eccezionale sul Novecento letterario italiano (due esplorazioni riguardano l’Ottocento), condotto secondo una forma mentis «tomista».

Giorgio Bàrberi Squarotti, nato a Torino nel 1929, è attualmente ordinario ai Letteratura Italiana presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino, critico militante, collaboratore de «La Stampa», direttore del Grande Dizionario della Lingua Italiana dell’Utet.
Ha al suo attivo moltissimi saggi, fra cui Il codice di Babele (1971); Fine dell’Idillio. Da Dante al Marino (1978); Il romanzo del Novecento (1985), La forma e la vita: il romanzo del Novecento (1987); Manzoni: le delusioni della letteratura (1988). Ha pubblicato anche alcune raccolte di versi.

La Trappola della Giumenta

La Trappola della Giumenta

Una sequenza di immagini erotiche del Bikaner

Autore/i: Autori vari

Editore: Adelphi Edizioni

a cura di Wendy Doniger, traduzione di Vincenzo Vergiani, in copertina: Dipinto eseguito nel Bikaner tra il 1678 e il 1698, Fiztwilliam Museum, University of Cambridge.

pp. 78, 40 tavole a colori f.t., Milano

L’incomparabile scienza erotica dell’India antica, che è stata esposta sotto forma di trattato nel Kāmasūtra, si presenta qui in una incantevole sequenza di immagini introdotte e commentate da Wendy Doniger.

I manoscritti del Kāmasūtra, il trattato sull’arte erotica composto in India intorno al III secolo d.C., erano spesso miniati, ma nessuno degli esemplari più antichi è sopravvissuto. A risarcirci di quella perdita provvedono le mirabili miniature eseguite nel Bikaner (India settentrionale) nell’ultimo scorcio del XVII secolo, probabilmente ascrivibili all’artista noto con il nome di Ruknuddin. Queste miniature mostrano una decisa influenza della tecnica persiana introdotta dai Moghul, ma si distinguono per l’incomparabile stile tipico del Bikaner, dove risaltano elementi quali le spettacolari formazioni nuvolose, i panorami di lussureggiante vegetazione al chiaro di luna e la prospettiva talora incoerente creata dalla pura linearità geometrica delle forme architettoniche. Scorrono davanti ai nostri occhi coppie impegnate in atti erotici dolcemente violenti o in estrose variazioni delle posizioni fondamentali elencate nel Kāmasūtra: «l’avanzata dell’asino, il salto del gatto, il balzo della tigre, la schiacciata dell’elefante, lo sfregamento del cinghiale e la monta dello stallone» – e la «trappola della giumenta», dove la donna, come una giumenta, afferra l’uomo «così forte che egli non si può muovere». Espressioni, queste, che se possono apparire al lettore moderno di una primordiale e naturalistica immediatezza appartengono invece al kāmaśāstra, scienza del piacere, articolata, vasta, e rigidamente normativa. Le tavole sono precedute da un commento di Wendy Doniger, eminente indologa e studiosa di storia delle religioni, che accompagnerà il lettore in questa galleria di dipinti conducendolo via via, con sapienza, ai testi che li illustrano.

L’Identità Cinese

L’Identità Cinese

Note sulla preistoria della Cina secondo le iscrizioni oracolari della dinastia Shang

Autore/i: Ammassari Antonio

Editore: Editoriale Jaca Book

presentazione dell’autore.

pp. 284, nn. illustrazioni b/n, Milano

Un’esegesi critica delle iscrizioni oracolari (su dorso di tartaruga della fine della Dinastia Shang (1600-1100 a.C.) consente di delineare i motivi essenziali della antica civiltà cinese a livello religioso, istituzionale, sociale, morale, ideale in una visione etnografica originale e coerente con gli sviluppi successivi. Le convergenze rilevate con le tradizioni del Vicino Oriente semitico e con i dati trasmessi dalla Bibbia fanno ritenere, che le due «culture» appartengano ad un tipo particolare già diffuso in epoca preistorica a partire dalle foreste dell’Africa Equatoriale, non soltanto lungo le grandi vie terrestri di comunicazione, ma anche lungo la via marittima dei monsoni e delle correnti dell’Oceano Indiano. Queste, secondo il ciclo stagionale, dalle coste del Kenya consentivano di raggiungere l’Arabia, di circumnavigare l’India, di oltrepassare il Vietnam e la Malesia e arrivare al Mare Orientale della Cina, proiettandosi a nord, attraverso lo stretto di Bering, fino alle coste della Columbia Britannica (Canada) e a sud fino all’Australia e, attraverso le isole del Pacifico, fino alle coste dell’America Centro-meridionale.
Così il fenomeno cinese di una scrittura che continua da millenni e di una identità connessa, diventano chiave interpretativa della coscienza umana universale sin dalla sua preistoria.

Antonio Ammassari è nato a Lecce nel 1929. Laureatosi in giurisprudenza nel 1951, è stato magistrato fino al 1959. Gli anni tra il 1960 e il 1970 lo vedono studioso di ebraico, filosofia e teologia in Italia (Modena, Fraglia), nonché frequentatore di corsi di esegesi biblica e lingue semitiche presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, dove consegue un Master of Arts, e presso l’École Biblique dei Domenicani nella Città Vecchia. Dal 1971 al 1977 ba insegnato ebraico ed esegesi dell’Antico Testamento presso lo Studio Internazionale Francescano di Gerusalemme e presso l’Università Urbaniana di Roma.
Dopo un nuovo periodo di studio in Terra Santa e in Canada, dal 1984 al 1989 ba seguito corsi sulle antiche iscrizioni cinesi sulle ossa oracolari e sui bronzi, presso l’Istituto di Storia della Accademia Cinese. Come dimostrano i numerosi articoli e le pubblicazioni realizzati, l’interesse delle sue ricerche verte sui rapporti fra giudaismo e cristianesimo e fra mondo semitico e antica civiltà cinese. Sul piano del metodo, ba tentato nuove vie di ricostruzione della storia del testo sia per l’Antico che per il Nuovo Testamento. Infine si è preoccupato di approfondire l’identità del mondo biblico e di quello cristiano, con particolare attenzione alla chiesa di Roma e alle origini cristiane.

Lavoro dell’Inconscio e Comunismo

Lavoro dell’Inconscio e Comunismo

Autore/i: Finzi Sergio

Editore: Edizioni Dedalo

prefazione dell’autore.

pp. 296, Bari

Una ricerca di teoria che rispettando la barra del soggetto taglia in diagonale e insieme trasferisce per la prima volta a più alto livello il dibattito del momento: psicanalisi e marxismo, le due analisi del secolo. Una sonda acuta tra le carte di Marx, una riattraversata del discorso di Freud.
Una parola per Marx e per Freud, dopo Marx e dopo Freud.

Sergio Finzi – direttore della rivista di psicanalisi e marxismo «Il piccolo Hans» – lavora nell’ambito della École Freudienne di Parigi. Sull’argomento, oltre al volume del 1973, Il principe splendente (Dedalo), si vedano i testi in Psicanalisi e politica (Feltrinelli 1973), Follia e società segregativa (Feltrinelli 1974). Inoltre Impiccate il professore (Torino 1968); I quattro quartini (Roma 1970) e, sulla famiglia, in collaborazione con Virginia Finzi Ghisi, Un saggio in famiglia (Dedalo 1971).

Gli Ultimi Dei

Gli Ultimi Dei

Alla ricerca dell’eredità negata degli angeli

Autore/i: Collins Andrew

Editore: Sperling & Kupfer Editori

traduzione di Bruno Amato.

pp. X-292, nn. tavole b/n f.t., nn. illustrazioni b/n, Milano

Le misteriose origini della nostra civiltà sarebbero riconducibili ai Vigilanti, angeli umani, vissuti nell’Egitto di 9000 anni fa.
Esseri superiori e bellissimi, in possesso di conoscenze scientifiche avanzate e di tecniche ancora ignote ai loro contemporanei, realizzarono opere ciclopiche come la Sfinge.
Questo libro porta alla luce il segreto della scomparsa, le tracce della sopravvivenza e l’agghiacciante monito dei Vigilanti, celato in profezie mai svelate finora all’umanità.

Uno straordinario volume, denso di sconvolgenti rivelazioni, che annuncia una scottante verità taciuta per millenni. Secondo l’autore, infatti, gli angeli non sono entità incorporee e celestiali, ma personaggi in carne e ossa, vissuti sulla Terra in tempi remoti e mescolatisi alla stirpe umana. Si chiamavano Vigilanti, e la loro storia misteriosa e affascinante è contenuta in queste pagine emozionanti come un romanzo.
Basandosi sul Libro di Enoc e sui Rotoli del Mar Morto, nonché su numerose altre prove documentarie, Collins dimostra, dopo un eccitante viaggio di ricognizione in Medio Oriente, la sua singolare tesi. Alla fine dell’era glaciale, circa 9000 anni a. C. viveva in Egitto una popolazione decisamente superiore: erano creature fisicamente differenti dagli uomini, con occhi luminosissimi e pelle molto chiara, dotati di poteri soprannaturali e autori di costruzioni ciclopiche – la Sfinge sarebbe la traccia più macroscopica del loro passaggio sul suolo terrestre. Ma i cataclismi e gli sconvolgimenti geologici che colpirono il pianeta cancellarono questa fiorente civiltà. Furono i loro discendenti – i superstiti rifugiati tra le montagne del Kurdistan – a fondersi via via con varie popolazioni, diventando così i progenitori della civiltà occidentale. Perché questo dato storico senza precedenti è stato così a lungo nascosto? Si tratta, denuncia l’autore, di un atto di deliberata omissione da parte delle istituzioni religiose, che hanno altresì deciso di non svelare le terribili profezie lasciate dai Vigilanti, secondo le quali anche la nostra civiltà andrebbe incontro a un destino apocalittico. Frutto di dieci anni di ricerche e corredata da illustrazioni e fotografie, un’opera intrigante e inquietante, di grande interesse culturale.

Nato nel 1957, Andrew Collins, giornalista, ha già pubblicato quattro libri sul tema del psychic questing, un termine che egli usa per definire il suo personale e particolare tipo di sciamanismo urbano. Vive nell’Essex, in Gran Bretagna.

La Donna Ferita

La Donna Ferita

Modelli e archetipi nel rapporto padre-figlia

Autore/i: Schierse Leonard Linda

Editore: Casa Editrice Astrolabio

prefazione dell’autrice, traduzione di Isabella Moreno.

pp. 176, Roma

Una testimonianza personale di una lotta per recuperare il proprio rapporto con la figura paterna e un’analisi psicologica delle battaglie universali che la donna moderna deve combattere per trovare il proprio ruolo reale e creativo.

Questo libro esplora i conflitti psicologici e spirituali di quelle donne il cui rapporto col padre – sia il padre personale che quello culturale, patriarcale, o entrambi – è stato in qualche modo ferito. Gli uomini e le donne della nostra cultura portano nello spirito questa ferita: una ferita che nasce da un cattivo rapporto tra i principi del maschile e del femminile.
Un padre ferito nel suo sviluppo psicologico non sa dare alla figlia quelle cure e quella guida di cui la figlia stessa ha bisogno. La figlia, perciò, eredita quella ferita, e questo può nuocere al suo modo di essere professionalmente, intellettualmente, sessualmente e socialmente. Può minare la sua fiducia in se stessa e la sua speranza e può sfociare nell’alienazione dal suo aspetto maschile e dal suo autentico centro femminile.
A livello culturale, quando i padri patriarcali che detengono il potere sviliscono l’unicità della figura femminile, la donna è spesso costretta in un ruolo di sottomissione passiva (l’eterna fanciulla) o in un ruolo che per difesa imita il modello maschile nella ricerca del successo (l’amazzone corazzata).
L’autrice esplora i vari modelli autodistruttivi che derivano da questa ferita e, utilizzando esempi tratti dalla propria vita, dalla propria pratica terapeutica, da sogni, favole, miti, film e opere letterarie, illustra la natura di questa profonda ferita femminile e indica la via da seguire per guarirla.
La comprensione della ferita padre-figlia e l’opera di trasformazione psicologica possono contribuire a formare un rapporto fertile e affettuoso tra uomo e donna, tra padre e figlia: un rapporto che onori sia la mutualità che l’unicità dei due sessi. Affrontare questa ferita, accettarla e guarirla, è il compito principale della donna moderna.

Linda Schierse Leonard è analista junghiana, esercita privatamente a San Francisco ed è membro fondatore dell’Inter-Regional Society for Jungian Analysts. È autrice di La via al matrimonio e di Testimone del fuoco: creatività e dipendenza, apparsi in questa stessa collana.

Advaita : Anatomia del Divino

Advaita : Anatomia del Divino

Autore/i: Meurois Daniel

Editore: Edizioni Amrita

prologo dell’autore, traduzione di Daniela Muggia.

pp. 162, figure b/n, Torino

Advaita significa, in sanscrito, “non duale”. Indica l’indivisibilità del Sé dall’Unità.
Questo stato unitario è già nostro, ma per una serie di ragioni abbiamo perso i contatti con esso.
Perché questo è accaduto? In quali strati dell’anatomia dell’anima si nasconde l’Advaita?
I grandi sistemi religiosi e filosofici sembrano porre la riconquista di questa dimensione, che pure ci appartiene, alla fine di lunghi e spossanti cammini, ma i grandi mistici e Maestri sono venuti a insegnarci le scorciatoie.
Daniel Meurois ne ha rispolverata qualcuna, recuperandola nell’infinito oceano di informazioni che è l’Akasha, e oltre all’unità fra il Sé e il Tutto ne emerge la visione dell’universo materiale come corpo del Divino, del respiro dell’uomo come compartecipe del respiro del Divino… Una straordinaria visione olografica resa, in questo libro, con ammirevole chiarezza e con tutte le indicazioni pratiche per sperimentare lo stato di Advaita: meditazioni, visualizzazioni, respirazioni, preghiere antiche, perlopiù provenienti dai Terapeuti della scuola di Alessandria, dagli Esseni del Krmel, dal Cristo, dal Maestro Morya e dall’Avatar Babaji, ma del tutto adeguate alla nostra mentalità odierna.

Daniel Meurois è uno degli scrittori francofoni più noti nel campo della ricerca spirituale. I suoi libri sono frutto delle capacità che lo hanno reso famoso: quelle di poter uscire a piacimento dal corpo, alle quali è ricorso anche per le esperienze descritte in questo libro.

La Conclusione della Terapia

La Conclusione della Terapia

Problemi, metodi, conseguenze

Autore/i: Kupers Terry A.

Editore: Casa Editrice Astrolabio

introduzione dell’autore, traduzione di Maura Battilani.

pp. 176, Roma

L’esplorazione sistematica di una fase cruciale del trattamento che coinvolge radicalmente sia scelte teoriche, sia problemi tecnici, sia questioni che attengono alla funzione sociale della psicoterapia.

Qual è il momento giusto per concludere la terapia? Come deve essere condotta la fase conclusiva affinché la separazione sia costruttiva e il cliente sia in grado di continuare da solo il lavoro psicologico dopo la fine del trattamento? Quand’è che il cliente è “guarito”, cioè, parafrasando Freud, è capace di trasformare la sua sofferenza nevrotica nell’infelicità comune?
Dai primi passi del movimento psicoanalitico e psicoterapeutico, questi interrogativi hanno acquisito un’importanza sempre maggiore via via che la fase conclusiva del trattamento analitico si rivelava non solo importante, ma decisiva per consolidare o distruggere tutti i benefici terapeutici ottenuti.
Esplorando la letteratura psicoanalitica, quella che ha fornito i contributi più numerosi e più significativi a questo particolare problema, l’autore ne deduce con sicurezza e rapidità un quadro di riferimento clinico entro il quale diventa possibile per il terapeuta valutare quando sia ancora utile proseguire la cura, quando si debba analizzare nel cliente il desiderio di terminare e come e quando organizzare la conclusione in ogni singolo caso. Kupers considera infine il fenomeno dell’uso “consumistico” della terapia, cioè la tendenza attuale a ricorrere al trattamento per periodi brevi e ripetuti e per sintomi sempre più vari.
Tali cambiamenti nel modo di concepire l’analisi, infatti, influenzano anche la scelta del momento più opportuno «per concludere la cura, scelta strettamente collegata agli obiettivi che vuole raggiungere il paziente, come pure alle risorse psicologiche ed economiche che è disposto a investire.

Terry A. Kupers, formatosi presso l’UCLA Neuropsychiatric Institute e presso il Tavistock Institute di Londra, insegna al Wright Institute di Berkeley, California, e pratica privatamente a Oakland. È autore di Public Therapy: The Practice of Psychotherapy in the Public Mental Health Clinic.

Il Cuore dell’Insegnamento del Buddha

Il Cuore dell’Insegnamento del Buddha

La trasformazione della sofferenza in pace, gioia e liberazione: le Quattro Nobili Verità, il Nobile Ottuplice Sentiero e altri insegnamenti fondamentali del Buddha

Autore/i: Thich Nhat Hanh

Editore: Neri Pozza Editore

traduzione di Diana Petech, in copertina: Shakyamuni Buddha, XI-XII secolo, Tibet occidentale.

pp. 288, illustrazioni b/n, Vicenza

«Buddha non era un dio. Era un essere umano come te e me, ha sofferto proprio come noi. Se ci rivolgiamo al Buddha con cuore aperto, egli ci guarderà con occhi pieni di compassione e dirà: Poiché c’è del dolore nel tuo cuore, puoi penetrare nel mio».

Esistono numerosi testi di introduzione al buddhismo, tratti dagli insegnamenti dei vari maestri appartenenti alle più diverse scuole, o scritti direttamente da studiosi ed eruditi, con le inevitabili pretese di «scientificità» e «rigore storico».
Mancava, almeno fino all’apparizione di questo libro, un’opera che conducesse il lettore per mano nel labirinto delle verità basilari del buddhismo.
Nello stile poetico e chiaro che gli è proprio, Thich Nhat Hanh fornisce a chi è semplicemente «curioso» degli insegnamenti del buddhismo, e si imbatte di continuo in riferimenti dottrinari senza sapere dove trovarne spiegazione, le chiavi per accedere alla pratica e alle fonti canoniche di quest’antico Sentiero.
Il libro non ha alcuna pretesa di «catechismo»; non dà risposte dogmatiche, non impartisce confortanti lezioni di saggezza, ma indicazioni di stampo quasi socratico.
«Non possiamo spiegare un’arancia a chi non ne ha mai assaggiata una. Non si può descrivere la Retta Visione, si può solo puntare il dito nella direzione giusta…» La combinazione di pratica monastica e assidua frequentazione delle fonti (siano esse sanscrite o cinesi) permette all’autore di affrontare il cuore della Via tracciata dal Buddha – le Quattro Nobili Verità, il Nobile Ottuplice Sentiero, le Tre Porte della Liberazione, i Tre Sigilli del Dharma e i Sette Fattori di Risveglio – con continui e illuminanti riferimenti alla quotidianità, senza smarrire il filo della tradizione.
Essenzialmente rivolto a noi occidentali, ai nostri pregiudizi e alle nostre obiezioni (in primo luogo, quella che spontaneamente muoviamo contro l’idea che ogni cosa sia figlia della sofferenza), il libro si offre come un dizionario o un «manuale di buddhismo» di pronta consultazione.

Thich Nhat Hanh è un monaco buddhista vietnamita, poeta e attivo pacifista.
Nel 1968 venne candidato al Premio Nobel per la Pace da Martin Luther King Jr. Autore di molti libri, fra cui Il Buddha vivente, il Cristo vivente e Insegnamenti sull’amore, pubblicati da Neri Pozza, vive in una comunità monastica nel sud-ovest della Francia da lui fondata.

Il Libro dei Mantra

Il Libro dei Mantra

Il potere del mantra e il mistero dell’iniziazione

Autore/i: Rajmani Tigunait

Editore: Neri Pozza Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Stefano Di Marino.

pp. 192, nn. illustrazioni b/n, Vicenza

Libera il potere del mantra e cambia la tua vita
«Per coloro le cui menti sono confuse e ottenebrate non vi e possibilità di trovare il segreto del sottile sentiero della kundalini. Per guidarli, o Madre Divina, assumi forme esteriori tangibili e numerose che possano essere percepite dai sensi e dalle menti dei semplici». (Tripura Rahasya, Mahatmya Khanda 30:24)

Il concetto che la pronuncia e la ripetizione di parole sacre abbiano un potere misterioso ma certo, è universale e antichissimo, e da sempre fonte di stupore ed eccitazione. Del resto la Parola Sacra e il suo potere di illuminazione e trasformazione sta anche al centro della spiritualità delle tradizioni religiose giudaico-cristiana, buddhista, sufi e islamica.
Nella tradizione yoga il termine mantra significa “la parola che protegge per il solo fatto di essere ripetuta”. In India pensatori, maestri spirituali e filosofi hanno dedicato – più che altrove – molto del loro tempo e delle loro energie proprio per scoprire le dinamiche della Parola divina, e nel corso di seimila anni hanno elaborato la scienza del mantra nei minimi particolari finalizzandola sia allo sviluppo spirituale sia al raggiungimento del successo materiale per cui essa, oggi, interessa i campi più disparati: dalla medicina all’astrologia alla numerologia, dalla danza alla pittura alla musica. La pratica dei mantra, e la liberazione dei loro poteri miracolosi, infatti, possono essere utilizzati per raggiungere la pace interiore e liberarsi dal ciclo della nascita e della morte; ma anche per trovare la compagna giusta, per aumentare le proprie capacità di memorizzazione, per leggere il pensiero, per conoscere passato e futuro, per ottenere il successo negli affari.
Il ricco materiale confluito in questo libro è tratto dalle esperienze di ricerca e di insegnamento dell’autore stesso nonché dagli scritti e dalle esperienze degli yogi da lui incontrati in molti anni di pratica spirituale, ed è esposto nella forma più comprensibile per chi voglia incamminarsi nell’antica tradizione del mantra senza cadere nelle ingannevoli imitazioni new-age che promettono tutto ma assicurano solo delusioni.

Pandit Rajmani Tigunait è Direttore Spirituale dell’Himalayan Institute, e maestro di meditazione e di disciplina del respiro. Praticante di meditazione sin da giovanissimo, studioso delle antiche scritture, è discepolo di Shri Swami Rama dell’Himalaya. Scrive regolarmente per la rivista Yoga International ed è autore di molti volumi sulla filosofia indiana, lo yoga e i mantra: Seven Systems of Indian Philosophy, Yoga on War and Peace, The Tradition of the Himalayan Masters, Shakti Sadhana e Inner Quest.

La Forza di Cristo e il Ritorno della Dea

La Forza di Cristo e il Ritorno della Dea

Autore/i: Pogačnik Marko

Editore: Macro Edizioni

prefazione dell’autore, traduzione e cura di Maurizio Martinelli.

pp. 272, nn. illustrazioni b/n, Diegaro di Cesena (FC)

Grazie a metodi di ricerca assolutamente inusuali, il geomante e “guaritore della Terra” Marko Pogačnik ha potuto liberare i Vangeli da molte distorsioni e blocchi che impedivano all’umanità di accedere alle conoscenze della “sapienza originaria” in essi contenuti.

Oggi, secondo Pogačnik, l’umanità, nel suo lungo cammino evolutivo, ha raggiunto un punto di svolta decisivo ed è in grado di ricongiungere il potere del Cristo alla Terra per creare, come disse Gesù, il “regno dei Cieli in Terra”.

«La lettura “pluridimensionale” dei Vangeli che Pogačnik riesce a compiere, grazie alla sua particolare sensibilità extrasensoriale, conferma che ci eravamo dimenticati della matrice sacra di ogni aspetto della vita. Tanti di noi cercano di dare un nome al vuoto causato dal mancato riconoscimento del divino in noi e fuori di noi e trovano le risposte quando, nel silenzio, riescono ad ascoltare la propria coscienza e a comunicare senza parole con gli altri esseri umani e con gli altri “regni” naturali. La Forza di Cristo e il Ritorno della Dea mi ha aiutato a comprendere le ragioni del crescente interesse per gli argomenti spirituali e religiosi: infatti, oggi, la coscienza collettiva dell’umanità è consapevole che vale la pena di salvare il mondo soltanto se si agisce guidati da qualcosa di più del solo istinto di sopravvivenza». (Maurizio Martinelli, curatore dell’edizione italiana)

Marko Pogačnik ha già pubblicato per Macro Edizioni i titoli: Spiriti di Natura e Esseri elementali e La Rinascita della Terra.

Manoscritti Biblici Ebraici Decorati

Manoscritti Biblici Ebraici Decorati

Provenienti da Biblioteche italiane pubbliche e private

Autore/i: Autori vari

Editore: Edizioni dell’ADEI – WIZO

a cura di Valeria Antonioli Martelli e Luisa Mortara Ottolenghi, con prefazioni di Carlo Bernheimer, Roberto Bonfil e Cecil Roth, stampato in 2000 esemplari di cui 120 numerati dall’1 al 120, nostro esemplare n° 31.

pp. 112, 34 tavole b/n f.t., VI tavole a colori f.t., Milano

Catalogo della Mostra ordinata presso la Biblioteca Trivulziana, Castello Sforzesco, Milano, 2-28 Marzo 1966.

La Pietra, la Quercia e i Cavalieri

La Pietra, la Quercia e i Cavalieri

San Biagio tra folklore e mito

Autore/i: Cavallaro Renato

Editore: Edizioni SEAM

in copertina: Testa di pastorale armeno, fine secolo XIX.

pp. 184, nn. illustrazioni b/n, Roma

Chi è Biagio, l’armeno esperto nell’arte medica, divenuto vescovo e martirizzato nel III secolo? Perché i luoghi di culto a lui dedicati furono spesso edificati lontano dall’abitato? Per quali ragioni molti riti e molte feste in suo onore hanno sì forti legami con l’antica cultura religiosa precristiana? Questo studio risponde a questi e a molti altri interrogativi.
Sulla traccia di labili indizi viene ricostruito l’itinerario del culto e il suo profondo radicamento in quel cristianesimo popolare legato alla devozione verso i santi. Sorretto da una rigorosa metodologia che utilizza ed esplora miti e situazione storica e con l’ausilio di una erudita analisi semantica e lessicale, l’autore interpreta e riscrive l’orizzonte sociale e culturale cui si collega la figura del santo cristiano. L’antica agiografica, le azioni miracolose e taumaturgiche, gli strumenti del martirio, svelano inattesi intrecci con il complesso universo del simbolismo religioso mediterraneo, alla luce di suggestive ipotesi che si incastrano come in un giuoco di scatole cinesi. E cosi, dall’analisi di una festa povera e arcaica e dalla lettura di ingenue leggende su «lische di pesce» conficcate nella gola, si giunge a definire lo stretto legame tra Biagio e le antiche divinità della vegetazione, tra Biagio e le grandi pestilenze che hanno travagliato, da millenni, l’umanità.

Renato Cavallaro, ricercatore presso la Facoltà di sociologia dell’Università «La Sapienza» di Roma, insegna Sociologia e Teoria dei processi di socializzazione nelle università di Roma e Cassino. Ha dedicato molti saggi, in riviste specializzate, alla teoria di gruppi e della socializzazione, ai problemi dell’analisi qualitativa e alla storia del pensiero sociale; tra i suoi volumi ricordiamo La sociologia dei gruppi primari (Napoli, 1975), Storie senza storia (Roma, 1981; premio Sila per la saggistica 1982).

L’Anticristo e il Giudizio Finale

L’Anticristo e il Giudizio Finale

Autore/i: Barbarin Georges

Editore: Giuseppe Brancato Editore

prefazione dell’autore, traduzione dal francese di Paolo Castorina.

pp. 152, Catania

Dalla prefazione dell’autore:
«Quanto è strana la figura dell’Anticristo che, da quasi venti secoli, la tradizione cristiana presenta a tutti gli uomini come il segno dell’inizio della loro fine.
Ma quanto più singolare ancora il riserbo delle ortodossie che lasciano quasi completamente nell’ombra il personaggio più tipico degli “ultimi tempi”.
Infatti, l’insegnamento ufficiale delle Chiese è muto sull’Anticristo e sulle condizioni della sua venuta come della sua scomparsa.
Per la teologia cristiana la storia dell’Anticristo non ha, per così dire, maggiore consistenza di quella dell’Ebreo Errante. Ciò non pertanto la curiosità del mondo cristiano vi è particolarmente attratta dato il suo carattere premonitore ed eccezionale.
Senza dubbio la maggior parte degli uomini, appartengano o meno ad una confessione religiosa, vivono nel disinteresse di ciò che non è l’ora presente; ma gli spiriti veramente religiosi non possono non tener conto degli avvenimenti futuri dell’Umanità.
Specialmente oggi, in quanto il mondo sembra in preda alla follia e tutto sembra annunciare la fine di un ciclo e prossima la scadenza di uno spaventoso rendiconto. Questa e l’opinione generale, sicchè molti pensano di essere alla fine dei tempi e credono pure che questo mezzo secolo, in cui siamo appena entrati, sarà l’ultimo prima del Grande Millennio. Cosicché essi interpretano l’attuale dramma del mondo come il preludio dell’Apocalisse e del Giudizio Finale.[…]»

Nuove Storielle Ebree

Nuove Storielle Ebree

(Nuovelles Histoires Juives)

Autore/i: Autori vari

Editore: Modernissima

raccolte da Raymond Geiger.

pp. 212, Milano

«Queste Nuove Storielle ebree mi sono state raccontate in gran parte dagli ebrei di Russia, di Polonia, di Lituania, di Estonia, di Lettonia. Molte mi sono state mandate dai lettori del mio primo libro, Storielle ebree, i quali hanno contribuito così, alla pubblicazione di questo.[…]»

La Volontà

La Volontà

Autore/i: Arrighi A.

Editore: Fratelli Bocca Editori

pp. IX-208, Torino

Dal capitolo “A chi legge“:
«Avete inteso quello che dicevano gli antichi: “Chi vuol essere perfetto rinneghi sé stesso: abnegate semetipsum…”?
Questa dottrina, da tanti secoli mal predicata e peggio intesa, ha finito col darci una società di rinnegati in cui non v’è più un uomo su mille che pensi colla sua testa, che parli come pensa, che agisca come vuole, che sia, insomma, una persona.
In verità questo libro insegna tutto il contrario; esso mette a fondamento d’ogni umano progresso la personalità, e dice: “Se vuoi esser perfetto comincia dall’affermare fortemente a te stesso e al mondo intero la tua volontà.
Questa volontà non è pero la solita astrazione filosofica che in potenza può tutto e in atto può nulla; ma è qualche cosa di positivo e di reale ch’emana naturalmente dal complesso delle energie fisiche e psichiche dell’individuo, dalle circostanze di luogo, di tempo, d’ambiente in cui egli può, da un momento all’altro, trovarsi, e quindi, con queste, di continuo mutabile in sé e nelle sue decisioni.
Una volontà statica, quando non fosse un’astrazione, sarebbe una malattia forse peggiore della stessa abulia: l’uomo schiavo della propria volontà, non è certo meno malato e infelice di chi ne è privo.[…]»

La Spada

La Spada

Autore/i: Landolfi Tommaso

Editore: Rizzoli

pp. 152, Milano

Con una verve e un gusto del pastiche che fanno irresistibilmente pensare a un certo Borges, Landolfi ci offre in questa silloge novellistica un breve ma strabiliante repertorio di pezzi di bravura, che rinnoverà nei suoi lettori più fedeli il sottile piacere di essere partecipi, e complici, del gioco di alta prestidigitazione della scrittura landolfiana. E il piacere verrà moltiplicato dalle innumerevoli sfaccettature dei temi e delle tonalità: dal racconto eponimo – una perfetta parabola sulla tormentosa gestione del talento e dell’irresolutezza -, dove si narra di un nobiluomo che usa una spada avita per tagliare in due la fanciulla che ama in una sorta di rito dolcissimo e struggente; alla relazione accademica di un cane – un professore arzebeigiano, Onisammot Iflodnal -, il quale annuncia a un pubblico parecchio irritato che anche gli uomini, sebbene non tutti, «intendono, sentono, pensano»; a «una cronaca brigantesca» che già nell’epigrafe, tratta da Michael Kohlhaas, evoca atmosfere kleistiane; al solo apparentemente comico Il babbo di Kafka, in cui l’ironia vela a malapena risvolti dolorosamente autobiografici…
Uscito da Vallecchi nel 1942 e poi confluito nei Racconti, sempre vallecchiani, del 1961, La spada raduna – con l’eccezione di Nuove rivelazioni della psiche umana e Voltaluna, inediti – testi originariamente apparsi in quotidiani e riviste fra il 1939 e il 1941.

A Caso

A Caso

Raccolta di racconti

Autore/i: Landolfi Tommaso

Editore: Rizzoli

pp. 208, Milano

Non è amabilmente consolatore, il mondo di Landolfi, né amichevole, né tantomeno compiacente. Estraneo, piuttosto, luminosamente torbido e degradato. E, come in questa raccolta di racconti del 1975 – l’ultima sua -, più che mai urtante, percorso com’è da un eros luttuoso e sogghignante, da orride agnizioni, da avvilenti confessioni, da personaggi oltraggiati dalla vita, feriti dall’«invalicabile stridore» che li separa dagli altri, torturati da un’animale e irrimediabile tristezza. Sicché ogni racconto cela una sorpresa che ha su di noi lo stesso effetto di «un’unghia che stride contro un vetro, o d’una carezza contropelo» (I. Calvino): ci fa rabbrividire, e subito vorremmo scacciarla. Invano: incapsulata in una lingua tanto inconsueta quanto secca, lucida ed esatta, ogni immagine torna a riaffacciarsi, come una piccola testa malevola. Il fatto è che per Landolfi, uccisa ogni speranza, dobbiamo accontentarci «di gioie ambigue, torte e per giunta fuggevoli». Non c’è altra via di scampo, se non, estremo rimedio, un «genosuicidio» capace di liberarci da una «abominosa storia».

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  • A caso
  • Il riso
  • Rugiada d’oro
  • Osteria del numero venti
  • Rose
  • La prova
  • Un petto di donna
  • Il c.f.
  • Frammento senza costrutto
  • Volpi scodate
  • Le maiuscole
  • Milano non esiste
  • Allegoria

Psicanalisi e Spirito Santo

Psicanalisi e Spirito Santo

Autore/i: Toinet Paul

Editore: Edizioni San Paolo

prefazione all’edizione italiana e traduzione di Luigi Borriello, presentazione e premessa dell’autore.

pp. 304, Cinisello Balsamo (Milano)

«Paul Toinet tenta una valutazione a un tempo psicologica, metafisica e teologica della psicanalisi. Egli è consapevole della necessità di un rigoroso discernimento nell’incontro fra la fede e la psicanalisi: l’originalità del suo approccio sta sia nella sua elevata esigenza speculativa, che d’altronde non scoraggia dal seguirlo, sia nell’ansia di soccorrere il fratello che soffre a causa di qualche ferita psicologica.
La prima parte (Uomini alla ricerca dell’uomo) è una specie d’iniziazione alla psicanalisi: già edita nel 1969 e in seguito raccomandata da diversi manuali di psicologia, costituisce una riflessione filosofica cristiana sulla psicanalisi.
La seconda parte (Genesi dell’uomo nuovo) mette in rapporto, da una parte, il legittimo progetto di una rimessa in equilibrio proposta dalla psicanalisi e, dall’altra, ciò che Dio offre all’uomo affinché si realizzi in lui un’umanità nuova.
L’essere, la psyche, il logos e la grazia sono inseriti in un concerto di rara armonia. Nessuna luce, nessuna ombra, nessuna oscurità viene esclusa. L’autore mette particolarmente in luce come sia vano l’ideale d’una trasparenza razionalista che “vorrebbe scrutare l’intimità delle sorgenti della propria esistenza, mentre queste, dopo un breve discorso razionalizzato, ben presto si nascondono nella notte delle loro origini”». (Revue thomiste, ott.-dic. 1994, pp. 664ss.)

«…L’importanza del tema trattato, l’originalità nel modo di affrontarlo e la serietà con cui viene impostato raccomandano la lettura di questo libro». (Gregorianum, 75 [1994], fasc. IV, p. 773).

Paul Toinet è nato nel 1924 a Le Creusot (Saône-et-Loire), in Francia.
Ordinato prete nel 1948, ha esercitato il ministero in qualità di vicario e di cappellano di studenti, e si è dedicato a lungo alla direzione spirituale e all’insegnamento della filosofia e della teologia in seminari e centri di formazione sacerdotale; dal 1969 al 1978 ha insegnato teologia cattolica all’Istituto Superiore di Studi Ecumenici dell’Institut Catholique di Parigi. Ha scritto una ventina di libri e numerosi articoli per riviste di teologia.
Quest’opera può considerarsi il suo testamento: è stata infatti consegnata all’editore solo qualche settimana prima della sua morte (1991).

Le Stele di Monte Sirai

Le Stele di Monte Sirai

Pubblicazioni del centro di studio per la civiltà fenicia e punica 12 – (Studi semitici, 43)

Autore/i: Bondì Sandro Filippo

Editore: Consiglio Nazionale delle Ricerche

introduzione dell’autore.

pp. 192, 19 figure b/n f.t., LVIII tavole b/n f.t., Roma

Sommario:

INTRODUZIONE

ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI

PARTE PRIMA: CARATTERI
I. I tempi del rinvenimento e i luoghi di conservazione
II. Il materiale
III. La tecnica
IV. La tipologia
V. L’iconografia

  1. Gli inquadramenti architettonici
  2. Le figurazioni

VI. La datazione
VII. Conclusioni

PARTE SECONDA: CONFRONTI
I. Premessa
II. L’ambiente sardo
1. Le stele nell’arte figurativa e nella cultura di Monte Sirai
2. Le stele

  • a) Le stele di Sulcis
  • b) Le stele di Nora
  • c) Altre stele sarde

3. Altro artigianato panico di Sardegna

  • a) Le terrecotte
  • b) La monetazione

III. L’ambiente mediterraneo

  1. Il problema della componente cipriota
  2. Le stele siciliane
  3. Le stele nordafricane

IV. Conclusioni

PARTE TERZA: CATALOGO DELLE STELE
I. Premessa al catalogo
II. Le stele
III. Appendice

ELENCO DELLE FIGURE

ELENCO DELLE TAVOLE