Libri dalla categoria Chirurgia
L’Acqua Alta e i Denti del Lupo – Josif Džugašvili a Venezia
Autore/i: Termini Emanuele
Editore: Exorma Edizioni
pp. 192, numerose illustrazioni b/n, Roma
Nel 1907, un giovane anarchico georgiano, che combatte a suo modo contro l’Impero russo di Nicola II, decide di intraprendere un lungo e tortuoso viaggio clandestino. Obiettivo: arrivare a Berlino per incontrare segretamente Lenin.
Josif Džugašvili nascosto nella sala macchine di un cargo che trasporta grano, parte da Odessa per arrivare al porto di Ancona. Da lì, con l’aiuto degli anarchici del posto, raggiunge Venezia presentandosi alla soglia del Monastero di San Lazzaro degli Armeni, nella laguna veneta, dove sarà ospite dei padri mechitaristi.
È una leggenda? Negli anni Cinquanta il giornalista italiano Gustavo Traglia cercò di scoprire le motivazioni che portarono Josif in Europa, ma la pubblicazione delle sue ricerche fu ostacolata da chi preferiva mantenere un’assoluta segretezza su quel viaggio, anche a distanza di molti anni. Perché?
L’autore indaga sulla vicenda, insegue le poche tracce e i tanti pseudonimi che Josif dissemina lungo il suo cammino, raccoglie indizi e rintraccia le fonti. Assieme a lui torniamo ad ammirare la Venezia delle calli, dei sotoporteghi, dei ponti, dei tramonti in laguna. Tra i turisti che sbarcano dai “mostri bianchi” e i veneziani che si tengono stretta la loro città, riusciremo forse a scoprire se nel 1907 il bolscevico è davvero stato lì.
Emanuele Termini è nato, vive e lavora in Friuli Venezia Giulia. Grande viaggiatore, si è laureato in Lettere all’Università degli studi di Udine ma fra le sue tante e varie attività ce n’è solo una, per ora, che riguarda la letteratura, infatti questa è la sua prima opera ed è un ottimo inizio.
Diluvio e Torre di Babele
Titolo originale: Déluge et Arche de Noé – La Tour de Babel
Autore/i: Parrot André
Editore: Sansoni Editore
prima edizione, traduzione di Ada Amaraschi.
pp. 144, tavole b/n f.t., illustrazioni b/n, Firenze
Il diluvio segna una frattura nella storia dell’umanità. Le tradizioni più varie considerano questo cataclisma come una sorta di linea di confine. È tuttavia necessario operare un’accurata distinzione in tutti i racconti sparsi per il mondo e affrontare il diluvio nel suo aspetto di avvenimento storico come fenomeno sicuramente mesopotamico. L’opera di André Parrot compie questo profondo lavoro di dimensionamento e di strutturazione storica superando mediante l’archeologia la grandissima difficoltà della questione causata dai cinquemila anni che ci separano dall’epoca del diluvio. Si tratta di un lavoro affascinante che non può non colpire la fantasia del lettore pur nella esatta impostazione della ricerca archeologica e nella severa cornice di studio entro cui essa viene situandosi. Egualmente per la leggendaria torre di Babele il lavoro di André Parrot riassume il risultato di vent’anni di ricerche nel suolo mesopotamico e di riflessione sui resultati archeologici nei confronti dei dati biblici. La «Torre della Scrittura» cessa così di essere una manifestazione dell’orgoglio dell’uomo per trasformarsi in una mano tesa verso il cielo come una richiesta di aiuto.
Questa ardita tesi perseguita e sostenuta nel corso degli anni è di nuovo proposta nel tentativo di giungere ad una efficace sintesi poiché, come osserva Parrot, spesso la verità risiede nella conciliazione degli estremi. Ne deriva una conclusione logica per cui dietro la torre costruita in mezzo alla pianura di Shinear appare tutta la umanità ansiosa che si stringe e si sforza di penetrare il mistero del suo destino.
Un libro dunque di eccezionale interesse, che porta finalmente di fronte ai nostri occhi nella salda realtà dei dati archeologici due tra gli avvenimenti biblici che più hanno influito sulla fantasia e la immaginazione dell’uomo.
Jim Ha Cambiato Strada – Romanzo
Titolo originale: Forced entries: The Downtown Diaries 1971-1973
Autore/i: Carroll Jim
Editore: Edizioni Frassinelli
nota dell’autore, traduzione di Tullio Dobner, in copertina: foto di Cindy Lewis rielaborata da Dario Frascoli.
pp. 208, Milano
«Jim ha cambiato strada coglie il periodo dei primi anni Settanta a New York meglio di qualunque altra cosa abbia letto da molto tempo.» (William Burroughs)
«Una cosa è sicura: ho raso al suolo questa città nella mia carne, nel cuore e nello spirito. Sono stufo marcio della velocità di New York, dell’accelerazione costante e delle sue forzate perversioni e oscillazioni. Non ne posso più del bisogno di tirar tutto dentro… ogni festa, ogni apertura… sempre a strappare quasi in senso letterale il mio corpo in direzioni diverse. […] Non posso reggere uno stile costante nella mia scrittura su queste piattaforme mutevoli di artificio e rapido cambiamento. Cerco di innescare la mia vita e il mio lavoro, di star dietro allo sfiancante schivare di macchine e droghe. Ma quando cammini su un filo tanto sottile sopra a un abisso cosmopolita così chic e squallido, non ti fermi a pensare. Non puoi fermarti. Vai avanti, con i piedi piegati sul filo, con l’intuito come tuo unico attrezzo da equilibrista. Da qualche tempo l’equilibrio è il mio lavoro principale. Ne sono consumato. Ma quanto è lungo il filo?»
Non meno incisiva del suo romanzo d’esordio, questa seconda prova narrativa di Jim Carroll fa ritrovare al lettore le stesse atmosfere, lo stesso stile ironico, allucinato, immaginifico e inquietante di Jim entra nel campo di basket, di cui riprende la struttura diaristica, registrando con pungente acutezza confusi stati d’animo, incontri stravaganti, scioccanti esperienze e pensieri fulminanti di un giovane poeta, ex campione di basket, bruciato molto precocemente e che vive perennemente in bilico tra visioni e lucidità. Sulla scena folle e trasgressiva della New York dei primi anni Settanta, a contatto con personaggi degli ambienti artistici e intellettuali più all’avanguardia, Jim, tra eccitanti e pasticche varie, cerca faticosamente di liberarsi dalla sua ossessione, la droga. Visita mostre di pittura, assiste a letture di poesia, incontra Andy Warhol, discute d’arte con Robert Smithson, chiacchiera con Alien Ginsberg, vede W.H. Auden, va a cena con Bob Dylan, ascolta al Max’s Kansas City i Velvet Underground. Ma un giorno l’istinto di sopravvivenza ha un brusco sussulto e Jim, disgustato dalla sua esistenza, decide di cambiare strada, abbandonando una metropoli degradata e degradante per trasferirsi in una località della California alla ricerca di un nuovo equilibrio e di nuova linfa per alimentare la sua ispirazione. Alternando episodi descritti in toni lirici ad altri evocati con la crudezza di una corsa atroce verso l’autodistruzione, Jim racconta un’avventura personale che, malgrado tutto, cela un disperato anelito di purezza, un profondo desiderio di emergere dalle sabbie mobili che ormai gli stringono la gola. Intimi e rivelatori, i brani di questo libro aprono significativi squarci su un mondo immerso in tinte acide, illuminato da sciabolate di luce fredda e artificiale come i bagliori del neon, un incubo da cui Jim riesce finalmente a risvegliarsi.
Musicista e poeta, Jim Carroll è nato a New York nel 1951. A sedici anni ha già pubblicato una raccolta di poesie e ha terminato Jim entra nel campo di basket, cronaca asciutta e disincantata degli anni 1963-1966, libro culto in America, edito in Italia da Frassinelli. Nel 1972 esce la seconda antologia poetica. Nel 1974, per liberarsi dalla tossicodipendenza, Carroll va a vivere vicino a San Francisco. Fondatore e leader del gruppo rock Jim Carroll Band, è uno dei personaggi più amati dai giovani americani.
Pino con Occhio – La Mia Vita da Burattino
Autore/i: Perrotta Francesca
Editore: Edito in proprio
unica edizione, illustrazioni, introduzione e testo di Francesca Perrotta, copia con dedica dell’autrice.
pp. 112, riccamente illustrato con 38 tavole b/n, Ciità di Castello (PG)
Francesca Perrotta è un’artista romana, che da disegnatrice e scultrice, ha posto al centro della sua ricerca il tema del rapporto tra luce e tenebre. In questo percorso, fatto di contrasti e sfumature, nasce il suo incontro con il modo reale e fantastico di Pinocchio.
Il burattino collodiano, personaggio provocatore, disubbidiente e ricco di umanità, ha generato in Francesca la voglia di misurarsi anche con la scrittura, aprendole una nuova possibilità espressiva. Si origina così questo racconto che dà voce alle emozioni e ai pensieri di Pinocchio e accompagna le 38 tavole disegnate a matita.
Zigulì – La Mia Vita Dolceamara con un Figlio Disabile
Autore/i: Verga Massimiliano
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
edizione speciale non definitiva.
pp. 188, Milano
«Metà di quello che ho scritto è uscito in una notte. Il resto sul tram, mentre andavo al lavoro» racconta Massimiliano Verga, padre di Jacopo, Cosimo e Moreno, un bellissimo bambino di otto anni, nato sano e diventato gravemente disabile nel giro di pochi giorni. «Così ho raccolto gli odori, i sapori e le immagini della vita con mio figlio Moreno. Odori per lo più sgradevoli, sapori che mi hanno fatto vomitare, immagini che i miei occhi non avrebbero voluto vedere. Ho perfino pensato che fosse lui ad avere il pallino della fortuna in mano, perché lui non può vedere e ha il cervello grande come una Zigulì. Ma anche ai sapori ci si abitua. E agli odori si impara a non farci più caso.
Non posso dire che Moreno sia il mio piatto preferito o che il suo profumo sia il migliore di tutti. Perché, come dico sempre, da zero a dieci, continuo a essere incazzato undici. Però mi piacerebbe riuscire a scattare quella fotografia che non mi abbandona mai, quella che ci ritrae quando ci rotoliamo su un prato, mentre ce ne fottiamo del mondo che se ne fotte di noi.
Questo libro è uno dei tanti scatti che ho fatto negli ultimi anni. Ma mi sento come un fotografo che usa ancora una macchina analogica. Per vedere se è lo scatto giusto, devo aspettare che qualcuno sviluppi la pellicola e mi faccia avere la stampa.»
Queste pagine sono una raccolta di pensieri e immagini quotidiane su che cosa significhi vivere accanto a un disabile grave (la rabbia, lo smarrimento, l’angoscia), pensieri molto duri, ma talvolta anche molto ironici, su una realtà che per diverse ragioni (disagio, comodità, pietà) tutti noi preferiamo spesso ignorare. E che forse, proprio perciò, nessuno ha mai raccontato nella sua spietata interezza.
Massimiliano Verga ha 42 anni. Insegna sociologia del diritto all’llniversità degli Studi di Milano-Bicocca, divertendosi molto. Ama la montagna ma vorrebbe vivere al mare, se non fosse che i suoi figli e San Siro sono a Milano.
L’Ultimo Uomo del Bounty – La Misteriosa Storia di ciò che Accadde Dopo l’Ammutinamento
Titolo originale: Life and Death in Eden
Autore/i: Lummis Trevor
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, prologo dell’autore, traduzione di Giovanna Cettuzzi.
pp. 320, illustrazione b/n, numerose tavole b/n f.t., Casale Monferrato (AL)
1789. Alcuni marinai del Bounty, guidati da Fletcher Christian, si ammutinano e abbandonano il comandante Bligh e i suoi fedelissimi a bordo di una scialuppa nel Pacifico. È l’inizio di una fuga disperata dal lungo braccio della giustizia britannica. Gli ammutinati fanno rotta verso Tahiti, un paradiso dove il pane cresce sugli alberi e le ragazze si donano con gioia. Da lì alcuni partono alla ricerca di un’isola deserta. Approdano a Pitcairn, un fazzoletto di terra disabitato, e devono reinventarsi l’esistenza e ridefinire ogni regola. La vita sembra scorrere serenamente… Ma d’un tratto si scatena una terribile spirale di violenza, una sorta di follia omicida, che culminerà nella sopravvivenza di un unico uomo bianco: John Adams.
Un avvincente “giallo storico”, costellato da curiose descrizioni degli usi e dei costumi delle società polinesiane. Un viaggio nell’Eden, e nel suo torbido, sanguinoso passato.
Trevor Lummis, ex marinaio scelto della marina mercantile britannica, è ora uno storico assai stimato. È stato ricercatore all’Università dell’Essex e si è specializzato in storia sociale del diciannovesimo e del ventesimo secolo. Ha pubblicato altri tre saggi, occupandosi soprattutto di tradizioni orali. La minuziosa ricerca per ricostruire la vicenda degli ammutinati del Bounty e di Pitcairn Island lo ha impegnato a lungo. Oggi vive a Londra.
Volo di Notte – Corriere del Sud
Titoli originali: Vol de Nuit – Courrier Sud
Autore/i: de Saint Exupéry Antoine
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
traduzione di Cesare Giardini.
pp. 240, Milano
Volo di notte è la cronaca e la umana testimonianza dei primi audaci voli notturni compiuti sulle regioni semideserte dell’America Latina per un collegamento commerciale rapido fra Rio de Janeiro e gli scali del Sud. I due personaggi che guidano il racconto sono Rivière, il padrone della Compagnia aerea che, aspettando notizie dei suoi piloti, si va dicendo: “Questa sera, con i miei corrieri in volo, io sono responsabile d’un cielo intero…”; e Fabien, il pilota “che sta per sparire”, che si sacrifica perché ha sfidato la tempesta senza avere strumenti per potersi difendere. È dunque Fabien un eroe obbligato e ambiguo, la vittima predestinata della voracità umana, oltreché dell’umana temerarietà?
Questi interrogativi che sorgono così spontanei, rendono ancora più vivo e drammatico l’interesse per Volo di notte.
Fiabe di Roma e del Lazio
Autore/i: Autori vari
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
scelte e con introduzione di Cecilia Gatto Trocchi, tradotte da Vincenzo Cerami.
pp. 240, Milano
Questa serie dedicata alle fiabe regionali italiane è, in qualche modo, suggerita dalla grande ripresa d’interesse, a tutti i livelli e nelle forme più varie, per il folclore e la cultura popolare. Essa presenta, in forma
semplice e attraente, le fiabe più celebri e più tipiche della tradizione popolare. Ogni volume è stato curato, in stretta collaborazione, da uno studioso, cui è spettato il compito di raccogliere e scegliere il materiale, e da uno scrittore che lo ha fedelmente trascritto nella prospettiva di una lettura moderna e fruibile da tutti. L’Introduzione premessa a ciascuna raccolta delinea, in termini piani e divulgativi, i caratteri fondamentali della produzione fiabesca di ogni regione.
Storia del Teatro Giapponese
Autore/i: Lorenzoni Piero
Editore: Sansoni Editore
in copertina: il danzatore Kinosuke in un balletto Kabuki.
pp. 236, XVI tavole b/n f.t., Firenze
La letteratura drammatica giapponese occupa un posto importante nella storia del teatro universale. Dall’aristocratico teatro del Nô al teatro di marionette, dal popolare Kabuki su su fino alle nuove forme drammatiche contemporanee tra le quali lo shimpa, autori e attori nipponici presentano opere e rappresentazioni non soltanto nel loro civilizzatissimo paese ma anche presso gli studiosi e gli spettatori occidentali.
È questa la prima storia completa – sia pur sintetizzata per ragioni di spazio e nell’intento di essere alla portata di ogni lettore – che venga pubblicata in Italia sul teatro giapponese dalle origini ai giorni nostri. Particolare rilievo è stato dato agli elementi tecnici che distinguono i teatri del Nô e del Kabuki, ai maggiori drammaturghi del passato e del presente, agli elementi di contorno, maschere, strumenti musicali, abiti e costumi che del teatro nipponico costituiscono l’elemento più affascinante, agli attori e alle opere di maggior rilievo.
Questa agile sintesi dovuta a Piero Lorenzoni così conclude la sua rapida corsa attraverso i tempi successivi di un’arte secolare:
«L’ultima guerra mondiale che ha seminato distruzioni e rovine in quello che fu un tempo il glorioso Impero del Sol Levante, ha tuttavia permesso in un neo-democratico Giappone, l’introduzione di una cultura occidentale essenziale ad un popolo per troppi secoli abbarbicato al fascino di una tradizione per certa parte scontata. Sono rimasti, fedeli custodi di un passato letterario ricco di storia e soprattutto di poesia, i vessilliferi degli spettacoli tradizionali, quali il Nô e il Kabuki, che godono tutt’oggi di vasto prestigio. Accanto a loro tuttavia fervono le novissime reclute della letteratura e del teatro, più vicine e propense alle correnti americane e occidentali in genere, delle quali l’occupazione del Giappone e la sua democratizzazione hanno permesso una rapida assimilazione».
Letteratura Giapponese
Titolo originale: Japanese Literature
Autore/i: Keene Donald
Editore: Sansoni Editore
premessa dell’autore, traduzione di G. Lenci, in sovracoperta: Un episodio del Genij Monogatari, Gouache della scuola Tosa, c. 1600, Parigi, Museo Guinet.
pp. 156, XVI tavole b/n f.t., Firenze
La letteratura giapponese è caratterizzata da una rara molteplicità di generi e di forme. Questo profilo di storia letteraria giapponese ne abbraccia tutte le espressioni – la poesia, il teatro, la novellistica, la narrativa ecc. – ponendole in rapporto col parallelo sviluppo delle forme letterarie dei paesi dell’Occidente. Il rapporto tra la letteratura occidentale e la letteratura giapponese è più ampio e complesso di quanto di solito si è portati a credere: D. Keene dedica a questo problema un intero capitolo della sua opera, in quanto ritiene essenziale la trattazione delle reciproche influenze per chiarire gli aspetti più complessi di una cultura e di un’arte. Ne deriva una trattazione approfondita e articolata che, pur non rinunciando all’agilità della sintesi, raggiunge una dimensione non strettamente letteraria, entro la quale hanno il giusto risalto la storia della civiltà e del costume di tutto un popolo.
L’opera di D. Keene, nata da una lunga esperienza di insegnamento universitario e dalla consuetudine diretta con i testi esaminati, si presenta come un raro esempio di profilo letterario, semplice ed essenziale, ma sostenuto da una documentazione precisa e da una attenzione costante per quelli che sono i caratteri fondamentali e i problemi più evidenti di una letteratura per noi quasi inesplorata. In questo senso il lettore italiano troverà in quest’opera una guida preziosa e uno strumento indispensabile d’informazione.
Giuseppe in Egitto
Titolo originale: Joseph in Ägypten
Autore/i: Mann Thomas
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione di Roberto Fertonani, traduzione di Bruno Arzeni, in copertina: Raffaello (e aiuti), «Giuseppe spiega i sogni al Faraone», Roma, Logge Vaticane.
pp. 512, Milano
Uscito nel 1936 a Vienna, «provvisorio rifugio della casa editrice berlinese alla quale appartenevo», scrive Thomas Mann, Giuseppe in Egitto è il terzo romanzo della tetralogia Giuseppe e i suoi fratelli in corso di pubblicazione negli Oscar. In una fusione armoniosa fra i temi della miglior narrativa orientale il più noto patrimonio culturale biblico, Mann racconta in queste pagine il soggiorno di Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, nella casa di Potifar, cortigiano di Faraone al quale gli Ismaeliti l’hanno venduto. Tema principale del romanzo è la passione d’amore non corrisposta di Mut-em-enet, moglie di Potifar, per il giovane Giuseppe. In una sorta di analisi psicologica d’eccezione, il comportamento di Mut-em-enet viene descritto dall’autore nelle diverse fasi di quel processo destinato a portare la donna alla distruzione della propria dignità morale: l’iniziale riservatezza, poi il timido approccio, l’avance più sfacciata, e infine la minaccia e la vendetta contro l’incorruttibile ebreo che non vuole tradire il suo Dio e i suoi ideali. Dell’intera tetralogia è questo il romanzo cui l’autore attribuisce il primato. «Giuseppe in Egitto» afferma Thomas Mann nel saggio Sedici anni «mi appariva in modo indiscutibile essere il vertice poetico dell’opera, precipuamente per la riabilitazione che vi avevo compiuta col rendere più umana la figura della moglie di Potifar e la dolorosa storia della sua passione per il maestro di casa del suo fittizio consorte.»
Il Giovane Giuseppe
Titolo originale: Der Junge Joseph
Autore/i: Mann Thomas
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione di Lea Ritter Santini, traduzione di Bruno Arzeni, in copertina: Il dio Thot, divinità mitica dall’aspetto di un babbuino che porta sul capo un disco lunare (IV sec. a.C.), Parigi, Louvre, Dipartimento di Antichità egiziane.
pp. 268, Milano
Il giovane Giuseppe è il secondo romanzo (1934) della celebre tetralogia manniana Giuseppe e i suoi fratelli, il cui primo volume, Le storie di Giacobbe (1933) è pubblicato in questa stessa collana. Forse il miglior libro di Thomas Mann, secondo André Gide, questo romanzo svolge la motivazione psicologica dell’odio dei fratelli per Giuseppe, figlio dell’amatissima Rachele e per questo prediletto dal padre Giacobbe. L’eroe vi è presentato in tutte le sue umane fragilità: la sua natura curiosa e instabile è quella appassionata ed egocentrica dello studioso e del letterato, la sua personalità quella versatile dell’artista; il dio cui è devoto è Thot, una mitica divinità egizia che presiede a tutte le attività intellettuali. È «un romanzo – sono parole dello stesso Mann – con ostacoli saggistici, un insieme di ricerca e di epica, di messa in scena e di giocosa scientificità». In appendice al volume si pubblicano, nella taduzione di Lea Ritter Santini, due testi inediti: un’introduzione di Thomas Mann alla tetralogia, e il bellissimo frammento “Il fanciullo Henoch” trovato fra le parti del romanzo non rielaborate.
Linee di Antropologia Culturale – 2 Volumi
Autore/i: Catemario Armando
Editore: Qualecultura
prefazione dell’autore.
vol. 1 pp. 454, vol. 2 pp. 455-834, Vibo Valentia
Quest’opera di Armando Catemario, in due volumi, intende offrire un contributo al dibattito sui compiti e gli obiettivi dell’antropologia culturale.
Più che un’introduzione teorico-metodologica alla disciplina, mira però ad illustrarne concretamente i temi, con un ampio apporto di dati descrittivi, sistematicamente presentati nell’intento di poterne trarre considerazioni generali, secondo la tradizione classica dei trattati americani.
In una prima parte, vengono anzitutto discusse alcune accezioni assunte dalla nomenclatura della disciplina, della quale viene anche delimitata l’area, in piena indipendenza da diffusi compromessi accademici. A tal fine, il concetto di cultura, oggetto riconosciuto e al tempo stesso ancora indefinito di questa scienza, viene qui riproposto ma affrontato con nuova rigorosa analisi, per concludere che la cultura è tutto ciò che l’uomo crea, al di fuori di ogni eredità biologica, e che non può quindi coincidere con la mera tradizione, o solo con la creazione orale.
Né può consistere in una vaga “visione del mondo”, che impedirebbe di considerare adeguatamente la concatenazione specifica dei modi di vita di un popolo, strettamente collegati, tra l’altro, a concrete e particolari condizioni esistenziali. E una delimitazione di questa ricerca ai popoli “senza scrittura” finirebbe per implicare una ideologia discriminativa ed emarginante.
In conclusione, la cultura comprende le idee pratiche e teoriche create dai gruppi umani nel tempo e nello spazio. L’antropologia culturale, come è implicito nel termine, non studia però la sola creazione culturale, ma l’uomo stesso quale portatore di cultura : ci dirà allora qualcosa sulle possibilità dell’uomo, precisamente dell’uomo come specie, nella variabilità dei suoi comportamenti.
Nella seconda parte dell’opera, è quindi descritta e discussa l’intera gamma delle attività umane, nella variabilità delle strutture, nelle funzioni individuali e collettive, nella genesi e nei mutamenti, nelle relazioni, e nei loro riferimenti sociali e psicologici alle varie situazioni storiche. Così che dalle tecniche di sussistenza all’organizzazione economica, con la conseguente differenziazione sociale, e all’organizzazione politica; dalla regolamentazione del sesso e dagli schemi organizzativi dei principali raggruppamenti ai modelli educativi e di conservazione del sapere, alle forme di socialità, di svago e di rito, sino al controllo sociale, alla struttura caratteriale collettiva ed alla configurazione culturale globale : l’ordine della presentazione risponde al tentativo di cogliere nella gerarchia delle attività, in relazione alla gerarchia reale dei bisogni, l’efficacia determinante di alcune componenti della cultura in rapporto ad altre.
Il lavoro si conclude poi con i problemi relativi al contatto e allo sviluppo delle culture.
È ovvio, scrive l’autore, che una scienza la quale studi le creazioni storiche dell’uomo, anzi le creazioni del suo stesso modo di vivere, vada a toccare il punto nevralgico dei conflitti sociali, e che perciò l’ideologia s’inserisca inevitabilmente nello schema concettuale dello scienziato. E’ altrettanto ovvio, perciò, che non possono non esistere ottiche diverse. L’antropologia culturale critica, cui fa riferimento l’impostazione di quest’opera, è infatti una di queste ottiche possibili, ed ha stretti rapporti con il marxismo, per ciò che si riferisce all’analisi delle opere umane in rapporto all’uomo e alle sue condizioni di fatto nella storia. Gli interessi problematici – e quindi la visione del mondo, se si vuole – che sottendono questo lavoro, si potrebbero riassumere nella focalizzazione in chiave critica del problema generale del “dominio” a tutti i suoi livelli.
Armando Catemario, nato a Napoli nel 1932, dove si è laureato in giurisprudenza, ha completato in Germania i suoi studi di filosofia del diritto e scienze umane. Assistente ordinario presso l’Istituto di Sociologia della Facoltà di Magistero dell’Università di Roma, consegue la libera docenza in filosofia morale e dal 1966 insegna Antropologia culturale nella stessa facoltà.
Utilizzando gli strumenti della ricerca interdisciplinare, egli ha centrato fin dall’inizio i suoi interessi sul problema della normatività, vista nelle sue origini e conseguenze culturali, usufruendo anche dell’esperienza diretta di un training psicoanalitico.
Tra i suoi scritti principali sono da segnalare: La società malata, Napoli 1962. – La teoria della socializzazione nell’antropologia culturale, in «Rassegna Italiana di Sociologia», 1, 1965. – Destino cosmico e destino individuale, in AA.VV., Riscoperta dell’uomo: dal mito all antropologia, 1967. – Technique sociale et reconstruction, Atti del Congresso della «Academie de Philosophie des Sciences», Bruxelles 1968. – La concezione dell’antropologia culturale nel pensiero di Muhlman, in «Rivista di Sociologia», 14, 1967.
Madonna – Immacolata Trasgressione
Autore/i: De Palma Leo
Editore: Francesco Bevivino Editore
pp. 96, Milano
La coerenza non è il suo forte. Sarà anche vero, ma lei, dell’incoerenza, ne ha fatto un’arma di successo. È stata Cenerentola negli anni Ottanta, amante saffica nei Novanta, ora una perfetta lady inglese, brava madre di famiglia. Orfana di madre giovanissima, a 20 anni parte da un paesino del Michigan per approdare a New York, con 35 dollari in tasca e un obiettivo: “Diventare più famosa di Dio”. Vende hamburger, lavora in un’impresa di pulizie, non sa cantare, né ballare, né recitare. Passano pochi anni e Madonna incide il suo primo album. Da allora non ha sbagliato un disco, ma ha sbagliato quasi tutti i film. Ha scritto anche libri erotici e fiabe per bambini; è sfacciata e arrogante con gli uomini e madre adorabile con i suoi due figli.
Una cosa è certa: non è ancora stanca di fare la star e di nutrire il suo insaziabile desiderio di conquistare fama e potere.
Scuola e Linguaggio – Questioni di Educazione Linguistica
Autore/i: De Mauro Tullio
Editore: Editori Riuniti
prefazione dell’autore.
pp. 244, Roma
Sommario:
Prefazione
- I. – La scuola tra lingua e dialetto
- II. – L’insegnamento delle lingue straniere e la linguistica
- III. – Appunti sull’insegnamento delle materie linguistiche nelle università italiane
- IV. – Scripta sequentur (a proposito degli «sbagli» di ortografia)
- V. – Che cosa fare del tema d’italiano?
- VI. – Linguaggio, scuola e stratificazione sociale nell’Italia contemporanea
- VII. – Per una educazione linguistica democratica
- VIII. – Il plurilinguismo nella società e nella scuola italiana
- IX. – Dieci tesi per l’educazione linguistica democratica
- X. – Educazione linguistica nelle 150 ore
- XI. – Le scienze linguistiche nella scuola media superiore: una proposta
- XII. – Logica e scienze del linguaggio: teoria e pratiche didattiche
- XIII. – La tutela del patrimonio e dei diritti linguistici delle popolazioni italiane
- XIV. – Ipotesi e problemi per la costruzione di una educazione linguistica democratica che utilizzi i prodotti e i valori della tradizione orale
Leonardo Ieri e Oggi
Autore/i: Fumagalli Giuseppina
Editore: Nistri-Lischi Editori
pp. 280, tavole b/n f.t., Pisa
Sommario:
Sulla storia della personalità di Leonardo:
- Leonardo ieri e oggi
- Esoterismo di Leonardo
Nel mondo dell’estetica vinciana:
- Bellezza e utilità
- Leonardo e Poliziano
- L’omo sanza lettere e la Poesia
Per il metodo degli studi vinciani:
- Insidie allo studio di Leonardo
- Per una nuova edizione di tutti gli scritti di Leonardo
- La pagina macchiata di Leonardo
Margaret Thatcher – There is No Alternative
Autore/i: Denti Marco
Editore: Francesco Bevivino Editore
pp. 128, Milano
Esattamente trent’anni fa, Margaret Thatcher varcava per la prima volta la soglia del numero 10 di Downing Street, inaugurando una lunga epopea di potere, conflitti e trasformazioni che l’hanno consegnata alla Storia come una delle personalità più influenti del Ventesimo secolo. Implacabile con avversari e alleati, la “Lady di ferro” è stata una comunicatrice eccezionale, capace di confezionare battute fulminanti e memorabili a difesa delle sue scelte e delle sue politiche senza lasciare ad altri spazio o margini di trattativa. All’epoca, l’unica vera stella del firmamento era lei e non ce n’era per nessuno. Questo volume ripercorre la sua biografia, mettendo in luce tutti gli aspetti più contraddittori della sua carriera, le battaglie economiche, politiche e militari e la sua innata vocazione a primeggiare su tutti e ovunque.
“Non mi interessa quanto parlino i miei ministri, se alla fine fanno quello che dico io.”
L’Uomo e la Rivoluzione
Titolo originale: Die Ontologischen Grundlagen des mensclichen Denkens und Handelns
Autore/i: Lukács György
Editore: Editori Riuniti
prefazione di Luciano Gruppi, traduzione di Alberto Scarponi, Laura Menato.
pp. 84, Roma
«Al lettore vengono qui presentate le ultime riflessioni di György Lukács. Le ultime prese di posizione politica, – di teoria politica, più propriamente, – con l’intervista alla televisione ungherese su Lenin, e l’ultima enunciazione filosofica, da cui si può ricavare il senso della grande opera su l’ontologia, o sul marxismo come ontologia, a cui egli ha lavorato negli ultimi anni.[…]»
Prefazione
Nota dell’editore
- Le basi ontologiche del pensiero e dell’attivita dell’uomo
- Su Lenin e il contenuto attuale del concetto di rivoluzione
L’Arte della Giovinezza – Da Adolescenti a Giovani Sempre
Autore/i: Scanziani Piero
Editore: Elvetica Edizioni
disegni di Francesco Bernini.
pp. 288, Morbio Inferiore
20 adolescenti, 10 ragazze e 10 ragazzi dai 16 ai 20 anni, provenienti da Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Grecia, Svizzera, Germania, Polonia, URSS e USA, si trovano in un Campus presso St. Moritz, per raccogliere i risultati di ricerche e studi in un Manuale che insegni come da adolescenti diventare giovani e restarlo per sempre. Il Manuale della Giovinezza, qui riprodotto per intero, offre a ragazzi e ragazze i metodi pratici ed efficaci per rendersi economicamente indipendenti, per trottare al meglio gli adulti e ottenerne il consenso, per accrescere il proprio ingegno e perfezionare la memoria, per studiare rapidamente e con facilità qualsiasi materia (anche nel sonno), per superare esami e concorsi, per eliminare tensioni e timidezze paralizzanti, per irrobustire la salute psichica e fisica, per mangiar bene e nutrirsi ottimamente, per mantenersi in eccellente forma, per dedicarsi all’amore e alla coppia, per sterminare i nemici della giovinezza che sono i nemici della vita e così raggiungere l’età adulta conservando la gioventù del corpo e dell’anima.
Piero Scanziani, scrittore poliedrico, ama le grandi narrazioni e i racconti di viaggio. È nato nel 1908 nel Canton Ticino. Ha vissuto a Roma, Milano, Berna, ha vagabondato a lungo per Europa, l’America l’Asia fino all’India e all’estremo Oriente con preferenza per le piccole isole: Tenerife, Saô Miquel, Capri. Tradotto in più lingue, ha ottenuto importanti premi letterari, nel 1988 si è svolto a Lugano un Convegno internazionale sulla sua opera; ha ricevuto dall’Università dell’Aquila la laurea in lettere ad honorem; nel 1986 e 87 è stato finalista al Premio Nobel di letteratura. Nel 1997 ho ottenuto il prestigioso Premio Schiller per l’insieme della sua opera.
Il Nazismo e l’Occulto
Titolo originale: The Nazis & the Occult
Autore/i: Roland Paul
Editore: Reverdito Edizioni
introduzione dell’autore, traduzione di Andrea Crepaldi.
pp. 224, numerose tavole b/n f.t., Trento-Mattarello
Quando, finita la guerra e liberati i campi di sterminio, la portata della tragedia nazista si rivelò al mondo in tutto il suo orrore, fu inevitabile chiedersi com’era stato possibile. Nel cuore dell’Europa, nella colta, civilissima Germania di Erasmo e di Goethe, si era innescato ed era stato ordinariamente, quasi banalmente gestito un meccanismo che aveva portato alcuni milioni di uomini a trasformarsi in carnefici e molti di più – ebrei e oppositori politici, zingari e slavi, omosessuali e malati – a essere travolti come vittime. Così, mentre gli storici cominciavano il loro paziente lavoro di ricostruzione dei fatti, era inevitabile che altri – “criptostorici” appassionati dell’occulto e semplici persone comuni – si chiedessero se il nazismo non dovesse essere ascritto, più che alla storia, alla metafisica del Male assoluto. In altre parole, Hitler era il diavolo, o un’incarnazione del diavolo, e i suoi feroci scherani – gerarchi, SS, gestori dei Lager – demoni al suo servizio? Ma che prove ci sono che il Führer fosse davvero un adepto dell’occultismo, un iniziato alla magia nera? I suoi interessi esoterici e l’attrazione per il lato oscuro della mente umana, la sua passione per la manipolazione delle masse e il suo inquietante ascendente personale bastano a fare di lui un agente di Satana? A queste domande risponde il libro di Paul Roland attraverso l’esame accurato delle testimonianze e delle fonti. La conclusione è che Hitler fu sì un mago e un “messia nero” ma senza averne coscienza, nel senso che catalizzò le sue energie e colse le opportunità che la situazione storica gli dava; e il nazismo fu davvero un precipitato di forze diaboliche, ovvero volte al male e alla disumanità, ma terrene, latenti nella Germania e nell’Europa del tempo flagellata dalla paura e dai “demoni umani” del razzismo e della violenza.
Paul Roland è autore di più di 25 libri che spaziano da indagini sull’occulto a ricostruzioni di note vicende criminali. Da oltre venticinque anni è corrispondente free lance di molte riviste oltre che collaboratore stabile di “The Mail on Sunday” “Kerrang!” “Which?” “CD” e “Total Film”.