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Amicizia con la Terra

Amicizia con la Terra

La Via degli Indiani d’America

Autore/i: Autori vari

Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro

testi scelti e tradotti con prefazione introduzione e cura di Käthe Recheis e Georg Bydlinski, fotografie di Edward S. Curtis, traduzione di Marilisa Cozza.

pp. 144, nn. fotografie b/n, Vicenza

Mi trovavo sulla più alta di tutte le montagne e tutt’intorno, sotto di me, c’era l’intero cerchio della terra. Mentre stavo lassù, vidi più di quello che posso raccontare e capii più di quello che vedevo, poiché nell’estasi sacra contemplai la forma di tutte le cose e vidi la forma di tutte le forme nello spirito e capii come le cose diventavano un’unica entità. E vidi che il cerchio sacro del mio Popolo era uno fra i tanti cerchi, che insieme con gli altri formava un circolo, ampio come la luce del giorno e come la luce delle stelle, nel cui centro cresceva un robusto albero rigoglioso, a protezione di tutti i figli di una stessa madre e di uno stesso padre. (Alce Nero)

Dagli stessi autori di ”Sai che gli Alberi Parlano?”, accompagnata dalle suggestive foto d’epoca di Edward S. Curtis, una nuova raccolta di testi originali che ci rende partecipi del profondo amore e rispetto per la natura, della sensibilità e della nobiltà del Popolo Pellerossa. Per la moderna società “Civile”, questa saggezza a lungo ignorata costituisce un’eredità spirituale altamente remunerativa e di grande attualità.

La via degli Indiani d’America rappresenta uno stile di vita che può condurci ad assumere un nuovo atteggiamento, un modus vivendi che rispetta ogni forma di vita e tiene conto dell’universo nella sua molteplicità.
Su questa terra siamo tutti uguali, tutti proviamo gioia e dolore, tutti esprimiamo dei sentimenti. Ciò che ci differenzia l’un l’altro è la cultura, il sistema di valori e il modo di pensare.
Essere consapevoli di quest’uguaglianza di fondo e di queste differenze superficiali rappresenta un valido aiuto per incamminarsi sulla strada della comprensione e della tolleranza.
In questa raccolta, curata dagli stessi autori del bestseller Sai che gli alberi parlano? la cultura indiana viene messa a fuoco in maniera ulteriore.
I testi originali scelti e le suggestive fotografie d’epoca scattate da Edward S. Curtis permettono una maggiore comprensione della cultura e delle tradizioni del popolo pellerossa, grazie anche a un’accurata selezione delle testimonianze e dei resoconti più significativi, che costituiscono un esempio di saggezza e al tempo stesso un prezioso insegnamento per le generazioni future.

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Introduzione

Prefazione

Nel circolo vivente del nostro popolo

Se arrivi tu, uomo bianco, noi dobbiamo morire

Sopravviveremo

Tratta tutti gli uomini come fossero tuoi parenti

Amicizia con la terra

Didascalie e indici delle illustrazioni

Documentazione delle fonti

Ceramica in Italia VI-VII Secolo – 2 Volumi

Ceramica in Italia VI-VII Secolo – 2 Volumi

Atti del Convegno in onore di John W. Hayes (Roma 1995) – Biblioteca di Archeologia Medievale

Autore/i: Saguì Lucia

Editore: All’Insegna del Giglio

pp. 826, nn. illustrazioni b/n, Firenze

I due volumi raccolgono rispettivamente, le Relazioni e le Comunicazioni presentate nel Convegno romano organizzato in onore di John W. Hayes a poco più di venti anni dalla pubblicazione del suo famoso volume Late Roman Pottery, che ha costituito una pietra miliare per gli archeologi impegnati nello studio della tarda antichità. I cinquantaquattro contributi, articolati in analisi di singole classi, sintesi a livello regionale e presentazioni di siti o contesti, configurano un primo manuale delle produzioni ceramiche della penisola nel periodo della transizione tra tardo antico e alto medioevo, oggetto negli ultimi anni di un dibattito a tutto campo, nell’ambito del quale le testimonianze della cultura materiale occupano un ruolo di primaria importanza.

Con testi di: Donatella Alessi, Paul Arthur, Rita Auriemma, Barbara Bacchelli, Marco Biagini, Susanna Bianchini, Michel Bonifay, Luisa Brecciaroli Taborelli, Gian Pietro Brogiolo, Maurizio Buora, Franco Cambi, Claudio Capelli, Lucia Casavola, Giovanna Cassani, Manuela Catarsi Dall’Aglio, Linda Cherubini, Giulio Ciampoltrini, Barbara Ciarrocchi, Caterina M. Coletti, Filomena D’Aloia, Antonella Del Rio, Giorgio Di Gangi, Helga Di Giuseppe, Anna Lia Ermeti, Miriam Fasano, Elizabeth Fentress, Marco Firmati, Sergio Fontana, Pamela Gambogi, Daniela Gandolfi, Sauro Gelichi, Bruno Genito, Sonia Gutiérrez Lloret, John W. Hayes, Simon Keay, Rita. Lavagna, Chiara M. Lebole, Simonetta Lupi, Josep Maria Macias I Solé, Michael Mackensen, Archer Martin, Cynthia Mascione, Serena Massa, Piera Melli, Simonetta Menchelli, Giovanni Murialdo, Roberta Odoardi, Gloria Olcese, Francesco Pacetti, Paolo Palazzi, Clementina Panella, Simona Pannuzi, Loredana Parodi, Lidia Paroli, Rita Pasqualucci, Marinella Pasquinucci, Helen Patterson, Carlo Pavolini, Lisa Pietropaolo, Mariangela Puglisi, Chiara Raimondo, Josep-Anton Remola, Paola Rendini, Marco Ricci, Yves Rigoir, Paul Roberts, Anna Rotella, Daniela Rovina, Lucia Saguì, Assunta Sardella, Enrico Siena, Francesca Sogliani, Paola Spinesi, Andrea R. Staffa, Eleonora Torre, Stefano Tortorella, Diego Troiano, Marina Vallebuona, Van Verrocchio, Luca Villa, Giulio Volpe.

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– E. Fentress, Preface
– J.W. HAYES, Introduction. The Study of Roman Pottery in the Mediterranean: 23 Years After Late Roman Pottery
– M. MACKENSEN, Centres of African Red Slip Ware Production in Tunisia from the Late 5th to the 7th Century
– S. TORTORELLA, La sigillata africana in Italia nel VI e nel VII secolo d.C.: problemi di cronologia e distribuzione
– M. BONIFAY, Sur quelques problèmes de datation des sigillées africaines à Marseille
– S. FONTANA, Le ‘imitazioni’ della sigillata africana e le ceramiche da mensa italiche tardo-antiche
– Y. RIGOIR, Les Dérivées -des-Sigillées Paléochrétiennes
– A. MARTIN, La sigillata focese (Phocaean Red-Slip/Late Roman C Ware)
– C. PAVOLINI, Le lucerne in Italia nel VI-VII secolo d.C.: alcuni contesti significativi
– S. KEAY, African Amphorae
– P. ARTHUR, Eastern Mediterranean Amphorae Between 500 and 700: a view from Italy
– F. PACETTI, La questione delle Keay LII nell’ambito della produzione anforica in Italia
– G.P. BROGIOLO, S. GELICHI, La ceramica comune in Italia settentrionale tra IV e VII secolo
– G. MURIALDO, G. OLCESE, P. PALAZZI, L. PARODI, La ceramica comune in Liguria nel VI e VII secolo
– D. GANDOLFI, Ceramiche fini di importazione di VI-VII secolo in Liguria. L’esempio di Ventimiglia, Albenga e Luni
– L. VILLA, Alcuni aspetti della circolazione di prodotti di importazione in Friuli tra VI e VII secolo
– G. CIAMPOLTRINI, L’orciolo e l’olla. Considerazioni sulle produzioni ceramiche in Toscana fra VI e VII secolo
– L. SAGUÌ, Il deposito della Crypta Balbi: una testimonianza imprevedibile sulla Roma del VII secolo? con Appendice di C. Capelli
– C. CAPELLI, Il contributo delle analisi minero-petrografiche allo studio delle anfore Keay LII
– B. BACCHELLI, R. PASQUALUCCI, Lucerne dal contesto di VII secolo della Crypta Balbi
– M. RICCI, La ceramica comune dal contesto di VII secolo della Crypta Balbi
– B. CIARROCCHI, C. M. COLETTI, A. MARTIN, L. PAROLI, C. PAVOLINI, Ceramica comune tardoantica da Ostia e Porto (V-VII secolo)
– H. PATTERSON, P. ROBERTS, New Light on Dark Age Sabina
– A.R. STAFFA, Le produzioni ceramiche in Abruzzo tra fine V e VII secolo
– S. GELICHI, Ceramiche ‘tipo Classe’
– H. PATTERSON, Ceramiche ‘tipo Classe’: analisi minero-petrografiche
– P. ARTHUR, Local Pottery in Naples and Northern Campania in the Sixth and Seventh Centuries
– P. ARTHUR, H. PATTERSON, Local Pottery in Southern Puglia in the Sixth and Seventh Centuries
– C. RAIMONDO, La ceramica comune del Bruttium nel VI-VII secolo
– S. GUTIÉRREZ LLORET, Il confronto con la Hispania orientale: la ceramica nei secoli VI-VII
Volume 2. Comunicazioni
– L. BRECCIAROLI TABORELLI, Un contesto ceramico di fine V-prima metà VI secolo dalla grotta ‘Ciota Ciara’ del Monfenera (Valsesia-Piemonte)
– M. BIAGINI, P. MELLI, E. TORRE, La ceramica comune in Liguria nel VI-VII secolo: Genova
– R. LAVAGNA, Savona, Complesso monumentale del Priamàr. La ceramica comune
– S. MASSA, Ceramica fine da mensa: importazioni e imitazioni in Lombardia nei secoli VI-VII
– M. BUORA, G. CASSANI, M. FASANO, Ceramica grezza dalle necropoli dell’Italia nordorientale: alcuni casi
– M. CATARSI DALL’AGLIO, Parma. Un contesto di età tardoantica
– A. L. ERMETI, Pesaro: ceramica tra VI e VII secolo da sterri urbani
– M. PASQUINUCCI, D. ALESSI, S. BIANCHINI, L. CHERUBINI, A. DEL RIO, S. MENCHELLI, P. SPINESI, M. VALLEBONA, La ceramica di VI-VII secolo da Vada Volaterrana (horrea in loc. S. Gaetano di Vada)
– S. LUPI, La ceramica a vernice rossa nel Volterrana
– F. CAMBI, C. MASCIONE, Ceramiche tardoantiche da Torrita di Siena
– P. GAMBOGI, M. FIRMATI, Frequentazione tardoantica e altomedievale nell’isola di Gorgona
– P. RENDINI, Ceramiche del VI e VII secolo nell’area della villa di Giglio Porto (isola del Giglio -GR)
– R. ODOARDI, Ceramiche dal Chietino e dal Teramano
– E. SIENA, D. TROIANO, V. VERROCCHIO, Ceramiche dalla Val Pescara
– B. GENITO, Ceramica dipinta a ‘tratto minuto’ dal teatro romano di Venafro (Molise) (V-VII secolo d.C.)
– S. PANNUZI, Priverno: la ceramica acroma e dipinta di VI e VII secolo
– G. VOLPE, L. CASAVOLA, F. D’ALOIA, L. PIETROPAOLO, Le ceramiche tardoantiche della villa di Agnuli (Mattinata, FG)
– DI GIUSEPPE H., La fornace di Calle di Tricarico: produzione e diffusione, con Appendice di C. Capelli
– R. AURIEMMA, Un carico di anfore Keay LII nelle acque dello lonio
– G. DI GANGI, C.M. LEBOLE, Anfore Keay LII ed altri materiali ceramici da contesti di scavo della Calabria centro-meridionale (V-VIII secolo)
– A. ROTELLA, F. SOGLIANI, Il materiale ceramico tardoantico e altomedievale da contesti di scavo e dal territorio nella Calabria centro-meridionale
– M. PUGLISI, A. SARDELLA, Ceramica locale in Sicilia tra il VI e il VII secolo d.C. Situazione attuale e prospettive future della ricerca
– D. ROVINA, Ceramiche di importazione e produzioni locali dall’insediamento altomedievale di Santa Filitica (Sorso-Sassari), con Appendice di G. Oggiano
– J.-A. REMOLA, Ànforas y modelos de aprovisionamiento en la ciudad tardo-antigua de Tarraco (Diocesis Hispaniarum)
– J. M. MACIAS I SOLÉ, La ceràmica comun de Tarraco (siglos V-VII)
– C. PANELLA, Note conclusive

Introduzione Pratica allo Studio dell’Ebraico Biblico – 2 Volumi

Introduzione Pratica allo Studio dell’Ebraico Biblico – 2 Volumi

Volume I: Testo – Volume II: Materiale per esercizi

Autore/i: Ciprotti Pio

Editore: Tipografia Poliglotta della Pontificia Università Gregoriana

prefazione dell’autore.

vol. 1 pp. XIII-178, vol. 2 pp. 172, Roma

Dalla prefazione dell’autore:
«Per l’utilizzo di questo testo – che vuol solo essere una raccolta di materiale e di osservazioni per rendere più agevole l’apprendimento iniziale dell’ebraico biblico a chi abbia tempo e voglia di dedicarvisi intensamente – è necessario avere sempre a portata di mano il testo della Bibbia ebraica, senza la quale sarebbe impossibile fare gli esercizi e spesso anche capire il testo.[…]»

Scritti sul Cristianesimo

Scritti sul Cristianesimo

La testimonianza di un laico sul fenomeno religioso

Autore/i: Basso Lelio

Editore: Marietti Editore

introduzione e cura di Giuseppe Alberigo.

pp. XIX-277, Genova

Sommario:

Introduzione di Giuseppe Alberigo
Cenni biografici
Scritti di argomento religioso (1923-1978) di Lelio Basso

  • Scritti sul cristianesimo
  • La religione dello stato (1923)
  • La riforma e il pensiero europeo: Marx (1925)
  • Studi religiosi (1926)
  • Difesa del protestantesimo (1926)
  • La cristianità di Dostojewski (1934)
  • Rudolf Otto (1935)
  • La personalità in Ibsen (1942)
  • Patti Lateranensi e costituzione italiana (1947)
  • Il dialogo con i cattolici (1956)
  • Saluto a Giovanni XXIII (1963)
  • Per la revisione dei Patti Lateranensi (1967)
  • La chiesa post-conciliane vista da un marxista (1969)
  • Il travaglio della chiesa e della civiltà urbana (1971)
  • Fede, confessione religiosa e stato repubblicano (1972)
  • La fede di un laico (1976)
  • Muore la chiesa dei potenti nasce la chiesa dei poveri (1978)

Il Mediterraneo

Il Mediterraneo

Autore/i: Hummel H.; Siewert W.

Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani

pp. 350, nn. cartine b/n, Milano

Sarebbe difficile immaginare un libro più «attuale» di questo Mediterraneo di due scrittori tedeschi.
Il volume studia partitamente le diverse civiltà che si affacciarono al Mediterraneo, per stabilirne i contrasti e l’unità; studia quel mare come «spazio politico» e come «spazio economico». Esamina il modo e le ragioni della espansione territoriale della Francia e dell’Inghilterra nel Mediterraneo, chiarisce che cosa rappresenti, dopo l’apertura del canale di Suez, quel mare nei sistemi imperiali dei due paesi; e illustra le ineluttabili necessità della politica mediterranea fascista.
L’Italia s’è acquistata nel mare nostrum dei Romani una posizione dominante: tanto da costringere l’Inghilterra a rivedere tutta la sua politica navale.
Le cause palesi o occulte, remote o vicine, dell’ostilità britannica all’impresa abissina; la crescente tendenza di vasti circoli navali inglesi a ritornare alla posizione strategica anteriore all’apertura del canale di Suez, ossia a non contare più esclusivamente sul dominio del Mediterraneo e a rafforzare le numerose e formidabili basi che l’impero britannico possiede sulle coste dell’Africa occidentale e meridionale, ad avviare di nuovo per la strada del Capo di Buona Speranza i traffici con le Indie e l’Estremo oriente (decisione agevolata dal continuo aumento della velocità delle navi), tutto ciò è esposto senza ingombro di citazioni o di riferimenti ma con argomenti chiari e decisivi.

Storia Romana

Storia Romana

Autore/i: Le Glay Marcel; Voisin Jean-Louis; Le Bohec Yann

Editore: Società Editrice Il Mulino

introduzione degli autori, traduzione di Gianluca Soricelli, Giovanna Merola e Gennaro di Gennaro.

pp. 584, illustrazioni b/n, Bologna

Fondato su un’attenta analisi delle fonti e sulla conoscenza approfondita dei lavori storiografici più recenti, questo volume presenta una sintesi della storia romana scandita in tre tempi forti: dalle origini e dall’età repubblicana alla Roma imperiale e all’età tardoantica. Gli autori propongono un tracciato cronologico che privilegia gli avvenimenti, senza tuttavia rinunciare a fornire le necessarie informazioni sulla vita politica, economica, sociale e religiosa nel mondo romano e sull’evoluzione delle mentalità. Un ampio e aggiornato panorama completato da utili apparati come la cronologia sinottica, il glossario dei termini fondamentali, le cartine storiche e le genealogie.

Marcel Le Glay ha insegnato alla Sorbona di Parigi. Jean-Louis Voisin insegna nell’Università della Borgogna e Yann Le Bohec nell’Università di Lione III.

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Introduzione. Roma e il Mediterraneo
Parte prima: Dalle origini all’impero

1. L’Italia nell’VIII secolo a.C., ovvero l’Italia prima di Roma
2. La formazione di Roma: da Romolo ai Tarquini
3. Due secoli oscuri (e reinventati?): il  V e IV secolo a.C., ovvero la giovinezza di Roma
4. La crescita di Roma repubblicana
5. Le conquiste e le loro conseguenze
6. Crisi e fine della Repubblica

Parte seconda: Roma padrona del mondo (31 a.C.-235 d.C.)

7. Il mondo romano nel 31-28 a.C
8. Il Principato augusteo. Nascita di un regime
9. Il sistema sotto i Giulio-Claudii
10. La crisi del 68/69 e i Flavii: la conferma del sistema
11. L’apogeo: l’Impero degli Antonini
12. Il regno degli Africani e dei Siriani

Parte terza: Un altro mondo romano (III-V secolo)

13. Un certo equilibrio: l’anno 235
14. Un ordine che si sfalda: le crisi (235-284)
15. L’instaurazione di un altro ordine (284-361)
16. Altre istituzioni: la riorganizzazione
17. Un altro contesto socioeconomico: la ripresa e la statalizzazione
18. Una civiltà diversa: tra paganesimo e cristianesimo, la rinascita
19. Verso la fine del mondo romano?

Cronologia
Glossario
Indice dei nomi
Indice particolareggiato

Bosco di Notte

Bosco di Notte

Autore/i: Djuna Barnes

Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani

introduzione di T.S. Eliot, traduzione dall’inglese di Filippo Donini.

pp. 216, Milano

“Djuna Barnes, da qualche parte nella miseria, e senza più scrivere”, annotava melanconicamente nell’Autobiografia (1948) William Carlos Williams, evocando la grande scrittrice newyorkese da un ritiro ignoto e muto scelto nel pieno della gloria. Bosco di notte, il suo capolavoro uscito nel 1936 a Londra, le aveva guadagnato presto l’ammirazione entusiasta dei grandi contemporanei: da T.S. Eliot, che tenne a battesimo l’edizione americana del 1937, a Graham Greene, a Dylan Thomas, che l’ha giudicato “una delle tre grandi opere in prosa che siano mai state scritte da una donna”. Il mistero e il silenzio in cui la Barnes ha avvolto da allora la sua vita, quasi una Greta Garbo della letteratura, sembra emblematicamente inscritto nella cifra esistenziale di questo romanzo, che più d’ogni altro riflette lo sfinimento e la disperazione della “generazione perduta” della letteratura americana. Come Hemingway, Dos Passos, Gertrude Stein, la Barnes fu tra gli americani a Parigi degli anni venti e trenta, quando Parigi era una festa e la Senna traboccava in tanti libri d’oltre oceano. Bosco di notte è ambientato appunto in quella società internazionale alla deriva, e la rappresenta con un senso dell’orrore e del destino che Eliot ha paragonato a quello degli elisabettiani. Ricomponendo in una trama narrativa classica lo spettacolo di una vita in decomposizione, senza tuttavia ignorarne il valore, magico indicato dal surrealismo, la Barnes coglie, per immagini prodigiose e in uno stile che ha l’intensità e la tensione della prosa poetica, la verità sul suo tempo.

Djuna Barnes è nata a Cornwall on-the-Hudson (New York) nel 1892. Dopo l’esordio newyorkese si trasferì a Parigi, dove soggiornò a lungo creando intorno a sé, lentamente, la leggenda della sua opera e della sua vita. Dal 1939 vive negli Stati Uniti. A The Book of Repulsive Women (1915) seguì nel 1923 A Book, una raccolta di commedie, racconti e poesie, ristampato nel 1929 insieme a tre nuovi racconti col titolo A Night Among the Horses. Nel 1928 uscì il romanzo satirico Ryder; nel 1936 Faber & Faber pubblicò a Londra Nightwood (Bosco di notte). L’opera successiva, l’ultima, The Antiphon, una tragedia in versi, vedrà la luce più di vent’anni dopo, nel 1958. Bosco di notte resta il capolavoro della Barnes; testo a lungo inavvicinabile in Italia per la complessità di un linguaggio elaborato all’ombra di Joyce e del surrealismo, Bompiani lo pubblicò nel 1966 nella versione di Filippo Donini, traduttore dei Quattro Quartetti di T.S. Eliot.

Scritti sull’Arte

Scritti sull’Arte

Autore/i: Marx Karl; Engels Friedrich

Editore: Editori Laterza

a cura e con un’introduzione di Carlo Salinari.

pp. 256, Bari

[Marx] sapeva a memoria Heine e Goethe; leggeva sempre opere di poeti che sceglieva da tutte le letterature d’Europa; ogni anno rileggeva Eschilo nel testo originale greco; venerava lui e Shakespeare come i due massimi geni drammatici che l’umanità abbia prodotto. Aveva fatto di Shakespeare, per cui aveva un’illimitata venerazione, l’oggetto del più intenso studio; […] Dante e Burns erano fra i suoi poeti prediletti: […] Talvolta si sdraiava sul divano e leggeva un romanzo: talvolta ne leggeva due o tre contemporaneamente, alternandone la lettura; […] Marx aveva una preferenza per i romanzi del secolo XVIII e in particolare per Tom Jones di Fielding; i romanzieri moderni che più lo divertivano erano Paul de Kock. Charles Lever, Alessandro Dumas padre e Walter Scott. Definiva un capolavoro Old Mortality di quest’ultimo.
Dimostrava una spiccata predilezione per i racconti umoristici e d’avventura.
Al primo posto fra tutti i romanzieri poneva Cervantes e Balzac. Don Chisciotte era per lui l’epopea della cavalleria morente. le cui virtù diventavano ridicole e pazzesche nel mondo borghese nascente. La sua ammirazione per Balzac era così profonda che si era proposto di scrivere una critica della sua grande opera La comédie humaine […] Uno studio psicologico di Baizac, Le chef d’oeuvre inconnu, gli fece una profonda impressione perché descriveva in parte i suoi stessi sentimenti: un pittore geniale e talmente tormentato dal desiderio di rappresentare le cose nel modo preciso in cui si rispecchiano nel suo cervello che continua a limare e a ritoccare il suo quadro, in modo da creare alla fine null’altro che una massa informe di colori in cui però i suoi occhi suggestionati vedono la più perfetta riproduzione della realtà. (Paul Lafargue)

Evangelo Apocrifo della Natività

Evangelo Apocrifo della Natività

Riemerge dai secoli il rapporto segreto sulla nascita di Gesù

Autore/i: Pseudo Matteo

Editore: Ugo Guanda Editore

premessa e traduzione di Alfonso M. di Nola, in copertina «S. Anna, la Vergine e il Bambino» di Leonardo da Vinci.

pp. 112, tavola in b/n f.t., Parma

L’Evangelo della natività, fra gli apocrifi neotestamentari, proietta sul piano sognante del mito i fermenti ideologici che caratterizzano la storia cristiana dei primi secoli. La sottile problematica connessa ai temi della verginità di Maria, della nascita prodigiosa del Salvatore, della fittizia paternità di Giuseppe – temi che scissero l’unità del mondo mediterraneo e trasformarono talvolta il dibattito in sanguinosi scontri di popoli – si trasforma qui in un corposo leggendario che è passato quasi integro nella nostra tradizione. Così che il lettore potrà gustare, nelle sue radici storiche, la riscoperta di consuete figure e di antiche leggende che formano ancora una parte notevole del patrimonio mitico del cristianesimo.

Trattato di Estetica

Trattato di Estetica

I – L’arte nella sua autonomia e nel suo processo

Autore/i: Stefanini Luigi

Editore: Morcelliana

pp. 256, Brescia

«Inventario ed elaborazione critica dell’esperienza conseguita dal Croce ai nostri giorni. Trattazione sistemica della complessa e ardua problematica del fatto estetico».

Gli studi di Estetica sono giunti ormai in Italia, sulla scia del Croce, a tale grado di sviluppo che da ogni parte si chiede una guida e un orientamento, che possano valere ad un tempo d’inventario e di elaborazione critica dell’esperienza conseguita.
Con la presente opera, l’Autore, lasciando il campo della saggistica estetica, in cui s’è già ampiamente esercitato, entra decisamente in quello della costruzione sistematica, riducendo ad una trattazione unitaria la complessa ed ardua problematica del fatto estetico, considerato nella sua autonomia e nei caratteri dell’assolutezza espressiva, della catarsi lirica, dell’adempimento formale. Anche il problema della tecnica è qui discusso, superando in una visione comprensiva le grandi antitesi in cui si dibatte l’esperienza artistica nell’attualità.
Da una parte il presente studio elabora i risultati più recenti della scienza estetica, dando conto del movimento che si va svolgendo in Italia e all’estero e, dall’altra parte, s’innalza ad una visione generale per cui arte e bellezza contribuiscono ad illuminare le ragioni supreme dell’essere. Lo spiritualismo cristiano definisce qui la sua posizione rispetto ad una così detta scienza «mondana» che per tante ragioni è legata alle nostre migliori tradizioni culturali e filosofiche.

La presente seconda ristampa riproduce fedelmente la prima edizione, uscita presso l’Editrice Morcelliana nell’anno 1954. Il trattato presupponeva un secondo volume che la morte precoce impedì al Filosofo di scrivere.

Metafisica

Metafisica

Autore/i: Jaspers Karl

Editore: U. Mursia Editore

presentazione, nota, traduzione dal tedesco e cura di Umberto Galimberti.

pp. 376, Milano

Nella Filosofia, la grande opera in tre volumi ch’è il capolavoro di Jaspers, l’«orientazione filosofica nel mondo» e la «chiarificazione dell’esistenza» sono le tappe che precedono e conducono a quella «metafisica» che ne raccoglie il senso ultimo. Dell’intera opera presentiamo in traduzione italiana l’Introduzione generale e il terzo volume, ch’è, appunto, la Metafisica. Con questa parola non si deve intendere un «sapere oggettivo» in grado di pronunciarsi sui problemi ultimi che trascendono il piano dell’esperienza, ma l’«esigenza incondizionata» che sospinge l’uomo oltre il piano del noto e di ciò ch’è scientificamente provato.
In tal senso, la metafisica non è più dottrina, ma la natura stessa dell’uomo, insoddisfatta delle sue immanenti visioni del mondo: essa non è più quella «sophia» in cui si riassume un presunto sapere del mondo, dell’anima, di Dio, ma è quella «philosophia» che, come vuole l’etimo, non sa ma ama, non possiede ma cerca il senso di ciò che sempre sfugge come ogni oggetto d’amore. Il naufragio esprime per Jaspers il senso filosofico ultimo di ciò che il sapere organizza con un’esattezza rigorosa e scientifica e con una pretesa di oggettività universale, misurate dalla soggettività dell’uomo, ma non dall’essere, il quale invece si sottrae, nell’atto stesso di offrirsi, sempre ulteriore e inafferrabile. Il naufragio del sapere e la trascendenza dell’essere definiscono cosi per Jaspers lo spazio metafisico della filosofia, depotenziando a sapere presunto ogni tentativo positivistico o idealistico di raccogliere la totalità dell’essere nell’oggettività data o creata dal pensiero dell’uomo.

Karl Jaspers, nato a Oldenburg nel 1883, laureatosi in medicina nel 1909 e specializzatosi in psicologia e psichiatria, nel 1913 pubblicò la Psicopatologia generale, ancor oggi considerata come un classico della disciplina. Conseguita l’abilitazione in filosofia nel 1913, iniziò qualche anno dopo l’insegnamento nell’Università di Heidelberg, pubblicando nel 1918 la Psychologie der Weltanschauungen. Costretto dal regime nazionalsocialista a lasciare l’insegnamento universitario, non lo riprese che nel 1945, per trasferirsi. due anni dopo a Basilea, ove insegnò all’Università e abitò sino alla morte, avvenuta nel 1969. Dopo la pubblicazione dei tre volumi di Philosophie nel 1932, egli attese a due grandi opere: anzitutto una logica filosofica, di cui resta il primo volume, Von der Wahrheit (Della verità) del 1947, e di cui son dati accenni nelle opere minori: Vernunft und Existenz (Ragione ed esistenza) del 1935, Existenzphilosophie del 1938, Der philosophische Glaube (La fede filosofica) del 1948, Einführung in die Philosophie (Introduzione alla filosofia) del 1950; e in secondo luogo una grande storia universale del pensiero filosofico, di cui possediamo il primo volume, Die grossen Philosophen (I grandi filosofi), del 1957, e una serie di monografie che si inseriscono in questo progetto (Niccolò Cusano, Cartesio, Schelling, Kierkegaard, Nietzsche), e che ora sono pubblicate separatamente. Un accenno meritano anche gli scritti con cui Jaspers entra nella polemica intorno alla «demitizzazione» e all’attualità del cristianesimo, fra cui specialmente Der philosophische Glaube angesichts der Offenbarung (La fede filosofica rispetto alla rivelazione), del 1962, e soprattutto le opere di politica, che costituiscono nel loro complesso un’accusa vigorosa contro ogni forma di nazionalismo e totalitarismo, e un appello a favore del federalismo da attuarsi prima a livello europeo, e poi a livello mondiale.

Introduzione alla Storia della Stupidità Umana

Introduzione alla Storia della Stupidità Umana

(Short introduction to the history of human stupidity)

Autore/i: Pitkin Walter B.

Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani

riduzione autorizzata dall’americano di Carlo Coardi, prologo dell’autore.

pp. 324, Milano

Dal prologo dell’autore:
«Verrà fatto a taluno di domandarsi per qual motivo un ottimista, uno dei pochi incorreggibili ancor superstiti al mondo, intraprendere uno studio sulla stupidità. Non è stupida l’impresa, e chi la tenta più stupido degli stupidi ch’ei si propone di mettere in mostra? Non direi. L’umanità pende sull’orlo di un abisso, dal quale non potrà scampare se non si decide una buona volta a fare l’analisi delle proprie manchevolezze.
Eccoci qui, in quest’anno di grazia 1934, padroni della terra e dell’aria, del fuoco e dell’acqua. Voliamo più celeri degli uccelli, navighiamo sotto i mari, sventriamo montagne, riduciamo foreste in polpa; la nostra sovranità sulla natura è più alta assai di quella che s’attribuivano gli dei, ma siamo noi dei numi? Tutt’altro: demonî, piuttosto, e della terra abbiamo fatto un pandemonio. Per ogni miliardo che pochi uomini cauti e probi hanno aggiunto alle nostre riserve, quanti miliardi, sia in valuta sia in materiale umano, non vanno distrutti per colpa di molt’altri incauti o birbi nelle guerre, nella speculazione, in frodi colossali, in fatture e strafalcioni procedenti tutti quanti dalla deleteria stupidità umana! Di tutti gli espedienti che qualche raro cervello sano ha escogitato per rendere accessibili ai più i beni di cui disponiamo, innumeri senza cervello approfittano per arricchire e malgovernare; e con la stessa rapidità con cui si accumula in un luogo la ricchezza, dilagano altrove in ritmici ricorsi la miseria e la decadenza.[…]»

Malinconia

Malinconia

Autore/i: Borgna Eugenio

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

in copertina: Francisco Goya, Volaverant, dai Capricci, 1799.

pp. 208, Milano

Forse all’inizio della vita dell’uomo non c’è il focolare intorno a cui la psicologia ha costruito se stessa. Prima del focolare, luogo di racconti lamentosi e consolatori, c’è il grido che aduna gli uomini in preda al terrore.
Intorno a questo grido si snodano le pagine di Eugenio Borgna che, prima di guardare lo scompaginarsi della mente con l’occhio del medico, affonda lo sguardo in quella disarticolazione del linguaggio in cui, abolito ogni senso, è il grido a prodursi come disperazione del linguaggio. Finché si parla della malinconia con le parole e i toni dell’atto consolatorio non si capisce la verità della malinconia che fa retrocedere tutte le parole all’inarticolato, all’altezza del quale c’è solo quel grido che talvolta interrompe la corazza opaca e spessa del silenzio che, massiccio; avvolge la solitudine malinconica.
Eugenio Borgna non si fa ingannare dal silenzio malinconico. Non cerca di portarlo alla parola, come sarebbe nelle attese dei più. Eugenio Borgna fa un’operazione diversa. Perforando il silenzio cerca di raggiungere quel grido taciuto che è tale perché non c’è parola che possa esprimerlo.
Chiudere le orecchie non serve. Se vogliamo capire qualcosa della nostra esistenza, non possiamo far tacere quel grido intorno a cui si raccoglie il primo segno che ci fa riconoscere un uomo nel deserto delle cose. (Umberto Galimberti)

La Grande Triade

La Grande Triade

Autore/i: Guénon René

Editore: Adelphi Edizioni

premessa dell’autore, traduzione di Francesco Zambon.

pp. 212, nn. ill. b/n, Milano

«Il Cielo copre, la Terra sostiene» dice un’antica sentenza cinese. Il cielo è la «perfezione attiva», la terra è la «perfezione passiva». «Cielo, Terra, Uomo» (Tien-ti-jen), ecco la Grande Triade che Guénon volle illuminare in questo suo ultimo libro, pubblicato nel 1946. Invece di affermare in termini generali la corrispondenza esoterica delle tradizioni, volle qui far vedere in concreto che cosa è tale corrispondenza e in quali modi essa si articola, mostrandone ogni volta un aspetto, come la faccia di un cristallo, nei brevi, magistrali capitoli di quest’opera, che appunto perciò può essere vista come la summa e il simbolo essa stessa del pensiero di Guénon. Lo yin e lo yang, la doppia spirale, il solve e coagula dell’alchimia, i numeri celesti e i numeri terrestri, i rapporti fra l’essere e il suo ambiente, l’Essenza e la Sostanza, l’autorità sacerdotale e l’autorità regale, l’Invariabile Mezzo e la Via del Mezzo, il simbolismo massonico della squadra e del compasso e quello cabbalistico della Shekinah, la ruota cosmica: ciascuno di questi temi è di immensa ricchezza. Tanto più stupefacente apparirà l’impresa che Guénon ha qui compiuto: pur facendo presagire ogni volta tutta la complessità e peculiarità di queste immagini, le ha fatte risuonare nella loro essenza, le ha rese trasparenti con poche, sobrie e decisive parole, così inanellandole in un’aurea catena, dove il vincolo è invisibile e indissolubile.

Gli Animali che Noi Siamo

Gli Animali che Noi Siamo

Lo zoo umano – Uno studio appassionato sulla relazione tra la personalità umana e quella animale che è in ognuno di noi.

Autore/i: Kosmo Kosima

Editore: Edizioni Mediterranee

introduzione dell’autrice.

pp. 224, Roma

“Gli animali che noi siamo” (che l’autrice vuole siglare TAWA) si è presentato in origine come una teoria basata esclusivamente su osservazioni empiriche che però, in seguito, si rivelarono in perfetto accordo con nozioni ancestrali quali riti tribali e simboli biblici. Conciliandosi con molte affermazioni scientifiche, l’opera riesce a dare un significato nuovo a numerosi fenomeni incomprensibili, da millenni presenti negli esseri umani; offrendo altresì una risposta alle similitudini e diversità che appaiono irrazionali nella unicità della razza umana a confronto di quelle più evidenti nella pluralità delle specie animali. Introducendo un discorso in chiave simbolica, l’Autrice conduce il lettore alla scoperta di una “nuova” Verità, illuminando di volta in volta quegli angoli tenuti oscuri per millenni dalla stessa Umanità. Là dove vive in ogni Uomo una specifica personalità animale, pronta a prevalere su colui che dovrebbe essere suo padrone e spesso è invece suo schiavo. Per la particolarità della visione circa la peculiare personalità di ogni individuo, TAWA potrebbe rivelarsi non solo una teoria, ma una chiave di lettura della personalità umana che si collega ad altre, quali il quadro astrologico, l’ereditarietà e l’ambiente: un elemento fondamentale che, unito a quelli già noti, conduce ad una maggiore conoscenza di se stessi. Il significato delle immagini animali che muovono in una spirale ascendente, focalizzati come simboli viventi dei gesti degli uomini, manifesta il desiderio di elevazione di questi, la loro lenta ascesa alla ricerca di Dio, il faticoso ambíto distacco dal materialismo di una civilizzazione, l’intuizione che alla fine del nostro cammino si sarà preparati a comprendere – in unione col Tutto – il significato dell’Amore. Un uomo non più vincitore della vita, ma vincitore della morte.

Kosima Kosmo, artista poliedrica (scultrice, pittrice e ceramista), poetessa e traduttrice letteraria (nota al festival di Spoleto), e anche psicologa con un libro al quale ha dedicato più di vent’anni di studio e di ricerca, incoraggiata da uomini di scienza come Roberto Assagioli e Robert Ardrey e da spiriti eletti quali Lanza del Vasto e Krishnamurti. I suoi numerosi e molteplici contatti umani, i viaggi in vari paesi e la sensibilità tipica dell’artista le hanno permesso di realizzare in quest’opera una sintesi delle caratteristiche e della personalità umana veramente irripetibile.

L’Infarto dell’Anima

L’Infarto dell’Anima

Superare burnout, boreout e depressione

Autore/i: Dahlke Rüdiger

Editore: Edizioni Mediterranee

traduzione di Alessia Luretti.

pp. 304, Roma

«Questo libro potrà cambiarvi la vita se sarete disposti a sottoporre la vostra attuale visione del mondo a una radicale revisione»  (Rüdiger Dahlke)

II burnout che – come dice il termine inglese – è un consumarsi bruciando, il boreout (la mancanza di stimoli, di voglia di fare) e la depressione non sono soltanto malattie ormai diffuse, quanto piuttosto l’espressione di un profondo soffrire nel mondo moderno. L’obbligo del perfezionismo, gli ideali esorbitanti e l’accelerazione in tutti gli aspetti della nostra vita ci hanno condotto a commettere dei gravi errori evolutivi. L’incombente minaccia è globale e si spinge più in profondità di quanto finora ritenuto. Nel peggiore dei casi essa può sfociare in un infarto dell’anima: la completa estinzione del fondamento spirituale del nostro essere uomini, nel suo più pieno e autentico significato. Chiunque può esserne colpito. Ciascuno di noi potrebbe essere il prossimo.
Come possiamo difenderci dall’infarto dell’anima? Che cosa possiamo fare realmente per il nostro risanamento psicospirituale?
Troverete le risposte in questo libro.

Rüdiger Dahlke, nato nel 1951, si è laureato in medicina all’università di Monaco e si è in seguito specializzato in medicina naturale e in psicoterapia.
Dal 1978 ha esercitato la professione di psicoterapeuta, medico del digiuno e conduttore  di seminari a livello internazionale. A partire dal 2012 ha inaugurato a Gamlitz, in Austria, il centro per seminari Taman Ga, da lui fondato.pioniere della medicina olistica, il dottor Dahlke è oggi un esperto in materia, richiesto per interviste e talkshow.
È autore di 50 libri, alcuni dei quali divenuti best seller tradotti in 27 lingue, tra cui: Malattia linguaggio dell’anima, Malattia linguaggio dell’anima nel bambino, Malattia come simbolo, Le leggi del destino, Le impronte dell’anima, La purificazione del corpo, Il viaggio interiore, Il grande libro del digiuno, Il corpo specchio dell’anima, Medicina e autoguarigione per la donna, I pilastri della salute, Curarsi con il digiuno, Il sonno, Crisi personale e crescita interiore, Aggressione come scelta, La saggezza del corpo, Mangiar sano, La grande metamorfosi, Peace Food (tutti pubblicati dalle Edizioni Mediterranee).

«Non ti Voltare»

«Non ti Voltare»

Autobiografia di un ebreo

Autore/i: Pacifici Emanuele

Editore: Editrice la Giuntina

prefazione di Elio Toaff.

pp. 128, nn. fotografie b/n, Firenze

Emanuele Pacifici nella sua autobiografia presenta al pubblico la storia di un ebreo che, nato nel 1931, dovette affrontare, appena adolescente, il periodo tristissimo delle leggi razziali e della persecuzione antisemita. È un libro senza pretese, che racconta con semplicità, con sincerità e con emozione episodi lieti e tristi della vita dell’autore. Senza dubbio il quadro che ne risulta è quello di una vita ricca di drammaticità sofferta ed accettata con spirito sereno, senza mai perdere la fiducia nel prossimo e nell’avvenire.
Racconta un midrash rabbinico che Giuseppe, quando si trovò all’apice della sua sofferenza e delle sue tragiche peripezie, fu salvato dall’apparizione dell’immagine paterna, quella del patriarca Giacobbe. Ciò significa che gli insegnamenti e gli ideali appresi nella casa avita, e simboleggiati dall’immagine del padre, avevano pervaso lo spirito di Giuseppe e gli avevano fatto superare ogni difficoltà permettendogli di impegnarsi ad intervenire con amore e disinteresse in favore di ogni individuo che avesse ricorso a lui. In questo senso, il libro di Pacifici assume il valore di una testimonianza derivata dall’esperienza diretta, dall’amore e dalla fedeltà ad un insegnamento e ad una tradizione della quale l’autore continua ad essere il tramite nella Comunità. (Elio Toaff)

Emanuele Pacifici, nato a Roma nel 1931, raccoglie nella sua biblioteca materiale raro e inedito sulla storia e i costumi delle piccole Comunità ebraiche italiane, comprese numerose registrazioni di canti liturgici. Ha curato la pubblicazione di vari testi di liturgia ebraica italiana ed è attualmente presidente della Associazione italiana «Amici di Yad Vashem».

Congressus Cum Daemone

Congressus Cum Daemone

Autore/i: Astaroth

Editore: Sole Nero Edizioni

pp. 72, nn. illustrazioni b/n, Roma

Questo libro racchiude in sé un vero potere occulto… per accedere a questo potere è necessario inoltrarsi nel Mondo delle Ombre, il regno eterno e incontrastato delle Tenebre.

Barddas

Barddas

L’antico codice dei Druidi Gallesi

Autore/i: Morganwg Iolo

Editore: Anguana Edizioni

a cura del Collegio Druidico Nazionale, prefazione all’edizione italiana di Alessandro Topi, prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Enrico Selleri.

pp. 450, Sossano (VI)

“Barddas è il frutto dell’Awen.
Una mirabile opera nata dalla passione per la poetica gallese di memoria druidica e dall’ispirazione di Jolo Morganwg. Ma Barddas per il giovane Cercatore è un’antica foresta di parole.
Richiede attenzione e passo vigile. E per chi giovane nel cuore e nel fisico non è più? Ancora più attenzione, ovviamente, per non cadere preda dell’arroganza e dell’orgoglio che l’illusione della comprensione genera.
È la sacra meraviglia, la mappa per attraversare il Barddas, l’unione tra intelligenza e bellezza, tra un’abile manifattura linguistica e arte espressiva. Sarai abbastanza affamato di comprensione e curioso per sostenere tanta grandezza?”

La Donna della Luce

La Donna della Luce

Autore/i: Huarache Mamani Hernán

Editore: Edizioni Piemme

traduzione di Silvia Sichel.

pp. 272, Milano

«Un percorso alla riscoperta dei valori più profondi, dell’energia più potente che si nasconde in ognuno di noi. La storia di Javier, vittima di un terribile incidente che sembra non lasciargli scampo, testimonia che con umiltà, coraggio e determinazione si può vincere ogni battaglia. E scoprire un modo più autentico di essere se stessi. Dal curandero che ha conquistato l’Occidente un’avventura indimenticabile che va dritto al cuore di tutti noi.»

Javier è un uomo di successo, ha denaro, potere, ricchezze. È soddisfatto di sé e del suo mondo e fiducioso di ciò che la vita gli riserva. Ma un terribile incidente sconvolge la sua esistenza, precipitandolo in un baratro senza fine. Condannato dalla medicina tradizionale, è l’incontro con una curandera di grande saggezza ad aprirgli gli occhi, spingendolo a interrogarsi, a cercare nuove risposte. Sarà lei a parlargli di una civiltà di semidei di cui narrano le leggende più antiche: sono gli “Immortali” che vivono in perfetta armonia in città sotterranee, collegate tra loro da una fitta rete di gallerie al centro della quale sorge la fonte dell’eterna giovinezza. Sarà lei a rivelargli che talvolta è concesso a un umano entrare in contatto con questo popolo affascinante e misterioso. E Javier, godendo di questo privilegio, intraprende un viaggio nelle viscere della terra, durante il quale dovrà affrontare da solo le sue paure e insicurezze. Un percorso nel segreto del suo cuore che lo condurrà a una nuova consapevolezza, dissipando le ombre che hanno sempre imprigionato la sua vita, per ritrovare infine la luce, e scoprire un mondo possibile di pace e armonia. Attraverso un’avventura emozionante e coinvolgente, Javier segna la strada che tutti siamo chiamati a percorrere per ritrovare noi stessi e realizzare i nostri sogni.

Hernán Huarache Mamani, nato in un piccolo villaggio della cordigliera in Perù, ha lavorato a Lima come insegnante ed economista ed è stato professore di lingua quechua nella prima Scuola Nazionale di Turismo del suo paese nel 1970 e nell’Università di San Agustín di Arequipa fino al 1996. Si è spento in Svizzera il 20 ottobre 2016.
Come professore universitario si è sempre occupato di diffondere la cultura del popolo andino, ed è stato fondatore e presidente dell’Istituto Nativo di Cultura Andina (I.N.C.A.), oltre che membro dell’ASOPOMETRA (Associazione di Medicina Tradizionale del Perù).
Grazie al suo lavoro e alla sua determinazione nella ricerca di un maestro, è riuscito a mettersi in contatto con gli Amautakuna, i saggi delle Ande. Il risultato di queste esperienze è stato la pubblicazione di libri di grande successo, tutti usciti per Piemme: La profezia della curandera, Gli ultimi curanderos, I curanderos dell’anima, L’ultimo viaggio del curandero.