Libri dalla categoria Benessere
Un Caso di Immortalità
Le prove drammatiche della sopravvivenza dopo la morte
Autore/i: Stearn Jess
Editore: Siad Edizioni
traduzione di Giancarlo Tozzi.
pp. 288, Milano
Sotto ipnosi profonda. la medium Maria Moreno riesce a ricordare i dettagli delle esistenze da lei trascorse in altre incarnazioni. Jess Stearn, uno dei più noti studiosi americani nel campo della ricerca parapsichica, ha raccolto le sue confessioni ipnotiche e ne ha tratto questo affascinante volume.
La medium non è cosciente nella vita normale degli straordinari racconti che formano l’universo delle sue reincarnazioni, ma esistono prove più che concrete della sua veridicità. Maria Moreno è riuscita a mettere in contatto Mae West con un amico defunto, a far parlare lo scettico figlio di Edgar Cayce con lo spirito del padre e ha chiaramente dimostrato di poter comunicare con le anime di illustri personaggi.
In questa nuova dimensione della realtà, tutto è possibile, anche comprendere i segreti della medicina astrale e il modo in cui essa viene utilizzata per lenire il dolore sul piano fisico. Come ha scritto Taylor Caldwell: «La speranza dell’ottimista è la vita dopo la morte. Per chi è stanco la speranza è il nirvana, l’oblio, la fine di una vita di sofferenza. Il ricercatore può trovare la risposta proprio in queste pagine, provocanti ed incisive».
La Prima Lingua – 2 Volumi
1 – Ruoli semantici e relazioni grammaticali • 2 – Morfemi grammaticali e modulazione del significato
Autore/i: Brown Roger
Editore: Armando Editore
prefazione dell’autore, traduzione e cura di Giorgio R. Cardona.
vol. 1 pp. 328, vol. 2 pp. 329-560, Roma
Per molti anni Roger Brown e i suoi collaboratori hanno studiato lo sviluppo del linguaggio nei bambini in età prescolare, dedicandosi in particolare allo studio estensivo e longitudinale della produzione linguistica di tre bambini americani, Adam, Eve e Sarah.
Anticipati in vari articoli scientifici, i risultati di questa indagine vengono qui pubblicati per la prima volta in volume, coordinati ad una rassegna sistematica di tutta la pur ampia letteratura recente sul linguaggio infantile.
L’intero arco dell’acquisizione del linguaggio viene diviso da.
Brown in cinque fasi, misurate in base non all’età in mesi e giorni (giacché la velocità di acquisizione varia molto da bambino a bambino), bensì alla lunghezza media degli enunciati prodotti. In La prima lingua Brown ci dà un resoconto delle prime due fasi, quelle cruciali, riservando ad un prossimo volume la trattazione delle rimanenti.
La prima fase (vol. I della nostra edizione) è la soglia della sintassi. Il bambino comincia a combinare in frasi le sue parole; queste frasi esprimono sempre uno stesso, ridotto insieme di relazioni semantiche, tra culla designazione, il possesso, la nozione di agente.
La seconda fase (vol. II della nostra edizione) riguarda le, modificazioni apportate dal bambino ai significati di base; il numero grammaticale, il tempo verbale, ecc.
Per l’abbondanza dei dati e la sistematicità della trattazione l’opera di Brown è al tempo stesso un rapporto di ricerca e un testo di consultazione prezioso, che dischiude una prospettiva decisiva sulle conoscenze e la visione del mondo infantile, oltre che, implicitamente, sul linguaggio umano in generale.
Roger Brown insegna attualmente psicologia sociale all’Università di Harvard. È autore di un gran numero di importanti ricerche nel campo della psicologia, della psicolinguistica, dell’acquisizione del linguaggio, della sociolinguistica; tra le sue opere: Words and things, Glencoe Ill. 1957; Social psychology, New York 1965; Psycholinguistics, New York 1970.
La Figlia del Re degli Elfi
Alla ricerca del confine invisibile che separa il magico dall’umano, l’incantato dal quotidiano.
Autore/i: Lord Dunsany
Editore: Edizioni della Terra di Mezzo
traduzione dall’inglese di Margherita Rossi.
pp. 272, Milano
Due mondi posti uno accanto all’altro, separati da una sottile ed impalpabile barriera che ne segna il confine e che a pochissimi è dato di varcare; due mondi, così prossimi tra loro, eppur così diversi da risultare quasi inaccessibili l’uno all’altro. Da una parte Erl, piccolo borgo sperduto nelle valli, la cui vita è scandita dal ritmico operare dei suoi abitanti, artigiani e contadini, dal fluire delle stagioni, dall’inesorabile scorrere del tempo. Dall’altro il Regno di Elfi, mondo incantato e magico in cui tutto è immutabile e nulla può intervenire a turbare la fatata armonia che lo governa.
Non conoscono però gli abitanti di Erl la portata della loro richiesta quando, spinti dal desiderio di maggior gloria e celebrità, comunicano al loro re di voler essere governati da un mago. Nonostante quindi il principe Alverico abbia successo nel rapire Lirazel, la figlia del re degli Elfi, compiendo la difficile impresa nel magico regno in un solo giorno, corrispondente nelle terre di Erl al trascorrere di dieci lunghi anni, il suo popolo rimarrà dapprima deluso per la mancanza di evidenti risultati e per la lunga attesa, poi sconcertato quando i risultati cominceranno a mostrarsi e saranno affatto dissimili a quelli da loro sperati.
Non roboanti e prodigiose manifestazioni che possano rendere celebre alla storia il piccolo borgo ma strane apparizioni e sparizioni, fenomeni più inquietanti che rassicuranti, il ritorno di antichi, dimenticati sogni, che il trascorrere del tempo ha ammantato di timori.
E, tra le cacce di Orione, la ricerca di Alverico, la buffa comparsa di gnomi scherzosi, l’arcigna intransigenza del Pastore che lancia maledizioni contro tutto ciò che è magico, la tristezza ed i ricordi di Lirazel, nel fluire scorrevole della narrazione, ma forse anche nei sogni di chi legge, il confine tra i due mondi si fa più evanescente, fluttua come una nebbiolina mossa dalla brezza del mattino, si dirada, torna a infittirsi al punto che il viandante non sa più precisamente dove si trova: con le spalle irrevocabilmente voltate alla magia di Elfi, o nello sconfinato deserto creatosi al ritirarsi dei suoi confini, o ancora ad un passo da quella atmosfera diafana e luminescente, da quella reggia incantata, da quella armoniosa bellezza di cui può essere detto solo nelle ballate dei poeti?
Il Sogno della Ragione
Unicorni, ippogrifi, basilischi, mostri e sirene
Autore/i: Dal Lago Brunamaria
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
pp. 278, nn. ill. b/n, Milano
Dall’Immaginario al Mostruoso potrebbe essere il titolo di questo libro. L’origine della sua scrittura sta nella esplorazione di spazi ambigui e misteriosi dove l’esperienza del già conosciuto si interseca con il racconto.
Luoghi privilegiati di questo itinerario sono terre lontane: la terra di Babele, le porte di ferro di Alessandro per tenere lontani i popoli di Gog e Magog, l’esperienza dell’incontro con le Sirene. Il territorio dei mostri e il territorio dell’inconscio: ci spaventa il noto divenuto ignoto che ritorna a noi nel “Sogno della ragione” stravolto, modificato, mostruoso. Il magico rappresentato in figure, in opere, è la strategia per sconfiggere la novità e il mostruoso: così la ragione trova il modo di relegare i mostri in luoghi fissi, lontani, non pericolosi. Ma che cosa accade ora? L’immagine si apre di nuovo, cede il posto alla fantasia, il mondo dei mostri non è più libresco o grafico. Forse stiamo intraprendendo un viaggio all’incontrario: un viaggio che dal Mostruoso ritorna all’Immaginario.
Brunamaria Dal Lago, esperta di antropologia ed etnologia, è specializzata nella cultura popolare italiana, tedesca e ladina, da cui proviene. Da questo mondo a lei familiare, attinge materiale mitologico ed epico per i suoi libri. Fra gli altri ricordiamo: Trentino Alto Adige nell’immagine del passato, 1985, e, negli Oscar, fiabe del Trentino Alto Adige e Il Regno dei Fanes nel 1989 e, nel 1990, fiabe di fiori italiani.
Yoga-Ratna. Il Gioiello Dello Yoga
Autore/i: Cella Al-Chamali Gabriella
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
avvertenza e premessa dell’autrice.
pp. 192, Milano
“Racchiude tutto ciò che ho imparato, ma anche ciò che ho nel tempo elaborato sullo yoga”
Lo yoga è come un gioiello che riflette la luce interna dell’individuo e la porta in superficie. Tutti sanno infatti che lo yoga “si fa”; molti meno sanno che è una disciplina di vita basata sul concetto fondamentale di “unione”. Si sa anche che le particolari posture dello yoga (chiamate āsana) attivano i punti focali di energia, i chakra; non sempre si sa però che il rapporto fra le posizioni (o esercizi) e il benessere che esse procurano fa parte di un “cammino” che è anche progetto morale e culturale. Nello yoga, le āsana rimandano a una simbologia che è parte integrante del rapporto con se stessi, con la natura, con la molteplicità dell’essere. Con una competenza acquisita in una quarantennale esperienza, Gabriella Cella Al-Chamali dispone le 108 āsana come in un’ideale ghirlanda disegnando l’affascinante percorso di avvicinamento a un benessere che non è solo fisico e che non è neppure solo psichico, che non è la promessa, scarsamente mantenuta, dei manuali che riducono lo yoga a una serie di esercizi ginnici. Delle posizioni yoga vengono descritti l’esecuzione, le proprietà, i benefici, le controindicazioni (con particolare attenzione alle donne in menopausa) e le implicazioni simboliche, permettendo anche al neofita di accostarsi a questa disciplina con maggiore consapevolezza.
Gabriella Cella Al-Chamali, maestro yoga della The yoga Vedanta Forest Academy Himalayas India, ha seguito in India le scuole dei più prestigiosi maestri viventi. E membro del Comitato nazionale di studi e ricerche sulla medicina psicosomatica dell’Istituto RIZA di Milano. Collabora con riviste nazionali per lo yoga terapia.
Nel Ventre dell’Eroe
La passione del maschio nuovo
Autore/i: Keen Sam
Editore: Edizioni Frassinelli
traduzione di Bruno Amato.
pp. 312, Milano
Mai come oggi il ruolo tradizionale del maschio viene messo in discussione, contestato, sottoposto a critiche impietose. Uomini – e donne – sono alla ricerca di una nuova immagine della mascolinità.
In questo pionieristico saggio, Sam Keen – filosofo e scrittore – offre una visione alternativa della virilità. Partendo da un’acuta disamina dell’inconscio legame degli uomini con la Donna – ossia del potere primigenio che essa detiene su di loro – l’autore, illustrando un diverso «viaggio dell’eroe», affronta e smonta con coraggio gli ormai obsoleti riti di passaggio dall’infanzia alla completa maturazione del maschio, il quale deve inventarsi un percorso inedito – rispetto al passato – per realizzarsi pienamente nella propria essenza e spiritualità e creare un rapporto armonico con la controparte. Saltano così i vecchi nessi uomini e sesso, uomini e guerra, uomini e lavoro e si propongono modelli che aiutino il cosiddetto sesso forte a passare dalla frammentazione all’integrità in ogni aspetto della propria esistenza. Ma l’opera si rivolge anche alle donne, perché comprendano e sostengano i loro incerti, confusi compagni in un’analisi di se stessi che – pur stimolante e arricchente – non si configura certo facile e indolore. L’itinerario che conduce fin «nel ventre dell’eroe» non è tutto in discesa e può quindi disarmare i meno determinati… Pur fronteggiando tematiche complesse, Sam Keen ha saputo infondere alla sua prosa smalto e chiarezza, fornendo al lettore riflessioni profonde e. attuali con il piglio brillante del consumato narratore.
«Questo libro celebra una nuova visione della virilità: una visione di un uomo con il fuoco nel ventre e la passione nel cuore. La strada che segue e l’antico percorso del viaggio dell’eroe, il viaggio che comporta il distacco dalla normalità di tutti i giorni; la discesa nella terra ignota del malessere, dei demoni, delle potenze spaventose, dei tesori, delle fanciulle custodite dal drago; e, infine, il ritorno a casa nel mondo dell’ordinario.»
«Nel ventre dell’eroe è un libro raro e prezioso; una guida di grande dignità letteraria… Ancor più di Robert Bly, Sam Keen spiega come gli uomini possono essere romantici e sensibili, senza sacrificare la propria mascolinità.» (Time)
«Una stupenda sorpresa, un’opera importante e ben scritto… I vecchi stereotipi del Vero Uomo non funzionano più e Keen ce lo dice a chiare lettere.» (The Houston Post)
«In mezzo a tanta, troppa retorica, [Keen] è la voce della concretezza.» (Newsweek)
«Una guida per uomini alla ricerca di un nuovo concetto di mascolinità e di un’esistenza completa e felice.» (Bookseller)
Sam Keen ha conseguito il Master of Arts presso la Harvard Divinity School e il dottorato alla Princeton University. Tra le sue numerose pubblicazioni, l’opera Faces of the Enemy è stata tradotta in un documentario della PBS che ha ricevuto una nomination per l’Emmy Award. Per molti anni Keen ha collaborato come consulente della rivista Psychology Today.
Guarire con gli Angeli – Healing with the Angels
Come ottenere l’assistenza delle Creature Celesti nei momenti più difficili della nostra vita
Autore/i: Virtue Doreen
Editore: MyLife Edizioni
nuova edizione, prefazione dell’autrice, traduzione di Daniela Cattaneo.
pp. 216, Coriano di Rimini
Non è frutto della tua immaginazione. Gli angeli vivono con noi, oggi più che mai. Sempre più persone raccontano di incontri con queste creature celesti, durante i quali gli angeli trasmettono messaggi precisi e donano rimedi o strumenti per salvare la vita di qualcuno. Mentre attraversiamo il nuovo millennio gli angeli ci aiutano ad affrontare le sfide e i mali che ci impediscono di vivere al massimo delle nostre potenzialità. Gli angeli sono qui per insegnarci che l’amore è in grado di dare una risposta a tutte le domande e alle problematiche che ci troviamo ad affrontare. Sono qui per guarirci dalla paura e dalle sue conseguenze. Gli angeli sono guaritori estremamente efficaci, con cui puoi collaborare per accelerare il processo di guarigione e risanamento globale. Più invitiamo gli angeli a entrare nella nostra vita, più facilmente la nostra vita risplenderà di luce divina. Il potere di guarigione degli angeli non ha limiti. Gli angeli possono aiutarci a riprenderci da una relazione, dai problemi di lavoro, dalle preoccupazioni economiche o domestiche, e a superare qualsiasi ostacolo incontriamo sulla nostra strada.
Dall’introduzione:
“Secondo la legge del libero arbitrio, gli angeli non possono intervenire senza il nostro esplicito consenso, a meno che non ci troviamo in una situazione potenzialmente mortale e stiamo per esalare l’ultimo respiro. In tutti gli altri casi dobbiamo chiedere esplicitamente agli angeli di aiutarci.
Ti starai domandando come si fa. Non serve nessuna invocazione formale o altisonante per invitare gli angeli a soccorrerti. Non devi fare altro che pensare: “Angeli!” e loro risponderanno immediatamente alla tua chiamata. Anche tu, come tutti, hai almeno un paio di angeli custodi che vegliano su di te fin dalla nascita. Niente di quello che fai, dici o pensi spingerà mai i tuoi angeli ad abbandonarti o ad amarti di meno. L’amore che provano nei tuoi confronti è potente e incondizionato!
Puoi anche invocare l’aiuto di un’intera schiera di angeli, chiedere a Dio di mandarli in tuo soccorso oppure rivolgerti direttamente a loro. E lo stesso, dal momento che gli angeli eseguono la volontà di Dio. E Dio desidera che gli angeli siano sempre al tuo fianco e che ti confortino ogni volta che ne hai bisogno.”
Doreen Virtue è scrittrice, life coach e intuitiva.
Ha conseguito importanti qualifiche americane in counseling psicologico: BA, MA e PhD.
È universalmente considerata la principale esperta di Angeli ed è in costante comunicazione intuitiva con il regno angelico.
Partecipa regolarmente ai principali show televisivi e radiofonici in tutto il mondo. Vive a Maui, Hawaii, ed è sempre in contatto con i suoi fan italiani tramite il suo sito ufficiale.
Ringraziamenti
Prefazione
Capitolo 1 – Benedizioni e ostacoli lungo il cammino spirituale
Capitolo 2 – Gli interventi degli angeli nella vita sentimentale
Capitolo 3 – Le benedizioni degli angeli per la famiglia
Capitolo 4 – Il corpo ascendente
Capitolo 5 – Lo scopo della vita e la carriera
Capitolo 6 – La natura e gli angeli degli animali
Capitolo 7 – Gli angeli, l’aldilà e come guarire dalla sofferenza
Capitolo 8 – L’aiuto degli angeli nel mondo materiale
Capitolo 9 – Gli angeli e la sicurezza spirituale
Capitolo 10 – Risolvere questioni legate alle vite passate con l’aiuto degli angeli
Capitolo 11 – Angeli incarnati, elementali, walk-in e figli delle stelle
Capitolo 12 – Le sequenze numeriche degli angeli
APPENDICE
Esercizio: Perdono e liberazione”
Esercizio: “Il recinto del perdono”
Affermazioni angeliche
Il Tao della Vita e l’Arte del Tai Ji
Un viaggio per ritrovare l’armonia fra Corpo, Mente e Spirito
Autore/i: Urselli Giuseppe
Editore: L’Isola Felice
introduzione di Laura Maniscalco Blasi.
pp. 116, riccamente illustrato con nn. foto a colori, Roma
“La ginnastica tradizionale, volta solo a potenziare e vivificare il corpo, mi aveva deluso e anelavo a qualcosa di più completo, che ancora non conoscevo, ma di cui percepiva segretamente il sottile richiamo. E quando vidi Giuseppe eseguire, sorridendo a noi lì presenti e alla vita stessa alcune forme del Tai Ji, mi si spalancarono gli occhi dell’anima e capii di essere arrivata «a casa»”. (Dall’introduzione di Laura Maniscalco Blasi)
“Il Tai Ji è la danza della Vita alla portata di tutti, anziani, giovani, e bambini in forma o no.
Il Tai Ji è una via e una filosofia di vita che va sperimentata nella vita di ogni giorno. La pratica, che consiste in una serie di fluidi movimenti eseguiti lentamente e con consapevolezza, fa acquistare grazia, coordinazione ed equilibrio psicofisico favorendo sentimenti di pace e di rigenerazione.
La lentezza e la fluidità dei movimenti energetici donano calma e tranquillità nella velocità del mondo moderno.
Tai Ji è Amore. È Luce. È il Cerchio della Vita che si contrae e si espande all’infinito. È il fiore che sboccia da sè, spontaneamente. È l’onda che si alza e poi si infrange sulla spiaggia. Ascoltane il meraviglioso suono.
Tale è il tuo respiro: inali-ed esali, assorbì e ti espandi, onda segue onda.
Il movimento del Tai Ji è simile a quello dell’acqua che scorre, al vento che soffia, all’uccello che vola.
È una danza spontanea, gioiosa e libera nella quale percepisci il fluire dell’energia vitale (Chi).
È un processo che va vissuto momento per momento.
Il sassolino gettato nelle calme acque di un lago o di uno stagno dà via al processo, al movimento di espansione e indica l’esatto centro del Tai Ji.
Parti da lì”. (Dal testo)
Giuseppe Urselli, laureato in psicologia, è insegnante di Tai Ji, Qi Gong e tecniche di rilassamento per l’armonia corpo – mente (formazione in Italia, Svizzera ed Inghilterra con Al Huan ed altri maestri). Tiene conferenze, conduce corsi e seminari in tutta Italia presso vari centri, scuole ed associazioni (fra le più note il MIPA, Movimento Internazionale Parto Attivo di Modena ed “Il Marsupio” di Firenze). Collabora inoltre con sua moglie Monica Dal Molin nei corsi di preparazione al parto attivo proponendo la danza Tai Ji e semplici tecniche di rilassamento sia alle donne gravide sia alle ostetriche e agli operatori del settore materno infantile. È papà di un meraviglioso bimbo nato in casa.
La Tradizione Tantrica
Autore/i: Bharati Agehananda
Editore: Ubaldini Editore
prefazione dell’autore, traduzione di Vincenzina Mazzarino.
pp. 300, Roma
Nel vasto insieme degli scritti indologici, uno studio serio sui tantra è rimasto talmente limitato e specialistico che i tantra stessi non sono diventati un genere a sé nell’ambito degli studi orientalistici, sebbene ne abbiano tutti i titoli. Questo libro dunque dissoda un terreno intatto. È il primo studio importante scritto da un iniziato del complesso campo del tantrismo induista e buddhista. Per la loro delicatissima posizione, il loro insegnamento e la loro religione, i tantristi sono stati sempre accuratamente tenuti al margine dagli studiosi sia occidentali sia indiani. Come dice l’autore, “la splendida opera compiuta da pochi studiosi che hanno avuto il coraggio di affrontare critiche potenziali e reali, e che hanno trattato problemi di tantrismo, sembra come una goccia nell’oceano”. In effetti, il possente simbolismo erotico e sensuale degli insegnamenti, la loro tendenza apparentemente immorale e soprattutto l’estrema cura con cui ne è stato tenuto celato il contenuto interiore hanno reso lo studio oggettivo del tantrismo un compito estremamente difficile. Bharati analizza dall’interno i moduli letterari, linguistici, ideologici, filosofici e ritualistici del tantrismo, illustrandoli con la traduzione di passi inediti tratti da testi indiani e tibetani. Egli dedica una particolare attenzione ai mantra, all’iniziazione, al simbolismo polare di maschile e femminile, con i suoi corollari ritualistici, e alla storia e allo sviluppo del tantrismo in India e in Tibet.
Agehananda Bharati è nato in Austria nel 1924. Dopo la seconda guerra mondiale si è recato in un monastero indiano dove, in seguito a un lungo apprendistato, viene ordinato monaco. In questa occasione assume il suo nome attuale abbandonando quello originario di Leopold Fischer. Oltre che in India, ha soggiornato e insegnato anche in Tibet, in Giappone e negli Stati Uniti, dove attualmente è preside del dipartimento di Antropologia della Syracuse University.
La Parola e il Silenzio
Scienza del linguaggio in Occidente e in Oriente • Una possibile ricostruzione del Logos attraverso il concetto di Sabda – Sphota della linguistica indiana.
Autore/i: Morretta Angelo
Editore: Gesualdi Editore
premessa dell’autore.
pp. 280, Roma
Che cosa sono la linguistica e la filosofia del linguaggio moderne e a quali finalità esse portano, è la sottintesa domanda alla quale Angelo Morretta si propone di rispondere in questo saggio, attraverso i ricchi suggerimenti offerti tanto dal pensiero occidentale quanto da quello orientale e riandando alle sorgenti sia del Logos greco sia del Sabda-Sphota indiano, per una possibile rivalutazione di una «scienza della parola» in senso completo.
Dopo una succinta sintesi delle varie correnti della linguistica da De Saussure e Wittgenstein a Bloomfield, Sapir e Jacobsen ecc., segue una chiara esposizione della scienza grammaticale indiana (vyakarana) da Yaska, Panini, Katyayana, Patanjali, fino a Bhartrihari e Mandana Misra; vi si illustra infine la grande teoria del Suono come primordiale vibrazione dell’universo e della stessa parola. La riscoperta delle civiltà orali, degli antichi di ieri e dei primitivi di oggi, ha un tutt’altro significato che non quello avuto nel secolo del positivismo; nell’era dello strutturalismo si è prodotta, infatti, una revisione di fondo riguardante le «culture analfabete» nei confronti delle «civiltà colte». Così la parola sacra e la parola profana si ricollegano nella sfera della remota ma eterna disputa fra il contenuto «naturale» e il contenuto «convenzionale» del processo fonico-segnico del nominare – rappresentare le cose. Le radici del parlare non si trovano solamente nella comunicazione di massa o nei processi meccanici, ma anche e soprattutto nel pensiero del singolo che dal confronto col reale e nel silenzio, «dà» un nome agli oggetti e al mondo circostante. La semantica del silenzio riacquista in tal modo la sua forza magica in un mondo di troppi rumori che portano alla incomunicabilità. Così non di meno l’indagine puramente linguistica ci ricollega alla logica simbolica e quindi alla vera filosofia, espressione – a detta dello stesso Lévi-Strauss – di una «antropologia spirituale» valida in un senso del tutto inedito.
Angelo Morretta ha svolto nella sua gioventù e all’estero attività di romanziere e saggista; tornato in Italia da più di Venti anni, si è dedicato interamente allo studio della civiltà e della cultura indiane, con libri, articoli nei giornali, conferenze, frutto non solo di letture ma anche di ripetuti viaggi in Oriente. È autore, in Italia, dei seguenti lavori: La Resa dei Conti (Guanda 1957), Lo spirito dell’india (Aldiniana 1960), Gli Dèi dell’India (Longanesi 1966), Il pensiero Vedanta (Abete 1968). Il presente saggio è il risultato di studi particolari nel Campo della linguistica, nonché dell’etnologia, ecc. collegati come sempre alla conoscenza diretta dei testi sanscriti e allo stesso ambiente culturale indiano.
Vita Sovrumana di Gesar di Ling
Autore/i: David-Neel Alexandra; Lama Yongden
Editore: Edizioni Mediterranee
prefazione e cura di Gianfranco de Turris, traduzione dal francese di Marianunzia Tambara..
pp. 344, Roma
L’epopea di Gesar di Ling, che qui si presenta in prima traduzione italiana, è il poema nazionale dei tibetani che i bardi del Paese delle Nevi si trasmettono da secoli oralmente. La versione tradotta da Alexandra David Neel e pubblicata nel 1931 è la più estesa tra quelle note, che l’esploratrice raccolse nel paese di Kham (Tibet orientale), considerato il luogo natale dell’eroe, e confrontata con i manoscritti esistenti. Gesar è un “eroe solare”, fondatore e civilizzatore, la cui missione consiste nel far regnare l’ordine sulla Terra, nel reprimere l’ingiustizia e la violenza, nel difendere la Religione, la Buona Dottrina, cioè il Buddhismo, secondo le indicazioni del “Prezioso Guru” Padmasambhava. Egli, credono ancora i tibetani, ritornerà per rendere giustizia al suo popolo. La figura di Gesar ha probabilmente una base storica in quella di uno o più capi guerrieri divinizzati, vissuti tra il VII e l’XI secolo, di origine tibetana o forse mongola o cinese. Nato da una vergine, sin da piccolissimo sconfigge le forze delle tenebre e a quindici anni si batterà contro i re-dèmoni nemici della Religione. Dotato di poteri sovrannaturali, capace di trasformarsi, con il suo cavallo volante porterà a termine la propria missione diventando alla fine sovrano di Ling. Con l’aiuto degli dèi, Gesar prevale in tutte le prove e su tutti i nemici: giganti, dèmoni cannibali, lama malefici, eserciti di migliaia di uomini, esseri invulnerabili al fuoco. Egli, essendo però l’incarnazione di una divinità ed essendo il suo scopo quello di trasformare il Male in Bene, invia sempre gli “spiriti” dei nemici uccisi nei Paradisi che loro competono.
Alexandra David-Neel (1868-1969) fu una delle maggiori protagoniste dell’esoterismo del ’900, soprattutto per aver divulgato la cultura tibetana in Occidente. Filosofa, attivista politica, soprano, studiosa di sanscrito e tibetano, fu sempre una grande donna ribelle che non si lasciò mai costringere dal moralismo e dai vincoli imposti dalla società maschile. Per oltre vent’anni viaggiò in tutto l’Oriente con il figlio adottivo tibetano. Al suo ritorno in Europa fu un’attiva conferenziera e maestra spirituale fino alla sua morte a 101 anni.
L’Uomo come Potenza
Autore/i: Evola Julius
Editore: Edizioni Mediterranee
presentazione di Pietro Fenili, introduzione dell’autore.
pp. XI-320, 1 tavv. a colori f.t., Roma
La riedizione di quest’opera, dopo oltre sessant’anni, va a colmare una lacuna esistente nel novero degli scritti evoliani attualmente in circolazione. Opera di transizione, o meglio di “congiunzione”, come la definì lo stesso Autore, tra la fase speculativa del suo pensiero e l’approdo alle dottrine sapienziali dell’Oriente. L’uomo come potenza rappresenta uno straordinario “luogo” d’incontro tra alcuni dei più maturi frutti della cultura occidentale e di quella orientale. Munito della formidabile attrezzatura concettuale filosofica che si era venuto forgiando principalmente mediante lo studio in profondità dell’idealismo tedesco e sviluppando l’esigenza insita nel postulare l’inevitabile sbocco magico del pensiero idealistico, Evola si addentra nella sapienza tantrica, iniziaticamente realizzatrice, e ne interpreta e chiarisce le istanze metafisiche ed operative. Opera impegnativa come un arduo sentiero di montagna e com’esso non priva di insidie – come lo stesso Autore doveva in seguito ripetutamente segnalare rettificandone alcune impostazioni – essa rappresenta tuttavia un importante punto di passaggio del pensiero evoliano, per comprendere le complesse tematiche che egli veniva elaborando e all’interno delle quali operò le scelte che lo condussero oltre. Un libro di alta tensione intellettuale ed esistenziale, nel quale si confrontano e si incontrano l’ansia di libertà dell’Occidente e la sete di liberazione dell’Oriente.
Julius Evola (19 maggio 1898 – 11 giugno 1974), nasce a Roma da famiglia siciliana di nobili origini. Formatosi sulle opere di Nietzsche, Michelstaedter e Weininger, partecipa alla prima guerra mondiale come ufficiale di artiglieria. L’esperienza artistica lo avvicina a Papini e a Marinetti, a Balla e a Bragaglia, ma è l’incontro epistolare con Tzara che lo impone come principale esponente di Dada in Italia: dipinge ed espone i suoi quadri a Roma e a Berlino, collabora alle riviste Bleu e Noi, elabora testi teorici (Arte astratta, 1920, definito da M. Cacciari “uno degli scritti filosoficamente pregnanti delle avanguardie europee”); scrive poemi e poesie (La parole obscure du paysage intérieur, 1921). Iscrittosi alla facoltà di Ingegneria, giunto alle soglie della laurea, vi rinuncia per disprezzo dei titoli accademici. Il dadaismo – di cui oggi viene considerato il maggior esponente italiano – è però solo un primo passo per “andare oltre”: completa un suo ampio lavoro filosofico iniziato nelle trincee del Carso, che intende presentarsi come un superamento dell’idealismo classico e lo fa precedere da una raccolta di scritti (Saggi sull’idealismo magico, 1925; Teoria dell’Individuo assoluto, 1927; Fenomenologia dell’Individuo assoluto, 1930). Attira l’attenzione di Croce, Tilgher e Calogero. Contemporaneamente scopre le dottrine di realizzazione estremo-orientali, cura una versione italiana del Tao-tê-ching (Il Libro della Via e della Virtù, 1923) e pubblica la prima opera italiana sui Tantra (L’uomo come potenza, 1926), seguita da un libro molto polemico sui rapporti tra fascismo e cristianesimo (Imperialismo pagano, 1928). Diviso tra l’elevazione spirituale dell’Io e gli interventi nella vita culturale del tempo, collabora (1924-6) a Ignis, Atanòr, Bilychnis ma anche a Il Mondo e Lo Stato democratico, e pubblica i quaderni mensili di Ur (1927-8) e Krur (1929), dove scrivono Reghini, Colazza, Parise, Onofri, Comi, Servadio; poi il quindicinale La Torre (1930), chiuso d’autorità per le sue interpretazioni troppo eterodosse del fascismo. Continua la sua indagine sulle forme di realizzazione interiore e si interessa quindi di alchimia (La tradizione ermetica, 1931), di neo-spiritualismo (Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo, 1932), di leggende cavalleresche ed esoteriche (Il mistero del Graal, 1937), intese come vie iniziatiche occidentali. Alla base della sua Weltanschauung antimoderna, antimaterialista, antiprogressista – che gli faceva criticare sia bolscevismo che americanismo, considerati due facce della stessa medaglia nel profetico saggio omonimo apparso sulla Nuova Antologia (1929) – c’è Rivolta contro il mondo moderno (1934), la sua opera più importante e famosa, ampio panorama della civiltà tradizionale contrapposta alla civilizzazione contemporanea. “Dopo averlo letto ci si sente trasformati” scrisse Gottfried Benn, che ne divide anche la traduzione tedesca (1935). Cerca d’introdurre queste tematiche nel dibattito di quegli anni curando la pagina “Diorama filosofico” (1934-1943) del quotidiano Il Regime Fascista di Cremona, che ospitò tutte le migliori firme degli intellettuali conservatori dell’epoca. Sviluppa anche contatti personali con questi ambienti tenendo molte conferenze, soprattutto in Germania, e viaggiando nella Mitteleuropa (Vienna, Praga, Bucarest, Budapest). Fa conoscere in Italia autori come Spengler, Guénon, Meyrink, Bachofen. Fra il 1933 e il 1943 s’interessa – ben prima che l’argomento diventasse d’attualità – allo studio ed all’esame dei problemi delle razze, “respingendo ogni teorizzazione del razzismo in chiave esclusivamente biologica” (R. De Felice); e scrive: Tre aspetti del problema ebraico (1936), Il mito del sangue (1937), Indirizzi per una educazione razziale (1941), che suscita l’interesse di Mussolini il quale lo convoca a Palazzo Venezia nel settembre di quell’anno: “È il libro che ci occorreva”, gli disse. In piena guerra, quasi l’indicazione di una via da seguire, pubblica un saggio sull’ascesi buddhista: La dottrina del risveglio (1943). Dopo l’8 settembre raggiunge fortunosamente la Germania: ed è presente all’arrivo di Mussolini al Quartier Generale di Hitler. Ritorna quindi in Italia e lascia definitivamente Roma quando gli americani entrano nella capitale (4 giugno 1944). Nel 1945, a Vienna, poco prima dell’ingresso dei sovietici, si trova coinvolto in un bombardamento e, in seguito ad una lesione al midollo spinale, subisce una paresi permanente agli arti inferiori. Rientra in Italia nel 1948 ed è ricoverato a Bologna, quindi soggiornerà fra la città petroniana e la capitale, sino a stabilirsi definitivamente nella sua abitazione romana dalla fine del 1951. Ma non è rimasto inattivo, perché tra un ospedale e un altro rivede il giovanile L’uomo come potenza, già riscritto negli Anni Trenta, che diventa Lo Yoga della potenza (1949), rielabora ed adatta i testi apparsi in Ur e Krur nei tre volumi di Introduzione alla Magia quale Scienza dell’Io (1955-6), rivede anche Teoria dell’Individuo assoluto (che in questa forma uscirà solo nel 1973) e riprende le collaborazioni giornalistiche che gli procureranno anche una avventura giudiziaria da cui uscirà completamente scagionato (il cosiddetto “processo dei FAR”, 1950-1). L’opuscolo Orientamenti (1950) contiene in nuce tutte le posizioni poi sviluppate in tre libri successivi, dove sono esposte le sue idee per vivere nel mondo del post-1945 che sempre più Evola vede come espressione dell’età ultima, il Kali-yuga, l’èra oscura: quelle sulla politica in Gli uomini e le rovine (1953), sull’erotismo in Metafisica del sesso (1958) e sugli orientamenti esistenziali in Cavalcare la tigre (1961). Nel 1963 viene riscoperto come dadaista: Enrico Crispolti organizza una mostra dei suoi quadri alla Galleria “La Medusa” di Roma. Seguono un’autobiografia attraverso i suoi libri (Il cammino del cinabro, 1963), un saggio d’interpretazione storico-ideologica (Il fascismo, 1964), due volumi miscellanei (L’arco e la clava, 1968; Ricognizioni, 1974), la raccolta di tutte le sue poesie (Raâga Blanda, 1969). Fonda e dirige per le Edizioni Mediterranee dal 1968 al 1974 – anno della sua scomparsa – la collana “Orizzonti dello Spirito”, nella quale inserisce opere e autori dei più ampi e diversi orientamenti spirituali e tradizionali. L’ultima fase della vita vede Julius Evola nella insospettata veste di un anti-Marcuse: il nascere della “contestazione” anche in Italia (1968) fa riscoprire il suo pensiero non solo a “destra” ma anche a “sinistra”, talché nel periodo 1968-1973 una dozzina di suoi libri vengono ristampati una o anche due volte, mentre suoi interventi sono richiesti da varie riviste. Pochi mesi prima della morte detta lo statuto della Fondazione che porta il suo nome. Dopo la sua scomparsa sono state pubblicate numerose scelte antologiche – a tema e non – di suoi articoli e saggi. Quadri e disegni di Julius Evola sono presso musei e collezioni private (Paesaggio interiore ore 10.30 è alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma). I suoi saggi e i suoi libri sono stati tradotti e pubblicati in Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Svizzera, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti, Messico, Canada, Romania, Argentina, Brasile, Ungheria, Polonia, Turchia.
Il Druidismo
Religione e divinità dei Celti
Autore/i: Markale Jean
Editore: Edizioni Mediterranee
edizione italiana e introduzione a cura di Gianfranco de Turris, prefazione dell’autore, traduzione di Carmine Fiorillo.
pp. 272, Roma
La civiltà dei Celti dipende quasi esclusivamente dalla tradizione orale. La conosciamo dunque poco e male. A maggior ragione, la religione dei Celti, il druidismo, ci appare spesso attraverso una fitta nebbia. Ciò ha favorito la formulazione di discutibili interpretazioni che sono altrettanti fantasmi sorti dalla nostra stessa ricerca spirituale e collocatisi sulle immagini forti di un passato che consideriamo con nostalgia.
I druidi stessi sono individuabili nella storia, ma la dottrina che essi professavano ed insegnavano rimane prigioniera di zone d’ombra che sono state talvolta sistematicamente alimentate. In ultima analisi, il druidismo, vale a dire il pensiero religioso degli antichi Celti, è l’insieme delle concezioni spirituali, intellettuali, artistiche, scientifiche e sociali della comunità celtica prima che questa si convertisse al cristianesimo. Bisogna ancora ricercare queste concezioni attraverso le molteplici espressioni tradizionali della comunità celtica.
È il fine di questo libro: fornire non i «segreti» del druidismo, verosimilmente andati perduti per sempre, ma i mezzi per andare indietro nel tempo, segnando ogni tappa con semplici osservazioni, derivate da tutti i documenti disponibili, affinché ciascuno possa ritrovare la propria visione di ciò che era il pensiero dei Celti.
Jean Markale, francese, è specialista di letteratura e di leggende celtiche. È membro del gruppo surrealista, e il suo libro Les grands Bardes Gallois ha avuto una prefazione di André Breton.
Fra le sue opere: Les Celtes et la civilisation celtique (19651; L’Epopée celtique d’Irlande (1971); L’Epopée celtique en Bretagne (19752); Traditions de Brétagne [1976]; La Femme Celte (19774); La Bretagne racontée aux enfants (1979); infine, una biografia di Eleonora d’Aquitania (1979) pubblicata anche in Italia.
Lo Yoga Tibetano e le Dottrine Segrete
Ovvero i sette libri di saggezza del Grande Sentiero
Autore/i: Evans-Wentz W. Y.
Editore: Ubaldini Editore
traduzione e introduzione di Giorgio Mantici.
pp. 368, Roma
Sette libri religiosi tibetani per la prima volta pubblicati in Occidente. La fedele trascrizione delle pratiche del grande yogin Milarepa, che i suoi seguaci moderni, a distanza di nove secoli, considerano ancora la Luce che illumina il Sentiero che conduce alla Liberazione.
Il presente volume contiene l’unica edizione in lingua occidentale di sette trattati, tradotti dal tibetano, quattro in manoscritto e tre in tavole xilografiche, appartenenti alla tradizione esoterica del Mahayana. I primi quattro offrono una fedele descrizione delle pratiche yogiche che Milarepa, il più famoso degli yogin tibetani, mise in pratica con successo quando si ritirò in eremitaggio sulle impervie solitudini nevose degli altipiani himalayani. Per i seguaci odierni di Milarepa esse costituiscono ancora la Luce che illumina il Sentiero che conduce alla Liberazione. Nel quinto trattato si trovano elementi la cui origine va riportata con ogni probabilità all’antica fede Bön molto tempo prima della nascita del Buddhismo tibetano. Il sesto trattato illustra le caratteristiche del Mantra Yoga e dello Yantra Yoga. Il settimo e un’epitome delle dottrine della “Saggezza Trascendente”, nota in tibetano come S’er-p’yin e in sanscrito come Prajñā-Pāramitā, e costituisce un esempio tipico della metafisica ortodossa che sta alla base dell’intero Lamaismo.
Sebbene il numero dei libri che riguardano le religioni tibetane sia di recente aumentato, la maggior parte di essi non sono altro che diari di viaggiatori, che riportano, pertanto, soprattutto esperienze di viaggio e, inevitabilmente, impressioni personali. Uno studio metodologicamente fondato, per quanto concerne problemi tanto religiosi che storici o di altro tipo, si deve necessariamente basare su documenti originali. Le esperienze e le impressioni personali variano da individuo a individuo e da generazione a generazione, come del resto accade per gli standard sociali e morali; di contro, i documenti scritti rimangono sempre gli stessi. Di qui, senza dubbio, la necessità di una traduzione accuratamente critica, minuziosamente annotata, di alcuni tra i più affascinanti e più importanti insegnamenti religiosi tramandati per iscritto dal Tibet, la terra delle montagne dalle nevi eterne, dei Guru e delle iniziazioni mistiche.
W. Y. Evans-Wentz può essere considerato un vero e proprio “pioniere” della divulgazione in Occidente della cultura filosofico-religiosa del Tibet. La sua lunga permanenza, agli inizi del secolo, in India e nel Sikkim, nonché il costante contatto che ebbe con il Lama Kazi Dawa-Samdup, lo portò a scrivere quei libri che divennero immediatamente famosi, addirittura popolari, in tutto l’Occidente. Le sue opere, che hanno per oggetto di studio lo yoga tibetano, offrono una sorta di interpretazione “dall’interno” di questo complesso problema che tanto interessa gli studiosi e i lettori occidentali; esse sono: Il libro tibetano dei morti (1927); Il grande yogi tibetano Milarepa (1928); Lo yoga tibetano e le dottrine segrete (1935); Il libro tibetano della grande liberazione (s.d.).
Conversazioni con gli Angeli
La realtà del mondo spirituale
Autore/i: Swedenborg Emanuel
Editore: Edizioni Mediterranee
a cura di Leonard Fox e Donald L. Rose, prefazione di Donald L. Rose, introduzione di Leonard Fox, traduzione dallo svedese di David Gladish e Jonathan Rose, traduzione dall’inglese di Maria Concetta Scotto di Santillo.
pp. 168, nn. ill. b/n, Roma
“È piaciuto al Signore aprire l’intimo della mia mente o spirito, laddove mi venne concesso di essere con gli angeli nel mondo spirituale e nello stesso tempo nel mondo naturale con le persone, e questo avviene da ventisette anni”. Questa importante dichiarazione di Emanuel Swedenborg – scienziato, uomo di stato e veggente del XVIII secolo – è il fondamento della presente raccolta di incontri con gli angeli. Lungo tutti i ventisette ultimi anni della sua vita, Swedenborg esplorò i regni del cielo e dell’inferno e discusse con gli angeli circa la natura della vita dopo la morte, e con le entità o spiriti infernali. Come rappresentante dell’Illuminismo, Swedenborg registrò questi incontri che testimoniavano la volontà di Dio che gli esseri umani conoscessero la verità della vita eterna. I resoconti raccolti in queste pagine dagli studiosi di Swedenborg Leonard Fox e Donald L. Rose sono stati scelti dalle opere di Swedenborg “Coniugal Love”, “Apocalypse Revealed” e “True Celestial Religion” e riuniti per argomento.
Le Conversazioni con gli Angelidi Swedenborg meravigliano il lettore con viaggi e le sue visioni nella realtà del mondo spirituale.
Emanuel Swedenborg (1688-1722) Spirito enciclopedico, si dedicò allo studio e alla divulgazione di tutti i rami dello scibile, dalla fisica all’astronomia, dall’anatomia alla zoologia. Dotato fin da fanciullo di chiaroveggenza, a 56 anni iniziò il cammino spirituale che lo portò ad essere un mistico e veggente capace di svelare agli uomini i segreti celesti. Tra le sue opere più importanti, probabilmente scritte in automatismo, si annoverano Arcana Coelestia, Vera christiana religio e De coelo et inferno ex auditis et visis, quest’ultimo pubblicato in questa collana.
L’Alchimia
L’alchimia tra mito e realtà – Ciarlatani e precursori – La conquista dell’immortalità – Come fare l’oro
Autore/i: Hutin Serge
Editore: Edizioni Dellavalle
pp. 192, nn. tavole b/n f.t., Torino
L’Alchimia è veramente esistita? Gli alchimisti sono dei ciarlatani o degli scienziati precursori? Rispondendo a delle questioni così controverse e misteriose questo volume divulga una materia che si dibatte tra mito e realtà. L’attrazione che l’alchimia esercita da tempo immemorabile è data dal suo aspetto per metà inquietante e per metà affascinante, aspetti che si ritrovano in un insieme di tradizioni e di leggende che hanno profondamente lasciato il segno nel folklore di ogni tempo e paese.
Spiritismo…
Illusione o realtà?
Autore/i: Ferraro Alfredo
Editore: I Dioscuri
seconda edizione, prefazioni dell’autore, presentazione di Piero Cassoli.
pp. 384, nn. ill. b/n, Genova
Quando la prima edizione venne stesa, l’autore si autogiudicava equidistante fra spiritisti e antispiritisti. In questa seconda edizione è stata aggiunta una «Terza Parte», in cui egli parla dell’evoluzione della sua filosofia. Una filosofia non speculativa ma concreta elaborazione di incredibili esperienze personali.
Non si può dire che le conclusioni sfocino nello spiritismo e nemmeno nell’antispiritismo: si tratta, infatti, di qualcosa di «diverso» che potrebbe far diventare «diversi» sul piano spirituale, i lettori che leggeranno meditando, sapranno comprendere.
Alfredo Ferraro, n. a Brescia (1916) e laureato in fisica all’Università di Bologna, pubblicista, è autore anche di opere tecniche. In relazione alle sue esperienze paranormali, ha già dato alle stampe i seguenti titoli: Identificazione spiritica, conferme e utopie; Indifferente alla morte, esperienze laiche di un fisico; Le sedute di Millesimo, un’impossibile storia vera e Ultraparapsicologia, sopravvivenza oltre la morte.
Il Linguaggio Segreto di Dante e dei «Fedeli d’Amore»
Autore/i: Valli Luigi
Editore: Fratelli Melita Editori
prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 456, Genova
Dalla prefazione dell’autore:
“Ho scritto in fronte al libro i nomi dei tre poeti nobilissimi che con le loro rivelazioni aprirono la via a queste mie indagini sul pensiero di Dante. Li ho scritti non solo per esprimere la mia riverenza per la loro grande opera, ma anche per affermare che in questo libro si prosegue una tradizione di studi ormai più che centenaria, la quale ha avuto la sua continuità, la sua lenta maturazione e il suo logico sviluppo, quantunque una critica che si dà pomposamente, per quanto arbitrariamente, il titolo di «positiva», usi l’artificio di raffigurare coloro che hanno seguito il nostro indirizzo come altrettanti fantasticatori isolati. Nel 1825 Ugo Foscolo, ponendo col suo genio su nuove basi l’interpretazione di Dante, gettati da parte i vecchi commenti, affermava limpidamente lo stretto legame fra la Divina Commedia e la Monarchia : affermava che la Commedia è pervasa da un profondo spirito rinnovatore politico e religioso, che ha un segreto contenuto mistico e profetico, che essa è una grande profezia esposta in un «sistema occulto».[…]”
Luigi Valli (Roma, 1878 – Roma, 1931) è stato un critico letterario, docente universitario italiano.
Prima discepolo poi amico fraterno di Giovanni Pascoli, si distingue come filosofo e poeta e studioso di Dante Alighieri.
A lui sono dedicate tre scuole: una a Narni, un liceo a Barcellona Pozzo di Gotto e una scuola primaria a Bergamo, facente parte dell’Istituto Comprensivo “Edmondo De Amicis”.
Fu l’ultimo principe dell’Accademia degli Incolti nel 1892-1893 (prima della sua rifondazione nel 1978).
Prefazione
Introduzione – La Storia dell’idea
I. Gli strani amori dei «Fedeli d’Amore»
1. Le poesie dei «Fedeli d’Amore» scritte per un gruppo chiuso
2. Poesie d’amore incomprensibili
3. Poesie riconosciute come scritte in gergo oscuro
4. L’«enigma forte» della «poesia d’amore»
5. La poesia d’amore e il suo «verace intendimento»
6. Gli oscuri rapporti personali tra i poeti
7. Carteggio informativo sotto veste di poesia d’amore
8. Idee politiche e religiose affini tra i «Fedeli d’Amore»
II. Le strane donne dei «Fedeli d’Amore»
1. Le donne inverosimili
2. Le donne «sapientissime»
3. Le due evidenti figure di donna-Sapienza
4. L’unicità della donna amata
5. Le stranissime «donne» che accompagnano «Madonna»
6. Le donne somiglianti a Madonna
III. L’ipotesi del gergo nella poesia d’amore e la sua verosimiglianza
1. Il vero significato dei motivi ricorrenti nella poesia d’amore
2. La convergenza degli indizi verso l’idea del gergo mistico
3. Pensieri limpidi, pensieri oscuri, pensieri assurdi nella poesia d’amore
IV. La «Donna-Sapienza» prima e fuori del dolce stil novo
1. L’«Intelligenza attiva» e la sua figurazione in donna amata
2. La mistica «Sapienza» pensata come donna nel neoplatonismo e nello gnosticismo
3. La mistica «Sapienza» personificata in donna nella Bibbia
4. «Rachele-Sapienza» e l’amore di Giacobbe secondo S. Agostino
5. La morte di Rachele e il suo significato mistico
V. Il gergo mistico-amatorio nella poesia prima e fuori del dolce stil novo
1. Il gergo amatorio nella poesia mistica della Persia
2. L’influenza del misticismo orientale sullo spirito dell’Occidente
3. Il gergo segreto nel «Fiore» e l’ingresso di «Falsosembiante» nella corte d’amore
4. Il gergo nella poesia d’amore dai provenzali ai siciliani
VI. L’ambiente e lo spirito del dolce stil novo
1. Modo e ragione del rinnovamento operato dal Guinizelli
2. La concezione dantesca del dolce stil novo
3. Il gergo erotico-filosofico del «Convivio» rivelato da Dante
4. L’ambiente storico e religioso del dolce stil novo
VII. Il dolce stil novo. Le parole del gergo
1. Il significato segreto della parola «Amore»
2. Il significato segreto della parola «Madonna»
3. Le parole «morte» e «vita», «Morte di Madonna», «Donne», «Dormire»,
«Folle», «Follia», «Fiore», «Fontana», «Fonte», «Fiume», «Rio», «Piangere»,
«Saluto», «Salute», «Luogo di ritrovo» e «corte d’amore», «Gaiezza»,
«Gaio», «Noia», «Noioso», «Vento», «Freddo», «Freddura», «Gelo»,
«Gelosia», «Pietra», «Sasso», «Marmo», «Selvaggio», «Villano»,
«Tuono», «Vergogna», «Vergognarsi», «Natura», «Gravezza»
«Donna somigliante a Madonna», «Verde», «verdura»
4. Le parole occasionali e le incerte
VIII. Il dolce stil novo. Saggio di poesie tradotte dal gergo
1. La canzone: Al cor gentil» del Guinizelli
2. La canzone di Guido Cavalcanti: «Donna mi prega»
3. Altre poesie tradotte
IX. Un manuale settario. I «Documenti d’Amore» di Francesco da Barberino
1. Il carattere generale dell’opera e i «mottetti oscuri»
2. La strana «Costanza» e la misteriosa «vedova»
3. La canzone: «Se più non raggia il sol» e il suo significato segreto
4. Il «Tractatus amoris» e la figura rivelatrice della setta d’amore
X. La misteriosa donna dell’«Acerba» di Cecco d’Ascoli
1. I rapporti di Cecco d’Ascoli con Dante e con gli altri poeti d’amore
XI. La «Vita Nuova» di Dante tradotta dal gergo
1. Il mito di Beatrice
2. Dall’iniziazione al «Saluto» rituale
3. La canzone «Donne ch’avete intelletto d’amore»
e la risposta delle donne a Dante
4. La mistica morte di Beatrice-Rachele
5. La «donna gentile» (filosofia) di fronte alla Sapienza mistica (Beatrice)
6. Il ritorno a Beatrice
7. La «sentenzia» della «Vita Nuova»
XII. I pensieri segreti nelle «Rime» di Dante
1. Le «Rime» tradotte dal gergo
2. Le canzoni d’odio contro la «Pietra»
3. La canzone: «Tre donne» fatta di «color nuovi»
4. Le rime varie del tempo dell’esilio
XIII. La «Divina Commedia» e i «Fedeli d’Amore».
1. L’erompere della «Divina Commedia» dall’ambiente settario
2. La dottrina originale della «Divina Commedia» e il suo nuovo simbolismo
3. Tracce del gergo dei «Fedeli d’Amore» nella «Commedia»
4. «Per crucem et aquilam ad rosam»
5. I consettari di Dante e la «Commedia»
6. La beffa dantesca del «Fedele d’Amore» Giovanni Boccaccio
XIV. Obiezioni, dubbi, problemi
1. Le pseudo-obiezioni della critica «positiva»
2. Le Obiezioni
3. II problema dell’origine e della natura del movimento dei «Fedeli d’Amore»
4. Il problema dell’estensione e della durata del movimento
5. Il Boccaccio
6. Il Petrarca e il dissolversi della tradizione dei «Fedeli d’Amore»
Appendice: La legittima attribuzione del «Fiore» a Dante
Note aggiunte: Il sonetto di Dante «Non mi poriano» (cap. XII, I)
Dimostrazioni convergenti
Prigioniero di Dio
Franz Rosenzweig (1886-1929)
Autore/i: Ricci Sindoni Paola
Editore: Edizioni Studium
introduzione dell’autrice.
pp. 404, Roma
Nel 1929 moriva Franz Rosenzweig, un pensatore giudaico fatalmente destinato ad essere presto dimenticato, travolto, dai grandi sconvolgimenti che pochi anni dopo avrebbero scosso il mondo ed estraneo a quella tragedia epocale che avrebbe coinvolto il popolo ebraico, chiamato a dover ricostruire le ragioni stesse della sua sopravvivenza.
Per tutto questo il suo pensiero appare a prima vista datato, sostanzialmente legato allo spirito costruttivistico e ottimistico della filosofia tedesca dei primi del Novecento, ed esclusivamente rivolto a individuare le motivazioni razionali e ideali di un giudaismo edificante e normativo.
Eppure una lettura più attenta è in grado di rivelare delle sorprese inaspettate, delle sorprendenti intuizioni, che travalicano non solo i recinti chiusi della sinagoga, ma anche di quel pensare filosofico idealisticamente geloso della propria autosufficienza.
Avvicinarsi a Rosenzweig significa dunque non solo riconoscere le radici e lo sviluppo del pensiero ebraico, i cui riflessi sono individuabili in tanta parte del panorama giudaico contemporaneo (Lévinas, Neher, Heschel, Fackenbeim), ma anche ripensare i grandi temi della filosofia, come il tempo, l’esistenza, la morte, il linguaggio, l’eterno, che richiedono ancor oggi nuovi stimoli speculativi e differenti indicazioni di senso.
Paola Riccci Sindoni (Arezzo 1950) è ricercatore confermato presso la cattedra di Storia della Filosofia moderna e contemporanea nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina.
Ha pubblicato una serie di saggi sulla filosofia di Jaspers, di Kant, sulla fenomenologia, sulle valenze epistemologiche della psichiatria in «La Nuova Critica», «Proteus», «Analecta Husserliana», «Phenomenology Information Bulletin», e ha partecipato a numerosi convegni nazionali e internazionali.
Ha inoltre pubblicato due volumi: I confini del conoscere. Jaspers dalla psichiatria alla filosofia, Napoli 1980; Arte e alienazione, Napoli 1984.
È attualmente impegnata ad approfondire il pensiero ebraico contemporaneo: ha pubblicato al riguardo saggi su Lévinas, Buber, Rosenzweig, Heschel e sulla tradizione religiosa giudaica.
In sovracoperta: Il riposo del sabato pomeriggio (part.), dipinto ottocentesco di Moritz Oppenheim, che fa parte di una serie di illustrazioni della vita ebraica realizzate dall’artista (Hebrew Union College Skirball Museum, Los Angeles).
Il Primato della Chiesa di Roma
Documenti, Riflessioni, Conferme
Autore/i: Guarducci Margherita
Editore: Rusconi
premessa dell’autrice.
pp. 184, 12 figure b/n f.t., Milano
Margherita Guarducci, estendendo le ricerche a svariate discipline quali la filologia, la storia antica, l’archeologia, l’epigrafia, giunge a dimostrare come esse contribuiscano a chiarire e a risolvere un problema secolare: il primato della Chiesa di Roma sulle altre Chiese cristiane.
Il quadro risultante abbraccia oltre due millenni di storia, illuminato da certi «primati» di cristianità raccolti e valutati insieme per la prima volta: il possesso della più antica basilica cristiana (la Basilica Lateranense), del più antico ritratto di Cristo, della più antica icona di Maria, della più antica statua cristiana, e soprattutto della più antica reliquia sicuramente autentica, quella di Pietro nella Basilica Vaticana.
Con rigore scientifico l’autrice evidenzia certe concatenazioni di eventi che, obbedendo quasi ad un arcano disegno, contribuiscono a confermare il primato della Chiesa di Roma la cui antica universalità sopravvive tuttora nel primato spirituale della Chiesa romana, «cattolica» cioè universale. E la sopravvivenza è garantita per i secoli dall’eccezionale presenza in Vaticano degli autentici resti mortali di quell’Apostolo che Cristo prescelse come suo vicario in terra.
Margherita Guarducci, laureatasi all’Università di Bologna in lettere antiche e già titolare della cattedra di epigrafia all’Università La Sapienza di Roma, è socio nazionale dell’Accademia dei Lincei e di varie altre accademie italiane e straniere, fra cui la British Academy in Inghilterra e la Mainzer Akademie in Germania.
Vanta una vasta attività scientifica concretatasi in numerosi scritti in Italia e all’estero. Di grande interesse le sue ricerche epigrafico-archeologiche sulla casa di Properzio ad Assisi e sulla falsità della celebre «Fibula Prenestina».
I suoi lunghi studi in Vaticano sono culminati nell’ardua decifrazione dei graffiti cristiani sotto l’Altare della Confessione e nel riconoscimento delle reliquie di Pietro. Presso Rusconi ha pubblicato anche La tomba di san Pietro (1989) e Misteri dell’alfabeto (1993).