Libri dalla categoria Egitto
Prigioniero del Silenzio
Titolo originale: Putain de Silence
Autore/i: Vigand Philippe; Vigand Stéphane
Editore: Rizzoli
nota dell’editore, traduzione di Alda La Rosa.
pp. 220, Milano
«Una sublime anatomia del coraggio: il mondo intero dovrebbe leggere questo libro.» (la Croix)
«Parola dopo parola, davanti alle macchine sofisticate che gli permettono d’infrangere il muro del silenzio, Philippe Vigand grida la sua rabbia di vivere.» (Paris-Match)
«Le due versioni di questa storia vissuta in simbiosi si confrontano e si rispondono offrendo una testimonianza appassionante.» (Elle)
Il 4 luglio 1990 Philippe Vigand, 33 anni – un uomo brillante e sportivo, padre di due bambine – cade per strada a Neuilly, vicino a Parigi, vittima di un male oscuro che due ore dopo lo fa precipitare in coma profondo. La diagnosi non potrebbe essere più brutale, drammatica: locked-in syndrome, una gravissima malattia neurologica che provoca una paralisi completa dell’organismo rendendo impossibile qualsiasi movimento ma lasciando intatte le facoltà intellettive.
Steso nel suo letto d’ospedale, circondato da una selva di tubi, fili, monitor, congegni complessi, Philippe emerge due mesi dopo dal sonno della coscienza… “murato vivo”: prigioniero del proprio corpo come di una trappola che non lascia scampo, disperatamente immobile, muto.
Pian piano si rende conto di poter farsi sentire, capire soltanto in un modo: battendo le palpebre, l’unica parte del suo corpo che riesce ancora a comandare. Da quel momento – prima grazie all’ uso di un provvidenziale codice che gli consente di comunicare con infinitesimi movimenti degli occhi, poi avvalendosi di un computer speciale adattato alle sue esigenze – lancia la sua sfida al destino e comincia a lottare. Per uscire dall’incubo, per ricominciare a vivere malgrado tutto, per riprendere il proprio posto tra i suoi cari: cosa che oggi, dopo sette lunghi anni, si è in parte realizzata. Un cammino arduo, lastricato di successi e sconfitte, che Philippe rievoca in queste pagine con accenti che vibrano di passione per la vita, di ribellione contro il silenzio che lo imprigiona, di coraggio e di speranza. “Ho fatto un sogno”, dice spesso Philippe, “parlerò e camminerò di nuovo.” Una fiducia incrollabile a dispetto di tutto, una forza d’animo che lascia stupefatti.
La stessa fiducia, la stessa forza d’animo che ispirano sua moglie, cui è affidata la seconda parte del libro. Stéphane è giovane e bella, coraggiosa e tenace e ha sostenuto Philippe in mille battaglie con un amore che non ha mai conosciuto cedimenti. Facendo seguire la propria voce a quella del marito, Stéphane descrive la sua quotidianità di moglie e di madre e ripercorre senza autocompiacimenti il dramma che le è accaduto.
Cosa succede a un matrimonio quando l’essere con cui si è scelto di dividere la vita muta in modo così radicale? Come vincere la fatica, fisica e morale, le crisi, il senso di impotenza, la maledizione del silenzio, la frustrazione? Come allontanare quel sentimento così umano di rabbia per essere stata in qualche modo “tradita” nelle speranze, nelle illusioni proprio da chi più si ama? Eppure questa donna straordinaria ce l’ha fatta. Insieme Philippe e Stéphane hanno appreso il codice alfabetico che oggi permette loro di comunicare. Insieme hanno affrontato gradino per gradino il cammino di un difficile recupero inventandosi una vita a due completamente nuova e diversa. Insieme – ed è l’evento più straordinario – hanno concepito il bambino-miracolo che è venuto al mondo dopo l’inferno: il piccolo Pierre. Dalla loro storia esemplare è nato questo libro toccante: un inno alla vita e una lezione d’amore.
Philippe (40 anni) e Stéphane (35 anni, pubblicitaria) Vigand sono sposati dal 1982 e hanno tre figli: Capucine, Juliette e Pierre. Vivono a Parigi.
Io e il Che – Un’Amicizia che ha Cambiato il Mondo
Titolo originale: Che en la Memoria de Fidel Castro
Autore/i: Castro Fidel
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
unica edizione, introduzione e cura di David Deutschmann, prefazione di Jesús Montané, traduzione di Lucia Taddeo, in copertina: Ernesto Che Guevara e Fidel Castro durante un meeting all’Avana nei primi anni sessanta.
pp. XXX-196, Milano
Il 9 ottobre 1967 moriva nella selva boliviana Ernesto Guevara, il “Che”. Un mito, un’icona che è sopravvissuta intatta al crollo degli ideali del Novecento. Se c’è una persona che ha conosciuto a fondo il Che, che ha lottato e lavorato per anni al suo fianco, che ne ha condiviso i sogni e le battaglie, è Fidel Castro, il leader della Rivoluzione cubana. La loro storica amicizia cambiò il volto deH’America Latina ed ebbe un impatto enorme e duraturo sul mondo intero. Chi meglio di Castro potrebbe dunque raccontare di Che Guevara, l’uomo e il rivoluzionario, l’intellettuale e il politico, l’amico e l’economista? Questa selezione di scritti, interviste e discorsi di Fidel, alcuni dei quali mai pubblicati in Italia, costituisce un’originale biografia, ricca di riflessioni teoriche sull’operato del Che, ma soprattutto di aneddoti e di commosse rievocazioni. Un libro che contribuisce a delineare con più precisione i contorni di un personaggio, recuperando, al di là dello stereotipo, il contenuto originale delle sue idee e il suo esempio.
Fidel Alejandro Castro Ruz (Mayarí, Cuba, 1926), leader della Rivoluzione cubana contro il regime di Batista e primo ministro dell’isola dal 1959, dopo la fallita invasione della Baia dei Porci da parte degli usa (1961), ha instaurato un regime comunista. Figura centrale della storia della seconda metà del Novecento e oltre, è tra i personaggi politici più controversi, amato e odiato come pochi altri.
L’Androgino – Invenzioni sul Mito
In Forma di Parole, Terza Serie, Anno Terzo, Numeri Primo e Secondo, Gennaio-Marzo • Aprile-Giugno 1995
Autore/i: Autori vari
Editore: Crocetti Editore
a cura di Adriano Marchetti, in copertina: Creazione dell’uomo e della donna, riproduzione nel frontespizio De l’Androgyne di J. Péladan ricavata dal Dizionario cinese Eul-ya.
pp. 308, numerose illustrazioni b/n, Milano
IN QUESTO NUMERO SI LEGGE
IN PRINCIPIO L’ANDROGINO
- PLATONE
pagine 7-13 - IPPOLITO
pagina 14 - EPIFANIO
pagine 15-16 - IL VANGELO SECONDO TOMMASO
pagina 16 - ERMETE TRISMEGISTO
pagine 17-19 - MARSILIO FICINO
pagine 20-22 - LEONE EBREO
pagine 23 -32 - ANTOINE HÉROËT
pagine 34-47 - PERNETTE DU GUILLET
pagine 48-51 - COMMENTO
pagine 53-55
TERRE DI ERMAFRODITI
- OVIDIO
pagine 58-65 - THOMAS ARTUS
pagine 66-67 - TRISTAN L’HERMITE
pagine 68-69 - CYRANO DE BERGERAC
pagine 70-74 - GABRIEL DE FOIGNY
pagine 75-77 - NICOLAS BOILEAU
pagine 78-96 - COMMENTO
pagine 97-105
UR-MENSCH
- JACOB BÖHME
pagine 109-127 - Elisa Margini – ADAMO PRIMORDIALE
pagine 128-132 - EMANUEL SWEDENBORG
pagine 133-138 - FRANZ VON BAADER
pagine 139-143 - FRIEDRICH SCHLEGEL
pagina 144 - Cannila Beltrami – SALVARSI DAL DIMORFISMO
pagine 145-148
PRIVILEGI DELL’ANDROGINO
- HENRI DE LATOUCHE
pagina 151 - HONORÉ DE BALZAC
pagine 152-154 - WILHELM VON HUMBOLDT
pagine 155-160 - Giulia Cantarutti – NOTA
pagina 161
METAMORFIE
- ALPHONSE DE LAMARTINE
pagine 165-168 - GEORGE SAND
pagine 169-175 - Fabio Vasarri – IL CAMMINO DELL’AMBIGENERE
pagine 176-194 - ALGERNON CHARLES SWINBURNE
pagine 196-201
NE-UTRUM
- THÉOPHILE GAUTIER
pagine 205-213 - THÉODORE DE BANVILLE
pagine 214-215 - ALBERT SAMAIN
pagine 216-219 - LAUTRÉAMONT
pagine 221-223 - JOSÉPHIN PÉLADAN
pagine 224-226 - COMMENTO
pagine 227-231
GNOSIS
- VLADIMIR SOLOV’ËV
pagine 235-238 - NIKOLAJ BERDJAEV
pagine 239-259 - Cinzia De Lotto – SUL FILO DEL PARADOSSO
pagine 260-263
ANDROGINO SOSPESO
- ANDRÉ GIDE
pagine 267-268 - JOË BOUSQUET
pagine 269-274 - JEAN GIRAUDOUX
pagine 275-279 - MICHEL LEIRIS
pagine 280-281 - PIERRE JEAN JOUVE
pagine 282-283 - COMMENTO
pagine 284-287 - ROBERT MUSIL
pagine 288-291 - Giulia Cantarutti – NOTA
pagine 292-294 - Gianni Scalia – PARAGRAFI DI UN POSCRITTO
pagine 295-302
Verità e Invenzione nella Bibbia – Autori Tempi Fatti della Sacra Scrittura nell’Analisi di uno Storico
Titolo originale: The Unauthorized Version-Truth and Fiction in the Bible
Autore/i: Lane Fox Robin
Editore: Rizzoli
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Donatella e Piero Spinelli.
pp. 518, Milano
La Bibbia narra una lunga storia, dalla Creazione al Cristianesimo: ma è vera? C’è chi la legge come la «Parola del Signore», chi l’ammira dal punto di vista letterario, chi la vede come un insieme omogeneo, come un libro di fede e di dottrina, di morale e di religione. Il suo destino sembra essere quello di un libro letto soprattutto «per ciò che non è».
Verità e invenzione nella Bibbia è l’indagine di uno storico a caccia di fatti e di prove che dimostrino l’autenticità e l’esatta datazione dei testi e degli avvenimenti, l’identità degli autori, la loro origine e collocazione cronologica. Un’indagine puntuale che utilizza come metodo il confronto sistematico tra narrativa biblica e fonti storiche, compresa l’analisi di importanti elementi quali le scoperte archeologiche e i viaggi nei luoghi cristiani. «La Bibbia è letteratura e le sue parole sono usate come parole della vita comune, della poesia e dell’eloquenza. Tuttavia tratta anche di avvenimenti e di persone dall’origine del mondo sino alla sua fine imminente. Pertanto, il testo sollecita la domanda sulla verità. Io la ricercherò da storico abituato a confrontare la domanda di Pilato con le prove scritte di un passato remoto». Partendo dal paradosso delle due versioni consecutive, ma diverse fra loro, della Creazione nei primi due capitoli della Genesi, Robin Lane Fox guida il lettore in un dedalo di interrogativi curiosi e inquietanti. Salomone era «socio in affari» del re Hiram di Tiro, l’organizzatore di scorrerie piratesche sulla costa africana per razziare il famoso «oro di Ofir»? Ospitava nel suo celebre tempio immagini di idoli stranieri per compiacere le sue concubine? Quando cominciarono gli ebrei a essere monoteisti? Quali criteri guidarono la discriminazione tra animali puri e impuri presso i figli d’Israele? Come conciliare la data della Natività con i malvagi intenti di Erode il Grande (morto nel 4 a.C.) e il governatorato di Quirinio (che assunse la carica nel 6 d.C.)? Quanti Profeti hanno «profetizzato» con il senno di poi? Questi e altri temi sono trattati in un saggio affascinante e meticolosamente documentato che ripercorre un vasto periodo storico gettando nuova luce su episodi cruciali dalla Creazione alla Natività, fino al processo e alla crocifissione di Gesù. Un viaggio stimolante e provocatorio, una ricerca di enorme interesse sia per tutti coloro che accettano senza farsi domande «ciò che dice la Sacra Scrittura», sia per coloro che ne hanno solo un ricordo lontano e confuso.
Robin Lane Fox è nato nel 1946. È professore al New College di Oxford e Lecturer universitario di Storia antica. Ha scritto Alessandro Magno (Torino 1981), Pagans and Christians (1986) e Better Gardening (1982).
Don Segundo Sombra – Il Capolavoro della Letteratura sui Gauchos
Titolo originale: Don Segundo Sombra
Autore/i: Güiraldes Ricardo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
traduzione di Luisa Orioli.
pp. 208, Milano
Nato a Buenos Ayres nel 1886 e morto a Parigi nel 1927, Ricardo Güiraldes è uno dei maggiori esponenti della letteratura ispanoamericana e in particolare di quella gaucesca. Don Segundo Sombra è la storia di un’iniziazione esemplare al mondo dei gauchos. Il racconto viene fatto in prima persona da un giovane trovatello di cui Sombra – stupenda figura di padre scelto per destino – diviene l’occasionale e libero maestro di vita. La narrazione è incentrata sui semplici episodi della vita quotidiana del gaucho: l’accompagnamento del bestiame migrante, il rodeo, una lotta di galli, un ballo paesano; un mondo di selvaggia nobiltà e di fierezza taciturna, dominato dallo spazio illimitato della pampa. La storia si conclude con la separazione dolorosa del maestro dal pupillo dopo che quest’ultimo, in seguito a un’inattesa rivelazione sulle sue origini, diviene un possidente sedentario, destinato a sottrarsi, sia pure a malincuore, alle lotte per cui il maestro l’aveva preparato. Ultimo protagonista di un mondo ormai scomparso, don Segundo è un personaggio irripetibile, cui la semplicità e l’intensità poetica della scrittura conferiscono il fascino dell’eroe senza tempo e senza retorica.
I Diavoli di Loudun – Fanatismo, Superstizione, Intrighi Politici nella Vicenda delle Monache Stregate e Ossesse
Titolo originale: The Devils of Loudun
Autore/i: Huxley Aldous
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
traduzione di Lidia Sautto, in copertina: “Il supplizio di Grandier”, dal volume Urbain Grandier et les Possédées de Loudun di G. Legué.
pp. 324, Milano
Nei Diavoli di Loudun – ampio saggio-romanzo pubblicato nel 1952 – Huxley narra la storia di un famoso episodio di “caccia alle streghe” e di psicosi collettiva accaduto nella cittadina francese di Loudun, presso Poitiers, durante il regno di Luigi XIII. Il parroco Grandier e la sua giovinezza libertina, le Orsoline di Loudun e la loro isterica priora sœur Jeanne des Anges, i loschi maneggi del vescovo di Poitiers e del cardinale Richelieu, il fanatismo degli inquisitori e il misticismo dell’esorcista padre Surin, tutto è rivissuto dal grande scrittore inglese in un paziente lavoro di esegesi ’ bibliografica, che attinge giudizi da fonti storiche, da cronache e testimonianze del tempo e lascia alla fantasia la sola ricostruzione dei dialoghi.
Si alternano cosi nel libro lo stile saggistico, con pagine di altissima luce morale, e lo stile narrativo, con i capitoli in cui daH’interno dei personaggi Huxley illustra il nascere e il propagarsi di una follia che scaturisce dal fanatismo. Si afferma in questa atmosfera una psicologia – deformata dal sesso e dall’ignoranza nella quale trovano giustificazione orge e oscenità d’ogni genere, fino alla morte sul rogo di Grandier,
vittima innocente e simbolica di una macchinazione voluta dagli uomini e non certo dal diavolo. Una storia di stregoneria d’altri tempi – scrive Huxley – ma che potrebbe essere la storia delle stregonerie contemporanee, che riescono a distruggere l’uomo alla radice stessa della sua coscienza: non più attraverso la maschera dell’idolatria teologica, ma attraverso quella deM’idolatria tecnologica e politica del nostro secolo.
Aldous Huxley è nato a Godalming (Surrey) nel 1894. Scrittore e giornalista eclettico, ha pubblicato volumi di saggi, biografie, libri di viaggio, novelle e romanzi. La sua complessa e contraddittoria personalità – che da una scettica ironia è andata evolvendosi verso un misticismo non ortodosso – è testimoniata da innumerevoli opere, tra le quali ricordiamo: Giallo cromo (1921), Punto contro punto (1928), Il mondo nuovo (1932), L’eminenza grigia (1939), Il tempo si deve fermare (1944), La scimmia e l’essenza (1948), Il genio e la dea (1955), Paradiso e inferno (1956). È morto a Los Angeles nel 1963.
Cristo in Kashmir
Autore/i: Kashmiri Aziz
Editore: Atlantide Edizioni
quarta edizione riveduta, presentazioni di Sat Paul Sahni e Dr. Aziz AhmadM.A., prefazione dell’autore, traduzione a cura di Anna Bonolis.
pp. 144, illustrazioni b/n, Pogliano Milanese (MI)
Jeshua Nazir, il Gesù Cristo dei Vangeli tramandatici dalla Chiesa primitiva, è davvero risorto? Due miliardi di fedeli cristiani fondano il loro credo su quell’evento miracoloso che, 2000 anni orsono, diede inizio a una nuova era nella storia della civiltà occidentale e dell’uomo.
Negli atti degli apostoli, è lo stesso Pietro che annuncia la resurrezione del Cristo al popolo di Gerusalemme. Ha così inizio la diffusione della Buona Novella. È il germoglio della Chiesa Universale. Ciò non sarebbe potuto accadere senza la certezza degli apostoli che Gesù, il Messia atteso, fosse effettivamente risorto “dalle angosce della morte”. Ma esiste un’altra tradizione ancor viva tra le popolazioni del Kashmir e i musulmani indiani, che vuole il profeta Gesù, il Cristo, salvato dalle sofferenze della croce e accolto tra le montagne che circondano la valle del Gange, dove continuò l’opera di evangelizzazione rifiutata dal popolo ebraico. Questo libro la riporta fedelmente.
Al di là delle singole convinzioni, questa è la storia di un imperituro atto di fede e speranza che ha, in Yuz Azaf, il luminoso riflesso di Gesù, il Cristo figlio di Dio, l’Eterno, per ogni uomo, Principe della Pace.
Ringraziamenti
Presentazione
Prefazione
PRIMA PARTE
- L’indiano che sa di Gesù Cristo
- Breve sguardo cronologico della ricerca
- Origini del nome Kashmir
- Abitanti del Kashmir
- La Tomba di Mosè in Kashmir
- La lingua del Kashmir e Ibrani
- Testimonianze architettoniche
- Testimonianze dei luoghi
- La Terra Promessa del Kashmir
SECONDA PARTE
- La Crocifissione
- Testimonianza degli scienziati tedeschi
- Profeta per i Figli di Israele
- Cristo in Kashmir
- Tracce di Storia
- Musulmani del Kashmir e Dottrine Ebraiche
- Il Pastore e il suo villaggio
- Gesù il Mortale
- Gesù nel Rajatarangini
- Gesù a Lahore
- La Vita sconosciuta di Cristo
- Gesù in Oriente
- Gli insegnamenti di Yuz Asaf o Isa
- Recensioni librarie
- Alcuni importanti riferimenti
Buddha – Una Vita
Titolo originale: Buddha
Autore/i: Armstrong Karen
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione dell’autrice, traduzione di Daniele Didero.
pp. 304, Milano
Come Gesù, Maometto e Socrate, il Buddha insegnava a uomini e donne la via per trascendere il mondo e la sua sofferenza, per oltrepassare le meschinità umane e l’opportunismo e scoprire un valore assoluto.
Le circostanze storiche della vita del principe Siddharta Gautama, che abbandonò il suo mondo per divenire il Buddha, l’Illuminato, sono avvolte nell’incertezza. Non è sicura non solo la data della morte (quella tradizionale è il 483 a.C.) ma nemmeno il secolo in cui visse (secondo alcune fonti morì nel 363 a. C.), e si è a lungo dubitato perfino della verità storica della sue esistenza. Eppure le notizie che si possono ricavare dai testi sacri buddhisti bastano per disegnare i contorni di una vita esemplare, segnata dall’esigenza di conquistare la pace e la sicurezza in mezzo alla sofferenza umana e di giungere a un nuovo modello di umanità, capace di superare i limiti angusti dell’egoismo.
Come il nostro mondo, anche l’India settentrionale del VI e del V secolo avanti Cristo attraversava una profonda crisi di valori ed era scossa dalla violenza sociale e politica. Per questo il Buddha – quando propone la pratica della compassione dopo aver provato su di sé il dolore di tutti i viventi – sembra rivolgersi direttamente a noi, e offrire con il suo esempio una risposta alle nostre inquietudini.
Karen Armstrong è una delle più note studiose di storia religiosa. Dei suoi molti libri – tra i quali va ricordato Through the Narrow Gate, il memoriale dei sette anni trascorsi in monastero – sono comparsi in Italia Storia di Dio (Marsilio 1998), Gerusalemme (Mondadori 1999), e L’Islam (Rizzoli storia universale 2001, tre edizioni). Karen Armstrong vive a Londra.
La Stima di Sé – Amarsi per Vivere Meglio in Mezzo agli Altri
Titolo originale: L’Estime de Soi
Autore/i: André Christophe; Lelord François
Editore: Edizioni Corbaccio
introduzione degli autori, traduzione dal francese di Lucia Corradini.
pp. 304, Milano
«Svolgete una piccola indagine sulla stima di sé nella vostra famiglia, tra i vostri amici, i vostri colleghi. Li vedrete subito interessati… Ma se chiedete loro di darvene una definizione precisa, quasi nessuno saprà rispondervi. L’autostima è un fenomeno discreto, impalpabile, complesso, di cui non sempre siamo consapevoli.»
La stima di sé non è data una volta per tutte, è una dimensione più o meno elevata e stabile della nostra personalità che influisce in maniera determinante sulla nostra vita sentimentale, di relazione e professionale e che deve essere alimentata con regolarità: chi non ne ha raramente è felice o molto fortunato. A tutto, però, esiste rimedio! Guidandoci con pragmatismo e intelligenza in un’attento riesame dei criteri e dei comportamenti secondo i quali valutiamo la nostra riuscita, gli autori ci insegnano a sviluppare e ad accrescere l’amor proprio, la visione di noi e la fiducia in noi stessi su cui si fonda la stima di sé. E nel consentirci di fare un bilancio personale, ci spiegano anche con molta chiarezza come coltivare la stima di sé nei nostri figli a partire dall’infanzia e durante l’adolescenza, in modo da offrire loro ogni opportunità di condurre un’esistenza gioiosa, fortunata e fruttuosa.
Un decalogo per vivere meglio con voi stessi:
- Imparate a conoscervi
- Accettatevi come siete
- Trasformate in qualità i vostri difetti
- Siate onesti con voi stessi
- Prefiggetevi obiettivi realistici
- Fate tacere il “critico” dentro di voi
- Accettate l’idea della sconfitta
- Non esitate ad affermare voi stessi
- Prestate attenzione agli altri
- Scegliete le persone che vi circondano, e fate affidamento su di esse
Christophe André e François Lelord sono psichiatri e psicoterapeuti ed esercitano la professione anche come consulenti d’azienda.
Sono autori di grande successo. Tra le loro opere ricordiamo Come gestire le personalità difficili e La peur des autres.
Linguaggio e Sordità – Gesti, Segni e Parole nello Sviluppo e nell’Educazione
Autore/i: Caselli Maria Cristina; Maragna Simonetta; Volterra Virginia
Editore: Società Editrice Il Mulino
introduzione delle autrici, collana: Aspetti della psicologia.
pp. 304, numerose illustrazioni b/n, Bologna
Come comunicano le persone sorde? Come acquisiscono una lingua dei segni? In che modo riescono ad imparare una lingua parlata a cui sono esposti in modo parziale? Questo volume fornisce gli strumenti per comprendere basi e meccanismi della comunicazione nell’ambito della sordità. Un testo che costituirà un ausilio prezioso sia per chi è coinvolto nell’insegnamento della Lingua dei Segni Italiana (LIS), sia per chi, a diverso titolo (operatori, insegnanti, responsabili di servizi sociali ecc.), si occupa dei temi relativi all’apprendimento e all’uso del linguaggio in rapporto alla sordità.
Maria Cristina Caselli, primo ricercatore presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie del CNR di Roma, conduce ricerche sullo sviluppo e i disordini del linguaggio. Insegna Psicopatologia dello sviluppo nella Libera Università Maria SS. Assunta (LUMSA). Con il Mulino ha curato, insieme a S. Vicari, “I disturbi dello sviluppo” (2002).
Simonetta Maragna insegna nell’Università di Roma Tre, Facoltà di Scienze della formazione ed è presidente dell’Istituto Statale per Sordi di Roma che opera come Centro di formazione e informazione sulla sordità. È esperta di problematiche scolastiche relative all’educazione di alunni sordi.
Virginia Volterra, dirigente di ricerca presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, ha contribuito con le sue ricerche pionieristiche ad una corretta diffusione delle conoscenze scientifiche sulla lingua dei segni in Italia. Con il Mulino ha curato “La lingua dei segni italiana” (II ed. 2004).
Introduzione
Ricordo di Laura Pagliari Rampelli
- Il linguaggio in un’altra modalità
- LIS: la Lingua dei Segni Italiana
- L’acquisizione del linguaggio nel bambino udente
- L’acquisizione del linguaggio nel bambino sordo
- Il bambino sordo a scuola
Riferimenti bibliografici
Il Profeta di Satana – Autobiografia Raccontata da Ricardo Ramirez, il Cyber Criminale che Terrorizzò l’America degli Anni ’80
Autore/i: Ramirez Ricardo; Fazio Silvio
Editore: Stampa Alternativa – Nuovi Equilibri
prefazione dell’autore.
pp. 104, Viterbo
Si è autodefinito “il figlio prediletto del diavolo”, o meglio ancora “il profeta di Satana”, consapevole che uccidere per lui non era un’opzione, bensì una necessità. Si è trasformato così nel celebre “Night Stalker”, che ha seminato il terrore tra gli abitanti di Los Angeles e San Francisco: di notte entrava nelle loro case derubandoli, violentandoli e uccidendone 29 in poco tempo.
Questa è la vera storia – in forma d’intervista – di Ricardo Ramirez, il serial killer che è riuscito nella difficile impresa di frantumare l’ipocrita barriera del puritanesimo americano degli anni Ottanta.
L’Unghia del Drago – Schegge di Saggezza Orientale
Autore/i: Autori vari
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
a cura di Edi Bozza.
pp. 128, Milano
Queste pagine di aforismi e aneddoti presi da varie epoche costituiscono un distillato di sapienza orientale. Tutte hanno in comune una visione del mondo serenamente distaccata, propria di chi non ha illusioni sulla vita, e rappresentano per il lettore una vera ricchezza: di spunti di riflessione e di stimoli a meditare in maniera diversa sulle cose come solo il pensiero cinese, nell’arco dei secoli, si è abituato a fare, scoprendo così la vera saggezza.
“Nel mio boccale voglio solo gioia e allegria, Non ho tempo né voglia di pensare.
Troppo tardi mi sono accorto dell’inutilità di fidarsi dei libri degli antichi saggi.
Ieri sera, barcollando ubriaco, mi appoggiai a un pino, Domandai all’albero: «Quanto sono ubriaco io?».
Mi parve che il pino si chinasse a sorreggermi, Allora gli dissi sprezzante: «Vattene via!».” (Xin Qiji)
Federico II di Svevia – L’Imperatore Filosofo e Poeta
Titolo originale: Friedrich der Staufer. Eine Biographie
Autore/i: Horst Eberhard
Editore: Rizzoli
introduzione dell’autore, traduzione di Giovanna Solari, in copertina: Federico II di Svevia, miniatura da De Arte Venandi cum Avibus, Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana.
pp. 416, Milano
In questo vasto racconto biografico Eberhard Horst analizza l’eccezionale, controversa e discussa personalità di Federico II di Hohenstaufen aggiornandola ai valori più attuali. Rinuncia così a voler vedere nel re di Sicilia un Cavour medievale, già maturo per la concezione dell’unità d’Italia. Più che per questo improbabile e romantico fine, l’opera di contenimento dei grandi feudatari si svolse a favore di una nuova aristocrazia di funzionari; ma certamente mentre combatteva le sue battaglie politiche, contro il papa o contro le città del Nord d’Italia, Federico attuò un’opera di statista che è rimasta il suo monumento più originale. Con sicuro realismo fondò scuole, diede legislazioni, risolse problemi ecologici, e chiamò alla sua corte filosofi, eruditi, giuristi, scienziati: quanto di meglio la cultura avesse da offrire, anticipando il Rinascimento. Contemporaneamente convissero però in lui la fede e la crudeltà, il progetto chiuso e i territori dell’uomo del Medioevo e da tale contraddittorietà la descrizione biografica di Horst trae la necessaria differenziazione di timbri e di accenti nel compatto tessuto della ricostruzione storica. Eccezionale fonte di consultazione, anche per la sintesi bibliografica antica e moderna sulla casa sveva, questa biografia ha come pregio più rilevante la capacità di filtrare uno sterminato materiale senza mai scendere a forzature da storia romanzata. Fatti e personaggi si avvicinano alla nostra sensibilità moderna pur conservando il misterioso fascino delle reliquie storiche.
Nato a Dusseldorf nel 1924 Eberhard Horst ha studiato filosofia, teologia, lingua e letteratura germanica e discipline teatrali alle Università di Bonn e di Monaco, dove, nel 1956, si è laureato in lettere e filosofia. Lunghi viaggi e soggiorni nei paesi del Mediterraneo hanno costituito lo stimolo per le sue opere su Venezia, la Spagna e la Sicilia. È stato tra i fondatori dell’Associazione degli scrittori tedeschi e a Monaco, per questa biografia, ha ricevuto il premio della Fondazione per la Diffusione della Letteratura.
I Versi Satanici – Romanzo
Titolo originale: The Satanic Verses
Autore/i: Rushdie Salman
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
pp. 584, Milano
I versi satanici non è solo un romanzo straordinario, ricchissimo di immagini e invenzioni, ma è anche un libro che ha diviso l’opinione pubblica mondiale, dando origine a un caso letterario senza precedenti. La storia che viene descritta è un meraviglioso cocktail di realismo e fantasia, una vicenda magica in cui due viaggiatori, miracolosamente scampati a un disastro aereo, si vedono trasformati l’uno in una creatura angelica e l’altro in un essere diabolico. Ormai simboli del Bene e del Male, i due si affronteranno nella più antica e inevitabile delle battaglie, una lotta senza esclusione di colpi destinata a protrarsi in eterno nel tempo e nello spazio, dai più sperduti villaggi indiani alla Londra contemporanea. Un abbagliante mosaico di allegria e disperazione, di finzione e verità.
Salman Rushdie (Bombay, 1947) si è trasferito a Londra quando aveva quattordici anni. È l’autore, fra l’altro, di La vergogna, I figli della mezzanotte, L’ultimo sospiro del Moro, La terra sotto i suoi piedi, Shalimar il clown, L’incantatrice di Firenze e Joseph Anton, del reportage sul Nicaragua Il sorriso del giaguaro e dei volumi di saggi Patrie immaginarie e Superate questa linea.
Per Amore di un Figlio
Titolo originale: For the Love of a Child
Autore/i: Mahmoody Betty; Dunchock Arnold D.
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Elena Malossini Fumero.
pp. VIII-368, Milano
«“Mamma, guarda, la bandiera americana!” esclamò Mahtab mentre ci avvicinavamo statunitense ad Ankara. Il suo respiro ghiacciava l’aria; io sentivo appena i miei piedi. A ogni passo i nostri muscoli indolenziti ci ricordavano la marcia di cinque giorni a piedi e a cavallo attraverso le montagne turco-iraniane, la via presa dai contrabbandieri che aveva reso possibile la nostra fuga. Ero una quarantenne con una bimba di sei anni. Ambedue eravamo state portate al punto di rottura.
Intrappolate in Iran per diciotto mesi, avevamo visto la nostra bandiera solo in fotografia – dove veniva invariabilmente dissacrata dandola alle fiamme -, o rozzamente dipinta sul pavimento in cemento delle scuole, perché fosse calpestata o coperta di sputi dai bambini prima di entrare nelle aule. Vederla sventolare liberamente sopra le nostre teste significò qualcosa di importante per me quel giorno. Quella bandiera era il simbolo della nostra liberazione.»
Nel 1987 l’americana Betty Mahmoody catturò l’attenzione e l’ammirazione generale con il volume in cui raccontava la sua avventurosa e temeraria fuga dall’Iran, in compagnia della figlia Mahtab, dopo essere stata tenuta prigioniera dal marito, un integralista musulmano. Condotta in quel Paese con il pretesto di una visita ai parenti di lui, la donna, separata dalla figlia, era stata poi costretta a sottomettersi ai più rigidi costumi locali nonché a trattamenti degradanti. Il volume, edito in Italia da Sperling & Kupfer con il titolo Mai senza mia figlia, fu un best-seller non solo negli Stati Uniti, ma anche in tutto il mondo, con oltre quindici milioni di copie vendute. Avvincente ed emozionante come un romanzo, il libro lanciava un potente grido di allarme sul problema della sottrazione dei minori a opera di genitori di nazionalità diversa. A distanza di anni dalla vicenda, l’autrice continua a ricevere centinaia di lettere da uomini e donne che chiedono consiglio o aiuto. In Per amore di un figlio Betty Mahmoody riprende la narrazione delle proprie vicende dal punto in cui si era interrotta, ossia l’arrivo all’ambasciata statunitense in Turchia. Descrive poi il suo riadattamento culturale all’America, l’incubo costante di un ritorno del marito e della sua vendetta, il timore di un rapimento della figlioletta, il senso di frustrazione nei confronti di un sistema legale che non garantisce alcuna protezione né a lei né a Mahtab. Ma non parla soltanto della sua storia tormentata: con sensibilità – e con la competenza che l’esperienza subita le ha conferito – la coraggiosa madre riferisce altre drammatiche situazioni simili alla sua in un appassionalo lesto di denuncia in cui si pone generosamente al servizio di tutti i bambini «rubati».
Belly Mahmoody vive oggi nel Michigan. Viaggia in lutto il mondo per far conoscere la sua esperienza e promuovere l’associazione One World: For Children – da lei fondala insieme con Arnold D. Dunchock -, che si occupa del problema dei rapimenti di minori da parie di genitori di nazionalità differente. Arnold D. Dunchock. avvocato, vive nel Michigan.
The Sims – Similitudini, Simboli & Simulacri
Autore/i: Bittanti Matteo; Flanagan Mary
Editore: Edizioni Unicopoli
prima edizione, introduzione degli autori.
pp. 200, Milano
The Sims è un vero e proprio metavideogioco, un testo polisemico che trascende i confini del ludus elettronico. Il gioco di Wright è, allo stesso tempo, un fumetto, un fotoromanzo, un videoclip. Molti utenti lo considerano l’equivalente videoludico dei reality TV show: così come Big Brother spettacolarizza la normalità del quotidiano, analogamente, il gioco di Wright mette in scena il triviale dell’esistere e del resistere. Per altri ancora, The Sims è la quintessenza della cosiddetta “narrativa emergente.”
Matteo Bittanti e Mary Flanagan, due giovani studiosi di new media, hanno tentato di risolvere l’affascinante enigma di The Sims. Adottando metodologie di analisi che spaziano dalla semiotica alla narratologia, dai cultural studies alla teoria dei nuovi media, gli autori hanno “smontato” il gioco di Wright fino a metterne a nudo i significati più reconditi.
Matteo Bittanti è Senior Adjunct Professor nei programmi di Visual Studies e Visual & Critical Studies del California College of the Arts di San Francisco & Oakland, California. Insegna corsi su teorie dei media, arte, visual culture, tra cui Game Studies, Advanced Visual Studies, Bright Lights, Global Cities, Perceptions e Eye Openers: Introduction to Visual Studies. Vive a San Francisco.
Mary Flanagan, una delle più attente studiose dei new media, Mary Flanagan ha approfondito istanze relative all’intersezione tra l’arte, la tecnologia e gli studi di gender attraverso una serie di saggi critici nonché di opere d’arte che sono state esposte in alcune delle più prestigiose gallerie statunitensi (Central Fine Arts Gallery di Soho, la Guggenheim Gallery Online presso Chapman University, The Physics Room, turbulence.org, New York Hall of Science e la Biennale di Whitney 2002). La sua pubblicazione più recente è la seminale antologia critica reload: rethinking women + cyberculture (MIT Press, 2002), che indaga gli usi sociali delle nuove tecnologie da parte dell’utenza femminile. I suoi articoli sono apparsi su pubblicazioni come Art Journal, Wide Angle, Convergence e Culture Machine. È l’autrice del net-game per ragazze “The Adventures of Josie True.”
Mal’Aria – Romanzo
Autore/i: Baldini Eraldo
Editore: Edizioni Frassinelli
pp. 146, Milano
Roma, 1925. In un sabato pomeriggio piovoso l’ispettore della sanità Carlo Rambelli è strappato alla pace domestica da una convocazione urgente presso la sede della direzione generale di Sanità pubblica. Dalle varie Prefetture sono appena giunti i dati sulla mortalità infantile: cifre impressionanti, soprattutto quelle relative alla zona paludosa di Spinaro, vicino a Ravenna. L’alto tasso di mortalità pare legato alle febbri malariche e, fatto curioso, nessun decesso è avvenuto in ospedale. La stranezza di questa situazione colpisce persino gli alti vertici del Regime, che incaricano Rambelli di raggiungere immediatamente la località. Solo quattrocento chilometri dividono la capitale dalle mefitiche paludi sul delta del Po. Eppure il giovane funzionario ha l’impressione di immergersi in una realtà dai contorni surreali. Un mondo coperto da una nebbia fitta, che tutto avvolge, paesaggi e anime. Un mondo in cui la verità e la superstizione, il presente e il passato si mescolano senza soluzione di continuità. Un mondo in cui omertà e giochi di potere politico scavano i mille percorsi di un labirinto inquietante e claustrofobico, una trappola da cui è impossibile uscire Mal’aria è un romanzo dalle tinte gotiche in cui il procedere della vicenda, sorretto da una scrittura limpida ed efficace, culmina in un finale drammatico e scioccante.
«A destra della strada luccicavano le risaie, nelle quali da poco era stato mietuto il raccolto. A sinistra, tra vaste macchie di canne brune e rugginose, baluginavano stagni e stretti canali. Il disco del sole, basso sull’orizzonte piatto e sgombro, si disegnava nitido e arancione dietro la foschia. I pochi alberi che si vedevano sembravano sentinelle solitarie, neri e immobili avamposti in un mondo senza verticalità, dove anche le case erano basse e la vista poteva perdersi lontano, quando la nebbia lo permetteva.»
Eraldo Baldini è nato e vive a Ravenna. Nel 1991, con il racconto Re di Carnevale, ha vinto la sezione letteraria di Mystfest di Cattolica. Nel 1994 sono usciti La collina dei bambini e Urla nel grano. È del 1995 il romanzo Bambine; del 1996 L’uccisore e del 1997 L’estate strana. Suoi racconti appaiono in diverse antologie. Insieme a Carlo Lucarelli, Marcello Fois, Giampiero Rigosi, Simona Vinci e altri fa parte della redazione di Incubatoio 16, rivista letteraria su Internet. È affermato anche come saggista, in campo etnografico e antropologico.
Più Forte del Male – La Mia Sfida Contro Ogni Limite
Autore/i: Macchi Fabrizio
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, a cura di Pietro Cabras, prefazione di Luca Pancalli, prologo dell’autore.
pp. 192, numerose fotografie a colori f.t., Casale Monferrato (AL)
«Se non raccontassi me stesso, non crederei a una virgola di questo libro. E invece è tutto vero. Ma vi confesso che ogni volta che mi guardo indietro, io stesso mi stupisco ancora un po’». (Fabrizio Macchi)
Nel ciclismo detiene il record mondiale dell’ora. Ha collezionato medaglie e trionfi nello sci, nel canottaggio e nell’atletica leggera, vincendo tre maratone di New York. Ha una rubrica su SkySport, un sito internet visitatissimo, una famiglia meravigliosa. Si sta preparando per le paralimpiadi di Pechino 2008. Fabrizio Macchi, campione dello sport, dopo aver superato il calvario di un tumore osseo e l’amputazione di un arto a sedici anni, si è reinventato la vita: una vita oltre ogni limite.
Nel 1982, Fabrizio è un bambino come tanti, che vive la sua infanzia a Varese, tutto preso dai giochi, dagli amici e dalle corse all’aria aperta. Finché, a tredici anni, un ginocchio comincia a fare male. Non è una botta, come i medici pensano all’inizio, ma un tumore osseo, che porta Fabrizio a un calvario ospedaliero estenuante, segnato da 17 operazioni chirurgiche e 20 cicli di chemioterapia. Sofferenza e dolore indicibili. E inutili. Perché alla fine il tumore è sempre lì. Finché Fabrizio, a sedici anni, sceglie di farsi amputare la gamba, per smettere di soffrire e tornare libero.
La nuova vita al principio non è facile. L’handicap, i pregiudizi, le difficoltà. Sembrano tutti ostacoli insormontabili. Finché Fabrizio prende un’eroica decisione: per avere il meglio, occorre puntare al meglio. Non accontentarsi di una vita normale, ma vivere una vita straordinaria.
A distanza di vent’anni, Fabrizio ha realizzato il suo sogno: diventare un campione nello sport con medaglie e trionfi in varie discipline. Oggi, sposato con Patrizia, l’atleta racconta da vincitore la sua storia. Una testimonianza toccante, all’insegna del coraggio e del non arrendersi mai.
Fabrizio Macchi, nato a Varese nel 1970, dopo il tumore al ginocchio e la perdita della gamba, ha iniziato una vita nuova, dedicata allo sport, per diventare il campione che sognava di essere quand’era bambino. Nel ciclismo ha raccolto innumerevoli successi (alle paralimpiadi, ai nazionali) fino a detenere il record mondiale dell’ora. Ha una rubrica settimanale su Sky-Sport, scrive su «La Gazzetta dello Sport» ed è testimonial dell’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) a cui sono devoluti i diritti d’autore di questo libro. Si sta preparando per le paralimpiadi di Pechino 2008.
Pietro Cabras, 40 anni, sardo, sposato e padre di due figli, è giornalista del «Corriere dello Sport» per il quale ha scritto e scrive di ciclismo e di calcio. Ha collaborato con Fabrizio Macchi alla stesura di questo libro-testimonianza.
I Bugiardi – Tivù, Giornali e Partiti nell’Italia delle Tangenti e della Mafia
Autore/i: Pansa Giampaolo
Editore: Sperling & Kupfer Editori
avvertenza dell’autore.
pp. XIX-332, Milano
Chi sono i bugiardi? Per cominciare, certamente i politici e i partiti. Quasi tutti ci hanno mentito sul disastro italiano, raccontando montagne di bugie sul crack finanziario dello Stato, sulla corruzione partitica, sul fallimento della lotta alla mafia. I politici sono stati bugiardi persino nei confronti di se stessi. La partitocrazia marciva, ma i capi partito giuravano, imperturbabili: okay, è tutto a posto. Anche adesso i bugiardi politici mentono. Dicono che, con la fine dei partiti di oggi, finirà la democrazia e morirà la libertà. Eppure sanno che non è vero. Sanno che, a finire, saranno soltanto le carriere e le tangenti di tanti dinosauri partitici, bestioni già condannati all’estinzione, che tuttavia non vogliono mollare e si preparano a fare gli ultimi, più terribili danni. Ma se questi dinosauri hanno imperversato tanto a lungo, e ancora oggi ingombrano il campo, è perché a difenderli c’erano altri bugiardi. Sono le tivù, i giornali, i direttori, le grandi firme, gli opinionisti che li hanno protetti, lisciati, leccati, incensati con un martellante bombardamento di menzogne. Questa santa alleanza tra cattiva politica e cattiva informazione ha prodotto un mostro che Giampaolo Pansa, in questo nuovo libro, chiama il Sistema dei Bugiardi. Un sistema che ogni giorno circonda, assale, stordisce e raggira gli Italiani qualunque. Un sistema imperniato sulla Rai, ma che si avvale di un’armata variopinta, inzeppata di personaggi di ogni stazza, stile e colore, ti ritroverete tutti in questo racconto che rivela crime la partitocrazia e i media al suo servilo abbiano fatto il loro poco onorevole lavoro in un anno fatale per l’Italia: dal caso Togliatti al caso Chiesa, il tangentocrate pizzicato a Milano dal giudice Di Pietro; dal delitto Lima alla selvaggia campagna elettorale per il 5 aprile; dall’esplodere del terremoto di Tangentopoli al caos partitico di una tremenda estate, in un’Italia che sembra franare senza rimedio e dove la mafia è in grado di uccidere chi vuole, prima il giudice Falcone, poi il giudice Borsellino e poi chissà quanti altri ancora. Anche il libro di Pansa è come la storia che racconta: ruvido, angosciato, grottesco, furibondo. Una testimonianza dura di quel che l’autore ha visto e sentito. Con tanti episodi sconosciuti e tante sanguigne cattiverie per molti eccellenti del partitismo e dell’informazione, tutti chiamati per nome e cognome. Ecco la saga de I bugiardi, un libro che aiuterà a capire perché questa repubblica rischia di affogare nella corruzione e nel delitto.
Giampaolo Pansa è nato a Casale Monferrato nel 1935. Ha lavorato alla Stampa, al Giorno, al Messaggero, al Corriere della Sera e a Repubblica. Oggi è il condirettore dell’Espresso. Tra i suoi ultimi libri: Carte false, Lo sfascio, Il malloppo, L’intrigo, Il gladio e l’alloro, Il regime.
Madre Notte
Titolo originale: Mother Night
Autore/i: Vonnegut Jr Kurt
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Luigi Ballerini.
pp. 228, Milano
Un americano dal passato turbolento e gremito di stupefacenti avventure, Howard W. Campbel Jr., sta aspettando nella sua cella di prigione accanto a quella di Eichmann il processo e la probabile condanna quale propagandista del nazismo e quindi del genocidio. Si è consegnato egli stesso l’unica volta che, nella sua vita di disinvolto servitore di padroni sovente opposti, ha creduto di provare un senso di colpa. Ma è destino che la resa dei conti non venga mai per questo singolare individuo, in cui l’assoluta mancanza di ideali e di coerenza raggiunge estremi tali che la sua irresponsabilità confina con una sconvolgente e assurda forma di innocenza. In lui non sembrano esistere né valori né ideologie, ma soltanto un perenne e ammiccante scambio delle parti. Egli si muove non senza divertimento alla ricerca di una maschera che non trova mai; o meglio, ne trova un numero sempre crescente e contraddittorio.
Vonnegut ha scritto con Madre notte uno degli esemplari più caratteristici e più irriverenti di quella «commedia nera» che è forse il filone qualificante della letteratura americana degli ultimi anni; una satira resa aspra e demistificante dalla deliberata assenza di alternative, di una morale, di una soluzione edificante da proporre. Il suo gioco diventa più sottile pagina dopo pagina, orchestrato da una invenzione grottesca e da un gusto per l’imprevisto calcolato che non conosce momenti di ristagno. È un gioco che coinvolge il lettore e lo invita beffardamente a guardarsi allo specchio; che lo fa sussultare per la sorpresa mentre lo colpisce con una insistente provocazione.
L’interrogativo «arrivederci» finale di Campbell non è di un genere che inviti al sorriso o lasci dormire tranquilli. Ponendosi nella grande tradizione anglosassone della satira che risale fino al riso aspro e contratto di Swift, Vonnegut restituisce all’humour una sua dimensione naturale : quella tragica.
(Claudio Gorlier)
Kurt Vonnegut Jr., è nato a Indianapolis 1 11 novembre 1922. Si conquistò la notorietà con il primo romanzo, Player Piano, una satira spietata del mondo dell’automazione, scritto mentre era impiegato in una grossa compagnia americana di elettricità. Lasciato l’impiego si stabilì a Cape Cod dove vive tuttora con la moglie e sei figli. Ha scritto successivamente The Sirens of Titan e Cat’s Cradle, due romanzi di fantascienza, il secondo dei quali pubblicato in Italia da Rizzoli con il titolo di Ghiaccio nove. Dopo il presente Madre notte – libro corrosivo, d’impostazione psicologica, magistralmente imperniato sugli aspetti più originali del «grottesco» – comparirà, sempre nelle edizioni Rizzoli, God Bless You, Mr. Rosewater, la sua ultima opera.