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Libri dalla categoria Osservazioni Cliniche

Davide Lazzaretti

Davide Lazzaretti

Un delitto di stato

Autore/i: Gremmo Roberto

Editore: Storia Ribelle

pp. 160, Biella

Nei primi decenni della debole ed incerta Italia unita irrompe nel mondo “altro” dei ceti popolari la straordinaria figura di un profeta, un Messia che si proclama «Cristo in seconda venuta» ed annuncia tempi nuovi di Giustizia e Liberazione. Si chiama Davide Lazzaretti e nell’Amiata dove è nato e predica, raccoglie le speranze di centinaia di contadini che lo seguono mentre annuncia gli ultimi tempi sventolando una bandiera rossa ed inneggiando alla Repubblica, perfetta incarnazione del Regno di Dio, Lazzaretti viene ucciso il 18 agosto 1878 mentre capeggia una pacifica processione, davanti a una folla impietrita, un carabiniere gli spara in piena fronte. Questo libro analizza per la prima volta le modalità e rivela i retroscena torbidi ed oscuri di quell’uccisione, un vero e proprio omicidio premeditato.
Dallo studio delle più dimenticate carte d’archivio, risulta che l’esecuzione non avvenne per caso ma fu “programmata” perché le classi dirigenti dell’epoca temevano che la predicazione di Lazzaretti potesse allargarsi, portando i ceti contadini ad una ribellione aperta proprio mentre si moltiplicavano le congiure di Mazziniani, Massoni ed Anarchici.
E si scopre che l’esecutore materiale, il carabiniere Pellegrini venne poi ucciso a coltellate in circostanze poco chiare, mentre il suo diretto superiore, De Luca si rivelò un’arnese di Questura pronto a tutto, agli ordini del regista occulto della repressione: il prefetto Berti diventato col tempo capo dei primi “Servizi Segreti” italiani.
Alle spalle degli esecutori, l’ombra sinistra dell’intera classe politica unitaria e “liberale”, sempre ostile alle classi oppresse e pronta a fermare la loro protesta con la “maniera forte”, Decisa, come nel caso di Lazzaretti, a fare ricorso in modo spietato al delitto politico.

L’Io Legato e la Libertà

L’Io Legato e la Libertà

Autore/i: Perrotti Nicola

Editore: Casa Editrice Astrolabio

prefazione di Francesco Corrao, introduzione di Paolo Perrotti.

pp. 416, Roma

I condizionamenti della coscienza, la suggestione, l’aggressività, l’ansia, la responsabilità, la depersonalizzazione, l’Eros, i tabù sessuali, la gelosia nevrotica: sono questi i principali temi nel pensiero di uno dei fondatori della psicoanalisi in Italia.

Nicola Perrotti è stato uno dei pionieri degli studi psicoanalitici in Italia.
Fondò con Edoardo Weiss, Cesare Musatti ed Emilio Servadio, la Società Psicoanalitica Italiana.
Medico, scienziato, uomo politico, Perrotti s’impegnò nella lotta per l’affermazione del pensiero di Freud con lo stesso entusiasmo che metteva nell’opposizione al fascismo e nella Resistenza.
Intelletto lucido, laico, aperto a tutte le conquiste scientifiche del nostro secolo, e nello stesso tempo spirito sensibilissimo alle sofferenze umane, fisiche e psichiche, egli esercitò sempre la professione medica con valentia e dedizione, affiancandola al trattamento psicoanalitico dei pazienti nevrotici e dedicando una parte del suo tempo anche all’impegno politico.
Di questi molteplici interessi sono frutto gli scritti che qui si riproducono, concepiti in un arco di tempo che va dai primi entusiasmi giovanili fino alla piena maturità e originalità di pensiero che fece di Perrotti un’autorità riconosciuta in Italia e all’estero per i suoi contributi alla teoria psicoanalitica.
Gli studi sulla suggestione, sull’aggressività, sull’ansia, sulla responsabilità, sulla depersonalizzazione, sulla teoria degli istinti, sul linguaggio della musica, sono attualissimi.
Una famosa polemica con Guido De Ruggiero ci fa rivivere il clima della forte opposizione alla psicoanalisi da parte della filosofia idealistica, mentre trapela da tutti gli scritti giovanili quale ostacolo la nuova teoria incontrasse nella Chiesa Cattolica, che vedeva nell’inconscio una nuova forma presa da Satana.
Ritroviamo in questi saggi, con la freschezza delle cose originarie, ciò che poi è stato rimasticato, bene o male, dalla cultura italiana: la psicologia dello sportivo, dell’uomo moderno, dell’automobilista, la paura del comunismo, i tabù sessuali, la gelosia nevrotica.
La «rigofobia», o paura del freddo, sembra simboleggiare tutte le piccole manie, le idee ossessive, le ansie dell’uomo contemporaneo.

Nicola Perrotti (1897-1970) nacque a Penne, in Abruzzo. Si laureò all’Università di Roma nel 1921. Fu uno dei fondatori, nel 1932, della 80cietà Psicoanalitica Italiana. Collaborò alla Rivista italiana di psicoanalisi diretta da Edoardo Weiss e alla rivista Il Saggiatore, entrambe soppresse dal regime fascista.
Nel periodo della Resistenza ebbe un’intensa attività politica e contribuì a ricostituire clandestinamente il Partito Socialista Italiano. Nel dopoguerra s’intensificò la sua partecipazione alla comunità scientifica internazionale per il progresso degli studi psicoanalitici.
Nel 1948 fondò la rivista Psiche, particolarmente dedicata alla psicopatologia della vita quotidiana. Nel 1952 fondò l’Istituto di Psicoanalisi di Roma, dove si formò un’insigne scuola di analisti.

Le Età nel Caos

Le Età nel Caos

Per la prima volta vengono ricostruiti i seicento anni perduti della storia antica.

Autore/i: Velikovsky Immanuel

Editore: Profondo Rosso

prefazione e introduzione dell’autore, edizione italiana e traduzione integrale dall’inglese a cura di Luigi Cozzi, con l’amichevole collaborazione di Barbara Tolfa.

pp. 284, illustrazioni b/n, Roma

Immanuel Velikovsky (1895-1979), che lo storico della scienza Federico Di Trocchio ha definito “un genio incompreso”, è stato un grande amico personale di Albert Einstein e ha scritto con “Le età nel Caos” uno dei libri più venduti e rivoluzionari degli ultimi decenni, nel quale con un’enorme quantità di citazioni, di dati e di raffronti archeologici si dimostra come parti della storia dell’Egitto faraonico e dell’antico regno di Israele siano state sfalsate per sbaglio di ben cinque secoli nelle ricostruzioni effettuate fin qui.
Molto tempo prima e molto meglio della recente “New Chronology” (Nuova Cronologia) redatta dall’archeologo David Rohl in “Il Testamento Perduto” e “La Genesi Aveva ragione”, Immanuel Velikovsky ci ha spiegato perché all’incirca 580 anni mancano nelle cronologie correnti del “Vecchio Testamento” mentre sei secoli in più, sei secoli che in realtà non sono mai esistiti, sono stati erroneamente aggiunti alla storia dell’Antico Egitto…

Ideografia – Segni, Simboli e Immagini

Ideografia – Segni, Simboli e Immagini

Corso avanzato di grafica professionale

Autore/i: White Jan V.

Editore: Editiemme

traduzione di Lucia Antoniazzi.

pp. 192, riccamente e interamente illustrato b/n, Milano

Due parole sulla gente di lettere e la grafica
“Gli editori sono immancabilmente sovraccarichi di lavoro, a corto di mano d’opera, senza finanziamenti, e assolutamente in ritardo. E questa è semplicemente una parte della definizione di «editore». Ma, seriamente parlando, gli editori di qualsiasi tipo di pubblicazione – rivista, quotidiano, libro, bollettino d’informazione, organo aziendale, carissimo o a prezzi popolari, semplice o sofisticato – sono anche fondamentalmente dei letterati.
Per molti di loro l’impostazione grafica delle loro pubblicazioni è qualcosa di secondario, un di più, qualcosa che bisogna accettare a malincuore come una seccatura inevitabile, necessaria per abbellire la pagina. L’editore può essere un italianista coi fiocchi oppure un ingegnere attratto dalla rivista in base alla sua specializzazione, o anche un letterato con velleità giornalistiche, che considera le immagini come un semplice corollario, o infine un uomo qualunque che si è imbattutto in una casa editrice. In quanto tali, tutti diventano degli esperti quando si tratta di capire di che cosa parla una determinata storia, di coglierne i contenuti e di calibrarne l’impatto sui lettori. Sono qualificati fondamentalmente per giudicare tutto questo.
Sanno anche quello che vogliono in termini di progetto, quando ce l’hanno sotto mano da vedere. Eppure il più delle volte sono incapaci di combinare le varie componenti: ovvero di dar forma (di «progettare») a quelle preziose parole. Sono in grave imbarazzo perché devono trattare con quello che temono in quanto «Grafica». Così scaricano tutte le responsabilità sulla «sezione artistica» (o su un’altra struttura che in qualche modo possa fornire un «aiuto artistico»), oppure, se sono tipi da «fai da te», con ogni probabilità rimandano la faccenda il più a lungo possibile.
Molti si sentono ostacolati da queste carenze; si vergognano di non avere familiarità con il gergo tecnico e ammettono con disappunto di non saper disegnare una linea diritta (che sembra essere la scusa tipica per non provarci).
Molti sono così scioccamente inibiti che non riescono a vedere la semplice verità: il novantanove per cento di quello che viene definito «arte» o «design» in campo editoriale non è niente di più che buon senso, comune buon senso. È semplicemente l’espressione grafica del contenuto di una storia. Consiste semplicemente nel prendere un mazzo di pensieri e dar loro una forma visibile con un carattere particolare, con un’immagine illustrativa di qualche tipo, e nell’assemblare in una pagina questi elementi. Il progetto editoriale non è una tecnica esoterica. Non ci sono parole d’ordine o strette di mano convenzionali come per entrare in una setta segreta. L’impostazione grafica di una pagina è soltanto una fase del processo editoriale.
Tutto ciò di cui avrebbero bisogno gli editori e di elasticizzare il loro punto di vista, fino a includervi quella dimensione particolare che le loro storie acquistano quando si tramutano da manoscritti in carta stampata. È ovvio che ci dev’essere una relazione naturale tra il filo logico e cronologico di una storia e la sua visualizzazione; e la relazione dev’essere chiara, semplice e congruente. Funziona soltanto quando è editorialmente logica. E la logica è un’altra parola del senso comune, un oggetto di cui la gente di lettere fa largo uso.”

Il Cattolicismo Rosso

Il Cattolicismo Rosso

Un libro che Paolo vi deve aver letto quando era giovane

Autore/i: Prezzolini Giuseppe

Editore: Longanesi & C.

prefazione alla seconda edizione dell’autore.

pp. 336, Milano

Abbiamo ristampato il testo (ma senza le note e la bibliografia) del Cattolicismo rosso di Giuseppe Prezzolini che fu pubblicato a Napoli nel 1908 per cura dell’editore Riccardo Ricciardi, perchè ci è parso che quest’operetta sia d’interesse per tutti coloro che seguono lo svolgimento del Concilio Ecumenico inaugurato da Papa Giovanni XXIII e continuato da Papa Paolo VI. Infatti anche oggi, fuori e dentro del Concilio Ecumenico, si sentono esprimere le stesse o simili istanze di modernità della Chiesa Cattolica, che nei primi anni del secolo nostro furono care a un gruppo di credenti. Il Cattolicismo rosso del Prezzolini fu il primo ed imparziale scritto d’insieme (tale apparve allora nel giudizio di Giovanni Amendola) su questo movimento che, nello stesso anno (1908) venne colpito dalla scomunica di Pio X nella Enciclica Pascendi. Il libro, nella sua parte centrale, è infatti una precisa esposizione dei propositi e delle domande dei «modernisti», distinti nelle loro categorie, di coloro che volevano una Chiesa più mistica in una filosofia che riconoscesse un Dio immanente nell’azione umana, una Chiesa più d’accordo con i dotti che accettasse la critica storica della Bibbia, e finalmente una Chiesa che non fosse alleata della classe capitalistica ma invece facesse causa comune col socialismo. Per la prima volta si trovaron esposte le dottrine del Loisy, del von Hügel, del Tyrrel, del Laberthonnière, del Blondel, del Bonaiuti del Minocchi, del Murri in modo chiaro e comprensibile, sopra fonti allora in buona parte difficilmente accessibili. Oltre questa parte centrale espositiva, il libro contiene una introduzione ed una conclusione, questa imperniata sopra il «brillante paradosso» dell’opposizione fra idea cristiana e forma cattolica, che sono in contrasto ma fra loro vitalmente legate. Crediamo che nella discussione che si è aperta con il pontificato di Papa Giovanni XXIII questo libro possa apportare, non delle soluzioni, ma degli elementi di discussione e di ricerca. La prima edizione fu di poche centinaia di copie e rapidamente si esaurì. È probabile che Papa Paolo VI debba averla letta in gioventù, come fu letta da molti cattolici d’allora, commossi dal movimento modernista.

La Guerriera Gentile

La Guerriera Gentile

Una donna in lotta contro il regime cinese

Autore/i: Kadeer Rebiya

Editore: Edizioni Corbaccio

con Alexandra Cavelius, prologo dell’autrice, postfazione di Alexandra Cavelius, traduzione dall’originale tedesco di Leonella Basiglini.

pp. 396, nn. fotografie a colori f.t., Milano

«Voglio essere madre di tutti gli Uiguri, la medicina che lenisce le loro sofferenze. Il fazzoletto che asciuga le loro lacrime, il tetto che li protegge dalla pioggia.»

Rebiya Kadeer, cinese di etnia uigura, si batte da anni per rivendicare i diritti più elementari del suo popolo perseguitato dal governo di Pechino.
Privata dei suoi beni, imprigionata, minacciata nei suoi affetti più profondi – il marito e i figli – ha deciso di non tacere e di continuare nonostante tutto a combattere la sua guerra pacifica con le armi della parola e dell’esempio.

Rebiya Kadeer, la più nota dissidente della Cina, si racconta in questo libro che è un’autobiografia e una fotografia lucida e impietosa di un regime spietato. Ha assistito al fallimento disastroso del grande balzo in avanti, ha subito la rivoluzione culturale, con la famiglia di etnia uigura e religione musulmana è stata cacciata più volte dalla propria terra e più volte ha dovuto ricominciare tutto daccapo. Da semplice lavandaia è diventata imprenditrice e miliardaria: è stata a lungo il simbolo della donna emancipata nella Cina convertita ai neocapitalismo e ha partecipato alla Quarta conferenza mondiale sulle donne dell’ONU di Pechino nel 1995. Ma da quando si è rifiutata di dissociarsi dalle parole del marito, dissidente ed esule negli Stati Uniti, Rebiya Kadeer è stata sottoposta a una feroce persecuzione e i suoi undici figli hanno subito ritorsioni e rappresaglie. Imprigionata, ha trascorso in carcere cinque anni, fino al 2005, quando è stata rilasciata in seguito a un accordo con gli Stati Uniti, dove attualmente risiede insieme al marito e a sei figli, e da dove continua a tenere alta l’attenzione sulle violazioni dei diritti umani da parte della Cina. Candidata tre volte al premio Nobel, nel 2004 ha ricevuto il premio Rafto per i diritti umani.

Nata nel 1948 tra i monti dell’Altay, nell’ex Turkestan orientale (l’attuale Xinjiang cinese), Rebiya Kadeer lotta da sempre per il riconoscimento dei diritti civili del popolo uiguro in Cina. Dal marzo 2005 vive in esilio negli Stati Uniti insieme al marito e a sei dei suoi undici figli. Da qui conduce una lotta appassionata in difesa dei suoi connazionali e raccoglie prove per trascinare davanti al Tribunale internazionale i responsabili di esecuzioni e arresti arbitrari in Cina.

Il Libro dei Medium

Il Libro dei Medium

Autore/i: Kardec Allan

Editore: Edizioni Mediterranee

introduzione dell’autore.

pp. 400, Roma

Dopo aver esposto nel Libro degli Spiriti la parte filosofica della dottrina spiritica, Allan Kardec ne enuncia in questo volume la parte pratica. Il suo sottotitolo è infatti: Guida dei Medium e degli evocatori, contenente l’insegnamento speciale degli spiriti su tutti i generi di manifestazioni, i mezzi di comunicazione con il mondo invisibile, lo sviluppo della medianità, le difficoltà che si possono incontrare nella pratica dello spiritismo. Il libro si rivolge non solo ai medium ma a tutti coloro che si interessano di spiritismo, poiché tutti posseggono qualità medianiche, e in quest’opera sono indicati i mezzi per portarle alla luce.

Allan Kardec (1804-1869) animatore entusiasta e instancabile della filosofia spiritualista e della pratica spiritica, dedicò tutto se stesso e gran parte della vita allo spiritismo. In pochi anni raccolse intorno a sé migliaia di seguaci: da allora lo spiritismo si è diffuso ovunque e i testi di Kardec su quest’argomento sono oggi i più venduti in tutto il mondo. Le Edizioni Mediterranee hanno pubblicato in Italia la sua opera completa: Il libro degli spiriti, Il libro dei medium, Le rivelazioni degli spiriti (2 voll.), Il Vangelo secondo gli spiriti (2 voll.), Il mondo degli spiriti, La possessione, Le manifestazioni spiritiche, Medium e fenomeni medianici e Opere postume.

Shiva

Shiva

Autore/i: Barazer-Billoret Marie-Luce; Dagens Bruno

Editore: Éditions Gallimard

nouvelle édition, préface de Jean-Claude Carrière.

pp. 116, ill., sous couverture illustrée, Paris

Élevé par ses fidèles à la tête du panthéon indien, Shiva y domine Vishnou, Brahmâ et la multitude des dieux de l’Inde. Dieu suprême, tout à la fois créateur, préservateur et destructeur de l’Univers, Shiva aux trois yeux, aux cinq têtes, aux cinq paires de bras et aux mille noms est représenté par un symbole phallique – le Linga – ou par des images multiformes. Son anatomie souvent fantastique rappelle les nombreuses fables dont il est le héros : criminel, rédempteur, renonçant, enseignant, bienveillant, vainqueur et parfait danseur. Partout en Inde son culte anime temples et lieux saints ; prêtres, sâdhus ou simples laïcs, puissants ou pauvres, y expriment leur dévotion à Shiva ou viennent par milliers en pèlerinage se placer sous sa protection.

Indianistes et sanskritistes, Marie-Luce Barazer-Billoret et Bruno Dagens sont spécialistes du shivaïsme.

Non Puoi Piantare un Chiodo nel Cielo

Non Puoi Piantare un Chiodo nel Cielo

Gli insegnamenti di un maestro zen

Autore/i: Lin-chi

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prefazione e cura di Fabrizio Rondolino.

pp.132, Milano

Il maestro cinese Lin-chi è rimasto celebre per il suo metodo di insegnamento diretto, per le sue parole schiette, essenziali, vigorose fino ad apparire crude, a sfiorare l’insulto e la bestemmia. Parole che spronano ancora oggi sulla via della conoscenza e della consapevolezza. Una meta che non coincide con alcuna dottrina.
Anzi, il suo insegnamento e da questo punto di vista radicale: «Non c’è Buddha, non ci sono esseri viventi, non c’è il passato nessuna pratica religiosa, nessuna illuminazione, niente da conquistare, niente da perdere Ciò che conta è questo momento presente Se riesci a vedere le cose in questo modo, sei davvero un uomo che ha lasciato questo mondo, libero di spendere diecimila monete d’oro ogni giorno». Prendere questo momento presente come la realtà, chinarsi su di esso con lo stupore e la gioia di chi osserva da vicino il fiorire di un prato: questo è il cuore del messaggio del maestro, qui presentato da Fabrizio Rondolino, che ne offre una versione semplice ma rigorosa, una lettura piacevole e ispirante per tutti.

Lin-chi (Nanhua, Cina settentrionale, inizio IX sec. – 866), entrato in monastero da ragazzo, a vent’anni intraprende un lungo viaggio, di maestro in maestro, che lo porterà da Huang-po Hsi-yun. Dopo averne seguito gli insegnamenti per tre anni arriva da un altro maestro, Ta-yü, presso il quale raggiunge l’illuminazione. Nell’85l si sposta in un tempio di cui adotta il nome (Lin-chì, appunto) e fonda una scuola destinata a un grande successo, dalla quale è poi derivato lo Zen Rinzai in Giappone.

Lezioni di Astrologia – La Natura dei Transiti

Lezioni di Astrologia – La Natura dei Transiti

Volume quarto

Autore/i: Morpurgo Lisa

Editore: Longanesi & C.

premessa dell’autrice.

pp. 184, Milano

La natura dei transiti è l’ultimo e definitivo volume di una serie di lezioni di astrologia iniziata con La natura delle case e continuata con La natura dei pianeti e La natura dei segni. Questa serie è il complemento naturale della famosissima Introduzione all’astrologia, testo ormai indispensabile per chiunque si avvicini a quest’antica scienza, o già la pratichi.
Il volume può essere letto e consultato indipendentemente dagli altri; tuttavia ha in essi un supporto utilissimo in quanto la lettura dei transiti non può prescindere da una conoscenza profonda della natura delle case, dei pianeti e dei segni. Anzi, si presenta come la conclusione logica e inevitabile della lettura del tema natale. A differenza di altri astrologi moderni, affascinati dall’idea di uno scoop previsionale (tipo l’annuncio della fine di qualche eminente personaggio politico), l’Autrice è del parere che la brama di certezze oracolari possa risultare assai nociva sia a chi le esprime sia a chi vi fa ricorso. «Non esistono», essa scrive, «’chiavi di lettura’ infallibili, poiché il tessuto dei transiti planetari è come il tessuto della nostra stessa vita, velato dalla limitata conoscenza che ciascuno di noi ha di sé e degli altri.» Ma aggiunge: «Il trascorrere del tempo, e l’incessante trascorrere degli astri sul nostro tema natale, può essere fonte di esperienze cognitive di altissimo valore, e individuarle con la maggior chiarezza è stato lo scopo di questo libro».

Lisa Morpurgo Bordoni è nata a Soncino in provincia di Cremona, si è laureata in lettere all’università statale (allora regia) di Milano, conosce quattro lingue e cominciò a tradurre giovanissima, soprattutto dall’inglese e dall’americano. Fu appunto la traduzione, dal francese questa volta, di un volume sull’astrologia di François-Régis Bastide a risvegliare un interesse che ben presto divenne accanita passione. Per molti anni responsabile dell’ufficio diritti esteri di una casa editrice, era anche amica personale di molti grandi scrittori che le fornirono un materiale di osservazione eccezionale. «Le mie prime cavie», essa dice, «furono Montale, Buzzati, Piovene, Gabriel Garcia Márquez, Mario Vargas Llosa e molti molti altri.» Alcuni tra costoro la incoraggiarono a scrivere Introduzione all’astrologia anche perché in un primo romanzo pubblicato nel 1968, Madame andata e ritorno, aveva rivelato uno stile chiaro e brillante, e la capacità di immaginare situazioni al confine tra il quotidiano e il. surreale su un sottile filo di ironia. Il suo secondo romanzo, Macbarath, pubblicato nel 1975, è già una traduzione in chiave fantascientifica delle sue scoperte zodiacali, di quel problema del Tempo e della riproduzione dell’universo che troverà espressione completa nel Convitato di pietra pubblicato nel 1979. Segue nel 1988 La noia di Priapo. Nel 1983 è apparso il primo di una serie di volumi di astrologia interpretativa: Lezioni di astrologia. La natura delle case; nel 1986 il secondo: La natura dei pianeti; nel 1989 il terzo: La natura dei segni. Oggi la serie è completa.

Il Libro dei Misteri e delle Potenze Ignote

Il Libro dei Misteri e delle Potenze Ignote

Antologia di fenomeni parapsichici

Autore/i: Moufang Wilhelm

Editore: Editore Ulrico Hoepli

prefazioni e versione italiana a cura di Nicola Sementovsky-Kurilo.

pp. XVI-400, 24 tavole b/n f.t., Milano

La disciplina parapsicologica, affermandosi con crescente autorevolezza nei suoi metodi d’indagine e arricchendosi man mano di materiale sperimentale sempre più persuasivo, è giunta ormai al punto da non poter più lasciare indifferenti nemmeno i più inveterati fra i razionalisti e gli scettici. Ed è forse uno dei meriti dell’opera di Wilhelm Moufang di offrire un’ottima occasione proprio agli uomini di studio e di pensiero fossilizzati in schemi senza vita di rivedere il loro atteggiamento giacchè ha il pregio non solo di esporre i fatti con la massima oggettività, ma anche di vagliare con prudente riserva e sempre vigile senso critico il materiale che ne costituisce l’oggetto di trattazione.

Il libro di Wilhelm Moufang uscito in Germania col titolo Magier, Mächte und Mysterien. Handbuch übersinnlicher Vorgänge und deren Deutung non ambisce tuttavia al rango di un trattato scientifico completo in materia di parapsicologia. Nel definirlo Handbuch ossia Manuale, l’autore intendeva in primo luogo sottolinearne il carattere di raccolta di fatti suffragati da un’ampia documentazione ed interpretati con richiami a pareri di autorevoli esperti di studi parapsichici, ciò che a sua volta giustifica il titolo della versione italiana Il libro dei Misteri e delle Potenze Ignote.

Wilhelm Moufang si presenta ai propri lettori come guida attraverso un mondo sconosciuto e in certo qual modo li invita a seguirlo nel suo viaggio che, nelle svariate esperienze che offre, a volte desta nell’autore stesso sorpresa e meraviglia. Così egli di quando in quando si vede costretto a fermarsi per una breve meditazione su fatti che finora non hanno trovato una spiegazione convincente nelle opinioni di coloro ch’egli, valendosi della loro indiscussa competenza, chiama a pronunciarsi su fatti ormai determinati nella loro essenziale natura dai risultati della ricerca parapsicologica. Ma anche i più straordinari, e diciamolo pure inverosimili fenomeni, vengono riferiti con caute riserve, e se l’autore nell’uno o nell’altro caso incerto o poco evidente crede di poter avanzare un’ipotesi interpretativa propria, lo fa con la modestia del vero ricercatore della verità. È questo senza dubbio un atteggiamento che si risolve a tutto vantaggio della sua opera tanto più ch’egli non si perde mai in vane ed astruse considerazioni teoriche, non pretende di essere uno «specialista», si dà piuttosto come testimone sensibile delle esperienze altrui, come relatore sinceramente affascinato da quanto egli stesso ha potuto sapere o imparare. Ciononostante la sua opera è scevra d’ogni prevenzione e lontana da ogni forma di apologia. Data questa sua particolare indole di un racconto vivo e multicolore, in nessuna parte appesantito da divagazioni astratte, il libro di Wilhelm Moufang non può non svegliare l’interesse di una vasta cerchia di persone. Ha trovato infatti molte migliaia di lettori in Germania e contemporaneamente alla presente versione italiana, vedrà un’edizione francese.
L’accesso alla complessa materia viene reso appunto facile dallo stile semplice ed immediato che l’autore ha preferito all’esposizione troppo arida e schematica che contraddistingue la maggioranza dei trattati scientifici. D’altra parte però Wilhelm Moufang apre nuovi orizzonti a quanti ai nostri giorni o sono del tutto digiuni di problemi di parapsicologia, o in un modo o nell’altro hanno avuto conoscenza di fatti isolati di natura extrasensoriale rimanendone profondamente impressionati e desiderosi di ampliare le proprie cognizioni sull’argomento.

Visualizza indice

L’uomo un essere radiante

Guarigioni meravigliose

Presentimenti visioni e chiaroveggenza

Figure misteriose

Tavoli semoventi e levitazioni

Le potenze demoniache dell’uomo

Vicende miracolose nella vita dei santi

Potenze occulte luminose e tenebrose

Spiriti e fantasmi

Stregoni, fachiri e maghi

Il Massacro – Movimenti e Storia del Militarismo

Il Massacro – Movimenti e Storia del Militarismo

Autore/i: Saba Sardi Francesco

Editore: Sugar Editore

unica edizione, premessa dell’autore.

pp. 468, 16 tavole b/n f.t., Milano

Mancava completamente in Italia una storia del militarismo, e a questo vuoto su un argomento tanto importante rimedia ora Saba Sardi con un libro che non è forse arrischiato classificare come uno dei migliori saggi pubblicati in questo dopoguerra. Saba Sardi, a cui si deve Sesso e mito, una storia della letteratura erotica, arrivata in breve alla seconda edizione, ha preso in esame il militarismo e i suoi moventi non dal punto di vista tradizionale, e cioè facendo una storia «militare» e delle teoretiche militariste, ma piuttosto secondo i moduli di una accurata indagine psicologica, sui motivi appunto psicologici e i complessi sado-masochistici di massa, che hanno favorito da parte delle classi dirigenti lo sfruttamento di determinate forme di esaltazione collettiva.
Nella prima parte, «Il silenzio dei carnefici», si esaminano, riferendoli alla situazione tedesca del periodo bellico come ad un ideale campo d’indagine, i metodi e i sistemi di mobilitazione e di inquadramento, quel complesso di norme e di prassi che costituisce il militarismo. Nel secondo saggio, «Cos’è la guerra», si dà una definizione dello scontro armato, quale risulta da un confronto tra i regolamenti di conti dei primitivi e quelli delle nazioni civili. Nella terza parte infine, «La parte del guerriero», Saba Sardi traccia una storia del militarismo moderno, dall’invenzione delle armi da fuoco ad oggi.
Raramente, riteniamo, un libro è stato più utile, per coloro che reagiscono alle intolleranze organizzate e, per ripetere le parole di Henry Miller in Il veterano alcoolizzato, si battono per quella «rivoluzione del cuore» che vedrà il mondo nuovo, non più retto da rapporti di forza.

Storia della Donna – 2 Volumi

Storia della Donna – 2 Volumi

Volume I: Dalle ere primitive ai barbari e all’Islam – Volume II: Dai Carolingi al XX secolo

Autore/i: Bardèche Maurice

Editore: U. Mursia Editore

introduzione dell’autore, traduzione integrale dal francese di Mila Contini.

vol. 1 pp. 424, 59 ill. a colori e b/n f.t., vol. 2 pp. 496, 77 ill. a colori e b/n f.t., Torino

L’opera si divide in due volumi che raccolgono la Storia della Donna, dalle ere primitive ai barbari e all’lslam, dai Carolingi al XX secolo.

Volume I:
“Soggetto sempre nuovo e sorprendente, la donna è stata cantata, raffigurata e descritta fin dalla più remota notte dei tempi. La curiosità nei suoi riguardi sembra tuttavia inappagata, come per un mistero non risolto agli occhi non soltanto degli uomini, ma delle donne stesse. Strano a dirsi, coloro che hanno cercato di raccontare la storia delle donne sono pochi e, se l’hanno fatto, si sono mostrati prevenuti (in un senso e nell’altro) o limitati, componendo opere frammentarie o dottrinarie. Ora uno scrittore rigoroso ed erudito, ma anche appassionato e sensibile, ha affrontato l’argomento, dalle origini ad oggi, con spirito attuale e fruendo degli ampi mezzi di ricerca moderni. Ne è nato un affresco ricco di vita e di prospettive inattese, in cui le donne non sembrano affatto il « sesso debole » e neppure « oppresso », pur conservando sempre il compito privilegiato avuto dalla natura, la scintilla dell’atto creativo, la garanzia della vita e della sua continuazione. Fin dalle grandi mitologie, la donna è la potenza tutelare, che si oppone all’impero della morte. Anche quando, più tardi, s’impone il potere assoluto degli uomini e le città sembrano senza donne, sono loro, spesso, a governare. Conducono allora una vita assai diversa da quel che comunemente si crede. I ginecei non corrispondono all’immagine convenzionale. La poligamia obbedisce a regole e riti. Si scopre che, in tutti i tempi, ci sono state donne d’affari che maneggiavano enormi capitali e che persino la donna « all’americana », con la sua sequela di matrimoni e di pensioni alimentari, non era rara nel mondo antico. Gli esempi di questi casi. e d’innumerevoli altri, risultano suggestivi.
Questa prima parte dell’opera ha inizio cinquemila anni fa e giunge sino ai tempi di Carlo Magno: ma in questa lanterna magica sfilano figure di donne che ci colpiscono continuamente per la loro modernità. A maggior ragione ci si chiede: erano felici? erano amate? erano libere, nonostante le apparenze? Non è pensabile che abbiano sopportato millenni di continua schiavitù.
Il libro risponde a questi interrogativi con acutezza e spesso con audacia, seguendo i costumi amorosi e le strutture sociali dei tempi, e riscoprendo sempre la donna impegnata, fondamentalmente, nella responsabilità di avere figli, di nutrirli e cli proteggerli, ma anche di affrontare e possibilmente modificare il proprio mondo. Con la Cavalleria, e fino ai nostri giorni, le donne avranno sempre più il compito di costituire l’affascinante centro intorno al quale ruota la vita dei loro tempi, assumendo apertamente la figura di protagoniste. Sarà il tema svolto nella seconda parte di quest’opera, unica nel suo genere, sollecitante e rivelatrice.”

Volume II:
“In un’epoca come la nostra di rivendicazioni femminili, questa storia della donna reca – con spirito e mezzi d’informazione moderni – una prospettiva illuminante e, per molti versi, inedita. La condizione femminile appare come un problema perenne: nemmeno la soluzione sbrigativa e sopraffattoria dei ginecei riesce a soffocarlo. Il predominio maschile riesce a imporsi, talvolta, come un fatto storico, che giunge anche alla tirannia, ma è continuamente smentito dalla realtà umana. La donna rimane la potenza tutelare che garantisce la continuità della vita contro le tenebre della morte e, in un modo o nell’altro, a questo suo privilegio si rende sempre omaggio. Tuttavia, se la sostanza permane immutata, cambiano le circostanze, le forme.
La prima parte di questa opera ha descritto i costumi amorosi, la posizione delle donne e il loro potere nell’ambito familiare e sociale dell’antichità. Questa seconda parte, che giunge sino ai giorni nostri, rivela una prospettiva concretamente modificata nei suoi aspetti: tanto da far nascere l’interrogativo se siano stati i tempi a trasformare la condizione femminile, o se siano state le donne a determinare quello che chiamiamo il mondo moderno. Con l’epoca della Cavalleria nasce una figura femminile intorno alla quale i maschi fanno la ruota, sfoggiando come smaglianti penne il loro valore e le loro attrattive. Ma l’Autore – come per l’antichità, accanto alle imperatrici, alle matrone, alle grandi cortigiane, alle «schiave» potentissime dal pugno d’acciaio, ci ha via via mostrato le semplici donne di famiglia -, così ora, attraverso il Rinascimento, le monarchie e le rivoluzioni, segue non solo le gran dame e le eroine, ma anche le donne: del popolo minuto. La novità è costituita dalla rivelazione sempre più chiara e documentata dello stretto nesso fra la vita delle donne e la «moda»: che non è solo quella del vestire, ma anche, e soprattutto, il timbro variabile della cultura (e, con essa, dei giochi amorosi) nel susseguirsi dei tempi. Sembra quasi che la moda sia la risposta e la difesa femminile contro le violenze della storia. L’obiettività dell’Autore consente non solo di vedere che le rivendicazioni femminili sono di ogni tempo, ma anche di conoscerne la natura, e di distinguerle da quei fenomeni – appunto di « moda » – che sono le rivendicazioni femministe.
L’Autore ha le sue simpatie. Le donne che passano nell’ambito oscuro della famiglia o sotto i riflettori della popolarità con caratteri di dolcezza, di pazienza e di infinita sapienza di fronte alla follia virile, e soprattutto ai dolori del mondo, fanno evidentemente vibrare in lui una corda segreta; ma non commette ingiustizie: le innumerevoli figure femminili d’ogni tipo e d’ogni condizione sociale che emergono da queste pagine sono viste tutte come esseri ricchi di umanità e di significato, di un’importanza insostituibile, determinante, nello svolgimento della storia.”

Decapitare lo Stress

Decapitare lo Stress

Autore/i: Harding Douglas E.

Editore: Ubaldini Editore

prefazione dell’autore, traduzione di Giampaolo Fiorentini.

pp. 272, nn. illustrazioni b/n, Roma

La verità più semplice e più immediata, quella che coincide con l’evidenza, è la sola che ci può salvare dallo stress, che può decapitarlo facendoci riconoscere le cose per quel che non sono, facendoci toccare con mano la realtà del nostro non essere.

Che cosa è veramente lo stress?
Qualcosa di cui non ci si libera facilmente, non tanto per quello che è, quanto per quello che non è, dice Douglas Harding in questo suo ultimo e sorprendente libro. Tuttavia, dice ancora Harding, può anche diventare facilissimo eliminare, stroncare, decapitare lo stress, purché si sappia come fare. E per saperlo non si deve far altro che riconoscere la sua non-esistenza, come d’altronde la non-esistenza di tante altre cose, a partire dalla nostra stessa testa. Infatti solo percorrendo la «Via senza testa», quella Via che ci insegna a vedere il nostro vero Volto Originario, che ci fa conoscere noi stessi per ciò che veramente siamo, che ci insegna le vie d’uscita dalla prigione della nostra condizione umana, che ci mostra la non esistenza della nozione di morte, possiamo decapitare lo stress, togliergli quella testa che non ha mai avuto.
Il metodo insegnato da Harding è il più infallibile, lo possiamo imparare immediatamente e ci sarà d’aiuto per sempre. Dobbiamo soltanto trovare il coraggio di guardarci, riconoscere l’evidenza di noi stessi, la nostra vera non-essenza, e tutti i preconcetti che ci hanno dato tanto disagio e stress scompariranno miracolosamente. Il segreto è semplicissimo: basta che ci rendiamo conto che noi in realtà non siamo altro che quel Nulla che vince lo stress escludendolo da se stesso, o quel Tutto che lo vince includendolo in se stesso. È un metodo di una facilità estrema anche se, come avverte l’autore, le abitudini di tutta una vita non si possono cancellare dall’oggi al domani. Bisogna lavorarci su, ma la percezione diretta della realtà, la nostra emancipazione dal falso, meritano ogni sforzo.

Douglas E. Harding è nato nel 1909 a Lowestoft, in Inghilterra, in una famiglia appartenente da due generazioni alla setta religiosa degli Exclusive Plymouth Brethren. A ventun anni, studente di architettura all’University College di Londra, Harding rifiutò la fede dei genitori per cercare da sé la strada verso la “Verità che ci rende liberi”. Oltre a esercitare la professione di architetto a Londra, in India e nel natio Suffolk, ha insegnato filosofia e religioni comparate ’ e scritto molti libri, tra cui ricordiamo La via senza testa e Il piccolo libro della vita e della morte, apparsi tutti e due in questa collana.

Normalità e Follia nella Famiglia

Normalità e Follia nella Famiglia

Undici storie di donne

Autore/i: Laing Ronald D.; Esterson Aaron

Editore: Giulio Einaudi Editore

prefazione e cura di Letizia Jervis Comba, interviste e prefazioni degli autori, introduzione degli autori, traduzione di David Mezzacapa.

pp. LVI-276, Torino

Questo volume si fonda sui risultati di una indagine dedicata allo studio della famiglia: gli autori hanno esaminato i rapporti interpersonali in undici famiglie di donne diagnosticate schizofreniche, dimostrando che quando la prospettiva «clinica» tradizionale viene sostituita da una prospettiva sociale, l’esistenza e l’aspetto della follia assumono per la prima volta il loro vero significato.
La vita stessa di quelle famiglie risulta illuminata di una luce che ne svela i reali rapporti umani, i nodi di sentimenti, le aspettative reciproche, i reciproci condizionamenti, e talora le violenze.
Pubblicato per la prima volta in Gran Bretagna nel 1964, il volume ha sollevato una serie di dibattiti e di controversie che ne fanno oggi uno dei pochi testi veramente fondamentali della nuova psichiatria. La presente edizione include la prefazione degli autori alla seconda edizione inglese (1970) e il testo di due interviste concesse da Laing e da Esterson per l’edizione italiana del volume.

R. D. Laing, nato nel 1927, medico e psichiatra, ha legato il proprio nome ad alcuni dei testi più importanti della psichiatria contemporanea, e a ricerche e esperienze di psichiatria esistenziale e sociale. I suoi altri libri principali sono La politica dell’esperienza (trad. it. Feltrinelli, 1968), L’Io diviso (trad. it. Einaudi, 1969), L’Io e gli altri (trad. it. Sansoni, 1970), La politica della famiglia (trad. it. Einaudi, 1973), Nodi (trad. it. Einaudi, 1974). Con David Cooper ha curato il convegno Dialettica della liberazione (Einaudi, 1969).

A. Esterson, psichiatra e psicoanalista, è autore del volume Leaves of spring (Foglie di primavera), tradotto in questa stessa collana.

Terapia delle Malattie Spirituali

Terapia delle Malattie Spirituali

Un’introduzione alla tradizione ascetica della Chiesa ortodossa

Autore/i: Larchet Jean-Claude

Editore: Edizioni San Paolo

introduzione dell’autore, traduzione dal francese di Luigi Borriello.

pp. 816, Cinisello Balsamo (Milano)

Dalle origini del cristianesimo, la “salute” è stata considerata dai Padri della Chiesa come una guarigione portata dal Cristo, medico delle anime e dei corpi, all’umanità malata. Tale concezione, che trova nella Sacra Scrittura e nella liturgia un solido fondamento, è stata fatta propria dalla tradizione ascetica dell’Oriente cristiano, al punto da costituire un vero metodo diagnostico e terapeutico delle malattie spirituali.
Questo metodo fu messo a punto nel corso del tempo, sulla base dell’antropologia cristiana elaborata dai Padri, da generazioni di spirituali, i quali hanno esplorato l’anima umana nei suoi angoli più reconditi, hanno appreso a dominare tutti i suoi movimenti e si sono impegnati a trasformarla. Tale metodo ha progressivamente raggiunto una coerenza, una precisione e una profondità che ci lasciano sbalorditi.
È quanto viene messo in luce con estremo rigore e notevole chiarezza in questo studio, veramente originale, che costituisce una vasta sintesi degli insegnamenti patristici e ascetici orientali dal II al XVI secolo. È una rinnovata visione della dottrina cristiana della “salute” che ci viene offerta da questo voluminoso trattato, teorico e pratico ad un tempo, di psicologia e di medicina spirituali. Esso è una vera summa, di cui finora non esisteva l’eguale, della spiritualità ortodossa.

Cristo è medico delle anime e dei corpi. In base a questa concezione, la tradizione ascetica dell’Oriente cristiano ha elaborato un vero metodo diagnostico e terapeutico delle malattie spirituali.
Questo metodo fu messo a punto nel corso del tempo, sulla base dell’antropologia cristiana elaborata dai Padri, da generazioni di spirituali, i quali hanno esplorato l’anima umana nei suoi angoli più reconditi, hanno appreso a dominare tutti i suoi movimenti e si sono impegnati a trasformarla.
Questo studio presenta con estremo rigore e notevole chiarezza questo metodo veramente originale, che costituisce una vasta sintesi degli insegnamenti patristici e ascetici orientali dal II al XVI secolo. Si presenta così al lettore un trattato, teorico e pratico ad un tempo, di psicologia e di medicina spirituali e una rinnovata visione della dottrina cristiana della “salute”.

Jean-Claude Larchet è dottore in teologia e in filosofia. Specialista in argomenti concernenti la salute, la malattia e la guarigione, è autore di numerosi studi sulla teologia e la spiritualità  dei Padri. Delle sue opere sono state tradotte e pubblicate in italiano Teologia della malattia (Queriniana, Brescia 1993) e Terapia delle malattie spirituali. Un’introduzione alla tradizione ascetica della Chiesa ortodossa presso le Edizioni San Paolo (Cinisello Balsamo 2003).
Ha pubblicato diverse opere presso le Éditions du Cerf, tra cui: Théologie de la maladie (1991, ri-editato nel 1994 e tradotto in italiano dalla Queriniana di Brescia nel 1993), Thérapeutique des maladies mentales. L’expérience de l’Orient chrétien des Premiers siècles (1992).

Acquapuntura e Acquaterapia

Acquapuntura e Acquaterapia

Come curarsi da soli con l’acqua

Autore/i: Gillard Jean-Maurice

Editore: SugarCo Edizioni

traduzione dal francese di Franca Nappi.

pp. 176, nn. illustrazioni b/n, Milano

Calda, tiepida, fredda, con bagni parziali, docce e applicazioni con getti precisi su alcuni punti d’agopuntura, l’acqua cura.
tranquillizza, rinvigorisce. Ma come sapere se è bene ricorrere ad applicazioni d’acqua calda su una data parte del corpo e d’acqua fredda su un’altra? E per curare quali mali?
L’acquaterapia si propone di rendere ancora attuali alcuni principi dell’idroterapia adattandoli alla tradizione medica cinese.
In realtà nessuno finora aveva concepito ed esposto in un’opera organica la metodologia per effettuare una simbiosi, in campo sia teorico che pratico, delle due concezioni terapeutiche.
Il dottor Gillard ci spiega in questo libro come fare il nostro bilancio energetico; ci dice come utilizzare i bagni parziali, le docce, le applicazioni d’acqua calda o fredda, a seconda che si debba tonificare o disperdere l’energia. Infine, sempre prefiggendosi lo scopo di far combaciare il metodo idroterapico con la teoria cinese dei meridiani, l’autore sostituisce gli aghi usati in agopuntura con getti d’acqua (di cui saranno controllati e variati il calore, la pressione ecc.).
Mediante foto e schemi dettagliati, ci viene inoltre illustrato come adoperare il getto (filiforme o diffuso) sui principali punti dei meridiani con l’avvertenza di quanto potremo fare da soli e quanto sarà opportuno invece fare sotto controllo medico.

Nella realtà odierna, in cui i danni ecologici sono quasi irreparabili e i ritmi di lavoro sempre più allenanti e lesivi della personalità dell’individuo e della sua capacità di recupero, la collana «Vivere meglio» intende proporre testi.
Elaborati con rigore scientifico ma scritti In un linguaggio accessibile al largo pubblico, che informino sulle attuali possibilità di salvaguardare la propria salute, meglio definita «gestione del proprio corpo».

Jean-Maurice Gillard, laureatosi in medicina, si è in seguito dedicato allo studio delle proprietà terapeutiche dell‘acqua in particolare e della medicina alternativa in generale. Collabora a periodici scientifici specializzati sull’argomento. Vive e lavora in Francia.

Il Tantra e la Purificazione dei Sensi

Il Tantra e la Purificazione dei Sensi

Rituali indù per trasformare se stessi

Autore/i: Devi Kalavani

Editore: Xenia Edizioni

prefazione di Yogasri Sivajnani Svami Yogananda Giri, introduzione dell’autore.

pp. 188, nn. figure b/n f.t., Milano

Mentre in Occidente si attribuisce grande importanza all’intelletto, la cultura indiana, specialmente quella legata al Tantra Yoga, sostiene che ci si può avvicinare di più all’Assoluto attraverso l’esperienza dei sensi, dunque attraverso i piaceri del gusto, dell’olfatto, del tatto, della Vista e dell’udito. Purché però tutto non sia esclusivo appagamento personale, ma esperienza del Divino, sotto forma di venerazione di una immagine sacra o del maestro spirituale. Dal punto di vista indù, specialmente tantrico, infatti, il corpo è sacro come un luogo di culto e di pellegrinaggio. Il Tantra e la purificazione dei sensi è un libro unico, perché non solo insegna come trasformare in vita spirituale la nostra attività sensoriale, ma perché offre anche molti esercizi pratici, basati sull’uso mistico dei profumi, dei fiori, delle luci, delle campane, dei mantra, delle preghiere, delle mudra: sono i più bei doni che l’anima umana possa fare al Divino.

Kalavani Devi (Cristina Valle) è esperta di cultura indù, cultore di demoetno-antropologia presso l’Università di Genova e insegnante di yoga. Ha compiuto diversi viaggi in India.

Teatro

Teatro

Romolo il Grande • Il matrimonio del signor Mississippi • Un angelo viene a Babilonia • La visita della vecchia signora • Franco Quinto • I fisici • La meteora

Autore/i: Dürrenmatt Friedrich

Editore: Giulio Einaudi Editore

traduzione di Aloisio Rendi.

pp. 500, Torino

«Nelle opere di Dürrenmatt si squarta, si decapita, si castra, si fucila, si avvelena ad ogni piè sospinto. “Non c’è faccenda nel mio impero, – dice Nabuccodonosor nella commedia Un angelo viene al Babilonia, – in cui non ci possa entrare il boia”. I leoni e i leopardi che gli svizzeri vanno a cacciare in Africa calcano le scene dei loro stessi teatri, e il vederli costa pochi franchi. In prima istanza questa crudeltà generalizzata si presenta però a Dürrenmatt sotto la forma di apparato statale, nel modo più evidente nella commedia Romolo il Grande. C’è qui senza dubbio l’eredità della polemica elvetica del piccolo contro il grande, del federale contro il centralizzato, polemica che risale a Burckhardt… e c’è anche il riallacciarsi, al di là di Brecht, a certi motivi del teatro espressionista. Romolo il grande è Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore romano, che gli storici chiamano “il piccolo” e che Dürrenmatt chiama invece “il grande”, perchè si è insediato sul trono dei Cesari appositamente per sabotare l’impero, disinteressaindosi di tutto e allevando galline. A chi lo rimprovera di aver tradito risponde: “Non sono stato io a tradire il mio impero. È Roma che ha tradito se stessa. Conosceva la verità, ma ha scelto la violenza, conosceva l’umanità, ma ha scelto la tirannia”. I mostri sono qui dunque ancora quelli del potere “cattivo in sé” (come diceva lo svizzero Burckhardt) e le sue radici sono inestirpabili poiché anche Odoacre, che dà il cambio a Romolo ed è un mite pollicultore al pari di lui, ha accanto a sé il nipotino Teodorico, un tedesco pedante che prende appunti sui monumenti romani e sta meticolosamente preparando la caduta e l’uccisione dello zio.
In un secondo tempo la razionalizzazione dell’universo diventa per Dürrenmatt un compito impossibile che porta in se stesso, e non in un sabotatore consapevole come Romolo Augustolo, la propria negazione. L’impero romano diventa l’impero di Nabuccodonosor, che vuole trasformare anche l’ultimo mendicante in un funzionario statale, e, se egli si rifiuta, consegnarlo al boia. Ma il mendicante si traveste lui da boia, un angelo scende a Babilonia e vi porta il disordine dell’irrazionale e dell’amore, e cosi a Nabuccodonosor non resta altro che ordinare la costruzione della torre di Babele per dare la scalata al cielo e tentare di razionalizzare anche quello. La perfezione della tecnica e dei “servizi” evoca proprio quei fantasmi dell’irrazionale che intendeva bandire. ..
A questo punto il potere “cattivo in sé” si è identificato con la stessa razionalità reificata e burocratizzata del capitalismo che a Dürrenmatt appare come la razionalità in sé. Il grottesco delle sue commedie consisterà allora nell’evocare fantasticamente l’aspetto mostruoso e sanguinolento della “morale caparbia e dispettosa” implicita nella logica del capitalismo. La crudeltà non è solo nell’impero romano o babilonese: è anche nella vita della cittadina tedesca di provincia, decaduta e impoverita in mezzo alla prosperità generale, dove si svolge l’azione della commedia La visita della vecchia signora…». (Cesare Cases)

Il Convitato di Pietra – Trattato di Astrologia Dialettica

Il Convitato di Pietra – Trattato di Astrologia Dialettica

Autore/i: Morpurgo Lisa

Editore: Longanesi & C.

prefazione dell’autrice.

pp. 296, 41 illustrazioni b/n, Milano

«Nell’introduzione all’astrologia avevo condensato i miei sforzi di approccio logico a un materiale antichissimo, corroso dal tempo, deteriorato dal pessimo uso fattone e che stentava ad assumere non solo le connotazioni di scienza, ma anche quelle di semplice disciplina. Questo approccio logico aprì invece una strada maestra verso la rivalutazione dell’astrologia e facilitò un suo uso tanto più efficace quanto più coerente. Il risultato soddisfece e continua a soddisfare un vasto numero di persone, ma scatenò in me un processo di avidità conoscitiva non ancora placato. La decifrazione del codice zodiacale e la scoperta di certi comportamenti umani indistruttibilmente legati ai suoi simboli mi convinsero che ogni tema natale non poteva essere letto, sia pur con chiarezza, in base al semplice schema di certe posizioni planetarie; si imponeva invece un suo inserimento nel tessuto più vasto di un tempo universale (il tempo di Dio di sant’Agostino, o il tempo della Storia) che giustificasse la funzione del singolo in termini ignorati finora non soltanto dagli astrologi, ma anche dai sociologi, e appena appena sfiorati dagli psicanalisti. L’astrologia si trasformava in cosmogonia e l’universo si rivelava vivente, in grado di riprodursi, come d’altronde alcuni moderni astrofisici avevano già ipotizzato. Il convitato di pietra è il frutto di quelle mie speculazioni, maturate tra il 1975 e il 1978; ma accanto a ipotesi e teorie di grande audacia il lettore vi trova gli elementi dell’astrologia dialettica grazie ai quali la lettura di un terna può arricchirsi in modo straordinario e svolgersi secondo linee di approfondimento psicologico prima impensabili.» (Dalla prefazione dell’autrice)

Lisa Morpurgo Bordoni è nata a Soncino in provincia di Cremona, si è laureata in lettere all’università statale (allora regia) di Milano, conosce quattro lingue e cominciò a tradurre giovanissima, soprattutto dall’inglese e dall’americano. Fu appunto la traduzione, dal francese questa volta, di un volume sull’astrologia di François-Régis Bastide a risvegliare un interesse che ben presto divenne accanita passione. Per molti anni responsabile dell’ufficio diritti esteri di una casa editrice, era anche amica personale di molti grandi scrittori che le fornirono un materiale di osservazione eccezionale. «Le mie prime cavie», essa dice, «furono Montale, Buzzati, Piovene, Gabriel Garcia Márquez, Mario Vargas Llosa e molti molti altri.» Alcuni tra costoro la incoraggiarono a scrivere Introduzione alla astrologia anche perché in un primo romanzo pubblicato nel 1968, Madame andata e ritorno, aveva rivelato uno stile chiaro e brillante, e la capacità di immaginare situazioni al confine tra il quotidiano e il surreale su un sottile filo di ironia. Il suo secondo romanzo, Macbarath, pubblicato nel 1975, è già una traduzione in chiave fantascientifica delle sue scoperte zodiacali, di quel problema del Tempo e della riproduzione dell’universo che troverà espressione completa nel Convitato di pietra, pubblicato una prima volta nel 1979. Del 1988 è La noia di Priapo. Nel 1983 è apparso il primo di una serie di volumi di astrologia interpretativa: Lezioni di astrologia. La natura delle case; nel 1986 il secondo: Lezioni di astrologia. La natura dei pianeti; nel 1989 il terzo: Lezioni di astrologia. La natura dei segni.