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La Mia Terra il Mio Popolo

La Mia Terra il Mio Popolo

Le memorie del Dalai Lama del Tibet

Autore/i: Dalai Lama

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di di Ugo Tolomei.

pp. 244, 33 illustrazioni a colori e b/n f.t., Milano

Il Tibet millenario, misterioso e sconosciuto, rimasto per secoli chiuso ad ogni intrusione straniera, il paese dei monasteri e dei monaci, dove la vita era semplice e serena pur nell’austerità dei costumi e nella severità predicata dalla religione buddista, ha cessato di esistere da quando nel 1950 le truppe della Cina hanno oltrepassato i confini e assoggettato un popolo inerme.
Nessuno meglio del Dalai Lama, la più alta autorità spirituale e politica tibetana, può far luce sul mistero del Tibet e sulla tragedia del suo tramonto. Nella solitudine dell’esilio, egli rievoca miti e tradizioni secolari della sua gente, narra la sua ascesa al trono e la sua educazione religiosa, i primi incontri con i conquistatori, i disperati tentativi di salvare almeno un resto di libertà di vita e di fede. «Mentre la Cina sta distruggendo il mio popolo e tutti i valori per cui esso vive, io nel mio esilio dedico ogni sforzo alla causa tibetana nell’unico modo che mi è consentito, cercando cioè di far sapere al mondo intero attraverso le Nazioni Unite – ed ora anche attraverso questo libro – ciò che è accaduto e che sta accadendo nel Tibet e di aiutare tutti coloro che come me hanno preso la via dell’esilio…».
Sorgerà un nuovo Tibet quando il paese sarà nuovamente affrancato dalla soggezione straniera: a questo avvenire nella libertà e nella pace mira tutta l’opera del Dalai Lama; il suo libro perciò non è soltanto un autentico documento umano e politico, è anche un appello alla coscienza del mondo.

Il quattordicesimo Dalai Lama è nato nel 1935 a Taktser, piccolo villaggio del Tibet nordorientale, da una umile famiglia di contadini. A cinque anni, dopo lunghe ed elaborate ricerche compiute in base a riti e tradizioni antichissime, fu riconosciuto ufficialmente come reincarnazione del tredicesimo Dalai Lama morto nel 1933.
Accolto solennemente nella capitale Lhasa, iniziò qui il lungo periodo di noviziato spirituale e di vita monastica.
All’età di sedici anni si trovò improvvisamente di fronte al problema dell’infiltrazione cinese che minacciava l’indipendenza del Tibet. Dopo inutili tentativi di giungere a un pacifico accordo con la Cina, nel 1950 con il cosiddetto Trattato di Pechino l’occupazione del Tibet diveniva un fatto compiuto. Nel 1956 il Dalai Lama compì un pellegrinaggio politico e religioso in India dove visitò la tomba del mahatma Gandhi. Tornato in patria nel 1959, continuò a seguire e a predicare la politica della non-violenza, ma non riuscì purtroppo a impedire che tra il popolo in fermento per la crescente pressione dei cinesi si accendesse la rivolta, che scoppiò in tutta la sua violenza nel 1959, causando la repressione cinese e il totale asservimento del Tibet alla Cina.
A quell’anno risale la drammatica fuga del Dalai Lama in India dove egli vive tuttora in volontario esilio, adoperandosi per un futuro migliore della sua terra e del suo popolo.

Omeopatia e Psicanalisi

Omeopatia e Psicanalisi

Raffronti

Autore/i: Granata Guido; Iodice Emilio

Editore: Editoriale Jaca Book

prefazione di Eugenio Borgna.

pp. 160, Milano

In questo libro sono descritte e illustrate alcune fondamentali nozioni sull’Omeopatia e sulla Psicanalisi; con l’intenzione, riuscita, di delineare come discipline, apparentemente contraddittorie ed antinomiche l’una con l’altra, possano avere suggestivi punti in comune. Un discorso, certo, difficile da articolare e da realizzare, e che ha una condizione preliminare e indispensabile: quella di tenere ben distinte le fondazioni metodologiche ed epistemologiche dell’una e dell’altra disciplina. Cosa che in questo libro avviene nel rispetto reciproco dell’una e dell’altra disciplina.
Le enunciazioni teoriche, che stanno a fondamento dell’Omeopatia, vengono esposte ed analizzate con grande chiarezza e con grande equilibrio critico: cercando di inserirla nel contesto di una prospettiva generale della condizione umana psicologica e biologica. La descrizione delle diverse sindromi cliniche e psicopatologiche è molto sintetica ma molto precisa, e consente al lettore di prendere coscienza della complessità e della molteplicità delle problematiche psicologiche che non possono essere mai semplificate e svuotate della loro intrinseca dialettica. In particolare, sono ben trattate le sintomatologie ancorate alla presenza di disturbi della vita affettiva: descritti, anche questi, con molto rigore scientifico e nel rispetto dell’originalità e dell’autonomia delle grandi sindromi psicopatologiche.
In complesso, il rifiuto della rigida dicotomia cartesiana, che distingueva rigidamente la res cogitans dalla res extensa, e cioè l’anima dal corpo, si colloca al centro di ogni rigoroso discorso che abbia a correlare l’indirizzo omeopatico con quello psicanalitico. (Dalla Prefazione di Eugenio Borgna)

Guido Granata, si è laureato in Medicina a Milano, dove ba conseguito le specializzazioni in Pediatria e Cardiologia e la Libera Docenza in Clinica Pediatrica. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche, fra le quali particolare rilievo hanno: Cardiopatie acquisite nell’infanzia (Meridiana, Milano); Difendiamo la nostra salute (SEI, Torino); Omeopatia in Pediatria, (Cortina, Milano); Le basi della psichiatria omeopatica e i disturbi mentali e emotivi (RED, Conto); Compendio di Omeopatia (Hoepli, Milano); L’Altra Medicina (in Medicina e salute, Enciclopedia Fabbri). Ha curato inoltre l’edizione italiana del libro Omeopatia di O.A. Julian e M. Haffen. Dirige la rivista «Quaderni di Agopuntura tradizionale cinese» ed è Presidente della Società di Omeopatia clinica hahnemanniana.

Emilio Iodice, allievo diretto del Prof. Granata e continuatore della sua Scuola, è specialista presso l’Università degli Studi di Pavia in tisiologia e malattia dell ’Apparato Respiratoria, Igiene e Medicina Preventiva, Neurologia. Attualmente è Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera «Maggiore della Carità» di Novara.

Conoscere l’Agopuntura

Conoscere l’Agopuntura

Autore/i: Darras Jean-Claude

Editore: Garzanti Editore

introduzione dell’autore, traduzione dal francese del dottor Carlo Mariani docente di agopuntura della SIA

pp. 184, nn. illustrazioni b/n, Milano

Funziona? Certamente si. In Cina Popolare (e anche altrove) viene usata per le anestesie chirurgiche con risultati eccellenti. Può sostituire la medicina occidentale? No, ma può integrarla. Appena ieri l’agopuntura appariva ai più una pratica ciarlatana, da baraccone e da fiera. Di simili pratiche, o si diffida completamente o, quando visi ricorre, si immagina che possano tutto. L’agopuntura non può tutto: può molto (soprattutto nei disturbi funzionali e nell’alleviare il dolore). Questo manuale di Jean-Claude Darras spiega con molta chiarezza quando può essere utile farsi «pungere». Naturalmente non si limita a questo: Conoscere l’agopuntura è un manuale completo, utile come primo approccio anche a quei medici, sempre più numerosi, che desiderano diventare agopuntori. Barras, che è un medico e agopuntore francese, insiste molto sulla possibilità di associare l’agopuntura alle terapie occidentali. Naturalmente non trascura per questo i fondamenti tradizionali di una terapia così antica. Attraverso Conoscere l’agopuntura il lettore verrà iniziato alla visione cinese di un corpo percorso da invisibili linee energetiche (i «meridiani»), e capirà quel semplice mistero che tanto stupisce i profani: come l’agopuntore individui i punti (spesso remoti dalla parte che si vorrebbe curata) in cui infiggere i suoi sottilissimi aghi.

Il Cantico dei Cantici

Il Cantico dei Cantici

…e le altre più belle parole d’amore dell’Antico Oriente

Autore/i: Anonimo

Editore: Edizioni Piemme

prima edizione, a cura di Serena Tajé.

pp. 144, Casale Monferrato (AL)

Il testo di uno dei libri più famosi e discussi della Bibbia, accompagnato da una selezione di poesie e brani tratti dalla letteratura d’Oriente e dell’Antico Egitto.
Le più belle parole d’amore scritte in un passato lontano, ma ricche di freschezza e incisività.
Un’occasione preziosa per riscoprirne ancora oggi la capacità di far sognare e innamorare.

La presente edizione del Cantico dei Cantici si basa sulla traduzione di Luis Alonso Schökel. Esegeta, letterato, la sua versione si attiene con grande fedeltà al testo originale, riproducendone lo spirito e l’atmosfera che hanno reso tale opera il poema d’amore per eccellenza.
La traduzione delle liriche d’amore dell’Antico Egitto e del Medio Oriente e invece basata sull’edizione parigina del 1883 di G. Maspero, che riporta i Papiri di Torino e gli Ostraka conservati al British Museum.

Che cos’è la Conoscenza

Che cos’è la Conoscenza

Autore/i: Autori vari

Editore: Editori Laterza

prima edizione, a cura di Mauro Ceruti e Lorena Preta, traduzione dei testi originali in lingua inglese di H. von Foerster e in lingua francese di F.J. Varela e di E. Morin sono di Bruna Tortorella.

pp. XIX-156, illustrazioni b/n, Bari

La perdita della certezza, di una verità atemporale posseduta per sempre, è destinata a lasciarci nell’angoscia del provvisorio e dell’instabile?
Per la prima volta filosofia, epistemologia, scienze cognitive, psicoanalisi dialogano attraverso la voce dei loro protagonisti più originali e si confrontano sul problema cruciale del loro stesso esistere.

Mauro Ceruti, filosofo e psicologo ha insegnato nelle università di Ginevra, Parigi e Palermo. Tra le sue pubblicazioni: La sfida della complessità (con G.L. Bocchi, 1985); Il vincolo e la possibilità (1986); La danza che crea (1989); Turbare il futuro (con G.L. Bocchi e E. Morin, 1990). È condirettore di «OIKOS – rivista quadrimestrale per un’ecologia delle idee» (P.L. Lubrina Editore).

Lorena Preta è laureata in Filosofia all’università «La Sapienza» di Roma. Psicoanalista, membro della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytical Society, vive ed esercita a Roma.

(Saggi di M. Ceruti, F. Corrao, H. von Foerster, A.G. Gargani, E. Morin, F. Varela, G. Vattimo.)

I Ribelli

I Ribelli

Forme primitive di rivolta sociale

Autore/i: Hobsbawm Eric J.

Editore: Giulio Einaudi Editore

prefazioni dell’autore, traduzione di Betty Foà.

pp. IX-276, Torino

Il brigante, il rivoluzionario, il profeta, sono figure che hanno alimentato una ricca mitologia che, se può essere suggestiva su un piano folcloristico, finisce per distogliere da una visione complessiva e storicamente meditata del fenomeno.
Eric J. Hobsbawm si è proposto di andare oltre l’alone che circonda questi personaggi «all’opposizione», per coglierli in tutte le loro componenti, anche se ciò significa spesso mostrare le contraddizioni che i ribelli ereditano fatalmente dal sistema che combattono o cui cercano di sottrarsi.
Attraverso la sottile analisi di fenomeni lontanissimi nel tempo e delle costanti sotterranee che tra essi si stabiliscono, Hobsbawm mette a confronto l’ascetica attesa di un mondo migliore dei millenaristi e le istanze rivoluzionarie più recenti, traendone acute analogie. La sua narrazione mette a fuoco gli aspetti religiosi, economici, sociali, rituali che stanno dietro (o dentro) i protagonisti. I quali vengono così sottratti a qualsiasi processo di idealizzazione senza risultare per questo meno avvincenti: il loro primitivismo, l’ingenuità dell’azione protestataria, la volontà ostinata di essere «fuori» del sistema, anche se vengono prima della protesta organizzata, appartengono già alla storia.

Eric J. Hobsbawm, professore di Storia economica e sociale all’Università di Londra e membro del comitato editoriale di «Past and Present», Einaudi ha pubblicato: I banditi (1971); La rivoluzione industriale e l’Impero (1972); I ribelli (1974); I rivoluzionari (1975); Studi di storia del movimento operaio (1978); Nazioni e nazionalismi dal 1780 (1992). Hobsbawm ha anche diretto la Storia del marxismo Einaudi.

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Prefazione. – Prefazione all’edizione italiana. – I. Introduzione. II. Il banditismo sociale. III. La Mafia. IV. Il millenarismo I: Lazzaretti. V. Il millenarismo II: gli anarchici andalusi. VI. Il millenarismo III: i fasci siciliani e il comunismo nelle campagne. VII. Il mob cittadino. VIII. Le sette operaie. IX. Il rituale dei movimenti sociali. – Appendice: Documenti in versione originale e testimonianze dirette. – Indice analitico. – Indice dei nomi e dei luoghi.

L’Interpretazione della Carta Natale

L’Interpretazione della Carta Natale

Linee guida per comprenderne gli elementi essenziali

Autore/i: Arroyo Stephen

Editore: Casa Editrice Astrolabio

traduzione di Anna Pia Vallecchi.

pp. 144, nn. illustrazioni b/n, Roma

Un metodo graduale, molto semplice e chiaro, grazie al quale tutti potranno comprendere il significato essenziale di qualsiasi carta natale, amplificarlo e renderlo accessibile e utilizzabile per se stessi e per gli altri.
Arroyo insegna a “pensare astrologicamente”, per condurci direttamente nello spirito dell’astrologia e non farci perdere di vista nessun elemento significativo.
Tutti coloro che vogliono imparare l’astrologia, ma soprattutto coloro che intendono usarla come metodo per meglio entrare in contatto con la propria realtà interiore, i propri bisogni e le proprie motivazioni, troveranno in questo libro una guida d’eccezione per approfondire la conoscenza di se stessi e degli altri.

Stephen Arroyo, assieme a Dane Rudhyar uno degli astrologi più eclettici e vitali del nostro tempo, unisce alla passione astrologico una solida formazione psicologica. Da questo suo duplice interesse nasce una visione d’insieme innovatrice e rivoluzionario, le cui applicazioni saranno di radicale importanza per l’approfondimento della dimensione psicologica dell’uomo.
Di Stephen Arroyo sono già apparsi, in questa stessa collana: L’astrologia e i quattro elementi, Astrologia, karma, trasformazione.

Storia di Roma

Storia di Roma

In due libri dedicata al console Marco Vinicio

Autore/i: Patercolo Velleio

Editore: Rusconi

introduzione di Nicola Criniti, note appendici indici e bibliografia a cura di Nicola Criniti ed Enrico Meroni, traduzione di Enrico Meroni, in copertina «Cammeo di Francia» particolare dell’Imperatore Tiberio e famigliari – Cabinet des médailles, Parigi.

pp. 312, VIII tavole b/n f.t. e 3 cartine geografiche b/n, Milano

Velleio Patercolo, nato nel 20 a.C. circa da famiglia campana (gli avi materni erano noti democratici), visse tutta la sua vita nell’ombra di Ti. Claudio Nerone Cesare, il futuro imperatore Tiberio. Iniziò piuttosto giovane il servizio militare, come tribuno militare in Tracia e in Macedonia, quindi, nell’1 d.C., in Grecia e in Asia: tre anni dopo è prefetto della cavalleria nell’esercito di Tiberio, in Germania, e succede al padre. Questore nel 7, rinunciò al governo di una provincia per stare a fianco del “suo” Cesare, come luogotenente in Pannonia e in Dalmazia, fino al trionfo del 13. Uomo di guerra, unito profondamente all’imperatore da convinzioni etico-politiche, passò anche il resto della sua poco conosciuta vita alla corte di Tiberio, imperatore dal 14. L’ultima carica pubblica che ricoprì fu la pretura nel 15. Poi, si dedicò fino alla morte, che avvenne dopo il 30, agli studi storici, incoraggiato dai pochi amici: l’imperatore, il suo mito, per il quale scriveva, e l’amico carissimo M.Vinicio, cui dedicò la sua Storia di Roma.

Velleio Patercolo, militare di educazione e professione, fu uomo schivo e lineare, ed ebbe un solo grande ideale, l’imperatore Tiberio, in funzione del quale non solo visse, ma scrisse questa sua singolare ed asciutta opera storica. La sua incompiuta Storia di Roma, stesa tra il 15 e il 30 d.C., e dedicata all’amico e console del 30 M. Vinicio, è in primo luogo un atto di fede nell’imperatore, fulcro e sintesi della civiltà latina: una lode sincera ed insieme una leale adesione al suo programma politico (proprio all’opposto di Tacito). Il racconto velleiano, dalle origini mitiche all’età a lui contemporanea, ha un unico e ben preciso scopo, diffondere e sostenere l’idea di rinnovamento di Tiberio: fiancheggiatore, in tutta evidenza, della propaganda imperiale, Velleio non è però un volgare mistificatore. Semplicemente, come tiberiano della prima ora, difende la continuità della repubblica nel principato (specie là dove rileva la graduale integrazione ed assimilazione dei popoli conquistati: un unicum glorioso nella storia mondiale).

L’Oriente e l’Europa nell’Antichità – Storia delle Religioni

L’Oriente e l’Europa nell’Antichità – Storia delle Religioni

2 Volumi – tomo primo • tomo secondo

Autore/i: Puech Henry-Charles

Editore: Editori Laterza

collaboratori Raymond Bloch, A. Brelich, P. Derchain, J. Duchense-Guillemin, P. Hadot, R. Jestin, M. Lambert, Jean Leclant, F. Le Roux, J. Nougayrol, R. Turcan, F. Vian, M. Vieyra, J. de Vries, F. Vyncke, traduzione di Maria Novella Pierini.

vol. 1 pp. 504, vol. 2 pp. 505-962, illustrazioni b/n, Bari

Con questo volume inizia la pubblicazione in Italia della grande Storia delle religioni diretta da Henri-Charles Puech che in Francia è stata presentata nella «Encyclopédie de la Pléiade». In sei volumi e otto tomi della «Collezione storica» essa offrirà un panorama storico completo del fenomeno religioso dall’antichità ai giorni nostri. Tra i caratteri dell’opera vanno sottolineati il criterio rigorosamente storico della trattazione, al di fuori di ogni pregiudiziale religiosa; la solidità scientifica e l’aggiornamento dell’informazione, che la qualità dei collaboratori ha reso possibile; la facilità di lettura; un ricco corredo di indici (dei nomi, delle divinità, dei luoghi, dei testi sacri citati, delle tavole) che permette un’agevole consultazione dell’opera.
Il primo volume comprende nel primo tomo, oltre ai Prolegomeni all’opera, la ricostruzione storica dell’esperienza religiosa degli Egiziani, Meroiti, Sumeri, Babilonesi, Elamiti, dei popoli dell’Anatolia antica e dell’Iran, di Zoroastro, dei Cretesi e dei Greci dell’età arcaica e classica. Nel secondo tomo, dopo le religioni etrusca e romana, vengono presi in esame la chiesa sassanide e il mazdeismo, le religioni orientali dell’impero romano, la fine del paganesimo, e infine le religioni degli Slavi, dei Balti, dei Germani e dei Celti.

Henri-Charles Puech è nato a Montpellier nel 1902. Si è formato alla Sorbona, dove ha svolto anche attività didattica. Professore di Storia delle religioni al Collège de France, membro dell’Acadèmie des Inscriptions et Belles-Letters, ha ricoperto per quindici anni, fino al 1965, la carica da vice-presidente della International Associations. Tra le sue opere: Le traiti contro lei Bogomiles de Cosmas le Prêtre; Le Manichéisme: son fondate, sa doctrine.

Armi e Armature Asiatiche

Armi e Armature Asiatiche

Autore/i: Alfieri Bianca Maria; Lanciotti Lionello; Mantici Giorgio; Tamburello Adolfo; Tosi Maurizio

Editore: Bramante Editrice

introduzione di Giuseppe Tucci, in sovraccoperta: armatura giapponese di tipo mogami-do, di epoca Edo.

pp. 262, interamente e riccamente illustrato a colori e b/n, Milano

Articolato in cinque settori, dedicati rispettivamente all’Armamentario militare dei più antichi Stati del Vicino Oriente, alle Armi e armature islamiche, alle Armi dell’India e del Sud-Est asiatico, alle Armi e armature cinesi, alle Armi e armature giapponesi, in un arco di tempo che spazia dalla preistoria o protostoria sino a certe realizzazioni o repliche ottocentesche (spesso motivate dalle esigenze del collezionismo europeo), il volume consegue almeno un triplice ordine di obiettivi.
In primo luogo consente al lettore di pervenire a una graduata definizione del concetto e della funzione di arma in un continente non omogeneo ma ugualmente tutto permeato di alta spiritualità: l’origine divina dell’arte di fabbricare le armi, la sacralità dell’arma legata a culti propiziatori e sacrificali, la fusione dei metalli come operazione magica o iniziatica, il valore apotropaico, di scongiuro e di identificazione, assunto da certe tipologie di arma.
In secondo luogo questa opera costituisce una rassegna, quanto possibile generale e completa, dell’evoluzione delle armi nelle rispettive grandi aree geografiche, in un rapporto concreto con gli eventi storici, militari, culturali, con le reciproche influenze fra popoli conquistatori e popoli conquistati, con la traduzione in strumenti bellici delle varie necessità offensive e difensive.
In terzo e non ultimo luogo il volume si presenta come un esauriente e affascinante repertorio iconografico di splendidi oggetti, ove artigiani-artisti – è noto che la distinzione fra arte e artigianato è concetto tipicamente occidentale – gareggiano nel profondere la propria abilità e sensibilità: dalla «damaschinatura», in cui erano maestri i forgiatori islamici, all’arte del kris, la più alta espressione della grande tradizione decorativa indonesiana, agli tsuba (i guardamano delle spade giapponesi), oggetto delle più assidue cure ornamentali.

Bianca Maria Alfieri, nata a Napoli nel 1930 e laureatasi in Lettere con una tesi di argomento orientalistico, è stata assistente di Storia dell’Arte dell’India e dell’Asia centrale e per molti anni ha «svolto corsi di arte dell’India, dell’Iran, dell’Indonesia presso l’IsMEO. Attualmente insegna Storia dell’Arte musulmana e copta all’Università di Roma. Già redattrice de Le civiltà dell’Oriente sotto la direzione di Giuseppe Tucci, ha collaborato al Dizionario Enciclopedico Italiano, all’Enciclopedia Universale dell’Arte, all’Enciclopedia dell’Arte antica, al Dizionario di Architettura e Urbanistica.

Lionello Lanciotti, nato a Roma nel 1925, è professore ordinario di Lingua e letteratura cinese presso l’Università di Venezia. Condirettore della rivista «East and West», cura la pubblicazione dei volumi della serie Cina, edita dall’IsMEO. Ha pubblicato una Letteratura cinese (Milano, 1968), un volume su Che cosa ha veramente detto Confucio (Roma, 1968) e numerosi saggi nel campo delle religioni e della letteratura cinese. Le sue ricerche attuali vertono sulle concezioni estetico-letterarie della Cina antica. Nel 1957 e nel 1972 ha fatto parte di missioni culturali in Cina.

Giorgio Mantici è nato a Roma nel 1945.
Dopo essersi laureato in Lettere con una tesi in Storia dell’Arte dell’India e dell’Asia centrale, è stato chiamato dal titolare di tale cattedra a lavorare presso la Scuola orientale dell’Università di Roma. Collabora con articoli e saggi a riviste specializzate, quali la «Rivista degli Studi Orientali», e svolge un’intensa attività di traduttore di testi specialistici sul buddhismo.

Adolfo Tamburello, nato a Palermo nel 1934, è professore straordinario di Storia e civiltà dell’Estremo Oriente presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Già direttore della biblioteca dell’IsMEO, ha partecipato a varie missioni culturali in Asia. Dirige la rivista «Il Giappone», pubblicata dal Centro di cultura italo-giapponese presso l’ISMEO in collaborazione con l’Istituto giapponese di cultura di Roma, e ha pubblicato i volumi I grandi monumenti del Giappone (Milano, 1971) e, con Alberto Giuganino, Il Museo Nazionale di Tokyo (Milano, 1969).

Maurizio Tosi, nato a Zevio (Verona) nel 1944, dal 1967 al 1973 è stato direttore scientifico della Missione archeologica italiana in Iran, organizzata dall’IsMEO e presieduta da Giuseppe Tucci. Ha condotto scavi e ricognizioni nell’Iran orientale e in particolare nel grande sito protourbano di Sh-ahr-i Sokhta. Le sue ricerche sono indirizzate allo studio delle prime civiltà urbane del Vicino Oriente e dell’Asia centrale e sono condotte in collaborazione con Istituti americani e sovietici. Ha inoltre partecipato a spedizioni e scavi in Italia, Cecoslovacchia, Gran Bretagna e Perù.

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Introduzione

L’armamentario militare nei più antichi Stati del Vicino Oriente

Repertorio iconografico

Armi e Armature islamiche

Repertorio iconografico

Le Armi dell’India e del Sud-Est asiatico

Repertorio iconografico

Armi e armature cinesi

Repertorio iconografico

Armi e armature giapponesi

Glossario dei termini giapponesi

Repertorio iconografico

Agopuntura – Manuale Energetico dei Punti

Agopuntura – Manuale Energetico dei Punti

I 361 piccoli vasi regolari

Autore/i: Autori vari

Editore: Edizioni Templari

prima edizione, prefazione.

pp. 142, nn. illustrazioni b/n, Roma

Dalla prefazione:
«La pratica d’uso dell’agopuntura richiede come fatto fondamentale tre elementi:

  1. una corretta valutazione dello stato delle energie e degli squilibri presenti in un malato;
  2. una corretta scelta dei punti da usare in funzione del riequilibrio dell’energia turbata;
  3. un esatto reperimento dei punti ed un modo corretto di trattarli.

Il discorso tecnico sulla medicina tradizionale cinese in Italia è tutto da fare. Malgrado ciò noi ci siamo.
in questa fase. limitati a prendere in considerazione tre aspetti che per noi sono assolutamente fondamentali nella pratica corrente dell’agopuntura. e cioè:

  • il reperimento esatto dei punti;
  • la loro funzione energetica;
  • il metodo di puntura e moxibustione e le loro controindicazioni.

Questa scelta deriva dalla considerazione che rara mente oggi in Italia il utilizzano alti livelli di conoscenza[…]»

Ginnastica Medica Cinese 1 – Qi Gong

Ginnastica Medica Cinese 1 – Qi Gong

Quaderni di medicina naturale IX – Supplemento della Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese n. 67 (1-1997)

Autore/i: Sotte Lucio; Ferraro Dominique

Editore: Rivista Italiana di Medicina Tradizionale Cinese

pp. XI-152, nn. illustrazioni b/n, Civitanova Marche

  • I sei ideogrammi e sei suoni
  • La ginnastica dei cinque animali
  • Gli esercizi del midollo d’oro
  • Il massaggio dei meridiani

Misteri e Magie dei Paesi Baschi

Misteri e Magie dei Paesi Baschi

Parola di Fiaba n° 29

Autore/i: Autori vari

Editore: Arcana Editrice

a cura e traduzione dal francese e dallo spagnolo di Eva Caianiello e Lourdes Cam.

pp. 240, Milano

Poco si sa dei Paesi Baschi, terra di confine tra Francia e Spagna, sui due versanti dei Pirenei; e pochissimo dell’origine dei loro abitanti, che sulla base dell’analisi linguistica affermano con orgoglio di risiedere nella regione fin dal Paleolitico e anche per questo sono definiti i popoli “meno ibridi d’Europa”. Quello che è certo è che l’identità fisica, caratteriale e culturale dei Baschi è fortemente definita, così come resiste il loro desiderio di autonomia, tanto che ancora oggi in quelle terre spira il vento dell’indipendenza.
Delle storie comprese in questo libro alcune sono di matrice francese, altre spagnola, altre ancora conoscono varianti in questa e quella lingua; ma in entrambi i casi è forte l’impronta lasciata dalla cristianizzazione del Paese, che ne ha sconvolto miti e leggende a partire all’incirca dal IX secolo.
Compaiono così fra i protagonisti Gesù e San Pietro, streghe e demoni, chierici e pagani, Lamie e miti solari e lunari; e soprattutto divinità del mondo sotterraneo appartenenti alla cultura popolare più antica, che escono dalle caverne e cercano la luce del sole per lisciarsi i capelli con i loro pettini d’oro.

Parola di Fiaba: In questa collana sono raccolte fiabe e leggende che la fantasia dei vari popoli ha creato, elaborato e consegnato alla tradizione. Esse costituiscono un inestimabile patrimonio di tutti.

Avventure nel Tempo e nello Spazio

Avventure nel Tempo e nello Spazio

I migliori racconti della fantascienza degli «anni d’oro»

Autore/i: Autori vari

Editore: Casa Editrice Nord

introduzione di Raymond J. Healy, J. Francis McComas.

pp. 708, Milano

Dopo l’Alba del Domani, l’eccezionale antologia in cui Isaac Asimov ha riunito i migliori racconti degli anni trenta, ecco un’altra storica raccolta di racconti e romanzi brevi dell’Età d’Oro della fantascienza americana.
Avventure nel Tempo e nello Spazio è stata la prima grande antologia pubblicata negli Stati Uniti, e rappresenta una pietra miliare nella storia di questo genere letterario. In questo eccezionale volume sono radunati molti dei capolavori degli anni trenta e quaranta, classici come «Requiem», il primo grande successo di Robert Heinlein, come «Oblio» di John Campbell, come il celeberrimo «Distruttore nero» di A. E. Van Vogt (nella sua versione originale), come il tragico «Colpo di grazia» di Ross Rocklynne, come il divertentissimo «Il robot vanitoso» di Lewis Padgett, come il patetico «Il ritorno dei robot» di Robert Moore Williams, e tanti altri ancora: ventisette storie molte ancora inedite in Italia, tra le più belle di tutta la fantascienza.

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Introduzione di Raymond J. Healy, J. Francis Mc Comas

Requiem (Racconto, Requiem, 1940) di Robert A. Heinlein (traduzione di Sandro Pergameno)

Oblio (Racconto lungo, Forgetfullness, 1937) di John W. jr. Campbell (traduzione di Alfredo Pollini)

Le sabbie del tempo (Racconto lungo, The Sand of Time, 1937) di P. Schuyler Miller (traduzione di Vincenzo Muscari)

Il robot vanitoso (Romanzo, Robots Have No Tails, 1943) di Henry Kuttner (traduzione di Lella Pollini)

Il distruttore nero (Romanzo, The Voyage of the Space Beagle, 1943) di A. E. Van Vogt (traduzione di Sandro Pergameno)

Symbiotica (Racconto lungo, Symbiotica, 1943) di Eric Frank Russell (traduzione di Sandro Pergameno)

Semi del crepuscolo (Racconto lungo, Seeds of Dusk, 1938) di Raymond Z. Gallun (traduzione di Pierangeli Rita Botter)

Pianeta pesante (Racconto breve, Heavy Planet, 1939) di Milton A. Rothman (traduzione di Pierangeli Rita Botter)

L’armadio temporale (Romanzo, Robots Have No Tails, 1943) di Henry Kuttner (traduzione di Lella Pollini)

L’anello di congiunzione (Racconto, The Link, 1942) di Cleve Cartmill (traduzione di Pierangeli Rita Botter)

I topi meccanici (Racconto, The Mechanical Mice, 1941) di Eric Frank Russell, Maurice A. Hugi (traduzione di Sandro Pergameno)

V-2 razzo cargo (Articolo, V2-Rocket Cargo) di Willie Ley (traduzione di Pierangeli Rita Botter)

Una questione di grandezza (Romanzo breve, A Matter of Size, 1934) di Harry Bates (traduzione di Gabriella Pontiroli)

Com’era sempre stato (Racconto, As Never Was, 1944) di P. Schuyler Miller (traduzione di Gabriella Pontiroli)

E.Q. (Racconto, Q.U.R., 1943) di Anthony Boucher (traduzione di Gabriella Pontiroli)

Colpo di grazia (Racconto, Quietus, 1940) di Ross Rocklynne (traduzione di Gabriella Pontiroli)

Il Twonky (Racconto, The Twonky, 1942) di Henry Kuttner, C. L. Moore (traduzione di Sandro Sandrelli)

Il viaggio nel tempo accade realmente! (Articolo, Time Travel Happens!) di A. M. Phillips (traduzione di Pierangeli Rita Botter)

Il ritorno dei robot (Racconto, Robot’s Return, 1938) di Robert Moore Williams (traduzione di Sandro Pergameno)

La giraffa azzurra (Racconto, The Blue Giraffe, 1939) di L. Sprague De Camp (traduzione di Sandro Pergameno)

Volo nelle tenebre (Racconto, Flight Into Darkness, 1943) di Webb Marlowe (traduzione di Gabriella Pontiroli)

Klaatu (Racconto lungo, Farewell to the Master, 1940) di Harry Bates (traduzione di Gian Luigi Gonano)

All’interno della piramide (Racconto breve, Within the Pyramid, 1937) di R. DeWitt Miller (traduzione di Gabriella Pontiroli)

Un gran bel futuro (Romanzo breve, By His Bootstraps, 1941) di Robert A. Heinlein (traduzione di Gian Luigi Gonano)

Il topo delle stelle (Racconto, The Star Mouse, 1942) di Fredric Brown (traduzione di Sandro Pergameno)

Corso per corrispondenza (Racconto, Corrispondence Course, 1945) di Raymond F. Jones (traduzione di Gabriella Pontiroli)

Cervello (Racconto lungo, Brain) di S. Fowler Wright (traduzione di Gabriella Pontiroli)

l’Origine della Commedia Attica

l’Origine della Commedia Attica

Autore/i: Macdonald Cornford Francis

Editore: Argo

a cura di Paola Ingrosso, introduzione di Sotera Fornaro, collana: il Vello d’Oro studi sul mondo antico n°25 diretta da Giovanni Cerri, titolo originale: The Origin of Attic Comedy, in copertina: statuetta del IVsec a.C., Metropolitan Museum of Art.

pp. 366, 1 foto in b/n f.t., Lecce

L’origine della commedia attica è un opera giovanile di Cornford, e deve certamente non poco agli insegnamenti di Jane Harrison, sua maestra e “musa”. Eppure questo testo, che risale ai primi del XX secolo (1914), conserva intatta la sua originalità e la sua freschezza.
Non è un caso che le più recenti e stimolanti ricerche sulla commedia antica attingano largamente alle tesi “ritualistiche” dello studioso di Cambridge. Il rifiorire di interessi per il mito e per il rito ha portato infatti alla rivalutazione degli elementi rituali nei testi letterari e così le tesi di Cornford e dei “ritualisti” (Harrison, Murray), che per lungo tempo erano state guardate con sospetto a causa della loro attenzione ai dati etnologici, hanno riguadagnato centralità e pertanto l’opera di Cornford può oggi essere vista giustamente come un imperdibile classico.

Francis Macdonald Cornford (1874-1943) ha insegnato dal 1904 al 1939 all’Università di Cambridge dove è stato il primo titolare della Laurence Professorship of Ancient Philosophy. Insieme a Jane Harrison e Gilbert Murray ha fatto parte del gruppo dei “ritualisti”, che contribuirono a fondare l’antrobologia del mondo antico. Sue sono le tesi dello sciamanesimo greco e del carattere metafisico del naturalismo jonico.
Della vastissima produzione di Comford si ricorda qui solo qualche titolo più noto: Thucydides Mythisloricus, London 1907; From religion to philosophy, London 1912; The Origin of Attic Comedy, London 1914; Plato’s Theory of Knowledge The Theaetetus cmd the Sophists of Plato, London 1935; Plato’s Repuhlic, Oxford 1941.

Paola Ingrosso (Taranto, 1976), dottore di ricerca in Filologia greca e latina, e titolare di un assegno di ricerca in Letteratura greca presso l’Università degli studi di Bari. Si occupa di commedia greca e, in particolare, di Menandro, su cui ha pubblicato contributi critico-testuali.
Ha in corso di stampa un commento all’Aspis.

Dizionario Internazionale del Linguaggio dei Segni

Dizionario Internazionale del Linguaggio dei Segni

Come capire e farsi capire senza pronunciare una parola

Autore/i: Brun Theodore

Editore: Sugar Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Anna La Ragione.

pp. 136, nn. illustrazioni b/n, Milano

È nato prima il gesto o la parola?
L’uomo ha iniziato prima a parlare o a esprimersi a gesti?
A quale stadio dello sviluppo, da grugniti a grida, alla emissione di suoni articolati, possiamo determinare l’inizio di un linguaggio parlato? D’altro canto, in quale momento dello sviluppo, da azioni riflesse e movimenti istintivi alla vera e propria espressione gestuale, possiamo situare l‘inizio di un linguaggio dei segni?
La storia del linguaggio dei gesti e vecchia quanto il mondo.
L’abilità e il bisogno di esprimersi con gesti e movimenti per manifestare i nostri sentimenti, i nostri pensieri, i nostri desideri e le nostre avversioni, sono doni che l’uomo riceve dalla nascita, una eredità che gli proviene dal primissimi stadi della sua evoluzione.
Tracce di questa eredità le ritroviamo nelle scimmie e in altri animali «intelligenti», presso tribù primitive ancora esistenti nel mondo, nei neonati e nei bambini. Il primo sorriso del bambino rappresenta il riconoscimento di un «amico», i movimenti delle gambe e delle braccia possono esprimere desiderio, gioia, piacere, ma anche ripulsa, paura, angoscia.
Rumori come «yam-yam» esprimenti soddisfazione, accompagnano la gioiosa assimilazione del cibo (e non è a caso che questo sia anche il nome di uno dei piatti africani più rinomati).
Da tali semplici eiementi deve essersi sviluppato un linguaggio dei segni, in modo più o meno uniforme, in ogni parte del mondo.
L’autore, Theodore Brun, ha esaminato il significato del linguaggio internazionale dei segni nelle sue diverse manifestazioni: tradizioni, costumi e superstizioni. Non per niente l’autore ha chiamato il suo libro uno studio del comportamento umano.
Corredato da più di 500 illustrazioni rappresenta la più completa collezione di segni esistenti.

Meditazioni sull’Albero della Cabala

Meditazioni sull’Albero della Cabala

Autore/i: Mantovani Massimo

Editore: Xenia Edizioni

introduzione dell’autore.

pp. 252, nn. figure b/n, Milano

L’Albero della Vita, l’alfabeto ebraico, le dieci “sephiroth” sono le strutture portanti della Cabala, la via esoterica che, sbocciata dalla religione ebraica, è penetrata nella cultura occidentale, fino ad assumere caratteristiche proprie nella Cabala Ermetica o Cristiana, sviluppata grazie all’Ordine dell’Alba Dorata.
Alla luce di questi insegnamenti più moderni, il libro di Massimo mantovani si propone – dopo una ricca introduzione all’universo simbolico della Cabala – di illustrare la sua pratica, comunicando una serie di meditazioni cabalistiche, compiute con l’ausilio dei Tarocchi, di appropriati incensi e di candele colorate.
Si comincia dal basso, meditando su Malkuth e si termina in alto, meditando su Kether, che denota la cima dell’Albero della Vita: ognuna delle sephiroth è una porta verso l’invisibile, connotata da uno specifico nome divino, da un proprio angelo, da una precisa schiera angelica. Seguendo questo affascinante cammino, si raggiunge un alto livello di consapevolezza e di perfezionamento spirituale: lo stesso che era privilegio della Fratellanza dei Rosa+Croce.

Massimo Mantovani è studioso di filosofie iniziatiche orientali e Master Reiki; svolge attività di conferenziere e collaboratore ad alcuni periodici. Ha scritto Il grande libro del Reiki, Reiki e guarigione spirituale, Il potere curativo dei cristalli. Con Xenia ha pubblicato Gli Angeli custodi.

Il Valore Magico della Parola

Il Valore Magico della Parola

Titolo originale: Mysl’i jazyk

Autore/i: Florenskij Pavel A.

Editore: Edizioni Medusa

introduzione e traduzione di Graziano Lingua.

pp. 112, Milano

Questa serie di saggi del grande pensatore, teologo e scienziato – il Leonardo russo – morto in un gulag nel 1937, guidano il lettore alla scoperta della vitalità segreta della parola. Florenskij aveva progettato di raccoglierli in un volume intitolato Pensiero e linguaggio, che ha visto la luce in Russia soltanto dopo la perestrojka nel 1990. I testi originali sono in manoscritti che risalgono ai primi anni Venti. Il «valore magico» esprime nella concezione del teologo la sacralità profonda del linguaggio, in cui si cela il riflesso del Verbo divino, la sua presenza che porta alla «venerazione del nome». Una riflessione che venne suscitata in Florenskij dalla polemica sorta nel 1912 nella Chiesa ortodossa attorno alla «venerazione del nome» da parte dei monaci del Monte Athos, i quali sostenevano di sperimentare l’essenza di Dio pronunciandone il nome, posizione che fruttò loro la condanna ecclesiastica. La venerazione del nome pone il problema di un legame sostanziale e non soltanto convenzionale con la parola, e apre l’orizzonte del pensiero verso quel realismo ontologico che è stato uno dei punti qualificanti della riflessione di Florenskij, la cui tesi centrale, come annota Graziano Lingua nell’Introduzione, è che «l’uomo non possiede la parola come un suo tesoro, ma la trova come un dono. Il suo compito è coltivarla, portarla a maturazione, incrementando attraverso la propria energia il deposito da sempre esistente nei termini».

Pavel A. Florenskij (1882-1937) studiò a Mosca col matematico Bugaev. Lì conobbe il poeta Belyj e da quell’amicizia vennero anche i primi rapporti di Florenskij col movimento simbolista, che gli dischiuse la dimensione mistica della parola. Ben presto passò agli studi teologici e si trasferì nei pressi del Monastero della Trinità di San Sergio a Sergiev Posad, dove soggiornò fino al momento dell’arresto e dell’internamento in vari campi tra cui il gulag delle isole Solovki. Cercò di conciliare la visione cristiana ortodossa con i nuovi sviluppi filosofici e scientifici della modernità. Nasce così la sua opera più celebre, La colonna e il fondamento della verità (Rusconi, 1974, 1998). Sono inoltre disponibili in lingua italiana gli scritti di estetica raccolti nel volume Lo spazio e il tempo nell’arte (Adelphi, 1995); nel 2000 hanno visto la luce i suoi diari dal carcere, col titolo Non dimenticatemi (Mondadori); nel 2004 Medusa ha pubblicato il carteggio con Belyj L’arte il simbolo e Dio e nel 2008 Iconostasi. Saggio sull’icona.

Manuale di Agopuntura Cinese

Manuale di Agopuntura Cinese

Autore/i: Accademia Cinese di Medicina Tradizionale

Editore: Stampa Medica

edizione italiana a cura di Elena Massarani, in appendice: Storia dell’agopuntura e della moxabustione cinesi di Fu Wei Cang, traduzioni di M. Galazzi e B. Perussia.

pp. 188, interamente illustrato a colori e b/n, 1 tav. a colori ripiegata f.t., Roma

Scopo di questo libro è di fornire una fonte di materiale di studio per il personale medico in Cina ad all’estero, e di divulgare la scienza dell’agopuntura e della moxabustione. Dopo aver studiato questo libro si può avere una idea generale dello sviluppo dell’agopuntura e della moxabustione in Cina, ed una conoscenza delle teorie di base e delle possibilità di applicazione di queste tecniche nella terapia clinica.
Nella scelta del materiale per questo libro si è fatto ogni sforzo per essere concisi, pratici e facili da comprendere. Dopo una breve introduzione sullo sviluppo dell’agopuntura e della moxabustione in Cina, il materiale è stato suddiviso in cinque capitoli. Il primo capitolo, Tecnica dell’Agopuntura e della Moxabustione, tratta della manipolazione dell’ago filiforme e di altri tipi di aghi, ed i possibili inconvenienti connessi con queste metodiche. La teoria dei canali rappresenta il contenuto della teoria di base della medicina cinese ed ha una grande importanza come guida nella pratica clinica; uno speciale capitolo, il secondo, è quindi imperniato su questo argomento. Nel terzo capitolo vengono presentati i quattordici canali ed i punti extra-ordinari, 397 in tutto. Per ogni punto viene descritta la collocazione, indicazioni e metodo di manipolazione. Per aiutare i lettori a localizzare i punti si sono inclusi anche diagrammi e figure che rappresentano, le posizioni e le regioni anatomiche. Il quarto capitolo, riguardante la terapia clinica, introduce in maniera concisa i principi di trattamento ed alcune regole per la scelta dei punti. Si pone l’accento sul trattamento mediante agopuntura di alcune malattie comuni nel campo della medicina interna, della chirurgia, della ginecologia, della pediatria, neurologia, urologia, malattie di pertinenza oculistica, otorinolaringoiatrica ed odontoiatrica. Vengono anche fornite brevi notizie riguardo l’eziologia, le caratteristiche cliniche, e la prescrizione dei punti per ogni malattia. L’ultimo capitolo tratta di alcune nuove tecniche di trattamenti che sono sfociata nel campo dell’agopuntura. Alcune di queste si sono sviluppate dopo la fondazione della Nuova Cina, specialmente durante la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, grazie all’opera delle grandi masse di lavoratori medici, tramite la combinazione della medicina tradizionale e di quella moderna nella pratica clinica.
I risultati di queste tecniche di trattamento sono ancora in attesa di ulteriore convalida tramite li pratica e la sistematizzazione. Data la nostra conoscenza, ancora limitata, dell’agopuntura e della moxabustione, e la scarsa esperienza che abbiamo dello scrivere libri, è difficile che non si siano fatti errori o non si sia dimenticato qualcosa. Desideriamo quindi sinceramente che i lettori diano i loro suggerimenti ed apportino le loro critiche in modo da aiutarci a migliorare questo lavoro.

La Verità Definitiva

La Verità Definitiva

Un’esposizione organica dell’advaita vedānta

Autore/i: Balsekar Ramesh S.

Editore: Ubaldini Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Gianpaolo Fiorentini.

pp. 168, Roma

“Se non a tutti è dato di diventare profeti, a molti è certamente dato di vedere con chiarezza ciò che è, e diventare dei saggi illuminanti”.

L’eminente discepolo di Nisargadatta Maharaj espone le dottrine essenziali dell’advaita vedānta: tutto è uno, io sono l’assoluto. Il volume non ha la tradizionale forma dialogica ma si sviluppa in un discorso lineare, articolato per temi fondamentali: la natura del mondo fenomenico, il problema dell’individuo, la comprensione finale e la fine della schiavitù. Ne esce una visione organica di cui l’autore fa così un sunto: “Tutto ciò che c’è è la coscienza, che percepisce se stessa nella manifestazione fenomenica. Ciò che pensiamo di essere è mera apparenza, un’ombra priva di sostanza, laddove ciò che siamo realmente è la coscienza, il brahman senza forma. Questa comprensione equivale al totale annullamento dell’identità costruita nel corso degli anni. L’ultimo ostacolo al manifestarsi della verità, ossia dell’illuminazione, del risveglio, è infatti l’identificazione con un’entità separata. La verità definitiva, come hanno chiaramente affermato tutti i saggi, è che non c’è né creazione né distruzione, né nascita né morte, né destino né libero arbitrio, né sentiero né ottenimento. Questo è il tema del libro”.

Ramesh S. Balsekar (1917-2009), dopo gli studi in India e alla London School of Economics, lavorò presso la Bank of India, divenendone direttore generale e poi presidente. Sposato e padre di tre figli, andò in pensione nel 1977. Fu allora che conobbe il suo guru, Nisargadatta Maharaj, grazie al quale raggiunse l’illuminazione. Su richiesta del maestro, iniziò a insegnare nel 1982 e per quasi trent’anni si rivelò un tramite eccellente dell’antica saggezza indiana per i ricercatori occidentali. Tenne diversi seminari in Europa e Stati Uniti, ma parlò soprattutto nella sua residenza di Mumbai. Scrisse circa venticinque libri, dei quali, in questa collana, è già uscito La coscienza parla.