Libri dalla categoria Musico
Leggende del Popolo Curdo
Parola di Fiaba n° 21
Autore/i: Autori vari
Editore: Arcana Editrice
prima edizione italiana, introduzione e cura di Balulì Zanà.
pp. 184, Milano
Popolo diviso fra cinque nazioni, Turchia, Iran, Siria, Iraq e Armenia, i Curdi erano originariamente pastori nomadi, provenienti quasi certamente dall’antica Persia.
La loro storia è tra le più travagliate.
Passato via via dal dominio arabo a quello ottomano, il Kurdistan non fu mai uno stato unitario e l’identità nazionale e perfino la lingua curda furono negate dai regnanti di turno fino alla seconda guerra mondiale, quando almeno il Kurdistan iracheno ottenne, nel 1970, una parziale autonomia.
Tale nelle grandi linee la storia di questo popolo, che sta venendo prepotentemente alla ribalta della storia.
Le favole che compongono questo libro sono state faticosamente raccolte dalle fonti dei vari Paesi interessati e rielaborate da un esperto di letteratura del Vicino Oriente.
Sono racconti semplici, incentrati sulle esperienze e la mentalità di due personaggi tipici della cultura curda, il pastore e il viaggiatore, nonché sulla vita familiare.
La lezione che se ne può trarre, oltre al divertimento, è inaspettata: sdrammatizzante, generosa e fondamentalmente ottimista.
Parola di Fiaba: In questa collana sono raccolte fiabe e leggende che la fantasia dei vari popoli ha creato, elaborato e consegnato alla tradizione. Esse costituiscono un inestimabile patrimonio di tutti.
Metafisica dell’Opzione Intellettuale
Autore/i: Cardona Carlos
Editore: Edizioni Università della Santa Croce
prefazione e cura di Marco Porta, presentazione e introduzione dell’autore, traduzione di Andrea Zanni.
pp. 192, Roma
Nella Metafisica dell’opzione intellettuale la riflessione cardoniana manifesta una peculiare intenzionalità “diagnostica”, alla ricerca delle cause profonde del movimento di pensiero che dichiarando intransitabile la strada della trascendenza metafisica ho reso problematici i rapporti tra ragione e fede. Individuando, con Fabro, Gilson e molti altri, nel cogito cartesiano il punto di avvio della costruzione dei “Sistemi” moderni, Cardona ravvisa nell’affermazione teoretica dell’assolutezza del soggetto il ruolo decisivo della volontà: il cogito non è l’inizio assoluto, esso è preceduto da un volo, e più precisamente da una volontà di potere.
A distanza di oltre trent’anni dalla prima edizione spagnola (1969), la Metafisica dell’opzione intellettuale conserva la sua forza di stimolante “provocazione” socratica, in una stagione culturale che patisce una crisi tipicamente sofistica di svalutazione della verità, che divenendo “indifferente” rende sempre più confuso, sul piano della coscienza etica, il confine tra normalità ed eccezione. Di qui la necessità, come ha saputo fare Cardona, di diagnosticare in profondità i mali da curare, e di proporre adeguate terapie, non semplici cure palliative.
La Metafisica dell’opzione intellettuale punta a una rinnovata proclamazione della possibilità e necessità della conoscenza metafisica come reductio ad fundamentum, indispensabile per la fondazione dell’antropolo io e dell’etica. Il filosofo catalano, convinto che dopo l’occaso della parabola razionalista, o la filosofia riesce a ricuperare l’essere oppure si ripiega in un nolo cogitari, che rischio continuamente di concludere al nolo esse, afferma che la metafisica non si può risanare sul piano della pura teoresi. L’ipertrofia moderna della ragione, come pure la sua ricaduta “debolistica” postmoderna, sono oscillazioni ricorrenti dello spirito umano, che la Rivelazione cristiana mostra intimamente ferito dal peccato originale. Il lavoro di discernimento e di risanamento dovrò iniziare dalle fondamenta, dall’intelligenza, dalla volontà, dalla vita stessa degli intellettuali. (dalla prefazione di Marco Porta)
Pensiero e Poesia
Autore/i: Heidegger Martin
Editore: Armando Armando Editore
introduzione, traduzione e commento di Armando Rigobello.
pp. 84, 4 fotografie b/n, Roma
Heidegger poeta è forse meno noto che come pensatore. Per qualcuno può essere una inattesa scoperta.
«Arte e pensiero nella filosofia di Martin Heidegger» e tuttavia il tema di un convegno recentissimo svoltosi a Pisa, la Città del primo traduttore di Heidegger, Armando Carlini, mentre la presente raccolta poetica era in bozze.
Nel testo che presentiamo brevi parole introducono ogni partitura poetica e ne illustrano la singolare situazione di paesaggio da cui la poesia ha preso le mosse. In due o tre righe di prosa, spesso altamente poetica essa stessa, Heidegger riesce a delineare uno stato d’animo di trepida attesa in uno sfondo in cui le forze naturali irrompono violente oppure si dispongono in una pacata composizione. La singolarità delle connotazioni, le inconsuete sottolineature, tutto contribuisce a stabilire un rapporto col mondo circostante che è insieme di distacco dalla sua immagine ordinaria e di partecipazione ad un suo volto inconsueto.
Da questa rottura con la consuetudine nasce la poesia.
Il pensiero non procede dalla ricerca critica, ma dall’abbandono alla rivelazione che viene dalle profondità dell’essere, non è tormento speculativo ma quiete serena. L’ontologia si presenta allora come fenomenologia, il pensare diviene esperienza del pensare; al dominio logico succede il raccoglimento, l’attesa, il ringraziamento: pensare è ringraziare.
Pensare è collocarsi in una dimensione di luminosità indiretta, rifiutare formalizzazioni logiche o oggettivazioni e avvertire, fare esperienza del pensiero che sopraggiunge come la luce nella radura del bosco.
Tutto è dominato da quell’avvento che è insieme un ritorno, in una posizione che oscilla tra la contestazione radicale e la quiete serena di una panica dimora nell’eterno. Quel pensare da cui siamo investiti e che solo la poesia ha la forza di esprimere, è il pensare l’essere senza la rottura di una misteriosa continuità che colloca pensiero e essere in una stessa dimensione, sia pure variegata di atti incompiuti, di silenzi allusivi, di espressioni interrotte.
Le Passioni Umane
Autore/i: Blais Gérard
Editore: Edizioni Paoline
versione dalla quinta edizione francese di C. Amedei.
pp. 376, Milano
Questo lavoro sulle passioni umane si rivolge a tutti coloro che s’interessano alla psicologia. Chi non vede che la conoscenza delle proprie passioni può grandemente aiutare a dominarsi? La conoscenza delle passioni umane è indispensabile agli educatori preoccupati di perfezionarsi nella loro delicatissima arte; agli oratori sacri o profani che si sforzano di persuadere e di convincere: a tutti coloro che debbono guidare gli uomini e che a tal fine devono obbedire alla psicologia dei loro sudditi per poter meglio esercitare la loro autorità su di essi.
La carità fraterna deve assolutamente tener conto delle passioni umane e la migliore conoscenza di esse può aiutarci a perfezionarla concretamente mediante la preoccupazione di meglio comprendere e rispettare gli altri per amarli maggiormente. Nella redazione di questo studio, l’Autore ha avuto una cura costante di concisione e di precisione. La parte speculativa, ma specialmente l’introduzione che tratta delle passioni in generale, potrebbe scoraggiare per le sue necessarie sottigliezze. Ma il lettore costante, che saprà costringersi a quest’ascesi dello spirito, comprenderà meglio ciascuna delle passioni e scoprirà il vero fondamento di certe applicazioni.
Costume e Società nei Giochi a Stampa di Giuseppe Maria Militelli
Foligno, Palazzo Alleori Ubaldi, 10 settembre – 9 ottobre 1988
Autore/i: Autori vari
Editore: Electa
introduzione di Carlo Ceccarelli, in sovraccoperta: Giuseppe Maria Mitelli, Zugh d’tutt i zugh, 1702.
pp. 160, interamente e riccamente illustrato a colori e b/n, Perugia
Il gioco è circondato dal discredito.
Gli studi sulla storia e sulla tecnica dei giochi sono circondati dal discredito. Michael Dummett tiene a Oxford la Cattedra che fu di Alfred Julius Ayer, e ha scritto vertiginosi libri di filosofia, per esempio su Gottlob Frege, ma ha scritto anche due trattati sul gioco dei tarocchi. “The Times Literary Supplement” lo ha rimproverato per due volte: a chi può interessare una esposizione minuziosa dei vari modi di giocare ai tarocchi? si chiedeva il recensore. Il professor Dummett, diceva il recensore, invece di perder tempo in argomenti meritevoli di tanto discredito avrebbe fatto meglio a occuparsi d’altro, per esempio dell’iconologia delle tradizioni esoteriche: “Professor Dummett would better have devote his time to investigating… ” A un ben più modesto studioso nostrano, che ha scelto di occuparsi di letteratura italiana e di Storia e tecnica dei giochi, il “Corriere della sera ” ha rimproverato questa seconda attività come “badalucco o trastullo”, segno di “un atteggiamento di scontroso orgoglio di scetticismo inciprignito” (Franco Fortini).
Ma i toni minacciosi del “Times Literary Supplement” e del “Corriere della Sera” sono solo manifestazioni pittoresche di un atteggiamento più radicato. Quanto sia nullo in certi ambienti l’interesse per la storia e la tecnica dei giochi vedremo più avanti, quando mi toccherà di accennare alla zara di Dante Alighieri e al tric-trac di Giuseppe Parini.
Direte che i dantisti e i parinisti fanno bene a non perder tempo con la zara e col tric-trac, perché in Dante Alighieri e in Giuseppe “Parini maiora premunt. Ma se autori minori come Cesare Beccaria e Giammaria Ortes si occupano del faraone, ancora“ una volta i loro specialisti non se ne vogliono occupare o tendono a dire che Cesare Beccaria e Giammaria Ortes non si sono occupati del faraone.
Non mi nascondo infine che il mio discorso avrà un interesse ancor più limitato, in quanto nella storia e tecnica dei giochi i trentatré del Mitelli costituiscono un capitolo chiuso: si tratta di giochi estinti o in via di estinzione.
Ho sottolineato all’inizio del presente paragrafo che i trentatré giochi del Mitelli servivano anche per giocare. Sottolineo ora che i trentatré giochi del Mitelli servivano anche per giocare. (Giampaolo Dossena)
Giuseppe Maria Mitelli nacque a Bologna nel 1634, secondo figlio di Agostino Stamani detto Metelli o Mitelli, celebre frescante del tempo, e a Bologna morì nel 1718. Avviato dal padre all’arte pittorica, fu allievo “di maestri quali l’Albani, il Guercino, Simone Cantarini, Flaminio Torri. Direttore dell’Accademia Clementina ebbe come discepolo prediletto il Francia.
Nonostante la sua dichiarata ambizione ad essere considerato essenzialmente pittore, il suo nome resta legato alla produzione incisoria – di cui ci restano circa seicento esemplari – nella quale riflette il gusto tipico del suo – tempo in, raffigurazioni di scene popolaresche, interpretate in chi a ve moraleggiante. Ciò si evidenzia nelle tavole dei Giochi la cui grande diffusione, – non scissa da un» evidente interesse economico, rappresenta un ampio riscontro didattico della volontà controriformistica di Cui il Mirelli si fa efficace interprete.
La Vita della Giumenta Bianca
Il mondo incantato e il paradosso della sobrietà
Autore/i: Addey Etain
Editore: Edizioni Scientifiche Ma.Gi.
pp. 302, Roma
Per ognuno di noi il viso familiare del cosmo è il luogo che conosciamo.
È attraverso le cose ordinarie del nostro quotidiano, nel luogo che chiamiamo casa, che il cosmo ci parla.
Raccontando delle pecore da governare, del letame da mettere sulla carriola, dei ladri nel pollaio, della legna da tagliare per il fuoco, della vita della giumenta bianca e di come morì alla vigilia del matrimonio di sua figlia Melissa, Etain Addey ci dice di fatto che le cose primarie della vita sono porte segrete di un mondo incantato, che la vita povera dischiude al mistero della natura e che uscendo dal sentiero battuto e avventurandosi per le stradine dimenticate e piene di rovi si entra davvero in un’altra dimensione. Per accedervi, però, sono indispensabili concretezza, rigorosità e il lavoro delle mani.
Le trame qui narrate testimoniano che la magia non è finzione e che l’avventura non richiede lunghi viaggi e molti soldi: è qui, sotto gli occhi, a portata di mano, in casa nostra, nascosta nelle piccole cose, nella cura del luogo amato, campagna o città che sia. Il segreto è nel silenzio che permette di fare le connessioni fra il mondo esterno e il mondo interiore, che sono un solo mondo, vivo e aperto a un dialogo con noi.
E l’interiorità del mondo – scrive l’autrice – aspetta con pazienza il ritorno a casa di noi tutti; aspetta che riprendiamo la conversazione interrotta. Se ci rivolgiamo al mondo, il mondo ci risponde nel suo linguaggio elegante e preciso, di corpi e di situazioni, e le sue comunicazioni sono sorprendenti e del tutto personali.
Sono venuta in Italia a vent’anni dalla nativa Inghilterra, alla ricerca di un qualcosa all’epoca non meglio precisato. Ho lavorato per dieci anni a Roma in una multinazionale farmaceutica come segretaria della direzione, diventando sempre più scandalizzata dalla mancanza di etica a cui spesso assistevo. A venticinque anni ho iniziato a girare l’Umbria in cerca di un posto dove poter vivere e alla fine ho trovato, sulle colline di Gubbio, un piccolo podere con un rudere come casa. Ho lasciato il lavoro e la città e mi sono trasferita lì. La bellezza del luogo e la gioia di questa vita hanno ripagato tutto: l’niziale ignoranza dei mestieri, la perdita della casa e la vita da sfollati dopo il terremoto, la costruzione della casa di legno, il freddo e il caldo, gli errori da contadina principiante commessi…
Insieme al mio compagno Martino ho tirato su tre figli con il lavoro della terra, lasciandoli liberi di studiare sul posto. Insieme abbiamo fatto del nostro meglio per diventare indigeni del luogo che ora chiamiamo casa. Siamo soci fondatori del gruppo Sentiero Bioregionale e del mercatino locale. Sono autrice di due volumi – Una gioia silenziosa e Acque profonde – in cui racconto la vita nel e del mio luogo. (Etain Addey)
L’Immaginazione Gnostica
Gnosticismo, mandeismo e misticismo della Merkavah
Autore/i: Deutsch Nathaniel
Editore: Edizioni Arkeios
traduzione dall’inglese di Daniela Bovolenta.
pp. 176, Roma
Primo studio esaustivo sui rapporti tra lo gnosticismo e la mistica ebraica. Comprende altresì un’analisi delle prospettive esposte da Gershom Scholem sulla materia. L’immaginazione gnostica è il primo studio completo sulle relazioni fra gnosticismo e mistica della merkavah. Il volume comprende un’analisi esaustiva delle prospettive espresse sul tema da Gershom Scholem, una panoramica analitica della rimanente letteratura secondaria e un esame attento delle fonti originali. Questo lavoro esplora un ampio spettro di argomenti, dal mito all’esegesi alla cosmologia. Sebbene l’argomento centrale siano le tradizioni gnostiche occidentali e la mistica della merkavah, il libro di Nathaniel Deutsch si occupa inoltre di materiale rilevante proveniente dal mandeismo e dal tardo periodo della mistica ebraica, come il pietismo tedesco e la qabbalah. L’opera qui presentata non è solo la prima ad approfondire e valutare la storia degli studi su un tale complesso argomento, ma crea inoltre i presupposti per ricerche future, illuminando gli aspetti metodologici e topici del campo d’indagine preso in considerazione.
Nathaniel Deutsch ha conseguito il dottorato in Storia dell’Ebraismo presso l’università di Chicago nel 1995. Docente di Religioni antiche del Medio-oriente presso lo Hunter College di New York, ha pubblicato studi sulla mistica ebraica, lo gnosticismo e il mandeismo.
Come Moriamo
Riflessioni sull’ultimo capitolo della vita
Autore/i: Nuland Sherwin B.
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Adria Francesca Tissoni.
pp. X-326, Milano
Oggi ci vergognamo di morire, come se fosse una cosa di pessimo gusto. A tale proposito i medici hanno osservato uno strano fenomeno. Capita spesso ai cardiopatici, che si sentono male mentre camminano per strada, di ricorrere a un espediente per mascherare il loro stato: si fermano a guardare con apparente interesse una vetrina finché il dolore non si placa. Questo libro ci insegna a non guardare le vetrine, ci insegna che non è una vergogna morire.
Non c’è posto per la morte nel nostro mondo: l’abbiamo relegata negli ospedali, nei reparti di terapia intensiva, confinandola nel silenzio e nella solitudine.
«La morte ha mille porte» dice un poeta: noi fingiamo di averle chiuse tutte, ma dietro quelle porte si continua a morire. Ha anche mille nomi, eppure gran parte degli uomini la nomina il meno possibile e la «vede» una o due volte sole nella vita senza riuscire a mantenerne un ricordo preciso, anzi tendendo a dimenticarla, a rimuoverla. Le descrizioni che ne abbiamo sono opera, quasi sempre, di scrittori, poeti e saggisti che l’hanno «vista» raramente. I medici e gli infermieri che, invece, ne hanno esperienza quotidiana non amano parlarne e meno ancora scriverne. Quel poco che sappiamo della morte è, quindi, in gran parte inattendibile.
Si continua a morire in maniera sostanzialmente identica malgrado il passare dei secoli e i progressi della scienza, e tuttavia ogni morte è un’esperienza unica. La morte è immutabile ma, allo stesso tempo, sa evolversi: l’AIDS è una malattia impensabile, nella sua aggressività, al di fuori della civiltà dei jet.
Il mondo contemporaneo si comporta come se la morte non esistesse. Un comportamento assurdo, come di chi legga un romanzo amputato dell’ultimo capitolo. Questo saggio, che in America ha registrato un inatteso e clamoroso successo, racconta appunto l’«ultimo capitolo», spiega come moriamo e perché, smitizza le leggende e i tabù che sono fioriti attorno a quello che è l’atto finale del processo della vita.
«Con questo forte saggio Sherwin B. Nuland offre al lettore un profondo insegnamento, per metà biologico, per metà filosofico, sull’inevitabilità ma anche sulla necessità della morte. Senza ignorare il contrasto fra un disegno che impone a tutti gli esseri viventi un continuo ricambio e il rifiuto che l’istinto gli oppone, l’autore sollecita la nascita di una cultura dell’accettazione. L’analisi attenta dei momenti terminali dei suoi pazienti offre a Nuland lo spunto per distillare da una dolorosa esperienza messaggi comportamentali validi sia per i medici sia per la gente comune, non senza far vibrare la sua protesta per la medicina tecnologica che spesso si accanisce in impossibili terapie per contrastare un evento incontrastabile.» (Umberto Veronesi)
«Nuland è un medico di grande saggezza che ha al suo attivo un’esperienza clinica trentennale,- uno storico e studioso che si muove a suo agio in tutta la letteratura occidentale,- un essere umano estremamente sensibile (e, si direbbe, vulnerabile) che ricorda di aver visto morire tanti familiari e amici. Queste tre voci – la clinica, la storica e la personale – si combinano in un’unica narrazione, una serie di quadri e analisi della morte di rara potenza e coraggio, privi di sentimentalismo.» (Oliver Sachs)
Sherwin B. Nuland insegna chirurgia e storia della medicina all’università di Yale. Dirige il «Journal of the History of Medicine and Allied Sciences» e ha scritto The Origins of Anesthesia, un classico della letteratura medica, e I figli di Ippocrate. Storia della medicina dagli antichi greci ai trapianti d’organi (Mondadori, 1992). Vive con la famiglia ad Hamden, nel Connecticut.
L’Ordine dell’Universo
Autore/i: Kushi Michio
Editore: La Via Macrobiotica
introduzione e cura di Ferro Ledvinka.
pp. 192, nn. illustrazioni b/n, Roma
“Ogni cosa ha un tempo e c’è un tempo per tutte le cose” dice l’Ecclesiaste, parole che ormai non sono più comprese parole che si esprimono con il linguaggio relativo di yin e yang così come nascono, crescono e muoiono gli uomini, così nascono, crescono e muoiono le galassie ciascuno di questi fenomeni ha un suo particolare tempo e modo di manifestarsi, ma tutto è retto dalla medesima legge universale. “La Via della Vita indicata da questa pubblicazione è leggermente diversa dalla via seguita dalla maggior parte del mondo moderno. Invece della complessità della civiltà moderna noi offriamo la semplicità abbandonando le cose artificiali, mettiamo in rilievo quelle naturali invece dell’analisi offriamo l’universalità. Il nostro scopo è di congiungere le conoscenze scientifiche concernenti il mondo fisico e tecnico, con la conoscenza intuitiva dell’universo un tempo goduta dall’uomo. La sintesi di queste Vie della Vita, antagoniste ma complementari, può portare l’umanità ad una vera Età dell’Oro”.
Il Dio Oggetto
Autore/i: Augé Marc
Editore: Meltemi Editore
introduzione dell’autore, postfazione e traduzione di Nicola Gasbarro, in copertina scultura fang in legno – Gabon.
pp. 192, Roma
“Ma come si possono adorare il legno e la pietra?” si chiedevano i missionari cristiani – e alcuni etnologi – di fronte al mistero delle religioni africane. Quale sia il senso del feticismo, cosa significhi (e implichi) attribuire forza vitale e potenza di senso a quelli che a noi appaiono solo degli oggetti, ce lo spiega Marc Augé in queste pagine, mostrandoci come nel “feticcio” trovi in realtà espressione un’affascinante concezione del rapporto tra cose e persone. Tra materia e vita, tra uomini e divinità, tra morti e viventi, sostiene un sacerdote del Benin, non c’è soluzione di continuità, come non c’è tra un individuo e un altro. Il feticismo, quindi, come chiave paradossalmente attuale per comprendere non solo un sistema di pensiero apparentemente molto lontano dal nostro, ma per intuire anche molte questioni al centro della riflessione delle scienze umane sulla surmodernità: la crisi del soggetto, la frammentazione dei confini tra categorie e relazioni. Nella postfazione Nicola Gasbarro – che ha tradotto e curato il volume ricostruisce il quadro teorico della riflessione di Augé, tracciando le coordinate dell’incrocio inevitabile tra antropologia e storia delle religioni.
Marc Augé è uno degli antropologi francesi più noti al pubblico internazionale. Directeur d’Études presso l’École des Hautes Études di Parigi, ha pubblicato alcuni dei maggiori successi della letteratura antropologica, tra cui: Un etnologo nel metrò (1992), Nonluoghi. Introduzione a un’antropologia della surmodernità (1996), Storie del presente. Per un’antropologia dei mondi contemporanei (1997).
L’Impero Romano-Cristiano al Tempo di Ambrogio
Autore/i: Sordi Marta
Editore: Edizioni Medusa
introduzione dell’autrice.
pp. 96, nn. fotografie b/n, Milano
Questo breve saggio della grande studiosa dell’antichità affronta un passaggio della storia dell’impero romano che produce una svolta decisiva nell’età antica: l’avvento al trono di Valentiniano I segna, nella storia dell’impero romano – che la fondazione di Costantinopoli e la disastrosa campagna di Giuliano avevano sbilanciato verso Oriente -, l’ultima affermazione dell’Occidente. Con la scelta di Valentiniano di fare di Milano la capitale, l’impero romano-cristiano (la definizione è di Agostino nel De gratia Christi) prende coscienza di sé e assume nuovi simboli: questa nuova concezione dell’impero trova il suo interprete e il suo teorizzatore più autorevole in Ambrogio. L’arco temporale preso in esame dalla studiosa recentemente scomparsa, è quello che segue la fine della dinastia di Costantino e si spinge fino alla morte di Teodosio, un periodo di trent’anni circa, dal 364 al 395, durante il quale, pur essendo presenti già i sintomi della crisi, l’impero romano retto da grandi personalità mantiene il suo vigore e la sua capacità di resistenza, continuando a governare per buona parte del V secolo.
Marta Sordi (Livorno 1925 – Milano 2009), è stata una dei massimi studiosi di storia greca e romana, ha insegnato nelle università di Messina, Bologna e, dal 1970, all’Università Cattolica di Milano. È stata membro dell’Accademia di Scienza e Lettere dell’Istituto Lombardo e dell’Accademia di Studi Etruschi. Tra i suoi libri più importanti si ricordano: La lega Tessala (1958), I rapporti romano-feriti e l’origine della civitas sine suffragio (1960), Il Cristianesimo e Roma (1965), Storia politica del mondo greco (1982), I Cristiani e l’impero romano (1984), La dinastia in Occidente (1992), Prospettive di storia etrusca (1995), Scritti di storia greca e romana (due voll., 2002).
Vita e Morte dell’Ordine dei Templari
Autore/i: Demurger Alain
Editore: Garzanti Editore
prefazione dell’autore, traduzione dal francese di Marina Sozzi.
pp. 352, nn. fotografie b/n f.t., Milano
Il saggio di Alain Demurger, definito da Umberto Eco «serio e documentato», racconta la storia dell’Ordine religioso e militare dei templari, che dopo una stagione di straordinaria potenza e splendore fu oggetto di una persecuzione implacabile, rimanendo per secoli al centro di infinite trame e leggende. Sorto all’inizio del XII secolo, l’Ordine doveva incarnare e tener desto l’ideale delle crociate: la protezione del Santo Sepolcro e dei pellegrini che intendevano visitarlo. Ben presto divenne una potenza, ricchissima di terre, fortezze, seguaci; partecipò con altri Ordini alla difesa del Tempio a Gerusalemme, acquisendo un prestigio e un’influenza sempre crescenti. Poi l’esito disastroso delle crociate e la conseguente scomparsa degli Stati latini d’Oriente lo portarono al declino e al processo che ne decretò una drammatica scomparsa, voluta da Filippo il Bello e dalle monarchie europee e contrastata dal papato, nella persona di Clemente V. L’Ordine del Tempio divenne in tal modo vittima dello scontro tra il potere spirituale e i poteri temporali ostili alle sue interferenze.
Questa nuova edizione è stata rivista dall’autore, che l’ha aggiornata alle più recenti scoperte sulla storia dell’Ordine dei Templari.
Alain Demurger è professore ordinario di storia e «maître de conférences» all’Università di Parigi.
L’Ebreo nel Loto
Un incontro possibile
Autore/i: Kamenetz Rodger
Editore: ECIG – Edizioni Culturali Internazionali Genova
introduzione dell’autore, traduzione di Clara Ghibellini e Enza Siccardi.
pp. 334, Genova
“Come un amabile loto bianco non è mai macchiato dall’acqua, così io non sarò mai macchiato dal mondo”
Buddha
Perché tanti ebrei americani aderiscono al Buddhismo?
È solo apparente la distanza che divide ebraismo e buddhismo?
Questi e altri interrogativi stanno alla base del lavoro di Rodger Kamenetz. L’ebreo nel loto è infatti la storia di un dialogo, il dialogo tra i rappresentanti delle diverse anime dell’ebraismo americano, i quali a Dharamsala incontrano il Dalai Lama e i suoi monaci. Scopo dell’incontro è capire come sia possibile mantenere viva in un mondo ostile la propria identità. Sono tanti gli episodi tragici vissuti in passato dagli ebrei e in tempi recenti dai buddhisti tibetani: persecuzioni, esclusioni e distruzioni dei luoghi sacri. E tanti sono anche i legami esistenti tra buddhismo ed ebraismo. Basti pensare alla comune ricerca di una spiritualità esoterica.
È per questo che, come i rappresentanti dell’ebraismo americano, anche il lettore partirà da Dharamsala con un bagaglio di conoscenze più ricco e con una serie di stimolanti interrogativi.
Rodger Kamenetz, è poeta e docente di inglese alla Louisiana State University. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Terra Infima e The Missing Jew: New and Selected Poems.
Padre Leone
La Mia Vita
Autore/i: Girotto Silvano
Editore: Sperling & Kupfer Editori
collana: Narra n° 9.
pp. 384, Milano
Non è un romanzo di avventure. È la mia vita. Quando mi hanno chiesto di scriverla, quasi gli ho riso in faccia, poi ci ho ripensato. Forse le mie vicende possono essere utili agli altri, e non è giusto che me la tenga dentro. Così ho buttato giù queste pagine, lasciando da parte le riflessioni complicate, le analisi che altri sapranno fare meglio di me. Mi sono limitato a esporre i fatti, così come li ho vissuti, cambiando soltanto lo stretto indispensabile per non pregiudicare una lotta ancora in atto. Che non sono scrittore, uno di quelli che passano la vita seduti al tavolino, non ci vuole molto a capirlo. Comunque avevo qualcosa da dire e l’ho detto. Così come mi è venuto. (Padre Leone)
Le Quattro Donne di Dio・La Puttana, la Strega, la Santa, l’Oca
Per una storia del secondo sesso visto dalla Chiesa cattolica
Autore/i: Bechtel Guy
Editore: Pratiche Editrice
prologo dell’autore, traduzione di Massimo Caviglione.
pp. 320, Milano
“Tutto quello che vi è di cattivo nella donna è la conseguenza della sua originaria debolezza: i teologi cristiani dei tempi passati hanno tutti più o meno condiviso questo punto di vista sull’inferiorità fondamentale delle figlie di Eva. Davvero curioso, visto che Gesù non ha mai detto nulla di simile. Ma questo non è che un ulteriore tradimento del suo messaggio.”
“Uno dei libri più violenti che siano mai stati scritti sulla posizione della Chiesa nei confronti delle donne.”
(Le Monde des livre)
“Un’opera notevole, un saggio storico completo e documentato.”
(L’Express)
Non era mai stato nelle intenzioni di Gesù Cristo colpevolizzare, condannare e perseguitare le donne. Eppure, in suo nome, per secoli il sesso femminile è stato vilipeso e sottomesso. In alcuni periodi storici i ministri di Dio sulla terra hanno dimostrato addirittura un odio feroce e ossessivo. Per duemila anni, così, hanno sfilato nell’immaginario cattolico modelli di donna fissi, che nascondono sentimenti contraddittori: le diverse figure di madre, fra cui spiccano Eva, colpevole di averci condotti alla dannazione, e Maria, vergine e genitrice al contempo. E poi le puttane e le streghe, fatte di sola carne e prive di dignità umana, che impersonano il peccato, la sessualità, il Diavolo. A qualsiasi modello la si riduca, la donna è sempre l’origine di ogni male, un essere che sovverte l’armonia del mondo e le leggi che lo governano; una creatura da sorvegliare e controllare, se non si vuole precipitare nel caos. Nemmeno la santa e un personaggio del tutto positivo: perfino lei è guardata con sospetto, in quanto portatrice di una volontà di autonomia e realizzazione personale che non si addice alla donna. Ma non esiste dunque un modello femminile che possa soddisfare la cultura cattolica? Ripercorrendo i testi dei Padri della Chiesa, passando per la Controriforma e la caccia alle streghe, analizzando secoli di repressione sessuale, sottomissione, disprezzo, Guy Bechtel arriva a concludere che sì, ne esiste uno, e risponde ai canoni di Bécassine, un personaggio dei fumetti francesi dell’inizio del ventesimo secolo: si tratta di una giovane domestica di provincia, stupida ma simpatica, un’oca allegra e devota. In un saggio che dà testimonianza di ingiurie, pregiudizi, fobie e angherie di cui si è macchiata la nostra cultura, viene tracciata la storia completa dell’antifemminismo cattolico. Un percorso nell’evoluzione delle idee e del costume che aiuta anche a comprendere i conflitti attuali sui temi della parità, dell’aborto, della contraccezione.
Guy Bechtel è nato a Strasburgo nel 1930. Storico e germatista, ha pubblicato diverse opere sulla nascita della modernità fra cui Paracelse (1979), Gutenberg (prix d’Histoire de la Renaissance de l’Académie française 1993, uscito anche in Italia nel 1995), La chair, le diable et le confesseur (1994), La sorcière et l’Occident (1997).
Prologo
Per farla finita con la madre
Un errore molto diffuso
L’orrore della gravidanza
L’adorazione della verginità
Maria, madre di tutte le contraddizioni
Il sogno dei matrimoni non consumati
La madre sempre soccombente
1. L’INFERIORITÀ DELLA DONNA
Formazione di un’idea
La visione di Gesù
La donna dell’Antico Testamento
L’arrivo del peccato
Le ambiguità di san Paolo
La diffidenza dei filosofi
Sant’Agostino e i tre beni
Le mancanze femminili
La donna carnale
Un essere molto irragionevole
Impura, troppo impura
Un condensato di tutti i vizi
La trappola della bellezza
Situazione materiale
Un’esistenza contestata
Molteplici vessazioni
L’obbedienza innanzitutto
2. LA PUTTANA
La teoria cristiana della carne
Prostitute del passato
Esseri capaci di tutto
L’amore come catastrofe
Il piacere malvisto
Limitazioni di luoghi e tempi
Posizioni contestabili
Il sesso al minimo
Liberalizzazioni formali
Il grande malinteso
La lascivia della donna
Una donna spermatica
Insaziabile e ardente
Masturbazione e omosessualità femminile
Contro l’aborto e la contraccezione
Molte contraddizioni
Confessione e ricatto
Il sesso in confessionale
Una severità crescente
Il tempo degli eccessi
La battaglia della madre
Disperazione e disaffezione
Ieri e oggi
3. LA STREGA
L’invenzione della stregoneria diabolica
L’antica eredità
Le due stregonerie
Gli eretici e l’Inquisizione
Identikit della strega
Il diavolo preferisce le donne
Le prime vittime
La guerra delle streghe
Donne diaboliche
Antifemminismo e Riforma
Nuovi accusatori di donne
Freddezze e crudeltà
Le cifre del massacro
Tutte sul banco degli imputati
Sociologia delle streghe
Guai alle vedove
Il martirio delle donne
Gli arresti
Alla ricerca di prove
I marchi del diavolo
L’ora della tortura
Il coraggio femminile di fronte alla morte
La responsabilità della Chiesa
4. LA SANTA
Le voci del Cristo
Prime elette
Sante in comunicazione
Il controllo della parola
Delle eccentriche
Sante riconosciute
Le mogli di Cristo
Le tollerabili
Le scandalose
Santa Teresa d’Avila
Le stigmatizzate
Dubbi sui segni
Casi difficili
Un atteggiamento generale di diffidenza
Le serve di Cristo
L’ingresso negli ordini
Le condizioni del reclutamento
Un universo desertico
Punizioni e umiliazioni
Esplosioni e rivolte
L’incomprensione dei religiosi
5. BÉCASSINE, L’OCA
Modernità e ignoranza
La condanna dei fronzoli
Capelli, trucchi, gioielli
Busti e reggiseni
Il vizio della civetteria
Inconvenienti della moda
Agghindare il nulla
Il razionamento dell’educazione
Il principio dell’insegnamento femminile
Problemi di promiscuità
Leggere e scrivere
Il contenuto dell’insegnamento
Gli argomenti proibiti
L’orrore del romanzo
Lo sfondo politico
Il rifiuto della cultura degli svaghi
Teatro e balletti corruttori
Inadatte all’arte e allo sport
Il pericolo dei balli
L’inferno per un valzer
Il ruolo del complemento
La felicità domestica
L’uniforme e la sottomissione
CONCLUSIONE
La donna disprezzata ovunque
Le cause dell’antifemminismo
Il cristianesimo vittima di se stesso
La sconfessione dei fatti
Pro o contro l’ordinazione delle donne
Un’enciclica infelice
Controversie sulla biotecnologia nella riproduzione
Un’evoluzione molto tardiva
L’ultima possibilità
Missione impossibile?
Note
Bibliografia
Indice dei nomi
Trattato dell’Argomentazione – Volume primo
La nuova retorica
Autore/i: Perelman Chaïm; Olbrechts-Tyteca Lucie
Editore: Giulio Einaudi Editore
prefazione di Norberto Bobbio, introduzione dell’autore, traduzione di Carla Schick e Maria Mayer con la collaborazione di Elena Barassi.
pp. XIX-196, Torino
Dai tempi di Descartes, le scienze dimostrative sono ritenute il regno della razionalità, mentre tutto ciò che non è dimostrabile viene relegato nell’ambito dell’irrazionale. Cosi l’etica, la sociologia, il diritto, la psicologia, la retorica sono rimaste escluse dalla logica in senso stretto e con esse i rapporti sociali sono stati tacitamente dichiarati alogici, cioè irrazionali. La teoria dell’argomentazione si propone di reintrodurre la razionalità in tutte le scienze dell’uomo, che operano con mezzi di prova non dimostrativi.
Già nel 1952 gli autori di questo volume avevano affrontato il tema dei mezzi di prova dimostrativi e non; e, parallelamente, avevano parlato di convinzione e persuasione, di logica e retorica, dimostrazione e argomentazione.
Con questo Trattato dell’argomentazione la loro ricerca giunge ad un punto culminante. Osserva Norberto Bobbio nella sua prefazione che «nel momento in cui pone le basi di una teoria dell’argomentazione, contiene un amplissimo censimento o repertorio di argomenti schedati, classificati e confrontati gli uni con gli altri secondo una veduta d’insieme.
Pone i presupposti per entrare nel campo e in più offre una guida sicura per chiunque voglia avventurarvisi per vedere cosa c’è dentro».
E molti sono infatti i problemi connessi con l’argomentazione che interessano varie discipline: dalla letteratura (la stilistica) alla sociologia (la comunicazione all’interno di un dato gruppo sociale) al diritto e alla psicologia. La teoria dell’argomentazione li affronta da un punto di vista suo proprio: è una logica delle scienze non dimostrative che riconquista alla ragione pratica l’intero ambito sociale, troppo spesso ritenuto – e con funesti risultati – il regno dell’irrazionalità.
La Vera Essenza della Vita – Sādhanā
Un classico della spiritualità contemporanea
Autore/i: Tagore Rabindranath
Editore: Garzanti Editore
cura e prefazione di Brunilde Neroni, titolo originale: The Meaning of Life.
pp. XVI-128, Milano
Tra il 1912 e il 1913 Rabindranath Tagore pronunciò per gli studenti di Harvard, ideali rappresentati dell’Occidente, le otto conferenze basate sugli insegnamenti della sua scuola di Santiniketan, qui presente nella traduzione di Brunilde Neroni dall’originale Bengali. Questo libro ha il significato di un incontro: il grande poeta indiano, l’autore de Il giardiniere e Gitanjali, si fa interpretare della propria civiltà e della propria cultura, isolando alcuni temi fondamentali ed eterni (l’amore, il lavoro, la bellezza) ed esplorando l’importanza che essi hanno avuto per i due mondi: quello in cui è nato e quello a cui si presenta. Lo fa con una prosa che ha la semplicità dei suoi versi, e che ci offre considerazioni di straordinaria attualità. La sua voce è quella di una civiltà antica e affascinante, che si è posta le stesse eterne domande dell’Occidente e ha dato risposte complesse e suggestive: nessuno poteva illustrarle con più suadente autorità di Tagore.
Rabindranath Tagore (Calcutta 1861-1941), scrittore e pensatore indiano, Premio Nobel per la Letteratura nel 1913, ha dato un formidabile contributo alla diffusione della cultura indiana nel mondo. Le sue opere vengono continuamente ristampate, anche in Italia.
14 Lezioni di Filosofia Yoga
Autore/i: Yogi Ramacharaka
Editore: Napoleone Editore
prefazione di Franca Avvisati.
pp. 192, Roma
Molti filosofi e studiosi, specialmente tra i moderni, hanno guardato e guardano con rispetto alla filosofia yoga, e ciò non stupisce se si considera che tutte le ricerche che Si fanno sull’uomo e sulle sue manifestazioni, inevitabilmente, approdano sulle rive della filosofia orientale; dimostrazione e conferma di una visione della vita, che, pur essendo ultramillenaria, non ha perso, attraverso i secoli, la sua attualità, perché considera essenzialmente la vera entità dell’uomo: il puro spirito.
La Ruota delle Lune
Meditazione pellerossa per molte lune
Autore/i: Sams Jamie
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro
nota per il lettore e introduzione dell’autore, traduzione di Cinzia Defendenti.
pp. 416, illustrazioni b/n, Vicenza
Una raccolta di meditazioni e riflessioni per ogni giorno dell’anno che può avvicinare ai modi armoniosi di cui sono impregnati i migliori stili di vita degli Indiani d’America. Il primo calendario posseduto dai Nativi Americani fu la corazza di tartaruga, che portava impressi i tredici mesi lunari dell’anno all’interno di una cornice chiamata Cerchio Sacro, o Ruota di Medicina. I tredici cicli lunari diedero origine alle leggende delle tredici Madri dei Clan e rappresentano le doti e le abilità che l’umanità può sviluppare durante il suo cammino sulla Terra. Queste lezioni sullo sviluppo del potenziale umano contengono le doti che ognuno deve sviluppare per poter vivere in armonia con tutte le forme di vita, per scoprire i propri talenti innati e sviluppare relazioni appropriate, riuscendo così a condividere tali doni con il resto della Tribù Umana.
Venezia nel Settecento
Stato, Architettura, Territorio
Autore/i: Brusatin Manlio
Editore: Giulio Einaudi Editore
unica edizione, premessa dell’autore.
pp. XXXIII-438, 283 illustrazioni b/n f.t., Torino
Tra immagine architettonica e politica del territorio di Venezia nel Settecento e la diffusione del suo mito in Europa e oltre Europa.
Ricomporre lo spazio storico-artistico di Venezia nel Settecento attraverso l’architettura, il paesaggio e tutto quanto è stato trasformato e reso propizio dal lavoro di arti e cultura, è lo scopo di questo libro. Il racconto parte ancora dalla città di Venezia ma rivolge l’attenzione prevalentemente al territorio. Lo stato veneto è percorso attraverso le città più tradizionalmente legate da un’inseparabile unità di immagini, fino ai confini della Lombardia-veneta dove ancora resiste l’unità architettonico-ambientale della civiltà palladiana. La funzione più produttiva ai fini di una nuova storia dello spazio costruito si fissa nella stretta connessione tra città e territorio; dove premano condizioni di separazione e di distacco si arriva alla distruzione dell’una e dell’altro. Altrimenti il progetto trova spazio nel territorio tramite un continuo governo delle acque e delle campagne, i cui effetti sono insieme le ville venete settecentesche e la stabile organizzazione delle parrocchie, infine tutta una produzione di minuscoli manufatti architettonici e altre immagini di una densa artigianalità rurale e locale. Si raggiunge infine anche la Venezia realizzata altrove, dopo la dissoluzione del suo stato, un flusso e una cultura che parlano per immagini, in una produttiva disseminazione che congiunge le capitali europee, al nuovo, al terzo mondo, in un continente non raggiunto e spostato per ogni intenzione e progetto, il nonluogo dove galleggia il mito di Venezia.
Manlio Brusatin insegna alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano e alla Facoltà di Architettura di Alghero. Ha collaborato a varie Biennali di Venezia dell’Arte, dell’Architettura e del Teatro. Tra le sue pubblicazioni, Einaudi ha in catalogo: Storia dei colori, Storia delle linee e Storia delle immagini, Arte della meraviglia, Venezia nel Settecento: Stato, architettura, territorio, L’arte dell’oblio, Arte come design.