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Libri dalla categoria Manoscritti

I King – Dalla Geometria Vibratoria dell’Universo alla Chiave dell’Agopuntura

I King – Dalla Geometria Vibratoria dell’Universo alla Chiave dell’Agopuntura

«I santi ed i saggi hanno in questo modo purificato il loro cuore, ritirandosi e nascondendo il loro segreto…». (I King, cap. XI, 2)

Autore/i: Albano Bernardo

Editore: ECIG – Edizioni Culturali Internazionali Genova

prima edizione, introduzione dell’autore, in copertina: «Il Gufo della Sapienza».

pp. 292, nn. illustrazioni b/n, Genova

Tutte le culture filosofico-religiose antiche si presentano come depositarie di «verità» ed affondano le loro radici sapienziali nelle «sacre scritture», la cui interpretazione ha generato montagne di libri e fiumi controversi di pensieri e parole. Alcune fra queste culture (cinese, tibetana, greca, ebraica, cristiana, ecc…) parlano anche di «sacri suoni (logos) e sacri templi».
Questo libro, scavando nell’archeologia dei «suoni naturali» (le vocali alfabetiche antiche), ne codifica geometricamente il suono mantrico e con l’aiuto dell’I King ripercorre la strada della riscoperta logica del legame unitario, nascosto nel pensiero religioso delle antiche cosmogonie.
Come vibra stereofonicamente l’insieme universale delle vocali note degli alfabeti antichi: espirazione (YANG) inspirazione (YIN) ecc…, così respira qualunque insieme unitario universale armonico vitale, sia macrocosmico che microcosmico.
Il libro sconfina nell’astrofisica (la luce diretta del sole interagisce su di “un centro di massa comune alla parte riflessa della stessa luce = dipolo gigante soli/lunare) e decodifica la geometria ideografica dei suoni con tenuti nei testi di Agopuntura, svelando il segreto che si nasconde dietro la fisica dinamica (energia) di questo, più che millenario, sistema terapeutico.

Bernardo Albano – Medico e agopuntore, ha analizzato e sviluppato i temi inerenti alla medicina energetica e alle problematiche ontologiche orientali e li ha presentati in molte conferenze a livello accademico-scientifico, riscuotendo ampi consensi.

La Luce del Sangue

La Luce del Sangue

Autore/i: Protti Giocondo

Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani

seconda edizione, introduzione dell’autore.

pp. 316, numerose tavole b/n f.t., Milano

Il volume «La luce del sangue» può essere veramente definito un libro nuovo. Non soltanto l’autore vi ha diffuso una notevole quantità di nozioni di fisica, di chimica, di biologia collegandone le parti in un tutto unitario (il Dr. Protti è il fondatore della Biochimicofisica, la scienza cioè che si propone di affrontare lo studio della materia vivente mediante la collaborazione simultanea e permanente dei biologi, dei fisici e dei chimici, secondo quanto venne solennemente riconosciuto nel grande congresso internazionale per la collaborazione scientifica svoltosi a Venezia nel 1934 sotto la presidenza di Guglielmo Marconi) ma presenta al gran pubblico una impressionante documentazione, diretta e indiretta, di quel fenomeno naturale, scoperto dall’istologo russo Alessandro Gurwitsch, che si concreta nella possibilità, insita nella materia vivente, di emettere radiazioni di breve lunghezza d’onda nel campo dell’ultravioletto.
L’autore espone i fatti con molta chiarezza in capitoli vivaci e concettosi, soffermandosi, principalmente (anche riferendosi ad apporti personali) sulla natura di queste radiazioni, sul loro significato e sul loro impiego.
Dalla misurazione di questa energia radiante, al «tempo interiore» dal problema della immunità a quello del cancro, fino ad una nuovissima teoria ultravioletta della vita, il lettore passa di sorpresa in sorpresa.
Volume quindi senza precedenti che merita di essere conosciuto.

Libro delle Mirabili Difformità – Liber Monstrorum de Diversis Generibus

Libro delle Mirabili Difformità – Liber Monstrorum de Diversis Generibus

Autore/i: Anonimo

Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani

unica edizione, introduzione e cura di Corrado Bologna, in copertina: Miniatura da Livre des Merveilles Parigi, Bibliothèque Nationale, Fondo Francese, ms. 2810, fol. 29v.

pp. 224, Milano

Rivive in queste pagine, dopo una lunga e ingiusta dimenticanza, uno dei più ambiziosi, dei più sublimi manuali di irregolarità e di nefandezze che si siano prodotti tra Plinio e l’epoca di Bosch o di Ambroise Paré. Sbocciato nel forziere ricolmo delle teratologie e dei trattati di meraviglie medievali, il Liber monstruorum colleziona come cartoline dalle terre fantastiche i segni di quelle simboliche mappe dell’immaginario: tigri di carta, animalacci da favola, serpenti che paiono sgusciati dal circo Barnum, e mille e una razza di buffi, scompigliati omiciattoli dalle anatomie smontabili come nei robot, che l’affabulazione, controllatissima, elenca in uno stralunato schedario di relitti, di tutti gli incubi occidentali evasi dal Musée Grevin. Il Liber è il lettino psicanalitico dell’età intorno a Carlo Magno, che lo diede alla luce, e della nostra, che ne riscatta col piacere del testo, l’oltranza e l’allegoricità. Nella traduzione di Corrado Bologna, che accompagna il testo insieme al saggio introduttivo, un arabesco sulla “mostruosità” nei secoli, questo libro diviene un colorito diorama, che forse non dispiacerebbe a Borges, un Baedeker dell’Altro Mondo, che scopriamo nascosto nello zoo di vetro delle piccole mostruose cose di pessimo gusto che ci circondano.

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Introduzione di Corrado Bologna

L’ordine delle stupefazioni

  1. I Mostri e il Libro
  2. Il Libro dei Mostri
  3. Mostri, Prodigi, Meraviglie. La chiave
  4. La natura del Mostro
  5. Il Mostro e la Natura

LIBER MONSTRUORUM DE DIVERSIS GENERIBUS
LIBRO DELLE MIRABILI DIFFORMITÀ

  • I. Liber monstruorum
  • I. Le mirabili difformità
    Note di commento al Libro I
  • II. De beluis
  • II. Le belve mostruose
    Note di commento al Libro II
  • III. De serpentibus
  • III. I serpenti
    Note di commento al Libro III

Note al testo

  • Segni critici nel testo latino
  • La tradizione manoscritta e le edizioni del Liber monstruorum
  • Testimonianze indirette e parentele letterarie
  • Costituzione del testo
  • Nota alla traduzione

Notizie sui testi classici e medievali citati. Cenni bibliografici

Il Ritorno della Grande Madre

Il Ritorno della Grande Madre

Il magico, anima segreta e femminile della Storia

Autore/i: La Porta Gabriele

Editore: Il Saggiatore

introduzione dell’autore.

pp. 196, Milano

Il ritorno della Grande Madre è un viaggio nel tempo che ha un preciso scopo: tentare di comprendere il magico Femminile, un arcano che è sopravvissuto nei secoli a ogni forma di ostracismo e persecuzione. Accanto a Giovanna d’Arco e a semplici eroine del quotidiano, su cui aleggia lo spettro dei roghi delle streghe, emergono anche protagonisti maschili: l’itinerario ci porta alla scoperta di personaggi come Bernardo di Chiaravalle, i Templari, Giordano Bruno, uomini dalla mente aperta e illuminata, curiosi del diverso e pronti all’accettazione dell’altro, tutte caratteristiche che contraddistinguono il Femminile come categoria dello spirito. Queste figure storiche hanno incarnato un ideale di tolleranza intellettuale e religiosa, l’aspirazione a una conoscenza che supera i confini della rigida razionalità, la volontà di diffondere una cultura “altra”: la magia naturalis.

Ma il libro è anche il percorso iniziatico dell’autore verso la comprensione di questo universo culturale dimenticato dalle accademie, eppure vivo e vibrante, percorso costellato di incontri con persone note e meno note, che si sono occupate con passione di magia e del Femminile in magia. In queste pagine, dove si intrecciano felicemente esperienze personali e suggestioni filosofico-letterarie, prende dunque corpo un’avventura alla scoperta di “ciò che è stato velato”, il tentativo di decifrare una scrittura e un codice smarritisi nel solco dei secoli.

Gabriele La Porta e stato direttore di RAIDUE ed è attualmente responsabile del palinsesto notturno delle tre reti televisive RAI.
Laureato in filosofia, ha scritto una biografia di Giordano Bruno (1993) e ne ha tradotto le due opere latine De umbris idearum e Cantus circaeus. Ha pubblicato inoltre Le carte della memoria (1984), Grandi castelli, grandi maghi, grandi roghi (1994), Storia della magia (1995).

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Intenti

Introduzione

Capitolo primo
Dove si va alla ricerca della città di Troia e si narra di un sogno misterioso

Capitolo secondo
Dove si ricorda di una passeggiata alle falde del Vesuvio e dove compare una zingara

Capitolo terzo
Dove si parte per Chartres grazie a una Colombina veneziana

Capitolo quarto
Dove si giunge a Chartres e si viene a conoscenza dei misteri della cattedrale grazie a un enigmatico signore

Capitolo quinto
Dove si riporta il racconto dello sconosciuto e il mistero della nascita delle cattedrali gotiche

Capitolo sesto
Dove prosegue il racconto della sconosciuto, si arriva idealmente a Gerusalemme e compaiono i primi Cavalieri Templari

Capitolo settimo
Dove si esaminano i sotterranei di re Salomone e il mistero dell’Arca dell’Alleanza, sepolta e mai più ritrovata. Oppure…

Capitolo ottavo
Dove lo sconosciuto sparisce e compare un’astrologa e il biblico Aronne

Capitolo nono
Dove l’astrologa discorre di perle e consiglia un itinerario insolito e dove compare una tarantolata sepolta nella memoria

Capitolo decimo
Dove una fanciulla arriva determinata nella città di Chinon, dove un cavaliere blasfemo la paga cara e dove viene pronunciata una terribile profezia

Capitolo undicesimo
Dove una signora che legge i tarocchi per strada mette su una buona pista e dove si scopre il segreto di François Villon

Capitolo dodicesimo
Dove si narra del poeta François Villon che assiste a un’impiccagione e dove si interpreta la Ballata degli impiccati in chiave esoterica grazie all’aiuto dei tarocchi

Capitolo tredicesimo
Dove si parla di Heidelberg, nel Palatinato, e dove si racconta della stona d amore di Elisabetta e Federico V, della morte di un principe, di un regno simile al paradiso e della crudeltà dei fanatici religiosi

Capitolo quattordicesimo
Dove si va a vedere la città incantata, Heidelberg, dove si scopre un segreto di una grande studiosa e dove si arriva a a Shakespeare e compaiono i Rosacroce

Capitolo quindicesimo
Dove si assiste alla grande festa per la nomina di Enrico a principe di Galles, dove Federico ed Elisabetta assistono a due composizioni teatrali, dove arriva una terribile malattia ma il loro matrimonio si celebra ugualmente

Capitolo sedicesimo
Dove compare Giordano Bruno, il mago irascibile, il filosofo dell’immaginazione. Straordinaria storia di un frate senza saio, perseguitato da immani forze cattoliche, eppure sempre ricevuto nelle corti più importanti d’Europa

Capitolo diciassettesimo
Dove si racconta di una grande festa a Parigi e dove si ipotizza che Giordano Bruno avesse il compito di fermare le guerre di religione per suggerimento di un misterioso gruppo di “illuminati”, che forse sono “neo-gnostici”

Capitolo diciottesimo
Dove si va in Puglia, a Patù, dove si parla dei “segni” e dell’importanza di osservarli e dove compare Elémire Zolla anche se non c’è

Capitolo diciannovesimo
Dove si racconta di alcuni incontri con Elémire Zolla e con Giorgio Colli e dove tornano i “segni”

Capitolo ventesimo
Dove si racconta di zi’ Cornelina, della scatola blu, del blu intenso e dell’azzurro scuro di Hillman

Capitolo ventunesimo
Dove si parla delle streghe di oggi e dove si verifica una curiosa coincidenza a Torino

Capitolo ventiduesimo e ultimo
Dove si va da Paolo Portoghesi a vedere una casa del Femminile e dove ci sono i commiati

Appendice
1. Indicazioni bibliografiche
2. Bibliografie ragionate e discorsive di alcuni capitoli

Le Forze Sottili e la Loro Azione

Le Forze Sottili e la Loro Azione

Contributo alla medicina psicosomatica

Autore/i: Saetti Andrea

Editore: Edizioni Mediterranee

nota introduttiva dell’autore.

pp. 148, Roma

Quest’opera, oltre a gettare le basi psichiche e fisiologiche della medicina psicosomatica per contribuire a farne un metodo di cura su fondamenti razionali e scientifici, vuole dimostrarne la validità mediante alcuni esperimenti fatti con individui dotati di ipersensibilità. L’autore descrive come questi individui hanno reagito a delle bioradiazioni della materia organica e a quelle ideoplasticizzanti delle forme, come pure a radiazioni della materia inorganica, e dimostra che tali energie che compenetrano il tutto non sono né elettricità, né luce, né calore, né qualsiasi altro elemento noto, sia della fisica che della biologia.
Le forze sottili dello psichismo sono di natura animica, atte a produrre delle reazioni fisiologiche; e ciò in modo piu accentuato man mano che si scende nella scala dell’evoluzione animale, ove tali forze non vengono ostacolate nella loro funzione neurovegetativa da complessi psicologici o da funzioni cerebrali, come invece avviene nell’uomo. Il corso clinico curativo delle malattia in medicina psicosomatica si basa su tali forze. Comunemente, queste forze sono conosciute come forza vitale, e per sorprenderne l’energia bioradiante si è dovuto ricorrere ai sensitivi.
Al tatto e alla vista del sensitivo la forza vitale si manifesta negli organismi altamente organizzati, quali l’uomo, l’animale, o anche la pianta, in modo bioradiante, con tutte le caratteristiche magnetiche del positivo e del negativo, dell’attrazione e della repulsione e del complemento cromatico.
Tra fattore morale ed organico esiste una reciproca influenza. Organicamente parlando, tale influenza si conosce come «psichica». E per mezzo di questa che si può stabilire il rapporto tra forza vitale e forza morale.
Ne segue che l’influenza psichica può, per il tramite di differenti emozioni, stimolare o paralizzare la funzione organica. Ed è su ciò che si basa la possibilità di ridurre a sistema curativo il potere dell’attitudine mentale sui processi neurovegetativi dell’organismo, attitudine nella quale entra in gioco l’immaginazione, e successivamente la suggestione terapeutica, dal momento che esiste un rapporto diretto tra le sensazioni organiche e le insinuazioni della suggestione.

Conoscenza Antroposofica dell’Uomo e Medicina

Conoscenza Antroposofica dell’Uomo e Medicina

11 conferenze tenute in diverse città fra il 28 agosto 1923 al 29 agosto 1924 – Vengono illustrati i principi fondamentali della medicina e della farmacopea antroposofiche a un pubblico di non medici.

Autore/i: Steiner Rudolf

Editore: Editrice Antroposofica

pp. 248, Milano

Sommario:

Indicazioni per la comprensione dei metodi curativi basati sulla scienza dello spirito antroposofico

  • Prima conferenza – Penmaenmawr (Inghilterra) 28 agosto 1923

Patologia, terapia e produzione di medicamenti sulla base della conoscenza scientifico-spirituale

  • Seconda conferenza – Londra, 2 settembre 1923
  • Terza conferenza – Londra, 3 settembre 1923

Scienza dello spirito antroposofica e conoscenza medica

  • Quarta conferenza – Vienna, 2 ottobre 1923

Conoscenza Antroposofica dell’Uomo e Medicina

  • Quinta  conferenza – L’Aia, 15 novembre 1923
  • Sesta  conferenza – L’Aia, 16 novembre 1923

Che cosa può ottenere l’arte medica da uno studio sulla base della scienza dello spirito

  • Settima conferenza – Arnhem, 17 luglio 1924
  • Ottava conferenza – Arnhem, 21 luglio 1924
  • Nona conferenza – Arnhem, 24 luglio 1924

L’arte del guarire alla luce della scienza dello spirito

  • Decima conferenza – Londra, 28 agosto 1924
  • Undicesima conferenza – Londra, 29 agosto 1924

Studia Classica Iohanni Tarditi Oblata – 2 Volumi

Studia Classica Iohanni Tarditi Oblata – 2 Volumi

Autore/i: Autori vari

Editore: Vita e Pensiero

a cura di L. Belloni, G. Milanese, A. Porro.

vol. 1 pp. XXXVI-834, vol. 2 pp. 835-1552, 4 figure b/n, Milano

L’opera contiene i contributi che colleghi e allievi hanno voluto offrire a Giovanni Tarditi in occasione del suo 70° compleanno. Gli argomenti spaziano dalla poesia alla prosa greca e latina, dal teatro alle letterature tecniche, dall’archeologia alla storia della tradizione dei classici: l’organizzazione dei due volumi, ripartiti in sezioni omogenee, rende assai gradevole la consultazione.

Le Formiche

Le Formiche

Vita e costumi

Autore/i: Raignier Albert

Editore: U. Mursia Editore

prefazione di Mario Pavan, traduzione dal francese integrata e aggiornata di G. A. Romesi, collana: Il Liocorno n° 2, titolo originale: Vie et Moeurs des Fourmis.

pp. 328, 25 tavole a colori e b/n, Milano

Il minuscolo e potente popolo delle formiche, con la sua organizzazione nella quale individui, gruppi di individui, caste, hanno un proprio ruolo che può variare in relazione alla età e alla necessità, ha sempre colpito vivamente l’attenzione e l’immaginazione dell’uomo. Si è avuta anzi, tendenza a sottolineare le analogie con la società umana ed a tracciare, implicitamente ed esplicitamente, romantici paralleli.
Numerosi ed eminenti studiosi, in tutto il mondo, si sono però spinti in un esame sempre più oggettivo e specifico sulla natura di tale organizzazione, sugli impulsi cui obbedisce, sui fattori chimici che possono influirvi, sull’intima struttura degli insetti stessi. L’Autore di questo libro è riuscito a tracciare, in tale direzione e con scrupolo scientifico, un vasto quadro dei più appariscenti fenomeni della vita di questi insetti sociali, pur rimanendo nei limiti di un’opera di mole normale: L’esposizione è piana, divulgativa, ma conserva il pregio della documentata precisione, rimanendo perciò ampiamente valida ai fini di studio. In particolare molti lettori rimarranno sorpresi nello scoprire le funzioni che le formiche sono chiamate ad assolvere nell’equilibrio della natura, e come l’uomo tenda oggi a volgere quelle funzioni ai propri fini, estendendole e potenziandole.

Albert Raignier, docente delle Università del Belgio e del Congo, autorevole studioso della vita delle formiche di vari continenti, ha trasferito in questa sua opera il frutto di una lunga esperienza vissuta e le conclusioni di un paziente e sereno lavoro di indagine. La presente traduzione è aggiornata in base alle più recenti risultanze.

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Presentazione: Prof. M. Pavan

1) La cattura

  • Scoperta di un nido
  • I nidi artificiali
  • Si cambia casa
  • Nido di Starcke

2) Nascita di un popolo

  • Le nozze
  • Destino di regina

3) Fondazione di una colonia

  • Formazione mista
  • Parassitismo
  • L’istinto schiavista
  • Un caso curioso

4) La costruzione di un nido

  • Tecnica costruttiva

5) Le cure alla progenitura

  • Uovo,larva,bozzolo
  • Regime alimentare delle larve
  • Teoria della trofallassi
  • La metamorfosi
  • L’enigma della differenziazione

6) Nidi composti e colonie miste

  • Plesobiosi e parabioni

7) L’egemonia di un piccolo popolo

  • Invasioni devastatrici
  • Provvide funzioni
  • Utilità delle Formiche del gruppo Formica rufa
  • Stazioni sperimentali italiane

8) Rete stradale e terreno di caccia

  • Occupazione del terreno
  • Viabilità e comunicazioni

9) Divisione del lavoro e cooperazione

  • Preda in vista: allarme
  • Gradi di allarme

10) S.O.S. ovverossia la musica delle formiche

  • Organi del suono
  • L’udito

11) Il problema dell’orientamento

  • Odore e luce come guida
  • La vista

12) L’odore come passaporto

  • Veleni per l’offesa e la difesa
  • Mobilitazione generale
  • Organi olfattivi

13) Gli afidi

  • Gli allevamenti
  • La mielata
  • Le formiche con le mandrie

14) Amici e nemici

  • Sinettri, sineci, sinofoli
  • Lomechusa, l’ospite preferito

15) La vita brillante della Formica Argentina

  • Un esempio particolare
  • All’opera come genieri
  • Altri esperimenti

Appendice

  • Le suddivisioni scientifiche della Famiglia delle Formiche
  • Bibliografia
  • Indice delle tavole in b/n
  • Indice delle tavole a colori

La Religione di Roma Antica

La Religione di Roma Antica

Dal calendario festivo all’ordine cosmico

Autore/i: Sabbatucci Dario

Editore: Edizioni SEAM

introduzione dell’autore.

pp. 466, Formello (Roma)

Ho voluto esporre la religione romana per mezzo del suo calendario festivo. È una scelta che ha due spiegazioni. La prima: ho creduto vantaggioso calare la materia in una struttura romana piuttosto che in una nostra, inevitabilmente condizionata dalla nostra religione, dal nostro concetto di religione, e dunque fuorviante in proporzione al condizionamento stesso. In sostanza, ho rifiutato il modello manualistico corrente, per seguire un modello antico, quello che ha indotto Ovidio ad esporre la religione romana per mezzo dei Fasti, appunto per mezzo del . calendario festivo. La seconda: ho seguito l’indicazione di uno dei più geniali antichisti che io conosca, K. Kérenyi, il quale ci ha insegnato a considerare «la religione antica come religione della festa».

Dario Sabbatucci, allievo di Raffaele Pettazzoni, e ordinario di Storia delle religioni alla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Roma «La Sapienza». Fra le sue numerose opere ricordiamo: Saggio sul misticismo greco (1965), Lo stato come conquista culturale. Ricerca sulla religione romana (1975), Il mito, il rito e la storia (1978), Sui protagonisti di miti (1981), Da Osiride a Quirino (1984), Mistica agraria e demistificazione (1986), Sommario di storia delle religioni (1987). Tra i saggi degli ultimi anni ricordiamo Politeismo (monumentale opera in due volumi edita nel ’98 da Bulzoni).

Arti del Metallo e Alchimia

Arti del Metallo e Alchimia

Autore/i: Eliade Mircea

Editore: Bollati Boringhieri Editore

prefazioni dell’autore, traduzione di Francesco Sircana.

pp. 192, Torino

Nel tracciare la storia dei destini incrociati dell’alchimia e delle arti del metallo, Eliade dimostra in questo saggio come antichi metallurghi e alchimisti s’incontrino almeno su un punto: la fede nel carattere vivo e sacro della Materia e nella possibilità di operare una sua “trasmutazione”, supplendo con le Tecniche e il Lavoro l’opera del Tempo. Ma in questo senso, argomenta Eliade, l’alchimia ha dato al mondo moderno molto più di una chimica rudimentale: essa gli ha trasmesso appunto la fede nelle possibilità illimitate dell’”homo faber” e nel significato escatologico della sua azione. Cosicché, per un paradosso forse solo apparente, il più peculiare mito delle moderne società industriali, il dogma del dominio scientifico della Natura ai fini di una sua trasformazione in “energia”, affonda le proprie radici in un mito squisitamente religioso: il sogno alchemico della preparazione sintetica dell’Oro, cioè, fuori di metafora, del perfezionamento e della redenzione della Natura nella sua interezza.

Mircea Eliade (Bucarest 1907 – Chicago 1986), illustre storico delle religioni, ha insegnato alla Sorbona e all’Università di Chicago. Le sue opere più importanti sono tradotte in italiano. Nelle nostre edizioni: Trattato di storia delle religioni, Giornale, Il sacro e il profano, Tecniche dello Yoga, India e Diario d’India.

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Prefazioni

  1. Meteoriti e metallurgia
  2. Mitologia dell’età del ferro
  3. Il mondo sessualizzato
  4. Terra mater. Petra genitrix
  5. Riti e misteri metallurgici
  6. Sacrifici umani alle fornaci
  7. Simbolismi e rituali metallurgici babilonesi
  8. I “signori del fuoco”
  9. Fabbri divini ed Eroi civilizzatori
  10. Fabbri, guerrieri, maestri di iniziazione
  11. L’alchimia cinese
  12. L’alchimia indiana
  13. Alchimia e iniziazione
  14. Arcana artis
  15. Alchimia, scienze naturali e temporalità

Appendice: C. G. Jung e l’alchimia

Note bibliografiche

Indice analitico

Il Martello delle Streghe

Il Martello delle Streghe

La sessualità femminile nel transfert degli inquisitori

Autore/i: Institor Heinrich ( Krämer ); Sprenger Jakob

Editore: Marsilio Editori

terza edizione, introduzione di Armando Verdiglione, traduzione di Fabrizio Buia, Elena Caetani, Renato Castelli, Valeria La Via, Franco Mori, Ettore Perrella.

pp. 460, Venezia

Il Martello delle Streghe è il testo ecclesiastico ufficiale della persecuzione contro le strega. È scritto da due inquisitori domenicani, autorizzati dalla bolla Summis desiderantes affectibus promulgata dal papa Innocenzo VIII. Costoro spiegano le ragioni dell’inquisizione, la procedura in ciascun «caso», in ciascun negotium fidei, nella ricerca del «mostro eversivo», del «complotto diabolico», nella negazione della dissidenza delle donne e per spazzar via il sesso che è per loro sempre contronatura. Offrono esempi di massacri al rogo, sotto il principio dell’Esodo che «non bisogna lasciare in vita neanche una strega», ritenuta rappresentante del sapere sessuale, della droga, divoratrice di bambini, operatrice di aborti.

Questo testo d’inquietante attualità vuole essere, nel progetto degli autori, anche un manuale contro la droga, a vantaggio della medicina sacramentale. Ma la negazione del femminile trae in un delirio politico gli inquisitori, travolti dalla fantasmatica della sessualità femminile fino all’allucinazione, alla pornografia, al romanzo d’amore, fino a dimenticare dio, il diavolo, la genealogia, provocati dal corpo delle «streghe», da un corpo-molteplicità.

In prima di copertina: «L’omaggio al diavolo: il bacio rituale» (da R. P. Guaccius, Compendium maleficarum, Milano 1626).

Viaggio Curioso nel Mondo delle Carte

Viaggio Curioso nel Mondo delle Carte

Autore/i: Castelli Alfredo

Editore: Fratelli Fabbri Editori

prima edizione, prefazione di Vito Arienti.

pp. 160, nn. illustrazioni a colori e b/n, Milano

Per Scoprire tutta l’affascinante storia della carta da gioco: dalla Cina dei Tang ai giorni nostri. I Tarocchi, le carte usate dai prestigiatori, le carte istruttive, politiche, pubblicitarie, satiriche, artistiche… Carte rarissima, scovate nei musei e nelle collezioni private, carte moderne pubblicate in tutti gli angoli del mondo.

Per Indovinare il vostro futuro e quello dei vostri amici con i metodi millenari, collaudati dai più famosi cartomanti, con un normale mazzo di Poker o con gli antichi e magici Tarocchi. Diventare discepoli della celebre Mademoisele Lenormand con l’aiuto di tavole semplici e complete create appositamente per questo volume. Amore, salute, fortuna, matrimonio, lettera… Un mazzo di carte, un pizzico di magia e l’incantesimo è fatto.

Per Stupire ospiti e amici, bambini e gente di ogni età, con giochi di prestigio inediti e originali che si possono eseguire in qualunque momento. Leggere la storia appassionante dei grandi illusionisti, dal saggio Tetteà al fascinoso Silvan. Per Vincere al gioco conoscendo le regole e la storia. Per Rivivere le memorabili partite di James Bond e della stangata; imparare a difendersi dai bari e divertirsi a barare.

Questo è il primo libro che tratta  le carte in tutti i loro aspetti: illustrazioni inedite, foto, fumetti, curiosità, persino un gioco-novità, il “Flip Poker” che si può giocare senza carte, sfogliando semplicemente le pagine del volume. E una preziosa appendice, che insegna dove e come procurarsi i mezzi riprodotti in questo libro eccezionale, per giocare fino all’ultima pagina.

La Fede Ortodossa

La Fede Ortodossa

Autore/i: Di Damasco Giovanni

Editore: Edizioni Zara

prima edizione, cura e introduzione di Alberto Siclari, traduzione di Serena Rinaldi, in copertina Andrej Rublëv «Trinità» 1411 circa.

pp. 264, Parma

L’autore de La fede ortodossa, Giovanni, considerato il più grande teologo della sua età, nacque a Damasco, centro del califfato omàyyade, fra il 650 e il 675. In una regione, quindi, la Siria, da tempo immemorabile crogiolo di culture e fedi diverse, nella quale al potere di Bisanzio si era di recente sostituito quello degli Arabi, la cui religione e la cui lingua si venivano affiancando e si ponevano in diretta concorrenza con la cultura greca e con il Cristianesimo. La realtà religiosa del suo mondo era particolarmente complessa. Alla conquista gli Arabi non facevano seguire la conversione coatta: i una condizione di sudditanza e contro il pagamento di uno specifico tributo. Cristiani, Ebrei e Zoroastriani erano liberi di praticare i rispettivi culti. Il problema della convivenza delle diverse fedi era inoltre ulteriormente complicato dall’esistenza, in seno alla cristianità, di chiese come la monofisita-giacobina di Siria, la monofisita-copta d’Egitto, la diofisito-nestoriana di Persia. Ai loro contrasto si venne infine ad aggiungere, dal 726, quando l’Imperatore Leone III Isaurico ordinò la distruzione di tutte le immagini sacre, la lotta, che turberà la vita della Chiesa e susciterà nell’Impero bizantino gravi sconvolgimenti politici e sociali per oltre un secolo, tra fautori e oppositori dell’iconoclastia. Giovanni, come risulta dalle sue opere, ha partecipato attivamente al dibattito teologico dell’epoca, difendendo l’ortodossia del Cristianesimo contro avversari interni ed esterni e opponendosi in modo deciso agli iconoclasti. La sua esistenza si chiuse attorno al 750, quando anche il dominio degli Omàyyadi, che avevano fatto della Siria la loro roccaforte, stava venendo meno.

La più conosciuta fra le opere del Damasceno, e certamente la più apprezzabile per ricchezza di materiale e forza di sintesi, è la trilogia nota come Fonte della conoscenza, che comprende, nell’ordine, i Capitoli filosofici (o Dialettica), il Libro sulle eresie e L’esposizione della fede ortodossa. Quest’ultima, dei tre scritti di gran lunga il più rilevante, è centrata naturalmente su Dio e sul Mistero della salvezza, ma dà spazio anche a tematiche antropologiche, psicologiche e cosmologiche. Jugie l’ha considerata un’ampia spiegazione del simbolo Piceno-costantinopolitano, ma ha fatto anche rilevare che in essa vi soltanto qualche cenno alla Chiesa e che i capitoli sul mondo e sull’uomo dipendono in gran parte dalle conoscenze filosofiche e naturalistiche dell’epoche.
Assieme alla Dialettica e al libro sulle eresie, costituisce in effetti una sorta di manuale enciclopedico della cultura del mondo del damascano. La natura composita dell’opera, del tutto dipendente dalla tradizione e probabilmente costruita con l’aiuto florilegi del tipo della Dottrina Patrum, non permette una valutazione precisa del contributo personale di Giovanni sotto il profilo linguistico-letterario; in ogni caso, essa è caratterizzata dal nitore del disegno, dalla sobrietà dello stile e dalla chiarezza e semplicità del linguaggio.

Il Mondo Occulto

Il Mondo Occulto

Autore/i: Sinnet A. P.

Editore: Editrice Libraria Sirio

terza edizione, prefazione alla seconda edizione ed introduzione dell’autore, traduzione di E. De Brandis.

pp. XV-208, Trieste

Dall’introduzione dell’autore:
«Esiste ancora oggi una scuola di filosofia che il pensiero moderno ha perduto di vista, ma di cui si possono ritrovare degli accenni nelle filosofie antiche, familiari a tutti gli uomini colti.
Questi accenni, veramente, sono forse meno comprensibili di frammenti di sculture mutilate; perché noi conosciamo la forma umana e possiamo completare un torso con membra immaginarie, ma non possiamo dare un significato immaginario ad allusioni che ci vengono da Platone o da Pitagora, e che indicano, a quelli che ne posseggono la chiave, la conoscenza segreta del mondo antico. Alcuni sprazzi di luce possono però aiutarci a decifrare quei linguaggi ed una ricchissima ricompensa intellettuale è offerta a chi si accinge volonteroso alla impresa.
Perchè, l’affermazione potrà sembrar strana a vista, la metafisica moderna ed in gran parte anche le scienze fisiche hanno per secoli cercato a tastoni, ciecamente, una conoscenza che la filosofia occulta ha posseduto sempre pienamente.
Grazie ad un seguito di favorevoli circostanze ho potuto accertare questo fatto: sono venuto in contatto con persone che dei misteri della natura e dell’umanità ereditarono una conoscenza molto maggiore di quella che il pensiero moderno possiede finora.[…]»

Ginnastica Posturale e Tecnica Méziéres

Ginnastica Posturale e Tecnica Méziéres

Autore/i: Souchard Philippe-Emmanuel

Editore: Marrapese Editore

prima edizione italiana a cura di Sergio Papini, introduzione dell’autore, traduzione di Rita Di Tullio e Anna M. Negrente, disegni di M.C. Darmagnac.

pp. 144, 92 posizioni illustrative del Metodo Méziéres, Roma

«La ginnastica posturale fa parte da sempre del patrimonio terapeutico della kinessiterapia. Essa risponde al desiderio legittimo di stirare i muscoli contratturati o retratti rimettendo in asse i segmenti scheletrici. Grandi nomi figurano fin dalle prime ricerche in questo senso: lo stesso Ippocrate, poi Zander, Kirmisson, Lorenz, Redard, Sayre.
Per quel che riguarda Françoise Mézières, nel 1949 pubblicò un piccolo opuscolo di 60 pagine nel quale riferiva un’osservazione e tirava conclusioni in contrasto con certi princìpi comunemente adottati nella ginnastica medica.
Dopo un lungo esilio, durante il quale riesce a creare intorno alle sue convinzioni, un piccolo nucleo di discepoli, tra i quali anch’io, ella aderisce all’idea di pubblicare nel 1967 il contenuto di una conferenza tenuta al Centro Omeopatico di Francia. Lo studio di questo lavoro e lo stare vicino a F. Méziéres, della quale divenni in seguito l’aiuto per l’insegnamento del metodo che porta il suo nome, mi hanno spinto ad un lungo e paziente lavoro di ricerca bio-meccanica, allo scopo di capire e poi spiegare l’insegnamento puramente empirico di F. Méziéres.
Il mio lavoro, per quanto incompleto, mi ha dato la possibilità non solo di confermare ciò che F. Méziéres chiama «osservazioni fondamentali» ma anche di spiegare sul piano scientifico tutto ciò che di nuovo si è naturalmente inserito nello sviluppo del metodo. Io ho inoltre potuto constatare che questo procedimento non è senza pericoli e può generare conflitti dal momento che lo spirito scientifico non è incline ad accogliere novità che contrastino con le cognizioni ufficiali.[…]»

La Pittura Giapponese

La Pittura Giapponese

Storia generale della pittura

Autore/i: Lèsoualc’h Théo

Editore: Il Saggiatore

introduzione di Jean-Clarence Lambert, traduzione dal francese di Aldo Ciaruttini, in copertina: stampa «Shuncho» giovani donne che ammirano delle peonie in fiore – conservata a Parigi nel Museo Guimet.

pp. 208, nn. illustrazioni a colori e b/n, Milano

Dall’introduzione:
«L’arte del Giappone ci è vicina per la seconda volta in un secolo; ma indubbiamente questa è la prima volta che siamo in grado di valutare gli elementi che ci separavano da essa, di apprezzarla nella sua diversità.
L’espressionismo, e le altre scuole che ne derivarono, dalle stampe giapponesi che vennero esposte a Parigi nel 1867, ritrassero soprattutto delle formule. Formule e precedenti che giustificavano le audacie che i pittori sentivano necessarie in quel tempo. Whistler, il cui Old Battersea Bridge fece scandalo, ribatte: Hiroshige.
Degas, con le sue composizioni diagonali, le sue oblique contrastate, i suoi grandi piani: era Hokusai che gliene aveva offerto la tentazione, Né Monet avrebbe tagliato a metà tante barche, né spinto così avanti la sua evocazione del «giorno senz’ombra e che non è che se stesso», se non avesse avuto l’incitamento dell’ukiyo-e. […]
Ammettere che la perfezione possa nascere dal meno, noi, abituati da secoli alla profusione di ricchezza, italiana o fiamminga, bizantina o barocca!…Poichè la pittura giapponese è la pittura del meno, cioè della riduzione dell’essenziale, raggiunto e fissato attraverso una serie di operazioni psichiche e di gesti precisi, ognuno dei quali sottintende un modo di esistere e un comportamento morale. L’essenziale astratto del tempo e dello spazio, che significa: niente fondo, niente effetti di luce; niente prospettiva illusoria; insomma, nessuno dei segni particolari e superflui che per tanto tempo sono stati il diletto degli Europei… Ciò che vuol dire, di conseguenza, l’esaltazione del particolare, il granello di sabbia che contiene un mondo intero, che manifesta l’accordo tra l’oggetto e il soggetto: mio… Mio non è un termine che si possa veramente tradurre: forse la bellezza che sfugge al cosciente? […]
In Giappone questo dello spettatore è uno sguardo capace di cogliere il movimento interno dell’opera per poterlo prolungare in qualche modo. […]»

San Gennaro

San Gennaro

Storia di un culto, di un mito, dell’anima di un popolo

Autore/i: Paliotti Vittorio

Editore: Rusconi

prima edizione, fotografie di Dino Jarach, in sovraccoperta particolare «L’imbusto di san Gennaro» Cappella del Tesoro, Napoli.

pp. 264, nn. fotografie a colori f.t., Milano

San Gennaro e Napoli: mai città ebbe con il suo patrono un rapporto così tenace e profondo, ma anche così inquieto e a volte fin tempestoso. Dal 472, quando la città ricorse alla protezione del santo, in occasione di una violenta eruzione del Vesuvio, san Gennaro diventò, insieme con il minaccioso vulcano, una componente essenziale della vita quotidiana dei napoletani, il suo culto si intrecciò con la storia della città, ne scandì per secoli i momenti solenni e quelli tragici. Vescovo di Benevento, decapitato a Pozzuoli nel 305, san Gennaro ebbe dopo la morte vicende avventurose a non finire: i resti del suo corpo, sempre contesi, più volte trafugati, nascosti, sottratti a forza, vagarono da Fuorigrotta alle catacombe di Capodimonte, da Benevento al santuario di Montevergine. E quando trovarono una definitiva collocazione a Napoli, cominciarono gli esami e le misurazioni, i dubbi e le contestazioni, le interminabili polemiche accese dal fenomeno della liquefazione del sangue. Il miracolo di san Gennaro fu coinvolto anche nelle lotte politiche e nel 1799, in piena Repubblica Partenopea, il santo fu contestato e detronizzato dagli stessi napoletani, dai lazzaroni filoborbonici che lo accusavano di aver mostrato, con un miracolo inopportuno, un’intollerabile simpatia per i giacobini; al suo posto posero sant’Antonio, ma per poco tempo, poiché la paura della collera del Vesuvio li indusse a tornare all’antico culto.
L’inesauribile varietà e sorprendente vivacità di questo romanzo di san Gennaro è dominata da Vittorio Paliotti con l’ausilio di un’amplissima documentazione e di un’accurata informazione, fino ai nostri giorni: dall’impresa del « re di Poggioreale » che ricuperò nel 1947 il tesoro del santo, all’urlante e pittoresco intervento delle cosiddette parenti, dalle complicate vicende dei numerosissimi compatroni al clamoroso smascheramento della leggenda sulla pietra di Pozzuoli. Nel 1964, dopo il concilio Vaticano II, il culto di san Gennaro subì un brusco ridimensionamento e ciononostante esso sopravvive con tenacia; è anzi più vivo che mai nell’altra Napoli, nella Little Italy di New York, dove ogni anno, il 19 settembre, migliaia di italo-americani convengono da ogni parte del continente e dove numerosi voli charter recano da Napoli i nostalgici degli antichi riti.

Vittorio Paliotti, giornalista di grandi settimanali illustrati e di quotidiani, saggista, narratore, commediografo, è nato a Napoli. Fra i suoi libri: Storia della canzone napoletana (1958), La canzone napoletana ieri e oggi (1961), Casa con panorama (1964), Napoli nel cinema (con E.Grano, 1969), Forcella la kasbah di Napoli (1970), Totò principe del sorriso (1972), La camorra (1973), Spara amore mio (1974), Il Salone Margherita e la belle époque (1975), La macchietta (1977), Donna di salvataggio (1978), Santa Lucia, dove Napoli nacque (1979), Napoletani si nasceva (1980), Il Vesuvio, una storia di fuoco (1981), La satira a Napoli (1981).

La Vera Lettura della Mano

La Vera Lettura della Mano

800 illustrazioni vi svelano il futuro e i misteri della vostra e altrui personalità

Autore/i: Zorab Milena

Editore: Giuseppe Brancato Editore

pp. 240, nn. illustrazioni b/n, Catania

«La mano dell’uomo, per la sua complessità anatomica e per la varietà delle sue caratteristiche e conformazioni, ha sempre presentato un oggetto di attenzione e di studio. Le infinite possibilità di manipolazione e di lavori, la grande varietà di usi cui essa si presta, ne hanno fatto un organo, se non vitale, certamente fondamentale per l’esistenza umana. E l’antica, radicata consuetudine della lettura della mano si è sviluppata e perfezionata nel corso dei secoli, fino a diventare una precisa nomenclatura, a dare ad ogni segno della mano un significato corrispondente.
Ma la mano e le sue strutture non rappresentano un codice, un insieme ben determinato e fisso di corrispondenti segni.
Ogni segno sulla mano è solo un indizio, che va interpretato in modo particolare. Ogni mano differisce da tutte le altre. Le diversità di conformazione della mano umana come essa si presenta in differenti individui, sono state ricollegare al concetto di destino individuale, di diversa aspirazione al Karma (destino, appunto) che ognuno porta con sé. Quel particolare ramo della teosofia che si occupava della mano la chirosofia (come talvolta è stata definita), fa di questo studio degli arti superiori un complesso sistema per l’individuazione nell’uomo di tendenze metafisiche alla metempsicosi, ossia alla trasmigrazione dell’anima.
Noi, più semplicemente, ci accontenteremo di dare alla mano il valore indicativo rispetto alla vita umana che per secoli l’ha caratterizzata, avvalendosi di un vastissimo repertorio di figure e didascalie, di un vero e proprio dizionario della mano.[…]»

La chiromanzia, disciplina antichissima che vede la propria, misteriosa nascita agli albori della nostra civiltà viene finalmente spiegata nell’unico modo possibile, per svelarne il mistero, con un metodo cioè completamente visivo.
Come in un film, scorrono pagina dopo pagina zoo disegni estremamente chiari, corredati da relative didascalie che, riproducendo linee e segni, esattamente come appaiono nella realtà sulle nostre mani ne forniscono i più nascosti significati. Quindi una chiarissima guida alla consultazione personale e uno stimolante invito a coinvolgere altri in quello che facilmente si trasforma In un divertente gioco di società.

Milena Zorab, chiromante di origine slava, risiede ormai da anni a Parigi dove tutt’ora è consulente di diversi, celebri personaggi.

I Tarocchi di Giordano Bruno – Le Carte della Memoria

I Tarocchi di Giordano Bruno – Le Carte della Memoria

Autore/i: La Porta Gabriele; Patriarca Walter

Editore: Editoriale Jaca Book

prima edizione, introduzione degli autori.

pp. 96, 36 carte a colori, nn. illustrazioni b/n, Milano

Dall’introduzione degli autori:
“Questo è un saggio storico e non deve essere assolutamente confuso con gli scritti dei cosiddetti «partecipi ai lavori», praticanti arti esoteriche, adepti alla magia, iniziati all’occulto, maestri di ermetismo, negromanti, fattucchiere, divinatori e simil specie.
Il volume è una finestra sul periodo umanistico e in parte sul Rinascimento, quasi un corso propedeutico per una corretta comprensione dei testi di Ermetismo che tanto influenzarono la concezione di un Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, prima, e Giordano Bruno, poi. Malgrado la struttura del volume sia quella usuale, ovvero divisa per capitoli, corrispondenti a tematiche in progressione temporale, il libro necessita da parte del lettore di uno sforzo di fantasia.
Questo perché sarebbe impossibile comprendere l’adesione dei filosofi citati alla pratica della magia, senza una immedesimazione nel contesto storico in cui essi operarono. La Magia immaginativa e la sua sorella minore, l’Arte della memoria, sono i fulcri della trattazione e nello stesso tempo i nodi concettuali da sciogliere. Infatti nei tempi presenti si è tanto parlato di immaginario e sempre a sproposito. Immaginario è diventato, nell’uso corrente, l’insieme della musica, dei colori, delle manifestazioni di piazza, delle mostre iconografiche, che vengono approntate nelle principali città del nostro paese.
Piacevoli occasioni di divertimento e anche di cultura, ma che non hanno certamente nulla a che vedere con l’immaginario. Tale termine invece significa esclusivamente il tentativo dell’uomo di aprire la propria mente sino ad arrivare ad una corretta comprensione delle idee di Dio. I Tarocchi di Giordano Bruno, detti anche Carte della Memoria, servono a questo scopo fondamentale. Sono certamente utilizzabili anche per altri fini minori e collaterali, ancorché divertenti, ma ciò non toglie che l’intenzione ultima del Bruno fosse quella di connettere l’umano con il divino.
Anche la figura del filosofo di Nola risulterà al lettore ben diversa da quella scolastica o anche solo esclusivamente storicistica. Bruno voleva modificare l’intero genere umano e quindi il mondo. Utopia e rivoluzione si incrociano in quest’uomo ardente, estatico, violento, geniale, dalla cultura e memoria prodigiosa. In qualche modo assomiglia ad un sofista rovesciato, perché se come costoro viaggia per il mondo per diffondere il suo proprio personale sapere, contrariamente a questi i suoi fini non sono né il lucro né il. successo, ma una modificazione interiore basata sulla moralità, applicazione, tenacia, sacrificio personale, purificazione e astinenza. Eticamente, a livello individuale, Bruno rimanda ad un Savonarola ancora più radicale, propugnatore di una «prisca teologia» molto più rigida del cristianesimo. In effetti il suo fine, la divinizzazione dell’umano, meritava tanta rigorosità e applicazione. Il Nolano era davvero convinto di possedere le tecniche per una completa trasformazione dell’umanità, per consentirle di attuare la suprema idealità della bontà, bellezza e tolleranza congiunte. Portando in sé tale «supremo intento», Bruno ha affrontato e accettato qualsiasi ostacolo, cimento, prova, dolore, derisione, disinganno. L’entusiasmo del profeta lo ha spinto per ogni dove, nelle università, nelle città, nei cenacoli, nei dibattiti, nei confronti pubblici, ovunque potesse insegnare i modi e i mezzi della possibile metamorfosi dell’uomo, da creatura imperfetta a demiurgo in atto.
Le carte-tarocchi, che sono presenti in questa pubblicazione, costituiscono i mezzi con cui lo studioso voleva attuare il suo sogno universale. Sono state dipinte rispettando fedelmente i dettami dell’autore, sia nei soggetti che nell’uso dei colori, e per la prima volta divengono uno strumento alla portata di tutti. Quindi è lecito affermare che, sempre per la prima volta, il suo desiderio può considerarsi realizzato almeno nella intenzione divulgativa.
Il lettore non dimentichi quindi che, seguendo fedelmente le istruzioni sull’uso, potrebbe cominciare l’opera di mutamento nel proprio laboratorio, ovvero nella sua personale immaginazione.
Volendo è possibile, e lecito, saltare tutto il saggio storico e passare direttamente all’appendice dove sono trascritti gli insegnamenti per adoprare le carte. Ma forse in questo modo il lettore perderebbe il senso profondo, il profumo, l’atmosfera, di questo «gioco divino» che Giordano Bruno gli ha lanciato attraverso i secoli.
Per parteciparvi occorre solo accettare liberamente le regole, comprendere come tale «ludus» dell’immaginazione sia fuori della sfera della utilità e necessità materiale, ed avere l’animo predisposto a sentimenti di elevazione e tensione, di letizia e distensione. In fondo sono le stesse norme del poetare, inclinarsi liberamente verso la parte migliore di sé.”

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Introduzione e Intenzione

Capitolo primo
I Neoplatonici di Firenze

Capitolo secondo
La magia naturalis di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola

Capitolo terzo
La triade del Botticelli

Capitolo quarto
Giordano Bruno, una vita per l’immaginazione ermetica

Capitolo quinto
L’arte della Memoria

Capitolo sesto
Il significato della parola «magia» ovvero la magia come tramite e come follia

Capitolo settimo
La magia immaginativa e Giordano Bruno

Capitolo ottavo
La filosofia bruniana nelle opere in volgare

Capitolo nono
La fonte delle carte della memoria

Capitolo decimo
La seconda delle opere mnemoniche: il Cantus Circaeus

Appendice
Le carte, i soggetti, l’uso

L’uso delle carte secondo la memoria classica

Il Tarocco Esoterico in Francia

Il Tarocco Esoterico in Francia

Appunti di Storia, Iconografia, Divinazione

Autore/i: Berti Giordano

Editore: Associazione Culturale Le Tarot

presentazione di Andrea Vitali, introduzione dell’autore.

pp. 32, numerose illustrazioni b/n, Faenza

Tra la fine del Settecento e i primi del Novecento l’Europa assistette a un grande revival delle scienze occulte. Tornarono in auge antiche filosofie esoteriche (come la cabbala, l’alchimia e l’ermetismo); furono ristampati antichi grimori e trattati astrologici; vennero disvelate arti mantiche, tecniche teurgiche e sistemi di meditazione esotici. Soprattutto venne «riscoperto» un libro di figure arcane che diventò il manuale magico di numerose scuole occultistiche occidentali. Questo libro era il gioco dei tarocchi, un mazzo di carte che si dicevano inventate dal dio egizio Thot, o anche dal famoso mago Ermete Trismegisto, oppure da antichi cabbalisti ebrei.
Si trattava ovviamente di leggende, in quanto i tarocchi ebbero origine nell’Italia del Nord in epoca rinascimentale, ma dietro queste leggende si celava una realtà estremamente complessa, fatta di personaggi misteriosi e società segrete che cercarono di introdurre in Europa una religione magica fondata sull’esoterismo comune a tutti i culti. Fu nell’ambito di questo progetto che venne scelto il gioco dei tarocchi come alfabeto simbolico capace di adattarsi ai diversi orientamenti filosofici e alle continue evoluzioni dei dogmi occultistici.
L’opuscolo che presentiamo si propone di guidare il lettore alla scoperta di quel momento storico cruciale che vide nascere e svilupparsi ciò che viene comunemente definito «l’esoterismo dei tarocchi». Si tratta di una minuziosa indagine storica sugli occultisti francesi, sulle organizzazioni a cui appartennero e sul pensiero che li ispirò. Perciò nelle pagine di questo libro sono esposte non soltanto le teorie magico-religiose relative agli Arcani, ma vengono illustrate le loro molteplici capacità operative, in primo luogo la cartomanzia e la teurgia. Così il rigore storico si unisce al fascino dell’occulto, rendendo quest’opera un testo fondamentale per la comprensione dei tarocchi. (Andrea Vitali – Presidente Associazione Culturale Le Tarot)

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Presentazione di Andrea Vitali
Introduzione di Giordano Berti

Antoine Court de Gébelin
Etteilla e la Tradizione Cartomantica
Alphonse Louis Constant (Elifas Levi)
Jean Baptiste Pitois (Paul Christian)
Gerard Encausse (Dottor Papus)

Note

Appendice:
Consultazione del Tarocco
Significati divinatori