Libri dalla categoria Extraterrestri
I Luoghi Magici di Roma
Autore/i: Riario Sforza Alessandro
Editore: Edizioni Dellavalle
prefazione dell’autore.
pp. 184, nn. tavv. b/n f.t., Torino
Cerimonie Voodoo sull’Esquilino, filtri magici sui Parioli, i riti evocatori nel Colosseo, le croci luminose sul cielo di Piazza Venezia, gli spiriti di Villa Sciarra, i Sabba di Norcia, magia nera a San Pietro, il diavolo di Fidene: un inaspettato itinerario turistico-magico per chi voglia vedere Roma e il Lazio con occhi nuovi, alla scoperta di un tessuto magico ordito con riti magico-religiosi antichi di secoli.
Una sensazionale riscoperta di Roma che al tradizionale fascino turistico e storico della Città Eterna aggiunge una sensazionale e inedita visuale magica.
Magia Sperimentale
Manuale pratico
Autore/i: Bona Gian Piero
Editore: Edizioni Mediterranee
avvertenza e introduzione dell’autore, disegni di Pier Luigi Meneghello.
pp. 176, nn. ill. b/n, Roma
L’antica scienza magica sta tornando, in questi ultimi tempi, di grande attualità. Ciò è spiegabile, in qualche modo, con il desiderio dello spirito di ritrovare la sua vera dimensione, in un mondo che sembra volerne distruggere ogni più intimo aspetto. Conscio di questa necessità, l’Autore, rifacendosi alle grandi tradizioni magiche, ha raccolto in questo volume una serie di nozioni pratiche e sperimentate circa la magia e le sue applicazioni. Questo libro contiene pertanto tutte le informazioni necessarie per realizzare praticamente degli esperimenti magici di grande efficacia. L’Autore ha volutamente tralasciato molte nozioni teoriche non necessarie, per esporre solo ciò che è veramente utile per la realizzazione. Si tratta, tuttavia, di un’opera completa e chiarissima, nella quale sono esposti esperimenti facilmente realizzabili, che non mancheranno di dare risultati. Nella stesura del testo, l’Autore ha tenuto conto di tutte le grandi opere esistenti dedicate alla magia, collegando a tali nozioni la propria personale esperienza, Il libro contiene, tra l’altro, la descrizione di tutti gli strumenti e gli ingredienti necessari per operare la magia, le istruzioni pratiche, i rituali e le formule di scongiuro, e consigli per la realizzazione degli esperimenti, con indicazione dei luogo e dell’ora in cui operare.
Gian Piero Bona ha seguito studi classici e musicali. Dopo aver rivolto i suoi interessi all’occulto, ha letto i classici sull’argomento raccogliendo una grandiosa biblioteca, ricca di oltre 15.000 volumi. Ha viaggiato molto, soggiornando in Asia Minore, in Grecia e in Egitto. Si è formato soprattutto sulle filosofie orientali, nonché sui filoni della letteratura magica e fantastica. Ha eseguito diverse traduzioni di noti autori, ed ha scritto alcune commedie, racconti, poesie e romanzi. È appassionato cultore di scienze tradizionali, esoterismo e magia, ed in quest’opera ha trasfuso l’essenza delle sue conoscenze magiche.
Il Re del Mondo
Autore/i: Guénon René
Editore: Adelphi Edizioni
traduzione di Bianca Candian.
pp. 114, Milano
Nel 1924 apparve a Parigi un singolare libro di Ferdinand Ossendowski, dal titolo Bestie, uomini e dèi. Vi si raccontava un avventuroso viaggio nell’Asia centrale, nel corso del quale l’autore affermava di essere venuto in contatto con un centro iniziatico misterioso, situato in un mondo sotterraneo le cui ramificazioni si estendono ovunque: il capo supremo di questo centro era detto Re del Mondo.
René Guénon prese spunto da tale pubblicazione per mostrare, in questo breve e splendido libro, come, dietro alle confuse narrazioni di Ossendowski e di altri scrittori, si profilassero dottrine e miti immemoriali, di cui si ritrovavano tracce dal Tibet (con la sua nozione dell’Agarttha, la terra “inviolabile”) alla tradizione ebraica (con la figura di Melchisedec e della città di Salem), e così anche nei più antichi testi sanscriti, nel simbolismo del Graal, nelle leggende sull’Atlantide e in tanti altri miti e immagini. A mano a mano che si svelano questi rapporti, siamo còlti come da una vertigine: con pochi e sobri gesti Guénon riesce a mettere in contatto tali e così diverse cose che alla fine ci troviamo dinanzi a una sterminata prospettiva, che traversa tutta la storia fino a oggi, dalle origini inattingibili della Tule iperborea fino all’occultamento del centro iniziatico nella nostra “età nera”, il Kali-Yuga. In poche pagine, e tutto per immagini, Guénon disegna dunque la linea della trasmissione della Tradizione primordiale, sicché questo libro potrà valere per molti come introduzione al pensiero di un maestro solitario e indispensabile del nostro tempo.
La Tradizione di Roma
Autore/i: Evola Julius
Editore: Edizioni di Ar
nota introduttiva di Romolo Lupo.
pp. 224, Padova
Dalla nota introduttiva di Romolo Lupo:
“Nelle nostre intenzioni, l’idea di raccogliere in un volume i più significativi articoli redatti da Julius Evola – in varie epoche e occasioni – intorno a diversi aspetti della tradizione romana non ha, come scopo principale, quello di rendere un omaggio alla figura del Maestro scomparso; la presente iniziativa nasce invece, prima di tutto, dall’esigenza – da noi avvertita come «dovere» – di mantenere viva una somma di punti di riferimento paradigmatici che possano un giorno valere come idee-forza di una rivoluzione culturale e spirituale. Se l’ipotesi di un rivolgimento del genere non è del tutto illusoria; se l’Europa non è definitivamente entrata nel cimitero delle civiltà sepolte ed è destino che essa debba in qualche modo rinascere; se nelle pietre e nei marmi rimane ancora qualcosa della forza divina primordiale, allora questo libro avrà un suo rango e una sua funzione.[…]”
Nei Cieli del Messico
Spiriti, fulmini e sciamani
Autore/i: Romanò Maurizio
Editore: Xenia Edizioni
premessa dell’autore.
pp. 220, Milano
Spiriti fulmini sciamani: un viaggio antropologico nel Messico contadino e soprannaturale in cui i graniceiros, colpiti dal fulmine, sono stati istruiti da entità soprannaturali per diventare sciamani del loro popolo. Il giovane ricercatore italiano si ambienta ed ha il privilegio di assistere a rituali di grande importanza e suggestione, un autentico viaggio nello spazio e nel tempo che segna una esperienza profonda nel suo processo interiore.
Premessa
Cap. I – Il quinto sole
Cap. II – In terra messicana
Cap. III – I curanderos del Messico
Cap. IV – All’Istituto di Antropologia
Cap. V – Nel mercato della magia
Cap. VI – Don Luis
Cap. VII – Un magico incontro
Cap. VIII – Los graniceros
Cap. IX – Carnevale in Tlayacapan
Cap. X – Messico e nuvole
Cap. XI – Il 3 di maggio
Cap. XII – Il distacco
Appendice: Il Messico preispanico
Note
Scheda bibliografica
Hara-Kiri
Suicidio rituale giapponese
Autore/i: Seward Jack
Editore: Edizioni Mediterranee
introduzione dell’autore, traduzione di G. Paolo Scotto.
pp. 96, 6 tavv. b/n f.t., Roma
Per gli occidentali, il termine «hara kiri» evoca l’immagine di una morte data a se stessi in maniera stoica e dolorosa. Per i Giapponesi, questo tipo di suicidio dimostra le più alte virtù di coraggio, onore e disciplina. Il nome tradizionale dell’«hara kiri» è «seppuku», e l’autore, dallo studio diretto di antichi documenti, ha ricavato interessanti notizie circa questo singolare uso, nonché sui complicati rituali che circondano la cerimonia. L’intento principale di questo libro è quello di approfondire l’atmosfera storico-sociale dell’hara kiri, il quale, sviluppatosi durante il periodo feudale, venne istituzionalizzato come parte integrante della disciplina dei samurai, la classe dei guerrieri. Pur essendo un suicidio volontario, il seppuku veniva spesso offerto come forma di riparazione onorevole, anche se necessaria, a delitti che avrebbero meritato la pena di morte,e col tempo dette la sua impronta anche al Bushido. Ancora oggi, per cancellare l’onta del disonore che potrebbe abbattersi sull’intera famiglia, per espiare una colpa o per far fronte ad un rovescio di fortuna, alcuni giapponesi di grande coraggio non esitano a ricorrere al seppuku, squarciandosi il ventre con una lama così come facevano i loro nobili antenati.
Storia della Follia nell’Età Classica
con l’aggiunta di : La follia, l’assenza di opera e Il mio corpo, questo foglio, questo fuoco
Autore/i: Foucault Michel
Editore: Rizzoli
nuova edizione accresciuta, prefazione e appendici tradotte da Emilio Renzi e Vittore Vezzoli, traduzione di Franco Ferrucci.
pp. 680, Milano
Quando, alla fine del XIX secolo Freud operò la sua rivoluzione nella scienza e nella psicologia occidentali decifrando il linguaggio della follia e leggendone le tracce nell’inconscio dei «sani» e dei «saggi la cultura occidentale aveva da secoli rimosso l’esistenza autonoma del pazzo, la sua funzione sociale, la sua capacità di parlare e di comunicare, confinandolo nell’universo concentrazionario del manicomio. Foucault costruisce la fenomenologia storica e strutturale della follia nella fase cruciale di trapasso dal tardo Medioevo ai prodromi della rivoluzione industriale.
Nell’età medievale, infatti, il folle, pur incarnando con la sua patologia devianza e trasgressione, peraltro ferocemente punite, era nondimeno ammesso ai margini della comunità.
Ma al declino del Medioevo (la «nave dei folli» ne è il sintomo) i pazzi cominciano a essere espulsi dalle città e rimossi dalla comunicazione sociale con la comunità dei savi che producono-. obbediscono o comandano. Da questo momento in poi si costituisce la «criminalizzazione» della follia, la sua segregazione e repressione nel manicomio.
Consapevolmente Foucault delinea l’analogia fra la prima istituzione totale, il manicomio appunto, la prigione e le workhouses, le «case di lavoro» dove erano costretti al lavoro coatto i «vagabondi Il pazzo e il criminale vengono costituiti in figure separate perché diventa pericoloso il messaggio di libertà e di insubordinazione delle loro parole «dementi L’intreccio fra manicomio, carcere e workhouse.
la genesi punitiva e segregativa della psichiatria, emergono non solo nelle analisi di Foucault in quest’opera straordinariamente anticipatrice degli sviluppi più avanzati della psicoanalisi e della psichiatria di questi anni, ma nell’interessante appendice di un «anonimo del 1676» sulla Storia dell’ospedale generale.
Michel Foucault (Poitiers 1926) ha pubblicato fra l’altro: «Le parole e le cose» (1967), «Nascita della clinica» (1969), «Surveiller et punir» (1975).
L’Inferno tra le Mani
La mia storia nelle Bestie di Satana
Autore/i: Maccione Mario
Editore: Edizioni Piemme
a cura di Stefano Zurlo.
pp. 196, Milano
La testimonianza in prima persona di Mario Maccione, medium ed esponente di spicco delle Bestie di Satana. Dai primi episodi inquietanti dell’infanzia fino all’ingresso in un mondo oscuro, popolato di fantasmi, demoni ed entità malefiche. E poi il precipizio negli incubi, nei sogni collettivi, nelle visioni di Luciferi e angeli ribelli. Il primo e più frequente si chiama Noctumonium, il signore del freddo, del ghiaccio e del silenzio. Mario, a 17 anni, sotto l’effetto di droghe, cade in trance con i suoi amici e rivela formule magiche, oscure istruzioni, premonizioni di morte in un delirio di gruppo segnato dalla cocaina, dagli allucinogeni, dall’alcol. Il tutto ha come contorno un susseguirsi di prove di coraggio al limite della follia – come l’attraversare i binari all’arrivo del treno o il gettarsi nell’Adda da un ponte altissimo – e di messe nere, orge, concerti di musiche metal imbevuti di blasfemia anche nel centro di Milano. Il ragazzino arriva così al gennaio del ’98 e alla morte di Fabio Tollis e Chiara Marino. Parla di quel duplice delitto, per cui è stato condannato, e poi degli anni seguenti fino al 2004 e alla morte di Mariangela Pezzotta, la terza vittima ufficiale delle Bestie di Satana. In mezzo, molti suicidi e morti anomale, ancora tutte da decifrare e con ogni probabilità opera della banda satanica. Oggi, dal carcere, Mario Maccione parla anche del pentimento e del rimpianto per la morte di Fabio: «Vorrei incontrare i suoi genitori».
Mario Maccione, nasce nell’aprile 1980 da una normalissima famiglia della piccola borghesia. La famiglia vive a Cologno Monzese e poi a Brugherio, nell’hinterland, e qui Mario, ancora minorenne, conosce le persone che daranno vita con lui alle “Bestie di Satana”. Una storia lunga nove anni, dal ’95 al 2004, e segnata da almeno tre omicidi, un suicidio e molti casi sospetti. Maccione, arrestato nel 2004, è stato condannato a 19 anni di carcere per la morte di Fabio Tollis e Chiara Marino. Oggi è detenuto a Bollate. Studia da ragioniere e ha imparato a suonare la chitarra.
Il Disturbo Ossessivo – Compulsivo
Caratteristiche cliniche e tecniche di intervento
Autore/i: Dèttore Davide
Editore: McGraw-Hill Libri Italia
presentazione alla prima edizione di Gian Franco Goldwurm, prefazione alla prima e alla seconda edizione dell’autore.
pp. XVII-488, Milano
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) rappresenta, secondo tradizione, la “croce e delizia” degli operatori della salute mentale: si tratta di un quadro psicopatologico di estremo interesse per la molteplicità delle forme con le quali può presentarsi ma, nel contempo, pesantemente resistente agli interventi di trattamento, sia psicoterapeutico, sia farmacologico. La continua acquisizione di nuove conoscenze sul DOC sottolinea ulteriormente sia il fatto che ci si trovi di fronte a un disturbo molto più frequente di quanto un tempo si ritenesse, sia l’esigenza di nuove ed efficaci possibilità di approccio terapeutico.
La prima edizione di Il disturbo ossessivo-compulsivo ha incontrato il largo favore dei lettori per la completezza e il rigore scientifico della trattazione. La seconda si presenta profondamente aggiornata e ampliata, accogliendo i contributi più significativi emersi nel ricco panorama della letteratura internazionale negli ultimi quattro anni. Nell’indice rinnovato meritano di essere segnalati, in particolare, il nuovo capitolo dedicato ai predittori di esito e alla comorbilità, e le importanti integrazioni relative al trattamento degli aspetti metacognitivi del DOC e del Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità, oltre al capitolo sul paziente DOC resistente, con la descrizione dettagliata di un protocollo clinico sperimentale elaborato e di recente realizzato dall’Autore.
Un’opera sempre più indispensabile nella pratica quotidiana dello psicoterapeuta, per affrontare un disturbo di notevole rilevanza clinica, in grado di produrre grandi sofferenze e quindi degno della massima attenzione da parte di tutti gli operatori nel campo della salute mentale.
Debellare il Senso di Colpa
Contro l’ansia, contro la sofferenza psichica
Autore/i: Della Seta Lucio
Editore: Marsilio Editori
premessa dell’autore.
pp. 176, Venezia
La paura più grande di un essere umano, insieme alla paura della morte cui è spesso associata, è di non valere agli occhi degli altri, di poter essere considerato in modo negativo o con ostilità. Non è quasi mai vero che gli altri si occupino così tanto di noi; lo fanno solo occasionalmente e di sfuggita. Quando si prova questa sensazione vuol dire che agiscono ricordi emotivi di ferite che ha subito la nostra autostima durante l’infanzia. Traumi dovuti molto spesso all’inadeguatezza psicofisica rispetto agli adulti con i quali conviviamo e ci confrontiamo, ma anche a episodi che avrebbero potuto essere evitati, come abbandoni, mancanza di affetto, critiche cattive, ferite all’amor proprio. Per la prima volta, in questo volume vengono analizzate la natura e la genesi dell’emozione denominata “senso di colpa”, e viene affrontato il tema delle vere origini dell’ansia e del panico.
Lucio Della Seta, analista psicologo della scuola di Jung, è nato e vive a Roma dove esercita la professione di psicoterapeuta. È membro della International Association for Analytical Psychology di Zurigo. Per venticinque anni ha lavorato in équipe con i neuropsichiatri dell’Istituto Santa Rita di Roma, analizzando i fondamenti biologici della psiche.
Il Mahābhārata
Raccontato da R. K. Narayan
Autore/i: Narayan Rasupuram K.
Editore: Ugo Guanda Editore
introduzione dell’autore, traduzione di Riccardo Mainardi.
pp. 216, Parma
Al centro del Mahābhārata, il più celebre poema indiano, sono l’inimicizia che divide i due rami della famiglia regale dei Kuru – i Pāṇḍava e i Kaurava – i loro tentativi di impossessarsi del potere e la grandiosa, definitiva battaglia che assurge a simbolo universale della lotta fra il bene e il male.
Dèi ed eroi, intrighi diabolici e gesta sovrumane, sontuose città regali e paesaggi incantati: tutta la straordinaria ricchezza dell’epos indiano viene modernamente restituita nell’efficace, seducente racconto di R.K. Narayan.
Rasupuram Krishnaswami Narayan, nato a Madras nel 1906, è uno dei maggiori scrittori indiani. Fra i suoi libri ricordiamo: Swami e i suoi amici, Aspettando il Mahatma, Il mondo di Nagaraj, Il pittore di insegne, Raju della ferrovia, La stanza di Savitri. Presso Guanda sono usciti i romanzi Una tigre per Malgudi e Il chiacchierone, e la versione in prosa di un altro grande poema epico indiano, Il Rāmāyana.
Terminologia Filosofica
2 Volumi
Autore/i: Adorno Theodor W.
Editore: Giulio Einaudi Editore
traduzione di Anna Solmi.
vol. 1 pp. 280, vol. 2 pp. 281-546, Torino
Queste «lezioni», che Adorno tenne all’Università di Francoforte tra il 1962 e il 1963, si propongono in primo luogo di offrire un esame storico e tematico di alcuni concetti fondamentali della filosofia (universale e particolare, soggetto e oggetto, dialettica, essere, coscienza, ecc.), poiché, come scrive lo stesso Adorno, «alla filosofia il suo linguaggio è essenziale, e i problemi filosofici sono in larga misura problemi di linguaggio».
Questa introduzione alla terminologia diventa dunque una vera e propria introduzione alla filosofia, condotta al di fuori dei tradizionali schemi manualistici e sistematici, con un linguaggio accessibile che nulla sacrifica al rigore critico, e senza false semplificazioni.
Adorno concentra la sua riflessione attorno a certi punti focali. Procedendo per grandi tagli, egli affronta i principali movimenti della storia del pensiero quali idealismo e realismo, empirismo e razionalismo, spiritualismo e materialismo.
Theodor W. Adorno (1903-69) è stato uno dei maestri della Scuola di Francoforte. Tra le sue opere pubblicate presso Einaudi ricordiamo: Minima moralia (1954, 2003 e 2015), Filosofia della musica moderna (1959, 2002), Dialettica dell’illuminismo (in collaborazione con M. Horkheimer, ultima edizione 2010), Introduzione alla sociologia della musica (1971), Terminologia filosofica (1975), Beethoven (2001), Immagini dialettiche (2003), Dialettica negativa (2004) e Teoria estetica (ultima edizione 2009). Nel 2005 Einaudi ha inoltre pubblicato Mahler, nel 2006 Metafisica , nel 2008 Wagner, nel 2010 Stelle su misura, nel 2012 Note per la letteratura e nel 2018 Prismi.
Edgar Cayce – L’Uomo che ha Previsto Tutto ci Svela il Futuro
La distruzione di New York e di San Francisco – La fine del comunismo in URSS – Il riaffioramento di Atlantide – Lo sprofondamento del Giappone – La Cina si fa cattolica – Gli icebergs a Sanremo – Come si guarirà il cancro ecc. ecc.
Autore/i: Stearn Jess
Editore: Giovanni De Vecchi Editore
traduzione di Paola Mongardi Taccani.
pp. 304, Milano
Un esame dell’opera di Edgar Cayce.
Vent’anni dopo la sua morte, uno dei più grandi veggenti del mondo vive ancora nelle sue straordinarie profezie. Edgar Cayce previde catastrofi come il terremoto in Alaska del 1964, avvenimenti mondiali, come la lotta razziale, guerre e fatti politici. Effettuò tante prodigiose guarigioni e ottenne tante lodi e tanta riconoscenza dai suoi pazienti che medici di tutto il mondo hanno cominciato a fare ricerche sui suoi metodi di cura e sulle sue “letture” chiaroveggenti.
Alcune delle sue più importanti profezie per il periodo 1968-1998 sono: La distruzione della maggior parte di Los Angeles, San Francisco e New York.
La fine del comunismo in Russia, con un Soviet liberato che diverrà la speranza del mondo in alleanza con gli U.S.A.
La cristianizzazione e democratizzazione della Cina Rossa.
L’inabissamento della maggior parte del Giappone.
Il riaffiorare del continente sommerso di Atlantide.
Lo spostamento dell’asse terrestre, con un conseguente drastico cambiamento del clima terrestre.
L’accurata ricerca di Jess Steam sulla vita e sull’opera di Edgar Cayce permetterà al lettore di farsi una sua opinione personale sull’argomento.
Jess Steam, un quotato giornalista, ha pubblicato quattro libri, compresi due grandi successi. Ricercatore coscienzioso, con una fama sempre crescente, egli ha uno speciale interesse per l’occulto.
La Droga o la Santità
Saggio sulla mistica naturale e la mistica trinitaria
Autore/i: Cuvelier André
Editore: Città Nuova Editrice
prefazione dell’autore, traduzione dal francese a cura della redazione dell’editore
pp. 112, Roma
I prodotti stupefacenti, che giorno per giorno guadagnano terreno, corrompendo le nostre società occidentali, costituiscono un fenomeno sociale sulla cui gravità non è ”più possibile farsi illusioni. È il grido di rivolta di una umanità stordita dai miti del potere e del denaro, profondamente delusa dalle sue conquiste senz’anima, che ora si scopre nuda e miserabile, e soprattutto mutilata di ciò che veramente costituiva la sua dignità: l’aspirazione all’Assoluto.
Peraltro, non si tratta di qualcosa di veramente nuovo.
In ogni epoca infatti l’uomo ha tentato di utilizzare svariate tecniche per sfuggire alla prigione dello spazio e del tempo, al fine di attuare la promessa antica: «Sarete come dèi».
Ora, a forza di rifiutare il legame tra l’uomo e Dio, è la droga che rischia di diventare, per molti, un sostituto della religione, dacché essa apre dei «paradisi»…
Continuando i suoi lavori di psicologia spirituale, l’Autore offre con quest’opera un testo breve ma denso, che comporta una meditazione profonda sul desiderio specificatamente umano di attingere e possedere l’Assoluto. Per lui non vi sono dubbi: l’uomo si trova di fronte ad un bivio. Se rifiuta il non-senso di una vita impantanata nel contingente, incapace di saziare le sue più genuine aspirazioni, egli avrà da scegliere soltanto tra la droga o la santità. Un cristianesimo non edulcorato, non mutilato della croce in cui si manifesta la Sapienza di Dio, è la sola risposta per quanti, pagando di persona, chiedono alla droga e alla morte ciò che non hanno potuto né potevano ottenere dalla sapienza del mondo.
André Cuvelier è ad un tempo filosofo e neuropsichiatra.
allievo di Baudoin e successore alla cattedra di Grenoble di Jacques Chevalier, psicanalista e Cristiano impegnato egli stesso. In Italia è noto per diverse opere, tra cui Le vie dell’amore e Come una terra secca (Città Nuova. 1977 e 1979).
Il Destino delle Nazioni
Autore/i: Bailey Alice A.
Editore: Editrice Nuova Era
introduzione dell’autrice.
pp. 168, Roma
Sommario:
Introduzione
- L’influenza attuale dei Raggi
- Le nazioni ed i Raggi
- Le nazioni ed i segni governanti
- Analisi di taluni paesi
- Importanza di alcune città
- La vita spirituale nell’Era Nuova
- L’iniziazione nell’Era di Aquarius
- Il Cristo e la Nuova Era
Indice analitico
Apologia dell’Uomo Laico
Autore/i: Ferrara Giovanni
Editore: Rusconi
unica edizione.
pp. 184, Milano
Cos’è un “laico”? Basta, per definire laico un uomo, constatare la sua milizia o le sue simpatie politiche, la sua posizione nei contrasti tra Chiesa e Stato, il suo antidogmatismo, la propensione per certe filosofie? Nella vita quotidiana, sociale e politica, ciò può bastare. Ma al di là di questa ufficialità, c’è un modo profondo d’essere dell’uomo, una forma interiore dell’umanità, che spiega perchè e in che senso un individuo si sente laico e predestinato al laicismo? Si può parlare di una “natura laica” come realtà di coscienza, come atteggiamento intimo di fronte alla vita, al mondo, alle espressioni concrete del mondo, la società, le istituzioni, la politica? L’Autore, che crede di avere il diritto di definirsi ufficialmente un laico, avverte di fronte al travaglio e alla confusione del nostro tempo il bisogno di dare una risposta a tali domande. E la sua risposta è si: c’è un tipo di coscienza che va detta laica, perchè è fatta in modo da dover rifiutare qualsiasi forma di “fideismo”, di ordine precostituito, divino ed umano, ma proprio grazie a questo rifiuto può costruire l’ordine morale e politico e la fedeltà alla vita e ai valori sociali. E’ la coscienza “originaria mente solitaria” che per propria logica genera la concreta realtà dell’uomo laico. Di questo essere, un pò eccentrico, scomodo per se stesso e per gli altri, l’Autore dà un’apologia tra seria ed ironica, che è poi il “ritratto ideale” di una umanità libera.
Giovanni Ferrara è nato a Roma nel 1928. Laureato in letteratura greca, è stato allievo dell’Istituto per gli Studi Storici di Napoli. È docente di storia greca a Firenze. Ha collaborato al “Mondo” di Pannunzio e di Benedetti, poi al “Giorno” ed attualmente scrive sulla “Repubblica”. È membro della direzione nazionale del Partito Repubblicano
I) Esordio e giustificazione
II) La coscienza dell’uomo laico
III) L’uomo laico nella società
IV) La crisi dell’uomo laico
Lo Scudo di Achille
Idee e forme di città nel mondo antico
Autore/i: Musti Domenico
Editore: Editori Laterza
prefazione dell’autore, appendici di Gianfranco Mosconi e Marco Santucci.
pp. X-244, 45 figure b/n f.t., Roma
Prendendo spunto dalla struttura esterna della polis, di cui lo Scudo di Achille descritto nel Libro XVIII dell’Iliade è archetipo e paradigma, Domenico Musti indaga il sentimento della città negli antichi e nei moderni attraverso l’analisi di strutture e forme urbanistiche, delineate in scritti o figurazioni d’arte. Tra topografia reale, topografia ideale e utopia, il libro segue il filo di suggestioni e interferenze che lega la pianta circolare della città ideale greca ai modelli urbani di altre civiltà, come la Roma neroniana simboleggiata dallo sfarzo della Domus Aurea.
Come un moderno schermo cinematografico, lo scudo di Achille, opera mirabile del dio Efesto descritta nel Libro XVIII dell’Iliade, rappresenta e fa muovere le immagini di dèi, guerrieri e animali, raffigurando la vita, l’umanità e il mondo intero in forma di città. Lo scudo riproduce una polis ideale, centrata e circolare; questa tipologia urbana convive e compete, nel corso della storia dell’urbanistica greca (e antica in generale), con uno schema di città su pianta ortogonale e dalle strutture lineari. Anche nella descrizione dello scudo di Achille, la cui forma dominante è naturalmente il cerchio, compaiono elementi lineari che variano, completano e integrano la preminente forma circolare. La città come cerchio era per i greci simbolo di stabilità, armonia e condivisione, così come le linee ortogonali che ne dividevano regolarmente gli spazi erano espressione di un necessario principio di razionalità. La forma della città quale si evince dalla descrizione omerica ha esercitato una forte influenza anche sui modelli urbani di altre civiltà, come per la Roma ricostruita da Nerone e per la gigantesca Domus Aurea, grande struttura circolare che, nelle intenzioni dell’imperatore, doveva rappresentare Roma stessa e il mondo intero, di cui era il perno ideale.
Domenico Musti insegna Storia greca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma La Sapienza. Fra le sue opere: Lo Stato dei Seleucidi (1966); Tendenze nella storiografia romana e greca su Roma arcaica (1970); Società antica (1973); Polibio e l’imperialismo romano (1978); Strabone e la Magna Grecia. Città e popoli dell’Italia antica (1994). Per i nostri tipi ha pubblicato: La storiografia greca (a cura di. 1979): Le origini de Greci. Dori e mondo Egeo (a cura di, 1991); L’economia in Grecia (1999); Il simposio (2005); Demokratía. Origini di un’idea (2006); Introduzione alla storia greca (2006); Magna Grecia. Il quadro storico (2007); Storia greca. Linee di sviluppo dall’età micenea all’età romana (n.e.,2008).
Prefazione
I. Lo Scudo di Achille e la forma ideale della città
II. Dallo Scudo di Achille alla «Domus Aurea». Riflessi letterari e archeologici di età neroniana e flavia
III. Geografie e topografie ideali da Omero a Pausania. La città dell’utopia da Aristofane ai suoi riflessi reali
IV. Le città ellenistiche. Il percorso dalla «Politica» di Aristotele alla politica di Alessandro Magno
V. Morfologie urbane e architetture eccellenti. Da Alessandria a Roma
VI. Riflessi di età moderna nella teoria e nell’iconografia. Città del Vecchio e del Nuovo Mondo
Appendici
I. «Topografia e regime politico nell’Atlantide di Platone»: per un’analisi strutturale e semiotica di Gianfranco Mosconi
II. Immagini della città da Omero ad Ambrogio Lorenzetti di Marco Santucci
Bibliografia
Indice dei nomi di persona
Indice dei nomi di luogo
Testimonianze Ebraiche a Pompei Ercolano Stabia
E nelle città della Campania Felix
Autore/i: Giordano Carlo; Kahn Isidoro
Editore: Bardi Editore
terza edizione a cura di Laurentino García y García, prefazioni degli autori, in copertina: disegno con il quadrato magico del Sator-Rotas.
pp. 120, nn. illustrazioni b/n, Roma
Questa pubblicazione è frutto della collaborazione tra il dott. Carlo Giordano degli Scavi di Pompei, al quale devesi la parte interessante l’antiquariato e l’epigrafia, ed il dott. Isidoro Kahn, rabbino maggiore della Comunità Israelitica di Napoli, che ha trattato gli argomenti aventi per oggetto il campo dell’esegesi biblica, delle scienze e della teologia ebraica. Per la riproduzione delle iscrizioni si porgono grazie alla Sig.ra disegnatrice Maria Auricchio Oliva, al disegnatore Sig. Ciro Iorio, ed al fotografo Sig. Luigi Nardiello per le riproduzioni documentarie. La attuale nuova edizione, con aggiunte e correzioni, è stata curata dal dott. Laurentino Garcia y Garcia.
Prefazione alla Terza edizione
Prefazione alla Seconda edizione
CAPITOLO PRIMO. Brevi cenni sugli Ebrei in Italia fino al 79 dell’e.v.
CAPITOLO SECONDO. Gli Ebrei nella Campania Felix
1. – Pozzuoli
2. – Nola
3. – Bacoli
4. – Marano
5. – Capua
6. – Ercolano
7. – Stabiae
8. – Napoli
CAPITOLO TERZO. Gli Ebrei in Pompei antica
1. – Youdaikos
2. – A. Coss(ius) Liban(us)
3. – Libanos
4. – M. Valerius Abinnericus
5. – Iesus
6. – Zosimi
7. – Ieshua, ossia Iesus
8. – Ionas
9. – Fabius Eupor
10. – Maria
11. – Martha
12. – Maria
13. – Libanis
14. – Maria
CAPITOLO QUARTO. Raffigurazioni e testimonianze ebraiche nell’arte pompeiane
PITTURA
I – Il Giudizio di Salomone
II – La Storia di Giona
ELEMENTI EBRAICI NELLA SCULTURA
I – I Placenmri
II – La Statuina del bollitoio
III – L’Ebreo dello scudo
LE ANFORE DEL GARUM
CAPITOLO QUINTO. Voci bibliche in Pompei
1 – Sodom(a) Gomor(ra)
2 – Il Quadrato Magico
3 – L’iscrizione di (C)hristianos
4 – Il graffito Cherem
5 – Poinium
6 – La stella a cinque punte
7 – Graffito greco relativo alla «Genesis»
CAPITOLO SESTO. Voci bibliche post-eruzione
BIBLIOGRAFIA
L’Idée du Style dans l’Historiographie Artistique
Variantes nationales et transmissions
Autore/i: Autori vari
Editore: Campisano Editore
edizione italiana – inglese – francese, a cura di Sabine Frommel, Antonio Brucculeri.
pp. 350, 90 illustrazioni b/n f.t., Roma
Ce volume explore l’idée du style et son évolution au fil du temps. Il situe le XIXe siècle au cœur d’une enquête qui traverse de nombreux contextes politiques et culturels et qui concerne les milieux des sciences humaines et de la Geistesgeschichte. Les contributions qu’il réunit mettent au jour non seulement la diversité des points de vue et des orientations, mais aussi la définition de terminologies et la genèse de méthodes que la jeune discipline de l’histoire de l’art emprunta à d’autres champs du savoir, dans les sciences et dans les arts. Catégorie constante du répertoire critique, cette notion a permis de distinguer les multiples témoignages de l’histoire artistique selon des typologies et des trajectoires qui reflètent des continuités et des ruptures. Si le style est devenu une caution scientifique indispensable toujours d’actualité, le risque d’une réduction de la richesse des occurrences et d’une uniformisation des courants a accompagné son développement. Par cette catégorie interprétative on a pu réduire les œuvres d’art à des expressions strictement formelles, sans âme. Elles ont été placées dans un univers stérile dépourvu d’acteurs, de commanditaires et d’artistes, en niant les conditions, souvent complexes, de leur conception et de leur réalisation. L’idée du style a par ailleurs fourni le moyen de dévoiler les motivations et les impulsions sous-jacentes aux créations : elle a contribué à révéler les prédilections et les préoccupations majeures d’une période et à éclairer leurs liens avec l’environnement politique, religieux, social et intellectuel. Il a été possible aussi d’intégrer cette catégorie au sein d’idéologies nationalistes et d’en faire un outil opérant dans les sombres processus de théorisation de la ségrégation raciale. Dans toutes ses différentes applications, le terme style touche à l’identité de la discipline, au nerf vital de son potentiel scientifique, de sorte qu’une histoire de l’art présentée à travers l’histoire de l’idée du style peut éclairer les grands axes de sa formation. Soumises aux priorités des historiens novateurs, les interprétations variées du style bénéficièrent de la circulation et des assimilations dans d’autres milieux intellectuels, au-delà des frontières. Loin de vouloir brosser un panorama intégral, le volume expose quelques moments magistraux de l’évolution de cette catégorie. Ainsi s’agit-il d’inviter le lecteur à formuler des comparaisons, à découvrir des affinités et des contrastes, à saisir des appropriations et des refus, à lever le voile sur les dynamismes et les inerties qui marquent les étapes de la naissance et de la construction de l’histoire de l’art en tant que champ disciplinaire à part entière.
Sabine Frommel est directeur d’études (Histoire de l’Art de la Renaissance) à l’École Pratique des Hautes études (Paris-Sorbonne) depuis 2003. Son travail est axé sur les rapports entre la France et l’Italie, et notamment sur le séjour des artistes italiens à la cour de France du XVIe siècle jusqu’à la fin du XVIIIe siècle (Léonard de Vinci, Serlio, Vignole, Primatice, Bernin) et celui des Français dans la péninsule (Delorme, Lescot, Bullant, Percier et Fontaine). Par des recherches autour de la description des œuvres architecturales dans la littérature et de la représentation de celles-ci dans la peinture, ellecherche à élargir les limites de la discipline de l’histoire de l’architecture et à développer une perméabilité entre différents champs scientifiques. Ses autres recherches gravitent autour des thèmes historiographiques fondés sur une étude comparative entre l’Allemagne, la France et l’Italie. Ses dernières publications sont Opus incertum 5. Disegni rinascimentali di architettura (avec Amedeo Belluzzi), Florence (Edizioni Polistampa), 2008; Bomarzo: Il Sacro Bosco, Milan (Electa), 2009 ; Primatice architecte, Paris (Picard), 2010; La réception des modèles cinquecenteschi dans les arts français du XVIIe siècle, Paris/Genève (Droz), 2010; La Place du chœur. Architecture et liturgie du Moyen Âge aux Temps modernes, Paris/Rome (Picard/Campisano Editore), 2012 ; Crocevia e capitale della migrazione artistica: forestieri a Bologna e bolognesi nel mondo, Bologne (Bononia University Press), vol. I, secoli XV-XVI (2010) et II, secolo XVII (2012).
Introduction, Sabine Frommel, Antonio Brucculeri – ORIENTATIONS EN MILIEU GERMANIQUE: TRAJECTOIRES DÉTERMINANTES – Stil/stylus: Rumohrs Versuch einer Neuprägung des Stilbegriffs und die Flucht in die Kulturgeschichte, Alexander Auf der Heyde – Stil und Epoche. Karl Schnaases dialektisches Modell der Kunstgeschichte, Henrik Karge – Winckelmann-Rezeption zwischen Schinkel und Burckhardt, Wolf-Dieter Heilmeyer – Die Auffassungen des Genies und das Bild des antiken Künstlers bei Johann Joachim Winckelmann und Jacob Burckhardt, Mathias René Hofter – Schwingungen. Oder: Stil aus Energie Zu Jacob Burckhardts gleichsam seismischem Fortwirken, Josef Imorde – Burckhardt, Narrative and Objectivity, Ian Verstegen – Burckhardt, “die wahre Skulptur”, and the Issue of Color in Renaissance Sculpture, Bruce Boucher – Der Cicerone et Die Baukunst der Renaissance in Italien: considérations de Jacob Burckhardt sur l’architecture du Quattrocento et du Cinquecento, Sabine Frommel – Architecture, Objects and Ornament: Heinrich Wölfflin and the Problem of Stilwandlung, Alina Payne – Was bedeutete Renaissance-Architektur für Burckhardt und Wölfflin?, Christoph Luitpold Frommel – „Ein Volk, eine Zeit, eine Kunst“. Heinrich Wölfflin über das nationale Formgefühl, Wilhelm Schlink – Burckhardt und Riegl, Artur Rosenauer – Stile e problemi di stile: Alois Riegl, Emanuele Pellegrini – Die „Bruchstücke“ Aby Warburgs und die Frage des Stils, Susanne Müller, Giovanna Targia – VARIANTES NATIONALES ET TRANSFERTS – Winckelmann et Longin. La rhétorique du sublime et les styles de l’art grec, Lorenzo Lattanzi – Caylus, de l’antiquaire à l’archéologue: une méthode différente de celle de Winckelmann, François Queyrel – Portrait de Jacob Burckhardt en voyageur: ses expériences comparées de Paris, Londres et Vienne, Marie-Jeanne Heger-Étienvre – Burckhardt und Séroux d’Agincourt, Bruno Klein – La fortuna italiana degli scritti di Burckhardt sull’architettura del Rinascimento, Francesco Paolo Fiore – Arte italiana e arte tedesca nell’opera di Henry Thode, Michela Passini – Julius von Schlosser tra Riegl e Croce: appunti su storia dello stile e storia del linguaggio, Donata Levi – Anticiviltà del Rinascimento. Riflessioni su metodi e posizioni della storiografia francese di fine Ottocento, Flaminia Bardati – De Heinrich Wölfflin à Charles Garnier. Quelques propositions sur l’invention du néo-baroque, Jean-Michel Leniaud – Classico e barocco, categorie oltre gli stili: Eugenio d’Ors e Louis Hautecœur, interpretazioni a confronto nel contesto francese, Antonio Brucculeri
Il Gioco della Tentazione
Romanzo
Autore/i: Bourin Jeanne
Editore: Rizzoli
traduzione di Marina Valente, titolo originale: Le jeu de la tentation, in sovraccoperta: il giardino dell’amore, (particolare), Modena, Biblioteca Estense.
pp. 358, Rizzoli
Quei lettori che hanno ammirato La Camera delle Signore (di cui è annunciato un grande sceneggiato televisivo), troveranno riproposti nel Gioco della Tentazione personaggi e ambienti della favolosa Parigi medioevale.
Siamo nell’estate del 1266: il regno di Luigi IX, il re che diventerà San Luigi, sta per finire e Marie, la figlia minore dei Brunel, ha invitato parenti e amici per la festa di San Giovanni nella casa di campagna intorno a Parigi. Marie è rimasta vedova con due bambini, Vivien e Aude. Suo marito Robert è stato misteriosamente ucciso due anni prima e ora è lei a mandare avanti il laboratorio famigliare di miniature. La sua vita trascorre tranquilla ma incolore, finchè esplodono, improvvisamente, dei fatti imprevisti che sconvolgono la quiete in cui lei si era ormai adagiata. Marie è costretta a scegliere fra l’amore per Còme Perrin, un ricco merciaio al quale è sentimentalmente legata, e quello per i figli, che soffriranno il peso della tensione. A peggiorare la situazione intervengono poi tre malviventi che terrorizzano la vita famigliare con minacce e ricatti. Si scatena cosi, sotto gli occhi dei bambini di Marie, il gioco delle tentazione, da cui deriva il titolo di questo straordinario romanzo di Jeanne Bourin; denaro, lussuria, vizio, violenza, disperazione, morte si contrappongono alla purezza, al martirio, alla santità. In questo contrasto sembrano prefigurarsi la crisi e le sventure che si abbatteranno sulla Francia dopo il periodo felice del regno di Luigi IX e che avranno ripercussioni sul futuro dell’Europa.
La rigorosa ricerca condotta dall’autrice sugli usi e costumi della borghesia francese del XIII crea, intorno alla vicenda dei Brunel, lo sfondo di credibilità e di attualità che tanta parte ha avuto nel successo della Camera delle Signore. La Bourin ha la capacità di condurre il lettore nel cuore della vita di ogni giorno e tra personaggi che, sebbene lontani nel tempo, sono interpreti universali di tutti quei problemi e quelle contraddizioni che travagliano gli uomini di ogni tempo.
Jeanne Bourin è autrice di romanzi a sfondo storico che hanno ottenuto un grande successo. Il Gioco della Tentazione si riallaccia direttamente a La Camera delle Signore, uscito nel 1980. Della stessa Autrice la Rizzoli ha pubblicato anche Amante Reale (1983).