Il Convitato di Pietra – Trattato di Astrologia Dialettica
Autore/i: Morpurgo Lisa
Editore: Sperling & Kupfer Editori
pp. 392, nn. illustrazioni b/n, Milano
Il grande successo dell’Introduzione all’astrologia di Lisa Morpurgo, divenuto ormai un testo essenziale per tutti gli appassionati della materia, è la chiara prova che lo studio dell’astrologia può essere condotto in modo rigorosamente logico e che la «scienza degli astri» è una scienza nel vero senso della parola. La mania dell’oroscopo, come la definiscono frettolosamente i mass-media, non è più circoscritta a un pubblico di massaie sprovvedute, ma ha raggiunto persone colte, preparate, intelligenti e tutt’altro che inclini a quella «fuga nell’irrazionale» che è indicata dai sociologi come spiegazione del fenomeno. Nei dossiers di Lisa Morpurgo si trovano i temi natali di scrittori, poeti, musicisti e uomini politici di fama internazionale (alcuni citati nel presente volume) che la consultano regolarmente e sono ormai giunti, proprio grazia alla loro genialità, a una svolta fondamentale nei confronti dell’astrologia sostituendo la semicredula e semiscettica curiosità per il proprio futuro con un interesse autentico per quello strumento che consente, a dispetto degli attacchi illuministici, diagnosi esatte sul comportamento umano.
L’astrologia funziona, e funziona in modo tanto prodigioso (come avranno modo di constatare i lettori di Il convitato di pietra) da permettere analisi estremamente minuziosa: così che si può dire a un individuo di cui si ignora tutto, fuorché la data di nascita, se preferisce i letti morbidi o duri, se è un bibliofilo appassionato o un collezionista di oggetti d’argento. Di fronte a un tale accumulo di prove, dire di no all’astrologia è ormai soltanto un atto di pura ostinazione o di totale malafede. D’altra parte, lo studio dell’astrologia non può più rimanere legato alla tradizione tolemaica, ma deve essere agganciato ai metodi della scienza più avanzata e più moderna. Ecco perché, sviluppando fino alle estreme conseguenze i concetti già esposti nell’Introduzione all’astrologia, Lisa Morpurgo presenta ora ai lettori un trattato dove la biologia, la psicoanalisi e la letteratura concorrono a tracciare un quadro del comportamento umano in cui la simbologia planetaria si inserisce con matematica precisione. Le conclusioni sono sorprendenti e forse anche sconvolgenti. «Amo lo scandalo», dice l’autrice, «perché è un’ottima arma provocatoria.» Scandalizzato o no, il pubblico sarà costretto a prendere coscienza di un nuovissimo metodo di indagine e a socchiudere l’uscio della propria attenzione a chi insistentemente bussa per essere ammesso. Poiché il convitato di pietra è lo zodiaco. Deriso e beffeggiato come un’importante statua funebre sterilmente legata ai passato, lo zodiaco si è staccato dal proprio piedistallo e l’eco suoi passi ormai risuona nel palazzo di Don Giovanni.
Lisa Morpurgo Dordoni è nata a Soncino, in provincia di Cremona. Laureata in lettere all’Università Statale di Milano, conosce quattro lingue e ha collaborato per molti anni con una casa editrice in qualità di traduttrice e redattrice. Nel 1968 pubblica il suo primo romanzo, Madame andata e ritorno, impostato su una sottile ironia e che già dimostra quell’interesse per la dimensione del tempo che l’ha spinta più tardi ad analizzare lo Zodiaco. L’anno seguente, incoraggiata dall’entusiasmo di molti amici, inizia la stesura della Introduzione all’astrologia, pubblicata nel 1972, tradotta in varie lingua e giunta ormai alla ottava edizione. Tra le altre sue opere: Bimbo astrologo e un romanzo di fantascienza, Macbaraht, ispirato alle sue più suggestive ricerche dello Zodiaco.
I. – Le Sequenze
II. – La Sfera e il Vortice
III. – La Spirale
IV. – La Dialettica
- Il corpo umano
- Pesci e Vergine
- Ariete e Bilancia
- Toro e Scorpione
- Casa seconda e casa ottava
- Gemelli e Sagittario
- Casa terza e casa nona
- Cancro e Capricorno
- Casa quarta e casa decima
- Leone e Aquario
- Casa quinta e casa undicesima
- Il secondo Zodiaco
V. – La Censura
VI. – Il Messaggio
Bibliografia
La Scienza dei Numeri
(Opera postuma)
Autore/i: Papus
Editore: Giuseppe Brancato Editore
nota dell’editore, introduzione dell’autore, traduzione di C. M. Aceti.
pp. 212, nn. illustrazioni b/n, Catania
L’opera affronta in modo approfondito e sistematico lo studio qualitativo dei numeri secondo i dettami della tradizione ermetica, con l’apporto di alcune significative testimonianze di autori che hanno preceduto Papus.
Il Pimandro
(Poimandres)
Autore/i: Ermete Trismegisto
Editore: Fratelli Bocca Editori
pp. 160, Milano
Sommario:
Introduzione
Bibliografia
- I. – Pimandro
- II. – Discorso d’Ermete Trismegisto ad Asclepio
- III. – Discorso sacro d’Ermete Trismegisto
- IV. – Discorso d’Ermete Trismegisto a suo figlio Tat
- V. – Ermete Trismegisto a suo figlio Tat
- VI. – Ermete Trismegisto ad Asclepio
- VII. – Discorso d’Ermete Trismegisto – Il sommo male per gli uomini è non conoscere Dio
- VIII. – Discorso d’Ermete Trismegisto – Nulla muore, ma gli uomini erroneamente chiamano morte i cambiamenti
- IX. – Discorso d’Ermete Trismegisto – Pensiero e sensazione. La bellezza e la bontà sono in Dio solo e non altrove
- X. – Ermete Trismegisto a suo figlio Tat: La Chiave
- XI. – Discorso della mente a Ermete – Dio, il mondo e l’ordinamento cosmico
- XII. – Ermete Trismegisto a Tat – Sulla mente comune
- XIII. – Ermete Trismegisto a suo figlio Tat: La rinascita e l’imposizione del silenzio
- XIV. – Ermete Trismegisto ad Asclepio – Della saggezza
Manuale di Psicoanatomia
Autore/i: Anonimo
Editore: Edizione Icaro
unica edizione.
pp. 104, nn. illustrazioni b/n, Roma
Sommario:
FISIOGNOMIA
I. – Suddivisioni e cenni storici
II. – Generalità
III. – Tabelle fisiognomiche
IV. – Amore e fisiognomia
V. – Elementi di frenologia
VI. – La Digitomanzia
TIPOLOGIA
VII. – Elementi di tipologia
VIII. – La Psico-fisica
Mescalero
Gli Apache delle montagne
Autore/i: Sonnichsen C. L.
Editore: Rusconi
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Fabrizio Pezzoli.
pp. 284, Milano
Apache del gruppo linguistico athapasco (o athabasco), i Mescalero furono chiamati così dagli Spagnoli per il loro uso alimentare dell’Agave utahensis, conosciuta come mescal.
Quando gli Spagnoli giunsero nel Sudovest, i Mescalero occupavano le montagne della Sierra Blanca nel Nuovo Messico, dove vivevano durante l’estate facendo lunghe incursioni a Nord sino alle Pianure per cacciare il bisonte, scontrandosi con i Comanche, che erano i signori delle Pianure.
Acerrimi nemici degli Spagnoli, che li temevano, i Mescalero rapirono donne e bambini ai Pueblo, che vivevano come agricoltori tra Tucson e Tubac, in Arizona. Dopo l’annessione delle province settentrionali messicane agli Stati Uniti nel 1855 furono sconfitti nella battaglia di Penasco dal capitano statunitense Richard S. Ewell e dai suoi Dragoni. Con la morte del vecchio capo Palanquito, firmarono un Trattato di pace con il governo degli Stati Uniti e si stabilirono in una Riserva.
Allo scoppio della guerra civile gli Statunitensi si ritirarono dai loro Forti occidentali e le truppe del Texas invasero il Nuovo Messico. I Mescalero abbandonarono la Riserva e combatterono contro i Texani. Contemporaneamente attaccarono la miniera di Piños Altos e furono sconfitti dalle truppe volontarie delle Arizona Guards; a questo punto i Mescalero si allearono con i Mimbrenjo e i Chiricahua, che erano in guerra con tutti gli Occhi Bianchi.
Per porre un freno sia alle truppe confederate che incalzavano verso Ovest sia alle scorrerie degli Apache, avanzarono da Nord i Volontari del Colorado, da Ovest il generale James H. Carleton con la Colonna della California e da Sud la milizia dell’Arizona, che inflissero agli Apache una rovinosa sconfitta.
Fort Stanton (Nuovo Messico), abbandonato dall’esercito statunitense, venne occupato dai Californiani e Kit Carson attaccò i Mescalero in fuga nel Dog Canyon. Questi capitolarono e furono infine deportati nella Riserva di Bosque Redondo (Nuovo Messico); nel 1865 la abbandonarono guidati dal loro capo Ojo Blanco perché si trovarono in disaccordo con i Navaho (o Navajo).
Oggi molti Mescalero vivono lavorando nella loro Riserva.
C. L. Sonnichsen, professore di Letteratura inglese all’Università del Texas, El Paso, ha scritto Cowboys and Caule Kings, I’ll Die Before I’ll Run e Ten Texas Feuds. Compiendo ricerche e studi sulla storia della regione del Tularosa, in Nuovo Messico, è nato il suo interesse per i Mescalero.
Storia dell’Inquisizione Spagnola
L’influenza sulla scena mondiale dell’Inquisizione spagnola sui costumi politici, religiosi e sessuali dal XV al XIX secolo.
Autore/i: Bennassar Bartolomé
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Nanda Torcellan.
pp. 368, nn. illustrazioni b/n, Milano
Bartolomé Bennassar e i suoi discepoli e collaboratori sono fautori di una nuova linea di ricerca, detta della storia «quantitativa» o «seriale», che ha per oggetto non già i singoli fatti o personaggi ma la raccolta, misurazione e analisi di un vasto materiale documentario. Mentre lo storico tradizionale privilegiava il singolo fatto o personaggio e costruiva la sua storia su uno o più testimonianze scelte a suo giudizio e considerate rappresentative, Bennassar e il suo gruppo hanno compiuto invece una ricerca a tappeto su tutti gli archivi inquisitoriali spagnoli, ricavandone, evidentemente anche con l’aiuto di un elaboratore elettronico, una massa vastissima di dati organizzati in serie omogenee e successivamente interpretati: sono giunti così a conclusioni nuove e per molti rispetti sorprendenti.
Hanno potuto stabilire, per esempio, la curva delle attività inquisitoriali, dal loro inizio alla metà del XV secolo fino alla graduale scomparsa nel secolo XVIII, rilevando brusche cadute e altrettanto brusche impennate in correlazione con lo sviluppo degli eventi politici (per esempio la conquista del regno di Granada con il conseguente vertiginoso aumento dei sudditi moriscos e di marrani, cioè ebrei convertiti, o la loro fuga verso l’Olanda e l’Inghilterra, che fece venire meno il materiale umano dei processi).
Una scoperta sensazionale a cui sono giunti gli autori attraverso questo paziente lavoro di elaborazione statistica è che la maggioranza degli inquisiti non erano converso; (cioè ebrei e musulmani convertiti), o zingari o eretici o streghe e stregoni, ma «vecchi cristiani»; il che porta gli autori a formulare la tesi che l’Inquisizione, tranne forse nel primissimo periodo, non fu solo un’istituzione avente come obiettivo la difesa della religione e della Chiesa, ma un inrtrumentum regni in mano alla monarchia spagnola, un sistema di controllo sociale accuratamente costruito ed efficiente. Ciò è confermato da altri risultati della elaborazione dei dati raccolti: la composizione dei tribunali, per esempio. Gli inquisitori non costituivano, come si suole ripetere re, una casta di monaci fanatici, isolati dal resto del mondo. Al contrario erano scelti per la stragrande maggioranza (circa il 90%) tra i secolari, magari inseriti tra le alte gerarchie ecclesiastiche, ma come lo erano sovente i membri delle classi superiori, per pura convenienza politica ed economica. Altri luoghi comuni che risultano sfatati, sono gli eccessi delle sentenze e l’iniquità delle procedure, nonché la mancanza nei giudici di qualsiasi obiettività. Appare, al contrario, che i giudici affermati erano per la maggior parte studiosi e giuristi affermati, per nulla inclini a credere ciecamente alla colpevolezza degli inquisiti, che la procedura dava qualche garanzia di obiettività ed era quasi sempre scrupolosamente osservata; e che le sentenze capitali eseguite furono una piccola minoranza rispetto ai casi inquisiti. L’opera del Bennassar è senza dubbio importante non solo dal punto di vista metodologico, in quanto risultato di un lavoro di équipe, ma anche perché fornisce agli studiosi e al lettore una
visione del tutto nuova dell’Inquisizione, del suo sviluppo storico e della sua fine.
Bartolomé Bennassar nato a Nimes nel 1929. Ordinario di storia, è rettore del’università di Toulouse-le-Mirail. Si è occupato prevalentemente di storia spagnola dell’epoca moderna: fra le sue opere più note ricordiamo Valladolid et ses campagnes ou Sìecle d’or (1967); Recherches sur les grandes epidemies dans l’Espagne du Nord au XVI siècle (1969); L’homme espagnol, attitudes et mentalités du XVI au XIX siècle (1975). Ha anche pubblicato in collaborazione con J. Jacqard Le XIV siècle (1972) e l’Histoire economique et sociale du monde (1977). È autore anche di tre romanzi, di cui uno, Le dernier saut, è stato adattato per lo schermo cinematografico.
Introduzione di Bartolomé Bennassar
I.
I quattro tempi dell’Inquisizione, di Jean-Pierre Dedieu
Il numero dei processi
I bersagli principali
Un modello generalizzabile?
Dalla crudeltà ai compromessi
II.
L’Inquisizione o la politica della presenza, di Dominique Peyre
L’istituzione del tribunale
Verso una razionale occupazione del territorio: la copertura geografica
Un controllo sociale senza limiti?
III.
Il potere inquisitoriale, di Bartolomé Bennassar
L’inquisitore potere centralizzatore: il controllo della gerarchia
Chi erano gli inquisitori? La natura del potere
I mezzi del potere: uomini e risorse
Il problema dei famigli? Milizia supplettiva o gruppo di pressione?
IV.
L’Inquisizione o la pedagogia della paura, di Bartolomé Bennassar
La paura e le sue ragioni
Le cattive ragioni: la tortura.
Le cattive ragioni: l ’atroce rigore delle pene
Le vere ragioni: il meccanismo del segreto
Le vere ragioni: la memoria dell’infamia
Le vere ragioni: la minaccia della miseria
La forza degli esempi
V.
L’unificazione religiosa e sociale: la repressione delle minoranze, di Catherine Brault-Noble e Marie-José Marc
Le offensive contro gli ebrei e i cripogiudeizzanti
Le offensive contro i moriscos
La cultura e la fede
Rapporti con i riformati
La persecuzione
L’espulsione
VI.
L’Inquisizione e il disprezzo dei discorsi femminili, di Claire Guilhem
Di fronte all’autorità del verbo femminile
Le beatas: disobbedienza e contestazione
L’invenzione del delitto: dall’illusione alla follia
La degradazione della strega
VII.
Il modello religioso: la disciplina del linguaggio e dell’azione, di Jean-Pierre Dedieu
Della bestemmia
Del sacrificio
Qualche frase sconveniente di persone di bassa condizione
L’ordine sociale: il processo di Eugenia la Borgognona
E soprattutto, niente scandalo!
VIII.
Il modello religioso: il rifiuto della riforma e il controllo ideologico, di Jean-Pierre Dedieu
Lutero: la creazione di un antagonista
I libri
Gli intellettuali
Il clero
IX.
Il modello sessuale: la difesa del matrimonio cristiano, di Jean-Pierre Dedieu
Matrimonio e vita sessuale: la dottrina
Poligamia e poliandria
La semplice fornicazione
Appendice I
X.
Il modello sessuale: l’Inquisizione d’Aragona e la repressione dei peccati abominevoli, di Bartolomé Bennassar
I peccati abominevoli: giudizio di Dio e giudizio degli uomini
Sociologia dell’abominevole
Esplorazione dell’aborninevole
Castigo dell’abominevole
Appendice II
XI.
Per lo stato, contro lo stato, di Bartolomé Bennassar
L’Inquisizione, arma assoluta della monarchia
Inquisizione e congiuntura politica
Gli illuministi contro l’Inquisizione
Conclusione, di Barmlomé Bemzassar
Il regno della conformità
Orientamento bibliografico
Indice dei nomi e dei luoghi
L’Occhio Impuro
Cinema, censura e moralizzatori nell’Italia degli Anni Settanta
Autore/i: Massaro Gianni
Editore: SugarCo Edizioni
in copertina: L’attrice Sylvia Kristel in una delle scene iniziali del film “Emmanuelle”.
pp. 196, Milano
La «denuncia per oscenità» è un fatto squisitamente italiano. In qualsiasi parte del mondo infatti, chi ha desiderio di vedere un film «spinto», lo fa senza crearsi particolari complessi o alibi e continuando a dormire sonni tranquilli. In Italia invece lo spettatore, di cui si deve pur supporre che sapesse bene, scegliendo il film, di cosa si trattasse,dopo aver goduto lo spettacolo si sente improvvisamente invadere dall’ira del virtuoso, corre a prendere penna e carta, spesso bollata, e stila la denuncia. Nasce così una prosa tutta particolare, in cui le descrizioni, sempre pittoresche, si alternano alle invettive, agli insulti, alle preghiere minacciose e ai suggerimenti perentori; caratterizzata da una sintassi spesso approssimativa ma sicuramente efficace, dove perfino la punteggiatura parla un suo linguaggio di indignazione e di offesa. Una prosa insomma come non si troverebbe l’eguale in nessun libro. E se predominano, leggendola, lo spasso e il senso del ridicolo, essa lascia in realtà trasparire molto più di quanto gli autori non vogliano. Perché le denunce rivelano proprio ciò che vorrebbero nascondere: il desiderio del sesso, vissuto come peccato, quindi dichiarato osceno, quindi condannato cioè «denunciato» e con ciò immediatamente riscattato: ed è così vera questa proiezione di sé nell’immagine filmica, in cui la visione viene privilegiata rispetto alla realtà, che “L’occhio impuro” vede anche ciò che non può vedere perchè… non c’è. Non è raro infatti il caso in cui vengano denunciate scene o inquadrature che non esistono.
Questo libro, e la tesi che esso sostiene, che la moderna caccia alle streghe abbia «come fine ultimo e come sempre, la libertà di pensiero, la cui repressione nasce con la delazione e si esaurisce nel rogo», presenta al lettore divertito, ma anche allo studioso di costume, un insospettato quadro psicologico dell’Italia anni Settanta.
Gianni Massaro (Roma 1930-2010) Esperto del settore audiovisivo e del diritto d’autore, Massaro ha ricoperto numerose cariche nell’ambito del settore cinematografico non ultima la presidenza dell’Anica nel 1997.
È stato una figura centrale del cinema italiano sul versante del diritto e della legge con un lunghissimo curriculum, a testimonianza dell’impegno di una vita. Per oltre trent’anni è stato presente come avvocato civilista e penalista nel campo dello spettacolo ed ha difeso i massimi nomi della cultura del nostro tempo, da Pierpaolo Pasolini a Marco Ferreri, da Federico Fellini a Sergio Leone, da Louis Malle ad Andy Warhol, da Paul Morrisey ad Alain Robbe Grillet, da Bob Fosse a Luigi Comencini, da Elio Petri ad Alberto Bevilacqua, da Alberto Moravia a Ken Russel, da Citto Maselli a Mike Nichols.
Così come è stato al fianco dei produttori più significativi, da Goffredo Lombardo a Mario e Vittorio Cecchi Gori, da Luigi ed Aurelio De Laurentiis, ad Alberto Grimaldi, da Franco Cristaldi a Silvio Clementelli, da Edmondo Amati a Sergio Leone.
Ha scritto “L’occhio impuro” (sugarco, 1976), “Film a luci rosse – il traffico – la legge – il piacere” B.M.B., 1983 e “Io e il duce – il diritto alla riservatezza tra storia, cronaca e pettegolezzo” (Lanterna, 1985).
- Il linguaggio della repressione: costume e società
- I denuncianti
- Lessico della moralizzazione
- Le denunce
- Per il bene delle anime
- Per la patria e per il re
- Per le donne e per la libertà
- Le sessuofobe
- Per Gina, cavalla violentata
- Il cittadino che insiste
- «In nome della legge»
- Così parla il censore
- Il linguaggio della polizia
- conclusione
Europa Misteriosa
Società segrete – riti occulti – maghi – streghe – veggenti
Autore/i: Autori vari
Editore: Selezione dal Reader’s Digest
coordinazione, adattazione dell’edizione italiana e introduzione di Alberto Cesare Ambesi, traduzioni di Josette Bougan Giampietro e Mario Silvani, consulenza editoriale di Carlo Graffigna, titolo originale: L’Europe des Sociétés Secrétes.
pp. 414, nn. illustrazioni a colori e b/n, Milano
Dall’introduzione di Alberto Cesare Ambesi:
«Da che mondo e mondo l’uomo ha sempre sognato di poter penetrare in quel regno dell’invisibile e del mistero che sembra talvolta irrompere nella natura con eventi strani, “paranormali”, o disvelarsi nei sogni con visioni e ammonimenti, talvolta premonitori. Fu, dunque, naturale che sorgesse nel cuore umano l’aspirazione & penetrate oltre il velo delle apparenze, per acquisire più ampi stati di coscienza; quegli stati di coscienza, di illuminazione interiore e di conoscenza che solo la via della meditazione e dell’ascesi o la rivelazione divina possono rendere operanti.
In tale momento, storicamente indeterminato e indeterminabile. si plasmarono i tre principali atteggiamenti conoscitivi dell’uomo: lo scientifico, l’occultistico e l’esoterico, ognuno dei quali legato in modo diverso ai grandi presupposti della religione e del mito. Nacque, infatti, l’atteggiamento scientifico laddove si cercò di trarre partito da quel mondo ambientale, che era ricco di frutti e di pericoli, ma che rappresentava, comunque, il punto di riferimento più concreto non solo per il benessere materiale, ma anche per rendersi coscienti degli eventuali rapporti esistenti tra il mondo divino e quello fisico.
L’atteggiamento occultistico si intersecò per qualche tempo con quello scientifico: la ricerca dei poteri che potevano essere utili alle comunità o alla salute del singolo derivava anch’essa da una volontà indagatrice; ma, volgendosi piuttosto alle forze o alle entità che avrebbero dovuto trovarsi celate dietro certi fenomeni, non tardò molto a divenire uno strumento egoistico, pronto a soddisfare i più vani desideri, anche quelli negativi, rivolti al male; da tutto ciò sorsero una “magia nera” da contrapporsi a quella “bianca” e il graduale degradarsi di quest’ultima, in quanto anch’essa doveva avvalersi, e si avvale tuttora, per essere credibile, dell’armamentario di amuleti e talismani, oroscopi e scongiuri.[…]»
Il capitolo Un mostro a tre teste: l’onorata società è di Giampaolo Rossetti.
Il capitolo Le religioni del mistero e gli ordini iniziatici è di Alberto Cesare Ambesi.
Gli Autori dei testi dell’edizione originale di quest’opera sono:
André Berelowitch – Bernadette de Castelbajac – Bernadette de Cayeux – Louis de Cayeux – Jean-Louis de Rambures – Tchalai Dermizel – Gérard de Séde – Marc de Smedt – Michel Friedman – Bernard Gorceix – Marc Kunstlé – Francis Leary – Marie-Christine Navarro – Alain Schifres – Alain Woodrow.
Capitolo I: I Templari e i loro segreti
Capitolo II: Gloria e infamie dei Cavalieri Teutonici
Capitolo III: Vita e morte dei Catari
Capitolo IV: Corporazioni, Gilde e Compagnonnage
Capitolo V: Una tradizione misteriosa: i Rosa-Croce
Capitolo VI: I molti volti della Massoneria
Capitolo VII: Società segrete e sovversione
Capitolo VIII: Un mostro a tre teste: l’onorata società
Capitolo IX: Teosofi e Antroposofi
Capitolo X: Le religioni del mistero e gli ordini iniziatici
Capitolo XI: L’oro degli alchimisti
Capitolo XII: Maghi, stregoni, guaritori
Capitolo XIII: Medium, telepati e veggenti
Le pagine fuori testo
Il Tempio di Gerusalemme
Gli animali simbolici
Il diavolo e le sue incarnazioni
Forme e colori come simboli
La cabala e i suoi adepti
Pietre e metalli magici
Le creature mitiche
Banditi nella leggenda
La divinazione per mezzo dei tarocchi
Piante e fiori simbolici
I segni dello zodiaco
Amuleti, talismani e pentacoli
note: alla fine del libro un dizionario del bizzarro
Platone
Alla ricerca della sapienza segreta
Autore/i: Reale Giovanni
Editore: Rizzoli
seconda edizione, prefazione dell’autore.
pp. 368, illustrazione b/n f.t., Milano
“Io volentieri a coloro che sanno parlo, a coloro che non sanno mi nascondo.” (Eschilo, Agamennone)
Da due millenni i Dialoghi di Platone costituiscono un caposaldo ineludibile della filosofia occidentale. Ma il pensiero del grande ateniese non è tutto nei suoi scritti. Esiste anche un Platone segreto che, come egli stesso dichiara, si rifiuta di affidare alla carta le proprie dottrine e rinvia discepoli e interlocutori alla parola. Solo negli ultimi decenni, grazie agli sforzi della scuola di Tubinga prima e a quella di Milano poi, gli studiosi hanno cominciato a penetrare la zona d’ombra delle dottrine segrete di Platone. In questa nuova e definitiva sintesi. Giovanni Reale considerato oggi, uno dei massimi interpreti del pensiero antico-riprende la questione e delinea una lettura che illumina le difficoltà e le contraddizioni invece di ignorarle. Perché Platone ha costruito il suo sistema in un preciso momento storico, mentre un’intera civiltà passava dalla comunicazione orale a quella scritta. E ha constatato l’inadeguatezza tanto della oralità tradizionale (quella esemplificata nei poemi omerici) quanto della comunicazione affidata alla scrittura: fondando un nuovo linguaggio, il linguaggio dell’oralità dialettica, flessibile strumento del filosofare le cui tracce vanno cercate sia nella mirabile articolazione teatrale dei Dialoghi sia nelle testimonianze di chi frequentò le lezioni dell’Accademia. È solo muovendo da questa comprensione storica che si può illuminare il significato della “seconda navigazione” che Platone annuncia nel Fedone e che lo porta a porre per sempre le fondamenta della metafisica occidentale. Seguendo con acribia gli scritti (di cui questo libro viene così a costituire un’antologia essenziale). Reale conduce con esemplare chiarezza il lettore attraverso i concetti-guida del pensiero platonico (dalla dottrina delle Idee a quella, elusiva e complessa, dei Principi), mostrandone la straordinaria modernità e la prossimità alle tematiche della odierna filosofia ermeneutica. Senza dimenticare la fortissima valenza etica di una riflessione che pur ricca di articolazioni, trova il proprio centro nella ricerca del Bene: e nella convinzione che i risultati conseguiti duemila anni fa da Platone possono ben essere un’ispirazione per guarire i mali di cui soffre l’uomo d’oggi.
Giovanni Reale insegna Storia della filosofia antica presso l’Università Cattolica di Milano. È autore di fondamentali contributi sui presocratici e Aristotele, e di una storia della filosofia antica. Nell’ambito platonico, ha coordinato per Rusconi la traduzione completa dell’opera. In parallelo all’uscita di questo saggio, pubblica per la Fondazione Lorenzo Valla la sua cura del Fedro. Le opere di Giovanni Reale sono tradotte in undici lingue e suoi contributi compaiono regolarmente sul supplemento culturale del “Sole 24 Ore”.
Il Codice Egizio
Titolo originale: The Egypt Code
Autore/i: Bauval Robert
Editore: Edizioni Corbaccio
introduzione dell’autore, traduzione dall’originale inglese di Maria Elisabetta Craveri.
pp. 352, nn. fotografie a colori f.t., Milano
Quando nel 1994 uscì Il mistero di Orione l’autore sconvolse i suoi lettori e la comunità scientifica con la sua ormai celebre teoria di una correlazione tra le piramidi di Giza e le stelle. Mentre gli effetti di quella teoria sono ancora oggi tangibili, con Il Codice egizio Bauval si spinge oltre, rivelandoci il «Grande Progetto Unitario» che coinvolge i templi dell’Alto Egitto.
Secondo Bauval, il fulcro della vita filosofica, scientifica e spirituale dell’Antico Egitto è stata la comprensione del funzionamento dell’universo, il Maat, e dei suoi meccanismi, le stelle. Per questo motivo lo studio degli antichi scienziati è quello di riprodurre sulla Terra un’esatta copia delle costellazioni. Da qui la disposizione lungo il Nilo, una Via Lattea in Terra, delle piramidi, le quali, lette in questa prospettiva, assumono significati nuovi e diversi: non tombe, ma sorta «stazioni di controllo» per l’osservazione dei moti celesti se non addirittura, come la piramide di Saqqara, per l’interazione con essi.
Il Codice Egizio è pertanto, un libro diverso da tutti gli altri. Molto infatti si è scritto su «come» gli egizi possano aver allineato con tale precisione i loro monumenti, ma Robert Bauval vuole rispondere alla domanda più fondamentale:
«Perché?»
Un libro per attivare al cuore di una delle più misteriose e affascinanti civiltà di tutti i tempi.
Robert Bauval nato in Egitto nel 1948. Ingegnere edile, il suo interesse per l’egittologia ha origini remote, dal momento che ha vissuto in Egitto e in altre parti del Medio Orientale per gran parte della sua vita. Negli anni ’80 diete inizio a una linea di studi che collega le piramidi all’astronomia.
I suoi libri, tra cui La camera segreta, Il mistero di Orione, Custode della Genesi, L’enigma di Marte e Talismano (questi ultimi due scritti con Graham Hancock) sono pubblicati in Italia da Corbaccio (tranne l’ultimo, anche in edizione TEA).
Leggere l’Avvenire nei Tarocchi
Un antico gioco, un sistema di classificazione della realtà della condizione umana e uno strumento per interpretarle
Autore/i: Sciuto Giovanni
Editore: Antonio Vallardi Editore
prefazione dell’autore, traduzione dal francese di Gabriella Cantoni.
pp. 160, nn. ill. b/n, Milano
Non occorre avere una predisposizione a esercitare o subire suggestioni intense per accogliere l’invito che ci viene dai tarocchi. La pura e semplice curiosità è forse l’atteggiamento migliore per accostarci a questo antico gioco, che di fatto è un sistema di classificazione della realtà e della condizione umana, e insieme uno strumento per interpretarle. Se il gioco dei tarocchi è il gioco del mondo, la sequenza (cioè il modo in cui risultano disposte le carte) e il gioco di ciascuno di noi. Le figure sono tanto ambigue (e generose) da aprirsi agli eventi individuali; la molteplicità dei significati rispecchia la molteplicità, l’ambiguità, la ricchezza dell’individuo. Tra i molti manuali di diverso livello e serietà oggi disponibili, quello di Giovanni Sciuto è senza dubbio trai più chiaramente concepiti e ben strutturati. Oltre al tarocco di Marsiglia – che fu disegnato nel Settecento ma si ispira a carte assai più antiche, ed è quello maggiormente usato a scopo «divinatorio» – il libro illustra anche gli elementi essenziali di tarocchi non meno importanti, fra cui il Grande Etteilla, il gioco della Sibilla dei salotti e quello di mademoiselle Lenormand.
Egitto Eterno
Autore/i: Montet Pierre
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Paola Argan
pp. 434, nn. tavv. a colori e b/n, nn. ill. b/n, Milano
La storia dell’Egitto antico pare fatta per sconvolgere ogni nostra idea della storia. Lungo un decorso di millenni, l’opera del tempo e le sue mutazioni sono come soppresse in un solenne ripetersi di forme e di atti, sancito dalla frase abituale: «così accadeva fin dai tempi del dio». Perciò di un popolo, che ha così gran parte nei destini della civiltà antica, si conoscono meglio gli istituti che le vicende. Le inondazioni annue del Nilo, dispensatrici di fecondità, hanno deciso per sempre i ritmi della vita; per il resto, sembra che di secolo in secolo quasi nulla muti.
La scrittura geroglifica, ad esempio, che data dal tramonto della preistoria, perdura identica a rivestire i muri e le colonne dei templi fino all’età tolemaica e romana e cadrà in disuso solo nell’epoca in cui già si diffonde il cristianesimo. Per una singolare coincidenza, a quella mentalità astorica il tempo rispose cancellando ogni sicura cronologia: il famoso Canone Reale ci è arrivato frammentario, gli Annali dell’Antico Regno non si sono salvati che in parte, delle storie di Manetone non sopravvivono che i tratti citati da Giuseppe Flavio nel Contra Apionem. Eppure, nella loro indifferenza al tempo, gli Egiziani inventarono una tra le più perfette misure del tempo: l’anno di 365 giorni, che si inaugurava col sorgere eliaco di Sirio e in 1475 anni correggeva i suoi sbagli rispetto ai cicli del sole. Le date di inizio di alcune delle trenta dinastie, con i loro circa trecentotrenta re sono ricuperabili grazie a quell’automatico riassestarsi del calendario. In questo libro, Pierre Montet ha voluto definire, come il titolo stesso ricorda, i caratteri permanenti della civiltà egizia, ma anche analizzare i mutamenti indotti dall’inevitabile trascorrere delle passioni. La prima parte è dedicata alle condizioni naturali e politiche in cui vissero gli Egiziani; la seconda alla religione, alla letteratura, alla scienza, ma soprattutto all’arte e ai suoi portentosi risultati.
Nel capitolo conclusivo sono raccolti i giudizi sull’Egitto espressi dai popoli che con esso ebbero i rapporti più stretti (Ebrei, Greci).
Ed è tracciata una breve storia dell’egittologia fino ai recenti sviluppi, che le hanno consentito di risuscitare le vicende di intere dinastie, come quella delle Grandi Piramidi o quella del Labirinto, di cui non si conoscevano che i nomi dal suono quasi magico.
Egittologo assai noto, Pierre Montet nacque a Villefranche nel 1885; fu professore all’Università di Strasburgo dal 1919 al 1948, poi venne chiamato al Collège de France. Ha condotto numerose campagne di scavo in Fenicia e in Egitto, contribuendo in maniera decisiva al progresso della propria disciplina.
Tra le sue più importanti scoperte, sono da annoverarsi quella della tomba del faraone Psusennes a Tanis e quelle delle tombe dei re di Biblo, che contenevano anche numerose iscrizioni. Montet è a tutt’oggi il solo archeologo che abbia ritrovato una sepoltura regale inviolata, e l’abbia completamente descritta. Con i suoi reperti ha notevolmente contribuito ad arricchire il Museo del Cairo di oreficerie, maschere d’oro, vasellame sacro, sarcofaghi di inestimabile valore. Grande la sua attività di divulgatore, che si aggiunge a quella di insigne rappresentante del metodo scientifico in archeologia. Di lui Il Saggiatore ha già pubblicato, nella Collana «Uomo e Mito», l’opera Gli Egiziani del Nuovo Regno.
Il Linguaggio Dimenticato
Introduzione alla comprensione dei sogni, delle fiabe e dei miti
Autore/i: Fromm Erich
Editore: Garzanti Editore
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Graziella Brianzoni, titolo originale: «The forgotten language».
pp. 256, Milano
«Il linguaggio simbolico e una lingua vera e propria, in effetti l’unico linguaggio universale che la specie umana abbia mai creato,» scrive Erich Fromm nella prefazione a questo libro che raccoglie i risultati di studi aggiornatissimi e rigorosi ma costituisce anche una lettura immediatamente chiara e avvincente per un pubblico non specializzato.
La prima chiave del linguaggio simbolico è, ovviamente, il sogno. Alla comprensione del linguaggio dei sogni, secondo un codice che non trascura le più antiche culture popolari (comprese le superstizioni e le cabale) ma le verifica attraverso la critica di Freud e di Jung, è dedicata la parte di maggior rilievo del volume: trattazione lineare, risolvente, ma ricca di aneddotica, al punto da costituire per il lettore più frettoloso anche una guida pratica. Dai sogni, l’autore sposta poi la sua informazione all’analisi di quelle simbolizzazioni dell’inconscio collettivo che sono i miti e le leggende, con interpretazioni esemplari e sorprendenti, tra l’altro, di Edipo, Cappuccetto Rosso e Kafka. Un’Opera, a suo modo, rivoluzionaria, nella quale l’autore propone che, fin d’ora, in ogni società civile sia previsto l’insegnamento del «linguaggio simbolico» nelle scuole, almeno alla stregua delle lingue straniere.
Erich Fromm, sociologo e psicologo tedesco, naturalizzato americano, dal 1962 insegna alla New York University. Tra le sue opere: L’arte di amare, La crisi della psicanalisi, Psicanalisi e religione, Psicanalisi della società contemporanea, Fuga dalla libertà, Dogmi, gregari e rivoluzionari, Saggi sulla religione, la psicologia e la cultura, Può l’uomo prevalere?
Wu She Tai Chi Chuan
Stile di famiglia Wu
Autore/i: Wu Tao Ling; Wu Tao Gung
Editore: Arti Grafiche LUX
prefazione di Mario Battezzati.
pp. 96, nn. foto e ill. b/n
Yoga cinese per riconquistare l’energia vitale, curare e prevenire le malattie fisiche e psichiche.
Gesù – L’Uomo, la Fede
Autore/i: Wilson Andrew Norman
Editore: Instar Libri
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Claude Béguin.
pp. 378-xlvii-6, Torino
Come quasi tutti i cristiani, ho oscillato a lungo fra il Gesù della Storia e il Cristo della Fede, finché mi sono accorto della fondamentale disonestà di entrambi. Il mio libro non è un’autobiografia spirituale, vorrebbe essere un’indagine oggettiva su Gesù. Sarà comunque opportuno scoprire le mie carte prima di avventurarmi in un’impresa tanto temeraria. Per molti anni sono stato un cristiano praticante, attento a eludere le contraddizioni di quanto avevo studiato alla Facoltà di Teologia. Con il passare del tempo però, più riflettevo sull’argomento, più mi sentivo a disagio. A un certo punto dovetti ammettere che mai e poi mai un sant’uomo galileo del I secolo avrebbe potuto credere d’incarnare la Seconda Persona della Trinità: qualcosa d’inconcepibile per un ebreo monoteista dell’epoca.
Nel mio caso il rifiuto del cristianesimo è stato l’esito di un’evoluzione lenta e penosa; una volta compiutolo, non mi parve giusto continuare a professarmi cristiano, a frequentare chiese che si rivolgevano a Gesù come se fosse vivo e presente, a recitare un credo che riconosceva in Gesù il Signore e Giudice del mondo. Viceversa non riuscivo neppure ad arrendermi allo scetticismo di chi ritiene chiaramente l’appartenenza di Gesù alla grande tradizione profetica d’Israele.
Tanto vale confessare subito che questo è il Gesù in cui credo ora: credo che Gesù sia stato un chassid, ovvero un santo, della Galilea. Nessun autore ce ne ha mai lasciato una descrizione fisica, né sul suo conto possediamo le informazioni biografiche che normalmente comparirebbero in una “vita” moderna. Eppure i Vangeli ci offrono numerose immagini straordinariamente vivaci di Gesù e una quantità di aneddoti e citazioni che con ogni probabilità, non sono stati inventati. E’ appunto inseguendo la sua “umanità” che ho avuto l’impressione di arrivare a sfiorarlo con una immediatezza prima negatami dagli occhi della Fede.
Sopravvissuta!
L’Odissea di Jan Little
Autore/i: Man John
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prefazione dell’autore, traduzione di Giuseppe Bernardi.
pp. 420, fotografie e illustrazioni b/n f.t., Milano
Il progresso ci ha abituato a ogni sorta di miracoli, ma due cose riescono ancora talvolta a sorprenderci: una è l’uomo e l’altra è la Natura. Crediamo di conoscere entrambi, e invece ci accorgiamo di avere sottovalutato le loro risorse e il loro Carattere indomabile. Le storie più belle sono quelle che li mettono a confronto. Là dove il Rio Negro passa dal Venezuela al Brasile, dall’una e dall’altra parte della frontiera, tutti ricordano e raccontano la storia di Jan Little, l’americana sorda e cieca che visse nella foresta amazzonica a molti giorni di viaggio via fiume dalle più vicine propaggini della civiltà. Insieme a lei c’erano la figlia Rebecca e il marito Harry, che in quella solitudine rivelò la sua vera, inquietante natura. Un male misterioso li uccise entrambi. Jan rimase sola. L’ambiente intorno a lei era tra i più pericolosi e selvaggi che esistano. Eppure, nonostante le sue menomazioni, sopravvisse, e in questo libro, con l’aiuto del giornalista John Man, racconta la sua terribile esperienza. Chi lascia la società sperando di vivere idillicamente in una Natura benigna e inviolata facilmente va incontro all’orrore, alla desolazione e alla morte. E la morale dell’incredibile avventura di Jan Little, che meravigliò dapprima la gente del Rio Negro e ora sta meravigliando e appassionando innumerevoli lettori in tutto il mondo.
John Man, ex corrispondente di «Reuters» e caporedattore di a «Time-Life» vive e lavora a Oxford. E venuto a conoscenza della storia di Jan Little durante sua permanenza in Venezuela dove stava preparando una serie televisiva sulla sopravvivenza per Channel 4. Ha lavorato con Jan alla stesura di questo libro per due anni. Dal racconto è nato anche un documentario televisivo per la Bbc. Appassionato della foresta amazzonica e dell’Africa equatoriale, ha pubblicato, ha pubblicato, tra l’altro, Jungle Nomads of Ecuador, State of Blood, un rapporto sul governo di Amin scritto insieme a Henry Kjemba; e il romanzo The Lion’s Share.
I Gesuiti
L’esercito del Papa
Autore/i: Martinelli Franco
Editore: Giovanni De Vecchi Editore
introduzione dell’autore.
pp. 500, nn. tavv. b/n, Milano
Sommario:
Introduzione
Parte prima
UN GENERALE SENZA SPADA
Casa Solar di Loyola
Gerusalemme, Gerusalemme
Uomo apostolico o stregone?
Nasce la Compagnia di Gesù
In hoc signo vinces
Ignazio alla volta di Roma
Ignazio Generale
Perinde ac cadaver
Il Concilio di Trento – Vittoria sull’eresia
Spiritualità d’Ignazio
Un desiderio esaudito: morire solo, di nascosto
Parte seconda
I GESUITI IN ITALIA
Il problema della successione
Un esercito dal Brasile al Congo
Il clero in agitazione
Un lanciere dal polso valido
Un francescano, pontefice terribile: Sisto V
Campane a stormo per la morte della Compagnia
Un Generale nelle segrete di Castel Sant’Angelo
7 agosto 1814: la Compagnia risorge
Parte terza
I GESUITI IN EUROPA OCCIDENTALE
Spagna: “I gesuiti sono eretici…”
L’Inquisizione contro i soldati di Cristo
L’espulsione dal Portogallo
Autodafé per padre Malagrida
I gesuiti in Inghilterra e le persecuzioni scozzesi
L’ordine in Francia: gesuiti e giansenisti a battaglia
Delenda Societas Jesu
Dopo il tramonto del re Sole
Parte quarta
DALL’EUROPA ORIENTALE AI PAESI D’OLTREMARE
I gesuiti in Russia
Alla corte di Svezia e nei Paesi Bassi
In Germania
La via delle missioni
India, Cina e Giappone
La ricostituzione della Compagnia
Dizionario dell’Insolito
1001 storie incredibili ma vere
Autore/i: Gaspard André
Editore: Armenia Editore
introduzione dell’autore, traduzione di Patrizia Michellini.
pp. 200, Milano
Lo sapevate che l’ammiraglio Nelson soffriva il mal di mare? E che l’austera imperatrice Caterina Il di Russia non riusciva a dormire se non dopo aver provato almeno un orgasmo? Che l’ostrica cambia sesso diverse volte nel corso della sua vita? Che sbattiamo gli occhi circa 25.000 volte in un giorno? Che una donna americana bacia, in media, 79 uomini prima di sposarsi?
Curiosità, stranezze, cose incredibili (ma vere) sono state raccolte in questo, volume dall’autore: un lavoro paziente, durato tre anni, sfogliando ponderosi trattati di storia, biologia, astronomia, scienze naturali, ecc.
Un libro divertente, che si legge d’un fiato perché, come dice l’autore: «…la vita e la natura sono più ricche e più folli del più folle dei sogni o di qualsiasi opera immaginaria che sia mai stata scritta».
Il Mistero del Rito Sacrificale
Con in Appendice i testi della Tavola di Smeraldo e della misteriosa Tavola di Rubino
Autore/i: Ventura Gastone
Editore: Editrice Atanòr
collana: Collezione Rara.
pp. 68, ill. b/n, Roma
“A un amico che mi chiedeva una definizione di ciò che si intende per rito, ebbi modo di scrivere una lettera nella quale, rifacendomi a veri autori, ricordavo: «Dallo Zohar apprendiamo che: “il fumo dei sacrifici che sale da quaggiù accende le lampade dell’alto in modo che tutte le luci brillano in cielo”. Dalle Tavole di smeraldo e di rubino, risulta che il mondo superiore è mosso da quello inferiore e questo da quello e che “ciò che è in alto è simile a ciò che è in basso e viceversa” Dovrebbe quindi apparir chiaro che il rito non è preghiera come molti credono bensì azione. Come definizione, anzi e meglio come indicazione dirò che il rito si fa secondo la razza[…]”
Storia della Scherma
Le basi della moderna scherma europea
Autore/i: Gaugler William M.
Editore: AIMS • Associazione italiana Maestri di Scherma – Nomos Edizioni
edizione italiana a cura di Giancarlo Toràn, traduzione di Roberta Giussani, edizione originale: “The History of Fencing: foundations of Modern European Swordplay” – Laureate Press – 1998.
pp. 544, 130 illustrazioni b/n, Busto Arsizio (Va)
L’evoluzione della scherma cambia strada, dopo l’introduzione della polvere da sparo. L’arma da guerra, la spada, simbolo di potere, diviene arma da difesa, poi strumento per le contese d’onore, infine attrezzo sportivo. La sua trasformazione,e quindi quella della tecnica, accelera negli ultimi secoli, ed è ancora in atto. Non sappiamo dove ci porterà. Cambia la tecnica, ma non i principi sottostanti, tempo, velocità e misura. Lo si tocca con mano nei trattati del periodo in cui il cambiamento era più rapido: quando nasceva lo sport, ma la pratica sanguinosa del duello era ancora ben viva. È per questo motivo, credo, che lo spazio dedicato alla trasformazione in atto, e quindi agli ultimi due secoli, è ben più ampio di quello dedicato ai secoli precedenti. Ed è per questo motivo che il libro di Gaugler sarà per noi un punto di riferimento obbligato.
È importante, infatti, che un Maestro di scherma conosca, almeno a grandi linee, la storia del suo sport, che da questo punto di vista è il più ricco: credo che non esista, per gli altri sport, un’eredità di trattati tecnici paragonabile alla nostra. I futuri Maestri di scherma avranno, d’ora in poi, un testo di riferimento su cui studiare e documentarsi. (Giancarlo Toràn)
William M. Gaugler (1931 Michigan, U.S. – 2011 Sunnyvale, California ) è stato professore emerito di Archeologia Classica. Già direttore presidente onorario del “Fencing Master Program” alla San Josè State University, in California, l’unica università degli Stati Uniti ad offrire la preparazione e la certificazione per i maestri di scherma; è stato allievo di Aldo Nadi, Umberto di Paola e Giorgio Pessina. Si è diplomato all’Accademia Nazionale di Scherma di Napoli ed è stato socio onorario dell’Associazione Italiana Maestri di Scherma. Con l’AIMs e la FIS ha pubblicato l’edizione italiana del suo “Dizionario di terminologia schermistica”. Il suo trattato “La scienza della Scherma” è stato pubblicato in varie lingue, e in italiano da Zanichelli (1992).
– Prefazione all’edizione italiana
– Introduzione (dall’edizione originale)
– Prefazione (dall’edizione originale)
– Capitolo I. Il sedicesimo secolo
Achille Marozzo
Camillo Agrippa
Giacomo de Grassi
Camillo Palladini
Angelo Viggiani
Henry de Sainct Didier
Vincenzo Saviolo
– Capitolo II. Il diciassettesimo secolo
Salvatore Fabris
Nicoletto Giganti
Ridolfo Capo Ferro
Francesco Antonio Marcelli
Labat
– Capitolo III. il diciottesimo secolo
Domenico Angelo
Alexandre Picard Brémond
– Capitolo IV. Il diciannovesimo secolo
Rosaroll Scorza e Pietro Grisetti
La Boessière il Giovane
Jean-Louis Michel
Louis-Justin Lafaugère
Blasco Florio
A.J.J. Possilier detto Gomard
Augustin Grisier
Alberto Marchionni
Cordelois
La nascita della scuola militare dei maestri di scherma in Italia
Vittorio Lambertini
Cesare Enrichetti
Giuseppe Radaelli
Manuel d’escrime del 1877
Masaniello Parise
Giordano Rossi
Camille Prévost
Ferdinando Masiello (1)
Ferdinando Maseillo (29
Georges Robert Ainé
Antime Spinnewyn e Paul Manoury
Luigi Barbasetti (1)
Incontri di scherma Franco-Italiani del tardo diciannovesimo secolo
– Capitolo V. Il ventesimo secolo
Luigi Barbasetti (2)
Eugenio Pini
Aurelio Greco
Salvatore Pecoraro e Carlo Pessina
Jean Joseph-Renaud
Agesilao Greco (1)
Règlement d’escrime del 1908
L’aumento delle competizioni di scherma per dilettanti e il declino di quelle per Professionisti
Pubblicazioni schermistiche italiane e francesi dopo il 1929
Agesilao Greco (2)
Michele Alajmo
Giorgio Rastelli
Aldo Nadi
Raoul Cléry (1)
Paul Battesti e Louis Prost
Raoul Cléry (2)
Nuovi manuali italiani per la formazione dei Maestri
Giorgio Pessina e Ugo Pignotti (1)
Pierre Thirioux
Giuseppe ed Edoardo Mangiarotti
Giorgio Pessina e Ugo Pignotti (2)
Raoul Cléry (3)
Breve analisi delle recenti pubblicazioni schermistiche
Arturo Volpini
Giuseppe Necchi
Pierre Thirioux (2)
Renzo Nostini
Daniel Revenu (1)
Antonio Lomele
Daniel Revenu (2) e Raymond Thomas
Marcello e Giovanni Lodetti
Giancarlo Toràn
Conclusioni
Note
Bibliografia selezionata