Libri dalla categoria Assiri
Dizionario Universale di Mitologia
Autore/i: Sechi Mestica Giuseppina
Editore: Rusconi Libri
nota dell’autrice.
pp. 418, Milano
Dizionario universale di mitologia: la prima enciclopedia, originale e completa, sul «pensiero mitico» espresso dalle civiltà primigenie. Con un lavoro di ricerca durato diversi anni, Giuseppina Sechi Mestica ha composto un’opera unica e grandiosa: il repertorio delle tradizioni fabulatorie e, nello stesso tempo, l’analisi delle rispondenze simboliche che fanno da ponte fra gli albori della Storia e i nostri giorni.
Il Dizionario è suddiviso in tre sezioni.
La prima è dedicata all’area greco-romana, celtica, germano-scandinava e slava. La seconda sezione raccoglie i miti afroasiatici per proiettarsi fino all’Estremo Oriente. La terza sezione illustra il mondo leggendario delle Americhe, comprendendo fra gli altri gli Aztechi, gli Olmechi e i Pellerossa, per concludersi con le credenze tribali dei popoli oceaniani.
L’autrice non considera la mitologia come materiale archeologico aridamente fissato nel tempo, ma la rielabora dall’interno come oggetto di studio ancora vivo e operante.
L’esperienza fabulatoria, afferma Giuseppina Sechi Mestica, esprime le «verità» rivelate agli inizi del tempo, quando i racconti di dei ed eroi rappresentavano il modello sacrale, la norma da non trasgredire, la risposta al Caos primordiale.
Con le sue migliaia di «voci», il Dizionario universale di mitologia risponde a due esigenze. La prima è quella di proporsi come strumento informativo, un lessico di veloce e pratica consultazione. La seconda esigenza è quella di riallacciare al presente la matrice sotterranea di quell’«immaginario collettivo» che ancora oggi può valere come interpretazione fantastica, ma anche antropologica, della realtà che ci circonda.
Giuseppina Sechi Mestica ha insegnato Lingue e Letteratura anglo-americana a Roma e a Perugia. Nei primi anni Sessanta è stata collaboratrice del C.E.A. (Centro di Educazione Artistica), sotto il patrocinio del Provveditorato agli Studi di Roma, indirizzando le sue ricerche sulle metodologie e sperimentazioni didattiche dell’Europa e dell’America, con particolare attenzione alle esperienze educative-artistiche.
I Ching
Il libro dei mutamenti
Autore/i: Judica Cordiglia Elena
Editore: Edizioni Mediterranee
seconda edizione, nuova traduzione integrale, prefazione e introduzione dell’autrice.
pp. 312, nn. illustrazioni b/n e tavole b/n f.t., Roma
L’I Ching è un mezzo divinatorio la cui origine si perde nella leggenda e nella notte dei tempi. Strutturato in 64 esagrammi che descrivono il vario comporsi e combinarsi delle forze dell’Universo e della Natura, esso contiene tutti gli eventi e le situazioni possibili: una stupenda descrizione della ciclicità della vita e del ripetersi di stagioni, eventi e fasi. I suoi responsi si rivelano sempre validi e attinenti, se studiati con la dovuta attenzione e profondità. L’I Ching non «prevede» un avvenimento, ma «avverte» che, in un certo momento, ci sarà nell’intero macrocosmo (e nel microcosmo dell’interrogante) una tendenza, una direzione principale verso cui gli eventi andranno a disporsi.
Letteralmente, l’ideogramma cinese è intraducibile: se ne può rendere il senso solo sacrificando l’immediatezza espressiva: l’esageramma, simbolo del simbolo, contiene in sé immagini, suggestioni ambigue, orizzonti in movimento che si possono cogliere con lo spirito piuttosto che con la mente.
Questo libro dà, nella prima parte, una accorta ed intelligente introduzione alla civiltà cinese e alla filosofia che governa la ruota dell’I Ching. Inoltre vengono illustrati vari metodi di divinazione, e le migliori chiavi di lettura dell’esagramma e degli antichi commenti.
Nella seconda parte del volume i sessantaquattro esagerammo vengono esaminati singolarmente in ogni loro aspetto, con uno studio particolareggiato e ricco di felici intuizioni che mantiene sempre il rispetto per l’università del simbolo, lasciando il giusto spazio alla sensibilità del lettore.
Questa nuova edizione riveduta e corretta è la traduzione integrale del testo cinese, compilata seguendo le indicazioni dello stesso Confucio, che , cinque secoli prima di Cristo, annotò il Libro dei Mutamenti cercando di dare una spiegazione alle chiose.
Elena Judica Cordiglia, nata a Paderno Dugnano (Milano), è laureata in filosofia e ha affrontato problemi critici di varia letteratura.
Oggi vive a Torino e si occupa da molti anni di alcuni aspetti del pensiero arcaico (magia, religione, alchimia, ecc.), interessandosi particolarmente della civiltà cinese in tutte le sue molteplici espressioni culturali.
Buddha
La sua vita e la sua dottrina
Autore/i: Pischel Richard
Editore: Messaggerie Pontremolesi
premessa di Nando Murti, traduzione di Ferdinando Belloni-Filippi.
pp. 184, fotografia b/n f.t., Milano
Quando siamo svegli, siamo davvero svegli oppure, essendo noi immersi in un profondo sonno, tutto quel che vediamo, tutto quel che facciamo non è altro che un variopinto sogno?
E, se fosse vero, quando nel sonno i sogni ci si affollano e ci si accavallano l’uno sull’altro, che sta succedendo?
Sembrano, a noi occidentali, domande o sciocche o semplicemente assume, eppure basta un poco di meditazione per rendersi conto che esse non sono, poi, così sciocche e tanto meno assurde. Esse si possono riassumere nella domanda fondamentale che tutti gli esseri pensanti e massime i filosofi e gli scienziati si sono sempre posti e sempre si pongono: quel che vediamo è davvero così come noi lo vediamo? La sua essenza è davvero quella che appare ai nostri occhi? La nostra cultura occidentale ha dato a questa domanda risposte fondate su quella che noi definiamo la “ragione” le cui espressioni supreme sono la logica e la matematica, come strumenti che soli ci consentono di cogliere la “verità”. Ma la “nostra” logica, la “nostra” matematica sono le “uniche”, le “vere” o non sono che una delle infinite logiche possibili ed una delle infinite matematiche possibili?
La cultura indiana, che trovò nel Buddha una delle sue più sublimi espressioni, ci presenta un modo completamente diverso di vedere il mondo. Avvicinare questo mondo completamente diverso attraverso una “Vita” del Buddha ed una esposizione della sua dottrina esemplari per limpidità, linearità e sintetica brillantezza, oltre che per la competenza assoluta che vi rivela uno dei più grandi indianisti di tutti i tempi, Richard Pischel, e quanto di più stimolante si possa incontrare. È una vera e propria avventura fantastica nel mondo affascinante del pensiero umano, è un confrontarsi con un’altra cultura, è un riuscire a capirla e a porre, così, le basi di una più vasta e più profonda comprensione fra gli uomini tutti, al di la e al di sopra delle differenze di razza, di nazionalità, di territorio, di cielo e di clima, che nulla incidono sulla fondamentale “unità” di tutti i popoli della Terra.
Mu: Il Continente Perduto
Autore/i: Churchward James
Editore: SugarCo Edizioni
prefazione dell’autore, traduzione di Alda Carrer.
pp. 322, nn. ill. b/n, tavole e fotografie b/n f.t., Milano
Dalla prefazione:
«Tutti gli argomenti scientifici del testo sono basati sulle traduzioni di due serie di tavole antiche. Le tavole dei Naacal che scopersi molti anni fa in India, e una vasta raccolta di tavolini pietra, oltre 260 recentemente portate alla luce da William Niven in Messico.
Le due raccolte hanno un origine comune; entrambe infatti sono un compendio delle Sacre Scritture Ispirate del Mu.
Le tavole Naacal sono scritte con simboli e caratteri Nata e, secondo la leggenda, furono compilate nella Madreterra e portate prima in Birmania, poi in India.
La loro remotissima età è convalidata dal fatto che, in base alla storia, i Naacal lasciarono la Birmania oltre 15.000 anni fa.
Problematico è, invece, il luogo ove furono scritte le tavole messicane. Esse recano in gran parte simboli e caratteri del nord, o di Uighur. Ma una cosa è certa, le due collezioni di scritture sono nell’alfabeto del Mu, la Madreterra. Se siano state scritte in Messico, o nella Madreterra e portate poi nel Messico, non saprei dirlo. Risalgono, tuttavia, a oltre 12.000 anni fa, e ne fanno fede alcune tavole. Parecchie, tra quelle messicane, parlano del Mu, e altre forniscono anelli mancanti al racconto della Creazione[…]»
Una Tortura Deliziosa
Pagine sull’arte di scrivere
Autore/i: Miller Henry
Editore: Edizioni minimum fax
a cura di Thomas H. Moore, prefazione di Antonio Pascale.
pp. 312, Roma
Una tortura deliziosa raccoglie le più belle pagine di Henry Miller sulla scrittura, inedite o tratte dai suoi capolavori “da Tropico del Cancro” a “Sexus” per consegnarsi ai lettori nella triplice forma dell’antologia, dell’autobiografia ma soprattutto di un prezioso e intramontabile manuale di scrittura composto in oltre mezzo secolo di attività da uno dei più grandi autori del Novecento. Nelle pagine di Miller la vita e la scrittura si fondono in modo quasi indissolubile grazie a un linguaggio diretto, incalzante, appassionato e privo di intellettualismi. Da Parigi a New York, dai Tropici agli ultimi lavori, dal più totale anonimato alla consacrazione internazionale, questo volume è una lunga lezione in progress sul mestiere di scrivere e un testamento spirituale a uso delle nuove generazioni.
Pensare la Storia
Una lettura cattolica dell’avventura umana
Autore/i: Messori Vittorio
Editore: Edizioni San Paolo
prefazione del cardinale Giacomo Biffi.
pp. 692, Cinisello Balsamo (Milano)
«Bisogna che ci decidiamo a renderci conto – ci dice Vittorio Messori con queste pagine – del cumulo di giudizi arbitrari, di deformazioni, di vere e proprie bugie che incombe su tutto ciò che è storicamente attinente la Chiesa. Siamo letteralmente assediati dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersene…
«Da tale persuasione è nato questo libro, che è auspicabile diventi subito uno strumento indispensabile dell’odierna azione pastorale…
«Per fortuna lo Spirito Santo non lascia mai senza intrinseca protezione la Sposa di Cristo. È sempre attivo e suscita in varie forme e a vari livelli le necessarie antitossine.
«Il presente volume – che raccoglie parte degli apprezzati “Vivai” di Vittorio Messori, apparsi sul quotidiano cattolico nazionale – è appunto uno di questi provvidenziali rimedi ai nostri mali: la sua comparsa è un segno che Dio non ha abbandonato il suo popolo…» (Dalla prefazione del cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna).
Vittorio Messori (Sassuolo di Modena, 1941) si è laureato a Torino in scienze politiche. Giornalista professionista, ha lavorato a lungo presso il gruppo de La Stampa. Sul quotidiano Avvenire ha pubblicato per diversi anni la rubrica “Vivaio” – da cui proviene buona parte del materiale di questo libro – e ogni mese, su Jesus, scrive un “Taccuino mariano”, che fa seguito a “il caso Cristo”.
Dopo Ipotesi su Gesù (1976, Ed. Sei e Tea, oltre un milione di copie vendute in Italia, più di venti edizioni nel mondo), ha pubblicato vari altri libri, anch’essi di larghissima diffusione internazionale: Scommessa sulla morte (1982, Sei), Rapporto sulla fede: a colloquio con il cardinale Ratzinger (1985, Edizioni San Paolo e Oscar Mondadori), Inchiesta sul cristianesimo (1987, Sei e Oscar Mondadori), Un italiano serio: il beato Faà di Bruno (1990, Edizioni San Paolo), Patì sotto Ponzio Pilato?
(1992, Sei), La sfida della fede (1993, Edizioni San Paolo), Opus Dei: un’indagine (1994, Mondadori). Alla fine del 1994 è apparso in contemporanea in tutto il mondo il libro-intervista, da lui curato, di Giovanni Paolo II: Varcare la soglia della speranza (Mondadori).
Nuove Biotecnologie Biodiritto e Trasformazioni della Soggettività
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni Studium
cura e introduzione di Laura Palazzani, in copertina particolare del pavimento «La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terreste» della Chiesa Monumentale di San Michele di Leonardo Chiaiese.
pp. 200-XI, Città di Castello (PG)
Nuove biotecnologie, biodiritto e trasformazioni della soggettività: L’avanzamento irreversibile della tecno-scienza dischiude nuove possibilità di intervento e manipolazione della vita umana e non umana con implicazioni sull’ecosistema, sulle generazioni future, sui possibili scenari della “vita artificiale”. Da qui si sollevano nuovi interrogativi di natura etica e giuridica che mostrano l’esigenza ormai irrinunciabile dell’acquisizione di una coscienza critica nella civiltà tecnologica.
Architettura e Città in Gran Bretagna
Pianificazione urbanistica e interventi edilizi nelle città inglesi degli ultimi cento anni
Autore/i: Teodori Massimo
Editore: Casa Editrice Licinio Cappelli
premessa e introduzione dell’autore.
pp. 256, nn. illustrazioni b/n, Bologna
Sommario:
Premessa e introduzione dell’Autore
1) Le radici del moderno nel secolo decimonono
a) Uomini, idee e movimenti di fronte alla società industriale
b) Ingegneria e architettura, senza possibilità di incontro
c) Ehenezer Howard e il movimento per le “Garden cities”
2) Tra le guerre
a) La crisi delle città
b) L’isolamento architettonico
3) Pianificazione, strumenti e realizzazioni del dopoguerra
a) I piani di Londra
b) La politica delle “New Towns”
4) 1945-1955, un decennio di edilizia sociale
a) L’edilizia scolastica
b) L’edilizia residenziale
c) aspirazioni e realizzazioni dopo il “Festival of Britain”
5) Verso una nuova forma e struttura della città
a) Architettura: qualità e quantità
b) In cerca della forma urbana
6) Aree metropolitane e regioni nella pianificazione degli anni sessanta
a) I mutamenti nella geografia economica del paese
b) Pianificazione regionale e nazionale
Nota bibliografica
Bibliografia
Istituzioni e pubblicazioni
Indice delle illustrazioni
Indice dei nomi
Trattato di Grafologia
Intelligenza, sentimento
Autore/i: Moretti Girolamo
Editore: Edizioni Messaggero Padova
pp. XXIV-656, nn. ill. b/n, Padova
Si tratta di un classico, il testo basilare della grafologia italiana, l’opera più nota del fondatore di tale disciplina. Il volume espone sistematicamente le nozioni fondamentali della scienza grafologica: dopo le premesse che si rifanno alla fisiologia e alla psicologia, nella prima parte è proposta un’approfondita trattazione del gesto grafico sia in generale che nelle sue manifestazioni particolari, con esempi e descrizioni precise e minuziose; per passare poi, nella seconda parte, alla classificazione, generale e particolare, del gesto grafico; e illustrare infine, nella terza parte, la combinazione complessa dei segni grafologici. In appendice un utile elenco alfabetico dei segni, delle modalità e dei termini grafologici.
Girolamo Moretti (Recanati 1879 – Ancona 1963), francescano conventuale, padre della moderna grafologia italiana. Ha scritto una dozzina di opere in cui ha posto le basi scientifiche e sistematiche di questa disciplina.
Vita di Antonio
Autore/i: Autori vari
Editore: Fondazione Lorenzo Valla / Arnoldo Mondadori Editore
introduzione di Christine Mohrmann, testo critico e commento a cura di G. J. M. Bartelink, traduzione di Pietro Citati e Salvatore Lilla.
pp. XCII-290, Milano
Questa raccolta non ha precedenti nel mondo. Diretta e curata da Christine Mohrmann, la maggiore studiosa vivente del latino e del greco cristiano, essa comprende le principali Vite dei Santi, che furono scritte dal terzo al sesto secolo sia nell’Oriente greco che nell’Occidente cristiano: in Africa settentrionale e in Egitto, in Palestina e in Cappadocia, in Gallia e in Italia… Il lettore moderno non vi troverà soltanto fughe dal mondo, esempi religiosi, drammatiche tentazioni diaboliche, ascese verso il cuore dell’anima; ma il più vasto, ricco e pittoresco quadro dell’esistenza quotidiana nei secoli che videro la decadenza dell’impero romano, l’invasione dei barbari e la formazione della cultura bizantina. Tutta la ruvida vitalità popolaresca, che la letteratura classica aveva tenuta lontana, prorompe in questi racconti, come in pochi altri testi cristiani. Il racconto, che viene presentato nel primo volume della raccolta, è la Vita di Antonio, scritta nel quarto secolo da Atanasio: il «best-seller» della letteratura cristiana, presente in centinaia di codici nelle nostre biblioteche, tradotto in latino, copto, etiopico, siriaco, armeno, georgiano; e ispiratrice di un corteo di quadri e di libri, da Bosch a Grunewald fino a Flaubert.
Conosciamo l’infanzia e la giovinezza di Antonio, le notti trascorse vegliando e pregando, gli anni passati nei sepolcri, le grida, le percosse e le tentazioni demoniache, quando le immagini femminili e quelle delle bestie feroci invadevano tumultuando la piccola cella: il lento progresso ascetico, la predicazione intorno ai demoni, la fuga verso il deserto interno, presso un rivo d’acqua e poche palme: i miracoli compiuti in nome di Dio, le battaglie contro i filosofi neoplatonici e gli eretici ariani; e, infine, la dolcissima morte nel cuore del deserto, da dove i suoi occhi contemplarono per l’ultima volta il Monte Sinai, sacro ai pellegrini.
In pochi racconti della letteratura universale, troviamo una semplicità cosi sublime: tanta tensione drammatica, tanta ingenuità favolosa, unite a una sottile sapienza intellettuale, che continueranno ad affascinare, oggi come sedici secoli fa, un grandissimo pubblico.
Christine Mohrmann, che insegna letteratura latina e greca cristiana nelle università di Nimega e di Amsterdam, ha raccolto i suoi scritti fondamentali nei tre grandi volumi delle Études mr le Latin des Chrétiens.
Per questo libro ha scritto un’ampia introduzione generale sui problemi della letteratura monastica e ascetica, l’introduzione alla Vita di Antonio; e ha controllato la traduzione e il commento. G. J. M. Bartelink, collaboratore per la letteratura paleocristiana all’Università di Nimega, è noto per i suoi studi sulla lingua dei Padri Apostolici e la recente edizione della Vita di Ipazia di Callinico. Per la Fondazione Lorenzo Valla, il lavoro è stato seguito e rivisto da Marino Barchiesi, professore di letteratura latina all’Università di Pisa, e autore di scritti innovatori sulla letteratura latina arcaica (Nevio, Plauto) e la letteratura medioevale.
Anabasi
La spedizione di Ciro – 2 Volumi
Autore/i: Senofonte
Editore: Gabriele e Maria Teresa Benincasa Editori
500 esemplari, testo greco a fronte, introduzione e note di Pierluciano Guardigli, traduzione di Lela Mazzone.
vol. 1 pp. 221, vol. 2 pp. 222-538, Roma
la Casa Editrice Clarendon Press di Oxford, proprietaria dell’opera di Senofonte negli Oxford Classical Texts, ha acconsentito alla realizzazione di questa iniziativa editoriale di Gabriele e Maria Teresa Benincasa.
Essa è limitata a soli cinquecento esemplari impressi da Maurizio Confalonieri su carta appositamente fabbricata dalle Cartiere Ventura nell’inverno dell’anno 1971.
In Armonia con l’Infinito
Autore/i: Trine R. W.
Editore: Edizioni Alaya
prefazione dell’autore.
pp. 184, Milano
Indice:
- Prefazione dell’Autore
- Pienezza di pace, di potere e di abbondanza. Preludio
- La verità suprema dell’Universo
- La verità suprema della vita umana
- Pienezza di vita, salute e vigore corporei
- Segreto potere ed effetti dell’amore
- Saggezza ed illuminazione interna
- Realizzazione della pace perfetta
- Il possesso del pieno potere
- La legge della prosperità
- Come gli uomini siano diventati profeti, veggenti, saggi e salvatori
- Il principio comune a tutte le religioni. La religione universale
- Entrando in possesso delle più alte dovizie
I Greci d’Occidente
Autore/i: Manfredi Valerio M.; Braccesi Lorenzo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, premessa dell’autore.
pp. 282, nn. tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Milano
La fondazione delle colonie greche in Occidente fu una vera e propria epopea che, a partire dall’VIII secolo a. c., vide piccoli gruppi di giovani, privi in patria di un avvenire, affrontare un mare ignoto e pieno di pericoli per cercare una terra in cui costruirsi un futuro più prospero.
Qualcuno scomparve inghiottito dai flutti, tanti furono sopraffatti e respinti dalle popolazioni indigene, altri riuscirono a conquistare nuovi territori e a insediarvisi stabilmente. Nacquero così molti dei centri più floridi del Mediterraneo – Taranto, Selinunte, Siracusa, Agrigento, Cirerie, che furono presto animati da un’intensa attività economica e da una vita culturale ricca e vivace. In queste città, autentici «laboratori civili», si formarono artisti, filosofi, scienziati, poeti ma anche artigiani, commercianti e condottieri che hanno cambiato il volto del mondo antico contribuendo alla creazione di un patrimonio tecnico e intellettuale ancor oggi alla base della nostra cultura.
Con questo libro Valerio M. Manfredi e Lorenzo Braccesi offrono al lettore la possibilità di rivivere la stessa affascinante avventura, salendo a bordo delle navi e varcando il mare per seguire le vicende della conquista, la fondazione dei primi insediamenti, il loro svilupparsi e fiorire e, talvolta, la loro drammatica fine.
I Greci d’Occidente si differenzia quindi dalle analisi tradizionali degli studiosi perché, pur proponendo un’ampia e rigorosa ricostruzione degli eventi – nelle sue pagine sono fra l’altro contenuti documenti letterari, illustrazioni e cartine -, riesce a coinvolgerci nella rievocazione di uno dei capitoli più avvincenti della nostra storia.
Valerio M. Manfredi, topografo del mondo antico, ha insegnato in diverse università italiane e straniere e ha condotto spedizioni scientifiche e scavi in molte località del Mediterraneo. Tra i suoi saggi ricordiamo: Senofonte-Anabasi (1980); La strada dei Diecimila (1986); Le isole fortunate (1993); con Luigi Malnati, Gli Etruschi in Val Padana (1991); con Lorenzo Braccesi, Mare greco (1992).
Lorenzo Braccesi è professore di Storia greca all’università di Padova. E autore di importanti studi sulla colonizzazione greca, tra cui Grecità adriatica (1977) e Grecità di frontiera (1994).
La Leggenda del Baal-Scem
Autore/i: Buber Martin
Editore: Carucci Editore
introduzione di Dante Lattes, traduzione di Dante Lattes e Mosé Beilinson.
pp. 216, Roma
Questo prezioso volume di Buber parla della vita dei chassidim e in particolare del fondatore di questo movimento. Rabbi Israel ben Eliezer, il Baalscem, cioè il maestro del meraviglioso nome di Dio. La leggenda chassidica «non nacque all’ombra di antichissime selve né sui pendii argentei di olivi; in vie strette e in stanze oscure essa passò da labbra rigide ad orecchie ansiosamente tese; un balbettìo la partorì ed un balbettìo la tramandò di generazione in generazione».
I racconti chassidici sono un messaggio di fede, di speranza di ottimismo e di rinascimento dell’Ebraismo in alcune sue peculiari caratteristiche.
La leggenda del Baalscem, dice Buber, non è la storia di un nome, ma la storia di una vocazione.
La Mia Australia
Autore/i: Morgan Sally
Editore: Bompiani
prefazione di Nadia Fusini, traduzione di maurizio Bartocci.
pp. IX-510, Milano
“Ed è molto quello che i bianchi non capiscono. Vogliono che ci assimiliamo ai bianchi, ma noi non lo vogliamo. Quegli aborigeni nel deserto non vogliono mica vivere come i bianchi, e possedere questo e quello. Vogliono semplicemente vivere la loro vita in libertà, non hanno bisogno d’acqua nel Gibson Desert, intonano un canto della pioggia, e di pioggia ci riempiono quanti posti vogliono. Se fa freddo, possono far venire il caldo come il vento. Non devono darsi troppo da fare per cacciare, gli spiriti possono portargli gli uccelli. E anche i canguri. Loro non uccidono se non per fame, è l’uomo bianco che uccide per divertimento. Ah, quante cose i bianchi non capiscono!”
Storia della Tortura
Autore/i: Di Bella Franco
Editore: Sugar Editore
prefazione dell’autore.
pp. 352, tavv. b/n f.t., Milano
L’utilità e la novità di una Storia della tortura sono abbastanza ovvie, dal momento che Su questo problema, ritornato di attualità come uno dei «motivi di coscienza» della cosiddetta civiltà moderna, non esistevano che saggi frammentari, affidati più alla riprovazione e alla condanna generica che non ad uno studio delle circostanze e ad una indagine storica minuziosa dalla quale, appunto per la sua imparzialità, tanto maggiore risulta l’orrore di certe pratiche giudiziarie e politiche. È difficile, per un animo abituato a certe forme di civiltà e di tolleranza, rendersi pienamente conto degli estremi, a cui si arrivava in altri tempi in nome sempre della civiltà o della sicurezza sociale; lo sarà di meno, alla lettura di questo libro, in cui vengono riportate tutte le forme del sadismo organizzato a procedura, tutte le nefandezze di un sistema inquisitorio, che ripugna sempre più alla coscienza contemporanea, ma da cui non “Ci si è ancora completamente liberati. La «Vedova di Norimberga», la ruota, il cavalletto, l’acqua, il fuoco, i ceppi, la «strappata»: ecco solo alcuni dei sistemi escogitati per strappare, tra sudori di sangue, le confessioni che in tutti i tempi hanno messo in pace le coscienze dei «cacciatori di streghe». E tuttavia, al disopra della apparente frammentarietà di questo campionario della crudeltà umana, sarà bene non dimenticare che la Costante di ogni inciviltà è solo l’intolleranza, che la chiave di ogni ingiustizia è la superbia di colui che si crede nel giusto; e che quindi il pericolo di un nuovo ritorno al Medioevo non potrà mai essere del tutto scongiurato, finchè gli uomini non saranno stati educati a quel rispetto della personalità altrui, che è la vera civiltà. Altrimenti cambieranno solo i sistemi: elettricità e fiamma ossidrica, là dove prima si usava la corda e le tenaglie roventi. Forse dunque Questo libro può contribuire, con la descrizione degli orrori, alla loro distruzione.
Lélia
La vita di George Sand
Autore/i: Maurois André
Editore: Rusconi
prefazione dell’autore, traduzione dal francese di Tom Antongini, in sovraccoperta: Aurore Dudevant a ventisei anni (1830). Acquarello di Candide Blaize (Parigi, Museo Carnavalet; fotografia Lauros-Giraudon).
pp. 596, nn. tavole b/n f.t., Milano
George Sand era stata, come ogni donna, figlia della terra. Più di altre senza dubbio, per la sua infanzia discordante, per quella lotta, ch’era in lei, di due classi e di due secoli; per quella libertà precoce e per la dolorosa esperienza di un matrimonio non degno del suo genio. Sì, la sua vita era mancata, come ogni vita. Ma grandiosamente. Aveva attribuito poca importanza alla propria opera, giacché la sua vera ricerca era stata quella dell’assoluto, prima nell’amore umano, poi nell’amore del popolo, infine nell’amore dei suoi nipotini, della natura e di Dio. Eppure, di quest’opera di cui ella parlava con tanta modestia, una buona parte rimane viva.
«George Sand è immortale per Consuelo, opera pasquale», si, ma anche per il suo Journal intime, e per le Lettres d’un voyageur, per quell’immensa corrispondenza così scorrevole, così giusta di tono, così salda di pensiero, e per la verità permanente delle sue idee.
Molte tesi ch’ella difese, sono divenute oggi la politica dei migliori. L’eguaglianza ch’ella chiedeva per le donne, esse sono in via di ottenerla.
Si sono molto criticate le sue avventure amorose, ma l’accanimento ansioso della sua ricerca si spiega con la perfezione, introvabile, ch’ella perseguiva. La vita della Sand fa pensare a quei romanzi di Graham Greene, dove, per trecento pagine, un eroe infelice commette tutti i peccati, e dove il lettore scopre, nell’ultimo capoverso, che il peccatore, non il fariseo sarà salvo.
Tutta la vita è portata da una metafisica latente.
La filosofia della Sand era semplice. Il mondo è stato creato da un Dio buono. Le forze d’amore che esistono in noi vengono da lui. Il solo peccato senza remissione è di portare nell’amore, che dev’essere comunione totale, la reticenza e la menzogna. Non dico che la Sand abbia vissuto sempre secondo questi principi; nessuno di noi vive in ogni momento tutte le sue idee; ma gli umani vanno giudicati più per i loro superamenti che per le loro debolezze.
La vita di George Sand attraversa da un capo all’altro il secolo romantico con quel potere di suggestione immediata che hanno certi vecchi album di stampe ottocentesche. Nella magistrale ricostruzione della biografia di George Sand ad opera del Maurois, si ha la conferma della sostanziale esattezza del ritratto che ognuno portava dentro di sé: dire George Sand voleva dire tempesta di passioni, generosi slanci, avventura e inquietudine, speranze e delusioni. Un quadro che potrebbe sembrare di maniera se il Maurois, per nulla indulgendo alla tentazione fin troppo facile di contestare l’immagine tradizionale, non provvedesse invece a renderla valida e persuasiva scrutando a fondo le motivazioni segrete e umanissime di una vicenda nota e men nota sviluppatasi in un clima storico e culturale intensamente animato. In tal modo l’aneddoto pittoresco, le situazioni troppo caricate, l’illustrazione divenuta banale ritornano ad essere evento, riacquistano tutta la loro autenticità.
George Sand e Alfred de Musset teneramente abbracciati su una gondola veneziana, George Sand e,]ules Sandeau affacciati alla finestra fiorita di una mansarda nel Quartiere Latino, la Sand in uno sfrenato galoppo notturno attraverso le campagne del Berry per recarsi a un convegno amoroso, non sono più oleografie di serie, ma quadri firmati e irrepetibili. Perché tutto ciò che avvicini la scrittrice, che la riguardi, che la veda in scena si colora istantaneamente di una tinta riconoscibile tra mille, reca il contrassegno dell’unicità: in sua presenza si crea un’atmosfera Sand, dove anche il visitatore affrettato, l’interlocutore occasionale e magari prevenuto si sentono in qualche modo coinvolti.
Tanta personalità porta con sé un suo sigillo d’elezione: ogni passione gesto opera nascono sotto un segno di privilegio, sono già altrettante pagine del romanzo di una vita, certamente il più riuscito e avvincente di tutti i romanzi scritti dall’autrice. Lo ha capito il Maurois che si è ben guardato dal romanzare una materia di per sé così viva e ricca. I fatti, gli ambienti, le situazioni, le lettere, i diari, i documenti parlavano da sé. Lo studio del Maurois sta tutto nella probità e nell’acume della sua serrata indagine che lo ha visto affrontare una congèrie di materiali spesso informi e inesplorati con rigore di storico e intuito d’artista; né questo sarebbe bastato se lo scrittore non fosse poi intervenuto nella inevitabile scelta e nel montaggio delle sequenze biografiche, nel loro proporzionarsi e prendere vita lungo il tracciato di un destino di cui il Maurois insegue ogni filo dosando sapientemente la sua capacità di distacco e d’immedesimazione: ad evitare il rischio di un’interpretazione prevaricante o per altro verso di un’inerte accumulazione di dati. Ne risulta una guida insostituibile per chiunque voglia rivisitare l’universo Sand, comprendere il segreto di una donna che nelle tante contraddizioni della sua esistenza, delle sue stesse origini (poiché in lei ascendenze addirittura regali si confondevano con più schiette radici plebee), seppe dare un senso non precario alla sua umana avventura. (Luciano Erba)
André Maurois, pseudonimo di André-Emile Herzog, nacque a Elbeuf (Normandia) nel 1885. Storico (Histoire d’Angleterre, 1937; Histoire des Etats-Unis, 1947) e romanziere (Les Silences du colonel Bramble, 1918; Bernard Quesnay, 1926; Le Cercle de famille, 1932), si distinse particolarmente come biografo delle principali figure del secolo del Romanticismo (fra cui Shelley, Byron, George Sand), che seppe tratteggiare con acuta penetrazione psicologica e insieme con sorridente ironia, con rigore critico unito alla partecipata evocazione di realtà e climi storici, riuscendo, con una prosa limpida e vivace, a ridare dignità letteraria alla biografia. Accademico di Francia dal 1938, morì nel 1967.
I Romani di Bartolomeo Pinelli
Autore/i: Massani Giuseppe
Editore: Italia Universale Editrice d’Arte
tavole di Bartolomeo Pinelli, testi di Volfango Goethe, Gioacchino Belli, Edmond About, Cesare Pascarella, commento di Domenico Lombrassa.
pp. 96, numerose tavole ripiegate b/n, Roma
Bartolomeo Pinelli, romano de Roma, nacque in Trastevere nel 1781. In una città di poco più di centocinquantamila abitanti, i trasteverini rappresentavano il seme purissimo della razza quirite. Si sentivano discendenti diretti dei grandi antichi romani e come tali si comportavano, fieri, orgogliosi, pronti di mano e di coltello con chi mancasse loro di riguardo. Le donne erano bellissime e i pittori, primo fra tutti Raffaello, le prendevano a modelle. Figlio di uno scalpellino e modellatore di figurine in gesso, Bartolomeo si trovò ad avere animo e fantasia, e insieme, arte, per alzare il suo canto, appassionato ed entusiasta, al popolo romano, ai suoi usi e costumi, ai suoi odi ed amori. Cosi abbiamo oggi la ventura di avere una documentazione completa e affascinante della vita del popolo nella Roma dei primi dell’800.
Perche è Pinelli, popolano di nascita, non ci descrive che il popolo, mentre signori e monsignori, portantine e cocchi servono solo ad animare il paesaggio e a fare da coro. Si sentiva plebeo, ed era un aristocratico. Guardate i suoi personaggi, tutti eroici, tutti statuari. Gli uomini modellati sui Dioscuri, le donne sulle Livie romane. Fu di una attività prodigiosa, migliaia di incisioni, di disegni, di acquerelli. Lavorava in via Sistina, in uno studio la cui decorazione maggiore era un teschio con la scritta:”Tutto Finisce”.
La sua opera è in sintonia perfetta con gli scrittori dell’epoca. Quale migliore, più stupenda illustrazione per la “corsa dei bàrberi”, narrataci da Volfango Goethe, della incisione omonima del Pinelli? Cosi per Gioacchino Belli, per il Pascarella, per il parigino About; e, cosa veramente straordinaria, lo stile e la interpretazione dei fatti e delle persone è la stessa, sia nel Pinelli che in questi poeti e scrittori, quasi che tutti vedessero con lo stesso occhio, e con lo stesso animo.
Per dare ai nostri lettori una visione in profondità del Pinelli, e, nel contempo, per rendere il volume più tratto moderno e interessante, abbiamo tratto dalle tavole i particolari e i dettagli più significativi. Ne vien fuori quasi un altro Pinelli, più delicato, a volte, più minaccioso e violento, altre.
Un grande popolano romano, uno straordinario pittore della sua gente, un misantropo, un generoso.
Sentendosi in fin di vita pennellò nel suo studio questa epigrafe: “Morto è Pinelli, e la sua tomba è il mondo”.
Questo volume è stato impaginato da Serafino Mario Rap composto e stampato dall’antica Tipografia Centenari-Le riproduzioni fotolitografiche d’arte sono state eseguite dai Fratelli Beniamini-La carta è stata appositamente fabbricata dalle cartiere Fedrigoni di Verona-La rilegatura in tutta tela è opera della Legatoria Torriani.
Yoga Kundalini – Il Risveglio dell’Energia Vitale
Completo di esercizi illustrati e meditazioni
Autore/i: Lütge Lothar-Rüdiger
Editore: Macro Edizioni
traduzione di Gemma Tarditi.
pp. 272, nn. illustrazioni b/n, Diegaro di Cesena (FC)
Lo Yoga Kundalini è il sentiero per sperimentare il risveglio dell’energia creatrice “addormentata” dentro di noi, arrotolata come un serpente, alla base della colonna vertebrale.
Un’esperienza sconvolgente per la sua potenza e per la quale è necessario un cammino graduale e preciso.
Questo libro ripercorre i fondamenti teorici, noti ormai da tempo, dello Yoga Kundalini e li collega agli insegnamenti pratici di Yogi Bhajan.
Yogi Bhajan, che dal 1968 vive negli Stati Uniti, è il solo Maestro Kundalini che insegni le tecniche di questa disciplina al mondo occidentale.
Attraverso gli esercizi, raccolti in specifiche sequenze e spiegati passo a passo anche da ottime illustrazioni, procederete speditamente nel cammino della trasformazione del sé e nel processo fisico e spirituale di liberazione di questa sconosciuta energia, passando per una piena conoscenza della propria persona, della verità della realtà, fino al ricongiungimento con il Divino.
La Mistica della Femminilità
Il libro del movimento per la liberazione della donna americana: una denuncia dell’oppressione ideologica, della scuola dell’autodisprezzo, del lavoro senza futuro, dell’imbonimento sessuale, della casa-confino.
Autore/i: Friedan Betty
Editore: Edizioni di Comunità
terza edizione, prefazione dell’autrice, traduzione dall’inglese di Loretta Valtz Mannucci.
pp. 368, Milano
Ci sono libri che per una fortunata combinazione di circostanze fanno epoca: «La mistica della femminilità» è fra questi. Uscito proprio in quel momento in cui ebbero inizio i sit-ins nel Sud, le marce su Washington, il risveglio politico e sociale degli studenti, esso ha dato il via ad un movimento per la liberazione della donna che ha ripreso, dopo decenni di silenzio e oblio, il tema dell’emancipazione femminile. Con quest’opera la Friedan dimostra che negli Stati Uniti la posizione della donna è sostanzialmente la stessa dell’Ottocento. Solo per un brevissimo periodo tra le due guerre mondiali la donna americana aveva manifestato l’aspirazione ad una vita professionale e civica paritaria. Con gli anni quaranta questa spinta, entrata in conflitto con il clima culturale dominante, con le esigenze dell’economia e con le stesse scelte politiche di fondo del paese, dapprima si arresta e poi si spegne, lasciando come unica traccia delle aspirazioni abbandonate un diffuso senso di insoddisfazione e d’angoscia nelle donne delle generazioni più giovani. Quest’insoddisfazione e quest’angoscia non trovano sollievo nelle consolazioni offerte dalla stampa di massa, femminile e non, negli inviti e nei bisogni sostitutivi proposti dalla pubblicità, nella quasi ossessiva dedizione all’allevamento dei figli, nella puntigliosa ricerca di una vita sessuale «ideale».
L’economia americana del dopoguerra non può riassestarsi e svilupparsi senza una donna immatura, insicura e intimamente convinta della propria inferiorità. A sostegno di questa visione autolesionista operano non solo i mezzi di comunicazione, ma anche la scuola di tutti i livelli.
Ma, a prescindere dal valore umano che avrebbe l’inserimento paritario della donna nella vita sociale, politica ed economica, e dai vantaggi psicologici che una simile liberazione comporterebbe per lei e per i suoi familiari, solo con la valorizzazione della donna sarebbe possibile prospettare il soddisfacimento del bisogno di competenze professionali che ha la società americana e il mantenimento della sua posizione di leadership mondiale.
La Friedan invita la classe dirigente maschile ad aprire la strada alle donne in tutti i campi, e lancia un appello alle donne americane di ogni età affinché si organizzino per esigere provvedimenti che garantiscano il pieno diritto all’eguaglianza.
Betty Friedan, allieva di Koffka, uno dei fondatori della psicologia della Gestalt, ha partecipato ai primi esperimenti di dinamica di gruppo sotto la direzione di Kurt Lewin, per lavorare infine nel campo della psicologia clinica e nella ricerca applicata in scienze sociali. Attiva pubblicista, ha fondato nel 1966 la NOW (National Organization for Women), la prima delle organizzazioni che si occupano oggi della questione femminile.