Libri dalla categoria Arti Marziali
L’Idea di Legge Naturale
Nella scienza e nella filosofia contemporanea
Autore/i: Boutroux Émile
Editore: La Nuova Italia
traduzione, introduzione e note di Francesco De Bartolomeis.
pp. XXI-162, Firenze
Sommario:
INTRODUZIONE:
1. Valore umanistico delle scienze
2. Significato dell’indagine della filosofia contemporanea sul valore delle scienze
3. A. Comte e il fallimento del materialismo
4. E. Boutroux e la critica del positivismo
5. Le condizioni della libertà umana
6. Necessità e libertà
L’IDEA DI LEGGE NATURALE
I. Il problema del significato delle leggi naturali
II. Le leggi logiche
III. Le leggi matematiche
IV. Le leggi meccaniche
IV. Le leggi meccaniche (continuazione)
VI. Le leggi fisiche
VII. Le leggi chimiche
VIII. Le leggi biologiche
IX. Le leggi biologiche (continuazione)
X. Le leggi biologiche (continuazione)
XI. Le leggi psicologiche
XII. Le leggi psicologiche (continuazione)
XIII. Le leggi sociologiche
XIV. Conclusione
I Dialoghi
Autore/i: Confucio
Editore: Rizzoli
introduzione di Pietro Citati, traduzione di Fausto Tomassini, in copertina: Dipinto cinese del 1685 tratto da «Portraits des Chinoìs célèbres» (B. N., Paris).
pp. 208, illustrazioni b/n, Milano
La giusta condotta di vita, il buon governo dello Stato: questa è l’essenza dell’insegnamento di Confucio, vissuto in un periodo d’anarchia e di corruzione che rendeva più vivo il desiderio di un’illuminata saggezza, fondata sulla carità e l’osservanza dei riti tramandati dai padri. il perfezionamento di sé, ottenuto attraverso la meditazione, lo studio («Studiare senza meditare è inutile, meditare senza studiare è pericoloso»), la misura, la carità, è il primo passo verso il perfezionamento universale: questa fede nell’efficacia dell’esempio, dell’azione virtuosa, rappresenta la differenza più profonda tra confucianesimo e taoismo. Dalle incantevoli pagine dei «Dialoghi», raccolti dai suoi discepoli, la leggendaria figura del maestro ci balza incontro viva e familiare, la sua voce pacata ci parla con infinita saggezza, ma anche con arguzia, con sfumata e delicata ironia, con varietà d’esempi e d’immagini: vicinissima a noi, venendo dalla lontananza dei secoli.
Storia Naturale dell’Aggressività
Atti del simposio tenuto al British Museum (Natural History), a Londra, dal 21 al 22 ottobre 1963.
Autore/i: Autori vari
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prima edizione italiana, a cura di J.D. Carthy e F.J. Ebling, prefazione di Danilo Mainardi, traduzione dall’inglese di Raffaele Petrillo.
pp. 230, Milano
Il problema dell’aggressività come componente del comportamento animale e umano.
Gli atti dell’importante simposio scientifico tenutosi a Londra nell’ottobre 1963, che per partecipazione di studiosi e ampiezza e varietà di temi è entrato tra i titoli essenziali di una nuova scienza, l’etologia, cui in questi anni sempre più è spettato il compito di portare un suo specifico e originale contributo alla riformulazione delle questioni concernenti l’uomo inteso come essere naturale.
J.D. CARTHY e F.J. EBLING Prologo ed epilogo – J. FISHER L’aggressività intraspecifica – D.I. WALLIS L’aggressività negli Insetti sociali – L. HARRISON MATTHEWS Il combattimento palese nei Mammiferi – K. LORENZ Il combattimento ritualizzato – K.R.L. HALL L’aggressività nelle società delle Scimmie antropomorfe e delle Scimmie cinomorfe – A. KLOPPER Precorrenze fisiologiche dell’aggressività – TH. VENESS Presentazione della memoria “L’ostilità nei piccoli gruppi” – C. DE MONCHAUX L’ostilità nei piccoli gruppi – D. HILL Aggressività e malattie mentali – J. LAVER L’abbigliamento come arma (l’aggressione sociale – D. FREEMAN L’aggressività umana in prospettiva antropologica – S. ANDRESKI Le origini della guerra – A. STORR Surrogati possibili della guerra – J. BURTON La natura dell’aggressività come si rivela nell’era atomica.
Wernher von Braun una Vita per lo Spazio
L’unica biografia scritta con la collaborazione di von Braun
Autore/i: Ruland Bernd
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
unica edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Massimo Conti.
pp. XVII-422, 41 ill. b/n f.t., Milano
I moduli lunari, o LEM, ci sono ormai divenuti oggetti familiari e consueti, se ne trovano in miniatura nei più modesti negozi di giocattoli e si mimetizzano in quel particolare tipo di «paesaggio» che ci da quasi per scontata ogni futura conquista umana. Eppure dietro di essi c’è l’avventura dello spazio, l’avventura per eccellenza di questi decenni, che è stata ed è, insieme, ricerca di mezzi bellici sempre più terribili e distruttivi, corsa affannosa delle maggiori potenze alla supremazia internazionale e anche spinta autentica a ricercare «oltre l’ignoto» le giustificazioni della scienza applicata. L’Apollo 11 e l’allunaggio perfetto del luglio ’69 hanno un retroterra preciso e datato. Vi si trovano una tecnologia avanzatissima nel settore dei razzi e dei propellenti, come quella germanica dei primi anni quaranta, e uno scienziato, Wernher von Braun, che sin da bambino – è il caso di dirlo – vuole tradurre in prove di laboratorio e in prototipi funzionanti le «fantasticherie» di un Verne o di un Oberth. Ce lo racconta, con straordinaria ricchezza di particolari, Bernd Ruland. Ragazzetto, von Braun spaventa con le sue automobiline a petardi borghesi e poliziotti nel Tiergarten di Berlino; e di lì a qualche lustro altri «aggeggi diabolici» da lui messi a punto terrorizzeranno a ben maggiore motivo le popolazioni dell’Inghilterra meridionale, i comandi alleati e i rispettivi servizi d’informazione – che non sanno darsi pace, questi ultimi, del segreto delle «armi segrete» di Hitler. Ma il centro vitale di Peenemünde, sul Baltico, dove sono situati i laboratori e le postazioni di lancio dei razzi stratosferici, verrà alla fine individuato dagli uomini di Duncan Sandys (il genero di Churchill che sarà poi più volte ministro) e dai partigiani polacchi. La RAF provvederà a conciarlo per le feste. I V2 non hanno sovvertito le sorti della guerra, però che mesi hanno vissuto Londra e dintorni! Occorre, a conflitto ultimato, mettere le mani su quegli uomini e su quel materiale. Scatta allora, da parte americana, la famosa Operazione Overcast, o ratto dei vonbrauniani in blocco. È la storia che conduce a Capo Kennedy e al Mare della Tranquillità. È la storia di un uomo, reso a tutto tondo e senza sbavature trionfalistiche, in un’opera biograficamente completa e lontana dai toni propri del ritratto d’occasione. Ed è anche la storia della realizzazione di un grande sogno, che lascia tuttavia ognuno di noi davanti all’inquietante interrogativo di sapere quali siano i veri scopi d’una scienza a servizio dell’uomo.
Nato a Dùsseldorf il 21 gennaio 1914, Bernd Ruland ha studiato a Linz e poi all’università di Colonia. Giornalista influente e «penna» molto apprezzata dallo stuolo dei suoi lettori, vanta anche una notevole attività di scrittore; senza avere trascurato le collaborazioni radiofoniche, ha firmato, dagl’inizi della carriera ad oggi, su numerosi giornali e riviste, fra cui la «Grüne Post», «Der Welt» e «Lies Mit». Ora è una delle colonne di «Bunte Illustrierte». Sposato, ha due figli.
La Grande Strategia dell’Impero Romano
L’apparato militare come forza di dissuasione – Dal I al III secolo d.C.
Autore/i: Luttwak Edward N.
Editore: Rizzoli
prima edizione, premessa di J.F. Gilliam, prefazione dell’autore, traduzione di Pierangela Diadori.
pp. 352, nn. tavv. b/n f.t., nn. cartine e ill. b/n, Milano
La tesi che Edward Luttwak, consigliere del Presidente Ronald Reagan, espone in questo libro, può essere riassunta nella constatazione che nel momento in cui la sicurezza di un grande organismo politico è in pericolo (l’allusione all’”impero” americano è chiara) diventa opportuno e di grande insegnamento tornare indietro a esaminare le strutture del più riuscito esperimento di governo sovrannazionale della storia, cioè l’impero romano. E questo allo scopo di ricercarne, come un nuovo Gibbon, le cause non solo dell’ascesa ma soprattutto del declino e della caduta. Come è noto Gibbon attribuiva queste cause al Cristianesimo e ad esso imputava la distruzione e il disfacimento di quello che anche Luttwak considera l’unico esempio di impero multirazziale e multinazionale che sia durato a lungo. Secondo Luttwak la chiave per intendere questa durata sta nell’uso dell’apparato militare come forza di dissuasione. Per la prima volta un moderno tecnico, uno “strategic defense analyst”, prende in esame il periodo dal I al III secolo d.C., all’incirca da Augusto a Diocleziano, per esaminare la “grande strategia dell’impero romano”. L’autore divide il periodo (ed il libro) in tre parti cui corrispondono le diverse strategie adottate.
Nella prima, corrispondente ad Augusto e alla dinastia Giulio-Claudia, i Romani si avvalsero di particolari rapporti (”clientelari” in senso latino) con re e tribù amiche (alleate o sottomesse), per garantire la sicurezza ai confini contro le incursioni dei barbari esterni all’impero. In questo periodo le mobilissime legioni romane stazionano solo nei punti di maggior pericolo (esterno 0 interno) come deterrente contro chi avesse voluto turbare la pax romana.
Nell’era dei Flavi e degli Antonini (70-180 d.C.) gli alleati vengono gradualmente esclusi e sostituiti direttamente dalle forze militari romane a guardia delle frontiere. Ciò implica un più statico perimetro di difesa strategica, un ruolo di minore mobilità delle legioni anche se con maggiori effetti di sicurezza per le provincie di frontiera.
Poiché nonostante tutto gli invasori diventavano sempre più forti, nella terza fase (180-305 d.C.) si dà per scontato che essi possano penetrare-in profondità, con gravi danni per gli abitanti, e si preferisce puntare su un sistema di fortificazioni e linee fortificate vicino ai confini, per rallentare la penetrazione e costituire una riserva di forze strategiche.
Ciascuna delle tre fasi strategiche e analizzata minutamente attraverso una profonda ricognizione dei problemi tecnici e di politica generale.
Una trentina di cartine e diagrammi aiutano a visualizzare le complesse analisi e le successive variazioni di impiego delle forze in campo, e contribuiscono a fare di questo libro un’opera unica mai apparsa in un campo finora riservato solo agli specialisti di storia romana.
Edward Luttwak (Arad, Transilvania, 1942) è uno dei più qualificati e brillanti studiosi nordamericani di storia militare e di problemi strategici. Insegna alla Georgetown University e al Georgetown Center of Strategic and International Studies di Washington ed è consulente governativo per la Difesa. Oltre a Strategia del colpo di Stato, fra le sue opere più importanti vanno ricordate: Dictionary of Modem War, The Israeli Army (in collaborazione con Dan Horowitz), The Political Uses of Sea Power, Strategie Power, The Grand Strategy of Soviet Union: Essence of Strategy.
Dei Sei Punti Teosofici e Mysterium Pansophicum
Autore/i: Böhme Jacob
Editore: Firenzelibri
introduzione, traduzione e note a cura di Ovidio La Pera.
pp. 158, Reggello (FI)
“Noi non abbiamo scritto quest’opera per gli animali irragionevoli che hanno esteriormente la forma d’uomo; ma che nella loro immagine, in ispirito, sono delle bestie cattive e selvagge, la qual cosa si manifesta e si presenta nelle loro proprietà: ma per le immagini di uomini per coloro che dall’immagine bestiale escono in un’immagine d’uomo, che appartengono al regno di Dio, e che vorrebbero sinceramente vivere e crescere nell’immagine dell’uomo, nel vero uomo, i quali sono spesso e fortemente trattenuti dalla vita opposta, e sono così posti in una via mista, e si tormentano per la generazione della vita santa.”
Così l’Autore presenta ai lettori questi suoi scritti, che Loius Claude de Saint-Martin tradusse in francese tra il 1794 ed il 1798 e che riveduti dal suo amico Gilbert, furono pubblicati dopo la sua morte nel 1807.
Il motivo per cui noi abbiamo tradotto questi testi dalla traduzione fatta dal Saint-Martin è che essi sono da considerarsi come facenti parte della sua Opera Omnia, e ciò per i molti aspetti che accomunano i due, in modo particolare per l’influenza esercitata su di lui dalla dottrina in essi espressa, e che lo portò a percorrere una via completamente diversa da quella praticata in gioventù. Tale via, esclusivamente interiore, doveva alfine permettere al divino di manifestarsi come scintilla nella sua interiorità; e i germi che quotidianamente si sviluppavano in lui erano il frutto della visione cristica del teosofo teutonico. Visione cristica, in grado di aprire a chi la sa cogliere, nuovi grandi orizzonti sui rapporti intercorrenti tra Dio, l’uomo e la natura.
Corso di Sanscrito
Grammatica, esercizi, brani scelti, vocabolario
Autore/i: Della Casa Carlo
Editore: Edizioni Unicopoli
seconda edizione, nuova edizione riveduta e corretta dall’autore.
pp. 140, Milano
Il presente volumetto cerca di soddisfare un’esigenza ben precisa: aiutare chi vuole iniziare, anche senza una guida personale e continua, lo studio del sanscrito. Dallo scopo dichiaratamente propedeutico del libro dipendono la ricerca di chiarezza nell’esposizione, la semplificazione e la schematizzazione preferite per alcuni argomenti, l’uso non costante e certamente rapsodico della punteggiatura occidentale, introdotta talvolta per aiutare il lettore alle prime esperienze. (dalla premessa dell’autore)
I Fuochi di Oualata
1514 – 1537 : un uomo e il miraggio della libertà tra i Signori blu del deserto
Autore/i: Grampa Giampaolo
Editore: MEF – Firenze Libri
pp. 256, Firenze
La storia di Ahmed Wenam, bianco scampato all’alba del 1500 alla furia dei pirati saraceni, venduto schiavo, riscattato e di nuovo reso schiavo, prigioniero; e poi uomo di corte e di fiducia, infine libero a respirare se stesso e la vita nell’aria e nel tempo sospeso dell’oasi di Oualata. Un romanzo di sangue, infuocate passioni, schiavitù e orrori, storia e leggende, a contatto con un Islam ancestrale, violento e pure così ricco di saggia e fascinosa poesia.
Giampaolo Grampa vive a Busto Arsizio, in provincia di Varese.
Oracolo Manuale e Arte di Prudenza
Autore/i: Gracián Baltasar
Editore: Rizzoli
traduzione e note di Antonio Gasparetti.
pp. 208, Milano
Le trecento massime che costituiscono l’Oracolo manuale miravano alla formazione del perfetto cortigiano: l’uomo avveduto e di sicuro discernimento deve, soffocando le proprie passioni, armonizzarsi col mondo che lo circonda traendone ogni possibile guadagno.
Frutto di una profonda esperienza di vita, le «norme morali» di Gracián, hanno valore pratico sempre attuale, basandosi sull’intuizione del carattere fondamentale di ogni uomo, portato per natura ad avvantaggiare soprattutto se stesso nel confronto coi suoi Simili.
Il Libro del Fotografo
Manuale moderno di fotografia scritto per coloro che desiderano diventare presto bravi fotografi
Autore/i: Gaunt Leonard
Editore: Editoriale Effe
introduzione dell’autore, traduzione di Gaetano Manti, collana diretta da Cesco Ciapanna.
pp. 284, nn. fotografie e illustrazioni b/n, Roma
Il libro del fotografo è adatto specialmente a chi vuol partire
dall’A-B-C e desidera sapere tutto sulle macchine fotografiche, sulle tecniche di ripresa, sul modo con cui si sviluppano e si stampano le fotografie… in pratica.
Il libro del fotografo è stato scelto dai redattori della rivista fotografare come il migliore testo per imparare «in pratica» la fotografia, e la versione italiana è stata scritta da Gaetano Manti nel modo semplice e chiaro che caratterizza la rivista fotografare.
Misteriosa Cantabile
Lettere a Hoki Tokuda
Autore/i: Miller Henry
Editore: Bompiani
prima edizione, prefazione e traduzione dall’inglese di Francesco Saba Sardi, introduzione e cura di Joyce Howard, in sovracoperta «Hoki posa per Henry» 1968.
pp. 176, nn. fotografie b/n f.t, nn. fotografie a colori f.t., Milano
Questo “romanzo epistolare” a una sola voce è in un certo senso il testamento sentimentale di Henry Miller, l’autore di Tropico del Cancro, Tropico del Capricorno, Rosea crocifissione e di tanti altri libri in cui si parlava un linguaggio che, per un certo periodo, ha fatto scuola: il linguaggio dei corpi liberati, con la messa tra parentesi del linguaggio dei cuori.
Nel 1968 Miller conobbe Hoki Tokuda, una giapponese ventisettenne molto carina che si esibiva, cantando e suonando, in un locale di Los Angeles. Miller all’epoca contava settantacinque anni, aveva abbandonato l’Europa (la Francia era stata la sua seconda patria – il luogo, per lui, della rivelazione della libertà) ed era tornato alla pensionistica dimensione di un’America infinitamente più noiosa. Di Hoki si innamorò perdutamente e cominciò a scriverle: lettere d’amore; lettere di rimproveri, lettere di esortazioni, di rimpianti, di dolore e rammarico. Ma niente sesso, o appena qualche accenno, delicatissimo, ai rari rapporti erotici concessigli da Hoki, che accettò di sposarlo ma continuò una vita nient’affatto “esemplare” sotto il profilo coniugale: il vecchio scrittore a casa, a giocare a ping-pong o a bere con gli amici, e a soffrire per l’assenza di lei, e Hoki dedita alla vita notturna, seduta fino all’alba al tavolo da gioco, a ubriacarsi, a starsene per mesi in Giappone. Insomma, più che altro un “matrimonio in bianco”. E un “romanzo epistolare” monocorde: a scrivere è sempre lui, che ringrazia la propria buona sorte e si sprofonda in atti di riconoscenza quando lei si degna di telefonargli, di inviargli una cartolina, insomma quando si ricorda di lui, per il quale prova affetto ma che non riesce ad amare.
Si dovrebbe per questo tirarle la croce addosso? Si dovrebbe accusare Hoki di aver sfruttato il vecchio scrittore che ormai di scrivere le cose “sconce” di un tempo non aveva più nessuna voglia, e che del resto non era più in preda all’antico “demone” che aveva fatto di lui il paladino della “rivoluzione sessuale” e, negli anni parigini, l’”Ariete” celebrato da Anais Nin? Si dovrebbe affermare che l’ha sposato soltanto per avere la cittadinanza americana? Crediamo di no. Semplicemente, come tanto spesso accade, Miller s’era preso una cotta spaventosa per una donna che non poteva essere del tutto sua, e da tempo ormai era un seduttore in disarmo, indebolito e incapace dei trionfali successi di un tempo. Un Casanova invecchiato, insomma, che inviava a Hoki i suoi acquerelli (in questo libro ne sono riprodotti alcuni), che si dichiarava al suo servizio e che, soprattutto, senza averne consapevolezza andava componendo con le sue lettere una struggente autobiografia. Da molto tempo non appariva un romanzo epistolare altrettanto crudo, sincero, atroce. Ed è un libro bellissimo, commovente: si assiste alla caduta di un eroe e, con lui, al crollo di tutto un costume, delle speranze (o utopie) della “rivoluzione”: quella rivoluzione che avuto nome avanguardia e che si è tradotta, oltre che in termini artistici e politici, anche nella speranza di nuovi e più liberi rapporti erotici, di un nuovo “secolo dei libertini”. Ma Henry Miller è stato (è morto nel 1980) la vivente dimostrazione che così non era, e che le speranze umane di affrancamento da antichi vincoli, proibizioni, catene, sono forse irrealizzabili.
Ivan il Terribile
Signore di tutte le Russie
Autore/i: Troyat Henri
Editore: Rusconi
prima edizione, traduzione dal francese di Anna Silva.
pp. 296, nn. tavole a colori e b/n f.t., 1 cartina b/n f.t., Milano
Ivan pensa all’Europa occidentale. Pur temendo la tentazione delle innovazioni straniere, occhieggia in segreto quelle contrade. Si sente al tempo stesso fiero di essere russo e vergognoso del ritardo del suo paese sugli altri. Confrontata alla Francia, all’Italia, all’Inghilterra, alla Germania, alla Spagna e alla Polonia, dove fioriscono l’arte e la letteratura, l’umanesimo e le discussioni religiose, la sua patria è fossilizzata nella contemplazione di un passato polveroso. L’orrore dei piaceri profani insegnato dalla Chiesa ortodossa soffoca infatti ogni velleità di creazione originale. L’architettura, unica eccezione, sfugge a tale costrizione; ma la pittura, la scultura, la musica e la letteratura sono colpite d’interdetto dal clero. L’immaginazione dei pittori può liberarsi nelle icone, ma secondo norme rigorosissime; gli unici veicoli del pensiero poetico sono i miti, i canti e i racconti popolari. La grande terra russa è dunque votata alle tenebre della mente, un grave torpore le impedisce di riflettere e di esprimersi.
Il problema che Ivan si pone rimane aperto, sia sul piano culturale sia sul piano politico. Come restare profondamente russo senza ignorare il movimento intellettuale del resto del mondo? Come lanciarsi verso il futuro senza perdere l’esperienza del passato? Di fronte a tale interrogativo lo zar risponde con una norma inviolabile: diffidare dell’Europa pur ghermendo al volo qualche scintilla del suo sapere. Pensa che verrà il giorno in cui, assimilate tutte le conoscenze dei vicini, la Russia dominerà gli altri con il genio dei suoi artisti e sapienti, senza ripudiare nulla delle proprie tradizioni nazionali.
Ivan IV (1530-1584), granduca di Mosca e dal 1547 zar di Russia, passato alla storia con l’appellativo di «Terribile», in realtà era chiamato dai suoi sudditi «temibile», non tanto per la crudeltà quanto piuttosto perché incarnava nella sua persona e nel modo di governare la maestà del potere che egli esercitava come rappresentante di Dio in terra.
Rimasto orfano a tre anni, appena tredicenne impose la propria autorità ai boiari che durante la sua infanzia lo avevano umiliato e segregato, spadroneggiando, opprimendo e lottando fra di loro per la supremazia. In realtà, se Ivan IV fu «terribile», lo fu soprattutto nei confronti dei boiari, che fece uccidere o uccise personalmente a migliaia.
Temperamento fortemente passionale e nutrito della atavica religiosità russa, fuse in se stesso – come sottolinea Troyat in questa biografia – misticismo, sensualità e concezione teocratica del potere, giustificando in tal modo la “necessità” di sopprimere, godendone profondamente, chiunque pretendesse o apparisse pretendere di attentare alla sua autorità divina.
Parecchi storici, e anche Marx, Lenin e Stalin, hanno sorvolato sulle crudeltà di Ivan IV per sottolinearne il genio politico, le doti di diplomatico e di organizzatore, vedendo addirittura in lui il fondatore del moderno Stato russo centralizzato. In politica interna, dettò un primo codice di comportamento e assegnò alla corona gran parte delle terre russe. In politica estera, prese l’iniziativa di rompere l’accerchiamento che stringeva il granducato di Mosca: respinse vittoriosamente l’assedio dei Tartari dal Sud, conquistandosi uno sbocco sul mar Caspio e sul mar Nero; tentò l’espansione verso l’Ovest per aprire alla Russia i mari del Nord e riconquistare la zona di Kiev ai danni della Polonia, impresa che gli riuscì soltanto in parte. Ebbe una forte attrazione per l’Inghilterra, alla quale aprì il commercio russo e, attraverso la Russia, quello orientale.
Accarezzò il sogno di imparentarsi con la regina Elisabetta I, ma la morte, oltre che la rozzezza che gli Occidentali riconoscevano come tipicamente russa, gliene impedirono la realizzazione.
Se l’opera di Ivan IV fu in sostanza estemporanea e alquanto confusa, fu senza dubbio la premessa indispensabile alle grandiose realizzazioni di Pietro il Grande e di Caterina II.
Appello dal Cosmo : La Terra è in Pericolo
Comunicazione extraterrestre edita da Herbert Victor Speer Circolo Medianico della Pace
Autore/i: Ashtar Sheran
Editore: Edizioni Mediterranee
prefazione di Herbert Victor Speer.
pp. 168, Roma
In una collana dedicata agli UFO, ai dischi volanti, agli extraterrestri e alla vita nello spazio, non poteva mancare un libro di Ashtar Sheran, l’ormai famoso capo della «flotta spaziale interplanetaria».
Da alcuni anni, Ashtar Sheran, attraverso il «Circolo medianico della Pace» di Berlino detta i volumi che sono stati pubblicati in tutto il mondo.
Ashtar Sheran è soprattutto un Maestro di Verità: il suo compito è quello di combattere l’errore, la falsità e la menzogna, per far trionfare la Verità, la Pace e l’Amore. Tuttavia, i suoi insegnamenti non possono esserci imposti: noi dobbiamo da soli, con la nostra volontà, preferire il bene al male, e meritare di entrare a far parte della grande Fratellanza Cosmica. Solo allora potremo beneficiare del patrimonio della «conoscenza» comune, che ci permetterà di fare uso della energia cosmica per il nostro progresso scientifico e tecnologico. Inoltre, cosa molto più grave, se la politica della Terra continuerà, nonostante gli avvertimenti, a perseguire scopi materiali, inseguendo falsi ideali e calpestando non solo l’amore fraterno ma anche i diritti naturali di ogni essere umano, si scatenerà una reazione che metterà in pericolo l’esistenza stessa del pianeta Terra. Ciò in quanto i terrestri si rifiutano di seguire gli scopi evolutivi per i quali sono stati creati.
L’evoluzione spirituale, in realtà, sta anche alla base di ogni altra vera evoluzione, ed è questo che Ashtar Sheran e i suoi fratelli vogliono farci capire.
Il contenuto di questi messaggi induce a meditare: non sono parole nuove, ma l’umanità terrestre non è ancora stata capace di accettarle e di metterle in pratica.
Bisogna Prendere il Giappone sul Serio
Saggio sulla varietà dei capitalismi
Autore/i: Dore Ronald
Editore: Società Editrice Il Mulino
introduzione all’edizione italiana di Michele Salvati, prefazione dell’autore, traduzione di Pierluigi Sacco.
pp. XX-372, Bologna
Quali insegnamenti possono trarre le economie capitalistiche occidentali da un paese corporativistico e gerarchico come il Giappone? Che cos’è che dà al Giappone quell’unità di propositi, quell’efficienza economica e anche quella relativa parità di condizione sociale che tanti gli invidiano? Confrontando il capitalismo giapponese con le realtà occidentali, Ronald Dore tocca i principali nodi politico-organizzativi di un paese industriale avanzato. Dalla qualità ed equità del sistema scolastico all’efficienza della pubblica amministrazione e dei servizi che essa è chiamata a fornire. Dalla possibilità e dai vantaggi di una politica dei redditi a un disegno efficace della formazione professionale. Dall’organizzazione del sistema finanziario al rapporto tra politica e amministrazione. Dunque, non il solito libretto sull’organizzazione dell’impresa giapponese, volto a propagandare circoli di qualità, «just in time» o analoghi accorgimenti, ma una riflessione sull’intera struttura di un paese capitalistico avanzato, sulla politica come sull’economia, sui valori o le motivazioni della gente come sull’organizzazione aziendale.
Non si tratta di una riflessione asettica e distaccata: l’analisi di Dore è mossa da uno spirito d’impegno riformatore, che in alcuni casi si spinge all’ingegneria istituzionale, al dettaglio di riforme volte a ottenere risultati «giapponesi» in un contesto sociale e culturale non giapponese. Si può essere d’accordo con o dissentire dalle analisi e soprattutto dalle proposte di Ronald Dore: ma le analisi sono sempre approfondite e le proposte ci costringono a fare i conti non soltanto con le nostre conoscenze, ma anche con i nostri valori ultimi, con la nostra concezione di una «Società buona».
Ronald Dore insegna al Massachusetts institute of Technology ed e direttore del Centre for Japanese and Comparative Industrial Research dell’Università di Londra. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo «Flexible Rigidities» (1986).
Il Segreto della Memoria
Autore/i: Atkinson William Walker
Editore: Napoleone Editore
prefazione di Franca Avvisati.
pp. 196, Roma
La riserva del subcosciente – attenzione e concentrazione – acquisto delle impressioni – percezione visiva e memoria – esercizi di percezione visiva – percezione auditiva e memoria – esercizi di percezione auditiva .le associazioni di idee – ricordare, richiamare e riconoscere – principii generali relativi alle impressioni – sistema cumulativo di sviluppo della memoria – il sistema delle dieci questioni – memoria delle cifre, delle date e dei prezzi – memoria dei luoghi – memoria del volto – memoria dei nomi – sistemi artificiali.
Lo Sviluppo Rapido delle Memoria
Metodo scientifico-naturale per lo sviluppo della memoria a qualsiasi età
Autore/i: Luporini Carlo
Editore: Giovanni De Vecchi Editore
introduzione dell’autore.
pp. 206, Milano
introduzione dell’autore Carlo Luporini:
«Che la memoria sia importante, anzi indispensabile per la vita biologica e sociale, è un fatto indiscutibile.
Basta pensarci un momento, immaginarci in qualsiasi situazione, in qualsiasi atto per costatare che senza memoria saremmo perduti. Dal fatto minimo, cui ormai non diamo più importanza né attenzione, di aver sempre presente il nostro nome, cognome e indirizzo, alle nozioni più complesse che ci sono indispensabili giorno per giorno, nell’esercizio del nostro lavoro, nel disbrigo delle nostre quotidiane occupazioni, la memoria è il pilastro della nostra personalità.
Immaginiamoci per un attimo privi di memoria. Che cosa saremmo? Il nostro cervello percepirebbe immagini, suoni, e infinite altre sensazioni, ma, senza alcuna facoltà memorizzatrice, li dimenticherebbe immediatamente, e rimarremmo privi di ogni cognizione. Non si potrebbe parlare di vita, né di storia, né di progresso dell’umanità. Probabilmente, senza questa importantissima facoltà, non esisterebbe l’umanità.
L’importanza di questa facoltà è visibile e chiaramente in azione fin dall’inizio della nostra vita. Il bambino che con fatica, piano piano, prende contatto col mondo esterno per imparare a conoscerlo ed impadronirsene non approderebbe ad alcun risultato senza memoria; solo essa infatti gli permette di fissare volta per volta il suono della voce, il volto della mamma fino a fargliela riconoscere tra le altre donne; e così, dopo, il padre e via via le altre persone che gli vivono intorno, allargando sempre più il cerchio.[…]»
Rubens
Autore/i: Burckhardt Jacob
Editore: Giulio Einaudi Editore
prefazione di Emil Maurer, traduzione e note di Anna Bovero, titolo originale: Erinnerungen aus Rubens – Phaidon-Verlag, Wien.
pp. 210, 49 pagine f.t. con 71 illustrazioni b/n, Torino
In Rubens si trovano unite, per un’unica volta, la vigorosa fantasia nordica e il culto mediterraneo per la forma e per la narrazione pregnante.
Soltanto un grande conoscitore dell’arte italiana poteva vedere così a fondo la dimensione europea di Rubens. L’ultima parola di Burckhardt è un ringraziamento (rivolto al Nord e al Sud), e la dichiarazione di un ideale. In Rubens si compie la prima e unica «fusione veramente completa del Rinascimento con lo spirito del Nord germanico e romanico». Burckhardt esprime infine la sua felicità rubensiana definendo il fiammingo come «l’esecutore testamentario del Rinascimento del Nord». Per questo, ancor oggi Rubens non trova in Italia avvocato migliore di Jacob Burckhardt. (Dalla prefazione di Emil Maurer)
– Prefazione di Emil Maurer
– Nota bio-bibliografica
Rubens
– La giovinezza e l’educazione
– Rubens e l’Italia
– Le prime grandi opere
– Prime mitologie
– Ritratti di Genova
– Primo viaggio in Spagna
– Influenza di Mantova e Venezia
– Rubens copista
– I contemporanei italiani
– Influsso caravaggesco
– Ritorno ad Anversa
– Le prime grandi imprese
– Scolari
– Isabella Brant
– I soffitti della chiesa dei gesuiti ad Anversa
– Galleria del Lussemburgo
– L’attività diplomatica
– Seconde nozze
– Helena Fourment e Doralice Fioravanti
– «Introitus Ferdinandi»
– I paesaggi
– I quadri principali degli ultimi cinque anni
– La morte del maestro
– Rubens architetto
– Il talento e l’educazione di rubens
– La sfera del suo potere
– I suoi limiti
– La potente rappresentazione del momentaneo
– Le condizioni della sua rapida produzione
– Le condizioni del suo predominio in arte
– L’oggetto dell’arte a quel tempo
– Rubens e la pala d’altare
– Quadri per la devozione privata
– Le trattative con i grandi e la condiscendenza di Rubens
– Rapporti con Filippo IV
– Torre de la Parada
– Storie di Carlo V
– Il soffitto di Whitehall
– L’economia della grande impresa
– La bottega
– Gli scolari
– Valore e ampiezza dell’influsso di Rubens
– I bozzetti
– La fioritura dell’arte belga
– Gl’incosori di Rubens
– Istruzione degli incisori
– Privilegi e smercio delle incisioni di Rubens
– Importanza delle incisioni per conoscere l’arte di Rubens
– Silografie da Rubens
– L’incisione di composizioni per arazzi
– Modellato e colore
– La carnagione
– I nudi maschili
– I nudi femminili
– Susanna e Antiope
– Le figure femminili vestite
– La Pudicizia
– Il valore pittorico dell’abbigliamento
– Gli ampi limiti del bello in Rubens
– Het pelske
– Le donne del mondo bacchico
– Le donne degli dèi marini
– Le ninfe
– Il giudizio di Paride
– Le Leucippidi
– Assenza della nuda giacente
– La Venere delle allegorie
– Le Grazie
– Le mani
– I putti
– Romolo e Remo
– Identica figurazione dei putti sacri e profani
– I putti di Murillo
– Parco uso dei putti in Rubens
– La vita all’aperto dei santi bambini
– La Festa di Venere
– il gioco con le fiere
– Putti di Annibale Carracci
– Bellezza ed espressione spirituale
– Il presunto tipo locale
– Indipendenza dall’Italia
– L’intimo sentimento della pietà fiamminga
– Il vero tipo ideale di Rubens
– La ricchezza del biondo
– Sant’Anna e sant’Elisabetta
– il tipo eroico
– Forza del sentimento e moderata idealizzazione
– La Sacra Famiglia a figure intere
– Il tipo del Cristo
– L’influsso veneto
– Assenza della mezza figura espressiva
– Il Cristo della Pietà
– Il Crocifisso
– Erezione della croce e Deposizione
– Il Cristo del Conforto
– San Giovanni evangelista
– L’ultima comunione di san Francesco
– La santa Cecilia
– La Maddalena pentita
– Il demoniaco in Rubens
– La composzione di Rubens
– La composizione dei predecessori ad Anversa e in Italia
– Lo stimolo di Tiziano
– Lo stimolo di Paolo veronese
– Lo stimolo di Tintoretto
– Lo stimolo di Michelangelo e di Raffaello
– Composizioni pittoriche di Rubens
– La composizione simmetrica, le equivalenze e l’impetuoso sviluppo in Rubens
– Le equivalenze nelle scene statiche
– Equivalenze nel racconto drammatico
– La probabile visione di Rubens
– Lavoro rapido e tranquillo di Rubens
– La Resurrezione di Lazzaro
– Come soddisfi l’occhio l’cculta simmetria
– Il ratto delle Leucippidi
– I miracoli di san Francesco Saverio
– La battaglia delle Amazzoni
– Le storie del console Decio Mure
– Sant’Ambrogio
– E’ sovraccarica la composizione di Rubens?
– Prove dell’economia rubensiana
– Cura delle equivalenze
– Pale d’altare apparentemente sovraccariche
– Adorazione dei magi
– Per Rubens, si può parlare di teatralità?
– Origine della falsità teatrale
– Pittura e teatro in Francia
– La “Tomiri” di Rubens
– La rappresentazione dello spazio in Rubens
– L’architettura nei quadri di Rubens
– La scala a mo’ di ponte tratta da Paolo Veronese
– La vastità dello spazio nei «novissimi»
– Il racconto più calmo
– La quiete di Jordaens
– Attitudine di Rubens a trasformare le grandi composizioni
– Le figure costanti delle Adorazioni
– Sacre Famiglie
– Il grande “Calvario”
– Il martirio di san Livino
– Il martirio di san Lorenzo
– Lo sterminio dell’esercito di Sennacheribbo
– La conversione di Paolo
– I ratti in terra e in cielo
– Il ratto delle Sabine
– Sansone e Dalila
– Storie con figure tagliate al ginocchio
– Diogene
– Baccanali con figure tagliate al ginocchio
– Quadri votivi
– L’Altare di sant’Ildefonso
– Confronto con Murillo
– La pala di sant’Agostino
– L’immagine votiva della cappella sepolcrale di Rubens
– L’Assunzione
– Insufficienza delle Assunzioni
– I putti
– I gruppi inferiori
– L’altare maggiore di Anversa
– «I novissimi»
– Mitologia classica
– Quadri di genere mitologici
– I Baccanali
– Amanti mitici
– Gli dèi delle acque e le loro donne
– Mitologie
– Il gran numero delle mitologie
– Comparsa del comico
– Le più antiche storie di Roma
– «Caritas romana»
– Le storie del console Decio Mure
– Quadri ad olio come modelli per l’arazzo
– Bozzetti per cicli di arazzi
– Predominio e funzione essenziale delle allegorie
– Allegorie generali
– La vita umana minacciata dalla guerra
– L’allegoria della guerra
– Pitture storico-allegoriche
– La Galleria del Lussemburgo
– Storie di Maria de’ Medici
– La vita di Enrico IV
– I bozzetti per soffitti e volte
– Cornici allegoriche di ritratti
– Le allegorie per l’ingresso dell’infante
– La grande allegoria di Jacob Jordaens
– Le nove grandi allegorie religiose per Filippo IV
– Soggetto e valore dei singoli quadri nella serie «Fides Catholica»
– Rubens e il quadro di genere
– La kermesse
– La danza campagnola
– Il quadro del ritrovo mondano, genere ignoto in Italia
– Il quadro del ritrovo mondano in Olanda
– Il quadro del ritrovo mondano ad Anversa
– Il Giardino d’amore
– Tarda eco in Watteau
– Il figliol prodigo
– Rubens ritrattista
– La giovane coppia sotto la pergola di caprifoglio
– Le signore di Anversa
– Il consueto tipo di signora
– Autoritratti
– I gruppi
– I quattro filosofi
– Ritratti virili
– Ritratti di principi
– Casa d’Asburgo
– Personaggi storici della Galleria del Lussemburgo
– Rubens pittore d’animali
– Scarso influsso dei pittori italiani
– Rubens come pittore di cavalieri e cavalli
– Le fiere
– Cacce e lotte di animali
– Rubens e i suoi paesaggi
– Collaborazione di Jan Brueghel
Magia Y Brujerìa en Mexico
Autore/i: Scheffler Lilian
Editore: Panorama Editorial S.A.
prima edizione in spagnolo, introduzione dell’autrice.
pp. 176, nn. illustrazioni b/n, México
El ser humano ha tenido frecuentemente la necesidad de creer que puede llegar a ser capaz de descubrir aquello que dentro del medio que lo rodea es considerado como misterioso u oculto, y a través de este conocimiento poder adquirir la facultad de manejar las fuerzas subrenaturales, lo que ha dado origen a diversas manifestaciones màgicas.
México es un pais en el que existe una gran cantidad de elementos de tipo màgico pagano-religiosos entre los diferentes grupos que lo habitan, sean èstos indigenas, mestizos o urbanos. En este libro de completa investigacion estrictamente apegada a los hechos, se hace referencia a las enfermedades consideradas como sobrenaturales, a los especialistas quo se encargan de tratarlas o provocarlas, al uso ritual de alucinogenos, a las supersticiones asociadas a la agricultura, a los santuarios a los que se asisteen peregrinaciòn para pedir favores y milagros de diversa indole; asi como a las oraciones màgicas, amuletos y talismanes que se utilizan para tratar de lograr màgicamente diferentes objetivos, a las creencias relativas a la muerte, al destino de las ànimas y a la creencia que diferentes grupos tienen, que dominando lo sobrenatural se puede ayudar o perjudicar al hombre.
Lilian Scheffler naciò en la ciudad de Mèxico y estudiò la Licenciatura en Psicologia en la Universidad Nacional Autònoma de México y la Maestria en Antropologia (especialidad de Etnologia) en la Escuela Nacional de Antropologia. Durante varios anos se ha dedicado a realizar estudios e investigaciones sobre diferentes temas de la cultura popular, tales como los juegos tradicionales, la narrativa oral tradicional y las creencias màgico-religiosas de diferentes grupos indigenas, mestizos y urbanos del pais. Ha publicado diversos articulos en revistas de la especialidad, participado en Congresos nacionales e internacionales y ha publicado: Juegos Tradicionales del Estado de Tlaxcala (S.E.P., 1976), Juguetes y Miniaturas Populares de México (Fonart/Fonapas, 1982), Cuentos y Leyendas de México (Panorama, 1982) y Marinero que se fue a la Mar (Culturas Populares, S.E.P. y Premià Editora, 1982).
Introduccion
- Enfermedades sobrenaturales
- Especialistas
Shamanes
Brujos y curanderos otomies
Brujos y curanderos de Catemaco y Tuxtla, Veracruz
El “Nino Fidencio” y sus seguidores
Los espiritualistas
Pachita
- Brujas, nahuales y tonas
- Lugares y objetos de culto
- Uso ritual de alucinogenos
- Ritos y supersticiones agricolas
- Santuarios, peregrinaciones y danzas
- Oraciones, amuletos y talismanes
- Culto a los muertos
Bibliografia
La Terra Reale
Dèi, spiriti, uomini in Nepal
Autore/i: Mastromattei Romano
Editore: Valerio Levi Editore
unica edizione, contributi di Francesco Giannattasio e Giorgio Villa.
pp. 232, Roma
Un antropologo, uno psichiatra e un etnomusicologo costituiscono la piccola équipe che, nel corso di cinque spedizioni in Nepal, ha analizzato i fenomeni di transe nello sciamanismo. È questa la prima volta dopo molti anni che un gruppo di ricercatori italiani, attraverso uno studio sul campo, analizza le ideologie e le tecniche estatiche di un complesso religioso dell’area himalayana: tale studio si inserisce in un progetto di ricerca sullo sciamanismo eurasico, finanziato dal CNR, sotto la responsabilità di Romano Mastromattei.
I comportamenti estatici sciamanici rientrano in una complessa serie di fenomeni ai quali, ancor oggi, non viene riconosciuto un unico livello interpretativo.
Mentre Mastromattei si riferisce agli aspetti propriamente antropologici del fenomeno, Giorgio Villa ne indaga le valenze medicopsichiatriche, e Francesco Giannattasio quelle relative allo stretto rapporto musica-ritmo-estasi. La musica infatti, in questo contesto, si rivela elemento cruciale nello stabilire un contatto tra lo sciamano e il mondo degli dèi e degli spiriti.
Premessa
- Sciamanismo e jhankrismo
- Possessione e terapia
- Binde
- Casta, etnia, tradizione
- Damauli
- La terra tamang
- La professione
- Conclusione
Bibliografia
- Gli operatori estatici nepalesi di Giorgio Villa
Bibliografia
- I rapporti tra musica e transe nello sciamanismo nepalese di Francesco Giannattasio
Bibliografia
Indice analitico
Animali Mai Esistiti – Piccolo Dizionario di Bestie Fantastiche
Titolo originale: A Dictionary of Fabulous Beasts
Autore/i: Barber Richard; Riches Anne
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, introduzione degli autori, traduzione dall’inglese di Gioia Guerzoni, illustrazioni di Rosalind Dease.
pp. 224, nn. illustrazioni in b/n, Casale Monferrato (AL)
Una delirante Arca di Noè piena di bestie rapite da uno zoo favoloso, molto più vario e divertente di quelli veri. Dall’Abath al Ziz, dal Garruda indonesiano ai Tori Alati dell’antica Siria, dal microscopico Gigelorum che si annidava nell’orecchio di una pulce al gigantesco serpente Jormungandor, le cui spire avvolgono il mondo intero. Qui vi sono bestie giunte da ogni più sperduto angolo dell’immaginazione umana. Alcune sono creature reali distorte dai racconti di viaggiatori medievali (Il Camelopardo per esempio era probabilmente una giraffa), altre sono quasi umane… ma non proprio. Voci come Fenice o Giganti sono veri e propri saggi in miniatura. Se dovesse sembrare che gli autori si siano inventati l’intero libro di sana pianta, un ricco elenco di fonti aiuterà infine chi volesse proseguire la caccia in questa mitica giungla.
Richard Barber è uno studioso del medioevo, ha pubblicato vari saggi su re Artù e sugli ordini cavallereschi ed è tra gli autori della Penguin Guide to Medieval Europe.
Anne Riches insegna storia dell’architettura a Glasgow ed è membro delle commissioni sia inglese che scozzese per la protezione dei monumenti storici.
Fomoriani: orrendi mostri deformi della mitologia celtica. Baloro, il loro capo, aveva un occhio buono e uno malvagio e ci vollero quattro uomini per aprire con la forza la palpebra di quello buono.
Goofus: bizzarro uccello del Nordamerica citato nelle leggende dei taglialegna. Vola soltanto all’indietro, perchè si dice che gli interessino solo luoghi dove è già stato. Inoltre costruisce il nido al contrario, ma non si sa come lo utilizzi.
Kama Itachi: donnola giapponese, invisibile e armata di falce. Andava in giro a infliggere tagli o graffi senza un motivo particolare. Anche i lacci rotti dei sandali erano attribuiti a questo animale.