Gerusalemme – Il Sacro e il Politico
Titolo originale: Jérusalem. Le sacré et le politique
Autore/i: Autori vari
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, prefazione e cura di Farouk Mardam-Bey e Elias Sambar, traduzione di Giuliana Lomazzi.
pp. 296, Torino
Una rivisitazione della città tre volte santa e della sua storia per suggerire le linee di una soluzione giusta a una questione che non solo avvelena i rapporti tra due popoli – l’israeliano e il palestinese – ma alimenta tensioni distruttive su scala mondiale.
Se esiste una «questione di Gerusalemme», considerata difficile se non insolubile, è a causa di una continua confusione di piani – sacro e profano, religioso e politico – che la sottrae al campo di applicazione dei principi comuni del diritto internazionale. Senza risalire all’epoca delle crociate, è ben noto come, già tre secoli fa, le grandi potenze si siano disputate la protezione dei Luoghi santi per giustificare le proprie mire coloniali nel Vicino Oriente.
E come, a partire dall’occupazione militare del 1967, lo stato d’Israele abbia preteso di esercitare la propria sovranità esclusiva su Gerusalemme, a dispetto delle risoluzioni dell’Onu e in nome del significato simbolico che la città ha per l’ebraismo.
Questo libro, che raccoglie contributi di studiosi di varia nazionalità e appartenenza religiosa, tenta una rivisitazione della movimentata storia di Gerusalemme, soprattutto dopo l’avvento dell’Islām, non per rivendicare la preminenza di un monoteismo sugli altri due, ma al contrario per meglio sottolineare la vocazione universale e plurale della città tre volte Santa. Vocazione che solo il rispetto degli accordi internazionali è in grado di assicurare, realizzando un modello di convivenza fondata sul riconoscimento delle rispettive identità.
Farouk Mardam-Bey, membro del comitato di redazione della «Revue d’études palestiniennes», ha pubblicato in collaborazione con Samir Kassir Itinéraires de Paris à Jérusalem. La France et le conflit israélo-arabe, 1917-1991 (REP, 1992-93, 2 voll.).
Elias Sanbar, caporedattore della «Revue d’études palestiniennes», è autore di Palatine 1948. L’expulsion (REP, 1984), Les Palestiniem dans le siècle (Gallimard, 1994) e Palestine, le pays à venir (L’Olivier, 1996).
Storia e Storie tra Otto e Novecento
Autore/i: Carlo Felice Casula
Editore: AM&D Edizioni
introduzione dell’autore, in appendice è ripubblicato Risorgimento e democrazia di Franco Rodano.
pp. 352, Cagliari
Tra Otto e Novecento si creano le condizioni materiali e ideali per inedite potenzialità di benessere e libertà, ma anche di distruzione e oppressione. È il paradosso della modernità di cui viene proposta una stimolante lettura attraverso l’analisi di alcuni nodi storici: evoluzione demografica e urbanesimo, marxismo e movimento operaio, religione e società, questione meridionale, con riferimenti anche alla Sardegna, Grande guerra ecc.
Vengono fornite esemplificazioni e indicazioni di metodo sull’uso, nella storia contemporanea, delle fonti orali, letterarie, iconografiche e cinematografiche.
In appendice è ripubblicato Risorgimento e democrazia di Franco Rodano.
Carlo Felice Casula (Ollolai 1947) è professore ordinario di storia contemporanea presso l’Università di Roma Tre e direttore del Master internazionale di Scienze della cultura e della religione. Tra i suoi libri che rinviano a percorsi di ricerca: Cattolici comunisti e sinistra cristiana (1976); Domenico Tardini 1888-1961. L’azione della Santa Sede nella crisi fra le due guerre (1984); Credere nello sviluppo sociale (1990); L’Italia dopo la grande trasformazione (1999); Le frontiere delle ACLI (2001); UNESCO 1945-2005. Un’utopia necessaria (2005). Tra i libri da lui curati, Agostino Casaroli, il martirio della pazienza. La Santa Sede e i paesi comunisti (2000).
Il Mio Individualismo
Autore/i: Natsume Sōseki
Editore: :duepunti Edizioni
cura, postfazione e traduzione dal giapponese di Gabriele Marino.
pp. 192, Palermo
Il Giappone ha vissuto tra Ottocento e Novecento una profonda crisi di identità, trovando la forza di intraprendere un percorso di evoluzione e superamento: dalla tradizione feudale al progresso estremo. L’inizio di questo processo viene raccontato, da Sōseki attraverso le due confessioni in forma di saggio che compongono questo libro. Ne Il mio individualismo emerge, improrogabile, la questione dell’autonomia intellettuale e delle conseguenze della solitudine, in un discorso che prende le mosse dal proprio passato, dalla propria irresolutezza, per definire i passaggi fondamentali della costituzione della personalità individuale. I fondamenti filosofici della letteratura individua e soppesa il valore degli ideali nel tentativo di perseguire gli obiettivi della creazione artistica. Nell’universo di Sōseki l’arte è un vero e proprio veicolo di “contagio spirituale”, capace di superare l’isolamento del singolo e incidere sulla società.
«La libertà individuale è assolutamente necessaria per lo sviluppo della personalità di cui parlavo poco fa, e lo sviluppo della personalità a sua volta è in stretta relazione con la felicità.
Di conseguenza sarà necessario che ciascuno tenga stretta la sua libertà, e che conceda la stessa libertà agli altri – il che vuol dire che si eviterà di esercitare influenza, e si accetterà che gli altri prendano direzioni diverse dalla nostra. È questo ciò che io chiamo individualismo. E le implicazioni di questo discorso sono le stesse anche se intervengono ricchezza e potere.
Che cosa succederebbe se ne abusassimo e – lasciando da parte soprusi più gravi – per esempio dessimo una lezione a qualcuno solo perché non ci va a genio, o se facessimo passare un brutto momento a qualcun altro per antipatia?»
Sōseki Natsume (Edo 1867 – 1916), pseudonimo di Kinnosuke Natsume, è unanimemente considerato il più grande scrittore del Giappone moderno, maestro riconosciuto di Tanizaki, Kawabata e Mishima. Tra le sue opere principali, recentemente tradotte i Italia: Io sono un gatto, Il signorino, Il viandante, Erba lungo la via e Il cuore delle cose.
Sartre e la Tradizione Metafisica
Bollettino Studi sartriani – Gruppo ricerca Sartre 4/2008 – Atti del convegno, Roma, Centro Studi italo-francesi, 15 febbraio 2008
Autore/i: Autori vari
Editore: Biblink Editori
presentazione di G. Farina, convegno organizzato da G. Farina e F. Saverio Trincia in collaborazione con il Gruppo di Studio Sartriani Centro di Studi italo-francesi, Università degli studi di Roma Tre e l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”.
pp. 192, Roma
Questo numero del “Bollettino” pubblica gli Atti del Convegno Sartre e la tradizione metafisica, organizzato a Roma, presso il Centro di Studi italo-francesi, il 15 febbraio 2008.
Il tema, ‘nuovo’ negli studi sartriani e finora poco analizzato dai suoi interpreti, ha inteso promuovere un confronto critico con i classici del pensiero, al fine di ridisegnare il quadro della filosofia di Sartre nei nuovi orizzonti della cultura contemporanea.
Dal complesso delle relazioni emerge soprattutto il modo personale e originale in cui Sartre ha utilizzato Aristotele, la neoscolastica francese, Cartesio, Spinoza, Kant, Hegel, Marx, Bergson, per costruire gradualmente il nucleo teoretico della sua filosofia, combinando insieme volontà pratica e teorica, pensiero e vita, tempo e storia.
Il percorso filosofico di Sartre prende avvio nel periodo dei suoi studi presso l’École Normale Supérieure, negli anni 1924-1929; Sartre, appena ventenne, occupa già una posizione emergente tra i suoi compagni, mostra una grande erudizione e un notevole impegno intellettuale: legge con passione Platone, Descartes, Schopenhauer, Kant, Bergson e Nietzsche. Ascolta con interesse le lezioni di Brunschvicg su Spinoza e sul suo tentativo di superare, a partire da Cartesio, ogni forma di dualismo: ne subisce «il fascino insidioso», ne rovescia le formule, rifiuta il ricorso alla metafisica, ma non riesce a svincolarsi definitivamente da essa.
GABRIELLA FARINA,
Presentazione
ANTONELLO D’ANGELO
Sartre, Aristotele e la nozione di possibilità
BENEDETTO IPPOLITO
Sartre e il neotomismo francese
NESTORE PIRILLO
Sartre e il riferimento a Cartesio. Autori, testi, letture
ANIELLO MONTANO
Sartre e Spinoza
FRANCESCO SAVERIO TRINCIA
Sartre, Hegel e la negatività
GABRIELLA FARINA
Sartre, Marx nella cultura francese del dopoguerra (1945-1956)
GIOVANNA GIORGIA GIOLI
Oltre la fenomenologia: il giovane Sartre e Deleuze
Comunicazioni
CRISTINA FICORILLI
«N’être pas» e «ne pas être»: Sartre critico di Kant
Recensioni
L’Europa Centro-Orientale nei Secoli XIX-XX
(1800-1920)
Autore/i: Tamborra Angelo
Editore: Casa Editrice Francesco Vallardi
pp. VIII-528, Milano
Dal Capitolo I – Problema Nazionale e Cornici Sopranazionali nell’Europa Centro-Orientale:
«Le vicende storiche dell’Europa centro orientale nei secoli XIX-XX sono dominate da un problema fondamentale che – essenziale anche per la parte occidentale del continente – possiede qui un significato particolare: l’ascesa, il risveglio nazionale determinerà una vera rivoluzione nella carta politica di questo settore, farà emergere nuovi ideali, mentre trasformazioni sociali e l’ascesa di nuove classi – in connessione con la soluzione del problema nazionale – aprono la strada a profondi mutamenti anche in sede spirituale e culturale.
L’ascesa nazionale dei popoli dell’Europa centro-orientale – dalle pianure di Polonia al Danubio e a quella zona tormentata che sono i Balcani – possiede una sua fisionomia unitaria che non si può cogliere per altre zone del continente. Essa costituisce l’elemento di fondo che giustifica collegamenti spirituali e pratici, contatti fra uomini e analogie di idee, di aspirazioni, di illusioni, di programmi politici, militari, economici, culturali. Le stesse idee, infatti, si inseguono da un punto all’altro dell’Europa – e particolarmente di questa che i Tedeschi chiamano Zwischen-Europa – quasi fossero parole d’ordine, imperativi categorici cui si sente di dover rimanere fedeli.
Questa fisionomia unitaria è data sopratutto dalla esistenza, per tutti, di un problema fondamentale, questo: rompere le rigide cornici sopranazionali, a base dinastica, che da secoli rinserrano queste che già si chiamano «nazioni». Tini troppo stretti o comunque dalle doghe ormai invecchiate e mal connesse, queste formazioni storiche sopranazionali fanno fatica a contenere il mosto in fermentazione, rappresentato dalle forze nazionali in ascesa. Si tratta di due imperi, quello asburgico e quello ottomano, mentre per quanto riguarda la nazione polacca (che ha, come vedremo, una posizione e una «funzione» particolari), il problema nazionale si presenta come aspirazione e sforzo di singoli e collettività, diretto contro le tre Potenze partitrici, per ricostruire lo stato scomparso con le spartizioni.
Abbiamo parlato di formazioni storiche, che hanno affermato una loro funzione sopranazionale, poco più poco meno intorno allo stesso periodo, che hanno combattuto fra di esse per il dominio dell’Europa danubiana dalla battaglia di Mohacs del 1526 sino alla pace di Carlowitz del 1699 e alla successiva pace di Passarowitz e che si sono accordate per una sorta di tacito modus vivendi.[…]»
Il Libro dei Misteri Naturali
Autore/i: Corliss William R.
Editore: Armenia Editore
traduzione di Enrica Viziale.
pp. 432, Milano
La natura è bella, affascinante ma anche strana. La pioggia ad esempio: è naturale che piovano gocce di limpida acqua dal cielo coperto di nuvole, ma può anche accadere che siano rosse come il sangue, nere come l’inchiostro o che cadano da un cielo senza nubi.
E può anche accadere che un giorno nel giardino di casa si trovi un globo luminoso che gironzoli tra l’erba, che un fulmine distrugga una casa ma sbucci delicatamente delle uova, che appaiano diversi soli colorati, che la grandine schioppetti toccando il suolo, che dal cielo piovano-rane, pesci 0 anche… la manna.
In questo eccezionale volume l’autore, un autorevole scienziato americano, ha raccolto oltre 500 testimonianze sui più grandi misteri della natura, tutte strane e affascinanti, tutte documentate dalle principali riviste scientifiche del mondo, e nessuna pienamente spiegata.
A chiunque pensi che la scienza dei giorni nostri sia in grado di fornire dettagliate spiegazioni su qualsiasi fenomeno, questo libro potrà dare non poche scosse; ai più smaliziati, ai meno fiduciosi nell’onniscienza del sapere umano, offrirà invece notevole materiale da catalogare e annoverare nel proprio bagaglio culturale.
Politica Estera nell’Estremo Oriente
Studio sull’imperialismo e il nazionalismo
Autore/i: Das Taraknath
Editore: Casa Editrice Giuseppe Principato
pefazione di Herbert Wright, prefazione dell’autore, traduzione dall’originale inglese di M. Vismara.
pp. 296, Messina
Sommario:
Prefazioni
- CAP. I. – La posizione degli Orientali nel mondo attuale
- CAP. II. – L’importanza delle tendenze politiche in Estremo Oriente
- CAP. III. – I precedenti della politica internazionale nell’Estremo Oriente
- CAP. IV. – La politica estera francese in Estremo Oriente
- CAP. V. – La politica estera giapponese in Estremo Oriente e l’annessione della Corea
- CAP. VI. – La politica estera britannica in Estremo Oriente e l’alleanza anglo-giapponese
- CAP. VII. – Problemi attuali di politica estera in Estremo Oriente
- CAP. VIII. – La politica estera del Presidente Franklin D. Roosevelt
- CAP. IX. – Il conflitto sino-giapponese del 1937-38
Appendici
Indice analitico
Costellazioni Estetiche
Dalla storia alla neoestetica – Studi in onore di Luigi Russo
Autore/i: Autori vari
Editore: Edizioni Angelo Guerini e Associati
prefazione e cura di Paolo D’Angelo, Elio Franzini, Giovanni Lombardo, Salvatore Tedesco.
pp. 486, Milano
Forte della sua molteplice formazione letteraria, storico-artistica e filosofica, Luigi Russo sin dai suoi primi scritti ha saputo coniugare all’apertura e all’innovazione teorica e tematica un autentico rigore storiografico.
È a questo fecondo incrocio di innovazione metodologica e costruzione sistematica che i lavori raccolti in questo volume intendono far riferimento e da cui traggono spunto, in dialogo con Luigi Russo e con i nuovi sviluppi del suo percorso teorico.
Le Perle di Ainyahita
Autore/i: Anonimo
Editore: A. M. D. – Accademia Magistrale DOM Edizioni
prefazione all’edizione del 1913 di Otoman Zar-Adusht Ha’nish, traduzione dal testo in francese di Jessica Agosti e Giuliana Cossettini, traduzione dal testo in inglese e cura del prof. Maurizio Zucchetti.
pp. 142, Roma
Dalla prefazione alla edizione del 1913:
«La scoperta nel deserto del Gobi di antichi e preziosi manoscritti e gli ulteriori ritrovamenti effettuati sull’Altopiano del Tibet ci hanno portato a dare seguito alla pubblicazione delle Perle sulla rivista Mazdaznan durante gli anni 1907, 1908 e 1909. Questi scritti frammentari hanno incontrato un così grande favore tra quanti amano apprendere che ci siamo sentiti incoraggiati a proseguire in vista di questo grande e ricorrente obiettivo; rivestire un pensiero retorico di un linguaggio più semplice, abbreviando lunghi discorsi e presentandoli in una forma più concisa.
Ainyahita costituisce il tema di amichevoli discussioni alla stesso livello del Rubaiyat. Per familiarizzarsi con Ainyahita si deve leggerla e studiarla. Per gli Avastici ella fu un soggetto di adorazione, per i Greci di lode.» (Otoman Zar-Adusht Ha’nish)
Un testo sacro, una fiaba, una iniziazione.
Il lungo discorrere di una bambina, “perla dei Cieli e diadema della Terra”, con la natura e le sue manifestazioni. L’avidità di conoscenza del lettore-cercatore trova, ampia soddisfazione e molteplici sfide. Un testo antico che giunge al lettore per condurlo, di stupore in meraviglia, ad aprire gli occhi sulla percezione della Vita che ad ogni alito di vento e in ogni goccia d’acqua racconta il messaggio destinato all’Uomo.
Quello che potete considerare un libro, in realtà non lo è nel senso comunemente inteso. La parola “libro” qui rispecchia veramente il grande libro della natura, l’unico libro che, a giusto titolo, noi dovremmo prima imparare a leggere, poi leggere e finalmente ritrovare in noi stessi.
Questa successione di “Perle” costituisce il rosario attraverso il quale si rispecchia, evolve e fiorisce l’anima di ognuno di noi. Non è dunque tanto da leggere in quanto ante-Bibbia primordiale quanto da riflettere, da meditare, da approfondire, per far sì che, per la prima volta, sia questo libro a parlare a noi e non il contrario.
L’immenso tesoro che costituisce quest’opera viene legato al cuore di ogni uomo di buona volontà, offrendogli per la prima volta lo specchio amoroso degli occhi di sua madre.
Tali occhi hanno visto, contemplato e ringraziato l’unico autore vero di questo libro, come per ogni uomo deve o dovrebbe essere, nel compimento di una vita non semplicemente umana ma nel ringraziamento permanente della presenza di Dio.
Emozione e Significato nella Musica
Autore/i: Meyer Leonard B.
Editore: Società Editrice Il Mulino
introduzione all’edizione italiana di Antonio Serravezza, premessa dell’autore, traduzione di Claudio Morelli.
pp. 364, nn. spartiti musicali, Bologna
Un testo basilare per l’estetica musicale contemporanea, un riferimento ormai classico, non solo per i musicologi: Meyer è noto non soltanto come lo studioso che ha introdotto nell’analisi musicale metodi e concetti della psicologia delle percezione, ma e anche autore di una teoria delle emozioni che ha un suo posto nell’evoluzione della psicologia moderna. Il libro scava in profondità nella «fisiologia» della musica, nel senso di un’indagine sul funzionamento dei processi di significazione, di individuazione degli schemi interattivi con l’ascoltatore nei quali si origina il significato. Mai, prima di questo lavoro, si erano analizzate le modalità della comunicazione musicale a così breve distanza dall’oggetto. Dove per «oggetto» si intende propriamente l’esperienza musicale: la musica, infatti, non è mai tematizzata indipendentemente dal suo correlato soggettivo, al di fuori del processo di produzione-ricezione in un dato contesto. Molti dei tradizionali, classici problemi dell’estetica e della teoria musicale, come le alternative formalismo/contenutismo, elemento intellettuale/elemento emotivo, assolutismo/referenzialismo trovano in questo libro approfondimenti significativi e maturano decisivi sviluppi. Tesi tradizionalmente legate a posizioni speculative vengono calate in un contesto scientifico aperto alle acquisizioni della psicologia, della teoria della comunicazione, dell’etnomusicologia, risultandone di volta in volta arricchite, modificate, o invalidate.
Leonard B. Meyer insegna Musica nell’Università della Pennsylvania ed e uno dei massimi studiosi di musicologia e estetica musicale. Tra le sue opere ricordiamo «Music, the Arts and ldeas» (Univ. of Chicago Press, 1967), «Explaining Music: Essay and Explorations» (Univ. of California Press, 1978) e «Style and Music. Theory, Histow and ldeology» (Univ. of Pennsylvania Press, 1989).
Introduzione all’edizione italiana di Antonio Serravezza
Premessa
I. Teoria
II. Attesa e apprendimento
III. Principi di percezione dei modelli: la legge di buona continuazione
IV. Principi di percezione dei modelli: compiutezza e conclusione
V. Principi di percezione dei modelli: l’indebolimento della forma
VI. Prova: deviazione nell’esecuzione e organizzazione tonale
VII. Prova: deviazione simultanea e successiva
VIII. Annotazioni su processi di rappresentazione, connotazioni, stati d’animo
La Musica e l’Ineffabile
Autore/i: Jankélévitch Vladimir
Editore: Tempi Moderni Edizioni
presentazione di Carlo Sini e Vincenzo Vitiello, introduzione cura e traduzione di Enrica Lisciani-Petrini.
pp. LXVI-220, nn. spartiti musicali, Napoli
Nell’attuale dibattito filosofico sui limiti e le possibilità dell’ermeneutica la parola di Vladimir Jankélévitch esige un ascolto attento e partecipe – da quanti sono realmente interessati al dialogo della filosofia con l’arte. Il filosofo e musicologo francese può insegnarci ancor molto e sulla via e sulla mèta del nostro interrogare l’arte ed interrogarci sull’arte da filosofi.
La musica e l’ineffabile, la prima opera di Jankélévitch tradotta in italiano, ha il raro pregio di cogliere, parlando della musica e in particolare di quella contemporanea, il destino del nostro tempo e così di rivelare il senso profondo della nostra viva esperienza delle cose: lo Charme.
Vladimir Jankélévitch (1903 – 1985) ha insegnato all’Istituto francese di Praga, quindi nelle Università di Toulouse e Lille. Dal 1951 è stato Professore di Filosofia Morale alla Sorbona.
Esperto di musica e pianista raffinato, nel ’44 ha diretto le trasmissioni musicali di radio Toulouse-Pyrénées.
Durante la guerra ha partecipato attivamente alla Resistenza; in seguito si è dedicato con passione alla causa di Israele e alla difesa delle minoranze.
Opere principali: H. Bergson (1931), l’Odyssée de la conscience dans la dernière philosophie de Schelling (1933), Traité des vertus (1949), Philosophie première (1954), Le Je-ne-sais-quoi et le Presquerien (1957), La mort (1966); G. Fauré, ses mélodies, son esthétique (1938), Debussy et le mystère (1949), De la musique au silence (1974-79).
Psicologia e Tecnica dei Colloqui di Vendita
Autore/i: Wage Jan L.
Editore: Franco Angeli Editore
quarta edizione, edizione italiana adattata dal tedesco a cura della redazione della rivista «Idee di vendita».
pp. 240, ill. b/n, Milano
Questo volume si differenzia dalla maggioranza dei testi sulle vendite disponibili sul mercato. Non presenta delle «formule» in grado di assicurare immancabilmente il successo nella vendita, né pretende di trasformare ogni venditore mediocre in un asso: anzi l’Autore afferma che il suo libro si rivolge ai venditori dotati, ai buoni venditori che vogliono eccellere nella loro professione. Malgrado questo l’opera ha incontrato uno strepitoso successo in Germania, dove è giunta rapidamente alla 3° edizione, e in Francia, dove ha avuto accoglienze altrettanto favorevoli sia presso i venditori, sia dai dirigenti vendite e dai tecnici d’addestramento. Quali le ragioni di questo successo? Principalmente quattro: Jan L. Wage
- ha unito a una diretta conoscenza personale del lavoro di vendita una ricerca approfondita e un lavoro sistematico di sviluppo dei fattori di comportamento che contribuiscono alla conclusione positiva delle trattative di vendita;
- ha, come indica il titolo, affrontato il tema centrale della preparazione e conduzione dei colloqui di vendita sia sotto il profilo tecnico-organizzativo, sia sotto quello psicologico, senza privilegiare né l’uno nè l’altro aspetto ma dando una visione completa e realistica dei problemi da affrontare e dei metodi d’approccio attraverso i quali risolverli;
- ha inquadrato il tema del lavoro di vendita in chiave di marketing, dando così ai venditori la possibilità di capire a fondo le strategie e le tecniche seguite dalle imprese più avanzate, di farle proprie, di sfruttarle;
- ha affrontato temi anche complessi in modo piano, di facile lettura, con ricchezza di esempi pratici e di rappresentazioni grafiche dei concetti espressi, senza per questo perdere nulla nella completezza e nell’approfondimento.
Un punto ulteriore a vantaggio del volume è il fatto che, mentre la letteratura professionale ha insistito principalmente sulla vendita dei beni di largo consumo, Wage tratta anche della vendita dei prodotti industriali e dei servizi, proponendo un metodo di programmazione delle trattative che presenta notevoli vantaggi e consente al venditore di controllare e di dirigere ogni fase della preparazione e dello svolgimento delle trattative di vendita.
J. L. Wage (n. a Rotterdam nel 1921, laureato in economia e commercio), si è specializzato in marketing perfezionandosi in diversi paesi d’Europa e negli Stati Uniti. È stato prima venditore e poi direttore commerciale. Dal 1954 ha creato una società di consulenza di direzione e organizzazione commerciale, svolgendo in particolare un vastissimo lavoro d’addestramento di venditori per numerosissime aziende in undici paesi europei (tra cui anche l’Italia). Ha pubblicato altri due volumi, sulla pianificazione delle visite e degli itinerari dei venditori e sulla vendita per telefono (quest’ultimo in corso di stampa in questa collana).
Ragioni Metriche
Versificazione e tradizioni orali
Autore/i: Cirese Alberto Mario
Editore: Sellerio Editore
pp. 516, ill. b/n, Palermo
«Carducci sottolinea che i poeti avvertono rispondenze tra metri e maniere di pensieri e fantasie – scrive Alberto Mario Cirese presentando Ragioni metriche e rimarcando il rilievo insieme etno-antropologico dei suoi vasti studi sulla metrica delle tradizioni orali. Ma il fatto, si sa, non è soltanto individuale: le opzioni metriche esprimono anche il gusto o la poetica di un tempo o di un gruppo, segnandone talora svolte culturali (l’endecasillabo sciolto, che so, o il rifiuto degli schemi fissi della poesia contemporanea); ed anche in questo campo, come in quello della lingua o della musica, la trattatistica fissa modelli normativi che esprimono o inducono comportamenti e concezioni. Insomma anche la teoria e la pratica della versificazione sono lineamenti della fisionomia culturale di un tempo o di un gruppo; e quando siano “popolarmente connotate” divengono oggetto legittimo e significativo delle indagini demologiche, come del resto è accaduto sin dal loro primo avvio e poi ripetutamente lungo più di un secolo e mezzo. Gli oggetti metrici, dunque, come oggetti demologici (e più oltre etno-antropologici), in ragione della loro rappresentatività attuale o passata rispetto al mondo popolare (anche nelle sue articolazioni etnico-regionali: la villotta friulana, per esempio, o i mutos e mutettus sardi). Una sorta di etnostilistica della versificazione, a voler cercare etichette promozionali; o anche una stilistica della etno-versificazione, per meglio segnare il fatto che gli oggetti metrici hanno una loro intrinseca specificità che richiede intrinseca specificità di approcci».
Alberto Mario Cirese (Avezzano, 1921) è professore emerito di Antropologia culturale presso l’Università La Sapienza di Roma, ha insegnato nelle Università di Cagliari e Siena. È autore di: Gli studi di tradizioni popolari nel Molise (1955), La poesia popolare (1958), Cultura egemonica e culture subalterne (1973), Tradizioni orali non cantate (1975), Intellettuali, folklore, istinto di classe (1976), Oggetti, segni, musei (1977), Intellettuali e mondo popolare nel Molise (1983), Segnicità fabrilità procreazione (1984), Dislivelli di cultura e altri discorsi inattuali (1997), Il dire e il fare nelle opere dell’uomo (1998), Tra cosmo e campanile (2003), All’isola dei Sardi (2006), Beni volatili, stili, musei (2007). Con questa casa editrice ha pubblicato Ragioni metriche (1988).
Preghiera e Poesia
Autore/i: Bremond Henri
Editore: Rusconi
prima edizione, introduzione e traduzione di Wanda Rupolo.
pp. 208, Milano
Henri Bremond è ricordato soprattutto come l’autore della celebre e monumentale Storia letteraria del sentimento religioso in Francia. Ma non sono meno importanti i suoi scritti teorici, tra i quali tiene probabilmente il primo posto Preghiera e poesia, un agile e seducente trattato che può essere letto in prima istanza come un testo di riflessione estetica dove, lungo un suggestivo cammino a ritroso, l’autore ci guida dall’opera poetica elaborata alla fucina del fare poetico, dalla parola al silenzio, dal mondo della coscienza verso l’inconscio, in quella zona latente e indeterminata dove fermenta l’ispirazione.
Ma era naturale che in questa direzione un uomo come Bremond, così fortemente intinto di esigenze religiose, dovesse per forza imbattersi nel tema della condizione mistica. E in realtà, Come già il titolo ci suggerisce e ci annunzia, Preghiera e poesia, nelle sue parti essenziali, diventa un libro che rincorre in parallelo l’esperienza estetica e l’esperienza mistica per metterne in luce somiglianze e differenze: l’analogia delle disposizioni di fondo ma, subito dopo, la comunicabilità della prima e l’incomunicabilità della seconda, lo scacco della prima allorché pretende d’avvicinarsi all’Essere e lo scacco della seconda allorché pretende di manifestarlo.
Si tratta di pagine dove un pensatore lungamente addestratosi a meditare sulle zone dell’interiorità dice cose finissime e spesso decisive non solo intorno alla poesia, ma intorno alla mistica, e insomma intorno a due ordini di «spiritualità» teoreticamente non confondibili, che tuttavia hanno ambedue come premessa e come radice l’intelligenza intuitiva del cuore, ciò che è irriducibile alla logica, il non razionabile.
Henri Bremond (1865-1933) entrò giovanissimo nella Compagnia di Gesù, da cui usci nel 1904 restando semplice sacerdote. Si formò prevalentemente in Inghilterra, dove s’avvicinò al pensiero di J.H. Newmann, al quale più tardi dedicò una biografia. Esordì con saggi critici poi raccolti nei volumi L’Inquiétude religieuse (1901), Ames religieuses (1902), L’Enfant et la vie (1902). Dopo alcuni volumi di agiografia, tra cui Sainte Chantal (1912), incominciò a pubblicare nel 1915 l’Histoire littéraire du sentiment religieux en France depuis la fin des guerres de religion, che l’avrebbe tenuto occupato fino alla morte. Nel 1923 venne eletto all’Accademia di Francia. Immediatamente successive sono le sue opere di riflessione estetica, in particolare La Poésie pure (1926) e Prière et Poésie (1926), che furono al centro di vivaci polemiche.
Il Sistema Occulto
La fuga dalla ragione nella politica e nella società del XX secolo
Autore/i: Webb James
Editore: SugarCo Edizioni
prefazione dell’autore, traduzione di Carlo Donato, titolo originale: The Occult Establishment, disegno di copertina di Martina Clemente.
pp. 416, Milano
La chiave di James Webb per capire il mistero dell’occultismo del XX secolo e la relazione tra nazismo e occulto è una piena comprensione dello spiritualismo e dell’irrazionalismo ottocenteschi, che sono riemersi nella civiltà occidentale del XX secolo e non in oscuri anfratti, ma nelle istituzioni sociali e politiche, nell’arte e nella letteratura. Webb ci guida attraverso una spinosa e affascinante foresta di particolari misteriosi, di scritti sfrenatamente mistici, di contorta propaganda settaria che giustifica la definizione dell’epoca attuale come l’Età dell’Irrazionale. Tra l’altro, un penetrante esame dei falsi Protocolli degli Anziani di Sion introduce il lettore in una catena di eventi che portano fino agli orrori del nazismo. L’acuta introspezione di Webb delle personalità che si sono lasciate attrarre dal sapere occulto e la sua analisi dei sentimenti d’odio comuni a fanatici religiosi e politici portano il lettore a una più seria considerazione dell’odierna popolarità dell’occulto. Ma, soprattutto, James Webb tratteggia un’autorevole, obiettiva e appassionante visione della più grande battaglia combattuta nel XX secolo: la battaglia tra ragione e irrazionalità.
“Avevo già cominciato a scrivere questo libro quando mi sono accorto che prima di tutto avrei dovuto fare i conti con un altro fatto storico completamente trascurato. Il mio punto di partenza era stato il tentativo di verificare o smentire alcune delle asserzioni intorno alla relazione tra il nazismo e l’occulto. La mia sorpresa cresceva col progredire delle mie conoscenze: qualche relazione ovviamente esisteva, ma non nel senso voluto dalla superstizione popolare. La familiarità con i metodi del pensiero occulto cominciò a rivelare la presenza di una tradizione esoterica nei luoghi più insospettabili..Scoprii che nonostante l’enorme quantità di materiale sull’argomento, nessuno si era preoccupato di scoprire che cosa in effetti sia l’occulto” (Dalla prefazione)
«Il golem di Meyrink e l’occultismo a Praga e Vienna ° monte verità e le comuni utopiche ° Steiner e l’antroposofia ° il Kibbo Kift e i movimenti giovanili tra le due guerre ° madame Blavatsky e la dottrina segreta ° i maghi della famiglia imperiale russa ° i protocolli degli anziani di Sion e il segreto degli ebrei ° Adolf Hitler e l’occultismo “volkisch” ° l’Atlantide ariana ° la teoria del ghiaccio cosmico ° Freud e la scoperta dell’inconscio ° le esperienze occulte di Jung ° l’arte moderna, l’occultismo e il fascismo ° la cultura Beat e le esperienze psichedeliche ° Reich, Marcuse e la liberazione metafisica ° la fantascienza, Tolkien e l’immaginazione creativa»
James Webb è nato a Petshire in Scozia; ha studiato al Harrow and Trinity College di Cambridge; ha lavorato in televisione e ha insegnato prima di dedicarsi completamente alla saggistica, nel 1969 specializzandosi in tutti gli aspetti dell’irrazionale. Ha collaborato a “The Occult”, “Man, Myth and Magic” e The Encyclopedia of the Unexplained.
Prefazione
Introduzione – La lotta per l’irrazionale
I° Ginungagapp
II° Il popolo dell’Eden
III° I saggi dell’Oriente
IV° La cospirazione contro il mondo
V° I maghi del Nord
VI° L’Accademia ermetica
VII° La grande liberazione
VIII° Grammatica dell’irrazionale
Note
Indice dei nomi
L’Intelligenza e gli Avvenimenti
Testi 1959-1978
Autore/i: Moro Aldo
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, introduzione di George L. Mosse, note di Gianni Baget Bozzo, Mario Medici e Dalmazio Mongillo.
pp. LXXV-433, Milano
«…per dominare con intelligenza gli avvenimenti…»: da questa frase, contenuta nell’ultimo articolo di Aldo Moro, non finito di correggere e trovato in via Fani il 16 marzo 1978, prende il titolo la racconta di testi di Aldo Moro che la omonima Fondazione ha curato nel corso di un anno di lavoro.
Il fine di questo libro – che riguarda gli anni tra il 1959 e il 1978 – è quello di promuovere studi e interpretazioni del pensiero e dell’opera di uno dei massimi protagonisti dell’Italia postbellica, per inserire la figura in una prospettiva storica. […]
14 Racconti di Fantascienza Russa
Autore/i: Autori vari
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
seconda edizione, a cura di Jacques Bergier, in sovracoperta: Nebulosa anulare S-21 in Lyra.
pp. 434, Milano
[…] In questa antologia – che del resto è la prima che si pubblichi in Occidente – il lettore però troverà soprattutto la faccia attuale della fantascienza sovietica: espressione e paragone delle idee non solo scientifiche e tecniche, ma anche morali e politiche delle giovani generazioni dell’URSS. […]
Al lettore
Introduzione di Jacques Bergier
- Tabella di lettura
- Racconto di capodanno di Vladimir Dudincev
- La macchina CE modello n. 1 di Anatolij Dneprov
- Il gulù celeste di Viktor Saparin
- I granchi camminano sull’isola di Anatolij Dneprov
- L’esperimento dimenticato di Arkadij e Boris Strugackij
- Il capitano dell’astronave Polus di Valentina Zuravleva
- Il risveglio del professor Bern di Vladimir Savcenko
- Navi di stelle di Ivan Efremov
- I sei fiammiferi di Arkadij e Boris Strugackij
- Mister Risus di Aleksandr Beljaev
- La sfera di fuoco di Vladimir Nemcov
- Il bianco cono di Alaid di Arkadij e Boris Strugackij
- Le scarpe magiche di Viktor Saparin
- L’infra del Dragone di Georgij Gurevic
Disputa sulla Conversione di Benito Mussolini
Autore/i: Innocenti Ennio; Spadafora Francesco
Editore: Edito in proprio
settima edizione, edizione fuori commercio a cura della Sacra Fraternitas Aurigerum in Urbe.
pp. 168, illustrazioni b/n, Roma
La prima edizione di questa Disputa (di otto pagine) uscì per il generoso sostegno d’un medico. La seconda (di sedici pagine) e la terza (trentadue) furono incoraggiate da lettori occasionali. La quarta (sessantaquattro pagine) beneficiò, fortunatamente, del Premio del Centenario (1983). Da allora è stato accresciuto il “patrimonio” documentario atto ad approfondire e chiarire l’evoluzione disputata. Purtroppo le ristrettezze economiche non consentono di pubblicare tutto ciò che è stato acquisito. Questo libro viene inviato in omaggio: se esso sarà fraternamente sostenuto, il discorso sarà completato. Il libro può essere in tutta libertà richiesto scrivendo a don E.I. (Roma, 12 settembre 1993 – don Ennio Innocenti)
«…in una delle cartelle che tenevo vicino al lume sul mio tavolo a Palazzo Venezia e che ho invano chiesto, c’è di mio pugno un testamento -maggio 1943- che dice: “Nato cattolico, apostolico romano, tale intendo morire. Non voglio funerali e onori funebri di nessuna specie”. Porto a tua conoscenza queste mie volontà.» (31 agosto 1943 – Benito)
Note: All’interno riproduzione del giuramento di fedeltà e lealtà dei Vescovi allo Stato Italiano nell’originario autografo di Mussolini.
Ennio Innocenti, laureato in Sacra Teologia, ha insegnato, oltre che nelle scuole medie e nei licei, anche a seminaristi (filosofia teoretica, storia della filosofia, teologia fondamentale, ecclesiologia ed ecumenismo) e a professionisti (dottrina sociale della Chiesa). Autore di decine di libri, sia scientifici sia divulgativi, e di centinaia di saggi di rivista, è noto per collaborazioni a vari mezzi di comunicazione sociale.
Francesco Spadafora, laureato in Scienze Bibliche, già docente universitario, giornalista e ancora fecondissimo scrittore, ha pubblicato decine di libri scientifici e divulgativi con varie case editrici. Oltre i numerosi saggi di rivista, vanno ricordate le cento voci, riguardanti temi biblici, da lui curate per l’Enciclopedia Cattolica. E’ stato anche redattore della Bibliotheca Sanctorum e fa il coordinatore del Dizionario Biblico più volte edito dalla Studium.
Prima parte: Alla luce della storia (di E.I.)
- Il problema
- Prodromi
- Fuori dai luoghi comuni
- Chiusura irreversibile?
- Affermazioni da sgonfiare
- I sintomi sicuri
- Calibratura di certe ricorrenti obiezioni
- Il passo del matrimonio religioso
- Radici
- Peccatore, ma con la fede
- A ognuno la propria responsabilità
- Dio atterra e suscita
- Le vie di Dio
- Solitudine della coscienza
- Servi inutiles sumus
- Maturazione filosofica
- La trappola dei falsi fratelli
- Perchè si contrasta il fatto accertato della conversione
- Conclusione
Seconda parte: Alla luce della fede (di F.S.)
- La mia lettera
- La risposta
- Fanciullezza e giovinezza d’un anima eletta
- Il contatto soprannaturale
- Una parentesi
- Fondazione e fenomeni mistici
- Primi contatti con Mussolini
- Messaggi per il Capo del Governo
- Un’inversione di rotta
- Ragioni di interessamento
- Strabiliante Rivelazione
Appendice:
Sintonie soprannaturali di anime cristiane in collaborazione (di Francesco Caridi)
Profilo spirituale di fra Ginepro (di Giano Accame)
Lirica a fra Ginepro (di Mario Varesi)
Hatha Yoga – Posizioni a Testa in giù
Dalla malattia alla salute – Dal dubbio alla certezza – Dalla vecchiaia alla giovinezza
Autore/i: La Maya Jacques
Editore: Casa Editrice Meb
introduzione dell’autore, traduzione di A. Brusati.
pp. 168, nn. illustrazioni b/n, Torino
Da parecchi anni lo Yoga sembra diventare irreversibilmente una nuova dimensione del mondo occidentale. Ma ciò che la presente opera si propone di rivelare – con tutti i dettagli utili – è il posto privilegiato che occupano le ”pose rovesciate” nella moltitudine delle pose correnti. In effetti, la messa in opera di queste ”asana reali” genera molti effetti vari e profondi (spesso poco conosciuti dal gran pubblico, ma molto apprezzati dagli iniziati).
È per permettere di risentire degli innumerevoli benefici (fisiologici, curativi, psichici, mentali e spirituali), che J. La Maya (grande specialista in materia) espone minuziosamente in questo libro le diverse tecniche e ne descrive tutti gli aspetti pratici.
Questo manuale si indirizza a tutti: malati e sani, praticanti dello Hatha-Yoga debuttanti o esperti, ricercatori dell’Occulto e adepti dello Yoga superiore. Si tratta dunque di un’opera Originale che arreca veramente del nuovo nello Hatha-Yoga. Ecco finalmente alla portata di tutti una ”Yogaterapia” (nello stretto senso della parola) che aiuterà a edificare, da voi stessi, la propria esistenza di benessere organico e spirituale. Leggete questo libro e, soprattutto, mettetelo immediatamente in pratica.
Il segno grafico in copertina di questo libro è il simbolo del famoso Mantra ”AUM” Questa sillaba sacra rappresenta foneticamente Brahma, in quanto Verbo Assoluto la cui realizzazione è la meta suprema di tutti gli Yogi.
Da una quarantina d’anni Jacques La Maya, nato in Francia dove vive, opera e insegna, dopo aver acquisito una cultura generale estesa e approfondita (religioni, scienze, filosofie, metafisica e altre forme di umanesimo greco-latino), si è dedicato allo studio metodico delle spiritualità orientali, parallelamente a quelle dell’esoterismo e dell’occultismo.
Si è interessato in modo particolare all’immensa opera di Sri Auribindo, creatore dello Yoga sovramentale. Dal 1930 egli ha intrapreso la pratica delle discipline corrispondenti (Yoga integrale e Zen), pur restando tra gli uomini, ma staccato dai valori temporali e sulla via della liberazione. In Francia ha fondato un gruppo che anima e dirige tuttora, chiamato ”Centro studio e pratica dello Yoga d’Occidente” che organizza riunioni di formazione e d’informazione, dei dibattiti e conferenze sui punti fondamentali dello Yoga.
Le Storie ci Prendono per Mano
L’arte della narrazione per curare la psiche
Autore/i: Taylor Daniel
Editore: Edizioni Frassinelli
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Maura Pizzorno, in copertina: In compagnia di Pablo, ovvero nel vento di Claudio Cargiolli, 1988.
pp. 212, Milano
«Voi siete le vostre storie. Siete il prodotto di tutte le storie che avete ascoltato e vissuto, e delle tante che non avete sentito mai. Hanno modellato la Vostra visione di voi stessi, del mondo e del posto che in esso occupate. I primi grandi narratori furono per voi la famiglia, la scuola, la cultura popolare e, forse, la chiesa. La conoscenza e l’assimilazione di storie sane sono fondamentali per un’esistenza buona e giusta. Se in questo momento la vostra storia è a pezzi o malandata, la si può rimettere in sesto. Oppure, se necessario, può essere sostituita da una storia il cui intreccio vale la pena di essere vissuto.»
Sogni, miti, leggende, fiabe, romanzi… Dopo essere state relegate per secoli nell’ambito incerto dell’irrazionale, dell’illusorio, del fittizio, le «storie» stanno vivendo in questi ultimi anni una seconda giovinezza, grazie alla crescente diffusione della psicoterapia del fantastico secondo la quale narrare e narrarsi cura la psiche. L’arte di raccontare e infatti antica quanto la civiltà e dimostra con trasparente evidenza che l’uomo è un «narratore naturale» ossessivo, instancabile, abituato istintivamente a conoscere e a interrogare se stesso proprio facendosi spettatore e attore di una storia tutta sua, quella della propria vita. Così le sue parole – i libri che più ama, i personaggi delle favole che lo hanno accompagnato nell’infanzia, gli eroi della sua adolescenza, i ricordi più cari della sua «saga» famigliare – non sono altro che la rete che getta al mondo per catturare verità altrimenti sfuggenti e trovare risposte sicure alle sue eterne domande, per stabilire un contatto reale con gli altri e confrontare le sue esperienze. Partendo da questi princìpi, le terapie d’avanguardia della psicologia narrativa hanno appurato che imparare a guardare alla propria esistenza come a una serie di storie – ascoltate dai genitori, lette sui libri, imparate a scuola, rubate al cinema o vissute in prima persona – aiuta a capire se stessi e ad acquistare maggiore sicurezza. Il segreto consiste proprio nel provare a «leggere» la nostra vita secondo i modelli e gli ideali dei nostri racconti preferiti: perché Cenerentola ci era più simpatica di Biancaneve, perché ci colpiva quell’avventura narrata dal nonno o ci identificavamo in un determinato personaggio di un certo libro: perché, in definitiva, amiamo e viviamo certe storie piuttosto che altre. Così, attingendo con acuta capacità di analisi e fine intelligenza ad aneddoti della propria esperienza personale come ai romanzi più popolari, l’autore, unendo sapientemente psicologia, letteratura e filosofia, ci consegna una chiave lieve e preziosa per scoprire finalmente chi siamo e liberarci dalle nostre paure e sofferenze più profonde.
Professore di Letteratura inglese, Daniel Taylor ha pubblicato diversi articoli su riviste specializzate, nonché una raccolta di poesie e due libri di successo.