Libri dalla categoria Isola di Cipro
Libro d’Ombra
Titolo originale: In’èi Raisan
Autore/i: Tanizaki Junichiro
Editore: Bompiani
seconda edizione, a cura di Giovanni Mariotti, con un saggio di Gian Carlo Calza «Junichiro Tanizaki», traduzione dal giapponese di Atsuko Ricca Suga, in copertina: particolare di pittura per makimono attribuita a Sumiyoshi Gukei (1631-1705).
pp. IX-118, Milano
«Libro d’ombra di Junichiro Tanizaki può essere definito un saggio sulla civiltà giapponese, in cui si lodano e si biasimano, secondo i loro meriti, i mobili e i sistemi di riscaldamento e illuminazione, i gabinetti e i ristoranti, le pietre preziose e le stoviglie, le ricette di cucina e i generi teatrali; ma la sua grazia, e il suo incanto per noi, stanno nella semplicità con cui Tanizaki si piega a quelle cadenze naturali, e veramente shōnagoniane, del discorso, che in Occidente appartengono non tanto al mondo della scrittura, quanto a quello dell’oralità familiare e amichevole, e insomma al vasto dominio delle parole dette come viene viene: “mi piace, non mi piace”.
Qualche anno fa si parlò molto degli elementi radicali e sovversivi che il discorso di piacere introduce nell’opera letteraria (e altrove); ma in Libro d’ombra (come del resto, in varie manifestazioni della civiltà giapponese) il discorso di piacere, presente dall’inizio alla fine, si direbbe che favorisca piuttosto un’aura di intimità, di distensione e di relax. Fra i sensi, l’Occidente ha privilegiato la vista, da cui è partito per la sua geometrizzazione dell’esperienza, e ha così svalutato altre sensazioni (auditive, olfattive, tattili, eccetera). E contro tale guasto, o squilibrio, nell’ecologia della sensibilità, che Tanizaki reagisce in Libro d’ombra, polemizzando contro gli eccessi dell’illuminazione elettrica, e opponendo, a un mondo di nude superfici radiose, un universo acquietante della consistenza e della densità, avvolto da ombre (di gabinetti, di monasteri, di case delle geishe…) descritte a una a una, come un campionario di stoffe pesanti e pregiate. Leggendo questo saggio ci si rende conto di come tutta la nostra civiltà, tutta la nostra vita quotidiana, e dunque anche l’idea che ci facciamo del piacere, siano fondate sull’irritazione di alcuni sensi e sull’atrofizzazione di altri, mai su un tentativo di armonizzazione». (Giovanni Mariotti)
Junichiro Tanizaki nasce a Tokyo nel 1886.
Dopo un’infanzia tranquilla, un tracollo finanziario dei suoi lo obbliga a guadagnarsi da vivere come insegnante privato. Iscrittosi alla Facoltà di Lettere dell’Università di Tokyo, interrompe gli studi per assecondare una precoce vocazione narrativa. I racconti Il tatuaggio e Himitsu gli guadagnano i primi riconoscimenti della critica. Agli anni giovanili, dominati da una vena sadica e sensuale, segue un periodo di “vagabondaggio” sia fisico che morale, contrappuntato da un matrimonio non felice e dalla sofferta perdita della madre. Dopo il grande terremoto del Kantō, nel 1923 si trasferisce nel Kansai (zona di Kyōto-Ōsaka-Kōbe), che diviene la sua residenza d’elezione. Da allora e fino al 1950 – durante il cosiddetto “periodo classico” – tutte le sue opere si caratterizzano per uno specifico riferimento al passato; L’amore di uno sciocco è il romanzo che segna lo stacco dalla fase precedente. Del 1928 sono Manji e Gli insetti preferiscono le ortiche; del 1931 Racconto di un cieco e Vita segreta del signore di Bushū; del 1932 I canneti; del 1933 La storia di Shunkin e il saggio che qui presentiamo, da molti considerato il suo capolavoro; del 1936 La gatta; del 1935-38 la versione moderna del Genji monogatari. Nel 1943 la censura blocca la pubblicazione a puntate di quello che sarà il suo romanzo più lungo, Neve sottile (1948), a cui segue La madre del generale Shigemoto (1950). Dopo alcuni anni di silenzio appare nel 1956 La chiave, un romanzo che fa scandalo e gli dà fama mondiale, quindi Il ponte dei sogni (1959), Diario di un vecchio pazzo (1962) e La primavera dei miei 79 anni, pubblicato postumo nell’anno della morte, il 1965. L’Opera omnia in 28 volumi vede la luce l’anno successivo. Negli Anni Sessanta Bompiani ha pubblicato in Italia i suoi romanzi e racconti più importanti.
De Rerum Natura Iuxta Propria Principia
Ristampa anastatica dell’edizione del 1570 con correzioni e aggiunte di Berbardino Telesio
Autore/i: Telesio Bernardino
Editore: Istituto Suor Orsola Benincasa
volume in 100 esemplari in occasione del Convegno Internazionale «Telesio e la Cultura Napoletana», 15-16-17 dicembre 1989, prefazione di Maurizio Torrini.
pp. XIV-214, Napoli
Dalla prefazione di Maurizio Torrini:
“«Uomo di un sol libro» si è detto di Bernardino Telesio. Un libro, de rerum natura, a cui avrebbe dato quarant’anni della propria vita, dai primi lavori che dovevano portarlo alla stampa romana dei due libri dell’edizione Blado (1565) a quella in nove libri dell’edizione napoletana del Salviani (1586), definitiva solo perché subito seguita dalla scomparsa dell’autore. In mezzo non c’è soltanto l’edizione qui riproposta del Cacchi (1570), ci sono appunti e postille, rifacimenti e parziali stesure, soppressioni e cancellazioni, traduzioni e ristretti da lui stesso guidati e nuovamente corretti. Ancora Eugenio Garin ha ricordato gli anni di ferro nei quali «il Telesio venne fissando le sue idee» e non solo per le vicende personali dell’autore, per i suoi timori, per la volontà di accomodare ma non di tacere, ma più in generale la storia del nostro paese e dell’Europa, tra la conclusione del Concilio di Trento e la promulgazione dell’Indice dei libri proibiti.[…]”
La Conclusione della Filosofia Categoriale – Contributi ad una Fenomenologia del Metodo Fenomenologico
Autore/i: Conci Domenico
Editore: Edizioni Abete
unica edizione.
pp. 200, Roma
Sommario:
Introduzione
- Senso del presente studio
- Sulla critica husserliana del positivismo. Analisi critico-fenomenologiche
- Sulla critica husserliana dello storicismo e della filosofia della Weltanschauung. Analisi critico-fenomeno logiche
- Ristrutturazione fenomenologica del categoriale e sue ripercussioni sulla natura ciel metodo fenomenologico
- Le scienze moderne nella prospettiva fenomenologica
- L’ipotesi nella prospettiva fenomenologica
- Genesi fenomenologica delle scienze e il ruolo della filosofia categoriale
- Le scienze storico-sociali nella prospettiva fenomenologica
- La filosofia della Weltanschauung nella prospettiva fenomenologica
Analisi conclusive
Storia della Musica Sacra
Autore/i: Katschthaler G. B.
Editore: Edizione Marcello Capra
seconda edizione italiana nuovamente rifusa e migliorata con un’appendice sulla «Storia della Riforma Ceciliana in Italia», prefazione introduzione e nota per cura del sacerdote prof. Paolo Guerrini.
pp. XVI-319, Torino
Dall’Introduzione:
«Prima di trattare della storia della musica cristiana, diamo uno sguardo fugace alla musica precristiana.
Nel quale proposito, due cose mi stanno innanzi; primo, che la musica dai popoli antichi è stata considerata come cosa sacra; secondo, che la musica cristiana si basa su quella del tempo anteriore. Si è scritto infatti: la nostra musica ecclesiastica d’oggigiorno, anzi tutta quanta la musica moderna nella pienezza lussureggiante del sottosviluppo, sia che echeggi nell’unisono canto popolare, oppure nelle complesse, copiose armonie delle nostre grandi opere vocali, istrumentali e drammatiche, nient’altro è se non che un prodotto tutto proprio del Cristianesimo.
Essa non ha nulla di comune con la musica antica, con la musica cioè dei popoli che furono prima di Cristo, ma quantunque nei suoi primordi venisse formandosi dietro le antiche teorie, si sviluppò tuttavia di pari passo con la dottrina cristiana. In intimo nesso con i sacri riti della Chiesa e collo svolgersi delle dottrine dogmatiche, ben presto si mondò delle vecchie reminiscenze, fiorendo quale arte del tutto nuova, messa in luce e nutrita del Cristianesimo. Certamente, La musica ecclesiastica È figlia del cristianesimo; non si può però dire che essa sia nata senza dipendenza di sorta della musica dei tempi precristiani, come vorrebbe qualche storico, p. Es. il Kiesewetter, ed anche (almeno stando al passo arrecato) l’autrice dinanzi citata. Anzi la relazione col tempo anteriore spicca non solo perciò che concerne il testo e le melodie, ma ben anche rispetto alla collocazione di cantori in chiesa, ai loro abiti, ed a parecchie altre cose secondarie.
Come del giudaismo, pei suoi simboli e per le sue profezie su Cristo Redentore, pregne di idee cristiane e tanto più copiose quanto più vicine alla pienezza dei tempi, si può dire che fu preparazione al Cristianesimo: come nello stesso paganesimo si incontrano molte verità di religione naturale ed altre assai in riguardo a Dio, così che gli apologisti cristiani dei primi secoli credettero bene di attingere spesso a tali idee, e persino Sant’Agostino e più tardi l’angelico dottore san Tommaso rimandavano nelle loro opere ad Aristotele: così fu anche della musica ecclesiastica. Ad essa avvenne appunto come ad altre istituzioni liturgiche, rispetto alle quali i cristiani non trascurarono quanto già esisteva presso giudei e pagani, servendosi di ciò che conveniva agli scopi del loro culto, perfezionandolo, trasfigurando ed improntandovi alcun che di sopranaturale.»[…]
Prefazione
Introduzione
La musica nell’era precristiana
Concetto dell’opera e sua distribuzione
Sviluppo della musica ecclesiastica
Da Cristo a Sant’Ambrogio
Da Sant’Ambrogio a San Gregorio Magno (397-590)
San Gregorio Magno
– Suoi meriti in generale
– San Gregorio e la teoria del canto liturgico
– La compilazione dell’Antifonario
– La schola cantorum organizzata da San Gregorio
Fioritura e progressi della musica ecclesiastica (600-1600)
– La diffusione del canto gregoriano nelle regioni settentrionali d’Europa
– I tempi e l’opera di Guido d’Arezzo (nota di appendice sui teorici medioevali)
– La preformazione della polifonia
I maestri della polifonia e le loro opere
– Fuori d’Italia
– In Italia
Decadenza della Musica ecclesiastica (1600-1830)
– Cause della decadenza
– Rinascimento musicale a Firenze ed a Venezia
– Opposizione della Chiesa alla decadenza dell’arte musicale sacra
– La decadenza della pura polifonia iniziatasi nella scuola veneta si propaga in Italia e fuori
– L’organo quale strumento liturgico
– La musica strumentale in chiesa (nota dell’oratorio)
– La canzone popolare
– Opposizione al movimento di decadenza da parte della Chiesa
– Il secolo XVIII
– I musicisti più insigni di quest’epoca
La restaurazione della musica sacra (dal 1830 fino a noi)
– Carattere generale della restaurazione
– I primi passi verso la restaurazione
– Dall’Austria all’Italia
– Le Associazioni ceciliano in Germania e nei paesi tedeschi
– Nell’Inghilterra
– In Olanda e nel Belgio
– In Francia e negli Stati Uniti d’America
– Osservazioni generali
– Per il canto gregoriano
Appendice
La Restaurazione della Musica Sacra in Italia
– I primi dieci anni (1874-1884)
– Da un Regolamento all’altro. Il decennio 1884-1894
– Dal 2˚ Regolamento di Leone XIII al Motu-proprio di Pio X. Il decennio 1894-1904
– Gli ultimi anni
Chakra・I Centri Vitali del Nostro Corpo
Scoprire e sviluppare la propria energia vitale
Autore/i: White Ruth
Editore: Sonzogno
prefazione di Eric Gomes, traduzione di Angelo Quattrocchi.
pp. 240, Milano
I chakra sono i centri del nostro corpo eterico in cui scorre l’energia vitale.
Presiedono tutte le più importanti attività fisiche e Spirituali. l’espressione, la creatività, i sentimenti, la sessualità.
Conoscere i chakra significa accedere a inaspettate informazioni su noi stessi e imparare a sentire la nostra energia vitale.
Questo libro, facile da usare, è una guida completa per la conoscenza dei chakra con una ricca serie di esercizi, visualizzazione, meditazioni.
Prefazione
L’esplorazione dei vostri chakra
Una storia personale
Il chakra della radice
Il chakra del sacro
Il chakra del plesso solare
Il chakra del cuore
Il chakra della gola
Il chakra della fronte
Il chakra della corona
I nuovi chakra
Il chakra dellla base
Il chakra dello hara
Il centro dell’amore incondizionato
Il chakra del terzo occhio
Risposte alle domande più frequenti
Riflessioni su alcune energie dei chakra nel nostro tempo
Glossario
Bibliografia
Indice
Libro delle Rivelazioni
Scritti Spirituali del Medioevo 2
Autore/i: Giuliana di Norwich
Editore: Editrice Àncora
introduzione, traduzione dal testo critico e Note di Domenico Pezzani, in copertina: foglio 97 del manoscritto Add. 37790 (Amherst Ms.) con l’inizio del Testo Breve delle «Rivelazioni», scritto nel 1413, quando Giuliana era ancora in vita.
pp. 356, Milano
Questa è la prima traduzione italiana basata sull’edizione critica del testo inglese delle Rivelazioni e arricchita, inoltre, da un’ampia introduzione e da un notevole apparato di note, oltre che dal riferimento a tutte le parti del Testo Breve non riprese nella versione più lunga e definitiva.
Giuliana di Norwich (1342-1416) ebbe all’età di trent’anni, nel punto più grave di una malattia che sembrava mortale, una serie di “visioni” centrate attorno alla passione di Cristo. Fissò il ricordo delle rivelazioni in un primo scritto, il cosiddetto Testo Breve, che poi, dopo una riflessione durata parecchi anni, ampliò e sistemò in una redazione notevolmente più lunga. […] Non si tratta, quindi, di un testo nè eccentrico né singolare, ma di una riflessione strettamente ancorata alla Bibbia, profondamente calata nella dottrina della Chiesa e offerta come proposta a tutti i fratelli di fede. […]
Giobbe o Dio nella Tempesta
Titolo originale dell’opera: «Job ou Dieu dans la tempête» – Librairie Arthème Fayard
Autore/i: Eisenberg Josy; Wiesel Elie
Editore: SEI – Società Editrice Internazionale
traduzione italiana di Chiara Pagani, in copertina: Jusepe de Ribera «Giobbe» Parma, Galleria Nazionale.
pp. 378, Torino
Perchè la sofferenza? Come si giustifica l’esistenza del male? […] Nella Bibbia c’è un libro, insieme riflessione filosofica e poema sinfonico, che vibra tutto d’indicibile sofferenza: il Libro di Giobbe. Il dolore che lo pervade da un capo all’altro lacera di prepotenza il tessuto delle parole per farne erompere la domanda più terribile, fuor d’ogni tempo perché è di tutti gli uomini e di tutti i tempi: perché si deve soffrire?
Il personaggio di Giobbe è diventato un esemplare: nessun altro, nella letteratura universale, ha subìto tante prove e perduto tutto in un breve volgere di tempo.
Josy Eisenberg ha riletto il libro di Giobbe insieme a Elie Wiesel, testimone del genocidio, un sopravvissuto di quei luoghi d’orrore dove per sei milioni di volte il perché della sofferenza del Giusto ha dilaniato i cuori, forse anche i Cieli.
Un capitolo dopo l’altro, meditando e commentando versetto su versetto, Josy Eisenberg e Elie Wiesel hanno tentato un parallelo fra testo biblico e mondo moderno. Un colloquio a due voci che è anche la ricerca di un cammino nel regno del dubbio e dell’assurdità della Storia.
Elie Wiesel, scrittore romeno ebreo deportato ad Auschwitz e a Buchenwald, ha dedicato quasi tutta la sua opera letteraria alla memoria della «catastrofe».
Capo della commissione presidenziale americana sull’Olocausto, nel 1986 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace.
Tra le sue opere: La notte, L’ebreo errante, Contro la malinconia, Un ebreo oggi.
Josy Eisenberg, rabbino, è giornalista.
Lo Specchio che Ritorna
I terrori o i piaceri erotici adolescenziali, tratti dalla pittoresca cronaca del clan familiare
Autore/i: Robbe-Grillet Alain
Editore: Spirali Edizioni
prima edizione, traduzione di Anna Zanon, collana: Romanzo Spirali n° 22, titolo originale: Le miroir qui revient.
pp. 244, Milano
Tra romanzo e autobiografia, Robbe‑Grillet ci parla della sua vita, del suo passato sempre con lo stile peculiare che l’ha reso celebre esponente del nouveau romance. In “Lo specchio che ritorna” abbiamo il piacere di assaporare la sua prosa asciutta, il suo stile neutro applicato all’autobiografia; possiamo insomma accostarci allo scrittore che narra di sé stesso. Un piacere da cui siamo rimasti troppo a lungo privi.
Estratto del libro:
«Se ho buona memoria, ho incominciato la scrittura del presente libro verso la fine dell’anno ’76 o all’inizio del ’77, e cioè alcuni mesi dopo la pubblicazione di Topologia di una città fantasma. Eccoci poi all’autunno dell’83 senza che il lavoro sia avanzato di molto (una quarantina di pagine manoscritte), continuamente abbandonato per compiti che mi sembrano più urgenti.»
Un romanzo? Un’autobiografia? Il linguaggio del romanzo, si sa, non è quello che lo scrittore usa nel quotidiano. E siccome qui è l’uomo Robbe‑Grillet a parlare (di sé romanziere, di sé bambino), la sua scrittura sembrerà meno austera di quella a cui ci ha abituati. Ma la tessitura avventurosa dei frammenti rubati ai territori o ai piaceri erotici del ragazzino, tratti dalla pittoresca cronaca del clan familiare, lasciati dagli anni della guerra o dell’orrore nazista, tutto l’intreccio di piccole cose, di pacata iconografia, di lacune e di eventi smisurati condurrà il lettore, a sua insaputa, a identificare il funzionamento incerto di un’esistenza in quello di tutta la letteratura moderna.
Alain Robbe-Grillet: Nato a Brest nel 1922 – deceduto a Caen nel 2008, è stato uno scrittore, saggista, regista e sceneggiatore francese.
Massimo teorico ed esponente, assieme Nathalie Sarraute, Michel Butor e Claude Simon, del gruppo del Nouveau roman (nuovo
romanzo), movimento che ha espresso una rigorosa e totale alternativa allo psicologismo del romanzo moderno, Alain Robbe-Grillet è stato eletto membro dell’Académie francaise nel 2004. Ha profondamente influenzato la letteratura europea della seconda metà del Novecento, tra cui anche gli italiani Edoardo Sanguineti e Ferdinando Camon.
Lo stile di scrittura di Alain Robbe-Grillet è stato definito realista o fenomenologico o teoria della superficie pura. La sua descrizione metodica, geometrica e spesso ripetitiva degli oggetti sostituisce (anche se spesso rivela) la psicologia e l’interiorità del personaggio. Il lettore deve così lentamente ricostruire la storia e l’esperienza emozionale, per esempio, della gelosia, nella ripetizione delle descrizione, nell’attenzione agli strani dettagli, e nelle continue interruzioni, un metodo che ricorda l’esperienza della psicoanalisi, in cui i significati più profondi dell’inconscio sono contenuti nel flusso di interruzioni e di libere associazioni. La cronologia e la trama vengono spezzate, e il romanzo risulta l’equivalente letterario di un quadro cubista. Eppure la sua opera in ultima analisi è caratterizzata dalla sua capacità di produrre significati diversi a molte persone diverse.
La Ricerca del Tao – Il Dibattito Filosofico nella Cina Classica
«La più stimolante e straordinaria descrizione delle antiche scuole filosofiche cinesi». (Joseph Needham)
Autore/i: Graham Angus C.
Editore: Neri Pozza Editore
prefazione di Maurizio Scarpari, premessa e introduzione dell’autore, traduzione di Riccardo Fracasso.
pp. XXIII-574, Vicenza
Gallese di nascita, Angus Charles Graham (1919-1991) si laureò in teologia a Oxford nel 1940. Durante la guerra, arruolatosi nella Royal Air Force, fu impiegato come interprete di giapponese in Malesia e Thailandia. Nel 1949 conseguì il B.A. Honours First in lingua cinese presso la School of Oriental and African Studies (SOAS) di Londra e nel 1953 concluse il Ph.D., discutendo una tesi su due filosofi cinesi dell’undicesimo secolo. Ha insegnato lingua cinese classica alla SOAS dal 1950 al 1984, quando venne insignito del titolo di Professore Emerito. Nel 1981 divenne membro della prestigiosa ed esclusiva British Academy. Subito dopo il pensionamento si trasferì per qualche tempo all’Institute of East Asian Philosophies di Singapore e, in seguito, alle università di Taiwan (Tsing Hua), di Brown e delle Hawaii.
Autore di dodici monografie, di oltre una sessantina di saggi pubblicati in importanti miscellanee e sulle più autorevoli riviste accademiche di tutto il mondo, di un gran numero di recensioni e commenti apparsi anche su riviste non specialistiche quali il Times Literary Supplement, Graham ha lasciato un segno tangibile del suo operato soprattutto nei settori della lingua cinese classica e della ricostruzione dei testi cinesi antichi, della loro traduzione e interpretazione filosofica. Linguista, filologo, filosofo egli stesso, poeta, maestro prezioso per intere generazioni di studiosi nella migliore tradizione di un autentico Zi, ha al suo attivo opere di impareggiabile valore. Tra queste basterà qui ricordare i suoi lavori sui testi taoisti e la ricostruzione, analisi e traduzione del Canone Moista. La pubblicazione della Ricerca del Tao, avvenuta due anni prima della sua morte, fu salutata dal mondo accademico come un evento di portata eccezionale. Pensato non solo per la cerchia ristretta dei sinologi e comparatisti, per i quali è divenuto un testo di riferimento da cui è impossibile prescindere, questo libro si rivolge anche al più vasto pubblico di coloro che intendono affrontare con serietà lo studio del pensiero cinese antico.
Riccardo Fracasso, sinologo vicentino specializzato in filologia, paleografia e storia delle religioni, oltre a numerosi saggi e articoli specialistici, dedicati a vari aspetti delle sfere letterarie, religiose e mitologiche della Cina Antica, ha pubblicato: A Thechnical Glossary of Jiaguology (1988), Libro dei monti e dei mari (Shanhai jing). Cosmografia e mitologia nella Cina Antica (1996) e ha curato la traduzione italiana di Sun Tzu, L’arte della guerra (1994). È titolare dell’insegnamento di Religioni e filosofie della Cina presso l’Università di Ca’ Foscari a Venezia.
La Dottrina Segreta – Scienza Occulta e Scienza Moderna
Sintesi della scienza della religione e della filosofia
Autore/i: Blavatsky Helena Petrovna
Editore: Fratelli Bocca Editori
prima edizione italiana, traduzione di Roberto Hack.
pp. 386, Milano
Sommario:
SEZIONE I
Della scienza occulta e della scienze moderna
SEZIONE II
I fisici moderni stanno giocando a mosca cieca
SEZIONE III
La gravitazione è una legge?
SEZIONE IV
Le teorie della rotazione nella scienza
SEZIONE V
Le maschere della scienza: Fisica o metafisica?
SEZIONE VI
Uno scienziato che attacca la teoria della forza
SEZIONE VII
Vita, forza o gravitazione
SEZIONE VIII
La teoria solare
SEZIONE IX
La forza futura. Sue possibilità e sue impossibilità
SEZIONE X
Degli elementi e degli atomi
SEZIONE XI
Il pensiero degli antichi sotto veste moderna
SEZIONE XII
Prove scientifica ed esoterica in favore della teoria delle nebulose ed obiezioni contro di essa
SEZIONE XIII
Le forze sono tipi di movimento o intelligenze?
SEZIONE XIV
Dei monadi ed atomi
SEZIONE XV
L’evoluzione ciclica e il karma
SEZIONE XVI
Lo zodiaco e la sua antichità
SEZIONE XVII
Riassunto della situazione
L’Arte della Fuga di Giovanni Sebastiano Bach
Autore/i: Lualdi Adriano
Editore: Ente Autonomo del Teatro Comunale «Giuseppe Verdi»
pp. 74, nn. spartiti b/n, Trieste
Sommario:
- Per gli innocenti – Preambolo
- Per gli iniziati – Abbozzo di analisi logica, grammaticale, estetica
- Calendario del giro artistico
- Elenco dei componenti dell’Orchestra da Camera del Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Trieste
Il Segreto del Fiore d’Oro
Un libro di vita cinese
Autore/i: Jung Carl Gustav; Wilhelm Richard
Editore: Bollati Boringhieri Editore
saggio introduttivo di Augusto Romano, prefazione di Carl Gustav Jung, prefazione di Salome Wilhelm, introduzione degli autori, traduzione di Augusto Vitale e Maria Anna Massimello.
pp. 152, nn. tavv.e ill. b/n, Torino
Rivelato all’Occidente nel 1929 dall’opera congiunta di Jung e di Richard Wilhelm, il Segreto del fiore d’oro conserva ancora oggi un duplice, eccezionale interesse.
Ai cultori delle filosofie orientali e dell’alchimia, e agli storici delle religioni, si offre come un testo prezioso della tradizione esoterica taoistica, che enuncia con chiarezza i metodi e il senso ultimo della sapienza cinese: i princìpi della «circolazione della luce» e della «difesa del centro», l’arte della respirazione ritmata, i segreti della meditazione immobile.
Ma, nello stesso tempo, il Segreto del fiore d’oro ha guidato Jung nella riscoperta del significato dell’alchimia che lo ha portato a comprendere i processi dell’inconscio collettivo, e lo ha iniziato a quel «confronto psicologico» con l’Oriente che è una delle costanti più significative e attuali della sua riflessione.
Richard Wilhelm (Stoccarda, 10 maggio 1873 – Tubinga, 2 marzo 1930) è stato un orientalista, teologo e missionario tedesco, fu uno dei più importanti sinologi (studioso della civiltà cinese) di lingua tedesca, a lui si deve la diffusione in Occidente dei princìpi dello Yoga e della filosofia cinese, soprattutto grazie ad alcune memorabili traduzioni di importanti testi sapienziali cinesi, tra cui I Ching.
Carl Gustav Jung, nato a Kesswill, in Turgovia, nel 1875, era figlio di un pastore protestante. Studiò medicina a Basilea e nel 1900 si trasferì a Zurigo, dove iniziò la pratica medica sotto la guida di Eugen Bleuler. Allievo e seguace di Freud, Jung si allontanò dal maestro nel 1913, a causa di forti dissensi. Tra le sue opere, che hanno creato un nuovo indirizzo nella ricerca psicoanalitica, ricordiamo La psicologia della dementia praecox, Libido, simboli e trasformazioni, L’io e l’inconscio, La psicologia del transfert. È morto a Küsnacht nel 1961.
Modelli Semiologici
Autore/i: Greimas Algirdas Julien
Editore: Argalìa Editore
unica edizione, traduzione e cura di Paolo Fabbri e Giuseppe Paioni.
pp. 184, Urbino
Per una tradizione linguistica che va da Saussure a Hjelmslev la teoria del linguaggio non è altro che epistemologia. Sviluppa la sua riflessione a partire dalle lingue naturali e l’allarga ad altri sistemi di segni, ma il suo scopo è l’analisi dei linguaggi scientifici.
Il semiologo deve individuare le relazioni di senso – le semiotiche – che articolano l’universo dei termini-Oggetto della nostra percezione (semiologia); ma anche costruire una gerarchia di semiotiche, esaminando il linguaggio di descrizione, primario, a mezzo d’un nuovo linguaggio, secondario, e questo ultimo con un linguaggio terziario e così via (metasemiologia).
Questa raccolta di saggi di A. J. Greimas è un libro di semiologia e di metasemiologia a un tempo, dove le analisi linguistiche in senso proprio (la scrittura cruciverbista, per es.) affiancano gli articoli teorici (struttura e storia, linguistica e poetica) e i saggi di trans-codifica dei linguaggi scientifici (quelli, ad es., della “mitologica” di Levi-Strauss e di Dumézil) in un linguaggio di livello superiore: la teoria semantica. Questa teoria semantica costituisce la dimensione più appassionante della moderna analisi strutturale e il punto più avanzato del nuovo corso delle scienze umane.
Algirdas Julien Greimas, d’origine lituana, ha lavorato tra il 1946 e il 1949 come ricercatore presso il CNRS e negli anni successivi ha insegnato lingua e grammatica francese nelle Università di Alessandria d’Egitto, di Ankara e Istambul e di Poitiers. Attualmente è “directeur d’études” di semantica generale all’EPHE (Sezione delle Scienze Economiche e Sociali) e responsabile della sezione di semio-linguistica presso il Laboratoire d’Anthropologie Sociale del Collège de France e dell’EPHE. È autore di una fondamentale Sémantique Structurale (Paris, Larousse, 1966) e di numerosi saggi che investono i diversi “domaines” della semantica e della semiotica o sono caratterizzati da un approccio semantico delle categorie grammaticali (topologici, indefiniti, ecc.).
Dei saggi qui raccolti: Elementi per una teoria dell’interpretazione del racconto mitico è apparso in «Communications» 8, 1966; La descrizione della significazione e la mitologia comparata in «L’amme» III, 3 (septembre-décembre 1963); La linguistica strutturale e la poetica nella «Revue Internationale des Sciences Sociales» I (1967); Struttura e storia in «Les Temps Modernes» XXII, 246 (novembre 1966 ); Considerazioni sulla teoria del linguaggio e La scrittura cruciverbista appariranno rispettivamente negli Atti del Congresso di Semiologia di Varsavia (1966) e in un volume di saggi in onore di Roman Jakobson (entrambi in corso di stampa presso l’editore Mouton).
La Rivoluzione Commerciale del Medioevo
Autore/i: Lopez Roberto S.
Editore: Giulio Einaudi Editore
unica edizione, traduzione di Aldo Serafini.
pp. VI-234, Torino
Ben noto ai lettori italiani per la sua brillante sintesi storica dedicata alla Nascita dell’Europa, Roberto S. Lopez analizza in questo volume gli aspetti di quella rivoluzione commerciale che caratterizzò il Medioevo, sino a spegnersi a metà del Trecento, non senza aver lasciato all’Europa una forza e una capacità di recupero assai superiori rispetto all’economia del mondo antico. Venuta meno la capacità trainante dell’agricoltura, mercanti e artigiani, banchieri e viaggiatori sono i protagonisti di un vivace sviluppo economico che ha per teatro l’intero mondo conosciuto, dalla Groenlandia a Pechino. Lopez conferma anche in questo volume le sue doti migliori: la ricchezza della documentazione, l’efficacia dell’approccio metodologico (fra storia ed economia, politica e sociologia), la nitidezza dell’esposizione.
Roberto S. Lopez, nato a Genova nel 1910, vi ha insegnato storia economica nel 1936-38. Vive negli Stati Uniti dal 1939, e dal 1946 è professore di storia alla Yale University, dove è anche preside della facoltà di Studi Medioevali. Tra le sue opere: Benedetto Zaccaria, ammiraglio e mercante (1933), Studi sull’economia genovese nel medioevo (1936), Storia delle colonie genovesi (1938); La prima crisi della banca di Genova (1956), La nascita dell’Europa (Einaudi, 1966), Three Ages of the Italian Renaissance, Medieval Trade in the Mediterranean World.
Eresie dell’Ottocento
Alle sorgenti laiche, umaniste e libertarie della democrazia italiana
Autore/i: Masini Pier Carlo
Editore: Editoriale Nuova
unica edizione, introduzione dell’autore.
pp. 336, Milano
All’indomani dell’Unità, si affacciarono alla ribalta politica uomini nuovi, «scomodi» nei partiti storici o «irregolari» fuori d’ogni partito. Rappresentavano un’Italia non ortodossa, che si batteva tra riformismo socialista, anarchia e liberalismo. Di queste correnti laiche e libertarie, fino a ieri relegate ai margini della storia, Pier Carlo Masini dà un ritratto rigorosamente completo. Liberi pensatori, internazionalisti, umanitari, singole personalità assolutamente non inquadrabili, che costituirono il primo tentativo di emancipazione dai partiti e dalle ideologie.
Pier Carlo Masini si è occupato di ricerche storiche sul movimento anarchico e la sinistra democratica, con particolare interesse per il periodo della Prima Internazionale e per i movimenti politici e letterari del trentennio post-unitario.
Tra le sue opere, Storia degli anarchici italiani da Bakunin a Malatesta (1862-1892), la biografia di Carlo Cafiero e I poeti della rivolta.
Di Ritorno dall’Aldilà
La morte e l’oltretomba nelle testimonianze dei resuscitati
Autore/i: Delacour Jean-Baptiste
Editore: Longanesi & C.
prefazione di A. Resch, premessa dell’autore, traduzione dall’originale tedesco di Margret Trombetta.
pp. 172, Milano
Un osservatore scientifico che, lontano da ogni romanticismo, si trovasse davanti a un organismo senza vita, vedrebbe come la morte distrugga, a poco a poco, un corpo formatosi nel corso degli anni, una personalità che ha impiegato molto tempo per diventare uomo. Ma è proprio vero che dopo la morte c’è solo il nulla?
Siamo destinati a scomparire per sempre nel buio della non-esistenza? Questo libro raccogliete testimonianze di numerose , persone, anche famose, che si sono trovate sospese fra la vita e la morte, aggrappate a una soglia oscura che si apre verso l’ignoto. Sono i racconti di individui clinicamente morti, e riportati, quasi per miracolo, in vita: paesaggi favolosi e scintillanti, ponti sospesi sul vuoto, incontri con persone care già scomparse.
La fenomenologia è ampia e varia, ma coerente nelle sue linee essenziali, tesa a una conclusione unanime: la nostra vita non si arresta con la morte. Al di là delle cose che conosciamo, al di là delle esperienze che ci sono note, ci attende qualcosa di cui ignoriamo ancora gli esatti contorni. Le profondità oscure e le alture illuminate, questo mondo e l’«altro», le cose lontane e vicine si mescolano, si confondono; non hanno confini, né tempo, né fine. Tutto è reale e vivo in una dimensione che supera i parametri usuali del nostro pensiero, in questo affascinante viaggio verso lidi che, prima o poi, tutti dovremo toccare. Perché la morte, forse, è solo lo stadio di transizione che ci spalanca le porte di un universo più libero.
Logoterapia e Analisi Esistenziale
Titolo originale dell’opera: Arztliche Seesorge by Franz Deuticke, Wien – 1966
Autore/i: Frankl Viktor
Editore: Morcelliana
quarta edizione.
pp. 316, Brescia
[…] In questo volume, la cui rinnovata e ampliata presentazione italiana è condotta sulla settima edizione tedesca, l’autore espone il passaggio dalla psicoterapia alla logoterapia, quello dalla psicanalisi all’analisi esistenziale con efficaci pagine sul significato della vita, della morte, della sofferenza, del lavoro, dell’amore, e con approfondimenti delle neurosi d’ansia, coatte, delle forme melanconiche, di quelle schizofreniche, per concludere con considerazioni assai efficaci e acute sul medico come confessore laico e come logoterapeuta.
Un utile nuovo strumento di lavoro al termine del libro: un’ampia bibliografia degli scritti di Frankl e sulla sua opera.
[…]
-I. DALLA PSICOTERAPIA ALLA LOGOTERAPIA
[…]
-II. DALLA PSICANALISI ALL’ANALISI ESISTENZIALE
[…]
-III. IL MEDICO COME CONFESSORE LAICO E COME LOGOTERAPEUTA
[…]
[…]
Uomini e Droga
Interviste esemplari e ministoria della droga
Autore/i: Martino Miranda; Bianco Pino
Editore: Renzo e Rean Mazzone Editore • Italo-Latino-Americana Palma
introduzione di Miranda Martino, commiato di Pino Bianco.
pp. 224, Palermo – Sao Paulo (Brasil)
L’era tecnologica (ancora appena agli albori e destinata a portarci fuori dalla terra, e fuori da noi stessi), così disumanizzante, così pianificante, non spingerà l’umanità tutta alla ricerca di un nepente ristoratore, a far ricorso ad energie anche illusorie per reggere meglio al trapasso, allo stress, ai ritmi frenetici di un mutamento tanto rapido ed estraneo alla nostra attuale costituzione? (Mario Scaccia)
Un elenco completo di droghe non comprende soltanto le sostanze psicotrope: c’è chi è drogato dalla sete di potere, dalla ricerca sfrenata del successo, del denaro, del piacere. Se il rischio reale del ricorso alla droga è quello di alterare e modificare la psiche, le droghe in voga non sono soltanto quelle distribuite dagli spacciatori. Ecco perchè la sola risposta costruttiva di fronte alla gravità del fenomeno-droga è quella del recupero dei valori umani, etici, sociali e religiosi, capaci di dare all’uomo una ragione di vita. (Fiorenzo Angelini)
Miranda Martino e Pino Bianco ci sorprendono gradevolmente per il loro rivelarsi personaggi così solleciti verso l’impegno sociale, così ricco di una sofferta esperienza del problema. E Miranda arriva a dare il suo contributo di chiarezza inequivocabile sul presunto diritto di drogarsi o, per dirla eufemisticamente, sulla auspicata (da chi?) liberalizzazione della droga: “Vorrei che fossimo tutti in assoluta libertà di vivere e non di morire; vorrei che tutti capissero che il diritto di uccidersi non esprime libertà, ma prigionia. E ciò perchè la libertà è innanzitutto una cosa leale”. (Vincenzo Monforte – Rivista “Argomenti”)
Perchè questo libro (Miranda Martino)
I) Interviste esmplari
° Intensificare la lotta (Giulio Andreotti)
° Emarginare i drogati è grave peccato sociale (Fiorenzo Angelini)
° San Patrignano c’è un clima di lager (Giancarlo Arnao)
° La libertà di drogarsi sarebbe un istigazione al suicidio (Pippo Baudo)
° Non c’è più solidarietà (Giorgio Benvenuto)
° Ragazzi, rifugiatevi nell’amicizia, non nella droga (Beppe ex tossicodipendente)
° Ho cominciato in carcere (Beppone, ex tossicodipendente)
° Prevenire è meglio (Silvio Berlusconi)
° Lo Stato deve svolgere una funzione etica ( Gianni Bornia)
° La mafia controlla i laboratori di ricerca (Enzo Caffarelli)
° La punizione è un serpente che si morde la coda (Luigi Cancrini)
° Aiutare chi rinuncia alla vita (Raffaella Carrà)
° Sono contro il sistema delle catene (Franca Catri)
° Spacciatori? Diamogli quarant’ anni! (Maurizio Costanzo)
° Legalizzazione? Pensiamoci due volte (Umberto Eco)
° Con una sanzione, avrei scherzato di meno (Giancesare Flesca)
° Con degli zombies forse serve anche un calcio nel culo (Dario Fo)
° Nella droga non può esserci libertà (Maria Pia Garavaglia)
° Evitare la chiacchiera sterile (Vittorio Gassman)
° Uno Stato rinunciatario e vigliacco (Roberto Gervaso)
° La sanzione penale…extrema ratio, dopo l’esperimento di altri tentativi (Domenico Lo Vasco)
° Legalizzazione? Diventeremmo la Mecca dei td! (Arrigo Levi)
° Era una rivoluzione con me stesso (Luca, ex tossicodipendente)
° Bisogna avere la pelle dura per resistere (Dacia Maraini)
° Drogati in parlamento! Ho visto solo ubriachi! (Elena Marinucci)
° Solo chi è stato ferito può aiutare gli altri (Giulietta Masina)
° Gli errori si pagano (Maurizio, ex tossicodipendente)
° Siamo cristici, calvinisti, apollinei (Eugenio Nardelli)
° La modica quantità ha favorito il mercato nero (Alessandro Pesce)
° Tutta colpa della Thiq (Roberto Romeo)
° La droga è un modo come tanti di morire (Giancarlo Sbragia)
° Il male non si elimina ignorandolo (Mario Scaccia)
° Basta che sia felice! (Stanislao, ex tossicodipendente)
° Amore della vita antidoto della droga (Eugenia Tamburrino)
° La dipendenza è una sporca invenzione dei tossicomani (Marco Taradash)
° L’ eroina è un grande amore che toglie la pelle (Antonio Veneziani)
° L’ Italia era vista come il paese più tollerante in fatto di droga (Silvano Villani)
II) Ministoria della droga
° Riassunto delle puntate precedenti (Pino Bianco)
° A mò di commiato (Pino Bianco)
Filosofia dell’Ascolto
Autore/i: Corradi Fiumara Gemma
Editore: Editoriale Jaca Book
prima edizione italiana.
pp. 278, Milano
Pur riconoscendo che il parlare comporta di necessità un ascoltare, la vasta produzione di studi sul linguaggio ne sottolinea la funzione espressiva e tende a schivare ogni confrontazione con i problemi e gli itinerari dell’ascolto.
La traiettoria della cultura occidentale appare incardinata alla possanza di un logos nel quale tuttavia non sembrano reperibili dimensioni che promuovano le dinamiche dell’ascolto. Il pensiero filosofico sembrerebbe dunque sotteso da un logos dimezzato nel quale si estrinseca il potere del discorso e sempre più viene a mancare la forza dell’ascolto, La pregnanza originaria del verbo-leghein-sembra andare smarrita nella ipertrofia del corrispondente sostantivo-logos.
Mentre la sempre maggiore formalizzazione dei linguaggi specialistici può compromettere una reciprocità comunicativa, la reintegrazione del logos come ascolto e parola mira ad una possibile ancorché travagliata coniugazione di orizzonti.
Se gli umani assurgono al linguaggio in quanto vi sia una disponibilità ambientale ad ascoltare, appare filosoficamente più fertile intendere l’ascolto come ciò che consente la nascita stessa del pensiero e non solo come modalità per attingere ad un dire preesistente. «Parla perché viene ascoltato» e non, semplicemente, «Lo si ascolta perché parla».
Si cerca di spezzare il circolo vizioso dell’ottundimento per cui ciò che sembra in-audibile risulta in-pensabile-«inaudito».
Gemma Corradi Fiumara si è laureata alla Columbia University di New York come borsista Fulbright e successivamente all’Università di Roma.
Oltre ai volumi Philorophy and Coexistence (Sijthoff, Leida 1966), Funzione simbolica e filosofia del linguaggio (Boringhieri, Torino 1980), ha pubblicato numerosi lavori su riviste scientifiche italiane ed estere.
Insegna Filosofia teoretica presso la prima Università di Roma «La Sapienza», dove ha sempre svolto la sua attività.
L’Incarnazione del Signore
Autore/i: Cassiano Giovanni
Editore: Città Nuova Editrice
introduzione, traduzione e note a cura di Lorenzo Dattrino.
pp. 320, Roma
Cassiano nacque intorno al 360-365, da famiglia cristiana e benestante. Ebbe modo di essere avviato ben presto agli studi classici, al punto da formarsi una solida cultura. L’attrazione per la vita monastica lo indusse poi a partire per la Palestina, dove tuttavia non rimase a lungo, preso come fu dal desiderio di visitare di persona i grandi centri del monachesimo egiziano. Fu probabilmente nel 399 che egli lasciò l’Egitto per recarsi a Costantinopoli, presso Giovanni Crisostomo, patriarca della città. Quindi fu a Roma, dove si guadagnò la stima e l’amicizia di Leone, e da lui ebbe l’incarico di esporre il concetto esatto dell’Incarnazione del Signore, per replicare alle argomentazioni di Nestorio, in contraddizione con la fede della Chiesa. Mori verso il 435.
Il De Incarnatione è un testo dottrinale e polemico insieme, e questo spiega perché sia stato trasmesso, tra gli altri, sotto il titolo Contro Nestoria. Nell’intento di confutare quest’ultimo, il quale riteneva che in Cristo la divinità e l’umanità fossero unite semplicemente per concomitanza, Cassiano presenta un criterio giusto per dichiarare l’unità perfetta delle due nature. Ed è per questa strada che egli arriva alla conclusione opposta a quella di Nestorio: mentre costui parla della Madre di Cristo solo come uomo, Cassiano parla esplicitamente di Maria come Madre di Dio. L’opera – che rappresenta un punto fermo nella storia della teologia – viene proposta qui per la prima volta nella versione in lingua italiana, a cura del Prof. Lorenzo Dattrino.
I Padri costituiscono ancora oggi un indispensabile punto di riferimento per l’esperienza cristiana.
Testimoni profondi e autorevoli della più immediata tradizione apostolica, per la partecipazione diretta alla vita della comunità cristiana, in loro la tematica pastorale e ricchissima, lo sviluppo del dogma illuminato da un particolare carisma, la comprensione delle scritture guidata dallo Spirito.
La penetrazione del messaggio cristiano nel contesto socio-culturale della loro epoca, imponendo la trattazione di problemi i più vari e scottanti, porta in loro alla indicazione di soluzioni che si rivelano per noi straordinariamente attuali.
Di qui, il «ritorno ai Padri», con una iniziativa editoriale che cogliesse le esigenze più vive, e talvolta anche più dolorose, in cui si dibatte la comunità cristiana di oggi, illuminandole alla luce delle prospettive e delle soluzioni che i Padri offrirono alle loro comunità. Il che può, oltretutto, costituire un criterio di certezza, in un momento in cui forme di malinteso pluralismo possono ingenerare dubbi e incertezze nell’affrontare vitali problemi.
La collana, diretta dal prof. Quacquarelli, ordinario di letteratura cristiana antica nell’Università di Roma, è curata da docenti qualificati e specializzati nelle singole opere, che in una prosa piana e moderna traducono tutta la spontaneità con cui i Padri scrivevano.