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Margarethe von Trotta – L’Identità Divisa

Margarethe von Trotta – L’Identità Divisa

Autore/i: de Miro d’Ajeta Ester Carla

Editore: Le Mani – Microart’s Edizioni

presentazione di Luciana Castellina.

pp. 408, numerose tavole b/n f.t., Genova

«Abbiamo votato per la sua umanità». La dichiarazione di Italo Calvino, presidente della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia del 1981, che conferì il Leone d’oro al film Anni di piombo di Margarethe von Trotta, era troppo cristallina e imparziale per poter essere a lungo condivisa. E infatti il cinema della regista tedesca è diventato, nell’opinione comune simbolo di estremismo politico o, al contrario, espressione profonda delle istanze politiche proprie della sensibilità femminile.
Il libro vuol riportare il discorso critico sull’opera della von Trotta su un piano più specificatamente cinematografico, rintracciandone i modelli culturali – le antiche civiltà matriarcali, la favolistica nordeuropea, il primo romanticismo tedesco, il cinema espressionista, autori come Berg-man, Hitchcock, Antonioni, la Nouvelle Vague – e individuandone al contempo i legami con la contemporaneità, che hanno trasformato il suo cinema in un momento significativo della rappresentazione della progressiva presa di coscienza femminile.
La parte più attuale e stimolante della ricerca è costituita dall’individuazione di una dominante sottesa a un cinema tutto costruito per opposizioni: la divisione dell’io, che si traduce nei personaggi femminili della von Trotta – che a loro volta spesso sono coppie speculari – in dissociazione tra affettività e indipendenza, autodistruzione e liberazione, fantasmi del materno e fantasie virili di autoaffermazione. Ed è proprio questa dialettica degli opposti a creare lo sviluppo drammatico delle storie dell’autrice tedesca: l’identità divisa alla quale fa riferimento il titolo è anche una metafora del lavoro di regia: sguardo esterno di controllo e insieme partecipazione emotiva alle vicende rappresentate.

Ester Carla de Miro d’Ajeta si occupa da molti anni di ricerche sulle autrici del cinema (in particolare Germaine Dulac, Elvira Notari, Mya Deren, Marguerite Duras, Chantal Akerman), pubblicando su riviste italiane e straniere. Ha ideato e diretto a Genova dal ’77 all’85 il festival Il gergo inquieto, rassegna di Cinema Sperimentale internazionale. Attualmente insegna Filmologia all’Università di Genova.

Società Industriale e Formazione Umana

Società Industriale e Formazione Umana

Autore/i: Ragazzini Dario

Editore: Editori Riuniti

prefazione di Mario Alighiero Manacorda.

pp. X-246, Roma

Dalla prefazione di Mario Alighiero Manacorda:
«Dopo la pubblicazione dell’edizione critica dei Quaderni del carcere, questo di Dario Ragazzini è certamente il primo libro sul pensiero di Gramsci in tema di formazione dell’uomo. […]»

Il Ragazzo del Fiume – Lo Scheletro di un Adolescente Africano Rivela che Tutta l’Umanità Discende da un Unico Ceppo

Il Ragazzo del Fiume – Lo Scheletro di un Adolescente Africano Rivela che Tutta l’Umanità Discende da un Unico Ceppo

Morì un milione e mezzo di anni fa sulle rive di un fiume dell’Africa occidentale: il suo corpo calpestato dagli ippopotami affondò nel fango…

Autore/i: Walker Alan; Shipman Pat

Editore: Edizioni Piemme

unica edizione, prologo degli autori, traduzione di Susanna Bini, titolo originale: The Wisdom of Bones. In Search of Human Origins.

pp. 312, numerose tavole b/n f.t., illustrazioni b/n, Casale Monferrato (AL)

Quella di Alan Walker è la prima grande scoperta paleoantropologica da quando, 25 anni fa, Louis Leaky scoprì lo scheletro di Lucy.

Ecco il libro che ha vinto nel 1997 il prestigioso premio Rhone-Poulenc per la divulgazione scientifica, già assegnato in passato alla Breve Storia del Tempo di Stephen Hawking e a Longitudine di Dava Sobel.

Alto, grosso e forte, morì a poco più di dieci anni di età sulle rive di un fiume del Kenya. Il suo corpo,
calpestato dagli ippopotami, affondò nel fango e fu preservato dall’assenza di ossigeno per un milione e mezzo di anni, sino a quando, una spedizione paleoantropologica guidata dal professor Alan Walker lo ritrovò.

Dieci anni di indagini su quello scheletro e le conclusioni degli scienziati sugli ominidi dell’epoca.
Il ragazzo del fiume si è rivelato essere non un uomo prigioniero nel corpo di un animale, bensì un animale dotato di un corpo quasi umano. Ancora privo della parola e con il cervello di un infante, il “Ragazzo di Nariokotome” – dal nome del fiume sulla cui riva è stato ritrovato – era un homo erectus, l’essere più vicino all’“anello mancante” che congiunge l’australopitecus – di cui esistono molti esemplari in vari continenti – all’homo sapiens dal quale tutti noi discendiamo.
Lo scheletro incredibilmente completo di un ragazzo morto un milione e mezzo di anni fa ci parla, e si tratta di ossa davvero eloquenti. Un’avvincente avventura scientifica alla ricerca delle origini dell’umanità.

Alan Walker e Pat Shipman, marito e moglie, sono professori di antropologia alla Pennsylvania State University. Pat Shipman ha pubblicato un saggio sull’uomo di Neanderthal e uno sull’abuso delle conclusioni scientifiche e il ruolo che hanno avuto nelle origini del razzismo moderno.

L’Allodola e il Drago – Sopravvissuta nei Gulag della Cina

L’Allodola e il Drago – Sopravvissuta nei Gulag della Cina

Titolo originale: Laogaiyingzhongde Tianzhuernu

Autore/i: Wang Xiaoling

Editore: Edizioni Piemme

unica edizione, prefazione di Renata Pisu, traduzione dall’inglese di Maria Gloria Kluzer.

pp. 254, Casale Monferrato (AL)

«I cristiani si credeva che fossero scomparsi in Cina, o che si fossero tutti convertiti, con le buone o con le cattive, alla nuova religione trionfante del comunismo. Invece non era vero. Me ne sono resa conto quando a Pechino, la settimana dopo i fatti di sangue di Tienanmen del 1989, sono andata in chiesa. Quei fedeli cinesi che cantavano inni sacri in latino erano gli unici esseri umani che in quella città devastata dalla violenza riuscivano ad esprimere una speranza». (Renata Pisu)

Wang Xiaoling è nata a Shanghai nel 1936, da genitori non cattolici. Battezzata a 14 anni, è arrestata la prima volta l’8 settembre 1933, a causa della sua fede. Dopo un anno di carcere in una vecchia cella buia e malsana di un metro e mezzo per due, da condividere con altre tre donne, viene rilasciata e poi nuovamente arrestata il 10 ottobre 1939. Passa così 20 anni in varie prigioni e campi di lavoro forzato, dove, come tutti i detenuti, viene sottoposta ad estenuanti interrogatori, a sessioni di studio per il “lavaggio del cervello” e a massacranti mansioni per la “rieducazione attraverso il lavoro”, reso ancora più duro dall’implacabile fame e dalle condizioni atmosferiche. Eppure mai Xiaoling perde la sua dignità di donna e di cristiana.
Nel 1979 viene liberata e l’anno dopo lascia la Cina. Attualmente vive negli Stati Uniti.

I Terribili Sforza – Storie d’Amore e di Sangue della Storia d’Italia

I Terribili Sforza – Storie d’Amore e di Sangue della Storia d’Italia

Volume Secondo

Autore/i: Perria Antonio

Editore: Sugar Editore

in copertina: Particolare di « MCCIV » di Félix Labisse.

pp. 336, Milano

Il 7 febbraio 1450 Francesco Sforza entrava a Milano da trionfatore. Era il culmine di una carriera; ed era anche il completamento di un progetto iniziato una mattina dell’anno 1585, quando suo padre, Muzio Attendolo, diventava un soldato di ventura; e veniva chiamato subito Sforza, perché talmente coraggioso e temerario che, gli dice il grande condottiero Alberico da Barbiano, «tu vuoi sforzare anche meco».
Nel giro di soli cinquant’anni, la storia della famiglia Sforza passa dalla gloria alla tragedia. Galeazzo Sforza sarà violento e crudele; Ludovico detto il Moro provocherà una lega contro di sé, dopo aver detto orgogliosamente: «Papa Alessandro è il mio cappellano, l’imperatore è il mio condottiero, i veneziani sono i miei ciambellani e il re di Francia il mio corriere». Ludovico Sforza finirà i suoi giorni nel castello di Loches, prigioniero dei francesi. La dinastia degli Sforza può essere considerata come caratteristica del Rinascimento. In un mondo che cambiava, e che vedeva mescolate assieme le caratteristiche del feroce Trecento e quelle di un mondo più gentile e complesso, la famiglia Sforza dette il meglio in tutti i campi; dalla abilità diplomatica e militare di Francesco, allo splendore di Galeazzo, alla ambizione europea di Ludovico. E Antonio Perria ha rievocato quel tempi in maniera magistrale: tutto in questo libro è rigorosamente esatto dal punto di vista storico, ma 1 personaggi balzano dalla polvere del secoli In una minuziosa ricostruzione della vita, delle passioni e delle crudeltà di allora.
Nella stessa collana «Storie d’amore e di sangue della storia d’Italia» ricordiamo come indispensabile al lettore il primo volume, dedicato alle Angioine di Napoli, al Malatesta di Rimini e ai Visconti di Milano.

Cammino

Cammino

Titolo originale: Camino

Autore/i: Escrivá de Balaguer Josemaría

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

a cura di Ernesto Terrasi.

pp. XVI-236, Milano

999 massime di Josemaría Escrivá – il fondatore dell’Opus Dei – per una vita cristiana. Il pensiero di Escrivá si fonda sulla certezza che ciascun uomo può incontrare Gesù Cristo in ogni istante della propria vita, e in particolare nel quotidiano, nei momenti dedicati al lavoro, alla famiglia, agli impegni sociali. Secondo Escrivá attraverso la professione l’uomo esprime la sua partecipazione al potere creatore di Dio. Scopo principale del libro è dunque quello di aprire agli uomini di ogni nazione, ai fedeli di ogni condizione sociale un cammino di santificazione nel mondo, attraverso la fatica del proprio lavoro e i doveri quotidiani. Pubblicati in spagnolo nel 1934, i pensieri di Escrivá sono un messaggio rivolto a tutti e per sempre. Tradotto in più di quaranta lingue, Cammino è un classico della spiritualità, una Imitazione di Cristo per i tempi moderni.

Josemaría Escrivá de Balaguer (Barbastro, Aragona, 1902 – Roma 1975), ordinato sacerdote nel 1925, si trasferì a Madrid, dove svolse un’incessante attività sacerdotale e di apostolato, soprattutto in favore dei poveri e dei malati. Nel 1928 fondò l’Opus Dei, la celebre istituzione cattolica il cui fine è la ricerca della perfezione cristiana e l’apostolato nell’esercizio delle professioni secolari. Nel 1946 Escrivá si trasferì a Roma. È stato beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1992 e canonizzato dieci anni dopo.

La Storia di una Levatrice – La Vita di Martha Ballard dal Suo Diario (1785-1812)

La Storia di una Levatrice – La Vita di Martha Ballard dal Suo Diario (1785-1812)

Titolo originale: A Midwife’s Tale. The Life of Martha Ballard Based on Her Diary, 1785-1812

Autore/i: Ulrich Laurel Thatcher

Editore: Ugo Guanda Editore

unica edizione, traduzione di Laura Noulian.

pp. 456, illustrazioni b/n, Parma

Martha Ballard, madre di famiglia, levatrice e guaritrice in un piccolo centro del nord degli Stati Uniti, inizia nel 1785, all’età di cinquant’anni, a scrivere un diario che continuerà fino alla sua morte, nel 1812. Su dei foglietti registra ordinatamente, giorno per giorno, gli avvenimenti che coinvolgono la piccola comunità di pionieri stanziata sulle rive del fiume Kennebec. «Che Martha Ballard abbia tenuto un diario è un piccolo miracolo», scrive Laurei Thatcher Ulrich. «Che le sue discendenti l’abbiano conservato, è un altro miracolo.» Da una catena di mani femminili, le discendenti di Martha e la studiosa che ce l’ha restituito e l’ha arricchito di ampie cornici storiche e raccordi narrativi, ci arriva questo prezioso documento, dal quale emerge l’affascinante affresco di una comunità e di un’intero periodo storico. Le nascite (più di seicento delle quali seguite da Martha), le morti, il tessuto di scambi e di incontri quotidiani che formano la base di un’economia già vivace, le malattie e i rischi di una vita quasi di frontiera, i guai e le gioie della famiglia, la religione e i rituali sociali, la medicina empirica e l’avanzare delle scoperte scientifiche, l’eco della storia e i crudi fatti di cronaca locale: tutto viene attentamente registrato da questa donna intraprendente e curiosa (la sua intelligenza e la sua dedizione la portano, per esempio, a comporre un vero e proprio ricettario erboristico). Ben presto i personaggi che emergono dai suoi racconti, il marito Ephraim, agrimensore e cartografo, le figlie e i figli, i nipoti, le vicine, diventano vecchie conoscenze di cui seguire con partecipazione le vicende. Ma la vicenda che più appassiona è proprio quella della stessa Ballard; la sua personalità, eccezionale e insieme schiva, sembra ricordarci il ruolo essenziale, anche se a lungo taciuto, della donna nella vita sociale.

Laurel Thatcher Ulrich insegna Storia presso l’Università del New Hampshire a Durham. È autrice di Good Wives: Images and Reality in thè Lives of Women in Northern New England, 1650-1750, uno studio sulla condizione femminile nelle prime colonie americane.

Sprecata – Autobiografia di un’Anoressica Bulimica che è Tornata alla Vita

Sprecata – Autobiografia di un’Anoressica Bulimica che è Tornata alla Vita

Titolo originale: Wasted

Autore/i: Hornbacher Marya

Editore: Edizioni Corbaccio

traduzione dall’americano di Elena Campominosi.

pp. 336, Milano

«Ho scritto questo libro perchè sono convinta che alcune persone, affette o meno da un disturbo dell’alimentazione, vi si riconosceranno.
L’ho scritto perché non sono d’accordo con gran parte di ciò che si crede sui disturbi dell’alimentazione. L’ho scritto perché spesso la gente liquida i disordini alimentari come espressioni di vanità, di immaturità, di follia. E, in un certo senso, sono tutte queste cose.
Ma sono anche una dipendenza. Una reazione, sia pure contorta, alla cultura, alla famiglia, a se stessi. Farei di tutto per impedire ad altri di andare dove io sono stata. Questo libro mi è parso l’unica soluzione.
»

Intelligente, precoce, energica e ambiziosa, Marya Hornbacher è cresciuta in una famiglia della borghesia americana. A cinque anni comincia a pensare di essere grassa. A nove anni è bulimica e a dodici anoressica e si vanta della sua incredibile capacità di digiunare.
Questo libro non è né il racconto di una malattia misteriosa, né la testimonianza di una guarigione miracolosa. Sprecata è la storia, raccontata in prima persona, del viaggio di una giovane donna nel lato più oscuro della realtà e la sua decisione di trovare la via del ritorno.
Di norma un disturbo dell’alimentazione non è una fase e non è necessariamente indice di pazzia. E un groviglio di contraddizioni mortali: un desiderio di potere che priva di ogni potere, un atto di forza che ti spoglia di ogni forza, un desiderio di dimostrare che non hai bisogno di niente, che non hai appetiti umani e che si rivolta contro se stesso e si trasforma in un bisogno estremo della fame. È un viaggio attraverso un inferno luccicante di specchi. Chi comincia a sviluppare un disturbo dell’alimentazione o chi ne è già vittima probabilmente non si rende conto che non è una fase che si supera. La grande maggioranza di chi ne soffre ne è tormentata per tutta la vita. Si può mutare comportamento, cambiare opinione su se stessi e sul proprio corpo, rinunciare a quel particolare modo di affrontare il mondo. Si può guarire. Dimenticare, mai.
Questo libro ci conduce dentro l’esperienza dell’anoressia e della bulimia come nessun altro aveva fatto prima. E ci mette in guardia.

Marya Hombacher ha 25 anni e lavora come editor freelance. Ha vinto il White Award for Best Feature Story per Sprecata. Vive a Minneapolis con il marito.

L’Impero del Bene – Dal Mondo Islamico la Sorprendente Storia di Edhi Abdul Sattar

L’Impero del Bene – Dal Mondo Islamico la Sorprendente Storia di Edhi Abdul Sattar

Titolo originale: A Mirror to the Blind. Edhi Abdul Sattar, an Autobiography as Narrated to Tehmina Durrani

Autore/i: Edhi Abdul Sattar; Durrani Tehmina

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

premessa dell’autrice, traduzione dall’inglese di Chiara Martorana.

pp. 480, Milano

«Molti lo considerano un semplice assistente sociale, io ho visto in lui un modello di comportamento per il mondo intero. Lasciarsi coinvolgere nel lavoro pratico di Edhi è cosa naturale per chiunque gli si trovi vicino. Lavare cadaveri e coprire bare, passare intere giornate tra le macerie di un palazzo crollato, in centri per malati mentali o orfanotrofi, ha costituito anche per me parte integrante del lavoro di stesura di questo libro, che è la sua autobiografia. Ho scavato profondamente per trovare le motivazioni e l’ispirazione che guidano quest’uomo, uno dei più fulgidi esempi dell’Islam. Ho cercato di capire e di acquisire la filosofia personale di un uomo che ha dedicato la propria esistenza a uno scopo preciso. Un uomo che non si è concesso un solo giorno di vacanza in tutta la sua vita e che parla dei prossimi cento anni invece che dei prossimi due.
Edhi con la sua vita propone un percorso che placherà gli animi e modificherà la posizione dei musulmani nei confronti dei fratelli e delle sorelle dei paesi occidentali: è questo il modo più efficace per risvegliare il popolo musulmano e scoprire l’altra faccia, quella più gentile, dell’Islam, rimasta in letargo mentre i combattenti della fede sono cresciuti a ritmo sostenuto. In un ambiente che ispira amore per il prossimo, l’invito a combattere diverrà una contraddizione. In un ambiente che privilegia i diritti umani, saranno sempre meno i musulmani armati di pistola, e sempre più quelli armati di compassione e solidarietà.» (Tehmina Durrani)

Edhi Abdul Sattar è nato nel Gujarat, in India, nel 1931 e dal 1947 vive in Pakistan. A diciannove anni comincia a occuparsi dei malati abbandonati, raccoglie i morti per strada e dà loro sepoltura, si occupa dei bambini derelitti e chiede ai poveri stessi la carità per poterli assistere. La sua opera nel corso degli anni ha acquistato dimensioni sorprendenti. Oggi la Fondazione Edhi gestisce una flotta di oltre 400 ambulanze, un efficiente servizio aereo, più di 200 centri di assistenza su tutto il territorio, scuole per infermiere, case di maternità per accogliere i neonati abbandonati, ospedali con reparti di chirurgia e centri specializzati in nefrologia e oncologia, dispensari di medicinali capaci di fornire servizi di emergenza a centinaia di migliaia di persone durante gli scontri etnici e le sommosse popolari, centri di riabilitazione per tossicomani e per malati mentali, magazzini di provviste e cucine pubbliche in tutte le maggiori città del Pakistan come nelle aree colpite dalla siccità e nei vari paesi del Terzo Mondo…
La Fondazione Edhi ha sede anche negli Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia e Regno Unito.
Nel 2000 Edhi ha ricevuto il Premio Balzan per «Umanità, pace e fratellanza fra i popoli».

Tehmina Durrani è, insieme a Benazir Butto, la donna più famosa del Pakistan. Dirige il Jehad Movement che si batte contro la corruzione politica e per i diritti delle donne. È autrice di un noto bestseller, Schiava di mio marito (Mondadori 2001), tradotto in 18 paesi.

Il Dossier – La Mia Vita a Berlino Est Raccontata dalla Polizia Segreta

Il Dossier – La Mia Vita a Berlino Est Raccontata dalla Polizia Segreta

Titolo originale: The File. A Personal History

Autore/i: Garton Ash Timothy

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, traduzione di Maria Cristina Leardini.

pp. 236, illustrazione b/n, Milano

Nel 1978, ancora fresco dei suoi studi di storia a Oxford, Timothy Garton Ash parte per Berlino, nella speranza di poter apprendere dalla città divisa qualcosa di più sulla natura della libertà e della dittatura. Non appena si trasferisce dal settore occidentale a quello orientale, la Stasi, la polizia segreta della Germania Est, apre un dossier sul suo conto e inizia a controllare ogni sua attività e interesse (compreso il crescente coinvolgimento nel movimento polacco di Solidarność), le sue amicizie, persino i suoi amori.
Quindici anni più tardi, caduto il Muro e riunificata la Germania, lo storico inglese varca la soglia del ministero che custodisce i documenti della Stasi e chiede di vedere il suo dossier. Così, nel leggere i rapporti che lo riguardano, scopre che molte persone che aveva frequentato, amici, professori o semplici conoscenti, erano in realtà informatori della polizia segreta. Decide allora di rintracciarli per capire i motivi della loro scelta e per cercare una risposta alla domanda «Che cosa fa di un uomo un dissidente attivo e di un altro il fedele servitore di una dittatura? Di un uomo uno Stauffenberg e di un altro uno Speer?». Interrogativo, questo, che ci costringe a chiederci: «E io che cosa sarei stato?». Scoprendo con abilità i vari strati di realtà e inganno, incontrando amici, insospettati nemici ed ex funzionari della Stasi, ripercorrendo le vite di informatori e dissidenti, Garton Ash ci mostra come sia difficile stabilire una qualsiasi verità storica, quanto le nostre azioni dipendano dalle circostanze in cui siamo nati e ci siamo formati e, di conseguenza, come a volte sia arduo tracciare una linea netta
tra colpevoli e innocenti.
Il dossier – che è al tempo stesso la ricostruzione della storia personale dell’autore (come l’ha vissuta e come è stata raccontata da chi gli era vicino) e un’indagine sul mondo ormai scomparso della Germania Orientale – si legge con passione come un romanzo di Graham Greene o di George Orwell, anche se ogni parola in esso contenuta è assolutamente vera.

Timothy Garton Ash (1955) ha studiato storia contemporanea a Oxford dove, dal 1990, è fellow al St Antony’s College. Collabora con «The Indipendent», «The Spectator» e «The New York Review of Books». Ha vinto il Somerset Maugham Award, il Prix Européen de l’Essai, il David Watt Memorial Prize. Profondo conoscitore delle vicende dell’Europa Centro-orientale ha pubblicato The Polish Revolution (Jonathan Cape 1983), Le rovine dell’Impero (Mondadori 1992) e In nome dell’Europa (Mondadori 1994), frutto di anni di ricerca, delle sue esperienze personali, della consultazione di archivi e documenti riservati del partito comunista e della polizia segreta della Germania Orientale, nonché di colloqui con i protagonisti dello scenario politico europeo.

Essere Uomini – La Virilità in un Mondo Femminilizzato

Essere Uomini – La Virilità in un Mondo Femminilizzato

Maschi non si Nasce, si Diventa. Attravesro un Percorso Difficile e Appassionato, che questo Libro Suggerisce.

Autore/i: Risé Claudio

Editore: Red Edizioni

pp. 136, Como

L’identità dell’uomo occidentale è a rischio. Il simbolo della sua cultura, il Fallo, è ridotto a oggetto da pornoshop. La figura maschile del produttore, inventore e creatore di forme, ha perso prestigio rispetto a quella del devoto e obbediente consumatore. La società del consumo ruota attorno al principio del soddisfacimento del bisogno, che è materno – infantile e per nulla virile. Attraverso quali percorsi può dunque il maschio di oggi evitare di rimanere prigioniero di questo mondo femminilizzato, che gli riserva un futuro da spogliarellista? Nella strada indicata da Claudio Risé l’uomo ritroverà l’identità smarrita tornando a onorare e frequentare, dentro e fuori di sé, le Figure del maschile di sempre: l’Errante, il Guerriero, l’Amante, il Ribelle. Senza disdegnare le energie di personaggi che non a caso oggi tormentano l’immaginario collettivo: il Vampiro, lo Straniero. E valorizzando virtù virili che la cultura dei consumi disprezza, a cominciare dal Segreto. La partita decisiva, però, sarà quella che riguarda la riconsacrazione del Fallo, e dell’azione che questo simbolo esprime: il Dono.

Claudio Risé, psicanalista e giornalista, è docente di Sociologia dei processi culturali e delle comunicazioni all’Università dell’Insubria. Si è occupato del tema dell’Ombra e del Processo di individuazione (di cui si parla in questo libro) anche in Diventa te stesso, sempre pubblicato da Red Edizioni. La questione della rimozione del maschile dalla coscienza collettiva del nostro tempo è soggetto dei suoi libri Il maschio selvatico, Essere uomini (entrambi pubblicati da Red Edizioni); Maschio, amante felice (Frassinelli); Il padre. L’assente inaccettabile (San Paolo edizioni).

Nettuno e i Grandi Mutamenti

Nettuno e i Grandi Mutamenti

La Forza Innovatrice di Nettuno: I Suoi Influssi sulla Storia e sul Nostro Destino

Autore/i: Paul Haydn

Editore: Armenia Editore

traduzione di Rossana Terrone, titolo originale: Visionary Dreamer.

pp. 320, Milano

La scoperta del pianeta Nettuno, avvenuta nel 1846, è coincisa con un momento storico di grandi cambiamenti, conseguenti l’avvento della rivoluzione”industriale e il tumultuoso periodo di sconvolgi menti politici e sociali che seguirono. La combinazione fra idealismo visionario e la tendenza al sovvertimento dello stato delle cose è, non a caso, la manifestazione classica delle caratteristiche nettuniane.
In questo volume conclusivo della trilogia sui pianeti esterni, dopo i saggi monografici dedicati a Urano e Plutone, Haydn Paul valuta le manifestazioni dell’influenza di Nettuno e l’effetto che esso continua a esercitare oggi ed eserciterà nel futuro.
Paul descrive due dei principali impulsi che le energie nettuniane possono destare nell’individuo: l’impulso verso l’espressione creativa, la via dell’artista, e l’impulso verso l’autotrascendenza, la via del mistico. Per illustrare la potenza del pianeta esamina quindi carte natali significative, come l’oroscopo di Sigmund Freud, Marilyn Monroe, Dion Fortune, nonché la carta di Israele, più che mai interessante visti gli sviluppi delle tormentate vicende del Medio Oriente.

Haydn Paul, autorevole astrologo nato nel 1952. è appassionato studioso dei pianeti transpersonali ed autore di Plutone (Armenia 1996) e Urano (Armenia 1996).

Larlun – Tracce di una Via Filosofica tra Oriente e Occidente

Larlun – Tracce di una Via Filosofica tra Oriente e Occidente

E se, talvolta, fosse necessario distogliere lo sguardo per poter vedere?

Autore/i: Barbiani Marco

Editore: La Lepre Edizioni

prefazione di Sebastiano Nata.

pp. 96, Roma

Dostoevskij, Lao-Tzu, Eraclito, Heisenberg, Krishnamurti, Calvino, Nietzsche, Nāgārjuna, Keats, e altri maestri, attraverso uno straordinario ricamo di loro frammenti tessuto con “gentilezza, pazienza e sintesi” – come scrive Bruno Lo Turco nella postfazione -, illuminano le tracce di una via di ricerca filosofica orientata verso la sapienza.
Un discorso filosofico che sfida i limiti imposti da razionalità e linguaggio per mostrarci il valore del silenzio, del restare in attesa, ma anche della fiducia e del coraggio necessari a ogni cammino verso la sapienza.
Non è possibile imprigionare Larlun in uno schema concettuale perché il gioco delle citazioni abbaglia e sorprende continuamente come in un caleidoscopio: ogni rilettura svela immagini diverse, restituendoci così tutta l’originalità di una via filosofica tra Oriente e Occidente e, insieme, l’emozione delicata di un’ indicibile magia.

Marco Barbiani è nato nel 1955 a Roma, dove vive e lavora. Laureato in matematica, è stato manager e imprenditore per oltre vent’anni nel settore della consulenza di direzione. Nel 2003 interrompe il lavoro per tornare a navigare a vela intorno al mondo e dedicarsi alla filosofia, in cui si laurea.
Oggi è il responsabile di GπG – Giovani per i Giovani, iniziativa di peer education per la scuola, in parte ispirata ai temi filosofici di Larlu, suo primo libro.

Soffi di Vento sul Vietnam – Il Generale in Pensione e Altri Racconti

Soffi di Vento sul Vietnam – Il Generale in Pensione e Altri Racconti

Autore/i: Nguyên Huy Thiêp

Editore: O barra O Edizioni

con uno scritto di Franco la Cecla, traduzione dal vietnamita di Tran Tu Quan e Luca Tran, revisione di Giusi Valent.

pp. 144, Milano

“Il generale in pensione” scuote come un terremoto il Vietnam quando nel 1987 appare sulla rivista Van Nghe.
Nguyên Huy Thiêp descrive in modo implacabile lo smarrimento dell’eroe di guerra che, rientrato a casa dopo molti anni trascorsi al fronte, si confronta con una realtà del quotidiano antitetica a quella pregna degli ideali rivoluzionari propagandati dalla dirigenza di Hanoi.
Il potere politico isola Nguyên Huy Thiêp e lo censura, il direttore della rivista è costretto alle dimissioni, gli editori locali si rifiutano di pubblicarlo, i vietnamiti colgono la drammatica frattura che sta incrinando la società civile: il dolore della trasformazione sociale che non ha valori nuovi su cui basarsi, afferma lo scrittore. I giovani scoprono nei suoi scritti l’audacia di uno spirito indipendente che critica il vecchio dogmatismo ideologico.
Negli altri racconti presenti nel libro, Nguyên Huy Thiêp si fa portavoce delle tradizioni culturali e religiose delle minoranze etniche delle regioni del Nord al confine con Laos e Cina presso cui ha insegnato per molti anni, popolazioni alle quali il governo centrale negava, anche con azioni violente, ogni possibilità di sviluppo autonomo. Ulteriore motivo che indusse il potere politico a considerarlo un ‘dissidente’.
Thiep ricorre a una prosa priva del minimo compiacimento e di chiavi interpretative, utilizzando con grande talento il linguaggio del quotidiano.

Nguyên Huy Thiêp (1950-2021) è considerato il più significativo scrittore vietnamita contemporaneo. Nato in un villaggio alla periferia di Hanoi, ha frequentato le scuole cattoliche sebbene di madre buddista e nonno confuciano. Si è laureato in Storia all’Università di Hanoi e fino al 1980 ha insegnato nelle scuole della regione montagnosa al confine con il Laos. Rientrato ad Hanoi ha fatto l’illustratore di testi scolastici per il Ministero dell’Educazione sino al 1986, quando ha iniziato a pubblicare i suoi racconti. I suoi scritti hanno provocato scandalo, gli editori lo hanno rifiutano, il potere politico lo ha isolato. Oggi è riconosciuto in patria e tradotto con successo in altri paesi.
Ospite nel 2005 del Festivaletteratura di Mantova, è stato vincitore del Premio Nonino Risit d’Âur 2008.

Le Figlie delle Acque – Presenze del Femminile nel Mito e nella Letteratura

Le Figlie delle Acque – Presenze del Femminile nel Mito e nella Letteratura

Titolo originale: Mythologie des Filles des Aaux

Autore/i: Bulteau Michel

Editore: ECIG – Edizioni Culturali Internazionali Genova

traduzione di Maurizio Cuccu.

pp. 176, Genova

L’apparente imperturbabilità delle superfici acquoree abbaglia e con il suo ipnotico flusso trascina, attraendo illusoriamente verso gli immaginati fondali, ricchi di gemme, regno delle ammalianti e menzognere Naiadi. L’acqua è uno specchio e dello specchio può diventare un’impropria imitazione. Per questo le Figlie delle Acque, come inconsolabili controfigure di Narciso, corteggiano la trasparenza delle acque che rimanda le loro bellezze, e in quei medesimi riflessi, sprofondano con improvvisi soprassalti. Attraggono vittime da cui ambiscono estatica contemplazione.
Ma l’attrazione non è soltanto per l’immagine che di loro consentono; la loro bellezza trascina anelante verso l’ombra di Selene, perlacea memoria di abbandono, di sonno, di morte…
Le sirene, divinità acquoree e celesti ad un tempo, promettono immortalità in cambio della vita. Adducono ai sommersi segreti del cuore e delle sparse lune dell’Universo. Sono Viviana la conturbante, Morgana la tenebrosa, Melusina l’orientale, capaci di sedurre pericolosamente. Ma come sottrarsi alla chimera del loro ineguagliabile canto?

Tao Te King – Il Libro della Via e della Virtù • Commentato da Claude Larre

Tao Te King – Il Libro della Via e della Virtù • Commentato da Claude Larre

Titolo originale: Tao Te King – Le Livre de la Voie et de la Vertu

Autore/i: Lao Tzu

Editore: Editoriale Jaca Book

presentazione di François Cheng, prefazione di Claude Larre, traduzione di Fabrizia Berera.

pp. 200, Milano

Dopo tante traduzioni già pubblicate del celebre Libro della Via e della Virtù, alcuni potranno chiedersi perché ancora un’altra. Ora con questa sua traduzione, sobria e viva, senza costruzioni pedanti e di una rimarchevole giustezza di tono, Padre Larre propone una versione veramente nuova del testo di Lao tseu. Questa versione, come i commentari che l’accompagnano, sono inoltre di un uomo preoccupato delle problematiche essenziali del nostro tempo.
Proprio in Cina Padre Larre trent’anni fa ha conosciuto, quasi per caso, un testo di Houai-nan-tseu – altra opera fondamentale del Taoismo – e questo ha provocato in lui, per usare le sue parole, una violenta impressione. Da allora ha avuto il tempo di approfondire il pensiero taoista al punto di farlo penetrare nell’intimo del suo essere. Questa lenta assimilazione di un pensiero così diverso non è avvenuta, secondo l’affermazione di Padre Larre, a detrimento della sua fede cristiana. Al contrario, gli ha permesso di cogliere, per questa via fatta di elementi accumulati per tradizione, ciò che vi è di originale e di essenziale nel cristianesimo. E inversamente, la spiritualità cristiana l’ha messo in grado di aprirsi a questa «altra» spiritualità che è il Taoismo e di attingervi la parte migliore. Lungi, dunque dal versare nella confusione delle dottrine, l’autore comunica una «comprensione» e una «intelligenza» autenticamente vissute. Una volta riconosciuta la differenza, non ha rinunciato a sottolineare nel Lao tseu questo stesso rispetto innato della vita, questo stesso interrogativo sul destino umano, il rapporto tra l’uomo e l’universo inteso come un’unica ricerca di una possibilità di vita.
Libro di testimonianza e di riflessione, quest’opera, nel trasmettere una conoscenza sicura, offre anche una via di ricerca per gli uomini d’oggi.
(dalla Presentazione di François Cheng)

Laozi, conosciuto anche come Lao Tzu, Lao Tse, Lao Tze, Lao Tzi, Lao Tseu è uno dei maggiori filosofi cinesi, sulla cui reale esistenza sono tuttora in corso dibattiti. Visse nel VI secolo a.C. ed è considerato il fondatore del Taoismo.

Il Maestro Interiore – Come Percepirlo Attraverso la Scrittura Automatica

Il Maestro Interiore – Come Percepirlo Attraverso la Scrittura Automatica

Autore/i: Casu Laura

Editore: Macro Edizioni

prefazione di Sergio Conti, introduzione dell’autrice.

pp. 314, numerose illustrazioni b/n, Diegaro di Cesena (FC)

Il soggetto appoggia una penna su un foglio e attende; la mano si muove da sola e scrive delle parole o frasi che non corrispondono al pensiero di chi scrive.
Che cosa fa scattare il fenomeno della scrittura automatica?
Chi comunica? Perché?
L’Autrice, che da tanti anni è in contatto con l’Entità Gabriele, affronta i diversi aspetti di questo evento insolito, lo smarrimento e gli stadi che lo scrittore automatico vive dopo la scoperta del suo potere.
Siamo quindi di fronte a fenomeni medianici, channeling che avvengono tramite carta e penna. La medianità è un talento innato, ma richiede una particolare maturazione psichica e spirituale per esprimersi in pienezza: non tutte le entità sono benefiche e positive; lasciar parlare un’entità attraverso la propria mano porta a cambiamenti interiori e cambia il rapporto con gli altri. Il libro è ricco di testimonianze e storie di scrittori automatici e di messaggi di entità.

Laura Casu, giornalista, scrittrice e sensitiva, collabora con “Il Giornale dei Misteri”, “Magicamente”, e altre riviste specializzate.
Attraverso la scrittura automatica comunica con l’Entità “Gabriele”, che capta la personalità, le caratteristiche e le motivazioni interiori delle persone.
Collabora con centri di psicoterapia al fine di individuare velocemente le psicodinamiche interiori dei loro pazienti.
Si occupa da anni di fenomenologia paranormale spontanea.
Organizza convegni e seminari in tutta Italia.

Leggere le Voci – Storia di « Lucciola », Rivista Manoscritta al Femminile

Leggere le Voci – Storia di « Lucciola », Rivista Manoscritta al Femminile

Autore/i: Autori vari

Editore: Edizioni Sylvestre Bonnard

a cura di Paola Azzolini e Daniela Brunelli.

pp. LXXXVII-360, numerose illustrazioni a colori e b/n, Milano

I fatti piccoli e grandi del quotidiano, la trama sottile dei sentimenti e dell’immaginario, le intermittenze del cuore; ma anche i grandi problemi sociali, la guerra, il lavoro, l’infanzia derelitta, il voto alle donne, il femminismo, tutto il mondo variegato dell’Italia fra il 1908 e il 1926, si riflette nelle pagine di Lucciola, la rivista scritta a mano in un’unica copia da un gruppo di donne colte e sensibili, che percorre l’Italia dalle Alpi alla Sicilia, affidata alle Regie Poste, per ben diciotto anni.
I fascicoli di periodicità mensile, ci sono stati miracolosamente conservati ed ora rivelano i loro segreti, il fascino di un’epoca che sta proprio alle nostre spalle, i profili delicati di personalità affascinanti e scomparse.
Nelle pagine vergate da grafie regolari ed eleganti le “giornaliste” scrivono di letteratura, costume, ma anche di impegno politico (nei mesi che precedono la Grande Guerra per esempio) e di femminismo, dei problemi delle donne del tempo, che sono talvolta i problemi delle donne di oggi. Inseriscono le foto dei loro viaggi, degli amici, qualche esemplare di ricami e pitture.
I numeri della rivista rigorosamente unici, sono ora quasi tutti conservati a Verona, nella Biblioteca della Società Letteraria, un sodalizio culturale che risale al 1808. Le curatrici Paola Azzolini e Daniela Brunelli li hanno amorevolmente fatti rivivere in un libro singolarissimo che rievoca la bellezza e il fascino artigianale del periodico. Lucciola, infatti, nella sua rigorosa manualità ripercorre, nella grafica delle copertine e dei frontespizi, tutte le avanguardie del tempo, nella varia ricchezza dei contributi ci restituisce un quadro inedito della società italiana, vista dalla parte delle donne. Due esaurienti saggi introduttivi narrano la genesi, le vicende della rivista e delle donne che la realizzarono; all’ampia antologia fa seguito una nota sulle Lucciole musicali, ossia sulla musica nei salotti borghesi e aristocratici al tempo di Lucciola.

Paola Azzolini, dottore in italianistica, ha pubblicato saggi su Manzoni, Alfieri, Capuana romanziere e la critica letteraria di secondo ottocento. Nella Letteratura Universale Marsilio è uscito un suo commento a Tutte le poesie di Manzoni, al Conte di Carmagnola e all’Adelchi, ora alla terza edizione. Del 2002 è il volume Il cielo vuoto dell’eroina. Identità e scrittura nel novecento italiano. (Bulzoni, Roma). Ha collaborato al Dizionario Critico della letteratura Italiana (UTET), alla Letteratura Italiana diretta da A. Asor Rosa per l’editore Einaudi. Scrive su “ Leggere donna”, “Lettere italiane”, “L’immagine”, “Studi novecenteschi”. Collabora dal 1978 alla pagina culturale dei quotidiani “L’Arena di Verona”, “Il giornale di Vicenza”, “Brescia Oggi”.

Daniela Brunelli, direttrice della Biblioteca centralizzata Arturo Frinzi dell’Università degli Studi di Verona, si è occupata di storia della stampa; è autrice, fra altro, di: L’illustrazione tipografica a Verona nel Cinquecento in “Annali della tipografia veronese del Cinquecento” (V. Koerner, 1992), Una proto-industria tipografica del Settecento: la stamperia Scolari in Verona, in “Miscellanea Marciana” (Istituto poligrafico e zecca dello Stato, 1992-1994), La collana «SIDVS IVLIARIVM RESVRGIT» fra private press e University press in “Paratesto. Rivista internazionale” (Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 2004).

Luca Richelli è diplomato in Pianoforte, Composizione e Nuove Tecnologie, docente di Sound Design all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano). Ha tenuto vari concerti alla regia del suono e pubblicato proprie composizioni e articoli di carattere musicologico.

L’Avventuta della ” Zaca ” – L’Avventurosa Vita dei Pesci Osservata da Vicino

L’Avventuta della  ” Zaca ” – L’Avventurosa Vita dei Pesci Osservata da Vicino

Titolo originale: Zaca Venture

Autore/i: Beebe William

Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani

introduzione dell’autore, traduzione dall’americano di Fabio Caddeo.

pp. 280, Milano

William Beebe è il celebre zoologo specializzato nello studio della vita sottomarina, il costruttore del batiscafo col quale scese per primo a circa mille metri di profondità, l’autore di libri famosi come Vita privata dell’Oceano, Mille metri sott’acqua, Il libro delle Baie, che i nostri lettori già conoscono.
In questo nuovo lavoro il Beebe racconta la sua spedizione di ricerche equatoriali, patrocinata dalla Società Zoologica di Nuova York, compiuta con esito sorprendente nel Golfo di California e nelle zone adiacenti (Baia di Inez, Capo San Lucas, Isola di Clarion ecc.) a bordo della goletta a due alberi Zaca.
Con una serie di audaci immersioni, e con vari sistemi di pesca, egli catturò una grande quantità di specie sconosciute, e potè classificarle e descriverle. Lo scienziato ci fa scendere con lui e i suoi aiutanti negli abissi marini e ci mostra da vicino la vita misteriosa dei pesci, dal minuscolo essere la cui improvvisa visione, rivelata dal microscopio su un frammento di alga, mozza il fiato dalla sorpresa, al mostruoso squalo balena di oltre dodici metri di lunghezza, agli allegri delfini, ai subdoli molluschi, alle orride razze, e infine ai volatili che del mare vivono e si nutrono, come gli albatros, i cormorani, i pellicani, ecc. Particolare interesse destano le pagine sulle tartarughe, la cui straordinaria intelligenza viene interamente riabilitata. Di tutti questi animali, l’A. ricostruisce resistenza nelle sue varie fasi cosicché è tutta la storia naturale del mare che ci è narrata, è tutta la sua vita meravigliosa che ci scorre davanti agli occhi.

La Strana Disfatta – Testimonianza Scritta nel 1940, Seguita da Scritti della Clandestinità : 1942-1944

La Strana Disfatta – Testimonianza Scritta nel 1940, Seguita da Scritti della Clandestinità : 1942-1944

Titolo originale: L’Étrange Défaite. Témoignage Écrit en 1940

Autore/i: Bloch Marc

Editore: Guida Editori

prefazione di Georges Altman, traduzione di Hena Lombardi e Francesco Lazzari.

pp. 216, Napoli

Sommario:

Prefazione

Prima parte – LA STRANA DISFATTA

  • Cap. I – Presentazione del testimone
  • Cap. II – La deposizione di un vinto
  • Cap. III – Esame di coscienza d’un francese

Seconda parte – SCRITTI DEL PERIODO CLANDESTINO

  • Cap. I – Il testamento di Marc Bloch
  • Cap. II – Perché sono repubblicano
  • Cap. III – A proposito d’un libro insufficientemente noto
  • Cap. IV – La vera ora dei giudici
  • Cap. V – Sulla riforma dell’insegnamento