Libri dalla categoria Relazioni Sociali
La Nascita del Cristianesimo
Ebrei, Greci, Romani e la morte del mondo antico
Autore/i: Thiede Carsten Peter
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
presentazione all’edizione italiana e introduzione dell’autore traduzione dal tedesco di Enzo Gatti.
pp. 420, Milano
«Il pesce, simbolo del cristianesimo primitivo, venne servito sulla tavola dell’imperatore romano. Ma non fu lui a essere consumato, bensì lo stesso sovrano cui era destinato. Quel piccolo pesce del mare di Galilea avrebbe presto cambiato il mondo.»
Con la perizia analitica del papirologo e lo stile di un vivace scrittore, Thiede conduce il lettore in un viaggio a ritroso nel tempo, impossibile eppure a suo modo reale, nel momento cruciale tra la fine di un mondo e l’inizio di un altro. Destinazione Gerusalemme, Nazaret, Betlemme, Cafarnao, il lago di Tiberiade e il Mar Morto; ma anche Atene, Corinto, Efeso, Tessalonica e le altre vivaci città della Grecia; ed ancora Alessandria d’Egitto, Cirene, Antiochia, Damasco, Roma, Lione, i centri culturalmente più importanti del vivacissimo mondo mediterraneo del I e del II secolo della nostra era.
Si scopre così che in ogni angolo dell’impero romano la vita quotidiana di ognuno era intrecciata strettamente con l’economia, la politica, le culture, e che filosofie e religioni diversissime si sviluppavano l’una in contatto con l’altra, e spesso non senza vicendevoli polemiche, rivalità, scontri. Il modo di Viaggiare, la composizione e l’organizzazione della famiglia, l’esercizio del potere, la trasmissione delle informazioni e della cultura, persino il cibo e l’abbigliamento, giocavano un ruolo non marginale, così come del resto avviene ai nostri giorni, sulla spiritualità e le religioni del tempo.
E su questo sfondo, e in diretta competizione con le altre religioni, che fa la sua comparsa una fede del tutto particolare, all’inizio marginale perché nata in provincia, poi fastidiosa perché non si rassegna a scomparire, poi addirittura tale da segnare la morte
del mondo antico e la nascita della civiltà occidentale.
Carsten Peter Thiede, nato in Germania nel 1952, è uno storico e un papirologo giunto alla fama mondiale grazie alla scoperta di tre frammenti di papiro di un’antichissima copia del Vangelo di Matteo. Datandoli, tra lo sconvolgimento del mondo biblico accademico, verso l’anno 50, ha fatto scrivere al settimanale Time che “le teorie sul Nuovo Testamento saranno completamente rivoluzionate”. Oltre a Testimone oculare di Gesù, uscito in contemporanea negli Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Spagna, Germania e Italia nel 1996, ha pubblicato Funde, Fakte, Fährtensuche. Spuren des frühen Christentums in Europa nel 1992, e Jesus: Life or Legend? nel 1997. Insegna a Paderborn e a Londra, ed è membro del Dipartimento di storia dell’Università Ben-Gurion a Beer-Sheva in Israele.
L’Enciclica Nascosta di Pio XI
Un’occasione mancata dalla Chiesa cattolica nei confronti dell’antisemitismo
Autore/i: Passelecq George; Suchecky Bernard
Editore: Edizioni Corbaccio
introduzione di Émile Poulat e di Garry Wills, presentazione degli autori, traduzione dall’originale francese di Sandro Toni.
pp. XXXIV-286, Milano
«In una dichiarazione sul razzismo pubblicata a Roma il 10 febbraio 1989 dalla Commissione pontificia Pace e Giustizia, si legge in particolare che dopo la Mit Brennender Sorge (marzo 1937), “Pio XI stava preparando fin dal 1937 un’altra grande enciclica sull’unità del genere umano, che doveva condannare il razzismo e l’antisemitismo. La morte lo sorprese prima che avesse potuto renderla pubblica”.
Come molti altri, anche noi avevamo sentito parlare di questo documento quasi mitico, di quell’enciclica ritenuta scomparsa, o addirittura fatta sparire, oppure semplicemente incompiuta. E, come altri prima di noi, siamo partiti alla sua ricerca. Ritrovarla non è stato facile, ma ci siamo riusciti.»
A Roma, nel giugno del 1938, Un gesuita americano di passaggio nella città apprende con sorpresa che Pio XI desidera vederlo e l’incontro avrà luogo nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Il gesuita si chiama John LaFarge e non ha ancora quarant’anni: il papa ne ha ottenuto e morirà un zaino dopo. La ragione dell’incontro è in un libro, apparso nel l937, che LaFarge ha dedicato ai rapporti razziali negli Stati Uniti.
Il papa lo ha letto ed e rimasto colpito dall’intelligenza con cui il gesuita americano nega l’esistenza delle razze. Costernato e indignato dalla politica razziale del Reich hitleriano, il papa vuole reagire e intende ricorrere alla convincente argomentazione di LaFarge. Vuole quindi che egli si metta al lavoro e scriva, con la collaborazione di altri due sacerdoti, il testo di una enciclica sull’«unita del genere umano».
Dopo la Mit brennender Sorge (Con preoccupazione cocente) in cui ha pubblicamente denunciato il paganesimo del regime tedesco, Pio XI intende colpire con l’autorità della sua cattedra l’antisemitismo hitleriano.
Comincia così, alla vigilia della seconda guerra, un episodio mal conosciuto di storia contemporanea. Il lavoro redazionale ebbe luogo a Parigi, in grande segretezza, e si concluse con una bozza che gli autori consegnarono tre mesi dopo a padre Wladimir Ledochowski, preposito generale della Compagnia di Gesù. Ma la bozza giunse sul tavolo del papa soltanto tre settimane prima della sua morte e scomparve sino gigli anni Settanta negli archivi vaticani. Molti furono a conoscenza del progetto e qualcuno ebbe la possibilità di leggere il testo. Ma tutti conservarono il segreto. La vicenda suggerisce molte domande. Perché il nuovo papa. Pio XI, non ritenne di raccogliere la «staffetta» morale del suo predecessore? Perché padre Ledochowski trattenne così a lungo la bozza dell’enciclica prima di trasmetterla al pontefice? Che cosa sarebbe accaduto se il capo della Chiesa di Roma avesse solennemente proclamato, prima della guerra, l’«unità del genere umano»?
Dei due studiosi belgi che hanno ricostruito la storia dell’«enciclica nascosta», il primo è un monaco benedettino, il secondo è un bibliotecario di origine ebraica. Insieme hanno ripercorso le tappe della loro ricerca e hanno efficacemente disegnato il contesto religioso, culturale, politico in cui Pio x1 concepì il proprio progetto. Insieme, servendosi delle loro diverse sensibilità e formazioni, sì sono interrogati sull’atteggiamento della Chiesa di Roma verso l’ebraismo alla vigilia della seconda guerra mondiale. Dal loro lavoro è uscita un’opera politica, diplomatica, teologica e umanamente avvincente che aggiunge un grande capitolo alla tragica storia del secolo.
Georges Passelecq, monaco benedettino nell’abazia di Maredsous in Belgio, partigiano e deportato, è vicepresidente della Commissione nazionale cattolica belga per le relazioni con il mondo ebraico.
Pio XI, gli ebrei e l’antisemitismo di Émile Poulat
Alla ricerca della giustizia di Garry Wills
Nota del Traduttore
Avvertenze
Principali protagonisti
Presentazione
I. La ricerca dei documenti
II. L’incarico per l’Humani Generis Unitas (maggio – giugno 1938)
III. La redazione dell’Humani Generis Unitas (luglio – settembre 1938)
IV. Che ne è stato del progetto? (ottobre 1938 – maggio 1940)
V. Alcuni documenti supplementari aggiunti al dossier dell’Humani Generis Unitas
VI. Conclusione
Humani Generis Unitas. Testo integrale
Presentazione
Testo
Ringraziamenti
Indice dei nomi
Bibliografia
Mozart Massone e Rivoluzionario
Autore/i: Bramani Lidia
Editore: Bruno Mondadori Editori
pp. IX-468, Milano
Che Mozart avesse aderito alla massoneria è fatto ormai noto a molti. Non tutti sanno, invece, come questa adesione, che lo portò a stringere intensi legami con le logge viennesi, avesse alimentato in lui il progetto di dare Vita a una società segreta ispirata ai valori fondamentali della tradizione massonica.
Abituale frequentatore dell’intellighenzia più progressista dell’epoca, uomo di grande umanità e di straordinaria cultura, in possesso di una selezionatissima biblioteca, Mozart non fu soltanto l’immortale compositore che tutti conoscono e nemmeno il genio capriccioso e infantile che molti hanno descritto. Personaggio scomodo e irriverente, nel corso della propria vita coltivò gli ideali illuministi della libertà e dell’eguaglianza senza mai cedere alle derive ideologiche della grandiosa congerie storica e culturale di cui fece parte: libertario convinto e tuttavia ostile all’uso della violenza, fervente anticlericale che pure coltivò una forte visione sacrale dell’esistenza. Mozart è stato un artista capace di dare agli uomini della nostra epoca una grande lezione di modernità.
Segna la sua singolare visione del mondo – non del tutto assimilabile alle correnti che sarebbero sfociate nella Rivoluzione francese – anche l’elemento alchilico ed esoterico.
Smantellando i cliché romantici del musicista completamente assorbito dalla propria opera ed estraneo al mondo che lo circonda, Lidia Bramani dà vita a una documentatissima e sistematica ricostruzione del complesso universo mozartiano, riconducendolo a una concezione unitaria in cui a parlare sono le ultime grandi opere destinate al teatro, dalle Nozze di Figaro alla Clemenza di Tito, passando per Don Giovanni, Così fan tutte e Il flauto magico.
Lidia Bramani compie gli studi a Milano, diplomandosi in pianoforte al Conservatorio G. Verdi con Riccardo Risaliti e laureandosi in Lingua e letteratura greca all’Università Statale con Dario Del Corno. Sempre al Conservatorio di Milano studia oboe e composizione.
Ha collaborato con le più importanti istituzioni museali e case discografiche tra cui Scala, IRCAM, Berliner Philharmonisches Orchester, Fondazione Siemens e RAI. Ha pubblicato con il Saggiatore, Electa, Baldini&Castoldi, Bärenreiter. Ha curato, per il Saggiatore, l’autobiografia di Hans Werner Henze e sta lavorando, per la stessa casa editrice, all edizione italiana integrale delle lettere di Mozart.
Sue le Conversazioni con Claudio Abbado, Musica sopra Berlino (Bompiani. Milano 1097, nuova edizione aggiornata 2000).
L’Infinito : un Equivoco Millenario
Le antiche civiltà del Vicino Oriente e le origini del pensiero greco
Autore/i: Semerano Giovanni
Editore: Bruno Mondadori Editori
a cura di Luca Sorbi.
pp. 298, Milano
Scavando nell’etimologia del greco, del latino e del sanscrito, Giovanni Semerano ha rintracciato, in quarant’anni di studi che trovano la sintesi in questo libro, la madre di tutte le lingue: l’accadico-sumero. Questo volume mette in discussione le teorie legate all’indo-europeo come origine delle lingue mediterranee ed europee. In modo suggestivo ci viene data la possibilità di comprendere il senso nascosto delle nostre parole, mandando in frantumi molti pregiudizi e incomprensioni.
Un esempio: “L’uomo nasce dall’infinito e torna all’infinito” così è sempre stata tradotta una delle riflessioni più famose del filosofo Anassimandro.
Semerano invece traduce àpeiron con il semitico “apar” e con l’accadico “eperu”: parole che, in mezza Mesopotamia, e più tardi nell’ebraico (“aphar”) stavano a significare “polvere, fango”. Ovvero: “L’uomo è polvere e polvere tornerà”…
“I libri di Semerano sono una festa dell’intelligenza” (Emanuele Severino)
“Alle straordinarie ricerche di questo solitario devo moltissime indicazioni per tutta la dimensione etimologica del mio libro Arcipelago” (Massimo Cacciari)
Giovanni Semeranov filologo è stato allievo dell’ellenista Ettore Bignone all’Università di Firenze, dove ha seguito gli insegnamenti di Giorgio Pasquali, del semitologo Giuseppe Furlani, di Giacomo Devoto e di Bruno Migliorini. È autore della monumentale opera Le origini della cultura europea (in totale quattro volumi, tra i quali due dizionari etimologici: uno della lingua greca e l’altro della lingua latina e delle voci moderne, Olschki, Firenze 1984-1994).
Gli Strumenti del Comunicare
Titolo originale: Understanding Media
Autore/i: McLuhan Marshall
Editore: Il Saggiatore
introduzione dell’autore, traduzione di Ettore Capriolo.
pp. 384, Milano
«Il mezzo è il messaggio.» Intorno a questa proposizione apparentemente ermetica ruota gran parte della riflessione teorica sui mass media. Gli strumenti tecnici, avverte McLuhan, non sono mai neutrali, perché modificano le forme dell’associazione e dell’azione umane. L’innovazione tecnologica ha sostituito alla sequenza la simultaneità; la velocità mescola le culture della preistoria con i sedimenti delle civiltà industriali e trasforma il mondo in un villaggio globale. Gli strumenti del comunicare e un passaggio obbligato per decifrare il senso del mutamento.
Marshall McLuhan (Edmonton 1911-Toronto 1980), sociologo canadese, e stato uno dei più influenti critici della civiltà contemporanea.
Con Gli strumenti del comunicare (1967) e La galassia Gutenberg (1988) ha innovato radicalmente l’approccio allo studio dei mezzi di comunicazione di massa, insegnando a identificare questi ultimi in base non al contenuto, ma alle particolari condizioni di fruizione che essi impongono e ai loro effetti sociali.
Il linguaggio corrente deve a lui l’uso di termini quali media e villaggio globale. Già professore di letteratura inglese, docente nelle università del Wisconsin e di Saint Louis, ha diretto il Center for Culture and Technology presso l’università di Toronto.
Tra le sue altre opere: Il paesaggio interiore (1983), Dall’occhio all’orecchio (1988).
L’Ira di Poseidone
Cos’è un terremoto e come difendersi
Autore/i: Boschi Enzo; Dragoni Michele
Editore: Editrice Galileo Galilei
prima edizione, prologo degli autori.
pp. 254, nn. illustrazioni b/n, Lausanne (CH)
Poseidone, dio del mare, si accanisce contro Ulisse nell’Odissea per vendicare l’accecamento del figlio Polifemo. Ma Poseidone era per gli Achei innanzitutto il dio delle forze sotterranee, ossia il dio dei terremoti. Si diceva che li scatenasse con il suo gigantesco tridente.
Ripercorrendo il cammino che dalle teorie dei filosofi greci ha portato l’uomo alla geofisica ed alla comprensione del moto tellurico, due grandi nomi della Sismologia spiegano in un linguaggio semplice e chiaro quali sono le cause e gli effetti di un terremoto e quali sono le ultime scoperte per prevenirlo e difendersi.
Un libro essenziale per gli abitanti di un paese come l’Italia, per sua natura al centro di fenomeni sismici spesso violenti.
Enzo Boschi è il massimo esperto italiano di terremoti. Professore ordinario di sismologia all’Università di Bologna, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica, è l’uomo che accorre ovunque un terremoto minacci la tranquillità degli italiani. Chiamato da Zamberletti a presiedere la Commissione Grandi Rischi Sismici del Ministero della Protezione Civile, e confermato da Gaspari, Boschi conosce tutti i pericoli che ogni regione d’Italia nasconde nelle sue viscere e quali possono essere i mezzi per prevenire o limitare i danni. Questo libro nasce dalla collaborazione tra Boschi e un suo ex-studente, Michele Dragoni, oggi docente di sismologia teorica nell’Università di Bologna, dopo una lunga esperienza di ricerche negli Stati Uniti.
Poseidone, dio del mare nella mitologia greca, era innanzitutto per gli Achei il dio delle forze sotterranee. dunque il dio dei terremoti. Si diceva che li scatenasse percuotendo la terra con il tridente. Le idee che i Greci avevano sull’origine dei moti tellurici fanno da premessa e da filo conduttore per portare il lettore, attraverso il fascino del mito e delle prime spiegazioni naturalistiche, alla conoscenza delle teorie più avanzate della sismologia moderna.
Boschi e Dragoni “raccontano” la sismologia moderna percorrendo il cammino che ha portato l’uomo dalle teorie dei filosofi greci, ritenute valide fino alle soglie del nostro secolo, alla geofisica.
Partendo dalle più semplici osservazioni su un terremoto, la conoscenza delle cause e degli effetti di questo straordinario e terribile fenomeno si snoda conciliando semplicità e rigore scientifico. [ terremoti sono strettamente legati alla vita del nostro pianeta. Sono la manifestazione che il nostro pianeta vive. E Boschi e Dragoni studiano tutte le regioni e le stratificazioni del pianeta Terra, fino al Nucleo. La struttura e la dinamica interna del pianeta sono le cause dei terremoti. il libro di Boschi e Dragoni si può anche immaginare come un viaggio all’interno della Terra alla ricerca del tridente di Poseidone.
Boschi e Dragoni, uomini che lottano con la realtà del moto tellurico ogni giorno, che agli studi scientifici associano un’intensa attività sul campo, in prima persona, completano il loro lavoro con una serie di preziose norme di comportamento da osservare prima, durante e dopo un terremoto. Un decalogo che ciascuno di noi, vivendo in un “paese diffusamente sismico”, deve conoscere.
In Nome della Rosa
Autore/i: Bechis Franco; Rizzo Sergio
Editore: Newton Compton Editori
prima edizione, copia autografata dagli autori, in copertina: Manifesto commemorativo del centenario della nascita di Arnoldo Mondadori.
pp. 240, nn. illustrazioni b/n, Roma
1907 – Arnoldo Mondadori ha 18 anni e un’idea fissa: fare l’editore. Così in una piccola tipografia con tre operai inizia la grande avventura che lo porterà presto alla ribalta nazionale e internazionale. Faccia a faccia con l’antagonista di sempre, il coetaneo Angelo Rizzoli.
1991 – Il destino di quella che e diventata la più grande casa editrice italiana è nelle mani di Giuseppe Ciarrapico, l’imprenditore ciociaro, noto soprattutto per essere l’uomo di fiducia di Giulio Andreotti. E che grazie a questa patente riesce a mettere fine a una lunga guerra fra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti, che volevano spartirsi eredi ed eredità dell’impero creato da Arnoldo.
In mezzo quasi un secolo di storia e intrecci culturali, politici (da Benito Mussolini a Bettino Craxi e Andreotti) e imprenditoriali vissuti tra straordinarie intuizioni, clamorosi casi editoriali e repentini rovesci industriali. Un’avventura che corre sempre lungo il filo di una dinasty familiare all’italiana, dall’uscita di Alberto per fondare una sua casa editrice, Il Saggiatore, dalle liti tra Giorgio Mondadori e le due sorelle Mimma e Cristina, a quelle tra i cugini Luca e Leonardo. Fino all’inevitabile decisione di consegnare l’azienda di famiglia nelle mani di imprenditori dai forzieri pieni, ma spesso legati a filo doppio con i potenti della politica, che ne segneranno la sorte. Per raggiungere un obiettivo: il controllo dell’informazione in Italia.
Franco Bechis, 29 anni, e Sergio Rizzo, 35 anni, hanno lavorato insieme a Milano Finanza. Attualmente Bechis è capo della redazione romana della stessa testata, e Rizzo lavora alla redazione romana de Il Mondo.
Gli Dei dello Spazio
Gli extraterrestri e la storia dell’uomo dal remoto passato a un lontano futuro
Autore/i: Drake Raymond W.
Editore: Longanesi & C.
traduzione dall’originale inglese di Silvia Bonetti.
pp. 300, Milano
Sin dalla preistoria Oggetti Volanti Non Identificati hanno solcato i nostri cieli e sono stati avvistati da occhi umani. Da dove venivano? Perché venivano? Gli astronauti hanno già conquistato la Luna e fra poco raggiungeranno anche Marte e forse altri pianeti. È davvero la prima volta che accade? Non è possibile che esseri spaziali siano in modo analogo sbarcati sulla Terra in un remoto passato?
I nostri antenati credevano in misteriose divinità, gli onnipossenti dei che risiedevano nel cielo e dai cui voleri dipendeva il destino dell’umanità. Si trattava di una proiezione dello spirito, di un’ansia metafisica, o non era piuttosto l’ancestrale memoria di un preciso rapporto di dipendenza o di collaborazione con esseri extraterrestri? Quale è stata la loro influenza sull’evoluzione dell’uomo? E non torneranno forse un giorno i benefici o malefici viaggiatori dello spazio?
In questa che può essere considerata la sua opera più esauriente e più coinvolgente, il grande Drake – già noto in Italia per Gli extraterrestri e le civiltà scomparse, Uomini, dei o esseri spaziali ed Extraterrestri nell’antico oriente – passa pazientemente al vaglio dell’Ufologia l’intera storia dell’umanità, rivela il contributo degli extraterrestri allo sviluppo della nostra civiltà, fissa gli indubitabili elementi che consentono di affermare una verità sconvolgente: gli dei dello spazio, prima o poi, – ma per certi accadimenti non è questione di tempo – torneranno tra noi.
I Ritmi dell’Anima – Il Movimento come Pratica Spirituale
Titolo originale: Sweat Your Prayers
Autore/i: Roth Gabrielle
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Alessandra De Vizzi, collana: Esperienze.
pp. 244, Milano
Gabrielle Roth, artista e performer nota a livello internazionale, presenta in questo libro una prospettiva radicalmente nuova sull’architettura dell’anima. Dando voce a una sua visione dell’esistenza, sintesi di più fonti ispiratrici, conduce il lettore a recuperare la propria spiritualità attraverso il corpo, nobilitandolo, trasformandolo da ingombrante ostacolo in strumento efficace di riscoperta di sè. Ognuno conserva, sostiene l’autrice, una scintilla della luce della creazione e con il movimento può realizzare una sorta di intima comunione con il proprio autentico essere. Nel cuore di una persona che danza pulsa il battito tribale, quella parte istintiva che la civiltà ha inibito, ma che sa perfettamente come amare, e ci ricorda che non siamo soli, ci incoraggia a essere noi stessi. Abbracciare il ritmo come pratica spirituale è un modo per liberare il corpo, e lasciare che si esprima, per aprire il cuore e chiarire la mente. A questo scopo, il testo invita a esplorare i cinque ritmi universali – flusso, staccato, caos, lirico e immobilità– che singolarmente costituiscono un diverso grado di conoscenza. Completa di utili e concrete linee-guida, un’opera di vibrante intensità, feconda di spunti di riflessione, densa d’insegnamenti e capace di rivelare semplici eppure profondi percorsi per integrare la dimensione interiore nel nostro affollato quotidiano di moderni occidentali. Un’esaltante e positiva filosofia per il nuovo millennio.
“Una via diversa alla spiritualità.”
“Un nuovo metodo di sentire il corpo.”
“Un’originale fusione di meditazione e movimento per scoprire l’energia e la gioia che abbiamo dentro di noi.”
“L’energia si propaga a onde…le onde si susseguono in armonia…l’armonia è sostenuta da un ritmo.”
Gabrielle Roth, americana, è regista teatrale, maestra/esploratrice di danza e scrittrice. Da trentacinque anni porta le sue performance e i suoi insegnamenti nei teatri, negli ospedali, nelle scuole, nelle aziende e nei centri di crescita spirituale di tutto il mondo. I suoi scritti sono apparsi su pubblicazioni internazionali, i suoi seminari e ritiri sono seguitissimi, grazie alla fusione di musica rock, moderna drammaturgia, poesia e sciamanesimo. Ha un figlio e vive a New York.
Ringraziamenti
Prologo. Dio, il sesso & il mio corpo
- Il grande spartiacque
- La pratica
- Gli archetipi
- Flusso
- Staccato
- Caos
- Lirico
- Immobilità
- Onde
Epilogo: tribù
Appendice
La Politica della Strage
Autore/i: Sassano Marco
Editore: Marsilio Editori
seconda edizione, prefazione di Umberto Terracini.
pp. 320, Padova
Un “disegno eversivo” accuratamente programmato nelle scadenze e nei ritmi: dalle bombe alle sedi dei partiti e ai ricordi partigiani, via via ai tentativi di linciaggio durante i funerali di Annarumma, alla strage di Piazza Fontana, al cadavere di Calabresi. Esso è ormai incontestabile e incontestato, e ogni giorno (scrivo queste righe il 28 settembre 1972) una nuova tessera va a colmare una lacuna del mosaico.
E, del resto, si tratta di un disegno abituale, covato permanentemente da una borghesia provinciale e cinica, cui lo stupro fascista vogliosamente subito ha lasciato il desiderio di rozzi colonnelli greci o di ottuagenari satrapi spagnoli.
Una “congiura” per coprire e accompagnare quel disegno eversivo, eventualmente per contenerne gli obiettivi, in ogni caso per garantirne il successo.
Una congiura ordita e secondata da uomini di governo, magistrati, generali, prefetti, questori, che ha usato potenti leve negli organismi più delicati e decisivi dello Stato e dei cosiddetti corpi separati dello Stato e che sarebbe stata impossibile senza tolleranze e connivenze nel cuore stesso del sistema, dalla polizia all’esercito, alla magistratura, ai servizi di informazione italiani e a quelli stranieri cui le alleanze militari hanno finito per dare uno «status» legale e una inquietante libertà di manovra.
L’incrocio tra il disegno eversivo fascista e la congiura all’interno dei poteri dello stato ha creato quella che fu definita la “strategia della tensione”.
[…] Nessun sistema può vivere e sussistere quando si svela nella sua realtà oppressiva e intollerabile agli occhi delle moltitudini; la storia conosce esempi solenni e ammonitori di crolli istantanei di istituzioni millenarie ritenute fondate sul granito. Allo stato cui la crisi di questi anni ha ridotto la credibilità dell’apparato di potere nel nostro paese, non restano molte occasioni per invertire la marcia: forse quella che è (qui, oggi) sotto i nostri occhi potrebbe essere l’ultima. (Riccardo Lombardi – Una congiura)
Marco Sassano è nato a Torino nel 1949. Dal novembre 1969 vive a Roma dove lavora come redattore del servizio interni nella redazione dell’«Avanti».
Ha pubblicato “Pinelli: un suicidio di stato” (Marsilio, Padova, 1971), “La politica della strage” (Marsilio, Padova, 1972) e “Il Novecento anno per anno” (Marsilio, Venezia, 1999). Collabora a numerosi settimanali e riviste.
Prefazione di Umberto Terracini
- Stragi e colonnelli
- Juliano-Muraro: un commissario e un testimone scomodi
- Le cento vite di un avvocato “suicida”
- Calzolari: è di moda l’incidente
- Lapidi e fughe nella pista nera
- L’ombra del traliccio
- Morte di un commissario
- Pinelli: la finestra chiusa
- Serantini: così si uccide un anarchico
- Rocca: un «caso» dimenticato
- Il processo Valpreda: un prologo
- Documentazione sulle piste nere
- Piazza Fontana, «Ordine Nuovo» e il caso Zanetov
- Il personaggio Giovanni Ventura
- Carlo Melega a ruota libera
- Documentazione sul processo Valpreda
Immaginazione Attiva – Il Libero Dialogo tra l’Io e l’Inconscio
La tecnica dell’immaginazione attiva nella psicoterapia.
Autore/i: Kast Verena
Editore: Red Edizioni
prefazione dell’autrice, traduzione dall’originale tedesco di Danila Moro.
pp. 184, Como
In quest’opera Verena Kast descrive, discute e propone in forma rinnovata una particolare tecnica di psicoterapia già utilizzata da Jung: l’immaginazione attiva.
Il metodo consiste nel lasciare libero corso alle immagini che fluiscono nella nostra mente, evitando loro la distorsione“ che introduce la coscienza critica. In questo modo, sospeso il legame con la percezione del mondo esterno, è possibile instaurare, con l’aiuto dell’analista, un vero e proprio dialogo con l’inconscio. Fine di questo dialogo è consentire all’Io di superare le paure, fronteggiare le figure minacciose, gestire i problemi, elaborare nuovi modelli relazionali…
In generale la tecnica dell’immaginazione attiva rende gli individui più autentici e autonomi, più capaci di percepire le proprie emozioni e di gestirle positivamente. Come scrive l’autrice, l’immaginazione è «una straordinaria possibilità spirituale per l’uomo, che si aggiunge all’intelligenza».
Benché il libro descriva una metodologia molto specifica, che prevede l’intervento dell’analista, il pubblico a cui si rivolge è assai ampio e comprende chiunque sia interessato a dare alla sua psiche la possibilità di dispiegarsi e riconoscere, nel flusso delle immagini evocate, quelle che lo possono aiutare.
Verena Kast, una delle figure più rilevanti della psicanalisi junghiana, è presidente dell’Associazione internazionale di psicologia analitica. Tutte le sue opere sono pubblicate da red: La coppia, Le fiabe di paura, Liti in famiglia, La migliore amica, L’esperienza del distacco.
Prefazione
L’immaginazione, regno della libertà
Il concetto di immaginazione
Percezione e rappresentazione
Immaginazione come terapia
Il metodo dell’immaginazione
- Concentrazione sulle immagini
- Rilassamento
- Il rapporto con le immagini
- Indicazioni e controindicazioni
L’immaginazione guidata
- Il motivo della casa
- Il motivo dell’albero
- Tecnica
Il flusso delle immagini interne
- Il motivo dell’acqua
- Le immagini poetiche come suscitatrici di immagini in movimento
Le immagini rilassanti
- Esempi tratti dalla pratica terapeutica
- Immagini rilassanti come immagini di nostalgia
- Temi d’inibizione e di evoluzione
- Immagini e realtà
Immagini e percezione di sé
- Possibili istruzioni per l’immaginazione
- Esempio tratto dalla pratica terapeutica
Suggerimenti per l’interpretazione
La capacità di controllo dell’Io sulle immagini interne
- L’arresto delle rappresentazioni mentali negative
- L’osservazione delle rappresentazioni mentali negative
Strategie d’intervento
- Osservare ciò che ci spaventa
- Trovare l’accompagnatore interno
- I modelli relazionali visti attraverso il processo immaginativo
- Riconoscere il vecchio saggio o la vecchia saggia
- Come comportarsi con gli animali durante l’immaginazione
- La conclusione di una fantasia
- Come affrontare le figure minacciose
- Come affrontare gli ostacoli
Immaginazione come dialogo con il corpo
- Esempio tratto dalla pratica terapeutica
- L’immaginazione nei disturbi funzionali
L’immaginazione attiva
- Immaginazione attiva e passiva
- Esempio tratto dal lavoro terapeutico
- Osservazioni conclusive
La Chiave della Salute – Medicina delle Profondità
Autore/i: Salmanoff Alexandre
Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani
prefazione dell’autore, traduzione dal francese di Mario Mancini.
pp. 300, Milano
Tra l’uscita in Italia de Segreti e saggezza del corpo e l’apparizione di questo La chiave della salute, il Dottor Salmanoff è scomparso. È scomparso in età venerabile, dopo aver dato una lunga testimonianza della validità dei suoi ideali naturistici, dopo aver creato una vasta coorte di discepoli che ne hanno diffuso gli insegnamenti per il mondo.
E a due anni dall’uscita del primo volume, la dottrina di Salmanoff ha conosciuto anche nel nostro paese una diffusione che ha superato ogni aspettativa. Di rado un libro ha avuto l’influenza pratica di Segreti e saggezza del corpo: la casa editrice è stata sommersa da centinaia di lettere, che arrivavano da lettori umili e impreparati, da medici, da studiosi, i quali domandavano informazioni, bibliografie, indirizzi di medici che seguissero il metodo Salmanoff anche nel nostro paese. Difficilmente un libro a carattere scientifico riesce a toccare cosi direttamente ogni categoria di lettori se non possiede alcune qualità immediate, e queste qualità, nel dettato di Salmanoff, sono costituite dalla limpidezza, dalla semplicità, dalla umana passione con cui predica il suo ritorno alla profonda saggezza della natura.
«La chiave della salute» è destinato a ripetere e allargare il successo dell’opera precedente, perché ne riprende e ne approfondisce i temi, collega in una sintesi ancora più vasta i problemi dell’organismo umano a quelli dell’universo, teso nella ricerca di un’armonia organica del tutto che – se sfiora spesso la dimensione metafisica – non si discosta mai da un’affettuosa adesione ai valori della natura, dall’esperienza concreta, dalla scoperta delle soluzioni cliniche più complesse attraverso il ricorso ai processi più elementari, alle sostanze naturali, le erbe, l’acqua, il calore.
Le opere di Salmanoff non costituiscono dei manuali pratici usando i quali chiunque possa guarire da qualsiasi malattia: e occorre porre attenzione nel non banalizzare sino a questo livello il messaggio del grande medico russo.
Ma sono senz’altro (e la loro fortuna in tutto il mondo lo ha provato) un invito, di chiarezza incomparabile, a riconsiderare i problemi della salute e della malattia sotto una chiave nuova, in modo che sia il medico sia il paziente imparino a non frapporre tra sé e i processi naturali il diaframma, talvolta fatale, di un apparato scientifico e tecnico feticizzato.
Salmanoff insegna a guardare e a capire la natura, quella che noi siamo e quella che ci circonda: per questo permette di compiere il primo passo, fondamentale, verso la guarigione e la conservazione della salute.
I Segreti di un Tombarolo
Il «Mago» degli Etruschi
Autore/i: Perticarari Luigi; Giuntani Anna Maria
Editore: Rusconi
unica edizione, introduzione di Anna Maria Giuntani.
pp. 224, nn. tavole b/n f.t., Milano
A Tarquinia, dove «tombaroli si nasce», i bambini frugano per gioco negli anfratti e nelle buche, alla ricerca di fantomatici tesori etruschi. Più tardi si armano del “furino”, la lunga asta di metallo con cui saggiare il terreno in profondità. Ma il tirocinio del tombarolo è duro.
I veri tombaroli sono pochi, anzi pochissimi. Fra questi spicca Perticarari, detto il Mago, che a varie riprese ha raccontato al magnetofono di Anna Maria Giuntani una storia eccezionale, un “romanzo” davvero impensabile: quello della sua vita.
Nessuno meglio di lui può svelarci tutti i segreti del mestiere, acquisiti in anni e anni di fatica. Perché nessuno meglio di lui sa come localizzare una sepoltura, individuarne l’ingresso, violare la tomba senza procurare gravi danni. Ma conosce anche le peripezie per sfuggire agli agenti della Finanza, le precipitose fughe per evitare il carcere, le involontarie soste a Regina Coeli, la capacità di rendere inoffensivi falsari e spioni, e neutralizzare il malocchio, ma anche, conosce, l’intima soddisfazione di scoprire – per primo – un’intatta urna cineraria.
Il tombarolo, archeologo abusivo e povero di cultura accademica, agisce, è naturale, per guadagno. Eppure lo anima la passione per gli oggetti d’arte che recupera nelle tombe di Tarquinia, Cerveteri, Spina o Veio: libera vasi e statuette dalle tenebre millenarie, li porta alla luce del presente, li conduce su dall’Averno fino alla precarietà di una nuova vita.
Quasi in rappresentanza del sotterraneo mondo dei tombaroli, il Mago rivela in questo libro-confessione il suo orgoglio di uomo d’azione e di pensiero, contadino di giorno ed “etruscologo” di notte, mercante d’arte soggetto ai reumatismi e ai rigori del codice penale.
Al di là degli aspetti avventurosi e spettacolari esistono, naturalmente, anche problemi di ordine sociale e legale, in stretta connessione con il mondo dell’archeologia, delle soprintendenze ai musei, della ricerca scientifica che i tombaroli-guastatori vengono spesso a turbare in modo irrimediabile .
Nessuna apologia del tombarolo, dunque, nonostante la simpatia che il Mago e i suoi “colleghi” possono suscitare. Piuttosto, una presa di coscienza e conoscenza di una situazione economica che, in un paese ricco di tesori come l’Italia, vive di episodi drammatici, oppure scanzonati e frizzanti, a volte pericolosi, comunque sempre eccitanti.
Luigi PerticararI è nato a Tarquinia, dove vive. Ha avuto un’esistenza avventurosa e ha subìto qualche processo con relative condanne per la sua attività di tombarolo. Anna Maria Giuntani, giornalista, vive e lavora a Roma.
Introduzione, di Anna Maria Giuntarli
1. Come sono diventato «Il Mago»
2. Il fascino della nostra avventura
3. L’esperienza non basta
4. Ho sentito gli Etruschi
5. La beffa del sarcofago
6. Brividi e magie
7. Pseudotombaroli, falsari e altri ancora
Appendice
Intervista sui meccanismi di vendita
Le Origini dell’Epica Greca
Autore/i: Murray Gilbert
Editore: Sansoni Editore
prefazione dell’autore, traduzione di Giulio De Angelis.
pp. 476, 11 illustrazioni f.t., Firenze
Questo libro di Gilbert Murray, uno dei maggiori interpreti del mondo classico, è costituito da una serie di conferenze, saldamente strutturate in un saggio organico, che ha come oggetto lo studio della evoluzione dell’epica greca, intesa come espressione di una forza che ha potentemente contribuito al progresso del genere umano, nel senso di una graduale nobilitazione ed arricchimento del contenuto della vita. Dopo un capitolo introduttivo, volto appunto a mettere a fuoco la concezione di una letteratura al servizio dell’uomo, incarnazione della lotta dello spirito umano per la libertà e la dignità, propria del mondo greco, l’Autore, procedendo secondo l’ordine storico, esamina le strutture della Grecia arcaica, il costume e la religione tribale, da cui prendono l’avvio i fondamentali capitoli sull’Iliade come poema tradizionale, con l’illuminante parallelo fra la storia tradizionale ebraica e l’epopea greca, il contenuto storico del poema, il suo sfondo e la visione del mondo che ne emerge. Più che uno studio sulla poesia omerica, questo libro, benchè disseminato di penetranti notazioni estetiche, è perciò una magistrale ricostruzione della civiltà omerica, tracciata con l’ampiezza di prospettive di un profondo conoscitore dell’antichità classica, che riesce ad abbracciare in tutta la sua estensione il patrimonio ideale che essa ci ha trasmesso e a riviverne l’eredità, attraverso una rigorosa analisi filologica, nella sua genuina fisionomia che è, al tempo stesso, autentica modernità.
Farmaci, Droghe e Cervello
Autore/i: Snyder Solomon H.
Editore: Zanichelli Editore
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Lucia Maldacea, titolo originale dell’opera: Drugs and the Brain W. H. Freeman and Company, New York, 1986.
pp. 232, riccamente illustrato a colori e b/n, Bologna
L’autore, un pioniere della ricerca psicofarmacologica, ci introduce qui all’affascinante e inquietante universo delle «droghe», cioè di quei farmaci aventi la capacità di alterare le funzioni cerebrali.
La conoscenza e l’impiego di talune di queste sostanze ha origini che si confondono con l’inizio stesso della civiltà umana.
Snyder ripercorre la loro storia e anche quella, più breve, dei farmaci di origine sintetica. Attraverso questo esame si arriva in realtà a scandagliare il mistero del rapporto mente-cervello, cioè delle relazioni tra i mutamenti fisiologici dell’encefalo e le loro manifestazioni a livello di pensiero, stato d’animo, personalità.
Esibendo il meccanismo di azione e le caratteristiche di base di oppiati, sedativi, eccitanti e droghe psichedeliche, Snyder riesce a delineare l’interazione tra neurologia, psichiatria e farmacologia, e ci mostra quanto grande sia l’apporto di quest’ultima per la medicina in generale.
Solomon H. Snyder è professore di neurologia, farmacologia e psichiatria alla Johns Hopkins University. Ha avuto numerosi riconoscimenti tra i quali il Wolf Foundation Prize (1982) e il Dickson Prize (1983). Membro della National Academy of Sciences e Fellow dell’American Academy of Arts and Sciences, è autore di numerosi libri sul tema dei rapporti tra farmaci, droghe e cervello.
Prefazione
- Il cervello e i suoi messaggeri
- Gli oppiati
- I farmaci per la schizofrenia
- I farmaci che modificano l’umore
- I farmaci stimolanti
- Gli ansiolitici
- L’illuminazione in una pillola
- Prospettive
Bibliografia
Note
Fonti delle illustrazioni
Indice analitico
Eredità Ambiente Educazione
Autore/i: Autori vari
Editore: Armando Armando Editore
introduzione e cura di W. Kenneth Richmond, traduzione di C. Piccoli Dal Maso.
pp. 160, Roma
Il Richmond ancora una volta tra tesi e antitesi. Dai dibattiti tra scuola di pochi e scuola di tutti, tra educazione e scolarizzazione, Richmond passa qui ad un esame della controversia tra genetisti e ambientalisti, tra eredità e apprendimento, tra natura ed educazione, offrendo un esauriente panorama delle prospettive che su questi problemi si sono venute determinando. Il libro si articola in tre parti. La prima espone i dati ricavati da varie branche delle scienze, come la biologia, la genetica, la sociologia ecc., completandoli con una serie di domande che dovrebbero guidare il lettore ad una scelta personale tra le diverse o contrastanti tesi. La seconda parte è la storia di questo annoso dibattito dal Locke al Bruner, a Jensen a Eysenck.
Infine la terza parte ci porta al centro del dibattito tra i fautori del «tutto ereditato» e i difensori del «tutto appreso», dibattito reso talvolta infuocato dai suoi collegamenti con le lotte di classe e le differenze razziali.
Il reading curato da Richmond si riallaccia a numerose altre opere pubblicate su questo tema dalla editrice Armando (¹), Che intende, per ogni problema, offrire prospettive diverse per facilitare, come si è detto, un personale giudizio critico.
¹ Cfr. LOEHLIN J. C. – LINDZEY G.- SPUHLER J. N., Intelligenza, genetica, ambiente, 1978, pp. 392; EYSENCK H.J., Educazione e selezione tra genetisti e ambientalisti, 1977, pp. 176; EYSENCK H. J., L’ineguaglianza dell’uomo, 1977, pp. 224; LARMAT J., La genetica dell’intelligenza, 1976, pp. 200; BUTC’HER H. J., L’intelligenza umana. Natura e valutazione, 1974, pp. 464.
Struttura di Classe e Comunicazione Culturale
Autore/i: Martinelli Franco
Editore: Liguori Editore
prima edizione italiana, introduzione dell’autore.
pp. 204, Napoli
L’influenza della collocazione nella struttura di classe e nell’attività produttiva, dei livelli di istruzione e della condizione maschile e femminile sul tempo libero e sui modi di usarne viene analizzata in riferimento alla popolazione di una città media, Latina, scelta come tipica città terziaria con presenza di industrializzazione nell’area centro meridionale.
In riferimento alla struttura di classe l’interesse alla lettura e l’uso delle biblioteche pubbliche sono esaminati nel contesto più ampio del tempo libero da occupazioni lavorative e impegni domestici e analizzati nei momenti tipici dell’anno, in giorni feriali, festivi e nelle vacanze.
I risultati della ricerca, mentre confermano una sostanziale differenziazione nell’accesso ad alcuni strumenti di comunicazione culturale (il libro e le biblioteche) tra appartenenti a classe operaia e piccola borghesia impiegatizia, danno anche conto di tendenze alla omogeneizzazione nell’uso del tempo libero, che si riassumono nelle seguenti: uso della televisione come spettacolo quotidiano, gita domenicale in auto, lontananza dalla biblioteca pubblica.
Nelle successive analisi della lettura di giornali e di libri, dell’acquisto e possesso di libri, della conoscenza e frequenza delle biblioteche, la ricerca ha individuato in una situazione di anomia, largamente presente nella popolazione – che si manifesta in tutte le categorie, ma più in quelle non inserite nel lavoro produttivo come le casalinghe – le ragioni e le cause di una diffusa indifferenza alla lettura e ai problemi della cultura e individua nelle biblioteche «di tipo nuovo» – di quartiere – aperte ai problemi delle popolazioni nel territorio, l’incentivo ad attivizzare i gruppi utenti potenziali del libro e, più in generale, della comunicazione ed espressione culturale.
Franco Martinelli, professore di sociologia nella Facoltà di Magistero e di sociologia rurale e urbana nella Scuola di perfezionamento in sociologia dell’Università di Roma. È autore tra l’altro dei seguenti volumi: Ricerche sulla struttura sociale della popolazione di Roma 1871-1961 (1964), Gli assistenti sociali nella società italiana (1967), le ricerche sulle condizioni di lavoro e di salute dei lavoratori italiani I metalmeccanici dell’Italsider di Taranto (1971), Gli edili nei cantieri di Roma (4973) e inoltre Le società urbane (III ed. 1978), Società rurali e struttura di classe (II ed. 1978) e, in questa collana, Struttura di classe e selezione scolastica (1977).
Apprendimento e Memoria nell’Uomo
Autore/i: Ehrlich Stéphane
Editore: Edizioni Paoline
introduzione dell’autore, traduzione dal francese di Enrico Petrozzi.
pp. 336, Roma
I problemi dell’apprendimento e della memoria interessano gli psicologi, gli educatori, i filosofi… coloro cioè che cercano di comprendere come nascano e si sviluppino le capacità nel bambino e nell’adulto. Le capacità del soggetto sono molteplici: motorie, sensoriali, percettive, concettuali, semantiche, verbali… Esse costituiscono la base strumentale di tutte le sue attività esplicite o implicite, semplici o complesse; ivi comprese le attività intellettuali superiori.
Come si acquistano tali capacità? Quali sono le; proprietà del sistema che esse costituiscono e che vien definito oggi talvolta «memoria generale»? Come funziona tale sistema quando entra in esercizio? Come si trasforma nel corso dello sviluppo genetico?… Nessuna di queste domande ha finora ricevuto una risposta definitiva.
Tuttavia le ricerche sperimentali e teoriche effettuate in quesiti ultimi cento anni hanno permesso di raccogliere già un gran numero di dati e di avanzare talune ipotesi plausibili. In quest’opera, che è destinata principalmente a studiosi e studenti di psicologia e pedagogia, si propongono alcune ipotesi e alcuni fatti significativi: i problemi generali dell’apprendimento e gli apprendimenti percettivi e concettuali (prima parte); gli apprendimenti semantici e verbali, le questioni relative alla memoria vista come un sistema generale (seconda parte). L’A., Stéphane Ehrlich. è professore di psicologia e direttore del Laboratorio di psicologia all’università francese di Poitiers.
La Filosofia Indiana – Dai Veda al Buddhismo
Volume primo
Autore/i: Radhakrishnan
Editore: Edizioni Āśram Vidyā
traduzione a cura del Gruppo Kevala , titolo: originale Indian Philosophy.
pp. 780, Roma
La filosofia indiana presenta una completa e accessibile esposizione del pensiero indiano.
L’autore prende le mosse dai princìpi fondamentali che ne caratterizzano la struttura speculativa e l’intera problematica, illustrandone con tono obiettivo le origini, le linee di sviluppo e le conclusioni.
Il felice connubio tra le concezioni orientali e la terminologia occidentale rendono quest’opera altamente istruttiva e comprensibile anche ai non esperti.
° Prefazione all’edizione italiana
° Prefazione alla prima edizione inglese
° Prefazione alla seconda edizione
° Elenco delle abbreviazioni
° Note sulla pronuncia
° La filosofia indiana
I. Introduzione
1. Le condizioni naturali dell’India
2. Caratteristiche generali del pensiero indiano
3. Alcune accuse mosse alla filosofia indiana
4. Importanza dello studio della filosofia indiana
5. Periodi del pensiero indiano
Parte prima
° Il periodo vedico
II. Gli inni del Rg-Veda
1. I Veda
2. Importanza dello studio degli inni vedici
3. L’insegnamento dei Veda
4. Tendenze filosofiche
5. La teologia
6. Tendenze monoteistiche
7. Monoteismo e monismo
8. La cosmologia
9. La religione
10. Conclusione
III. Dal Rg-Veda alle Upaniṣad
1. L’Atharvia-Veda
2. La teologia
3. Lo Yajur-Veda e i Brāhmaṇa
4. La teologia
5. Le teorie sulla creazione
6. L’etica
7. L’escatologia
IV. La filosofia delle Upaniṣad
1. Le Upaniṣad
2. L’insegnamento delle Upaniṣad
3. Numero ed epoca delle Upaniṣad
4. I pensatori delle Upaniṣad
5. Gli inni del Rg-Veda e le Upaniṣad
6. I problemi trattati nelle Upaniṣad
7. La natura della Realtà
8. Il Brahman
9. Il Brahman e l’Ātman
10. Mente empirica e intuizione
11. La creazione
12. I gradi della Realtà
13. Il sé individuale
14. L’etica delle Upaniṣad
15. La coscienza religiosa
16. Il Mokṣa o liberazione
17. Il male e la sofferenza
18. Il Karma
19. La vita futura
20. La psicologia delle Upaniṣad
21. Elementi del sāṃkhya e dello Yoga nelle Upaniṣad
22. Anticipazioni filosofiche
Parte seconda
° Il periodo epico
V. Il materialismo
1. Il periodo epico
2. Idee comuni dell’epoca
3. Il materialismo
4. Le dottrine
5. Considerazioni generali
VI. Il realismo pluralistico dei Jaina
1. Il Jainismo
2. Vardhamana
3. Letteratura
4. Rapporti con altre scuole di pensiero
5. La teoria della conoscenza
6. Il valore della logica Jaina
7. La psicologia
8. La metafisica
9. L’etica
10. Atteggiamento nei riguardi del teismo
11. Il nirvāna
12. Conclusione
VII. L’idealismo etico del Buddhismo antico
1. Il Buddhismo antico
2. L’evoluzione del pensiero buddhista
3. Letteratura
4. Vita e personalità del Buddha
5. Le condizioni dell’epoca
6. Il Buddha e le Upaniṣad
7. Il dolore
8. Le cause del dolore
9. Il mondo del mutamento
10. Il sè individuale
11. La dottrina del sè di Nāgasena
12. La psicologia
13. Il Pratītyasamutpāda, o la dottrina dell’originazione dipendente
14. L’etica
15. Il karma e la rinascita
16 Il nirvāna
17.Atteggiamento nei riguardi di Dio
18. Le implicazioni del karma
19. La religione pratica
20. La teoria della conoscenza
21. Il Buddhismo e le Upaniṣad
22. Il Buddhismo e il Darśana Sāmkhya
23. Il successo del Buddhismo
VIII. La filosofia epica
1. Il rinnovamento del Brahmanesimo
2. Il Mahābhārata
3. Epoca e paternità
4. Il Rāmāyana
5. Idee comuni dell’epoca
6. Il culto di Durgā
7. La dottrina Pasupata
8. Vāsudeva-Kršna
9. La cosmologia epica
10. L’etica
11. La Svetāsvatara Upaniṣad
12. Il codice di Manu
IX. Il teismo della Bhagaviadgītā
1. La Bhagaviadgītā
2. Epoca
3. Rapporti con le altre scuole
4. L’insegnamento della Gita
5. La realtà assoluta
6. Il mondo del mutamento
7. Il sè individuale
8. L’etica
9. Lo Jñāna mārga
10. Il bbakti mārga
11. Il karma mārga
X. Il Buddhismo come religione
1. Le divisioni del Buddhismo
2 Il Buddhismo Himayāna
3. Il Mahāyana
4. La metafisica Mahāyana
5. La religione Mahāyana
6. L’etica
7. Il declino del Buddhismo in India
8. L’influenza del Buddhismo sul pensiero indiano
XI. Le scuole del Buddhismo
1. Le quattro scuole del Buddhismo
2 I Vaibhāsika
3. I Sautrāntika
4. Gli Yogācāra
5. I Mādhyamika
6. La teoria della conoscenza
7. Gradi di verità e di realtà
8. Lo Śūnyatā e le sue implicazioni
9. Conclusione
Appendice
Ulteriori considerazioni su alcuni problemi
Indice analitico
Apocalisse – Con le Xilografie di Albrecht Dürer
Autore/i: Anonimo
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione di Giorgio Manganelli, traduzione dai testi originali e note di Luigi Moraldi.
pp. 73, nn. illustrazioni b/n, Milano
Colui che scrisse l’Apocalisse, il Giovanni dell’isola di Patmos, aveva una intelligenza squisitamente visiva, egli pensava per immagini, ma non metafore o traslati, ma direttamente per figure; la rappresentazione della fine è una serie di figure che vanno recepite direttamente nella loro celeste o infernale densità, immagini non già della retorica, ma tangibili nello
spazio segreto e abbagliato della mente. Nei termini della cultura occidentale, possiamo dire che l’Apocalisse è un testo «teatrale»… un teatro con figure minutamente disegnate, vissute intensamente come forma, e insieme arricchite e rese intoccabili da una fantasia da orafo, secondo le leggi non umane di una oreficeria dinamica.
Questo materiale sembra raccolto e preparato perché un genio del segno, un orafo dinamico, un pensatore per figure, non un allegorista ma un concreto contemplatore delle immagini del cielo e della terra, a esse dedicasse il suo genio: ciò accadde con il Dürer. Le illustrazioni del Dürer corrispondono a questa invenzione cosi febbrilmente oculare che appare nella Apocalisse: ma è anche assolutamente fedele alla qualità letterale di questa contemplazione, la sua minima obbedienza a un genere di reale, di concreto, che presuppone lo spalancarsi delle porte del cielo.
(Giorgio Manganelli)
Introduzione di Giorgio Manganelli
Nota all’Apocalisse di Luigi Moraldi
APOCALISSE
- Lettere alle sette chiese
- Preliminari del gran giorno
- Il gran giorno