Libri dalla categoria Perù
Viaggio in Giordania
Titolo originale: Travels in Syria and Holy Land
Autore/i: Burckhardt Johann Ludwig
Editore: Cierre Edizioni
a cura di Luigi Marino, presentazione Suleiman Farajat, prefazione di Giampaolo Calchi Novari, traduzione dall’inglese di Francesco Brunelli, collana: Lontananze.
pp. 248, illustrazioni a colori e b/n, Verona
J. L. Burckhardt è svizzero ma la sua cultura è quella che circola nell’Europa del suo tempo – i primi decenni dell’Ottocento – tutta rivolta a esplorare e conoscere le aree strategiche del mondo, sulle quali le potenze europee, con la Gran Bretagna in testa, puntano gli occhi. Egli percorre le vie del Vicino Oriente, tra Siria e la Palestina, deciso poi a spingersi in Africa. È attratto dal deserto purificatore, dai beduini (in questo è padre di Lawrence d’Arabia) e dalle meraviglie archeologiche della regione, dove visita e descrive per la prima volta l’affascinante Petra. Il suo libro Travels in Syria and the Holy Land è un classico della letteratura da viaggio.
I topomini e i nomi comuni in lingua araba appaiono nel testo così come li ha trascritti il Burckhardt. Lo stesso vale per le iscrizioni greche e latine che, presentando numerose ambiguità, si è ritenuto di non dover tradurre.
Johann Ludwig Burckhardt, nato a Losanna nel 1784, compì i suoi viaggi nel Vicino Oriente fra il 1810 e il 1816 per conto dell’African Association, fondata in Inghilterra sul finire del Settecento per promuovere l’esplorazione delle aree interne dell’Africa e della zona di Suez. I suoi scritti e le sue relazioni di viaggio, pubblicati dopo la sua morte, avvenuta al Cairo nel 1817, sono riconosciuti come uno dei primi e principali contributi alla moderna conoscenza del mondo arabo.
Note in seconda di copertina, una carta seicentesca dei paesi arabi, con la Palestina e la Siria, che comprendeva allora l’attuale territorio della Giordania, la quale, come stato moderno nasce solo nel 1921.
Presentazione
Tra deserti, beduini e città morte
Viaggio in giordania
- I. – Boszra e l’altopiano dell’Haouran
- II. – Djerash
- III. – Da Szalt a Amman
- IV. – Amman e Medaba
- V. – Kerek e il Mar Morto
- VI. – Tafyle
- VII. – Da Petra al Cairo
Nella Giordania di oggi
- I. – Rivisitando gli itinerari di Burckhardt
- II. – Le identificazioni storiche delle località della Giordania visitate da Burckhardt
- III. – Il quadro storico-politico attuale
Bibliografia
Psicoanalisi dell’Incubo
Titolo originale: On the Nightmare
Autore/i: Jones Ernest
Editore: Newton Compton Editori
unica edizione, prefazioni dell’autore, traduzione di Gianna Tornabuoni.
pp. 336, Roma
Studioso attento e misurato, tenace difensore dell’ortodossia psicoanalitica e biografo insuperato di Sigmund Freud, E. Jones è meno conosciuto in Italia di quanto meriterebbe. Questo libro presenta i risultati di una «ricerca rigorosa, fondata su prove tratte dalla psichiatria, dalla storia, dalla letteratura e dalla mitologia. Molti oggetti di superstizione dominanti nel Medioevo, ai quali ancora oggi non pochi danno credito, sono qui analizzati nelle loro relazioni con l’incubo e con altre immagini oniriche, mentre si vanno individuando i meccanismi mentali che hanno presieduto alla loro formazione.
«Afferrare appieno il significato dell’incubo – scrive Jones – determina conseguenze scientifiche e sociali che possono essere definite di estrema gravità: quel che viene messo in discussione è «infatti il significato stesso della religione. In questo libro ho esposto i motivi per cui uno studio approfondito dell’incubo e delle relative credenze non può fare a meno di giungere alla conclusione che la religione sia, nella sua essenza, uno dei mezzi – finora probabilmente il più valido – per aiutare l’umanità a sopportare il peso della colpa e della paura che ciascuno eredita nel suo Inconscio dai più profondi turbamenti della vita mentale: il conflitto primordiale relativo all’incesto».
Incubi, Succubi, Vampiri, Diavoli, Lupi mannari e Streghe, creature inquietanti che hanno turbato i sonni degli uomini nel corso dei secoli, interpretati come creazioni simboliche della mente legate a profonde rimozioni, a desideri e paure sessuali.
Il Libro delle Opere Divine
Autore/i: Ildegarda di Bingen
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
terza edizione, a cura di Marta Cristiani e Michela Pereira, con un saggio introduttivo di Marta Cristiani, traduzione di Michela Pereira, in copertina: Ildegarda di Bingen allo scrittoio, Miniatura, ms 1942, f. 38r (part.) Lucca, Biblioteca Statale.
pp. CLXXII-1330, Milano
Del «Liber divinorum operum», ultima opera della trilogia profetica di Ildegarda di Bingen e sintesi definitiva del suo pensiero, si presenta qui la prima traduzione italiana. Essa è la prima traduzione integrale condotta sul testo dell’edizione critica, pubblicata nel 1996 a cura di Albert Derolez e Peter Dronke (vol. XCII del «Corpus Christianorum, Continuatio Mediaevalis»), e riprodotto a fronte per gentile concessione dell’editore Brepols. Nel tradurre si sono tenuti presenti due aspetti: la stratificazione compositiva e il carattere profetico del Liber divinorum operum. Il ms. di Gent permette di ricostruire tutti i passaggi della composizione, dalle tavolette su cui Ildegarda scriveva, fino all’ultima revisione e alla suddivisione in capitula.
Ildegarda di Bingen, straordinaria e modernissima figura di donna, nacque non lontano da Magonza nel 1098 e negli stessi luoghi morì ottantenne in fama di santità nel 1179. Fin da piccola ebbe visioni mistiche che consistevano nel vedere con gli occhi interiori, in perfetta normalità, senza fenomeni di esaltazione corporea o psichica, scene vivacemente colorate, che la voce di Dio le spiegava.
Nel 1138 la voce le comandò di scrivere quello che vedeva e udiva. Nacquero così le sue tre grandi opere profetiche: il Liber Scivias, il Liber vitae meritorum e il Liber divinorum operum.
Viaggiò molto visitando monasteri dove era chiamata a predicare e a mettere a frutto singolari capacità di consigliera spirituale, grazie alle sue doti di comprensione psicologica.
Nozze in Cielo – Romanzo
Titolo originale: Nunta în cer
Autore/i: Eliade Mircea
Editore: Editoriale Jaca Book
prefazione di Roberto Mussapi, traduzione di Mariano Baffi.
pp. 218, Milano
Due uomini in età ormai avanzata si trovano insieme in un rifugio di montagna, dove aspettano l’alba per dare inizio ad una partita di caccia. Per ingannare l’intesa, ognuno di essi narra un episodio amoroso della sua ormai lontana giovinezza.
Al centro dei due racconti. due misteriose figure di donne – Ileana e Lena – che ad un tratto scompaiono dalla vita dei due uomini, quasi dissolvendosi nel nulla: l’una perchè non sa rassegnarsi ad una maternità che le viene negata in nome delle esigenze della creazione artistica; l’altra proprio per sfuggire ad una maternità che si pretenderebbe imporle in nome della comune morale.
I due racconti sono ambientati nella buona società rumena del periodo immediatamente successivo al primo conflitto mondiale, nel quale l’Autore ha vissuto i primi anni della sua giovinezza, periodo che ha lasciato tracce profonde nel modo di vivere, caratterizzato da una sfrenata corsa al piacere, anche quando la soddisfazione di questo viene a sconvolgere le più elementari leggi della morale comune.
L’Autore ha immaginato che i fatti esposti dal primo narratore siano posteriori di sette-otto anni agli avvenimenti che formano oggetto della seconda narrazione, ma ne sono quasi il logico epilogo. Nelle figure delle due protagoniste femminili i due racconti si legano e si collegano, lasciando però al lettore il saper concatenare gli avvenimenti e trarne le conseguenze.
Mircea Eliade
Nato a Bucarest nel 1907, ha vissuto in India dal 1928 al 1932. Ha insegnato filosofia all’Università di Bucarest dal 1933 al 1940. Addetto culturale a Londra e poi a Lisbona, nel 1945 viene nominato professore presso l’École des Hautes Études a Parigi. Ha insegnato alla Sorbona e in diverse università europee. Dal 1957 è stato titolare della cattedra di Storia delle religioni dell’Università di Chicago dove nel 1985 è stata istituita la cattedra «Mircea Eliade» a lui dedicata. Autore di numerosissime, fondamentali opere scientifiche, di romanzi e memorialistica, è stato il direttore della Encyclopedia of Religions, pubblicata postuma da McMillan, New York nel 1987 e attualmente in corso di pubblicazione presso la Jaca Book. Èmorto a Chicago il 22 aprile 1986.
L’Economia delle Esperienze – Oltre il Servizio
Titolo originale: The Experience Economy. Work is Theatre – Every Business a Stage
Autore/i: Pine II B. Joseph; Gilmore James H.
Editore: Etas Edizioni
introduzione di Silvio Rubbia, anteprima degli autori, traduzione dall’inglese di Anila Scott-Monkhouse.
pp. XXI-282, nn. fig. b/n, Milano
“Coinvolgere emotivamente il consumatore: l’attività economica come spettacolo.”
Perché si è disposti a pagare dieci volte tanto il suo normale prezzo una tazza di caffè bevuta al Caffè Florian di Venezia? Che cosa viene considerato di reale valore dai clienti? Perché si è disposti a pagare lo stesso bene o servizio a prezzi notevolmente diversi, quando è consumato in una diversa cornice? Perché, infine, come affermano gli autori, “il lavoro è teatro e ogni business è un palcoscenico”? A tali quesiti rispondono Pine e Gilmore, sostenendo che nella Nuova Economia la semplice produzione di beni e servizi non è più sufficiente: sono invece le “esperienze” offerte al cliente a costituire il fondamento della creazione di valore. L’esperienza cui si riferiscono gli autori è un qualsiasi evento memorabile che impegni sul piano personale il consumatore nell’atto stesso del consumo. L’esperienza associata alla soddisfazione di un bisogno non è in sé una novità assoluta: l’approccio nuovo e veramente rivoluzionario di quest’opera sta nell’averla considerata nella sua dimensione economica e identificata con un prezzo; si scoprirà così che sono proprio le esperienze a realizzare la personalizzazione del prodotto e quindi a farne aumentare la desiderabilità. Nella sua stimolante introduzione, Silvio Rubbia approfondisce ulteriormente il concetto dell’attività economica come creazione di esperienze, coniando l’espressione “economia della situazione” e proponendo un’interpretazione originale e innovativa delle sfide che la Nuova Economia pone agli imprenditori del nostro Paese.
B. Joseph Pine II e James H. Gilmore sono i fondatori di Strategic Horizons LLP, una società dedicata a sviluppare la concezione e la progettazione di nuove attività imprenditoriali e a dare supporto ai manager nell’assumere una visione del mondo più creativa e innovativa.
Silvio Rubbia è socio fondatore e Presidente di Gramma. Ingegnere nucleare ed MBA a Pittsburgh, svolge attività di consulenza in strategia e gestione competitiva d’impresa per importanti aziende private e pubbliche, italiane e multinazionali.
Laser e Maser – Caratteristiche e Applicazioni
Titolo originale: Masers and Lasers
Autore/i: Brotherton Manfred
Editore: Etas Kompass
seconda edizione italiana aggiornata, con aggiornamento di Mario Corti, prefazione di C. H. Townes, introduzione dell’autore, traduzione dall’americano di Franco Napoli.
pp. 148, nn. illustrazioni b/n, Milano
Soltanto poco più di dieci anni fa venne preparato, alla Columbia University il primo dispositivo “maser”; ancora più recente è la prima realizzazione del “laser”.
Ma questi nuovi eccezionali ritrovati dalla tecnica sono già usciti dal campo della ricerca pura, e sono già in fase avanzata di studio e di realizzazione numerose applicazioni sperimentali.
Le applicazioni vanno dalle comunicazioni alle ricerche e lavorazioni specializzate sui materiali, dalla biologia e la medicina (microchirurgia), alla tecnica delle misure subatomiche, alla spettroscopia e alle reazioni chimiche non ultima la verifica della distanza Terra-Luna con il riflettore lasciato sul satellite dagli astronauti americani, che ha il compito di riflettere i raggi inviati da un laser in una semplice e chiara esposizione, l’Autore di questo volume fa il punto sugli sviluppi in questo campo dal 1954 al 1964. L’aggiornamento di Mario Corti del CISE ci porta sino ai giorni nostri.
L’opera è accessibile anche ai non iniziati, in quanto affronta gradualmente le difficoltà dell’argomento risolvendole in una forma piana quasi del tutto priva di formalismi matematici – ma nello stesso tempo non suscettibile di alcuna critica dal punto di vista del rigore scientifico. Ne è una garanzia la prefazione del premio Nobel C.H. Townes, che costruì il primo apparecchio funzionante a raggi maser.
De’ Principj dell’Armonia Musicale Contenuta nel Diatonico Genere
Dissertazione
Autore/i: Tartini Giuseppe
Editore: CEDAM – Casa Editrice Dott. A. Milani
prefazione dell’autore.
pp. 124, Padova
Ristampa anastatica della prima edizione edita in Padova nel 1767 presso la Stamperia del Seminario.
La Meditazione Buddista
Titolo originale: La Meditación Budista
Autore/i: Solé-Leris Amadeo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Maria Angela Falà.
pp. 240, Milano
In questo saggio Amadeo Solé-Leris, partendo dal commento degli antichi testi pali, delinea le caratteristiche essenziali della meditazione buddista nelle sue due linee fondamentali: «samantha» e «Vipassana». Mentre la meditazione «samantha», o di quiete, mira a raggiungere stati di coscienza caratterizzati da livelli sempre più alti di tranquillità mentale, la meditazione «vipassana», o divisione penetrativa, conduce, attraverso la progressiva eliminazione dei legami sia fisici sia mentali, al «nibbana»: la fine della sofferenza, o suprema realizzazione.
L’autore illustra quindi le tecniche della concentrazione mentale, così come gli esercizi, le posizioni, la respirazione: tutto ciò che permette, insomma, una maggiore consapevolezza del proprio corpo in armonia con la mente.
Quello del Buddha, infatti, è soprattutto «un insegnamento pratico su ciò che si può fare in termini concreti per progredire; non è un esercitarsi in speculazioni metafisiche o costruzioni teologiche».
Amadeo Solé-Leris, che vive in Italia da molti anni, è specialista di lingua pali, la lingua dei testi buddisti più antichi, ed esperto di meditazione «Vipassana». Ha viaggiato molto in Oriente, studiando e praticando la meditazione. Ha pubblicato libri e articoli in spagnolo, inglese e italiano. E membro del London Buddhist Vihara e della British Mahabodhi Society ed è uno dei fondatori del Grupo de Estudios Buddhistas Narada di Madrid.
Liturgie Politiche
Titolo originale: Les liturgies politiques
Autore/i: Rivière Claude
Editore: Red Edizioni
prima edizione, prefazione di Pietro Bellasi, introduzione dell’autore, traduzione dall’originale francese di Federico Montanari.
pp. 268, Como
Culto della persona, manifestazioni di massa, cortei e cerimonie solenni, congressi sfavillanti… Quando la gestione del potere assume la veste e la forma di un rito religioso. Un libro per capire il nostro presente.
La politica-spettacolo. La celebrazione di un capo. La scelta di una bandiera, di un colore, di un inno… Non c’e movimento politico, partito, regime che non ricorra al potere seduttivo del rito e della simbologia per consolidare e allargare il proprio dominio, acquisire identità, mobilizzare la collettività. Nel passato come nel presente; nelle dittature come nelle democrazie; nelle società maggiormente secolarizzate come in quelle più religiose. Perché? Per rispondere, l’autore dapprima delinea un quadro storico nel quale fa emergere quei momenti in cui le liturgie politiche si manifestano con più evidenza: dalla Rivoluzione francese ai totalitarismi del Novecento (nazismo e comunismo sovietico), dai partiti di massa delle nostre democrazie alle scelte autocratiche di alcuni paesi dell’Africa contemporanea. Su questo sfondo, poi, svolge una interpretazione, dei fenomeni attingendo dalla sociologia, dall’etnologia e dalla politologia.
Ne risulta un saggio illuminante, denso ma di avvincente lettura, capace di farci comprendere quali meccanismi si celino dietro ogni manifestazione del potere. E quali strategie, antiche ma di inesauribile efficacia, il potere utilizzi per affermarsi.
Prefazione di Pietro Bellasi, professore di Sociologia della comunicazione all’Università di Bologna.
Claude Rivière sociologo, è professore dell’Università di Parigi V.
La Costruzione delle Alpi
Immagini e scenari del pittoresco alpino (1773-1914)
Autore/i: De Rossi Antonio
Editore: Donzelli Editore
prima edizione, in copertina: John Ruskin, The Aiguille Blaitière (particolare), 1856 ca.
pp. XXVI-424, 128 illustrazioni b/n, Roma
Per quanto paradossale possa a prima vista sembrare, le Alpi, così come oggi noi le conosciamo e le percepiamo, non sono sempre esistite. Esse sono state «costruite» attraverso un duplice processo: quello della trasformazione del territorio alpino, della materiale immissione e implementazione, in quel contesto, di progettualità e manufatti umani; e quello della conoscenza scientifica e artistica, della costruzione di un immaginario, di una rappresentazione e messa in scena delle montagne. Entrambi questi aspetti hanno conosciuto e conoscono una storia. Quest’opera – dedicata in particolare allo spazio alpino occidentale compreso tra Italia, Francia e Svizzera e impreziosita da un ricchissimo apparato iconografico – affronta proprio questo tema: la modificazione dell’ambiente e del paesaggio montano nel periodo compreso tra la seconda metà del Settecento, momento della scoperta delle Alpi da parte delle società urbane europee, e il definitivo fissarsi, attorno ai primi anni del Novecento, di un’idea di montagna legata alla metamorfosi turistica operata dalla Belle Époque. È in quei 150 anni che si insedia e si struttura quell’immagine del «pittoresco alpino» con cui ancora oggi per tanti versi siamo chiamati a confrontarci. Una storia fisica dunque, ma anche una ricostruzione dei differenti modi di guardare e di concettualizzare la montagna che hanno guidato la mutazione e il progetto dello spazio alpino. Una storia culturale e delle idee che si colloca a cavallo di molteplici terreni disciplinari: paesaggio e teorie estetiche, turismo e alpinismo, storia dell’architettura e delle infrastrutture, arte e letteratura, storia degli insediamenti, geologia e glaciologia, medicina, storia economica e sociale. Per seguire meglio questa complessa articolazione, viene proposto una sorta di «percorso di cresta» (tra Piemonte, Valle d’Aosta, regione insubrica dei laghi, Savoia, Delfinato, area lemanica, Vallese, Oberland bernese, Grigioni) che fa intravedere l’esistenza di culture e modi di guardare che travalicano le singole esperienze nazionali, disegnando una prospettiva europea di lunga durata che si riflette nel progetto contemporaneo di una macroregione alpina.
Antonio De Rossi, architetto, è professore ordinario di Progettazione architettonica e urbana e direttore dell’Istituto di Architettura montana e della rivista internazionale «ArchAlp» presso il Politecnico di Torino. Ha al proprio attivo diverse realizzazioni architettoniche e progetti di rigenerazione in territorio alpino. Con i due volumi La costruzione delle Alpi (Donzelli, 2014 e 2016) ha vinto il premio Rigoni Stern e il premio Acqui Storia.
Introduzione
I. – Uno sguardo inaugurale
- «Le laboratoire de la Nature»
- Alpine Aufklärung
- La forma delle montagne
II. – Voyages pittoresques
- La determinazione dei quadri e delle sequenze
- La confraternita anglosassone del pittoresco
- Romanticismo sardo-piemontese
III. – Dispositivi del pittoresco montano
- Il contrasto complementare come dispositivo che produce paesaggio
- Lo Châlet suisse e l’idea moderna di architettura alpina
IV. – L’apprivoisement delle montagne
- Guide turistiche e ipostatizzazione delle immagini
- La costruzione del tipico
- La conoscenza dell’alta quota
- La montagna come edificio
V. – Luoghi e spazialità del primo turismo alpino
- Santé e loisir: termalismo e villeggiatura
- L’albergo come interfaccia tra montagna e città
- L’aménagement dello spazio turistico montano
- Caratteri dell’architecture des loisirs
VI. – Linee verticali
- «Il n’y a plus d’Alpes»: l’invenzione della moderna strada di montagna
- Il laboratorio del Traforo delle Alpi Cozie
- L’infrastrutturazione delle montagne
- Paesaggi ferrati del Nord-ovest
- Palinsesti bellici
VII. – Torino e le Alpi
- Il Cai e la conoscenza scientifica della montagna
- La montagna dentro la città
- Intimismo alpino-piemontese
- Excursus sulla costruzione geologica del paesaggio subalpino
VIII. Microcosmi alpestri
- Turinetto Soprano e l’immaginazione della montagna
- Village suisse e Alpen Panorama
- Musei della montagna e museificazione dei siti alpini
IX. – Storie di costruzioni di luoghi
- La Valle d’Aosta, «la perla delle Alpi»
- Il lago Maggiore, «notre Riviera»
- Le Valli valdesi, «l’Israël des Alpes»
- La Valle Gesso, «paese delle acque»
- Le Valli di Lanzo, la «piccola Svizzera alle porte di Torino»
- Il Biellese, «costituzione geologica» e «industria»
- La valle di Susa e Bardonecchia, «stazione climatica non di ultim’ordine»
X. – «The playground of Europe»
- Le alpi della Belle Époque
- La montagna e il suo doppio: le fabbriche della salute
- Figure e dispositivi del playground
- Le ferrovie panoramiche
Epilogo. L’affaire du Cervin
Apparati
Elenco delle illustrazioni
Indice dei nomi
Indice dei luoghi
Il Fiore del Male
Bandito a Milano
Autore/i: Bonini Carlo; Vallanzasca Renato
Editore: Marco Tropea Editore
prefazione di Renato Vallanzasca e di Carlo Bonini, collana: Le Querce.
pp. 280, illustrazioni b/n, Milano
Per dare un senso al proprio presente, ogni uomo vive anche del proprio passato. Un ergastolano solo di quello. Renato Vallanzasca deve al suo passato un futuro sbarrato da un “fine pena: mai”. Renato Vallanzasca ha rapinato, ha ucciso. “Per pudore” nei confronti delle sue vittime, spiega, non ha mai chiesto perdono. “Per lealtà con se stesso” e con il suo personale codice d’onore ha sempre rifiutato di vestire i panni del collaboratore di giustizia.
Ora, dal chiuso di un carcere di massima sicurezza, a quarantanove anni appena compiuti, ventotto dei quali trascorsi in cella, ha accettato di raccontare la storia della sua vita, di frugare nel secchio della memoria. Senza apparenti infingimenti, senza repentine e sospette conversioni. Il ritratto che ne scaturisce è quello di un uomo che, dopo aver contribuito a costruirlo, accetta di fare i conti con il proprio Mito negativo. Non per rinnegarlo, ma per accettarne la sconfitta, svelandone nel contempo inediti retroscena.
È una storia violenta, quella di Renato Vallanzasca. È una storia di cui, per la prima volta, vengono messe completamente a nudo le radici. Per raccontarcela insieme a lui, Carlo Bonini ha passato dodici giorni nel carcere speciale di Novara.
Carlo Bonini è nato a Roma nel 1967. Giornalista, lavora a Milano nella redazione del Corriere della Sera, dove si occupa di cronache giudiziarie. Insieme al giudice Francesco Misiani ha scritto La toga rossa (Marco Tropea Editore, 1998), con il quale ha vinto il premio Rea per la saggistica.
Renato Vallanzasca è nato a Milano nel 1950. La sua banda ha scritto alcune tra le pagine più importanti della cronaca nera della seconda metà degli anni settanta. Arrestato nel febbraio del 1977, è attualmente detenuto in esecuzione della pena definitiva dell’ergastolo.
…”Non so quando rubare smise di essere un passatempo, per diventare una professione. Sarà perchè non mi pare di aver fatto altro nella vita. Certo, non provenivo da una famiglia ricca. Ma non è questo il motivo per cui cominciai. Ho cominciato e basta. C’è chi nasce per fare lo sbirro, chi lo scienziato, chi per diventare Madre Teresa di Calcutta. Io sono nato ladro.”…
prefazione
- 1. Novara 1999
- “Ligera” a Milano
- Il ladro
- L’arrivato
- Il matto
- La batteria
- Dillinger
- Ammazzare subito
- Piazza Vetra
- Emanuela
- Dalmine
- Roma
- Francis
- Il matrimonio
- Fuori dal raggio
- La morte
- I killer delle carceri
- La nave
- Milano, Milano
- Fine corsa
- Forza Milan – W Pantani
- Nuoro
- Renè
Origami – Arte del Piegare la Carta
Autore/i: Zanoni Renzo
Editore: Demetra
prima edizione, a cura di Franco Busti, Luisa Canovi, Elvira Marinelli, Tiziano Perlato, disegni di Alessandro Pennasilico, fotografie di Andrea Gherardini, William Guerrieri, Carlo Natali, Maurizio Pizzo, Franco Scudelotti, Marco Zanoni.
pp. 384, nn. illustrazioni a colori, Sommacampagna (Verona)
“Origami è il nome di una tecnica che insegna a piegare un foglio di carta per ottenere, senza tagliare o incollare, senza tagliare o incollare, modelli di animali, fiori, scatole, oggetti decorativi e geometrici. 384 pagine di modelli: tradizionali o creati da autori contemporanei, notizie riflessioni, proposte, giochi.”
Marlene Dietrich Mia Madre
Autore/i: Riva Maria
Editore: Edizioni Frassinelli
traduzione di Roberta Rambelli.
pp. 730, nn. fotografie b/n f.t., Milano
Scritta dalla figlia Maria Riva, l’attesissima biografia di Marlene Dietrich, l’unica autorizzata dalla diva quando era ancora in vita, ma sottoposta alla clausola di pubblicazione postuma. Una testimonianza eccezionale che ripercorre l’intera esistenza della straordinaria attrice, riportata da chi le fu vicina più di chiunque altro. Il racconto, brillante e coinvolgente, ricco di sfumature e interessanti risvolti inediti, oltre a offrire un ritratto a tutto tondo della diva, accende i riflettori sul mondo dello spettacolo degli anni Trenta. Donna dalla tempra d’acciaio, dalla volontà inflessibile, dalla sessualità tanto ambigua quanto «disincarnata» – con gli/le amanti allacciava relazioni spesso meramente platoniche – la splendida Marlene era appassionata in tutto ciò che faceva. Di temperamento aristocratico e melodrammaticamente romantico, volava da un’avventura all’altra, tradendo e abbandonando spudoratamente sulla scia di un personale capriccio che per gli altri diveniva legge.
Nella sua lunga, attivissima e fortunata carriera frequentò, quando non catturò nelle sue spire, innumerevoli e celebri esponenti del mondo politico, culturale, artistico: da De Gaulle a Hemingway, dal generale Patton a Charlie Chaplin. L’indimenticabile interprete dell’Angelo Azzurro aggiunse a un talento e a una bellezza naturali un carattere singolare che, insieme all’alone da favola creatole attorno dalle show business, contribuì a costruire il suo inossidabile mito. La Dietrich sapeva gestire impeccabilmente il proprio personaggio in una meticolosa ricerca della perfezione, in uno sconfinato culto della sua immagine, in un egoismo che non risparmiò nemmeno i legami più profondi, come quello con l’adorata Maria. Protagonista di film entrati nella leggenda, trionfatrice sui palchi di tutto il mondo, anche in veste di soubrette e cantante, calcò le scene fino a settant’anni passati quando, pur segretamente malata, si lasciò stringere ancora una volta nell’abbraccio di folle osannanti.
Un’opera completa in cui la voce narrante si mescola alle lettere e ai brani di diario autografi e dove gli immancabili chiaroscuri di un rapporto sofferto conferiscono al racconto un’ineguagliabile autenticità, il sigillo del vissuto che fa la differenza.
Maria Riva e nata a Berlino nel 1924, ma è divenuta in seguito cittadina statunitense. Diplomatasi alla Max Reinhardt Academy, dove ha anche insegnato, ha recitato in Germania e in Italia come membro di un gruppo teatrale dell’esercito americano. Nel 1947 ha sposato lo sceneggiatore William Riva, dal quale ha avuto quattro figli. Attrice di successo a Broadway e alla televisione, Maria Riva ha al suo attivo oltre cinquecento teledrammi e numerosi Tony Award. Dopo il ritiro dalle scene, Vive col marito tra la Svizzera e New York.
L’Altra Africa – Tra Dono e Mercato
Titolo originale: L’autre Afrique. Entre don et marché
Autore/i: Latouche Serge
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Alfredo Salsano.
pp. 248, Torino
Oggi, nel 1997, la parte dell’Africa nera nella produzione mondiale rappresenta meno del 2 per cento. Come dire che sul piano della economia ufficiale questa Africa, l’Africa dell’economia e delle statistiche internazionali, non esiste più… se è mai esistita. Il libro si apre con questa constatazione di un fallimento che e anche il fallimento della economia moderna in quel continente, del progetto dello sviluppo e del tentativo d’importare il modello dello Stato-nazione.
Ma appunto, quel che è naufragato in Africa è solo un progetto occidentale, certo condiviso da élites locali che ormai hanno avuto tutto il tempo di tare le loro prove, ma rimasto sostanzialmente estraneo a quelle società. Ed ecco la scoperta già annunciata dall’autore nelle sue opere precedenti: esiste un’altra Africa che non è quella della razionalità economica; un’Africa ben viva anche se non in buona salute, in cui, se il mercato è presente, non è onnipresente; dove non si può parlare di società di mercato ma nemmeno di tradizione comunitaria; un’Africa di bricolage in tutti i campi e a tutti i livelli, dove lo scambio sotto forma di dono coesiste con gli effetti della mondializzazione. Latouche sottolinea che questo, più che un progetto, è il risultato di una sconfitta subita nella guerra economica mondiale, sconfitta dalla quale, facendo di necessita virtù, emerge la società informale, vera e propria alternativa storica allo sviluppo. l sei capitoli del libro disegnano un duplice percorso in cui la prospettiva africana – frutto di ricerche sul campo in Mauritania, Camerun, Senegal – chiarisce il discorso teorico e viceversa.
Serge Latouche insegna all’Università di Paris XI e presso l’IÉDÉS Institut d’étude du développement économique et social, Parigi). Specialista del Terzo mondo e dell’epistemologia delle scienze sociali è autore tra l’altro di L’occidentalizzazione del mondo (1992), Il pianeta dei naufraghi (1993) e La Megamacchina (1995), opere tutte pubblicate nella nostra collana «Temi».
Prefazione
Introduzione
1. Il fallimento dell’Africa ufficiale
2. C’è un’altra Africa?
3. Quest’altra Africa è ideale? La questione del modello
4. L’Africa nera non è il Perù! Altra Africa e altro Terzo mondo
5. L’Africa laboratorio della postmodernità
Parte prima Percorsi teorici in una prospettiva africana
Il paradosso mercantile in Africa
1. Il dono mauritano. Contributo alla critica dell’imperialismo economico
I. L’esperienza del dono in un’altra società
1. Il dono nella vita quotidiana
2. Il dono entra nel paradigma utilitarista?
3. Il dono e la giustizia
II. Il ritorno del dono
1. Dono e corruzione
2. L’onnipresenza del dono
3. Il dono e lo sguardo dell’altro: la questione della opacità del dono
4. La separazione dei campi
5. L’artificialità dell’economico
6. Conclusione
2. Mercato e mercati. Dallo scambio generalizzato alla mercantilizzazione totale del mondo
I. Dallo scambio ai mercati
1. Lo scambio e il dono
2. Mercati, mercanteggiamenti e mercanti
3. Il paradosso dei mercanti
II. Il fantasma del mercato
1. Mercato mondiale – mercato totale
2. La mercantilizzazione totale
3. I limiti della mercantilizzazione totale
4. Il Mercato come ordine naturale
Conclusione
3. L’impostura durevole dello sviluppo
I. Il miraggio dello sviluppo «buono»
1. Lo sviluppo immaginario è una buona crescita
2. La crescita come «bene»
II. La verità dello sviluppo realmente esistente
1. Il paradosso della creazione dei bisogni
2. Il paradosso dell’accumulazione
3. Il paradosso ecologico della crescita
III. La mistificazione di quell’altro sviluppo buono che è lo sviluppo «alternativo»
Conclusione
Parte seconda
Percorsi africani in una prospettiva teorica
La rivincita delle culture
VI. Il ritorno dei maestri del fuoco. Il futuro dei fabbri soninke di Kaedi
I. Le ragioni economiche di una situazione sociale soddisfacente
1. Presentazione del quadro
2. La polivalenza dei fabbri
3. L’autosufficienza dei fabbri
4. La garanzia degli sbocchi
II. Le ragioni culturali di un successo economico
1. La solidarietà comunitaria
2. La fiducia in se stessi
3. L’apertura sul mondo esterno
4. L’inserimento sociale
Conclusione
5. Vivere nel bisogno a Douala. Povertà e stregoneria nel Camerun
I. Oggettività economica e relatività culturale della povertà
1. La critica della povertà oggettiva
2. La relatività culturale della povertà: ricchezza e povertà arcaica
3. La povertà modernizzata
II. Stregoneria e crisi economica
1. La povertà nel linguaggio della stregoneria
2. La solidarietà in questione, la perversione del dono e l’anomia
3. Le vie di uscita
Conclusione
6. Le strategie familiari a Grand Yoff. Saggio sulla oikonomia vernacolare
I. Ripensare il rapporto con l’economico
1. I quattro livelli dell’economia informale
2. L informale e il romanticismo
3. I presupposti economicistici
4. La lotta per il senso
II. L’incorporazione nel sociale: il visibile e l’invisibile
1. L’illusione economica
2. La pluriattivita
Conclusione
Appendice. Oikeonomia neoclanica ed economia mondiale
Conclusione generale. Bisogna aiutare l’altra Africa?
1. L’aiuto contro l’altra Africa
2. Agire qui
3. Ricevere per testimoniare
Note
Indice dei nomi
Astrologia ・ Trattato Completo Teorico-Pratico
Autore/i: Sementovsky-Kurilo Nicola
Editore: Editore Ulrico Hoepli
settima edizione aggiornata, prefazione dell’autore.
pp. IX-850, 62 illustrazioni e cosmogrammi a colori e b/n, 7 tabelle con effemeridi 1890-1983, Milano
Dalla prefazione dell’autore Nicola Sementovsky-Kurilo:
«Il recente rifiorire degli studi astrologici dopo una lunga stasi appartiene al periodo tra le due guerre mondiali. Fu in questo periodo che di astrologia incominciarono ad occuparsi esponenti del pensiero e della scienza lino allora oltremodo ostili ad una qualsiasi ricerca del genere. Alla nuova fioritura dell’astrologia negli ultimi tempi senza dubbio ha contribuito anche il rapido sviluppo della moderna psicologia. Ora si assiste ad un fenomeno particolarmente significativo per l’impostazione odierna dell’intero problema astrologico: la schiera dei cultori dell’antica a scienza degli astri» viene sempre più rafforzata da nuovi esponenti di alta cultura, da scienziati di ogni ramo e soprattutto da non pochi medici. Un’inchiesta compiuta in Germania verso la fine dell’anno I968 ha dimostrato l’incremento eccezionale dell’interesse per l’astrologia fra i rappresentanti delle più svariate categorie sociali di quel Paese. Si contano attualmente nella Repubblica Federale Tedesca circa sei milioni di persone che si dedicano a studi astrologici sia da professionisti sia da amatori. Per la diffusione dell’astrologia e l’importanza che ormai le viene attribuita in quanto strumento prezioso d’indagine psicologica, appare altrettanto significativo il fatto che il maggiore quotidiano tedesco, la «Frankfurter Allgemeine Zeitung» di Francoforte, pubblicasse il 30 dicembre 1968 nella sua parte economica (Wirtschaftsblatt) un ampio rapporto sulla pratica di consultazione astrologica alla quale regolarmente ricorrono le grandi aziende industriali e commerciali, sia in quanto ausilio per la ricerca e l’impiego di personale, sia in quanto fonte di suggerimenti per l’impostazione della produzione o dell’attività commerciale. D’altra parte le pubblicazioni dedicate alla ricerca astrologica nei vari suoi aspetti si sono moltiplicate visibilmente dopo la fine dell’ultimo conflitto bellico e si contano ormai a centinaia, sebbene sia innegabile che fra queste pubblicazioni solo poche poggiano su risultati d’indagini veramente approfondite, come si dovrebbe oggi augurare, anzi richiedere da una qualsiasi opera di astrologia in conformità alla complessa natura del moderno pensiero filosofico e scientifico, che per essere fecondo nella sua penetrazione indagatrice premette cognizioni esatte nei più svariati settori[…]»
Prefazione
- Storia dell’astrologia
- Astrologia e religione
- Schema d’evoluzione della cosmologia e dell’astrologia
- Direttive e fini della ricerca astrologica
- Scienza e astrologia nel mondo moderno
- Introduzione nella pratica astrologica
- I tipi astrologici
- Interpretazioni sintetiche. I pianeti nei segni e nei campi
- Aspetti
- Il nodo lunare
- I dispositori
- L’oroscopo progressivo
- Esempio d’interpretazione
- Bibliografia
TABELLE :
- I – Per trovare in tabella II la disposizione dei campi nel tema di natività secondo il giorno e l’ora di nascita
- II – Latitudini Roma-Napoli e Milano
- III – Sole: posizione media di ogni giorno dell’anno
- IV – Sole: correzioni delle posizioni medie per ogni giorno dell’anno
- V – Luna: Posizioni 1890-1983
- VI – Calcolo dei movimenti lunari quotidiani
- VII- Effemeridi 1890-1983
Differenze e Diseguaglianze
Prospettive per gli studi di genere in Italia
Autore/i: Autori vari
Editore: Società Editrice Il Mulino
cura e presentazione di Franca Bimbi.
pp. 504, nn. fig. b/n, Bologna
Questo Volume mostra come, avvicinandosi ai luoghi in cui il conflitto di genere è più violento, in particolare in relazione alla disponibilità del corpo ed alla gestione della sfera pubblica, la differenza femminile risulti allo stesso tempo invisibile oppure venga confinata in un’alterità socialmente inesprimibile. Questo approccio mette in luce una tensione non colmata tra il racconto dell’integrazione delle donne nei diritti di tutti e le pratiche di differenziazione sociale nei loro confronti. Lavoro, contratti di genere, istruzione, rappresentanza politica, povertà, salute, prostituzione, violenza domestica e sessuale: questi sono i casi individuati per dar conto della tesi. Le donne e gli uomini, che pur partecipano ad una stessa società, possono essere interpretati come gruppi culturali differenti: ma la differenza indica un tipo di distinzione tendenzialmente assimilabile? E, al contrario, l’alterità implicherebbe una distanza originaria pressoché incolmabile? La società che si pensa integrata tende ad ignorare il senso di questi interrogativi, perché rifugge dalla riflessione sui conflitti culturali presenti al suo interno; in tale contesto il bambino violato e la prostituta straniera segnano i due limiti estremi del riconoscimento e della rimozione della diversità.
Franca Bimbi, professore di Sociologia all’Università di Padova, co-fondatrice della Fondazione Elvira Badaracco per gli studi sui Movimenti di liberazione della donna, è tra le promotrici degli studi delle donne in Italia. Ha pubblicato di recente «Madri sole. Metafore della famiglia ed esclusione sociale» (Carocci, 2000). Come coordinatrice scientifica delle ricerche della Rete Antiviolenza del Programma Europeo Urban Italia, ha contribuito all’ideazione dei volumi «Libertà femminile e violenza sulle donne», a cura di C. Adami, F. Bimbi, A. Basaglia e V. Tola (Franco Angeli, 2000); «Dentro la violenza. Cultura, pregiudizi e stereotipi», a cura di C. Adami, A. Basaglia e V. Tola (Franco Angeli, 2002).
Presentazione, di Franca Bimbi
I. Tra differenze e alterità. Gli studi delle donne alla prova del pluralismo culturale, di Franca Bimbi
II. Genere, lavori, etichette statistiche. I Censimenti in una prospettiva storica, di Barbara Curli e Alessandra Pescarolo
III. Dare un genere all’uomo flessibile. Le misurazioni del lavoro femminile nel postfordismo, di Rossana Trifiletti.
IV. Contratti di genere. Un’applicazione e confronti europei, di Elena Santi
V. La luce che non c’è. Indicatori di genere in campo formativo, di Stefano Boffo, Francesco Gagliardi e Salvatore La Mendola
VI. I paradossi di genere nella rappresentanza, di Alisa Del Re
VII. Povertà delle donne, povertà delle misure, di Elisabetta Ruspini
VIII. Per una lettura di genere delle Condizioni di salute, di Carla Facchini
IX. Intolleranza alla violenza e in/sicurezza nelle città. Paradigmi interpretativi, di Saveria Capecchi
X. La violenza di genere. Alla ricerca di indicatori pertinenti, di Cristina Adami
XI. La violenza verso l’infanzia. Età e genere nella prospettiva della dipendenza, di Luca Trappolin
XII. L’Altra e il suo doppio. La prostituzione delle immigrate, di Mariangela Treppete
Riferimenti bibliografici
Gli autori
La Prima Architettura Barocca – Pietro da Cortona, Borromini, Bernini
Autore/i: Brandi Cesare
Editore: Editori Laterza
seconda edizione, introduzione dell’autore, collana: Universale Laterza n° 139.
pp. 248, 18 tavv. b/n f.t., Bari
La caratterizzazione dell’architettura barocca rispetto a quella manieristica rappresenta un luogo di forti oscillazioni nella trattazione critica. Solo il configurarsi della spazialità architettonica a livello di struttura profonda dovrà dare ragione di un appellativo che altrimenti non avrebbe che un valore superficialmente classificatorio. Quel che accade con Pietro da Cortona, Borromini e infine Bernini, e che Brandi sottopone a un’analisi puntualissima si pone come un radicale mutamento rispetto all’ultimo manierismo del Maderno.
Cesare Brandi, nato a Siena, è scrittore, studioso di estetica e critico d’arte. Nel 1939 fu fondatore dell’Istituto Centrale del Restauro che diresse fino al 1960, quando passò alla cattedra di Storia dell’arte della Facoltà di lettere di Palermo, donde, nel 1967, fu chiamato all’Università di Roma. Tra i molti suoi libri vanno ricordati: Pellegrino di Puglia (1960), I quattro dialoghi sulla Pittura, la Scultura, l’Architettura e la Poesia (1945-1947), Segno e immagine (1960), Teoria del restauro (1963), Le due vie (1966) e le monografie su pittori antichi e moderni da Canaletto a Manzù.
Introduzione
Bibliografia sommaria
Pietro da Cortona
Bibliografia sommaria
Francesco Borromini
Bibliografia sommaria
Gian Lorenzo Bernini
Bibliografia sommaria
Appendice I
Appendice II
Sezione illustrativa
Introduzione Tavole
Pietro da Cortona Tavole
Francesco Borromini Tavole
Gian Lorenzo Bernini Tavole
Wudang Chikung – Per Mantenere la Salute, Curare e Guarire
Autore/i: Sun Junqing
Editore: Edizioni Mediterranee
pp. 216, 400 disegni, Roma
Il Wudang Chikung fa parte del chikung terapeutico che produce energia a onde sottili e delicate, e ha il potere di penetrare in profondità e mutare la qualità delle cose. Scopo principale dell’applicazione del Wudang Chikung è la cura dei propri disturbi e il mantenimento della salute.
Attraverso di esso si può intervenire anche sulle malattie e la salute degli altri e, armonizzando e purificando sia il corpo che lo spirito grazie all’energia o chi, allungare e migliorare la propria vita.
Questo chikung è accessibile a tutti, naturale e, per mezzo di semplici esercizi, utilissimo anche nella prevenzione di disturbi; inoltre migliora la condizione psicologica e aiuta a sviluppare facoltà particolari.
Praticandolo costantemente si ottengono buoni risultati in caso di mal di testa, ipertensione, ipocondria, stress, atopia, raffreddamento di mani e piedi, spalle rigide, dolori di stomaco, lombaggine, stitichezza, problemi mestruali, allergie, problemi tiroidei, reumatismi, nefropatie, diabete, asma, disfunzioni dell’apparato respiratorio, cardiopatie, dolori al petto, gastrite, gastroptosi e altre affezioni dell’apparato digerente.
Sun Junqing, nato a Shangai, Maestro di chikung, diretto successore della XIX generazione della scuola daoista Wudang Longmen e della XXV generazione del Daojia Chikung, fondato da Lao Tse, sorprende chi lo immagina un vecchio venerabile. A soli 37 anni possiede la saggezza di chi ha praticato chikung fin da bambino. Il padre, il gran maestro Sun Haiyun, diretto successore della XVII generazione della scuola daoista Wudang Longmen e della XXIV generazione del Daojia Chikung, gli è stato maestro e lo ha introdotto nell’arte delle tecniche millenarie del chikung. Ha vissuto per molti anni in Giappone, dedicandosi alla diffusione del Wudang Chikung per mantenere la salute, curare e guarire. Giunto in Europa (in Spagna e a San Marino) nel 1997, vi ha fatto ritorno nel 1998. Durante questo secondo viaggio è stato a Milano, dove ha conosciuto molte persone che hanno tratto vantaggio dai suoi trattamenti di chikung e dai suoi corsi.
I Mercanti dell’Occulto
Un libro-inchiesta sui retroscena, i segreti e i trucchi dei «professionisti» della magia. Un viaggio nell’inquietante sottobosco dell’occultismo in Italia.
Autore/i: Carpi Pier
Editore: Armenia Editore
pp. 324, Milano
Maghi, stregoni, occultisti, medium, streghe, fanatici di sette segrete, inviati delle flotte galattiche, messia di nuove religioni, sacerdoti delle chiese sataniche, profeti di sventure, eredi e reincarnazioni dei grandi iniziati, viaggiatori con il corpo astrale, antipapi, visionari, fondatori di false massoneria. Ci sono tutti, in questo libro che indaga senza reticenze nel sottobosco dell’occultismo in Italia. Qui vengono esposti i trucchi usati dai professionisti della magia e denunciati i fanatismi dei suoi esaltati. Per la prima volta un libro mette a nudo questo mondo sconcertante, rivelando i retroscena, scoprendo i segreti, smascherando gli impostori. Una invisibile catena di speculazioni lega professionisti e dilettanti della magia e molti sono i pericoli per chi, anche in buona fede, si avvicina a questo mondo.
Pier Carpi, che da anni si occupa di misteriosofia ed esoterismo, lancia con questo libro il suo atto di accusa, nel duplice intento di smascherare gli impostori e di salvaguardare coloro che all’occultismo si dedicano con impegno e serietà.
Il Caravaggio Perduto
Un anziano storico dell’arte, una giovane ricercatrice, un appassionato restauratore, un capolavoro ritrovato: una storia vera appassionante come un romanzo
Autore/i: Harr Jonathan
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione Daniele Didero e Stefano Galli, in copertina: Caravaggio, Cattura di Cristo, part. 1602 National Gallery of Ireland, Dublino, titolo originale: The Lost Painting.
pp. 304, Milano
In tutto il mondo esistono al massimo ottanta dipinti attribuiti a Michelangelo Merisi da Caravaggio, il genio maledetto del Seicento italiano. Perciò il ritrovamento di una sua tela, le cui tracce erano perse da secoli, è un evento del tutto straordinario.
Proprio attorno a un Caravaggio perduto e ritrovato ruota questo avvincente saggio di Jonathan Harr. I protagonisti sono un illustre storico dell’arte, l’inglese (ma da mezzo secolo cittadini romano) sir Denis Mahon, una giovane studiosa romana, Francesca Cappelletti, e il restauratore Sergio Benedetti, alle dipendenze della National Gallery di Dublino.
Nel 1952, Mahon aveva riconosciuto nell’ufficio del sindaco di Roma il vero originale del San Giovanni Battista (oggi nella Pinacoteca Capitolina); ed è proprio nel corso di alcune ricerche sul San Giovanni che, nel 1989, Francesca Cappelletti scopre a Recanati, nell’archivio inaccessibile e dimenticato della famiglia Mattei, preziosi documenti riguardanti il quadro scomparso del Caravaggio la Cattura di Cristo (Gesù circondato da soldati e baciato da Giuda).
Nel 1990 il Caravaggio perduto verrà finalmente trovato in una casa di gesuiti e identificato, sotto polvere e incrostazioni, da Benedetti, che lo restaura e, grazie anche al contributo di Mahon e Cappelletti, annuncia al mondo la sua scoperta.
Il racconto di Harr ha il ritmo e il fascino di un romanzo: un romanzo che è sia un’appassionante detective story fatta di indizi, intuizioni, colpi di scena (ma anche di rivalità e gelosie tra studiosi), sia il dramma della vita turbolenta di Caravaggio, spesa tra ricchezza e miseria, vagabondi e prostitute, zuffe e onori, fino alla morte avvolta nel mistero.
Jonathan Harr, giornalista investigativo, vincitore di importanti premi negli Stati Uniti, è l’autore di Azione civile (Rizzoli, 1997), da cui è stato tratto un film con John Travolta. Le sue inchieste sono uscite sul “New Yorker” e sul “New York Times Magazine”. Vive e lavora a Northampton, nel Massachusetts.
Parte prima: L’inglese
Parte seconda: La ragazza di Roma
Parte terza: Il restauratore
Parte quarta: Le celebrazioni
Parte quinta: La sindrome di Caravaggio
Bibliografia
Ringraziamenti