Libri dalla categoria Teologia
L’Esperienza del Dolore
Le forme del patire nella cultura occidentale
Autore/i: Natoli Salvatore
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
in copertina: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, La morte della Madonna, 1605.
pp. 280, Milano
Il dolore è quanto di più proprio, individuale e intrasferibile possa darsi nella vita degli uomini, ma nello stesso tempo non è un’esperienza così immediata e diretta come a prima vista potrebbe sembrare. Nessun uomo potrebbe vivere la sofferenza e sopravvivere ad essa, o comunque attraversarla, se non riuscisse in qualche modo ad attribuire un senso a ciò che patisce. Esistono quindi scenari di senso già predisposti entro cui il dolore viene giustificato o compreso. “Tragedia” e “redenzione” costituiscono le due grandi scene in cui gli uomini dell’Occidente hanno sperimentato il soffrire. Queste due visioni del mondo, nel progressivo “svolgersi della cultura occidentale, si sono mescolate ma anche reciprocamente neutralizzate.
L’erosione di queste due visioni sintetiche ha liberato materiali buoni per nuove sintesi. Se la tradizione ebraico-cristiana ha ucciso la tragedia, la tragedia ha consumato una silente vendetta riemergendo in alcuni motivi del neo-paganesimo contemporaneo. Ma il neo-paganesimo non può essere mai la tragedia; allo stesso modo il bisogno di salvezza, ereditato dalla tradizione ebraico-cristiana, non ha più la garanzia della fede. L’esperienza del dolore nella società contemporanea non dispone più dell’integralità della tradizione e tuttavia sente insieme il bisogno di salvezza e la fedeltà alla terra.
Come queste esigenze possono essere ambedue soddisfatte? L’unica fede oggi possibile è quella della tecnica. Ma anche questa credenza per molti versi lascia increduli. La posizione dell’uomo contemporaneo è disposta tra l’ideologia dell’uomo artificiale e i rischi del futuro. In questa nuova scena si vive oggi il dolore.
Salvatore Natoli è professore di Filosofia teoretica. Tra le sue opere ricordiamo: Ermeneutica e genealogia. Filosofia e metodo in Nietzsche, Heidegger, Foucault (Feltrinelli, 1980), L’esperienza del dolore. Le forme del patire nella cultura occidentale (Feltrinelli, 1986), Vita buona, vita felice. Scritti di etica e politica (Feltrinelli, 1990), Teatro filosofico. Gli scenari del sapere tra linguaggio e storia (Feltrinelli, 1991), La felicità. Saggio di teoria degli affetti (Feltrinelli, 1994), Soggetto e fondamento. Il sapere dell’origine e la scientificità della filosofia (Bruno Mondadori, 1996), Dizionario dei vizi e delle virtù (Feltrinelli, 1996), Dio e il divino (Morcelliana, 1999), La felicità di questa vita (Mondadori, 2000), Stare al mondo. Escursioni nel tempo presente (Feltrinelli, 2002), Libertà e destino nella tragedia greca (Morcelliana, 2002), Parole della filosofia o dell’arte di meditare (Feltrinelli, 2004, Premio filosofico Castiglioncello; In Ue: L’arte di meditare. Parole della filosofia (2016), La verità in gioco. Scritti su Foucault (Feltrinelli, 2005), Sul male assoluto (Morcelliana, 2006), La salvezza senza fede (Feltrinelli, 2007), Edipo e Giobbe (Morcelliana, 2008), Il crollo del mondo (Morcelliana, 2009), Il buon uso del mondo (Mondadori, 2010), L’edificazione di sé. Istruzioni sulla vita interiore (Laterza, 2010), Soggetto e fondamento. Il sapere dell’origine e la scientificità della filosofia (Feltrinelli, 2010), I comandamenti. Non ti farai idolo né immagine (con Pierangelo Sequeri; il Mulino, 2011) e Nietzsche e il teatro della filosofia (Feltrinelli, 2011).
Grammatica del patire. I contrassegni
- Le maschere del dolore
- Dolore e conoscenza. Il dolore come esperienza individuale e individualizzante
- Il dolore come “prova”
- Dolore e lutto
La metafisica del tragico
- Dionisio lacerato
- Pena e dolore
- Apollo l’obliquo: l’irretimento della ragione
- Le provvidenze dell’arte e le risorse della virtù
- Il grido
- Il pudore
- Temprarsi nel dolore, temprare il dolore: il giusto mezzo nella sofferenza
La teologia del patto
- Il Dio del roveto
- L’origine del male. Colpa e punizione
- L’enigma del dolore. Sfida e confidenza
- Pascolo di vento: saggezza empirica e pessimismo radicale
- Il servo sofferente di Jahvé. Espiazione e redenzione
La terra e il regno
- Una storia di destini incrociati: neopaganesimo e secolarizzazione
- Ottimizzazione della vita e rimozione del dolore
Al modo di una conclusione
C’è una Soluzione Spirituale a Ogni Problema
Titolo originale: There’s a Spiritual Solution to Every Problem
Autore/i: Dyer Wayne W.
Editore: Edizioni Corbaccio
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione dall’originale americano di Giorgio Arduin.
pp. 290, Milano
«Cè una soluzione spirituale a ogni problema è un invito alla meditazione, ispirato ai principi francescani, e al tempo stesso una guida pratica alla vita di tutti i giorni. Profondo e a tratti provocatorio, è una testimonianza dell’amore e dell’armonia che trionfano nel momento in cui impieghiamo tutte le nostre energie per raggiungere ciò verso cui teniamo naturalmente.»
In questo libro ispirato, Wayne W. Dyer mostra l’esistenza di una forza spirituale onnipresente che è in noi e che contiene la soluzione ai nostri problemi, da quelli di salute a quelli finanziari, a quelli sentimentali. Facendo riferimento a diverse tradizioni spirituali, in particolare a quella francescana, Dyer aiuta a prendere le distanze dalla realtà materiale, a scoprire l’essenza divina delle cose e ad approdare a una visione del mondo basata sui concetti di amore e armonia.
Nella prima parte, Dyer espone i fondamenti concettuali della soluzione spirituale dei problemi attraverso le parole e gli insegnamenti del mistico indiano Patanjali, mentre la seconda parte è incentrata sulla preghiera di san Francesco e contiene suggerimenti specifici per aiutare il lettore a trovare una soluzione spirituale ai problemi della vita di tutti i giorni.
Profondo e provocatorio, C’è una soluzione spirituale a ogni problema è un libro sulla consapevolezza di sé e sul potere taumaturgico dell’energia che è dentro ognuno di noi e che attende solo di essere ridestata.
Wayne W. Dyer, psicoterapeuta, è autore di libri di grande successo. Tiene affollatissime conferenze negli Stati Uniti e partecipa regolarmente alle più seguite trasmissioni radio-televisive delle principali reti americane. Vive con la famiglia in Florida. Di Dyer Corbaccio ha pubblicato La saggezza di ogni giorno, Il tuo sacro io, Come fare miracoli, Credere per vedere, Inventarsi la vita e Che cosa volete davvero per i vostri figli?
La Lanterna e la Spada
Romanzo storico
Autore/i: Arena Leonardo Vittorio
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione.
pp. 350, Casale Monferrato (AL)
«Jing Ke estrasse la mappa e la porse a Ying Zheng. Rimase davanti a lui in ginocchio. Questi la guardò con attenzione, e cominciò a dispiegare il rotolo. Giunto all’ultima piega, la visione inattesa di un piccolo pugnale lo fece balzare all’indietro inorridito, Jing Ke fu lesto a impugnare l’arma, prima che questa scivolasse a terra. Con la mano, afferrò una manica dell’abito del re, preparandosi a vibrare un colpo micidiale.»
Nel III secolo a.C., la Cina è insanguinata da lotte per il potere che oppongono i sovrani di numerosi staterelli. Tra battaglie, duelli e intrighi di palazzo, sono numerose le vittime di questa carneficina, che non ha riguardi per il sesso o l’età. Ma un giovane riesce a scampare alla strage. È Ying Zheng: in lui si compirà il destino della Cina imperiale. Fondatore della dinastia Qin, diventa un tiranno spietato e crudele, odiato dai sudditi, temuto dai nemici e costantemente a rischio di attentato. Sbarazzatosi dei due reggenti – la madre e il primo ministro, che forse era il suo vero padre – non trova ostacoli nella conquista dell’impero che lo conduce a porre fine a una guerra plurisecolare tra i diversi stati, sottomettendone ogni sovrano, fino a controllare l’intera Cina. A capo di un impero vasto e invincibile, diffonde la cultura del terrore, dando impulso alla costruzione della Grande Muraglia. Cultore di magia e alchimia, si guadagna fama d’immortalità e trasforma la sua figura in mito e leggenda.
Leonardo Vittorio Arena nato a Ripatransone (AP) nel 1953, è docente di Storia della Filosofia Contemporanea e di Religioni e Filosofie dell’Estremo Oriente presso l’Università di Urbino. È autore di saggi sul pensiero, la storia e la cultura orientali.
Tra le molte pubblicazioni, ricordiamo: Samurai (Mondadori, 2002), Kamikaze (Mondadori, 2003), I guerrieri dello spirito (Mondadori, 2006), Il tao della meditazione (Rizzoli, 2007).
L’Eroe dai Mille Volti
Titolo originale: The Hero with a Thousand Faces
Autore/i: Campbell Joseph
Editore: Lindau
prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Franca Piazza.
pp. 528, nn. illustrazioni b/n, Torino
«Freud, Jung e i loro seguaci ci hanno fornito l’irrefutabile dimostrazione che la logica, gli eroi e i fatti del mito sopravvivono nel tempo presente.
In mancanza di un’effettiva mitologia generale, ciascuno di noi possiede il proprio personale, intimo, elementare e tuttavia potente pantheon di sogni.
In questo stesso momento, l’ultima incarnazione di Edipo, i moderni protagonisti della favola della Bella e la Bestia, attendono all’angolo della Quarantaduesima Strada con la Quinta Avenue che il semaforo cambi colore.» (Joseph Campbell)
Il mito è da sempre oggetto di analisi da parte di storici, filosofi, antropologi, sociologi, che ne hanno proposte le interpretazioni più disparate, riconfermandone però sempre l’importanza nell’ambito della vita associata. Anche gli psicoanalisti si sono rivolti a esso: per loro il mito, come il sogno, rivela la struttura stessa della psiche. Secondo Jung, il mito sarebbe un sognare a occhi aperti, il sogno una continuazione del mito ed entrambi la manifestazione di motivi arcaici, che rivelano l’esistenza di elementi strutturali della psiche inconscia. Questi motivi o immagini, da lui chiamati archetipi, dimostrano che esiste un inconscio collettivo comune da sempre a tutti gli uomini.
Nello scrivere questo saggio sul mito dell’eroe, Joseph Campbell si è rifatto alle concezioni psicoanalitiche, in particolare a quelle di Jung, ma ha tenuto conto anche delle altre interpretazioni, riconoscendo in esse quanto vi è di vero soprattutto in rapporto alla funzione che la figura dell’eroe ha svolto nel corso dei tempi.
Perciò L’eroe dai mille volti, prima ancora che un’acuta indagine sul significato di un archetipo psicologico, è un fantasmagorico viaggio attraverso le culture di tutto il mondo e di tutte le epoche.
Centinaia di miti, favole e leggende, una folla di uomini, eroi, mostri, spettri, fate e geni, un pantheon di dèi clementi e terribili, maestosi e beffardi, costituiscono la materia di un libro che dalla sua prima pubblicazione, nel 1949, si è imposto come un grande classico.
Anche il più smaliziato lettore contemporaneo non potrà sottrarsi al richiamo del «gioco» abissale che Joseph Campbell ci propone per ritrovare il filo rosso che unisce le culture di ogni tempo e ricreare quella «coscienza collettiva» che la modernità ha sacrificato a vantaggio di una cultura frammentata e dominata dalla scienza e dall’economia.
«Senza “L’eroe dai mille volti” probabilmente starei ancora scrivendo ”Guerre Stellari”». (George Lucas)
Joseph Campbell (1904-1987), psicologo, è stato uno dei più grandi studiosi di mitologia comparata. Tra le sue opere, ricordiamo Le maschere di Dio (4 voll.), Miti per vivere e Mito e modernità. Le Edizioni Lindau hanno pubblicato, nel 2009, Miti di luce. Metafore dell’Eterno in Oriente.
Il Dio di Tutte le Cose – Spiritualità e Preghiera in Teilhard de Chardin
Titolo originale: Knowing Jesus in the World. Prayer with Teilhard de Chardin
Autore/i: Faricy Robert; Rooney Lucy
Editore: Edizioni Paoline
nota e introduzione degli autori, prefazione di Hans-Peter Kolvenbach sj, traduzione di Giuliana Lupi, in copertina: Creazione del firmamento (part.), Duomo di Monreale, 1185 ca.
pp. 144, Milano
Hai talmente riempito l’universo
in ogni direzione, o Gesù,
che d’ora in poi, fortunatamente,
ci sarà impossibile sfuggirti.
«Dove andare per sottrarmi al tuo spirito,
dove andare lontano dal tuo volto?»
Ora ne sono certo.
Né la vita, il cui progresso
rafforza la presa che hai su di me;
né la morte, che mi mette nelle tue mani,
né i poteri spirituali buoni o cattivi,
che sono i tuoi strumenti viventi;
né le energie della materia,
nelle quali sei immerso;
né gli abissi insondabili dello spazio,
che sono la misura della tua grandezza;
né morte, né vita, né angeli, né principati,
né presente, né avvenire, né altezza, né profondità,
né alcun’altra creatura…
nessuna di queste cose potrà separarmi
dal tuo amore sostanziale.
(Pierre Teilhard de Chardin)
Il 10 aprile 1955, domenica di Pasqua, moriva a New York Pierre Teilhard de Chardin, teologo e paleontologo, uno dei pensatori più influenti e controversi del secolo XX. Per tutta la vita fu tormentato dal «problema delle due fedi», cioè come integrare la componente «orizzontale» dell’impegno nel mondo e quella «verticale» della fede in Dio.
Teilhard de Chardin non solo visse questa integrazione, ma la espresse anche nei suoi scritti.
Dalle sue opere più note, oltre che dagli appunti – inediti – che Teilhard annotava nelle circostanze più diverse, persino al fronte, durante la prima guerra mondiale, sono tratti i brani che questo volume propone alla meditazione e alla preghiera.
Attraverso di essi Teilhard de Chardin ci mostra dove cercare Gesù e come trovarlo. E soprattutto come vivere nel mondo in unione con Lui, che è il Cuore del mondo, il punto centrale verso il quale converge l’evoluzione di tutte le cose.
Robert Faricy, teologo americano appartenente alla Compagnia di Gesù, insegna teologia sistematica e spiritualità alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Autore di numerosi volumi di spiritualità, alcuni dei quali pubblicati anche in Italia, è una delle figure storiche del Rinnovamento Carismatico.
Le Scritture del Volto – Fisiognomica e Modelli Culturali dal Medioevo ad Oggi
Autore/i: Getrevi Paolo
Editore: FrancoAngeli
introduzione dell’autore.
pp. 256, Milano
È possibile riconoscere lo passioni nella geometria di un volto, svelare l’enigma dell’espressività volubile degli occhi, scoprire dalla forma di un cranio la malvagità o la bontà, il genio o la stupidità? Domande che impudentemente negano il libero arbitrio e mascherano gravi pregiudizi. Eppure la fisiognomica genera la grande illusione di trovare un significato nell’aleatorio microcosmo dei segni corporei, da quando nel medioevo emerge come un’eredità della sapienza greca e araba. Da Ruggero Bacone a Della Porta, da Le Brun a Lavater, da Gall a Lombroso: il racconto coinvolge un numero rilevante di letterati e di artisti, di medici e di filosofi, coincide con un caleidoscopio di testi che rappresentano emozioni, diagnosticano talenti, prevedono destini. Dall’atelier al gabinetto scientifico e all’aula giudiziaria, la fisiognomica cerca di scrivere le incerte regole dei modelli umani, prima di essere soppiantata dai più scaltri paradigmi psicologici e biologici. È stata una pratica esoterica? Una scienza? Una retorica? Sicuramente un crocevia di importanti dibattiti nella cultura europea, un capitolo inconsueto della storia delle idee. Da questo alfabeto dimenticato si può forse ricavare qualche antidoto contro la menzogna e l’esasperante Vanità dei divismi contemporanei.
Paolo Getrevi svolge la sua attività di ricercatore nell’Istituto di Italianistica dell’Università di Verona. Oltre a vari saggi, ha pubblicato: Nel Prisma di Tozzi. La reazione, il sangue, il romanzo (Liguori 1983); Dal picaro al gentiluomo. Scrittura e immaginario nel Seicento narrativo (Angeli 1986); Labbra barocche. Il libretto d’opera da Busenello a Goldoni (Essedue 1987). Ha inoltre commentato L’Edipo del Tesauro (Marsilio 1987, con introduzione di C. Ossola) e curato l’edizione del cinquecento Libro del sarto (Panini 1987). Ha in corso di stampa Lo scacco dell’anima. 1881-1923: il romanzo italiano. Sta studiando la metamorfosi del personaggio nella narrativa degli ultimi quattro secoli.
Introduzione
1. Un’antica scienza
2. L’artista e il saggio
3. I segni del corpo
4. Il nobile silenzio
5. Narrare le passioni
6. Trionfi e cadute
・La bella natura
・L’inganno del volto
7. Frenologi e no
8. I gesti, l’antico, il selvaggio
9. L’uomo delinquente
10. La diaspora del soggetto
Tavola delle abbreviazioni bibliografiche
・Le fonti
・La critica
Genitori, Bambino e Nevrosi – Conflitti Parentali e Ruolo dei Figli
Titolo originale: Eltern, Kind und Neurose
Autore/i: Horst-Eberhard Richter
Editore: Rusconi Libri
prima edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione dal tedesco di Carlotta Buzzi.
pp. 336, Milano
Quali sono le esperienze infantili che portano a malattie mentali e disturbi nella formazione del Carattere? In che misura e in che modo i genitori possono provocare nei figli reazioni sbagliate? E, viceversa, possono i genitori prevenire nei figli lo sviluppo di nevrosi?
A partire da Freud, si è molto indagato sul rapporto genitori/figlio. Quei lavori per lo più prendono in considerazione solo le misure educative esteriori, o le caratteristiche generali dell’ambiente in cui il bambino cresce. Richter analizza invece le strettissime correlazioni fra le richieste, inconsce, poste dai genitori al figlio e le reazioni di quest’ultimo, attraverso osservazioni cliniche di diversi anni. Egli riesce, così, a individuare i motivi alla base delle nevrosi infantili: i genitori costringono il bambino in un “ruolo” superiore alle sue forze; nella sua funzione di sostituto di un genitore, un coniuge o un fratello, oppure d’immagine di aspetti positivi o negativi del Sé parentale, tocca a lui “liberare” i genitori dalla loro situazione conflittuale. E, con il suo studio, apre una nuova via alla psichiatria infantile.
Medico e psicoanalista, è nato a Berlino nel 1923 e ha un’esperienza scientifica quarantennale come ricercatore. Dal 1992 è responsabile del Centro Universitario di Medicina Psicosomatica e della relativa Clinica di Giessen nell’Assia. Il suo nome è legato soprattutto a studi e ricerche sull’ambiente familiare dei bambini e degli adolescenti sofferenti di turbe psichiche. Partecipa pure attivamente alle iniziative dell’Associazione Internazionale dei Medici per la Pace e la Responsabilità Sociale, curando in particolare l’assistenza ai gruppi marginali. In Germania e considerato uno dei più grandi divulgatori di psicologia del dopoguerra.
Prefazione
Introduzzone
PARTE PRIMA: TEORIE ESISTENTI A PROPOSITO DELL’INFLUENZA NEVROTIZZANTE DEI GENITORI SUI FIGLI
1. LE IPOTESI DELLE TEORIE CLASSICHE DELLA PSICOLOGIA DEL PROFONDO
・Sigmund Freud
・Carl Gustav Jung
・Alfred Adler
・Harald Schultz-Hencke
・Riepilogo delle teorie del trauma nei sistemi classici di psicologia del profondo
2. LE IPOTESI PIÙ RECENTI
Premessa: l’influenza stimolante dell’antropologia culturale, degli studi sui gemelli e dell’analisi dei casi di istituzionalizzazione.
・Problemi metodologici
・Gli interventi particolari dei genitori e gli aspetti generali del loro comportamento
・Le motivazioni dei genitori
・Ipotesi sulle modalità con cui le influenze traumatiche dei genitori agiscono sul bambino
・Digressione sulle più recenti scoperte della sociologia della famiglia
NOTE
PARTE SECONDA: STUDI CONDOTTI IN PROPRIO
1. CONFLITTI PARENTALI E RUOLO DEL BAMBINO
2. DETERMINAZIONE DEL RUOLO INFANTILE MEDIANTE LE “TRASLAZIONI” E LE “PROIEzIONI NARCISISTICHE” DEI GENITORI
3. TIPI DI RUOLI. PROBLEMATICA E METODOLOGIA DELL’INDAGINE CLINICA
4. TIPICI RUOLI TRAUMATICI INFANTILI
・Il bambino come sostituto di un’altra persona
1. Il bambino come sostituto di una figura parentale
2. Il bambino come sostituto del coniuge
3. Il bambino come sostituto di un fratello o di una sorella
・Il bambino come sostituto di un aspetto del proprio Sé (del genitore)
1. Premesse teoriche
2. Il bambino come semplice copia di se’
3. Il bambino come sostituto del Se’ ideale
4. Il bambino come sostituto dell’identità negativa (capro espiatorio)
・Il bambino come alleato conteso
5. Limiti del modello
6. Conseguenze in età adulta dei problemi derivanti dal ruolo sostenuto nell’infanzia
NOTE
Bibliografia
Medicina Popolare Turca
Autore/i: Masala Maria
Editore: Nuova casa editrice Cappelli
presentazione di Alberto Boscolo, introduzione dell’autrice, in copertina: «Intervento sul braccio di un paziente». Da Kitāb-i Ğerrāhiyet di Sabuncuoğlu (1386?-1470?).
pp. 128, Bologna
Nato da una lunga indagine condotta nei quartieri «tradizionali» di Istanbul con l’ausilio di studiosi e di informatori locali, questo volume sulla medicina popolare turca fa parte di un piano di lavoro che tende a raccogliere e a salvare il tesoro, quasi sconosciuto in Italia, delle tradizioni popolari turche e ad affiancare quei rapporti di collaborazione scientifica tra l’Italia e la Turchia recentemente promossi dai due Paesi.
Leggende e superstizioni, ricette con elementi fantasiosi o con insospettabili fondamenti scientifici, tutto un mondo che della tradizione fa un elemento millenario di vita sociale, aprono al lettore un orizzonte sulla vita quotidiana del popolo turco, sul suo cammino in perpetuo equilibrio tra modernità e memorie. Non mancano vasti accenni alle credenze religiose del popolo turco che, nella sua voluta conversione all’Islam sunnita (X secolo) non ha potuto, nella sua ultima sede anatolica, escludere l’eredità nazionale centro-asiatica e l’eco delle stratificate civilizzazioni che hanno fatto dell’Asia Minore il più vivo museo di storia dell’uomo.
Maria Masala, nata a Roma nel 1943, si è laureata in lettere con indirizzo etnologico presso l’Università «La Sapienza». Profonda conoscitrice della realtà turca, è autrice di studi sulle tradizioni e sulla religiosità dell’Anatolia, dall’eredità sociale dei caravanserragli alle festività islamiche e alla permanenza di elementi sciamanici nella cultura popolare turca. Collabora a varie riviste scientifiche, italiane e straniere.
A Massimo Rendimento – Come Ottenere Grandi Risultati
Uno dei migliori top manager insegna come gestire e come aumentare la produttività in modo eccezionale
Autore/i: Grove Andrew S.
Editore: Sperling & Kupfer Editori
introduzione dell’autore, traduzione di Roberta Garbo, revisione tecnica di Piero Robbiati.
pp. 268, schemi b/n, Milano
«La produttività di un-manager coincide con quella delle unità organizzative che si trovano sotto la sua supervisione o all’interno della sua sfera d’influenza.» È la formula più pregnante di A massimo rendimento, in cui Andrew S. Grove, autorevole esperto nel settore dell’alta tecnologia, traccia un profilo del management americano ai vertici del successo. L’autore spiega come utilizzare le tecniche gestionali messe a punto all’Intel Corporation, azienda leader della Silicon Valley, di cui è stato uno dei fondatori. Applicando i principi della produzione al lavoro manageriale, scegliendo di portare a termine i compiti in grado di generare il massimo leverage e stimolando i propri collaboratori a un rendimento eccellente, il manager riesce a trasferire nel suo ambito professionale la precisione e l’intensità del lavoro di squadra tipiche del mondo sportivo. Nel corso del testo Grove indica, con la chiarezza e la competenza di chi ha una conoscenza diretta dell’arte del management, come adeguare lo stile manageriale alla personalità dei collaboratori, come prevedere la produzione del gruppo alle proprie dipendenze, come ottimizzare l’efficacia delle riunioni, elaborare una scala di indicatori del rendimento, utilizzare aumenti, gratifiche e promozioni per accrescere la motivazione e di conseguenza la produzione. Infine offre preziosi suggerimenti per condurre un colloquio di selezione o far rientrare le dimissioni di un dipendente.
«La validità degli spunti offerti da questo libro non è circoscritta alle aziende ad alta tecnologia. Pur rimanendo saldamente ancorato al buon senso, l’autore non banalizza i paradossi e le ambiguità della vita di un manager… Un libro eccellente che va sicuramente letto.» (Tom Peters, coautore di Alla ricerca dell’eccellenza)
«A massimo rendimento regala al lettore la sensazione di condividere una scoperta partecipando a un’esplorazione. Il libro abbraccia perlomeno il 90 per cento della reale attività di un manager e offre molti spunti su come lavorare con efficacia all’interno di un team.» (John A. Young, President e Chief Executive Officer, Hewlett-Packard)
«Straordinario. Il libro è come una conversazione con un esperto dotato di una visione pragmatica del management degli anni Ottanta. I manager possono finalmente permettersi di non guardare più al Giappone: A massimo rendimento è la quintessenza dell’Americanismo.» (Calvin Pava, Harvard Business School)
«Un libro scritto da un uomo meraviglioso e da un manager esperto che non solo ha sviluppato e messo in pratica una teoria, ma ha vissuto in prima persona le conseguenze delle sue decisioni. Un testo davvero utile e istruttivo.» (Jack Kuehler, Senior Vice President, IBM)
Ungherese di nascita, Andrew S. Grove ha lasciato il suo Paese nel 1956. Ha conseguito il dottorato in ingegneria chimica nel 1962 alla Berkeley University of California. Da un punto di vista scientifico, Grove ha offerto un contributo notevolissimo allo sviluppo della tecnologia dei semiconduttori, mentre, nella sua veste di imprenditore, ha partecipato alla fondazione dell’Intel Corporation, di cui attualmente è il presidente, un’azienda che spicca per la genialità tecnologica (si deve infatti alla Intel l’invenzione del chip e del microprocessore) e che si è dimostrata eccellente nel management, nel marketing e in campo finanziario. Grove ha ricevuto dal Franklin Institute il Certificate of Merit ed è membro della National Academy of Engineering. Il suo precedente libro, Physics and Technology of Semiconductor Devices, è un testo largamente adottato negli Stati Uniti.
Caltanissetta Feudale
Autore/i: Li Vecchi Alfredo
Editore: Salvatore Sciascia Editore
collana: Nuova Biblioteca Critica, in copertina disegno di Raffaello Piraino.
pp. 280, Caltanissetta
Come e da chi veniva amministrato un comune feudale nella Sicilia spagnola? Quante e quali tasse pagavano i cittadini? Con quale criterio avveniva la ripartizione delle imposte fra le varie categorie di contribuenti, braccianti, artigiani, piccoli e grandi proprietari, feudatari? Perchè i bilanci del comune erano perennemente passivi e a quali spese l’amministrazione comunale doveva far fronte?
A questi interrogativi l’Autore ha cercato di dare una risposta con una ricerca d’archivio, che consente di penetrare in una realtà abitualmente trascurata dall’indagine storiografica.
Dall’analisi dell’amministrazione locale, del regime fiscale, dei bilanci e delle spese del comune di Caltanissetta emergono i tratti caratteristici di una società in cui possiamo insieme osservare la più squallida miseria e le più gravi ingiustizie, una disperata rassegnazione e una tenace prepotenza.
- L’amministrazione locale
- Il regime fiscale
- Bilanci e spese dell’università
La Saggezza dei Maestri Zen – Nell’Opera di Sengai
Autore/i: Sengai Gibon
Editore: Ugo Guanda Editore
a cura di Paolo Lagazzi, la traduzione dei testi è di Cristiana Ceci, in copertina: fregio xilografico di Stephen Alcorn.
pp. 96, 38 disegni a china, Parma
«Non c’è realtà che non contenga in sé il germe del proprio dissolvimento, della propria metamorfosi: il vuoto o (appunto) il nulla. Solo nel nulla, o ’attraverso’ il nulla, l’essere si dà e si sottrae: si incarna e si sposta: si realizza e si fa subito altro. La sola realtà è dunque mu: l’impermanenza, il movimento: il risolversi inarrestabile e infinito del vuoto nella forma, della forma nel vuoto» (così Paolo Lagazzi nell’Introduzione a questo volumetto).
Qui, in questa intuizione, è il nucleo essenziale di quel ’pensiero’ Zen che riprende e porta a conseguenze radicali le posizioni di alcune correnti buddhiste. Ma, nella tradizione Zen, la saggezza dei maestri coincide con una profonda tensione alla bellezza, che si esprime nella poesia e nella pittura. Tra le figure di spicco vi è, per la qualità mirabile degli esiti, Sengai Gibon, monaco Zen vissuto in Giappone tra il XVIII e il XIX secolo. La sua opera di poeta e pittore straordinariamente dotato riassume in sé, in forme originali, una grande esperienza spirituale ed espressiva.
Durante la sua vita di monaco, Sengai Gibon (Mino 1750-Fukuoka 1837) fu ammirato non solo per la sua abilità artistica, ma anche per la sua modestia e semplicismo di vita. Nonostante il suo status sociale, ha scelto di indossare una veste nera di tutti i giorni invece di uno di distinto viola.
- Diventare il bambù. Introduzione di Paolo Lagazzi
- Bibliografia essenziale
- La saggezza dei maestri Zen nell’opera di Sengai
Ornitologia Italiana
Ristampa anastatica autorizzata dall’Editore Ulrico Hoepli
Autore/i: Arrigoni Degli Oddi Ettore
Editore: Istituto Editoriale Cisalpino – La Goliardica
prefazione dell’autore.
pp. CLI-1084, 586 figure intercalate nel testo e 36 tavole a colori, Milano
Scomparse da qualche tempo dal mercato librario le Opere dei nostri insigni Maestri Enrico H. Giglioli, Giacinto Martorelli, Tommaso Salvadori e Paolo Savi, il mio Atlante (1902) ed il Manuale di Ornitologia italiana (1904) – non esisteva in Italia alcun libro in materia e questa mancanza era vivamente sentita. In tali circostanze, volle il nostro benemerito Editore Ulrico Hoepli darmi l’incarico di scrivergli un’Ornitologia italiana.
Nell’accettare l’onorifica offerta, fu mia intenzione che il trattato non fosse una semplice seconda edizione del vecchio mio libro – ma volli rifarlo in gran parte per renderlo più semplice nelle descrizioni delle singole forme, più utile ai nostri cacciatori con l’aggiunta dei nomi volgari, insomma più alla portata di tutti – occorsero quindi tempo e ricerche.
Nell’Italia ho compreso, oltre la parte politicamente nostra, Malta e la Corsica – ho invece escluso il litorale dalmato, poichè la fisionomia della sua avifauna è prettamente balcanica.
Per la classificazione, mi sono attenuto ai più moderni sistemi. Di ogni singola forma ho dato il nome latino ed italiano, aggiungendo tra parentesi i latini adottati dai nostri Autori quando erano differenti da quello usato da me, cosi è reso più facile al lettore il riconoscimento delle specie medesime. Questi troverà nel libro parecchi nomi nuovi – ho dovuto far ciò per usare il nome più vecchio, in omaggio alla legge di priorità sulla base della X edizione del «Systema Naturae» di Carlo Linneo (1758) e seguendo Autori costantemente binominalisti.
Per buona norma del lettore, quando il nome dell’Autore è chiuso tra una parentesi, significa che l’appellativo generico non è quello usato dall’autore stesso.[…]
[…]I nomi geografici sono scritti secondo le diciture dei nostri Atlanti italiani[…]
La Traduzione: Problemi e Metodi – Teoria e Pratica di un Lavoro Difficile e di Incompresa Responsabilità
Titolo originale: Approaches to Traslation
Autore/i: Newmark Peter
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, premessa e prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Flavia Frangini.
pp. 344, Milano
Sebbene costituisca ormai materia d’insegnamento universitario anche in Italia, la teoria della traduzione e stata paradossalmente trascurata dall’editoria italiana. Paradossalmente, perché è proprio l’editoria ad avvalersi di un esercito di traduttori troppo spesso impreparati ad affrontare le insidie dei testi letterari, saggistici, scientifici. Nei paesi di lingua anglosassone, in Germania, in Francia, i problemi teorici e pratici posti dalla traduzione sono da tempo al centro di numerosi studi. Peter Newmark, traduttore egli stesso, è anche uno del maggiori studiosi contemporanei di teoria e pratica della traduzione. In questo libro pone l’accento soprattutto sulla traduzione semantica (che privilegia il contesto semantico del testo di partenza) accanto a quella comunicativa (che privilegia la comprensione e la risposta del lettore della lingua d’arrivo).
A una prima parte essenzialmente teorica fa seguito una parte pratica, di consultazione, a cui il traduttore può far riferimento per risolvere problemi specifici incontrati nel corso del suo lavoro.
Peter Newmark, è stato preside della School of Modern Languages del Polytectinic of Central London e dal 1977 è presidente del Council of the Institute of Linguists. Oltre a numerosi articoli per riviste specializzate, è autore di A Textbook of Translation.
Premessa
Prefazione
Ringraziamenti
Parte prima: Aspetti di teoria della traduzione
1. Teoriaa e pratica della traduzione
2. Di che cosa S1 occupa la teoria della traduzione
3. Traduzione comunicativa e semantica (I)
4. Pensiero, discorso e traduzione i
5. Traduzione comunicativa e semantica (II)
6. La traduzione dei nomi propri e dei termini istituzionali e culturali
7. La traduzione della metafora
8. Il processo traduttivo e la sinonimia
9. La traduzione e la funzione metalinguistica del linguaggio
Parte Seconda: Alcune proposizioni sulla traduzione
・Introduzione
・Linguistica della traduzione
・Teoria della traduzione
・Tecniche
・Aspetti del significato
・Punteggiatura
・Analisi testuale
・Problemi più ampi
・Traduzione tecnica
・Note alle proposizioni
・Bibliografia
Indice dei nomi
Indice analitico
La Regina Misteriosa – La Storia di Hatshepsut l’Unica Donna che Regnò come Faraone
Titolo originale: La reine mystérieuse – Hatshepsout
Autore/i: Desroches Noblecourt Christiane
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Alberto Di Bello.
pp. XXI-410, nn. fotografie e illustrazioni b/n, Milano
“Un’appassionante indagine che strappa alle sabbie del tempo la regina più enigmatica dell’antico Egitto: un personaggio che rivive in queste pagine con tutto il suo fascino e la sua straordinaria complessità”
Christiane Desroches Noblecourt, egittologia di fama mondiale, affronta qui l’affascinante enigma di Hatshepsut, la regina che ordinò la creazione della Valle dei Re. Raccogliendo i pezzi sparsi di un puzzle antico quasi tre millenni e mezzo, l’autrice ricostruisce questa enigmatica figura femminile, le cui immagini furono sistematicamente cancellate. Figlia di Thutmose I, sin dall’infanzia si dimostra più dotata dei suoi fratellastri, ma per accedere al trono deve sposare il maggiore di loro, Thutmose II, debole di fisico e di mente, che la lascia presto vedova. Hatshepsut assume allora la reggenza al posto del piccolo Thutmose III, ma via via acquista sempre più le caratteristiche di un re: si fa rappresentare con la barba posticcia dei faraoni, avvia una nuova corrente artistica, indice una riforma teologica, amministra con rara competenza le finanze statali e organizza spedizioni proficue, come quella nella misteriosa terra di Punt, da cui le navi egizie tornano piene di incensi e strani animali. Un attivismo che intacca delicati equilibri politico-religiosi e le procura pericolosi nemici: il giovane pupillo, i sacerdoti di Osiride e tutti coloro che mal sopportano l’influenza di Senenmut, il potente consigliere che forse rappresenta qualcosa di più per la regina… Basata su una rigorosa documentazione e arricchita da foto e disegni, una lettura magnifica, interessante e unica nel suo genere.
Christiane Desroches Noblecourt è stata conservatore capo della sezione egizia del museo del Louvre e docente di epigrafia e poi di archeologia egizia nella relativa scuola di specializzazione. Autrice di numerose, fondamentali opere, nonché di articoli, studi e scritti nel campo dell’egittologia, gode di un’indiscussa fama internazionale, attestata dalle numerose onorificenze attribuitele dai governi francese, egiziano e nubiano, nonché dal CNRS e dall’UNESCO. Per Sperling & Kupfer ha pubblicato con grande successo Ramsete II, Figlio del Sole.
Cronologia
Hatshepsut la sconosciuta
1. I primi anni di Hatshepsut
2. L’oracolo e le sue conseguenze: un matrimonio inatteso
3. Hatshepsut Grande Sposa Reale e Thutmose II
4. Hatshepsut Grande Sposa Reale incorona il nipote
5. Il governo di Hatshepsut fino all’incoronazione
6. Gli eventi determinanti dell’anno VII
7. Anno VII: Senenmut l’insondabile
8. Tombe e cappelle
9. La teogamia
10. Hatshepsut e i suoi templi: l’apertura all’uomo
11. La spedizione nel paese di Punt: i preparativi
12. L’avventura: la spedizione nel paese di Punt
13. Hatshepsut e il suo nucleo familiare
14. Hatshepsut e Senenmut nell’anno X del regno
15. Senenmut audace teologo
16. Hatshepsut e la simbologia dei templi
17. Il tempio giubilare
18. Gli anni dal XIII al XV del regno
19. Lo «Speos Artemidos» o il bilancio del regno
20. Gli anni XV-XVI-XVII: il grande giubileo
21. Gli ultimi fuochi
22. La progressiva scomparsa
23. Hulshcpsut Maatkare, primo autentico faraone
Epilogo – L’eredità
La proscrizione e il segreto dl Hatshepsut
Abbreviazioni bibliografiche
Note
Indici analitici
Follie e Inganni della Medicina
Titolo originale: Follies And Fallacies in Medicine
Autore/i: Skrabanek Petr; McCormick James
Editore: Marsilio Editori
prima edizione, introduzione degli autori, traduzione dall’inglese di Maria Baiocchi.
pp. 186, Venezia
L’approccio del medico alla sua disciplina sembra caratterizzato da una singolare cecità, lo spirito critico lascia spesso il posto al principio di autorità e gli strumenti scientifici – in particolare la statistica – vengono utilizzati il più delle volte in modo antiscientifico o soltanto per trovare conferme a certezze preesistenti. Il campo in cui il medico opera è minato naturalmente da molte incertezze e ignoranze. Ma tutto ciò non va detto: potrebbe mettere in discussione le regole del gioco. Così, nelle facoltà mediche si continua a raccontare la favola della «prevenzione», un’illusione che gli autori mitigano con abile ironia. In compenso si tace sull’effetto-placebo, componente magica di tanti rimedi chimicamente inefficaci, e non se ne parla perché il medico deve ancora liberarsi dall’imbarazzante eredità del ciarlatano e ribadire «scientifiche» della sua pratica.
Questo libro non è insomma l’ennesimo atto di accusa lanciato da eretici che hanno abbracciato una qualche medicina alternativa: l’analisi è altrettanto dura nei confronti dell’omeopatia e delle altre pratiche terapeutiche «esoteriche». La verità, osservano gli autori con una punta di scetticismo, è che comunque dovremo rassegnarci a morire, magari scoppiando di salute.
Petr Skrabanek è nato in Boemia dove ha studiato scienze naturali e ha lavorato nel campo della medicina legale. James McCormick, invece, ha esercitato per vent’anni la professione medica. Il primo si è laureato in un paese comunista, il secondo a Cambridge. Per una serie di circostanze Skrabanek ha finito in Irlanda gli studi di medicina e poi ha lavorato qualche anno come internista, prima di specializzarsi in oncologia endocrina. Nel frattempo McCormick era passato a dirigere il Dipartimento di salute pubblica dell’università. Così mentre Skrabanek ha continuato a provocare e irritare le autorità in campo medico, McCormick è divenuto a sua volta un’autorità: dapprima direttore della School of Physic del Trinity College poi presidente dell’Irish College of General.
Introduzione
I placebo
Una manciata di errori
Diagnosi e classificazioni
La prevenzione
La medicina alternativa
Etica e medicina
Conclusione
Grammatica della Lingua Ebraica
Autore/i: Carrozzini Antonio
Editore: Marietti Editore
seconda edizione: IV ristampa, prefazione di Ludovico Semkowski S. I., presentazione dell’autore.
pp. XVI-176, Genova
Dalla prefazione di Ludovico Semkowski S. I.:
«È ben noto ai cultori di scienze bibliche quanto sia utile per la intelligenza della S. Scrittura lo studio della lingua ebraica. Gli ultimi documenti pontifici ne rilevano la particolare importanza.
La grammatica del P. Carrozzini, mio antico allievo al Pontificio Istituto Biblico, vuol essere per l’Italia un nuovo apporto allo scopo.
Essa presenta nella morfologia quanto è di vera utilità per le scuole, e ne facilita lo studio con piccoli accorgimenti, tra cui la denominazione nuova, almeno per l’Italia, delle forme verbali, che credo sarà favorevolmente accolta e seguita anche da altri.
L’antologia è copiosa e varia, sia per i generi letterari scelti, che per la importanza del contenuto: vari brani si riferiscono ai vaticinii messianici.
La precede un esempio pratico di traduzione e analisi, ottima guida per i primi passi degli alunni.
Auguro di cuore che questo lavoro contribuisca sempre più efficacemente allo studio della “lingua sancta” e per mezzo di esso alla migliore e più profonda conoscenza della “lettera di Dio” alla umanità.»
Prefazione
Presentazione
Abbreviazioni
L’Ebraico tra le lingue semitiche
Gruppo orientale
Gruppo nord-occidentale
Gruppo sud-occidentale
L’Ebraico Biblico. La sua storia
La sua fisionomia
L’utilità del suo studio
L’Ebraico postbiblico
Psicologia ed Ecologia
Autore/i: Autori vari
Editore: Franco Angeli Editore
seconda edizione, presentazione e cura di Felice Perussia.
pp. 292, nn. illustrazioni e fotografie b/n, Milano
Uno degli sforzi teorici e sperimentali più stimolanti, tra quelli che hanno rinnovato in campo internazionale la ricerca psicologica a partire dagli anni ’70, è consistito nell’analisi dei rapporti tra il soggetto e il suo ambiente. La gravità della compromissione dell’habitat, e la difficoltà a stabilire dei paradigmi obiettivi di indagine dei modi in cui ciascuno di noi “vive” il contesto fisico circostante, ha dato luogo ad un vasto dibattito di grande rilievo scientifico e culturale.
La rappresentazione cognitiva dell’ambiente, i suoi contenuti e le sue interazioni con il comportamento quotidiano e con la cultura del gruppo, rappresentano, sotto il nome di «psicologia ecologica», un tema di interesse sempre più generale. I saggi e le ricerche contenuti in questo volume ne dimostrano tutto il fascino e la novità.
Vengono affrontati: i problemi teorici di fondo che caratterizzano questo approccio; le principali «scuole»; la costruzione culturale dell’ambiente come sistema di adattamento individuale e sociale; l’immagine della città; il rischio soggettivo nei luoghi di lavoro; la ricerca di laboratorio ed i suoi riferimenti epistemologici; l’ampio tema psicopedagogico del bambino che “impara” e “racconta” la sua città.
Questo volume testimonia di un notevole impegno, tra i più suggestivi ed aggiornati, a proporre una rassegna critica, in termini di teoria e di ricerca, di una metodologia scientifica tra le più promettenti del panorama psicologico contemporaneo.
Felice Perussia, che ha curato il volume, si occupa da tempo di psicologia della percezione e dell’ambiente. Su questi temi ha condotto diverse ricerche tra cui, in volume: «Il centro di Milano: percezione e realtà» (coautore; 1978), «Il disegno di psicologia ambientale» (1979), «Immagini ambientali», (a cura; 1980).
L’Inferiorità Mentale della Donna – Una Fonte del Razzismo Antifemminile
Titolo originale: Über den phisiologische Schwachsinn des Weibes
Autore/i: Moebius Paul-Julius
Editore: Giulio Einaudi Editore
seconda edizione, introduzione di Franca Ongaro Basaglio, traduzione di Ugo Cerletti.
pp. XX-92, Torino
I reazionari autentici, orgogliosi delle loro convinzioni e sicuri dei loro diritti naturali, hanno il pregio di non nascondersi dietro le parole: sono chiari, espliciti. E in questo vecchio testo dello psichiatra tedesco P. J. Moebius sull’inferiorità mentale della donna tutto è chiaro; non un’ombra di ambiguità, non un sospetto, un cedimento, un cenno accattivante: la donna è fisiologicamente deficiente. Non si tratta, come tiene a precisare l’autore, di un giudizio di valore, ma di una semplice constatazione scientifica, risultato di analisi e ricerche rigorose. Quindi perché lottare contro la realtà? La donna resti nei limiti fissati dalla natura che, per proteggerne la funzione essenziale – la maternità – la vuole sottomessa, schiava, subordinata. Ogni riga di questo testo si presterebbe ad un commento pesantemente ironico. Ma per quanto possano apparire grotteschi, oggi, questi discorsi, essi restano tuttora il fondamento della nostra cultura. Mascherati, trasformati, tradotti in un diverso linguaggio, tendono a produrre una pratica identica nella sostanza, continuando a giocare sull’interiorizzazione da parte della donna di queste teorie che definiscono i limiti naturali della sua presenza nel mondo.
Paul Julius Moebius, nato a Lipsia il 24 gennaio 1853, si laureò in medicina nel 1877. Fu dapprima assistente nella sezione neurologica del Policlinico universitario di Lipsia, più tardi direttore del Policlinico neurologico dell’Albert-Verein. Il suo interesse si concentrò soprattutto sulle malattie nervose funzionali. Parallelamente si svolgevano i suoi lavori sulle differenze fisiche e spirituali tra i sessi, di cui è parte importante questo volume, pubblicato nel 1900.
Morì nel 1907.
Manuale Nikon
La Nikon, a torto o a ragione, è una delle fotocamere più famose. Questo manuale spiega come utilizzare al meglio gli apparecchi, gli obiettivi, i motori elettrici…
Autore/i: Forti Giulio
Editore: Cesco Ciapanna Editore
sesta edizione, introduzione dell’autore.
pp. 344, riccamente illustrato b/n, Roma
Il Manuale Nikon non è un grande libretto di istruzioni. Questo volume intende essere una specie di guida pratica e soprattutto critica per chi possiede un apparecchio Nikon e anche per chi vorrebbe possederlo e quindi concerne in anticipo le possibilità.
Questo libro non è dunque pubblicitario, ma è stato scritto con il preciso scopo di dare le giuste informazioni e di suggerire il modo migliore per superare quei difetti di cui nemmeno la produzione Nikon è esente.
Giulio Forti, direttore di «fotografare», la più diffusa ed autorevole rivista italiana di fotografia, con il suo Manuale Nikon, affronta anche molti argomenti di fotografia generale, (ritratto, fotografia a luce ambiente, macrofotografia, ecc.) con precisi riferimenti al sistema Nikon.
Nel Manuale Nikon vengono trattati i seguenti apparecchi: Nikon FM, Nikon FE, Nikon F2, Nikon F2A Photomic, Nikon F2AS Photomic oltre alle Nikon F e Nikon Photomic FTn ormai fuori produzione e a brevi cenni sulla Mikonos III.
Questa nuova edizione del Manuale Nikon si presenta con una nuova copertina dedi-cata al modello Nikon FM.
Il volume è rimasto, nel complesso, quello delle precedenti edizioni ma è stato completamente aggiornato e riveduto nei capitoli dedicati agli apparecchi dell’ultima generazione.
Manuale di Fisiognomica
L’autentica arte di conoscersi dai lineamenti del volto
Autore/i: Repossi Angelo
Editore: Libritalia
premessa e cura di Corax, prefazione dell’autore, collana: Il Potere del Serpente – raccolta di testi magici e scienze occulte.
pp. 300, nn. illustrazioni b/n, Città di Castello (PG)
Una storia della fisionomica che parte dal Della Porta per passare poi dalla classificazione dei temperamenti di ispirazione ippocratica (sanguigno, flemmatico, bilioso, nervoso, linfatico) e infine analizzare, come Lavater, i vari elementi del volto e del corpo.
Premessa
Prefazione
Capitolo I
1. Storia della Fisionomia
Capitolo II
2. Principi della Scienza e il Della Porta
3. Analogia del bue
4. Analogia del mulo
5. Analogia della scimmia
6. Analogia del gatto
8. Analogia del porco
9. Conclusione della Fisionomia del Della Porta
Capitolo III
10. Costituzioni fisiche o temperamenti
11. Bilioso
12. Nevrosi
13. Sanguigni
14. Flemmatici
15. Linfatici
16. Riassunto generale sulle costituzioni
17. Varietà dei temperamenti e confronti
18. Costituzione atletica
19. Forze fisiche e loro divisione in due specie
20. Costituzione con predominio d’apparecchio generatore
Capitolo IV
22. Costituzioni anormali
23. Storpi, nani e gobbi
24. Sordo-muti e ciechi
Capitolo V
25. Fisiologia della giovinezza e dei sessi
26. Giovinezza
27. Amore
28. Sessi
Capitolo VI
29. Testa e sue forme
30. Dimensioni
31. Capo piccolo
32. Testa grossa e tonda
Capitolo VII
33. Volto
34. Dimensioni del volto
Capitolo VIII
35. Fronte
36. Sue dimensioni
37. Configurazione della fronte
Capitolo IX
38. Delle sopracciglia
39. Movimento del sopracciglio
Capitolo X
40. Occhio
41. Suoi colori
42. Sue forme
43. Espressioni dell’occhio
Capitolo XI
44. Naso
Capitolo XII
45. Guancie
Capitolo XIII
46. Sorriso
47. Riso
48. Lagrime
Capitolo XIV
49. Bocca, labbra, denti
50. Denti
51. Mento
52. Mascella
Capitolo XV
53. Orecchie
Capitolo XVI
54. Collo
55. Spalle
56. Movimento delle spalle
57. Capelli
58. Mano
59. Piedi
60. Braccia
61. Dorso
62. Ventre
Capitolo XVII
63. Andatura, passo, atteggiamenti
65. Il gesto
67. Abbigliamento
68. Colorito
69. Tommaseo
70. Voce
71. Tommaseo
72. Stature
Capitolo XVIII
° Lavater
73. Fronte
74. Profili
75. Esame d’alcune fisionomie