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Libri dalla categoria Fiabe

Solitudine Felice – Interiorità e Comunicazione dalla Nascita all’Età Adulta

Solitudine Felice – Interiorità e Comunicazione dalla Nascita all’Età Adulta

Titolo originale dell’opera: Solitude

Autore/i: Dolto Françoise

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prefazione di Silvia Vegetti Finzi, traduzione di Sergio Atzeni.

pp. 448, Milano

Come nasce la solitudine? Perchè può portare alcuni alla malattia mentale mentre per altri è fonte di creatività e persino di apertura al prossimo? In un diario intimo scritto senza intenzione di pubblicarlo, per se stessa, per capire meglio e affrontare le solitudini dolorose dei molti casi clinici che la celebre psicanalista francese ha dovuto curare, la Dolto analizza questo sentimento che è parte essenziale dell’esperienza di ogni uomo, di ogni donna, e spesso anche di bambini e adolescenti. Questo libro è una guida per i genitori che vogliono educare i figli autonomi, coraggiosi e consapevoli, ma è anche un codice delle libertà del figlio e dell’uomo. E’ un manifesto per la trasformazione radicale del sistema educativo europeo, e nel contempo una dichiarazione di fede cristiana indagatrice e libertaria. L’uomo secondo la Dolto, può trovare salvezza nel dialogo: è un invito a riformulare i principi che reggono, con l’insegnamento, l’educazione dei nostri figli e la nostra società, e a trovare nuovi modi creativi e altruistici di comunicazione della nostra interiorità.

Françoise Dolto nata Mariette (Parigi, 6 novembre 1908 – Parigi, 25 agosto 1988) è stata una pediatra e psicoanalista francese, specializzata nell’ambito dell’infanzia; è riconosciuta sia in questo ambito per la sua pratica specifica, ma anche per l’apporto teorico alla psicanalisi, soprattutto per quel che riguarda l’immagine inconscia del corpo. Ha operato per diffondere al grande pubblico le sue conoscenze nel 1960 tramite una trasmissione radio. Allieva di Jacques Lacan insieme al quale, nel 1964, ha fondato la Scuola Freudiana di Parigi. I suoi lavori scientifici le hanno dato una notorietà di livello mondiale. Nel 1979 ha dato il via alla Maison Verte, uno spazio di socializzazione per la crescita dei bambini e delle bambine.

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Prefazione di Silvia Vegetti Finzi

  • Ouverture
  • La scoperta del peso: aria, massa e sesso
  • Sballottamenti
  • L’angoscia di Heidegger e il peto di Jean Genet
  • Vegetali, animali: la solidarietà della specie
  • L’arrivo degli oggetti
  • «Colomba, i tuoi occhi sono vive scintille»
  • Un uovo alla deriva
  • Il cucchiaio magico
  • Chi parla di chi?
  • Prima solitudine: una valanga di proibizioni
  • Cadute: gli strappacapelli
  • «Io-mia madre, le dico buongiorno!»
  • Illusioni simboliche
  • Dov’è il soggetto?
  • Autismo: «Ho male a mio padre»
  • Il canguro dei muri
  • Ma cosa vogliono da lui questi adulti?
  • Drammi: Edipo, pigrizia e tai-chi
  • Silenzio, si ascolta!
  • Tutti nello stesso sacco
  • Un supporto per gli altri
  • Mondo con sentieri segnati o mondo pieno di trappole? Una latenza attiva
  • Separazioni
  • La lingua dell’incesto
  • Adolescenza solitaria: l’angoscia al ventre, alla bocca e al sesso
  • Masturbazione e fantasmi
  • Anoressici e timidi
  • Perdere la faccia: balbuzienti e muti
  • Soli, uniti contro la solitudine
  • Figli della verità: sbronze e dandysmo
  • Desiderio di un figlio
  • Omosessuali: la fecondità culturale
  • Scienze e tecniche dell’uomo: elogio dell’immaginario
  • Lattanti paranoici
  • Divorazione reciproca
  • Come arrivare a zero?
  • Desiderio, solitario
  • Dei diritti o dei doveri
  • Filiazione simbolica
  • Questi desideranti scomparsi, nella morsa della solitudine…
  • Colonizzazione della giovinezza
  • Chi dirà?
  • Madri portatrici e animali da compagnia
  • Solitudine e comunicazione
  • Isolamento sensoriale: sordi e ciechi
  • Solitudine rifugio
  • Castrazioni
  • Razzismo e incesto
  • Il sorgere del Reale
  • L’inatteso
  • Il berretto dei morti
  • Solitudine felice
  • Polveri
  • Soffrire per vivere
  • Oltre la solitudine, la meditazione
  • La morte: grida e sussurri

Allegati

  • Testo letto come introduzione alla conferenza
  • Una serata con Françoise Dolto a parlare di solitudine
  • Kasper Hauser, il sequestrato dal cuore puro

Note
Indice analitico

Storia dei Tarocchi – Verità e Leggende sulle Carte più Misteriose del Mondo

Storia dei Tarocchi – Verità e Leggende sulle Carte più Misteriose del Mondo

Autore/i: Berti Giordano

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione dell’autore, in copertina: Antonio Cicognara, Tarocchi – La Luna, Bergamo, Accademia Carrara.

pp. X-242, nn. tavole a colori f.t., Milano

I Tarocchi sono le carte del mistero per eccellenza. Le loro presunte origini egizie, l’uso nella divinazione del futuro, il simbolismo degli Arcani che nasconde i segreti dell’anima umana hanno donato a queste carte una specie di aura magica. Ma, prima di diventare la «chiave delle conoscenze segrete», i Tarocchi furono un nobile passatempo praticato nelle corti rinascimentali dell’Italia del Nord. I primi mazzi, dipinti nel Quattrocento da esperti miniatori con delicati colori e brillanti lamine d’oro, appagano ancora gli occhi per la loro bellezza sfolgorante; ma altrettanto affascinanti sono gli antichi mazzi popolari, usati nelle osterie. Come mai, con il tempo, i Tarocchi sono diventati la «Bibbia degli esoteristi»? Quali passaggi hanno portato dagli ambienti aristocratici ai tavoli delle cartomanti? Giordano Berti, uno dei maggiori esperti al mondo in questa materia, svela, per la prima volta, le vere origini dei Tarocchi e racconta la loro storia in questo libro che unisce il rigore dell’indagine storica al fascino delle leggende magiche: un testo indispensabile per tutti gli amanti del gioco e del mistero.

Giordano Berti, direttore dell’Istituto Graf di Bologna, organizza mostre storiche e convegni. Studioso di religioni, simbolismo e tradizioni esoteriche, ha pubblicato numerose opere, tra le quali: Visioni infernali: peccati e torture nell’arte del Medioevo (1991), Gli Arcangeli: storia e leggende (1997), Gli Eretici (1997), Dizionario del Cristianesimo (1997), I mondi ultraterreni (1998), Dizionario dei Mistici (1999), Preghiere di tutto il mondo (1999), Le religioni orientali in Occidente (2000), Enoch l’entronauta (2000), Storia della divinazione (2005).

Linguaggio e Contesto Sociale

Linguaggio e Contesto Sociale

Autore/i: Autori vari

Editore: Società Editrice Il Mulino

nuova edizione riveduta e aggiornata, introduzione e cura di Giolo Fele e Pier Paolo Giglioli.

pp. 336, Bologna

La sociolinguistica, cioè lo studio dell’organizzazione sociale del linguaggio e della comunicazione, e nell’ambito delle scienze sociali un settore di ricerca ormai affermato. Veri e propri piccoli «classici», i saggi qui presentati costituiscono un riferimento obbligatorio per tutti coloro che si avvicinano allo studio del linguaggio nel suo contesto sociale. Il volume – riproposto in una nuova edizione riveduta e aggiornata – è diviso in due parti. Nella prima parte, dedicata a «Linguaggio e interazione», sono esaminati gli aspetti comunicativi legati all’interazione faccia a faccia; nella seconda parte, incentrata su «Linguaggio e struttura sociale», si affronta nei suoi diversi aspetti la relazione tra comportamenti comunicativi e società.

Pier Paolo Giglioli insegna Sociologia dei processi culturali presso il Corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Bologna.

Giolo Fele insegna Sociologia della comunicazione presso il Corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Bologna.

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Introduzione di Giolo Fele e Pier Paolo Giglioli

Parte prima: Linguaggio e interazione

I. – Verso un’etnografia della comunicazione: l’analisi degli eventi comunicativi, di Dell Hymes
II. – La situazione trascurata, di Erving Goffman
III. – La struttura dello scambio riparatore, di Erving Goffman
IV. – L’organizzazione della presa del turno nella conversazione, di Harvey Sacks, Emanuel A. Schegloff e Gail Jefferson
V. – Essere in accordo o in disaccordo con una valutazione, di Anita Pomerantz
VI. – L’analizzabilità delle storie dei bambini, di Harvey Sacks

Parte seconda: Linguaggio e struttura sociale

VII. – La comunità linguistica, di John J. Gumperz
VIII. – La diglossia, di Charles A. Ferguson
IX. – Lo studio del linguaggio nel suo contesto sociale, di William Labov
X. – Classe sociale, linguaggio e socializzazione, di Basil Bernstein
XI. – I pronomi del potere e della solidarietà, di Roger Brown e Albert Gilman
XII. – Le conseguenze dell’alfabetizzazione, di Jack Goody e Ian Watt

La Stele di Rosetta

La Stele di Rosetta

E l’Egitto si mise a parlare: due secoli fa, la straordinaria scoperta ai piedi delle piramidi

Autore/i: Solé Roberts; Valbelle Dominique

Editore: Pratiche Editrice

traduzione di Erica Mannucci.

pp. 224, nn. illustrazioni e fotografie b/n all’interno e f.t., Milano

“L’archeologia? In quel luglio del 1799 è l’ultimo pensiero dei militari francesi che occupano il Nord dell’Egitto. Fuori dalla città di Rosetta si compiono febbrilmente opere di fortificazione per far fronte a un possibile attacco delle forze ottomane. Durante l’organizzazione di questa linea di difesa, viene rinvenuto un blocco di pietra scura alto circa un metro… Comincia così una delle più straordinarie avventure scientifiche di tutti i tempi.”

Nel luglio 1799 le truppe napoleoniche stanno fortificando la città di Rosetta, in Egitto. “Avvenuta casualmente, in un luogo improbabile e in un momento inopportuno”, la scoperta di una stele di basalto nero che riporta scolpito il testo trilingue dl un decreto del 196 a.C. dà il via a un’avventura intellettuale senza precedenti. Le versioni affiancate in caratteri geroglifici, in greco e demotico permettono un lavoro di ricerca e confronto senza precedenti, che porterà finalmente a decifrare la lingua parlata da una delle civiltà più affascinanti e misteriose della storia.
Questo libro racconta il celebre ritrovamento e le rocambolesche vicende della pietra più contesa al mondo: gli sforzi dei protagonisti, le tecniche di decifrazione utilizzate, le rivalità, i momenti di entusiasmo, le crisi di sconforto… Diversi sono stati gli studiosi che hanno apportato un valido contributo alla ricerca: da Silvestre de Sacy ad Akerblad, da Young a Champollion, che nel 1822 potè finalmente annunciare all’Academie des inscriptions et belles-lettres di aver individuato sulla stele i nomi dei due più famosi faraoni della storia egizia, Ramsete o Ramesse e Tutmosi.
Quattro appendici conclusive arricchiscono la documentazione, fornendo al lettore un quadro completo di tutte le versioni ritrovate del decreto, la possibilità di leggere integralmente la traduzione del testo demotico, i risultati delle ricerche di Young e le parole con cui Champollion inaugurò il corso di archeologia al College de France il 10 maggio 1831.
Forse sarebbe stato possibile ottenere lo stesso risultato seguendo altre vie, ma la stele di Rosetta resterà per sempre il simbolo di ogni decifrazione, la materializzazione clamorosa di un antico sogno di conoscenza.

Robert Solé, scrittore e giornalista di origini egiziane, è anche autore di Tarbouche, L’Egypte: passion française e Savants de Bonaparte.

Dominique Valbelle, che dirige l’Institute de papyrologie etd’égyptologie di Lille, è la presidentessa della Société française d’égyptologie.

Manuale di Iridologia – Come Curarsi Guardandosi negli Occhi

Manuale di Iridologia – Come Curarsi Guardandosi negli Occhi

Titolo originale: Traité pratique s’Iridologie medicale

Autore/i: Jausas Gilbert

Editore: Savelli Editori

introduzione dell’autore, traduzione di Violetta De Simone.

pp. 232, nn. fotografie e ill. b/n, Milano

«Tali sono gli occhi, tale è il corpo», diceva Ippocrate.
Di solito si guardano gli occhi di una persona per capire che cosa pulsa, il suo stato psichico, le sue reazioni. Se ci si spinge a considerarne il suo stato di salute, ci si limita a guardare la cornea con i suoi arrossamenti ecc. Ma l’occhio contiene anche un’iride e una pupilla. Una scienza in pieno sviluppo insegna ad analizzare l’iride: l’iridologia e una tecnica che consiste nel determinare lo stato organico di un individuo con l’osservazione della sua iride e con l’interpretazione di macchie o segni che vi sono inscritti. L’occhio diventa cosi un radar che avverte in tempo malattie che forse non sono ancora note al paziente, attraverso una precisa ripartizione dell’iride in 12 settori relativi alle varie parti del corpo. Un organo che comincia ad ammalarsi reagisce sui centri nervosi da cui dipende e attraverso di essi fa localizzare le irritazioni sull’iride sotto forma di segni.
In questo libro un manuale di self-help, corredato da «carte iridologiche» dettagliate, dalla descrizione e dall’evoluzione dei segni dell’iride, da esempi di esami iridologici: tutto quello che occorre per ottenere risultati positivi, rivelatori e incoraggianti.

Novo Teatro di Machine et Edificii

Novo Teatro di Machine et Edificii

Autore/i: Zonca Vittorio

Editore: Atelier del Libro – Luigi Maestri Tipografo Editore

presentazione di Erminio Caprotti.

pp. 120, nn. illustrazioni b/n f.t., Milano

Dalla presentazione di Erminio Caprotti:
«Una felice ed intelligente opportunità editoriale permette la ristampa in facsimile di un’opera, estremamente rara nella sua prima edizione, di tecnologia tardo-rinascimentale.
Il «riscoprirla» alla nostra odierna cultura, estremamente sofisticata dal punto di vista tecnologico, ha un particolare significato, non solo e non tanto per la proposta rilettura di un classico della scienza, il che è indubbiamente di grande interesse per lo studioso di storia delle scienze, ma anche per la umanistica cognizione di un passato glorioso, di un’epoca nella quale si gettavano le prime basi della tecnologia e della scienza moderne.
Si pensi infatti che tre anni dopo l’apparizione di quest’opera, Galileo dava alle stampe il suo Sidereus Nuncius (1610). Per avere una idea della temperie culturale che vivificava la nostra Italia, allora così ricca d’arte e d’artisti ineguagliabili, anche nella tecnologia e nelle scienze, vale la pena di ricordare che lo Zonca operava sulla spinta della grande scuola d’ingegneri italiani che diedero grande impulso all’idraulica ed alla meccanica, come il Ramelli, il Fioravanti, il Branca, il Fontana, il Veranzio, il Giannella. Così come, all’estero, andava contribuendo allo sviluppo di questi settori della scienza Stevino di Bruges (1548-1620) e la sua scuola.
Una vera e propria rivoluzione culturale si stava svolgendo nell’Europa rinascimentale, con le innovazioni artigianali, premessa dei futuri sviluppi industriali, permettendo diverse nuove forme di produzione, che assicuravano un miglior benessere.
Si andava così trasformando, con i progressi delle tecnologie, tutto un vecchio sistema economico, verso quella prosperità che, ad esempio, le grandi città libere e liberiste del ’600 sapranno crearsi, mantenere e gelosamente conservare.
Dell’Amore dell’opera qui ripresentata, Vittorio Zonca, sappiamo poco: neppure l’Enciclopedia Italiana Treccani ne dà cenno. Nato verso il 1580, non conosciamo la data della sua morte. Sappiamo che, giovane, si dedica allo studio delle matematiche e della architettura, in cui fa rapidi progressi, ricevendo poi il titolo di Architetto dalla Città di Padova.[…]»

Cortona nel Medio Evo

Cortona nel Medio Evo

Ristampa anastatica dell’edizione originale – Firenze 1897

Autore/i: Mancini Girolamo

Editore: Multigrafica Editrice

proemio dell’autore.

pp. VIII-400, Roma

Dal proemio dell’autore Girolamo Mancini:
«[…] Ch’io sappia, non esiste una storia di Cortona.
Il presente volume n’espone le vicende durante il medio evo, e però lascia da parte le origini della città, i tempi nei quali fu sede di principale lucomonìa degli Etruschi, e quelli della soggezione a Roma. Benevoli amici insistevano perchè m’occupassi anche della storia antica, ma per compiacerli avrei dovuto intraprendere studii speciali col rischio di smarrirmi nella fallace e Sdrucciolevole via delle congetture. Mi ristrinsi all’evo medio, per trattare del quale poteva consultare documenti, scrittori, e prevalermi della pratica acquistata nel decifrare carte. Ho così ricostituita la storia medievale della mia patria, collegando ai fatti civili e bellicosi le notizie trovate intorno le Leggi, monete, e ufici, e costume.[…]»

Sorriso e Riso

Sorriso e Riso

Saggio di antropologia biosociale

Autore/i: Ceccarelli Fabio

Editore: Giulio Einaudi Editore

premessa dell’autore.

pp. XVIII-394, illustrazioni b/n, Torino

Un punto fermo nel pur vasto panorama teorico sul tema sorriso/riso è che esista un nucleo essenziale riconducibile, di là dalla variabilità sconcertante delle sue manifestazioni, alla natura dell’uomo. Parlare di natura umana, anche sotto il profilo comportamentale, significa riferirsi alla realtà biologica della specie. Partendo da queste premesse, l’analisi di Ceccarelli propone dunque modelli esplicativi che prendono in considerazione non solo la nostra specie, ma anche quelle biologicamente affini dei primati e dei mammiferi, utilizzando concetti già sperimentati nell’etologia animale. L’assunto fondamentale è che il sorriso/riso sia un problema biosociale; riveli cioè un comportamento sociale in cui può essere messo in luce un fattore dipendente da una programmazione genetica. Su questa traccia, Ceccarelli costruisce per gradi un modello di spiegazione delle modalità del fenomeno; e illustra le tappe che hanno evoluto una specie scimmiesca verso l’umanità e mediante le quali il fenomeno è giunto a manifestarsi con le sue specifiche forme.
Una rassegna critica delle molte teorie sul problema sorriso/riso, infine, evidenzia le contraddizioni e le oscillazioni interpretative che hanno segnato gli studi in materia, portando un contributo di novità in una discussione destinata a rimanere ancora aperta.

Fabio Ceccarelli, nato nel 1941 , fa parte della Missione etnologica italiana nello Zaire; in questo ambito ha iniziato le sue ricerche sulla possibilità di applicazione di modelli biologici nell’interpretazione dei comportamenti sociali umani. Ha pubblicato Il tabù dell’incesto. I fondamenti biologici del linguaggio e della cultura (Einaudi, 1978); L’«istinto» linguistico. Prolegomeni ad una teoria sulle determinanti biologiche e l’origine filogenetica del linguaggio umano (Sansoni, 1983), nonché numerosi articoli comparsi sulla «Rivista di filosofia» e sulla «Rassegna Italiana di Sociologia».

Un Ponte tra Cina e Europa – Matteo Ricci

Un Ponte tra Cina e Europa – Matteo Ricci

Autore/i: Mancini Enzo

Editore: Edizioni Paoline

presentazione dell’editore, premessa dell’autore.

pp. 348, nn. illustrazioni b/n f.t., Milano

Nella Cina del XVI secolo, ostile e diffidente verso ogni influenza esterna, approda Matteo Ricci, giovane gesuita maceratese, dopo anni di difficoltoso cammino. Costantemente sostenuto dalla fede e forte del suo principio missionario, «essere cinese tra i cinesi», Matteo Ricci conquista a poco a poco la fiducia di mandarini, letterati e dello stesso imperatore. Tutti ugualmente attratti dalla cultura di quest’uomo, un «intruso d’Occidente» che parlava perfettamente la lingua mandarina dei sapienti e sconvolgeva gran parte della conoscenza scientifica e umanistica dei cinesi.

L’autore riscopre un protagonista della storia, Matteo Ricci, ancor poco conosciuto in Italia, che ha saputo creare un legame tra Oriente e Occidente e con una narrazione sciolta e piacevole ci porta nel cuore della Cina, per vivere, fianco a fianco coi protagonisti, la grande avventura dell’entrata in Cina dei padri gesuiti e con essi del Vangelo.
Un libro da leggere, dopo i tragici fatti di Tienanmen, per riscoprire cultura e dimensione umana della Cina dei mandarini.

Enzo Mancini, scrittore di professione, è nato a Foligno. Dal 1940 vive e scrive a Milano. I suoi generi letterari sono: il teatro (cinque commedie rappresentate, alcune premiate); le opere radiofoniche (diciannove radiodrammi di cui due premiati e otto sceneggiati radiofonici a puntate per la Rai); la narrativa (cinque romanzi pubblicati); la saggistica geografica (cinque libri su isole mediterranee e dell’oceano Indiano); testi di divulgazione per periodici (scienze naturali); il cinema (soggetti e co-sceneggiatura per film, di cui uno prodotto e due in fase di progettazione produttiva). Le opere pubblicate nel 1988 sono: Le isole del sole, L’uomo di Tagaste, Seychelles Images.

Aurora Boreale – La Storia di un Enigma Scientifico e del Genio che lo Risolse

Aurora Boreale – La Storia di un Enigma Scientifico e del Genio che lo Risolse

Titolo originale: The Northern Lights

Autore/i: Jago Lucy

Editore: Rizzoli

prima edizione, nota dell’autrice, traduzione di Roberta Zuppet.

pp. 402, illustrazioni b/n, Milano

Le aurore boreali, le spettacolari strisce di luce che rischiarano le lunghe notti nelle zone vicine al Circolo Polare, sono rimaste a lungo un mistero che ha affascinato l’umanità e sfidato gli scienziati. Solo a partire dal 1899, quando un oscuro esploratore trascorse con alcuni compagni un intero inverno in un osservatorio all’estremo nord della Norvegia, si cominciò a comprendere che quel fenomeno deriva da particelle elettricamente cariche emesse dal sole ed entrate in contatto con il campo magnetico terrestre. L’esploratore era Kristian Birkeland, uno scienziato norvegese, e la sua visione, a lungo disprezzata, sarebbe stata confermata solo all’avvento dell’era spaziale. Nella sua concezione dell’universo come campo di forze elettromagnetiche era contenuto l’embrione di quella che sarebbe stata chiamata “fisica del plasma”, ma le sue teorie rivoluzionarie non poterono affermarsi perchè il manoscritto a cui le aveva affidate scomparve in un naufragio, subito dopo la sua morte. Il libro di Lucy Jago è la storia di un enigma scientifico e della vita tormentata dell’uomo che lo risolse: una vita segnata da viaggi di ricerca in luoghi impervi come le terre polari e il deserto del Sudan, da invenzioni avveniristiche (un sistema per ricavare fertilizzanti mediante archi voltaici, il progetto di un cannone elettromagnetico), dall’attivismo patriottico a favore della piena indipendenza della Norvegia (fino al 1905 unita alla Svezia), da eccentricità accademiche, incomprensioni sentimentali e tradimenti da parte di colleghi scienziati e soci in affari, dalla depressione e da manie di persecuzione fino all’epilogo tragico e misterioso in un albergo di Tokyo, nel 1917. È una celebrazione del destino di un genio, e della scienza come passione torturante: una missione di conoscenza per la quale uomini come Kristian Birkeland hanno sacrificato anche l’amore e la felicità.

Lucy Jago si è laureata in archeologia, antropologia e storia dell’arte a Cambridge, e ha ottenuto un master presso il Courtauld Institute di Londra. È autrice di documentari televisivi per la BBC e Channel Four.

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Nota dell’Autrice

Parte prima: L’aurora boreale

1. I messaggeri di Odino

2. La terra dei lapponi

3. Il castello

4. Un avvertimento

5. “Enigma risolto!”

6. Il cannone

7. Cani rabbiosi

Parte seconda: La terrella

8. Esplosione

9. Il forno

10. Ida

11. Uno sguardo dallo spazio

12. L’opzione divina

13. Spazio vasto e infinito

Parte terza: La luce zodiacale

14. Il disco di polvere

15. La guerra

16. Lettere da casa

17. Fragili resti

Epilogo
Ringraziamenti
Bibliografia scelta

Sola a Presidiare la Fortezza – Lettere

Sola a Presidiare la Fortezza – Lettere

Titolo originale: The Habit of Being. Letters

Autore/i: O’Connor Flannery

Editore: Giulio Einaudi Editore

prima edizione italiana, a cura di Ottavio Fatica , traduzione di Giovanna Granato , in copertina: Junko Yamada, Feathers.

pp. XVIII-172, Torino

Scrittura, malattia, grazia: un itinerario emozionante nell’anima più sana, più sofferente e nella mente più lucida della letteratura americana.

Pur affetta da un male inarrestabile, tenuto a bada da cure altrettanto dolorose, l’energia per scrivere non era mai mancata a Flannery O’Connor: «è l’unico compito per una come me».
Così, dopo le tre ore quotidiane di lavoro ai testi, la vediamo affacciarsi sul mondo divertita, caustica, curiosa, piena di joie de vivre. «Stanca di parlare di gente che non esiste a gente che non esiste», allaccia fitte corrispondenze con persone in carne e ossa. Ha una voracità mai sazia di ogni aspetto del reale e, a partire dalla fattoria in Georgia, seguiamo le imprese dei suoi celebri pavoni e quelle di un giovanissimo Cassius Clay, l’arrivo di un nuovo bracciante e l’assassinio di John Kennedy, l’esilarante partecipazione a una conferenza in provincia e l’ultima argomentazione che va affinando nella sempiterna battaglia spirituale, la lavorazione certosina di un racconto e la scoperta di un  nuovo autore o amico.

Flannery O’Connor (1925-1964) ha scritto due romanzi, “La saggezza nel sangue” (Garzanti) e “Il cielo è dei violenti” (Einaudi), ma è soprattutto celebre per i suoi racconti (pubblicati da Bompiani) che l’hanno consacrata come una delle voci più rappresentative, insieme a William Faulkner, della letteratura del Sud degli Stati Uniti. Per Minimum fax è uscita la raccolta di saggi letterari “Nel territorio del diavolo”. Sul mistero di scrivere. L’epistolario “Sola a presidiare la fortezza”, presenta le riflessioni dell’autrice sulla scrittura: la voce della O’Connor, di volta in volta ironica, meditativa o polemica, ci conduce in un affascinante viaggio tra le difficoltà e le soddisfazioni del processo creativo.

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Per un buon uso della malattia di Ottavio Fatica

Cronologia

Bibliografia essenziale

Nota al testo

Sola a presidiare la fortezza

Il Bafometto – Il Mistero Inquietante dell’Idolo dei Templari

Il Bafometto – Il Mistero Inquietante dell’Idolo dei Templari

Romanzo

Autore/i: Klossowski Pierre

Editore: Bompiani

traduzione di Luciano De Maria, titolo originale: Le Baphomet, in copertina: Yistoriae de Merlin (part.), manoscritto del XVI secolo.

pp. 178, Milano

Il tema del male, della follia e dell’erotismo sono al centro degli interessi e dell’opera di Pierre Klossowski (Parigi, 1905), amico di Bataille, Benjamin, Gide, fratello del pittore Balthus e importante collaboratore della rivista “Temps modernes” di Jean-Paul Sartre. In questo romanzo che si affianca a un’articolata produzione di opere di saggistica – Sade prossimo mio, Nietzsche e il circolo vizioso – e di narrativa – La vocazione interrotta, la trilogia Roberta, stasera, La revoca dell ’editto di Nantes, ll suggeritore -, affiora l’inquietudine religiosa di Klossowski che sfocia, attraverso un mirabile e sofferto tour de force stilistico, in una storia di acceso e tenebroso erotismo. Il nome che dà il titolo a quest’opera, Bafometto, sta a indicare l’idolo diabolico venerato dall’ordine monastico-cavalleresco dei Templari, soppresso dalla Chiesa e da Filippo il Bello nel 1312. Su questo sfondo storico si svolge il romanzo di Klossowski che, scandagliando l’intrico di passioni che agitano la vita segreta dei cavalieri, racconta le trame e gli avvenimenti che si succedono all’interno dell’Ordine del Tempio di Saint Vint e che hanno come protagonista un “giovanissimo signore“, vittima volontaria dei suoi carnefici sotto l’influsso della continua, diabolica risorgenza delle potenze del Bafometto.

Il Nulla e l’Infinito – Una Lettura Spirituale dell’Opera di Samuel Beckett

Il Nulla e l’Infinito – Una Lettura Spirituale dell’Opera di Samuel Beckett

Autore/i: Autori vari

Editore: Ente dello Spettacolo – Edizioni Logos

cura e introduzione di Angelo Libertini e Claudio Siniscalchi.

pp. 120, Roma

Dall’introduzione di Angelo Libertini e Claudio Siniscalchi:
«Fin dalla fase di questa ricerca, l’evoluzione delle nostre riflessioni si è intrecciare con il cambiamento. Nel 1989, quando iniziammo la nostra ricognizione, l’anno in cui, come rilevò Ralf Dahrendorf, «la ruota della Storia ha ricominciato a girare vorticosamente», non potevamo certo prevedere che, mentre avviavamo una riflessione a vasto raggio sulla spiritualità del teatro francese, e poi di pari passo con i nostri incontri successivi, il mondo mutasse pelle con tanta rapidità e un sistema che sembrava destinato a durare per sempre giungesse così ad un improvviso quanto disastroso crollo; pesantemente, portandosi quelle tragedie che sono sotto gli occhi di tutti.
La Storia lavora silenziosamente, anche se gli uomini non se ne accorgono. Certo, questo nostro progetto per metodo e finalità aveva come obbiettivi lo scardinamento di muri ben solidi, quelli delle ovvietà, degli schieramenti consolidati; in altre parole delle cattive abitudini della critica nel curare il proprio orticello senza guardare oltre.
Intraprendere, come abbiamo fatto, una lettura «spirituale» dell’opera teatrale e cinematografica di Jean Cocteau, non era uno scherzo. Tutt’al più poteva sembrare una boutade, una trovata quasi provocatoria. Insomma una stravaganza.[…]»

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Introduzione
Angelo Libertini – Claudio Siniscalchi

Beckett, il dolore ibernato e la nostalgia
Gian Filippo Belardo

Nichilismo e morale nel teatro di Beckett

Guido Gatti

Samuel Beckett o «il Nulla rinchiuso in parole»

Giovanni Marchi

Samuel Beckett: una sentinella tra il Nulla e l’Infinito

Claudio Siniscalchi

Resurrezione della tragedia

Jean-Marie Domenach

L’attesa di Dio
Alfred Simon

L’assenza che non significa inesistenza
Jean Onimus

Saremo salvi
Angelo Libertini

Postfazione

L’uomo e l’intellettuale
Gino Concetti

L’Arte della Cucina Vegetariana Indiana – Tradizione e Sentimento della Tavola di Krishna

L’Arte della Cucina Vegetariana Indiana – Tradizione e Sentimento della Tavola di Krishna

Titolo originale: The best of Lord Krishna’s cuisine

Autore/i: Yamuna Devi

Editore: Gruppo Editoriale Futura

introduzione dell’autore, traduzione di Giulia Amici.

pp. 248, nn. illustrazioni b/n, Milano

La cucina vegetariana dell’India ha sempre attratto gli amanti della gastronomia di tutti i paesi con le sue eleganti sfumature esotiche, i nuovi sapori, la qualità e l’infinita varietà dei piatti: un amore a prima vista e un’abitudine quasi certa. In questo libro sono state raccolte le migliori ricette di Yamuna, la prima autrice di un libro di cucina non occidentale a ricevere l’ambitissimo premio per il Miglior Libro di Cucina dell’Anno dalla International Association of Culinary Professionals americana.

“Il mio interesse per lo stile di vita indiano e il vegetarianesimo risale al 1966, quando fui invitata da mia sorella a New York per il sito matrimonio. Mi informava di avere conosciuto con il suo fidanzato uno swami indiano, Srila Prabhupada, da cui entrambi prendevano lezioni di sanscrito e studiavano la Bhagavad-gita. Arrivai la vigilia del matrimonio, e inaspettatamente fui trascinata a pranzo a casa dello swami. Un’esperienza totalmente esotica, anche se mi fu detto che si trattava di un pranzo normale: nutrimento di base dai cereali, proteine dai legumi e vitamine dagli ortaggi freschi. Furono servite due pietanze calde a base di verdura, una zuppa di dal, riso e del pane piatto imburrato, accompagnati da un’insalta allo yogurt e dal chutney. Erano verdure comuni, ma cucinate in maniera straordinaria, e questo nuovo cibo aveva poco o niente in comune con quello dei ristoranti indiani che già conoscevo: era leggero, vibrante di sapori e delicatamente speziato. Come cuoca, rimasi affascinata.”

“… Nel giro di un’ora dal mio arrivo nel suo appartamento, mi aveva fatto conoscere spezie e condimenti nuovi, ingredienti sconosciuti e tecniche culinarie esotiche. Seduta nella stanza accanto, con il compito di confezionare sfoglie ripiene di patate, chiamate aloo kachori, lo osservavo muoversi in una cucina lunga e stretta, impegnato a preparare simultaneamente quattro piatti diversi, ma con un’organizzazione e una pulizia impeccabili. I suoi movimenti erano precisi ed eleganti e, tranne le istruzioni che mi impartiva, concentrava la propria attenzione esclusivamente su ciò che stava facendo. Svolgeva diversi compiti con le sole mani, senza l’aiuto di attrezzi da cucina, che considerava forse d’impiccio, e nel palmo della mano sinistra misurava le spezie da utilizzare. La pasta, i bada (bocconcini cotti al vapore), il formaggio fresco erano tutti lavorati a mano e, nonostante l’eta avanzata, a velocità fulminea. Ero affascinata dall’ovvia soddisfazione che traeva da tutto quello che faceva.”

Oggi in India, più dell’ottanta per cento della popolazione è vegetariana. Milioni di loro sono vaishnava, o devoti di Sri Krishna, e tutti hanno in casa un piccolo altare. Esistono inoltre migliaia di templi pubblici dedicati a Krishna nelle città e nei villaggi di tutto il paese. Viaggiare con Srila Prabhupadami mi ha permesso di entrare nelle case di questi devoti e imparare dai loro usi e costumi quotidiani. In alcune occasioni ho partecipato a immensi raduni, o mela, riservati alla lettura dei testi sacri e al canto di versi devozionali. Questi festival radunano milioni di pellegrini e sono un’altra occasione importante per approfondire le abitudini alimentari e le origini della cucina di Sri Krishna direttamente alla fonte.”

“Guardandomi indietro, posso soltanto dire che mai avrei immaginato il tesoro di filosofia, musica, arte e cucina trascendentali che mi attendeva salendo per la prima volta le scale dell’appartamento di Srila Prabhupada.”
(dall’introduzione)

Chiunque scriva un libro di cucina deve essere convinto che la propria opera contiene qualche cosa di speciale che ne giustifica lo sforzo di produzione, e io non faccio eccezione alla regola: sono certa che in questo testo troverete una presentazione unica della ricca varietà di piatti regionali indiani, accompagnata da una interessante spiegazione della tradizione gastronomica dell’India vista sotto una luce spirituale. …Ho scelto le ricette tra le mie favorite, cioè quelle che si distinguono per facilità di preparazione e leggerezza, offrono sapori vivi e sono più fresche degli equivalenti che trovate nei ristoranti indiani.
Come base per un pranzo di tutti i giorni, provate un qualsiasi piatto di riso, dall’insalata o verdura, se invece avete ospiti, aggiungete qualcosa dai capitoli Piatti di mezzo e Dolci.
Spero che questa scelta di ricette accresca ulteriormente in voi il piacere che offre l’arte della cucina vegetariana indiana.
(Yamuna Devi)

Yamuna Devi è da venticinque anni una fervente vegetariana e un’eloquente portavoce dell’ideale non violento e spirituale applicato anche alla cucina, i suoi studi includono anni di lunghi viaggi nel sub continente indiano, per scoprire la tradizione culinaria alle sue radici, così ha imparato l’arte dai maestri indiani diventando depositaria di segreti mai rivelati a un occidentale. Vive a Washington, negli Stati Uniti, dove tiene conferenze e corsi di cucina, e scrive regolarmente per diverse rubriche. Ha da poco terminato un secondo libro.

Cabaret Mistico

Cabaret Mistico

Alla ricerca di noi stessi con il sorriso sulle labbra.

Autore/i: Jodorowsky Alejandro

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prologo dell’autore, traduzione dallo spagnolo di Michela Finassi Parolo.

pp. 256, Milano

Cabaret mistico e un libro spettacolo nel quale Jodorowsky svolge “una terapia pubblica collettiva”, partendo da un centinaio di storielle umoristiche e iniziatiche attinte dalle tradizioni filosofiche, religiose e magiche più disparate, Alejandro Jodorowsky ci aiuta a sviluppare una Coscienza compiuta, a instaurare una più giusta relazione con noi stessi, con gli altri e con tutto ciò che ci circonda. Ed è proprio attraverso il sorriso che l’autore ci accompagna alla ricerca della nostra “verità autentica” per incorporarla nella nostra vita cancellando la paura della vecchiaia e della morte.

Alejandro Jodorowsky, nato nel 1930 in Cile, figlio di immigrati ucraini ebrei, parte nel 1953 alla volta di Parigi, città che non ha più abbandonato, per frequentare corsi di mimo. Qui, nel 1962, fonda con Fernando Arrabal e Roland Topor il movimento di teatro “panico”. Regista di cinema (El Topo, 1971; Il paese incantato, 1972; La montagna sacra, 1973; Santa Sangre – Sangue santo, 1989) e di teatro, autore di pièce e pantomime, Jodorowsky è anche romanziere e sceneggiatore di fumetti. Feltrinelli ha pubblicato Quando Teresa si arrabbiò con Dio (1996), Psicomagia. Una terapia panica (1997), La danza della realtà (2004), Albina o il popolo dei cani (2005), La via dei Tarocchi (2006) e, a cura di Giuseppe Baresi, Conversazioni sulle vie dei Tarocchi. Alejandro Jodorowsky “guaritore a teatro” (2007).

La Mente Aperta – La Via alla Felicità nella Vita di Tutti i Giorni

La Mente Aperta – La Via alla Felicità nella Vita di Tutti i Giorni

Titolo originale: A Profound Mind

Autore/i: Dalai Lama

Editore: Sperling & Kupfer Editori

cura e prefazione di Nicholas Vreeland, postfazione di Richard Gere, introduzione dell’autore, traduzione di Sergio Orrao.

pp. XIV-146, Milano

«Credo che in ogni essere umano vi sia un desiderio innato di felicità. Il vero scopo della vita è assecondare questo bisogno ed essere felici.» (Sua Santità il Dalai Lama)

«Molti anni fa ho avuto la straordinaria fortuna di poter chiedere a Sua Santità il Dalai Lama quale fosse l’insegnamento più importante del Buddha. Lui restò in silenzio per qualche istante, poi mi disse: “Shunya, la vacuità”. Secondo la mia esperienza personale, gli insegnamenti del Buddha sono utilissimi. Proprio come i farmaci più efficaci, affrontano le nostre problematiche personali in modo specifico e mirato. Certo, questi insegnamenti sono sorprendentemente simili a quelli di altri maestri e delle relative tradizioni spirituali: amore, compassione, carità, onestà, gentilezza, generosità, altruismo, gioia e perdono sono tutte qualità che la maggior parte degli esseri umani, se non tutti, considerano preziose e ammirevoli. Il Buddismo sottolinea l’importanza di sviluppare tali qualità fino al loro massimo potenziale.
L’augurio è che tutti noi possiamo arrivare alla felicità più autentica, ponendo le basi per la felicità suprema, la buddità.»
(della Postfazione di Richard Gere)

La mente è fondamentale in ogni esperienza umana. Coltivare una mente saggia, approfondendo la comprensione di noi stessi attraverso la contemplazione e il pensiero razionale, è la Condizione indispensabile per raggiungere l’armonia con il mondo e, di conseguenza, una felicità duratura. Le pratiche buddiste hanno tale obiettivo ed è per questo che, da sempre, pongono l’accento sulle attività di training mentale — in particolare la meditazione – in grado di offrirci una via percorribile verso la serenità interiore. Grazie allo stile unico del Dalai Lama – fatto di calore e di profonda umanità – gli insegnamenti della tradizione risuonano come preziose verità in accordo con la sensibilità di uomini e donne di oggi, e non soltanto per chi ha abbracciato il Buddismo. Un libro utilissimo, che spicca per la capacità di toccare il cuore di ciascuno: accompagnati da una guida saggia ed empatica quale Sua Santità, tutti noi possiamo aprire la mente alla calma e alla compassione, e ottenere una vita veramente felice.

Sua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, è il leader spirituale e politico del popolo tibetano. A causa dell’invasione cinese del Tibet Vive in esilio in India dal 1959; insignito nel 1989 del premio Nobel per la Pace, è tra i principali esponenti mondiali della cultura del dialogo e della nonviolenza. In Italia Sperling & Kupfer ha pubblicato numerosi suoi libri.

Nicholas Vreeland è direttore del Tibet Center. Ha curato anche un altro libro del Dalai Lama: Parole dal cuore, pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2001.

Giovanna d’Arco e la Mandragora

Giovanna d’Arco e la Mandragora

Titolo originale: Jeanne d’Arcet la Mandragore

Autore/i: De Sermoise Pierre

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prefazione di Michel Marion, traduzione dal francese di Riccardo Mainardi.

pp. 264, Milano

Giovanna d’Arco non fu una passerella ma la figlia illegittima della regina di Francia; non morì sul rogo ma fuggì dal carcere con la complicità dei suoi inquisitori: continuò a guerreggiare dopo l’evasione e divenne perfino la sposa di un signore feudale: ecco alcune delle rivelazioni sensazionali di cui Pierre de Sermoise documenta la fondatezza. Ricchissimo del fascino e della sicura suggestione dei grandi romanzi di cappa e spada, il suo e però soprattutto un libro «scomodo» e «scandaloso» che scardina la tradizione e il mito di Giovanna, patrona della Francia in quanto simbolo virginale della sua libertà e unificazione, e santa della Chiesa. Da quest’indagine poliziesca alle spalle della Storia, attraente e tesa come un giallo eppure condotta con strumenti filologici ineccepibili e di alta classe, la leggendaria eroina è restituita alla sua verità, inattesa e sconcertante, di avventuroso moschettiere del re.

Inizio del XV secolo. La Francia è divisa e insanguinata dalle rivalità dinastiche e il suo territorio è in buona parte occupato da Enrico V d’Inghilterra, che è genero del re Carlo VI detto il Folle. Il fratello di questi, Luigi d’Orleans, il più grande seduttore della Corte francese, intrattiene rapporti adulterini con la regina e cognata, la splendida sensuale Isabella di Baviera, ed è così che nasce Giovanna, nel 1407 anziché nel 1412 come vuole la tradizione.
Per coprire lo scandalo la piccola è allontanata e affidata ai d’Arc di Domrémy, non già i poveri contadini della leggenda, bensì al piccoli feudatari che assicureranno a Giovanna un’ottima educazione, donde la sua perizia nel cavalcare e maneggiare le armi. Poco dopo Luigi d’Orléans viene assassinato, mentre pare che sua moglie, Valentina Visconti, sia stata l’occulta artefice della demenza di Carlo VI, il cognato a cui avrebbe propinato sortilegi e veleni per vendicare il suo orgoglio di donna tradita. Ecco la scena shakespeariana su cui il libro si apre e 1a chiave con cui l’autore dipana abilmente l’intricata matassa della vera storia di Giovanna. Sorella naturale del delfino e futuro re Carlo VII, Giovane è predestinata dalla nascita – ma anche dal temperamento e da una profonda devozione – a diventare dapprima lo strumento di una machiavellica operazione in sostegno del trono francese, e dopo, e all’inverso, una pedina nelle mani dei nemici della Francia. Jolanda d’Aragona, regina delle Due Sicilie e suocera del debole Carlo VII, se ne serve per convalidare la profezia secondo cui l’intervento miracoloso di una margine‘ avrebbe salvato il trono di Francia: di qui gli avvenimenti culminanti nella liberazione d’Orléans (1429), di cui la Pulzella è l’eroina. Più tardi invece, gli inglesi e i loro alleati francesi civili e ecclesiastici, occupati a destabilizzare la Francia e preoccupati che il carisma della Pulzella non giochi a suo favore, montano l’accusa di eresia e stregoneria:di qui il famoso processo e la condanna al rogo. Vittima quindi complotto politico, c non di un’inquisizione sadico-religiosa, Giovanna deve però essere risparmiata per volere dello stesso re d’Inghilterra, onde  costituire eventualmente  un oggetto di scambio. Ecco perché sulla piazza di Rouen, il 4 maggio 1431, viene arsa una «strega» qualunque e Giovanna, evasa con l’aiuto del suo principale accusatore, il vescovo Cauchon, può menare altrove la sua avventurosa e sconcertante esistenza. Tre anni dopo la si segnala in Italia, sempre vestita da uomo, nell’esercito pontificio; poi il nuovo colpo di scena, le nozze col cavaliere Robert des Armois (matrimonio non consumato, data la sospetta transessualità?); infine la morte, combattendo per la liberazione dell’Aquitania, nel 1451, a pochi mesi dal processo di solenne riabilitazione che cinque secoli dopo, nel 1920, renderà possibile la sua canonizzazione.

Nato nel 1920, Pierre de Sermoise é un personaggio curioso: matematico e musicologo di formazione, inizia una carriera di pianista e organista, poi passa all’industria farmaceutica infine si appassiona allo studio del latino, della paleografia e della storia medievale. Nel 1970 ha pubblicato in Francia Les missions sacrètes de Jehanne la Pucelle, in cui illustra risultati di quelle ricerche che lo condurranno alle scoperte attuali.

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Ringraziamenti
Prefazione di Michel Marion

1. Mandragora e Inquisizione
2. Il secolo di Carlo V
3. Cronache scandalose
4. Droghe o demenza
5. Censura di un testo autentico
6. Nascita di Giovanna
7. Dall’Abbazia di Saint-Denis a Domrémy
8. Domrémy e la famiglia d’Arc
9. La Pulzella e il Giardino dei Gigli
10. Le voci della resistenza
11. Tre segni per un segreto
12. 3×7 = 21 anni
13. La liberazione d’Orléans
14.
L’araldo “Fleur de Lys”
15. La consacrazione di Carlo VII
16. Tacete… in nome del diavolo!
17. La mandragora
18. Prima abiura
19. Seconda abiura
20. La “Cronique de Metz”
21. I salvacondotti di Colonia
22. La Dame des Armoises e la tavola di marmo
23. Morte della Pulzella di Francia

Tavola genealogica
Note
Bibliografia dei manoscritti
Bibliografia delle opere a stampa

Teoria e Politica Monetaria

Teoria e Politica Monetaria

Autore/i: Vaciago Giacomo

Editore: Società Editrice Il Mulino

presentazione dell’autore.

pp. 304, Bologna

Questo volume presenta in modo sistematico i principali problemi e metodi di analisi dell’economia monetaria – nei suoi aspetti positivi e normativi – collegando l’impostazione teorica alla realtà istituzionale italiana. Dopo un’ampia esposizione del quadro di riferimento generale, e quindi degli aspetti essenziali della realtà economica che devono essere spiegati, vengono approfonditi gli strumenti analitici utilizzati dalla teoria monetaria, giungendo a definire i principali meccanismi di interdipendenza fra variabili reali e variabili monetarie. Si esaminano poi i problemi teorici ed empirici che le autorità affrontano nella definizione di strategie alternative di politica monetaria e vengono illustrati e discussi i modelli analitici che spiegano le politiche realizzate dalle autorità monetarie italiane.

Giacomo Vaciago è nato a Piacenza nel 1942. Laureatosi in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano, ha conseguito il Master of Philosophy in Economia ad Oxford. È ordinario di Economia Politica nella Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Urbino. Ha pubblicato saggi sullo sviluppo economico italiano e numerosi articoli di politica monetaria. Recentemente ha curato il volume «Congiuntura e politica monetaria», Bologna, Il Mulino, 1981.

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Parte prima: Teoria dell’economia. – Introduzione. – I. Il finanziamento dell’economia. – II. Le attività finanziarie. – III. La domanda di moneta. – IV. Le passività finanziarie. – V. L’offerta di moneta. – VI. L’equilibrio macroeconomico. – Parte seconda: Politica monetaria. – Introduzione. – VII. Gli obiettivi della politica monetaria. – VIII. Strategie e ritardi della politica monetaria. – IX. Gli strumenti della politica monetaria. – X. Il controllo della moneta e delle attività finanziarie. – XI. Il controllo del credito e delle passività finanziarie.
– XII. Politica monetaria e politica di bilancio.

Sul Vento che Scorre – Per una Filosofia dello Haiku (Una Riflessione sul Fūryū)

Sul Vento che Scorre – Per una Filosofia dello Haiku (Una Riflessione sul Fūryū)

Titolo originale: Fūryū ni kan-suru ikkō satsu

Autore/i: Kuki Shūzō

Editore: Il Melangolo

introduzione, traduzione e cura di Lorenzo Marinucci.

pp. 88, nn. illustrazioni b/n, Genova

Nel 1937, mentre nel Giappone imperiale i ciliegi in fiore fanno da sfondo ai canoni, una delle figure più originali e importanti del pensiero nipponico moderno, Kuki Shūzō, si interroga un senso profondo dello haiku, il componimento in tre versi tipico della lirica giapponese, che trae ispirazione dalla bellezza della natura e dall’inesorabile trascorrerete tempo, e che sa condensare quella particolare eleganza zen che si allontana dal mondo per farvi ritorno con occhi nuovi. Il vento che scorre soffia in questo testo fatto di influssi, mediazione, riflessione personale e immersione nella vita:condizioni che ricongiungono, per assurdo, la poesia classica giapponese e il problema filosofico della modernità globale.

Kuki Shūzō (1888-1941) è stato un filosofo, poeta e scrittore giapponese. Trascorse diversi anni in Europa, dove conobbe e frequentò, tra gli altri, Bergson, Heidegger e Sartre. Tornato in Giappone, insegnò filosofia a Kyōto. Il suo libro più noto è La struttura dell’iki, uscito nel 1930 e tradotto anche in Italia (Milano 1992).

Pasolini – Poesie e Pagine Ritrovate

Pasolini – Poesie e Pagine Ritrovate

Autore/i: Autori vari

Editore: Lato Side Editori

a cura di A. Zanzotto e N. Naldini, disegni di Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Zigaina, copertina: disegno di Emanuele Luzzati.

pp. 224, nn. illustrazioni a colori e b/n, Roma

Il volume illustrato da disegni di Pasolini e Zigaina, presenta un’ampia scelta dei testi più noti del grande poeta friulano, tratti dalle raccolte La meglio gioventù, L’usignolo della chiesa cattolica, Le ceneri di Gramsci, La religione del mio tempo, Poesia in forma di rosa, Affabulazione, Trasumanar e organizzar.

In questo libro la testimonianza Pasolini, configurata nel lievitare estremo di un’idea di vita e di poesia in quanto diversità, dischiude qualche suo enigma ai giochi dell’interpretazione, sia per il fondamentale contributo di Nico Naldini che con Pier Paolo passò gli anni giovanili in Friuli, sia per l’acuto e originalissimo saggio di Andrea Zanzotto, uno dei maggiori poeti italiani viventi. Da questi due interventi emergono elementi utilissimi e del tutto nuovi che non mancheranno di appassionare la critica e i lettori .

Questa collana propone: pagine di storia popolare, pagine della più profonda esperienza personale, pagine della coscienza militante, pagine scritte scendendo le scale della Torre di Babele, pagine per vivere e comunicare insieme.
Abbiamo cercato persone che sappiano dire qualcosa, ora ci affidiamo a lettori allo stato di veglia e speriamo di trovare una lingua che sia loro comune. Un “lato” del mondo in maniera “lata”, un’esperienza della cosa di cui si parla, sapendo che ci sono molte cose da dire e da fare ma da dire solamente non ce n’è.

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Et m’è rimasta nel pensier di luce (Nico Naldini)
Nota bio-bibliografica (Nico Naldini)

I. La meglio gioventù

  • Dedica
  • Ciant da li ciampanis
  • Ciants di un muàrt

II. L’usignolo della chiesa cattolica

  • Litania

III. Le ceneri di Gramsci

  • Il canto popolare
  • Le ceneri di Gramsci

IV. La religione del mio tempo

  • Tre ossessioni
  • La religione del mio tempo

V. Poesia in forma di rosa

  • Ballata delle madri
  • Poesia in forma di rosa
  • La nuova storia

VI. Affabulazione

  • (Ombra di Sofocle)

VII. Trasumanar e organizzar

  • Richiesta di lavoro
  • Proposito di scrivere una poesia intitolata  “I primi sei canti del Purgatorio”
  • Trasumanar e organizzar
  • Pasolini poeta (Andrea Zanzotto)